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greco



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Oltre ai già citati autori latini, anche molti artisti greci si occuparono del tema di cui stiamo trattando. Nel panorama geo-politico che si era venuto a creare grazie all'espansione dell'impero romano, la principale differenza di cui si potevano notare gli effetti era quella tra la cultura latina che andava propagandosi e quella ellenica.

A cavallo tra il I e il II secolo d.C. vive Plutarco.

Egli nasce a Cheronea, in Beozia, nel 50 d.c., ma, quasi subito, si trasferisce a Roma dove accumula una fama tale da potarlo ad ottenere la cittadinanza romana. È capac 151j98b e dunque di fondere in se due realtà radicalmente diverse e in contrasto tra loro, quella greca e quella latina.

La vita stessa di Plutarco dunque è l'oggettivazione di un accostamento tra queste due culture, ma l'autore Beota riporta tale commistione anche nelle sue opere; in particolare nelle "Vite parallele".

Le Vite parallele (B oi par llhloi) sono biografie, presentate in coppia, d'illustri personaggi greci e romani, accostati, nella loro radicale differenza originaria, per analogia di caratteristiche: Teseo e Romolo (i primi re di Atene e Roma), Alessandro e Cesare (entrambi grandi condottieri e monarchi), e così via; tutte le coppie biografiche si chiudono con un confronto riassuntivo finale, chiamato s gkrisij.

La presentazione delle vite di personaggi storici in maniera analitica può, in apparenza, far pensare ad un'opera storica; in realtà, secondo quanto Plutarco dichiara apertamente più di una volta, le "Vite parallele" vanno inserite nel contesto del genere "biografia"; egli infatti, più che una narrazione indistinta e regolare di eventi storici, si concentra sulla presentazione di quelle circostanze che possano far trapelare la personalità del personaggio e che lo possano ricollegare al suo corrispettivo nella civiltà opposta.



A tale scopo, nel contesto dell'opera e delle sue finalità, i piccoli particolari, come una frase, uno scherzo, o un breve aneddoto, possono risultare di maggiore rilevanza di azioni più appariscenti o di sanguinose battaglie.

Testimonianza di tale scelta da parte di Plutarco può ragionevolmente essere considerato il confronto tra Demostene e Cicerone: nell'introduzione al confronto tra i due grandi oratori, Plutarco afferma: <<cercherò di esaminare e mettere a confronto la natura e la disposizione d'animo dei suddetti personaggi, fondandomi sulle loro azioni [...] tralascerò, invece, di stabilire un paragone tra le loro capacità oratorie, tentando di dimostrare chi fosse più abile con le parole e più piacevole all'ascolto>>.

Tuttavia, l'impostazione etica delle biografie plutarchee si manifesta anche, se non soprattutto, nelle finalità dell'opera.

Plutarco scrive: <<La familiarità e la conversazione coi grandi del passato stimola ad assimilarne le virtù e ad imitarne il valore>>

lela civiltà opposta.elare la personalità del personaggio e che lo possano ricollegare al suo corrispettivo one di quegli event, ma, allo stesso tempo, <<Non è male, forse, inserire tra le vite esemplari una coppia o due di uomini che si comportarono durante la loro esistenza in modo piuttosto sconsiderato e diventarono celebri [...] per i vizi che praticarono [...]; anche noi saremo maggiormente invogliati a considerare e imitare le vite degli uomini virtuosi, se conosceremo anche la storia dei viziosi e biasimevoli>>. Poiché <<la visione del vizio spinge ad apprezzarne maggiormente la virtù>>.

Dunque una delle finalità di Plutarco nel comporre quest'opera è, indubbiamente, quella moralistica; ma, altrettanto indubbiamente, la principale è quella di origine politica: l'autore con questa opera voleva infatti favorire la reciproca conoscenza dei due mondi e delle due culture.

Lo stesso Cornelio Nepote, circa un secolo e mezzo prima, si era ispirato agli stessi criteri nel De viris illustribus, dove aveva anche, in un certo qual modo, anticipato l'idea delle vite "parallele" alternando, in ognuna delle sezioni in cui l'opera si suddivideva, un libro dedicato ai Romani e l'altro dedicato ai Greci.

Dunque Plutarco pone due realtà, di per se totalmente diverse, come analoghe, nel tentativo di ispirare un confronto tra quelle civiltà cui apparteneva, una, quella greca, per origine, e l'altra, quella latina, per "adozione".







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