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ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI - Francesco Petrarca

letteratura




ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI.

Francesco Petrarca


Analizza il testo dal punto di vista metrico, retorico, sintattico e lessicale.


"Erano i capei d'oro a l'aura sparsi" è un componimento lirico di Francesco Petrarca, il più gran poeta del Trecento. Questo sonetto è rilegato ne "Il canzoniere" la principale opera che lo impegnò sino alla morte, nella quale Petrarca scrisse il suo perpetuo amore per Laura, la sua donna ispiratrice.


In particolare come si presentano strutturalmente le strofe? Quale metro è utilizzato? Vi sono figure retoriche, rime ed assonanze?

Le due quartine hanno una rima incrociata (con schema ABBA),invece le due terzine presenta 212h78c no una rima inversa. I versi sono endecasillabi piani. È utilizzata più volte la sinalefe tra la finale di una parola e l'articolo, la congiunzione oppure una preposizione.

In questa lirica sono presenti molte figure retoriche. Già nel primo verso troviamo un iperbato, cioè l'allontanamento dell'attributo da (in questo caso) il verbo, inoltre è sempre presente l'anastrofe che principalmente sposta il verbo alla fine della preposizione. Sono diverse le metafore: capei d'oro, per allentar d'arco. La prima è l'origine della poesia, è da qui infatti che subentrano i nodi (ai capelli e all'amore) e da questi si passa all'analisi dell'amore di Petrarca per Laura. L'allitterazione si suddivide in due gruppi principali: nelle quartine si rileva una maggior presenza di -rs ed una continua ripetizione soprattutto della prima consonante anche affiancata ad altre; invece nelle due terzine prevale l'accoppiamento -an. A mio giudizio non sono presenti né assonanze né consonanze; invece ci sono molte rime (già valutate precedentemente).




Quali forme verbali prevalgono?

Petrarca utilizza tre tipi di forme verbali: il passato remoto, l'imperfetto ed il presente. Le prime due vengono utilizzate per ricordare delle scene di vita passate. L'imperfetto descrive l'aspetto fisico della giovane Laura, bellezza che continuò ad avere per un certo periodo, quindi esprime una continuità nel passato. Col passato remoto abbiamo invece dei particolari momenti vissuti da Petrarca, degli attimi: subito arsi, un vivo sole fu quel che vidi. Momenti che iniziano e si concludono in un periodo brevissimo quasi impercettibile. Utilizzando il presente l'autore vuole sottolineare la decaduta bellezza della sua amata, ma la continuità con la quale la ama anche dopo molti anni.


Quale significato simbolico da il poeta al II verso dalla I quartina?

"che 'n mille nodi gli avolgea"

Con questo verso l'artista vuole esprimere due concetti. Quello più superficiale è il disordine dei capelli di Laura a causa del vento; mentre quello più profondo è l'idea di questi nodi come qualcosa alla quale Petrarca è rimasto impigliato e non riesce più a liberarsi. Da quando vede per la prima volta Laura, rimane colpito dalla sua bellezza e se ne innamora, un amore che lo accompagnerà fino alla morte ma che non verrà mai contraccambiato.  






Commento


Qual è il tema fondamentale della poesia se esiste?

La poesia si incentra su l'amore che Petrarca nutre per Laura. Questo amore è terreno quindi la bellezza della donna svanirà, non è un amore platonico come quello che Dante nutriva per Beatrice. Questo amore provocherà in lui anche dei ripensamenti e dei conflitti interni, ma sarà comunque infinito.

Utilizzando l'omofonia (Laura, l'aura) all'inizio del poema lo scrittore vuole evocare la sua donna, ricordandola, ma non la chiama mai per nome, cioè non pronuncia il suo nome esplicitamente nella poesia. 

Qual'è il tema e come è espresso nelle prime due strofe?

Petrarca, come possiamo notare nelle prime due strofe, assume uno stile di scrittura innovativo. Infatti è uno dei primo ad effettuare alcune modifiche allo schema poetico del Dolce Stil Novo. In queste due quartine emerge la collocazione di Laura nella natura: ce la immaginiamo avvolta nel vento. Inoltre la bellezza della donna non è cristallizzata e irreversibile, è invece terrestre, quindi destinata a scomparire con la vecchiaia. Ultima delle sue innovazioni è la soggettività del poeta, infatti lui non descrive ciò che la visione di Laura provocava alla gente, ma ciò che ha risvegliato e suscitato in lui.  



Qual è il tema e come è espresso nelle altre due strofe?

Nelle due terzine riappare il semplice e schematico tema del Dolce Stil Novo. La donna viene infatti descritta come un angelo e qualcosa di sopranaturale. Quel che il poeta dice di aver visto è qualcosa paragonabile ad un dea.

Per approfondire: confronta questa poesia con qualche sonetto di Dante che fa riferimento ai temi del Dolce Stil Novo.

Considerando il sonetto "Tanto gentile e tanto onesta pare" di Dante possiamo individuare molte differenze. Pur essendo tutti e due i sonetti riferiti al Dolce Stil Novo quello di Dante rispecchia a pieno le caratteristiche di questa corrente, mentre Petrarca scrive in maniere più personale attuando diverse innovazioni (sopra analizzate). Mentre Dante esprime tutte le caratteristiche di questa corrente letteraria: la donna-angelo, amore-virtù ed il cuore nobile; descrivendo anche particolari situazioni co0me il saluto della donna al resto della gente; Petrarca ne effettua una descrizione personale e soggettiva senza richiamare tutte le caratteristiche sopra elencate, ma considerando Laura qualcosa di sovrannaturale.

L'amore che Dante prova per Beatrice è ben diverso da quello che Petrarca prova per Laura. Il primo infatti nutre un amore platonico e atemporale, infatti Alighieri cristallizza la bellezza di Beatrice che non sfiorirà mai, questo forse anche perché muore giovane; invece tetrarca descrive la sua donna in tutte le sue caratteristiche terrene, quindi la bellezza sfiorirà e questo lo capiamo anche da come ce ne parla. Inoltre per quest'ultimo il sentimento provato provocherà anche conflitti interni e ripensamenti, cosa che a Dante non succederà.

Analisi e commento personale.

Personalmente preferisco il sonetto di dante a quello di tetrarca, perché è, a mio avviso più passionale e sincero di quello di Dante. L'amore di Alighieri sembra quasi un amore impossibili, qualcosa di surreale, lui posiziona Beatrice su un piedistallo e l'adora, mentre Petrarca soffre per questa donna che lo rifiuta e questo suo tormento si percepisce anche nella poesia. Anche per lui Laura è qualcosa di irraggiungibile ma è qualcosa di vero, di concreto non è soltanto un sentimento platonico, è proprio una sensazione terrena, umana.

Petrarca dà origine al suo componimento da una metafora, invece l'altro poeta non utilizza queste figure rotoriche. L'inversione è sempre presente e privilegia lo spostamento del verbo alla fine del verso. I due autori utilizzano le stesse rime per le prime due quartine, mentre differiscono nella scelta delle terzine (simmetrica e inversa).

Petrarca - LAURA, AMORE E CONTEMPLAZIONE, IL SENSO DELLA LABILITA', DESIDERIO E PAURA DI MORTE; STANCHEZZA DI PENSARE







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