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GIOSUE CARDUCCI

letteratura



GIOSUE  CARDUCCI


Giosue Carducci nacque nel 1835 in Varsalia; trascorse l'infanzia fino al 1849 a Castagneto in Maremma: il selvaggio paesaggio maremmano restò impresso nella sua immaginazione come lo sfondo su cui era maturato il suo carattere forte e sdegnoso. Studiò alla scuola normale superi 424i85e ore di Pisa e nel 1856 si laureò in filosofia e filologia; intanto con alcuni amici fiorentini aveva costituito la società degli "Amici pedanti", fieramente avversa al romanticismo in nome del ritorno alla tradizione classica. 1860, appena 25 enne, fu chiamato alla cattedra dell'università di Bologna. Restò in questa città fino alla morte avvenuta nel 1907. Nel 1906 ricevette il premio Nobel per la letteratura.



GLI ATTEGGIAMENTI POLITICI

Nei primi anni dopo l'unità, Carducci condivide la delusione del "partito d'azione" garibaldino per lo sbocco moderato che la classe dirigente e la monarchia davano al moto risorgimentale.Il radicalismo democratico lo spinse fino ad avere qualche simpatia per le prospettive di rivoluzione sociale.

Con gli anni queste idee hanno un graduale ripiegamento moderato. Nel 1878, dopo un memorabile incontro con la giovane regina Margherita, il poeta le dedica un'ode e muta il proprio ideale politico verso l'adesione alla monarchia; il patriottismo d'origine mazziniana assume toni nazionalistici e fa del poeta un sostenitore convinto della politica imperialistica di Crispi.

IL CLASSICISMO

È difesa della tradizione nazionale contro l'apertura romantica alle mode straniere

E' ATTACAMENTO AI VALORI DELL'ANTICHITà PAGANA, VISTI COME ADESIONE ALLA VITA, "solarità", autonomia dell'individuo, contro quelli del Medioevo cristiano visti come oscurantismo, ascetismo, soggezione alle autorità

E' una reazione al sentimentalismo tardoromantico, alla poesia del "cuore", in nome di una concezione austera e virile della funzione della poesia

Successivamente gli interessi di Carducci si allargano alla grande letteratura  europea e in particolare quella della prima età romantica.

Quella che resta ferma è la concezione della poesia come "arte", cioè tecnica, mestiere, lavoro sulla parola, opposta alla romantica "ispirazione".

Quanto alla funzione della poesia, il poeta le attribuisce una missione civile ed educativa: celebrare i valori in cui si riconosce la collettività nazionale, fustigare il malcostume. Si affaccia anche la tendenza a ridurla a pura bellezza, evasione dal presente, che può far pensare a qualche affinità con la contemporanea poetica dei parnassiani.






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