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Galileo - Polemica contro la Chiesa

letteratura



Galileo

Polemica contro la Chiesa

La controriforma stabilì che ogni forma di sapere che voleva ritenersi valida doveva conformarsi con l'interpretazione cattolica della Bibbia, ma il credente deve ricercare nei testi sacri solo un'indicazione morale-religiosa, o deve ritenere vero tutto ciò che vi si legge? La posizione della Chiesa ufficiale era la seconda, in effetti negare anche una sola proposizione della Bibbia, significava metterne in discussione il valore intero. Galileo (che pur è credente!) ritiene che una posizione così radicale sia controproducente per la stessa religione, infatti, il progresso scientifico avrebbe prima o poi confutato inappellabilmente le tesi bibliche, quindi rimanervi così ancorati l'avrebbe squalificata. Nella "Lettera al cardinal Dini" Galileo giunge a una nuova soluzione: la Bibbia e la scienza, derivano entrambe da Dio, quindi esse dovranno giungere agli stessi risultati, se si contraddicono, la causa è una cat 525g64f tiva interpretazione della Bibbia. la Bibbia è stata scritta sicuramente per ispirazione Dio, ma ha dovuto conformarsi alle conoscenze dei popoli rozzi in cui venne accolta.inoltre l'insegnamento di Dio non voleva essere scientifico, ma puramente etico-religioso.

Polemica contro gli epigoni di Aristotele:

Aristotele è visto da Galileo con alta stima in quanto aveva dimostrato interesse per la fisica, la sua critica era rivolta ai suoi discepoli i quali pretendevano di indagare la natura basandosi sull'Ipse dixit

Il metodo della scienza:

In Galileo manca una trattazione organica del metodo, ciò nonostante nelle opere di Galileo si possono trovare alcune indicazioni teoriche ("Il Saggiatore", "Discorsi", "Dialogo sui massimi sistemi"). La ricerca scientifica si divide in diversi momenti:



Formulazione ipotesi

 

Misurazione matematica dei dati acquisiti

 

Individuazione dei momenti semplici che costituiscono il fenomeno nella sua complessità

 



q   Momento analitico o risolutivo

q   Verifica o esperimento

 













Galileo nella "Lettera a Cristina di Lorena" afferma che la ricerca scientifica si deve basare sulle sensate esperienze e sulle necessarie dimostrazioni individua così un momento sperimentale, induttivo-osservativo, basato cioè sull'esperienza, e uno ipotetico-deduttivo, raziocinativo, cioè una serie di elaborazioni razionali che, partendo dall'osservazione, permettono di formulare un'ipotesi che dovrà essere verificata. Questi momenti sono inscindibili.

L'induzione rimanda infatti alla deduzione perché:

Le esperienze sono rielaborate da un contesto matematico razionale

Le osservazioni sono illuminate da un'ipotesi che le seleziona

La deduzione rimanda all'induzione perché:

L'esperienza fornisce l'input per le ipotesi

Intuizioni e ipotesi acquisiscono valore solo attraverso il cimento

Limiti della scienza antica:

Aristotele era troppo teorico, non faceva ricorso all'esperienza e allo stesso tempo si basava su una superficiale interpretazione dell'esperienza diretta

La matematica di Platone non era scientifica ma mistica, intenta a interpretare metafisicamente tutti i fenomeni

Tra gli antichi mancava la verifica sperimentale

Giustificazioni filosofiche del metodo della scienza:

Alcuni elementi del metodo galileiano hanno una giustificazione di carattere filosofico (in particolare nelle "Dimostrazioni matematiche"):

La validità della matematica viene giustificata dalla dottrina platonica per cui l'universo ha una struttura matematica; Per Galileo la reltà può essere conosciuta perché il mondo ha un ordine matematico (realismo di Galileo)

Il privilegiamento degli aspetti quantitativi del reale viene sostenuto dall'antica distinzione democritea di qualità oggettive e soggettive

La credenza nel rapporto causale viene sostenuta dall'uniformità dell'ordine naturale

Il "Siderius Muncius"

Nel "Siderius Muncius", Galileo tratta la verifica empirica del sistema copernicano e la distruzione definitiva del sistema aristotelico-tolemaico attraverso le seguenti osservazioni col telescopio:

Tradizionalmente si riteneva che la luna fosse perfetta e quindi rivestita da una superficie liscia e levigata. in realtà attraverso il telescopio si denotano montagne e crateri.

Aristotele credeva che la terra fosse immobile perché centro di rotazione di altri astri. In realtà Galileo scopre dei satelliti attorno a Giove e afferma che , come Giove che è centro di rotazione di altri astri si muove a sua volta attorno al sole, così, per analogia, la terra che è centro di rotazione della luna può comunque muoversi.

Per Aristotele i corpi celesti erano incoruttibili. Galileo osserva sul sole delle macchie che appaiono e scompaiono, questo dimostra dei processi e dei mutamenti.

Galileo arriva a dimostrare che gli altri pianeti non brillano di luce propria attraverso lo studio delle fasi di Venere.

Il "Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo"

In questa opera Galileo prende il pretesto di analizzare in maniera asettica i due sistemi per appoggiare nettamente quello copernicano, questo si denota già dalla scelta dei personaggi che sono:

Simplicio: figura del pedante aristotelico che appoggia la teoria geocentrica.

Salviati: uno scienziato integro, mosso dall'amore per la scienza che appoggia il modello eliocentrico.

Sagredo: un nobile veneziano amico di Galileo portato a simpatizzare per le nuove posizioni scientifiche, che fa da mediatore.

Il dialogo si divide in quattro giornate:

I. Attraverso l'uso del telescopio si confuta al modello aristotelico che non esistono differenze qualitative fra mondo sublunare e mondo celeste.

II. Si confutano le obiezioni rivolte al sistema copernicano.*

III. Viene dimostrato il moto di rotazione della terra e esaltata la concezione copernicana in quanto capace di dare risposte a problemi irrisolvibili da quella aristotelica.

IV. Viene esposta la dottrina delle maree (che in futuro si rivelerà erronea)

*Le confutazioni delle critiche a Copernico:

Nella seconda giornata del "Dialogo", Galileo confuta alcune critiche che vennero mosse al sistema copernicano fin da quando venne divulgato esse erano:

Se la terra ruotasse su sé stessa dovrebbe muovere un vento enorme che trascinerebbe tutto. Galileo controbatte che anche il vento si muove assieme alla terra.

Se la terra si muovesse da Est verso Ovest, allora le nuvole dovrebbero apparire in movimento da Ovest verso Est. anche le nuvole si muovono con la terra.

Il movimento della terra dovrebbe impedire la migrazione degli uccelli da Ovest verso Est. anche gli uccelli si muovono con la terra.

I gravi dovrebbero cadere obliquamente verso Ovest. il grave partecipa del moto della terra (questo poi si rivelerà falso).

Tutte queste confutazioni sono alla base del principio della relatività galileiano per cui, se un corpo si trova in un sistema chiuso, è impossibile stabilire se si muova di moto rettilineo uniforme o se sia in stato di quiete.





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