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Sibilla

greco



Sibilla

Donna ispirata dagli dei, che, secondo gli antichi, aveva il potere di predire il futuro.

In origine, Sibilla era il nome di una leggendaria giovane che aveva il dono della profezia; passò poi a designare tutte le profetesse. Tale potere divinatorio, simile a quello della Pizia* delfica, era diffuso in Grecia, e poi lo divenne in Italia. Gli eruditi latini contavano da dieci a dodici sibille.

La Sibilla era innanzitutto una profetessa i 454j92e spirata in particolare da Apollo*, e da lui incaricata di far conoscere i suoi oracoli. Quelle di Eritre, in Lidia, e di Cuma, in Campania, erano le più famose, e a volte la leggenda le confonde. Ad Apollo, che le aveva concesso di esaudire un desiderio, la Sibilla cumana aveva chiesto una lunga vita, dimenticandosi però di chiedergli anche la giovinezza. Invecchiando, si rimpicciolì e si disseccò tanto da arrivare ad assomigliare ad una cicala; fu allora sospesa in una gabbia nel tempio di Apollo a Cuma. A differenza della Pizia, la Sibilla non era legata ad un particolare santuario.

Le Sibille erano un simbolo della saggezza antica. L'antichità cristiana credeva che esse avessero predetto l'avvento del cristianesimo.




. Lessico. Una «sibilla» è una donna che predice il futuro, un'indovina. «Sibillino» è qualcosa il cui senso è oscuro, enigmatico («parole sibilline»).

Libri sibillini: raccolta di oracoli scritti in greco che i Latini chiamavano libri fatales, fata sibyllina. Secondo la tradizione, una vecchia (la Sibilla cumana?) propose al re di Roma Tarquinio il Superbo l'acquisto dei nove libri sibillini per una somma elevata. Il re rifiutò: ella ne diede alle fiamme tre e chiese ancora la stessa somma. Di nuovo, egli rifiutò: altri tre furono bruciati. Il re, sorpreso da tale ostinazione, comprò gli ultimi tre. I libri erano conservati sul Campidoglio da un collegio di sacerdoti incaricati, per ordine del Senato, di consultarli in caso di calamità pubbliche o di prodigi. Nel I secolo a.C. essi scomparvero tra le fiamme, poi furono riscritti e conservati nel tempio di Apollo, sul Palatino.

Oracoli sibillini: raccolta del VI secolo d.C., composta di diatribe e profezie greche di ispirazione giudeo-cristiana.

. Lett. Virgilio descrive l'antro della Sibilla di Cuma; essa fa da guida ad Enea* nella sua discesa agli Inferi* (Eneide, III e VI). Tratta questo argomento anche Ovidio, Metamorfosi, XIV, 30. Petronio, nel Satyricon (I secolo), mostra la Sibilla schernita dai bambini che le chiedono: «Sibilla, cosa vuoi?», ed ella risponde: «Voglio morire...».

. Icon. La Sibilla cumana è stata dipinta da Van Eyck (XV secolo, Gand), Michelangelo (circa 1510, Cappella Sistina, Vaticano), Raffaello (1514, Roma). Turner dipinse Enea e la Sibilla (1798, Londra). Notevole la frequente presenza della Sibilla nell'arte cristiana: il fatto si può spiegare con la credenza, a cui si accennava in precedenza, che alcuni oracoli sibillini avessero predetto l'avvento di Cristo.

. Mus. La Sibilla si trova menzionata, per la ragione di cui sopra, nel famoso testo del Dies Irae, introdotto nel 1249 nella Messa dei morti, nel quale si dice che il re Davide, «con la Sibilla», ha annunciato la fine del mondo (teste David cum Sibylla).




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