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CARLO GOLDONI: 'LA LOCANDIERA'

letteratura



CARLO GOLDONI :


"LA LOCANDIERA"



La trama si svolge attraverso tre atti divisi in 62 scene. La commedia è dedicata al nobiluomo Giulio Rucellai, fiorentino, ammiratore di quest'opera.



LA TRAMA




ATTO 1: La scena si apre presentandoci, in un colloquio pieno di ripicche, il Marchese di Forlipopoli, di antica nobiltà ma squattrinato e il Conte d'Albafiorita, assai ricco, ma dal titolo comprato: entrambi sono innamorati d 616h73g i Mirandolina, la locandiera. In scena entra poi Fabrizio, cameriere della locanda, anch'egli innamorato della sua padrona. Il quarto personaggio è il Cavaliere di Ripafratta, che afferma più volte di stimare poco le donne e tanto meno la locandiera. A questo punto appare in scena Mirandolina, che disgusta gli sciocchi spasimanti e si prefigge come scopo di far innamorare di lei il Cavaliere. Giungono poi alla locanda due commedianti, Ortensia e Dejanira, che si spacciano una per baronessa e l'altra per contessa. La loro finzione è scoperta solo dall'astuta Mirandolina che, divertita dal lazzo, sta al gioco.


ATTO 2: Il secondo atto si apre con un astuto segno di attenzione della locandiera che fa servire il pranzo al Cavaliere per primo, il quale apprezza la cortesia e comprende come Mirandolina riesce ad "incantare" tutti. Il Cavaliere decide di ripartire subito perché non vuole essere ammaliato nuovamente dalla locandiera, ma Mirandolina lo raggiunge, desolata e piangente per la sua improvvisa decisione, e simula addirittura uno svenimento. Il povero misogeno-innamorato non sa che fare e le sussurra dolci parole

d'amore: Mirandolina trionfa felice, l'impresa è fatta.


ATTO 3: In un colloquio con Fabrizio, alternando i comandi alle promesse, ella lo lega a sé ancor di più, mentre il Cavaliere le manda in regalo una boccetta piena di spirito di melissa, in caso di altri svenimenti. Mirandolina rifiuta e il Cavaliere va in collera. La bella locandiera allora comincia a manifestare un po' di paura per il gioco pericoloso che sta facendo e perciò decide di sposare Fabrizio.

Ripafratta (il Cavaliere) divenuto geloso esplode contro Fabrizio e si rivela (innamorato) anche davanti al Marchese e al Conte. Tutto si sta per concludere in un duello con tanto di spade, quando Mirandolina fa sapere la sua decisione. Il Cavaliere se ne va furioso e Mirandolina prega il Conte e il Marchese di alloggiare presso un'altra locanda.


I PERSONAGGI


MIRANDOLINA: E' la vera protagonista della più tipica commedia di carattere goldoniana, a tal punto che tutti i personaggi sono visti quali piedistalli su cui ella s'innalza o quali figure in controluce, sottoposti ai suoi capricci (come il Cavaliere misogino) o alla sua ironia (come il Marchese parassita) o alla sua vanità femminile (come il Conte danaroso) o alla sua volontà (come Fabrizio) o al suo divertito buonumore (come le due comiche avventuriere). E' lei che dà loro luci ed ombre.

Scaltra, sa fare gli interessi suoi personali e della locanda.

Fra gli aspetti del suo carattere che predominano notiamo la vivacità, la caparbietà, la furbezza e la moralità.

La naturale vivacità di spirito la rende immediatamente simpatica e femminile, Mirandolina è nel complesso equilibrata ma molto orgogliosa di sé e del suo sesso.

Questo suo carattere si rispecchia pienamente in quel puntiglioso ripicco di far innamorare il Cavaliere, attorno al quale ruota tutta la trama della commedia.

La sua tattica dell'innamoramento che utilizza con il Cavaliere è perfetta:

in un primo momento ella si mostra timida, poi umile ma anche vivace e spiritosa, poi diventa sempre più enigmatica fino ad arrivare al colpo di grazia con il suo svenimento. Alla fine della commedia, invece, ella si mostra irrequieta, insolente e quasi crudele nel disprezzare il vinto.

Rientra poi nella regola e anche lei ricava dalla commedia un insegnamento: pure lei ha bisogno di qualcuno, perché è pericoloso tenere la locanda da zitella.


CAV. RIPAFRATTA: Il Cavaliere misogino è protagonista per contrasto e la vittima più illustre della locandiera. Egli vuole apparire scettico, ma in fondo il suo scetticismo è una maschera di difesa, perché egli è un uomo impulsivo, collerico, nervoso e fiero.

Egli non è uno sciocco, né del tutto fatuo come gli altri due aristocratici ed in lui possiamo notare un fresco ed ottimistico senso della libertà.

Anche lui è vittima di Mirandolina, ma si differenzia in ogni caso dagli altri due spasimanti in quanto cede poco a poco terreno, anche se in modo irreparabile.


IL MARCHESE: Il marchese di Forlipopoli è forse la figura meglio caratterizzata e meglio definita della commedia. E' un personaggio un po' vile e un po' spaccone, cavaliere e ladro, megalomane e parassita, ma soprattutto spiantato, povero e superbo.

La famosa frase: "Son chi sono...e mi si deve portar rispetto" è la scappatoia tipica nelle difficoltà, la forma di rispetto delle convenzioni e delle apparenze, il richiamo alla nobiltà del titolo.

Il secondo dei suoi punti caratteristici è la sua, non meno famosa ma senz'altro inutile, "protezione" che egli accorda a tutti quanti: è pure questo un residuo di un mondo vecchio e duro a morire.


IL CONTE: Il conte d'Albafiorita è il nuovo ricco, nobile per titolo e non per casato; non ha perciò signorilità alcuna. La superbia di questo aristocratico è perciò grossolana e rozza e rappresenta bene questo tipo di personaggio, che vuole apparire sempre galante.

Siamo dunque in presenza di un personaggio superficiale, senza idee, ricco e spendaccione.


FABRIZIO: E' il capocameriere della locanda di Mirandolina, interessato al buon nome, agli interessi e alla continuità della locanda.

D'intelligenza modesta, Fabrizio ha le sue idee, anche se pochine e la sua filosofia, anche se "terra terra", è sicura: Mirandolina, infatti, alla fine sceglierà lui.

E' geloso della bella locandiera perché l'ama; è stato spesso giudicato un buon semplicione, paziente, modesto e un po' ingenuo.

Ad ogni modo si possiamo notare come la sua presenza sia importante all'interno della commedia: senza di lui Mirandolina non sarebbe quella che è, Fabrizio per lei è il punto finale di una bella avventura, qualcosa di sicuro, che rimane fermo per aspettarla.


LE COMMEDIANTI: Ortensia e Dejanira sono due commedianti piuttosto maldestre, che recitano soltanto la loro parte. Ortensia appare più spregiudicata, petulante e in definitiva più sofisticata e incallita, Dejanira, invece, si mostra più giovanile e sorridente, più spontanea e quindi più simpatica.

Entrambe sono senza dubbio un po' sciocche, anche se in modo differente da alcuni altri personaggi, sono due donne avide di regali e di avventure, un po' civette e parassite.


LA FORTUNA


"La Locandiera" godette sempre di grande fortuna presso gli spettatori e presso i critici.

Secondo una tarda testimonianza del Goldoni fu rappresentata per la prima volta il 26 Dicembre 1751, ma gli studiosi goldoniani hanno creduto di dover spostare al Carnevale del 1753 la data della prima rappresentazione in pubblico, al teatro S.Angelo di Venezia.


La brillante commedia del Goldoni è stata tradotta in ben venti lingue diverse, dal tedesco all'inglese, dallo spagnolo al polacco, dal cinese al persiano. "La Locandiera" inoltre ha ispirato molti commediografi che più volte l'hanno imitata.





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