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MARCO TULLIO CICERONE

latino



MARCO TULLIO CICERONE


Insieme a Virgilio autore più celebre della letteratura latina


Straordinario testimone del suo tempo soprattutto attraverso le orazioni


Crea una sintesi armoniosa tra la cultura greca ed il mondo romano

(difficoltà nei testi filosofici perché non esisteva una filosofia a Roma utilizza espressioni e vocaboli già esistenti nella lingua latina dando lor 757i88h o nuovi significati)


Grandissimo prosatore




Grande VERSATILITà = fu uomo politico, scrittore, filosofo, autore di un epistolario grazie al quale ci sono pervenute alcune lettere di Cesare


VITA

ARPINO (Lazio) 106 a.C


Da una famiglia di proprietari terrieri appartenente all'ordine equestre


Studia a Roma dove si esercita nel foro come oratore


Dimostra grande coraggio difendendo e facendo assolvere un certo SESTIO di Ameria, accusato di parricidio da un potente liberto di SILLA Pro Sexto Roscio Amerino


79 - 77 a.C in Grecia ed Asia minore

Ad Atene frequenta le scuole filosofiche e le più importanti scuole di retorica

A Rodi segue le lezioni di retorica di APOLLONIO MOLONE Abbandona lo stile asiano per avvicinarsi a quello rodiese. Tre stili: Atticista (telegrafico), Asiano (ridondante, ampolloso), Rodiese (equilibrato)


75 a.C QUESTORE in Sicilia Rappresenta nel 70 a.C i Siciliani nel processo che essi avevano intentato contro Verre


63 a.C nominato CONSOLE (questore, pretore, console livello più alto) sostenuto dal fratello QUINTO e dall'amico ATTICO


Avversario politico: CATILINA (populares) appoggiato da Cesare, Cicerone repubblicano dalla parte degli optimates, benché non fosse proprio un nobile


Cicerone ha la meglio, Catilina si ricandida al consolato l'anno seguente con un programma a favore dei populares ma, nuovamente sconfitto, si prepara ad impadronirsi del potere con un'azione di forza


Catilina tenta di organizzare una congiura, presenta un programma politico e poi scappa da Roma:

Assegnare terre ai proletari;

Condono dei debiti;

Prescrizione dei ricchi e confisca dei beni;

Crea una nuova classe dirigente.


Cicerone avvisa il senato, si discute sulla sorte di cinque capi della congiura: Cesare per il confino

Cicerone e Catone pro morte senza advocatio populi


60 a.C I ° TRIUMVIRATO accordo politico privato tra Cesare (Gallia), Pompeo (governo di Roma) e Crasso (combatté contro i Parti)

Il secondo fu pubblico tra Lepido, Antonio ed Ottaviano


58 a.C nominato tribuno della plebe CLODIO fa condannare Cicerone all'esilio per 16 mesi, ordina la confisca dei suoi beni e fa distruggere la sua casa sul Palatino perché condannò a morte cittadini romani con procedura sommaria


Trascorre l'esilio in Grecia e nel 57 a.C torna a Roma grazie all'intervento di Pompeo e d'amici tra cui Milone


52 a.C Clodio viene ucciso durante uno scontro da un gruppo capeggiato da Milone Cicerone non riesce a tenere l'arringa in sua difesa per colpa di alcuni seguaci di Clodio e Milone si ritira a Marsiglia in esilio


Scoppia la guerra civile tra Pompeo e Cesare:

Inizialmente crede di poter restare neutrale per favorire la concordia ordinum

Si schiera poi dalla parte di Pompeo e lo raggiunge a Farsalo, dove vengono sconfitti i Pompeiani

47 a.C si riconcilia con Cesare, che ritorna vittorioso dall'Egitto, dove Pompeo è stato ucciso


Problemi personali (divorzio con la moglie e perde la figlia Tullia)


15 marzo 44 a.C Uccisione di Cesare Pur non avendo fatto parte alla congiura si schiera a favore dei cesaricidi Dalla parte di Ottaviano


43 a.C si forma il secondo triumvirato Cicerone è nella lista di proscrizione dettata da Antonio e approvata da Ottaviano


7 dicembre 43 a.C ucciso dai sicari di Antonio nella sua villa di Formia (mani e testa mozzate, portate ad Antonio e successivamente esposte nel Foro romano)


ORAZIONI


Ne curò personalmente la pubblicazione (per difendere il proprio operato, per desiderio di gloria presso i suoi contemporanei e posteri, per propaganda politica), ampliandole e rielaborandole


58 orazioni conservate per intero


GIUDIZIARE (pronunciate durante i processi in tribunale)


Verrinae: "discorsi contro Verre" del 70 a.C, 7 orazioni di cui solo le prime due realmente pronunciate nel processo per concussione intentato dai Siciliani contro Gaio Verre.


Il loro corpus comprende:

La Divinatio in Caecilium Chiede il diritto di sostenere l'accusa dei Siciliani contrapponendosi a Cecilio, un certo che voleva avvalersi dello stesso compito per, secondo Cicerone, favorire Verre. Ottiene l'accusa ed ottenne 110 giorni per indagare e raccogliere prove


L'Actio prima in Verrem L'accusa contro Verre è talmente forte che questo se ne va senza nemmeno ascoltare la seconda parte e parte in esilio volontario



L'Actio seconda costituita da 5 orazioni, meno valide perché più costruite a tavolino, che elencano la colpe e le accuse attribuite a Verre


Pro Archia Poeta: orazione del 62 a.C in difesa del poeta greco Archia, accusato di aver comprato la cittadinanza romana. Appassionata esaltazione della cultura e della poesia, lo difende nella speranza di una ricompensa




Pro Sestio: orazione del 56 a.C, difende Sestio accusato di aver organizzato bande armate da opporre a quelle di Clodio. Egli sostiene che il ricorso a mezzi illegali era necessario per le difesa delle istituzioni e lancia un appello per un'alleanza di tutti i cittadini moderati che miri alla salvaguardia degli interessi comuni.


Pro Caelio: 56 a.C difende Marco Celio Rufo, accusato di aver rubato dei gioielli ad una sua ex-amante, Clodia, sorella di Clodio e di aver tentato di avvelenarla. Sfoga il suo odio contro Clodio e attacca aspramente la sorella presentandola come una donna corrotta e di facili costumi Celio fu assolto


Pro Milone: 52 a.C accusato di aver ucciso Clodio, non riesce a pronunciarla a causa della situazione avversa.



DELIBERATIVE (pronunciate davanti al senato o al popolo per far sì che venga o no approvata una legge)


Pro lege Manilia.: 66 a.C davanti al popolo per far approvare una legge (proposta dal tribuno Manilio) che assegnava a Pompeo poteri straordinari per la guerra contro Mitridate. Proposta approvata all'unanimità.


De lege agraria: tre orazioni del 63 a.C contro una proposta di riforma agraria, che avrebbe danneggiato i proprietari terrieri. La legge fu ritirata ma approvata quattro anni dopo da Cesare.


Catilinariae: 4 discorsi pronunciati tra novembre e dicembre del 63 a.C, nei giorni della scoperta e della repressione della congiura di Catilina. I e IV davanti al senato, dove elogia se stesso, II e III davanti al popolo.


Ritornato dall'esilio, scrive due orazioni, una per il senato ed una per il popolo, per ringraziarli. Tendenza all'autocelebrazione.


Pro domo sua: davanti al collegio dei pontefici per ottenere la restituzione del terreno su cui sorgeva la sua casa, che Clodio aveva fatto consacrare alla dea Libertas. Fa dichiarare illegale la consacrazione.


De provinciis consularibus: 56 a.C a favore della propaga dell'imperium di Cesare nelle Gallie. Viene accusato di voltafaccia ma si giustifica dicendo che lo fa per il bene della collettività.


Philippicae: 14 discorsi pronunciati tra il 44 ed il 43 a.C con l'intento di far dichiarare Antonio nemico pubblico. Chiamate anche Antonianae, devono il loro nome all'accostamento che fece Cicerone con le orazioni di Demostene contro Filippo di Macedonia.


CARATTERI


Meriti e pregi Chiarezza espositiva

Abilità dialettica

Competenza giuridica


Fini generali Insegnare (docere)

Dilettare (deletere)

Coinvolgere emotivamente (commovere)


Stile: Duttile, multiforme, molto elastico


Concinnitas = gusto per le simmetrie, ordine, armonia


OPERE RETORICHE


Retorica = scienza e tecnica della persuasione


De oratore

Composto da tre libri nel 55 a.C


Dialogo di tipo platonico - aristotelico = l'autore affida il compito di trattare l'argomento a vari interlocutori inseriti in una "cornice" drammatica


Protagonisti: LUCIO LICINO CRASSO e MARCO ANTONIO (due avvocati più anziani di Cicerone)


Ambientazione: villa di Crasso a TUSCOLO nel 91 a.C


I libro: Crasso parla del perfetto oratore = Doti naturali (ingenium) + tecnica precisa appresa + sapere enciclopedico


II libro: Antonio distingue nella retorica inventio = ricerca degli argomenti da svolgere

dispositio = ordine secondo cui gli argomenti devono essere disposti

memoria = tecniche per memorizzare ciò che si deve dire


III libro: Crasso parlo della elocutio = stile. L'ultima parte dedicata all'actio = modo in cui l'oratore deve esporre il discorso (dizione, tono, voce, gesti, ...)


Brutus

Dialogo


Interlocutori: amici ATTICO e MARCO GUINIO BRUTO


Sintetico excursus sulla storia dell'oratoria greca In ordine cronologico presenta ed illustra le caratteristiche di circa duecento oratori romani


Nell'ultima parte del dialogo rievoca gli inizi della propria carriera oratoria, che lo avrebbe portato a strappare il primato al grandissimo ORTENSIO, il massimo rappresentante dello stile asiano.


Orator

Non è un dialogo ma un'esposizione fatta in prima persona dall'autore


Illustrazione delle differenze tra o stile oratorio e lo stile dei filosofi, degli storici, dei poeti, .




Distinzione dei tre stili (o livelli stilistici): Umile, medio, sublime


OPERE POLITICHE


De Repubblica

54 a.C


Argomenti: organizzazione dello Stato, la miglior forma di governo, istituzioni politiche romane


Dialogo in sei libri


Ispirato al precedente di Platone, ma Cicerone non si propose di delineare la forma perfetta di uno Stato ideale, bensì di affrontare i problemi politico - istituzionali mettendosi da un punto di vista romano


Protagonista: PUBLIO CORNELIO SCIPIONE EMILIANO, l'uojo politico più ammirato da Cicerone


I libro

Scipione dà la sua definizione dello Stato = "cosa del popolo"

Presenta e discute le tre forme di governo: monarchia, aristocrazia, democrazia

Le loro tre degenerazioni: tirannide, oligarchia, demagogia

Afferma il primato della monarchia ma sostiene che la costituzione migliore è quella "mista" =

Potere Monarchico consoli Aristocratico senato Democratico popolo


II libro: origine e sviluppi dello Stato romano dalle origini ai tempi recenti

III libro: Parla della giustizia, Cicerone difende l'imperialismo romano adducendo delle motivazioni nobili

IV - V libri: quasi interamente perduti


VI libro: Si conserva solo il finale, il Somnium Scipions = Scipione Emiliano racconta un sogno in cui gli era apparso Scipione Africano che, dopo avergli predetto le future imprese gloriose e la morte prematura, gli aveva mostrato lo spettacolo della sfere celesti, rivelandogli che l'immortalità e una dimora nella Via Lattea sono il premio riservato dagli dei alle anime dei grandi uomini politici, benefattori della patria


De legibus

Composto nel 52 - 51 a.C


Doveva essere un complemento del De repubblica


Si conservano tre libri, ma l'opera rimase incompiuta


Dialogo, interlocutori: CICERONE stesso, suo fratello QUINTO e l'amico ATTICO


De officiis: Trattato filosofico con forti implicazioni politiche


OPERE FILOSOFICHE


Scritte tra 45 - 44 a.C, gli ultimi anni della sua vita


Academici

Ne restano due libri


Titolo sul problema gnoseologico l'autore aderisce alla posizione della scuola accademica.

Si tratta di una posizione "probabilistica" secondo cui non esiste un criterio oggettivo per distinguere con certezza assoluta ciò che è vero e ciò che è falso, ma è possibile avvicinarsi alla verità attenendosi a ciò che appare probabile, cioè razionalmente verosimile.


De finibus bonorum et malorum

Composto da 5 libri


Tema: lo scopo supremo della vita, che costituisce per l'uomo il sommo bene


Nei primi quattro libri affronta la tematica dal punto di vista epicureo e stoico


Nel V libro espone la dottrina accademica per la quale riserva la sua preferenza: la felicità consiste nella virtù che però, è completa solo quando ai beni spirituali si aggiungono i beni del corpo, decisamente meno importanti ma dotati anch'essi di un valore positivo.


Tusculanae disputationes

Composto da 5 libri


Tema: come ottenere la felicità e ostacoli che ci frappongono al suo raggiungimento


I libro: Paura della morte è un bene sia l'anima perisce con il corpo, liberando l'uomo dalle sofferenze dell'esistenza, sia se è destinata, dopo la morte, ad una vita più felice di quella terrena


II libro: Sopportazione del dolore fisico


III libro: Lotta contro il dolore spirituale


IV libro: Rimedi alle altre passioni (Paura, ira, invidia, amore, .)


V libro: Dimostra la tesi stoica che la virtù basta da sola ad assicurare la felicità


De natura deorum

In tre libri

Esposte e confutate le tesi epicurea dell'indifferenza assoluta degli dei nei confronti degli uomini e quella stoica dell'esistenza di una divinità razionale e provvidenziale che governi il mondo


Appoggia la tesi stoica ma con moderazione (ammette il libero arbitrio dell'uomo)





De fato Discute sul problema se la vita dell'uomo sia determinata dal destino o dalla libera volontà degli uomini. Cicerone è favorevole alla seconda opzione, distaccandosi dagli stoici



De divinatione

In due libri

Respinge la fede nella divinazione nelle sue varie forme (interpretazione dei sogni, oracoli, astrologia, .)



Cato maior de senectute: immagina che Catone il Censore nell'anno 150 a.C (a 84 anni) dialoghi con i giovani   amici Scipione Emiliano e Gaio Lelio facendo l'elogio della vecchiaia

Nostalgia per i tempi passati quando venivano assegnate cariche anche a uomini molto anziani



Laelius de amicitia

Dedicato al carissimo amico Attico


Dialogo: Gaio Lelio rievoca la figura di Scipione Emiliano, morto da poco e tratta dell'amicizia, il bene più grande per l'uomo dopo la sapienza


La vera amicizia può sussistere solo tra i buoni, e il messo migliore per procurarsi veri amici è la pratica della virtù



De officiis

In tre libri


Trattato dedicato al figlio Marco


Segue un'unica fonte: un'opera (perduta) dello stoico PANEZIO di Rodi


I libro: chiarito il concetto di honestum = bene morale in relazione al quale si stabiliscono i comportamenti moralmente validi


II libro: dedicato all'utile, che si identifica con l'esercizio delle virtù e in stretto legame con l'honestum


PENSIERO E STILE delle opere filosofiche


METODO "DOSSOGRAFICO" = discussione dei problemi mediante una rassegna delle diverse opinioni espresse al riguardo dai filosofi precedenti

(Apertura all'ascolto d'opinioni diverse ma prevale la tesi accademica e stoica, prende distanza solo dagli epicurei)


Eclettismo


Intento di far conoscere ai Romani le dottrine e le posizioni delle varie scuole

Ambizione di operare una sintesi critica dei risultati a cui il pensiero greco era pervenuto attraverso secoli




Ideale dell'humanitas:

L'uomo è superiore agli altri esseri viventi perché possiede la ragione, che lo rende simile alla divinità;

La ragione prevale sugli istinti


Bisogna assoggettare gli istinti naturali, le passioni e i sentimenti alla ragione


E' indispensabile possedere una vasta cultura enciclopedica per conoscere a fondo se stessi


Nei rapporti con i suoi simili, l'uomo deve sempre esser animato da RISPETTO, TOLLERANZA, BENEVOLENZA


Dovere di rendersi utili alla società e alla patria


I riconoscimenti esteriori (successo, gloria,.) non sono da disprezzare ma non costituiscono il mevente né lo scopo dell'azione


Crea una lingua filosofica latina aggiungendo a vocaboli già esistenti nuove accezioni specificatamente filosofiche



GLI EPISTOLARI

864 lettere


Risalenti agli anni tra il 68 e il 43 a.C


Suddivise in quattro raccolte:


16 libri di Epistulae ad Atticum


16 libri di Epistulae ad familiares (oltre alle epistole di Cicerone anche una novantina di lettere di suoi corrispondenti)


3 libri di Epistulae ad Quintum fratem


2 libri di Epistulae ad Marcum Brutum



Pubblicate postume: da Attico la raccolto dedicatagli, le altre dal liberto Tirone


Epistole reali e non fittizie


Alcune si presentano come lettere pubbliche, altre scritte per essere divulgate, cioè riprodotte in più copie e fatte pervenire a più persone (Lettera a Lucrezio: piccolo trattato sulle caratteristiche di contenuto e di forma che deve avere un'opera storica)


Le lettere sono documenti del sermo cotidianus = linguaggio colloquiale


Massiccia presenza di grecisismi



OPERE POETICHE

Si conservano solo frammenti


"Le armi cedano alla toga, l'alloro (dei trionfi militari) ceda il passo alla gloria (dell'oratore) "

Superiorità dell'eloquenza sul valore militare















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