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LE PASSIONI E LE OCCUPAZIONI CHE ABBREVIANO LA VITA

latino




LE PASSIONI E LE OCCUPAZIONI CHE ABBREVIANO LA VITA

Da quale libro viene tratto? De brevitate vitae, capitolo II.

Che cosa espone in questo trattato? Si concentra sull'assurdo per cui nessuno, tra i tanti impegni, è in grado di passare un po di tempo con se stesso, di autoesaminarsi, per capire che una vita impostata nel tentativo di soddisfare le proprie passioni, i propri desideri, le proprie aspettative non è vita, ma perdita di tempo.


<quid,est>Perché ci lamentiamo della natura delle cose? quella si comportato generosamente: la vita è lunga, se la sai usare. <sed,toupet> Ma l'avarizia insaziabile trattiene uno, l'operosa attività trattiene un altro in lavori 343j93d inutili; un altro è preso dal vino, l'inerzia intorpidisce un altro;<alium,ducit> l'ambizione sempre dipendente dal giudizio altrui affatica un'altro,lo sfrenato desiderio di commerciare tormenta un altro intorno a tutte le terre,lo spinge per tutti i mari con la speranza di guadagno;<quondam,anxios>il desiderio di glorie militari tormenta alcuni attenti ai pericoli altrui o ansiosi per i propri;<sunt,consumat> ci sono quelli chel'ingrata obbedienza dei potenti consuma in una volontaria schiavitù;<multos,detinuit> molti sono condizionati dall'ambizione della felicità altrui o dai lamenti della propia;<plerosque,iactavit> la maggior parte seguendo nulla di certo, sono sospinti dalla leggerezza e incostanza e scontenti di se verso progetti nuovi;<quibusdam,vivimus> ad alcuni non piace nulla, ovunque dirigono il corso, ma i destini sorprendono questi stanchi e stremati: tanto che non dubita che sia vero cio che fu detto presso il piu grande dei poeti a mo di oracolo: "Breve è la pare di vita che viviamo".<ceterum,est> In verità tutto lo spazio rimanente non è vita, ma tempo.<urgent,premunt> da ogni parte incalzano e assediano i vizi ne consentono di elevarli o di alzare gli occhi per vedere la verità (assalgono) sommersi nel desiderio. <numquam,stat> Giammai ad essi è permesso rifugiarsi in se stessi; se talvolta qualche straordinaria calma li tocca, come in alto mare, sul quale capo il vento ancora c'è un movimento ondoso, chiamai per quelli che pace dai loro desideri.<de,effocantur> credi che io parli di quelli, i difetto dei quali sono stati detti? Guarda quelli, alla felicità dei quali tutti accorrono: sono soffocati dalle loro ricchezze.<quam,populus> Per quanti le ricchezze sono pesanti! L'eloquenza di quanti e l'occupazione quotidianado mostrare il proprio impegno provoca sangue! Quanti impallidiscono per le continue quotidiane passioni! A quanti la folla di clienti lascia poco tempo libero!<omnis,consumitur> infine guarda tutti questidai piu bassi ai piu grandi: questo chiama, questo assiste,quello è imputato,quello difende, quello giudica,nessuno si preoccupa do se stesso ognuno si preoccupa per l'altro.<interroga,est> domande su questi i cui nomi sono conosciuti, vedrai che quelli sono riconoscenti per questi segni: quello è seguace di qello,questo di quello, nessuno di se stesso.<deinde,vacat> c'è poi la pazza indignazione di taluni: si lamentano della superbia dei superiori per il fatto che non hanno avuto tempo per loro che li cercavano!chiunque osa lamentarsi della superbia di un altro,chi stesso ha avuto tempo per sé stessi? <ille,es>eppure quello ti ha guardato,chiunque tu sia con uno sguardo insolente, certamente quello pose le sue orecchie alle sua parole, quello ti accolse al suo fianco: tu non ti sei mai degnato di guardare dentro di te di ascoltarti.<non,poteras> percio non è il caso che tu dai la colpa a qualcuno di questi compiti, poiché certamente facendo quelle cose non volevi essere con un altro ma non riuscivi a essere con te stesso.





IL SUICIDIO

Da quale libro viene tratto? De Providentia, capitolo VI paragrafo 7.

Chi parla? Dio.


<Ante,fugere> prima di tutto ho provveduto affinché qualcuno non trattenga voi controvoglia; la porta è aperta: se non volete combattere è lecito fuggire. <Ideo,mori> percio fra tutte le cose che ho voluto che vi fossero indispensabilinon ho fatto niente di piu facile che morire. <Prono, via> ho psto l'anima su un piano inclinato.(la vita) si trascina? Guardate attententamente e vedrete guanto una breve via e quanto veloce conduca alla libertà. <Non,nascitur> non ho posto attese tanto lunghe nell'uscita a voi che entrate; altrimenti la sorte avrebbe avuto un grande potere su di voi, se l'uomo morisse tanto lentamente quanto nasce.



IL PROBLEMA DELLA SCHIAVITU

Chi è che continua a dire servi sunt? Gli amici di Lucilio, uomini comuni e volgari.

Che cosa espone in questa epistola? Seneca definisce dei rapporti fra padroni e schiavi: congratulandosi con l'amico Lucilio che intrattiene un atteggiamento umano con i propri schiavi.


<libenter,deget> volentieri da quelli che vengono da te ho saputo che tu vivi con familiarità con i tuoi servi: cio si addice alla tua prudenza, cio si addice alla tua istruzione. <servi, fortunae> sono schiavi. Anzi uomini. Sono schiavi. Anzi compagni. Sono schiavi . anzi umili amici. Sono schiavi. anzi quasi parenti, se avrai pensato che uguale potere della fortuna è concesso su entrambi. < itaque,circumdedit> percio rido di quelli che giudicano cosa sconveniente cenape con il proprio servo: per quale ragione se non poiche un'abitudine molto superba pone da una schiera di servi che stanno in piedi al padrone che cena? <est,ingessit> quello mangia piu di quanto contiene e appesantisce il ventre disteso con grande avidità e disabituato già al compito del ventre, vomita con maggior fatica tutte le cose di quanto aveva mangiato. <at,perstant> ma agli infelici servi non è lecito in questa occasione neppure muovete le labbra affinché parlino; ogni mormorio è frenato con il bastone e neppure i rumori fortuiti sono esclusi dalle bastonate, tosse, starnuti, singhiozzi; il servizio interrotto da qualche rumore viene pagato a caro prezzo; per tutta la notte i servi rimangono digiuni. <at ,tacebant> ma quelli ai quali non solo era consentito parlare davanti ai padroni ma anche con gli stesi la bocca dei quali non era cucita erano pronti a porgere la loro testa in favore del padrone, ad attirare sulla loro testa un pericolo imminente; parlavano nei banchetti, ma tacevano nelle torture. <deinde,facimus> quindi si è diffuso un proverbio di quella arroganza, ci sono tanti nemici quanti servi: non abbiamo quei nemici ma li facciamo. <alia,abutimur> frattanto trascuro altre cose crudeli e disumane il fatto che abusiamo di loro non come uomini ma come animali.<cum,colligit> quando siamo sdraiati per cenare uno pulisce gli sputi, un altro sdraiato sotto il triclinio raccoglie i resti degli invitati ubriachi. <alius,duscit> un altro taglia i prelibati uccelli; movendo con gesti sicuri la mano esperta attraverso il petto e le cosce taglia a pezzetti, poveretto, che vive solo per questa cosa, cioè tagliare bene il pollame, se non che è piu infelice che insegna cio per piacere che chi impara per necessità











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