Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

Letteratura greca

greco



Letteratura greca


Si parla di letteratura greca intendendo quel periodo letterario che va dai poemi omerici (IX secolo a. C.) a Giustiniano: l'anno 529 d.C. in cui Giustiniano ordinò la chiusura della scuola neoplatonica di Atene è convenzionalmente considerato il termine della letteratura greca che prosegue poi, fino alla caduta di Costantinopoli, come letteratura bizantina.


Si può veramente parlare di letteratura greca?

Non sembrerebbe possibile, dato che sotto questa denominazione si indica un insieme di opere vario e di diverso genere che, a seconda del 555h77f genere, si diversificano anche dal punto di vista linguistico.

Di "lingua greca" si può cominciare a parlare solo dopo la nascita della "koinh dialektos", la parlata comune che si diffonde nel mondo ellenizzato in seguito alle conquiste di Alessandro nel III sec. a. C.).



Prima si ha una molteplicità di dialetti (lingue locali) ognuno dei quali diventa lingua di uno specifico genere letterario:

lo ionico nel VII-VI sec. diventa la lingua del giambo, dell'elegia e, inizialmente, della prosa storica e scientifico-filosofica l'eolico dell'isola di Lesbo diventa la lingua della lirica monodica

il dorico del Peloponneso diventa la lingua della lirica corale. A partire dalle guerre persiane (V sec.)l'attico, data l'egemonia non solo politica, ma anche culturale di Atene, diventa la lingua del dramma, della storiografia, della filosofia e della scienza.

Non siamo quindi di fronte alla lingua greca, bensì a varie lingue: però, nonostante questo frazionamento linguistico, i greci ebbero coscienza di una loro sostanziale unità. Ne è prova l'uso del termine barbaroi (significato primo = Balbuzienti, per indicare tutti quelli che non parlavano greco).

Per i greci c'era "un parlare greco", qualcosa che accomunava le diverse parlate locali.

Questo vale anche per le opere letterarie: composte nell'arco di tempo di circa 14 secoli, non possono non essere diverse. Ogni letteratura, e perciò anche la letteratura greca, è espressione del tempo in cui è prodotta, riflette il modo di pensare, di sentire, di porsi di fronte alla realtà che è di quel tempo, di quella società: è quello che si dice la "dimensione storica" della poesia, dell'arte.

Storia significa mutamento: mutano le strutture della società, muta la concezione della vita ecc., muta, per il campo ci interessa, il rapporto scrittore-pubblico, il ruolo dello scrittore, le finalità del prodotto letterario e artistico.

Però in Grecia, a questo mutamento, fa riscontro una persistenza, una continuità di atteggiamenti ideologici e psicologici, di moduli espressivi che può spiegare come, mettendo a confronto ad esempio l'Iliade (poema epico delle origini) con le Dionisiache (poema epico del V secolo d.C.) si rilevi tra questi due testi un legame molto più marcato di quello che si può trovare confrontando la Divina Commedia di Dante con i Sepolcri del Foscolo, che sono distanziati da un periodo di tempo assai più breve (1300-1800).

Per questa continuità si può parlare di letteratura greca, distinguendo però in essa età e periodi diversi.

5 periodi:


1) età delle origini (IX-VIII sec.)

2) età della lirica e della sapienza (VIII-VI sec.)

3) età della polis (V-IV sec.)

4) età ellenistica (dalla morte di Alessandro, 323 a. C., alla conquista da parte di Roma dell'Egitto, ultimo dei regni greco-orientali, nel 30 a. C.

5) età greco-romana


Tradizione del testo


Come sono giunti fino a noi i testi antichi, ovvero come sono stati tramandati, trasmessi, ovvero come si è svolto quel processo che si chiama "tradizione" (dal latino tradere = trasmet

tere)?

Dobbiamo distinguere tra tradizione diretta e tradizione indiretta:

tradizione diretta: un testo viene trasmesso attraverso un papiro o un codice o altro materiale scrittorio

tradizione indiretta: uno scrittore riporta, come citazione più o meno letterale, un passo preso dall'opera di qualche autore antecedente.


Talvolta uno stesso testo giunge contemporaneamente attraverso tutti e due i tipi di tradizione: in questo caso è interessante fare un confronto per rilevare eventuali diversità di lezione, cioè delle forme con cui vengono riportate certe parole e parti del testo

L'eventuale diversità viene perlopiù spiegata con il fatto che lo scrittore ha citato attingendo

alla sua memoria e cioè non avendo il testo davanti, il che può accadere, ma può darsi anche che lo scrittore citi avendo a disposizione un'edizione del testo più vicino all'originale di quello che abbiamo noi.

La diversità di lezione si può avere anche nella tradizione diretta, quando l'opera ci sia giunta in diversi manoscritti: prima dell'invenzione della stampa, le opere letterarie venivano trascritte dagli scribi per conto di privati o di istituzioni pubbliche.

Se ne facevano quindi varie copie e c'era inevitabilmente il rischio di sviste, di omissioni, di alterazioni, specialmente quando lo scriba si trovava a copiare parole, frasi che gli erano di difficile comprensione: le copiava nella forma che pensava avessero.

E' la lectio difficilior (preferibile alla lectio facilior).

Compito dello studioso che cura l'edizione moderna di una antica è quello di restituire al testo la sua forma originaria: per fare ciò inizia con la recensio, cioè confronta le varie lezioni per individuare quella che con maggiore probabilità è l'autentica (la lezione cioè originaria, voluta dall'autore).

Poi procede con la emendatio, cioè la proposta di una forma priva di errori.

Tra i criteri che guidano le sue scelte, i più importanti sono quello della lectio difficilior e quello dell' usus scrivendi, cioè dello stile proprio di quell'autore.

Se il testo ha delle lacune, lo studioso formula delle congetture per colmarle, servendosi di particolari segni convenzionali (parentesi quadra, parentesi uncinata, croce, asterisco).

Varianti, praefatio, stemma codicum, archetipo.


Età delle origini


Graecia, termine latino con cui si designa nelle lingue moderne il territorio che si estende dalla penisola balcanica verso le coste dell'Asia.

Graecia, a sua volta, deriva dal nome etnico Graikoi, i discendenti di Groikos, un eroe eponimo ricordato da Esiodo.

I greci però usavano (e usano ancora) per se il nome di Ellhnes e per la loro patria quello di Ellas; entrambi i termini si trovano già nell'Iliade, però indicano solo parti del territorio e della popolazione greca; a partire dal VII sec. a. C., per indicare tutti i greci, entra in uso il termine panellhnes che compare sì nell'Iliade, ma che solo nel VII sec. prende il significato sopra accennato.

Termini che nell'epos indicano i greci nel loro insieme e cioè i termini Argivi, Achei, successivamente vengono usati per indicare nuclei etnici più limitati e cioè:

Argivi = abitanti della Argolide

Achei = abitanti dell'Acaia

Gli Elleni fanno derivare il loro nome dall'eroe Elleno.




Privacy




Articolo informazione


Hits: 2106
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024