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Analogie e differenze tra Dante, il Dolce Stil Novo, Petrarca e Saba

letteratura



Analogie e differenze tra Dante, il Dolce Stil Novo, Petrarca e Saba


Nel sonetto di Umberto Saba "Ma l'angelo custode volò via" il poeta presenta la figura di un angelo che protegge la sua fanciullezza e racconta che, in 919e43j seguito al suo primo innamoramento quell'angelo lo lasciò solo.

L'angelo indica la transizione tra due elementi. Nella Bibbia, esso compare, infatti, per annunciare degli eventi agli uomini e celare quindi la vera identità di Dio. Nel sonetto di Saba, l'angelo indica la transizione tra fanciullezza e gioventù, e nasconde il modo in cui avvengono i cambiamenti da un'età all'altra.

L'autore utilizza la figura dell'angelo anche nella poesia "La mia infanzia fu povera e beata", nella quale egli racconta che il suo protettore scomparve dopo il suo primo atto sessuale.

La presenza degli angeli nella letteratura non è un'invenzione di Umberto Saba, ma fu inserita già nelle opere di Dante Alighieri. Egli, infatti, descrive diversi tipi di angeli, dall'angelo ribelle, mostruoso e ripudiato, all'angelo-guida che si presenta nella forma di Beatrice.



Beatrice è, per Dante, la donna per eccellenza e ha la funzione di un angelo. Infatti, la bellissima fanciulla sarà la guida che accompagnerà Dante nel suo cammino verso Dio.

La figura della donna-angelo divenne famosa presso tutta la corrente letteraria del Dolce Stil Novo. Caratteristica comune a tutti i suoi appartenenti era la presentazione dell'amor cortese. Questi componimenti servivano per rendere note a tutti le sofferenze che l'uomo prova amando e racchiudevano la donna all'interno di una sua visione comune. Ella era sempre bellissima ed era inserita in un contesto senza tempo. Inoltre, la sua funzione era quella di rendere più facile all'uomo il collegamento tra la realtà terrena e quella divina.

Francesco Petrarca non si trovò d'accordo con la visione della donna e dell'amore che avevano gli stilnovisti.

Come spiega nel sonetto "Solo e pensoso nei più diserti campi", egli ritiene che l'amore sia una gran sofferenza e le passioni che crea nel cuore degli ingenui debbano essere nascoste agli uomini, perché essi ne troverebbero altrimenti motivo di derisione. Questo è l'unico elemento che accomuna  Petrarca al più moderno Saba.

Per lui la donna non è il mezzo di collegamento tra l'uomo e Dio, ma è motivo di confusione e di allontanamento da Esso. La figura dell'angelo difatti non viene presentata nei suoi componimenti. Egli, nel componimento "Apollo, s'ancor vive il bel disio" si rivolge direttamente al dio e non ha quindi bisogno di un intermediario. Inoltre nelle poesie che fino ad oggi noi abbiamo affrontato egli non si riferisce mai a situazioni di passaggio in cui potrebbe essere inserita la figura del protettore.

Inoltre, come si può capire dalla poesia "Erano i capei d'oro a l'aura sparsi" la donna del Petrarca subisce l'azione del tempo e la lucentezza dei suoi occhi e l'intensità del suo amore, vengono resi più smunti dal passare degli anni.

Umberto Saba utilizza un registro linguistico simile a quello del Petrarca. Infatti la sua poesia è un tipico esempio di monolinguismo.

Dante, al contrario utilizzò ne "La Divina Commedia" diversi registri per poter meglio descrivere i suoi personaggi oltre ad affrontare una pluralità di temi spaziando dalla politica, alla religione, all'amore.

Dante e Petrarca utilizzano elementi derivati dalla classicità nelle loro opere, ma, mentre il primo li rielabora in chiave moderna, il secondo li mantiene in modo sterile.

Dante, ad esempio, descrive il personaggio mitologico di Minosse ma in modo da farlo sembrare un mostro. Petrarca invocherà il dio Apollo in un suo sonetto e farà largo uso dell'elemento dell'alloro identificandolo con la sua amata Laura.






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