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Versione pg 114 del libro "Nuovo comprendere e tradurre" vol 1

latino



Versione pg 114 del libro "Nuovo comprendere e tradurre" vol 1


Un Astuto poeta

Un poeta Greco, che voleva conciliarsi la riconoscenza dell'imperatore Augusto, era solito ogni giorno andare incontro ad Augusto e offrire al lui un poema, in cui Augusto era celebrato continuamente come decoro del gene 949d32j re umano e luce dell'impero Romano. Ma Augusto ignorava sempre la sua opera, perché disprezzava i cattivi poeti. Alla fine Augusto stanco dell'ostinazione dell'uomo, a sua volta scrive sulla carta una piccola poesia a derisione del poeta e, quando vede il Greco, glielo porge. Il poeta legge immediatamente la poesia dell'imperatore e finge una grande gioia, poi da alcuni denari ad Augusto ed esclama: " Vorrei dare di più, ma non ho altro!".

Augusto ride e, divertito dall'astuzia del Greco, dona una grande somma di denaro al poeta.


Versione pg 24 del libro "Nuovo comprendere e tradurre" vol 2




La battaglia di Filippi

Dopo che Cesare fu trafitto dai pugnali dei congiurati nella luria, Bruto e Cassio autori della congiura, invisi alla plebe romana, furono costretti ad allontanarsi dalla città e si rifugiarono in Asia, dove cominciarono a radunare truppe e a mettere insieme denaro. Contro di loro si mossero M. Antonio alleato di Cesare e suo legato in Gallia, e Ottaviano adolescente di grande ingegno e figlio adottivo di Cesare e trasferirono le loro truppe in Grecia. Lepido fu lasciato come presidio di Roma e dell'Italia. Presso Filippi, città della Macedonia, si combatté a lungo e duramente. Nella prima battaglia l'accampamento di Cassio fu espugnato dai soldati di M. Antonio e Cassio, non avendo più speranza di vittoria, si uccise; Ottaviano tuttavia fu vinto da Bruto, uomo di grande virtù di animo e di corpo. Nella seconda battaglia le truppe di Bruto furono sconfitte e un gran numero di senatori fu ucciso. Bruto sconvolto dalla strage, si trafisse di sua mano e spirò. Dopo la cruenta vittoria i triumviri divisero tra loro le province: ad Ottaviano furono assegnate la Spagna e la Gallia, M. Antonio ottenne l'Asia, il Ponto e la Siria, a Lepido fu assegnata l'Africa. Infine Roma e l'intera Italia furono assegnate a Ottaviano. In seguito, il console Lucio Antonio, fratello di Marco portò guerra a Ottaviano ma fu vinto e catturato presso Perugia.


Versione pg 32 del libro "Nuovo comprendere e tradurre" vol 2


Ulisse e Polifemo

Dopo che Troia fu presa dai Greci e fu distrutta da un incendio, Ulisse, re dell'isola di Itaca, per volontà degli dei peregrinò a lungo per il mare prima di ritornare in patria. Una volta Ulisse arrivò con la flotta sull'isola dei ciclopi. I Ciclopi, razza feroce e agricola, avevano un solo occhio in mezzo alla fronte e vivevano nelle grotte presso il mare. Forniti di grande forza del corpo conducevano una vita da pastori estinguevano la fame o coi pesci o con la carne o col formaggio delle pecore, con l'acqua e il latte la sete.

Ulisse con pochi compagni entrò nella grotta di Poliremo figlio di Nettuno, e il Ciclope, immemore dell'ospitalità, chiuse nella caverna i miseri uomini: alcuni furono perfino divorati dal crudele mostro perché Poliremo disprezzava tutte le leggi degli dei e degli uomini. Allora Ulisse uomo forte e astuto ingannò il Ciclope con un singolare artificio. Offrì del vino a Poliremo e durante il sonno bruciò con un tronco ardente l'unico occhio dell'orribile mostro; dopo legò i suoi compagni alle pecore e se stesso all'ariete: così uscirono tutti incolumi dalla grotta.





Versione pg 36 del libro "Nuovo comprendere e tradurre" vol 2


La villa-fattoria di Plino

Quando avrai conosciuto la bellezza della mia villa, l'amenità del luogo, l'ampiezza del litorale, sarai molto lieto. Qui ci sono molte greggi di pecore e molti armenti di cavalli e di buoi che in inverno discendono dai monti e qui godono del tepore dell'aria. La villa è comoda per molti usi: l'atrio non è né piccolo né sporco, il triclinio è ampio, le camere spaziose; il portico è un ottimo rifugio contro le tempeste. Il mare non abbonda di pesci preziosi, tuttavia li sostituisce con sogliole e ottimi gamberi di mare. La villa offre anche prodotti mediterranei, soprattutto il latte, perché le pecore giungono qui dai pascoli quando cercano l'acqua e l'ombra.


Versione pg 59 del libro "Nuovo comprendere e tradurre" vol 2


Un sogno veritiero

Due Arcadi molto amici facevano la strada verso Megera insieme. Dopo che erano giunti in città, uno alloggiò presso la locanda, l'altro presso un ospite. Ma prima di mezzanotte uno, mentre dormiva placidamente in casa del suo ospite, vide in sogno l'altro che piangeva e così pregava l'amico: "Amico, aiutami, perché il locandiere prepara la mia morte per il mio denaro!". L'uomo infatti aveva un notevole patrimonio, ed egli con grande imprudenza aveva portato con sé molti denari per il lungo viaggio. L'amico dapprima si spaventò e si destò poi, dopo che il sogno era svanito si tranquillizzò e si coricò. Mentre dormiva l'amico apparve di nuovo in sogno e disse: "Poiché non mi hai aiutatola vivo, ora vendica la mia morte! Infatti il locandiere mi ha ucciso, mi ha gettato su un carro e sopra il corpo ha messo sterco e terra. Domani, appena si farà giorno, l'assassino uscirà col carro dalla città; tu all'alba va' alla porta e denuncia il fatto!". Al mattino l'amico andò alla porta e si presentò al locandiere. Estrasse il morto dal carro e il locandiere fuggì, ma la cosa fu scoperta e l'uomo scellerato pagò le pene del suo delitto.


Versione pg 62 del libro "Nuovo comprendere e tradurre" vol 2


Il nodo di Gordio

Alessandro dopo aver conquistato Gordio, città della Frigia, che traeva nome da Gordio, entrò nel tempio di Giove dove era custodito il carro su cui era stato trasportato Gordio, padre di re Mida. Famoso era il giogo legato con molti nodi che nascondevano i capi dell'intreccio.

L'oracolo aveva così predetto circa il giogo di Gordio: " L'uomo che scioglierà l'inestricabile nodo, regnerà su tutta l'Asia". Per questo entrò nell'animo di Alessandro l'acuto desiderio di sciogliere i nodi e di adempire il responso dell'oracolo prima della fine del giorno. Intorno al re c'era sia la folla dei Frigi, ansiosa nell'attesa, sia la folla dei Macedoni, preoccupata per la temeraria fiducia del re, poiché la serie dei nodi era troppo stretta e gli intrecci non potevano né essere toccati con la mano né essere visti con lo sguardo sotto la moltitudine dei nodi. Alessandro dopo aver a lungo invano combattuto coi nodi disse: " L'oracolo predisse dello scioglimento dei nodi non modo dello scioglimento!" e tagliò con un colpo di spada tutti i nodi. Così Alessandro sia rese vano sia adempì il responso dell'Oracolo.






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