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PLATONE - MENESSENO

greco



PLATONE - MENESSENO



CAPITOLO V:


Socrate: Ma certo, a te proprio bisogna che sia fatto un favore, e quasi se mi chiedessi di spogliarmi e danzare, ti farei questo favore, appunto perché siamo solo noi due. Ma ascolta: d 333d32d iceva infatti, come so, quando cominciò a parlare di quelli che sono morti, in questo modo:

"Costoro nei fatti hanno gli onori a loro dovuti da parte nostra, i quali una volta ottenuti, procedono nella strada voluta dal destino, accompagnati pubblicamente dalla città, privatamente dai familiari.



Ma ora, con le parole, la legge impone, ed è moralmente necessario, concedere a questi uomini il rispetto che rimane da tributare. Compiute infatti bene le imprese, per mezzo di un discorso ben pronunciato, nascono memoria e rispetto per coloro che le hanno compiute, in quelli che le hanno ascoltate.

Bisogna dunque che, in questo si lodino i caduti, e si ammoniscano dolcemente coloro che sono in vita, da un lato esortando i figli ed i fratelli ad imitare quella virtù, dall'altro consolando i padri e le madri, e gli avi, se alcuni sono ancora vivi.

Ebbene, quale discorso risulterebbe così perfetto? Oppure da dove potremmo incominciare a lodare bene gli uomini valorosi i quali da vivi, per mezzo del loro valore,  hanno dato soddisfazioni morali a se stessi, e con la loro morte hanno riscattato la salvezza dei vivi?

Mi sembra necessario lodarli anche per la natura, nel modo in cui diventarono valorosi. Diventarono valorosi per il fatto di nascere da uomini valorosi. Noi dunque, per prima cosa dovremmo lodare la loro nascita, poi la crescita e l'educazione; oltre a queste cose poi mostreremo, come essi seppero mostrare il compimento delle loro azioni, bello e degno di queste cose.



CAPITOLO VI:


La provenienza degli avi fu l'inizio per costoro della buona nascita, che non era straniera, né avendo mostrato i loro discendenti come meteci, nel caso che fossero giunti nel paese da una terra straniera, ma come autoctoni e come coloro che realmente abitavano e vivevano nella patria, ed allevati non come gli altri da una matrigna, ma dalla madre terra, nella quale abitavano, e che ora giacciono, una volta morti, nei luoghi familiari della madre, che li ha generati, nutriti, ed accolti nel suo grembo.

È dunque giusto per prima cosa celebrare questa madre; così infatti accade che contemporaneamente venga celebrata la buona nascita di costoro.






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