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Apogeo e crisi dell' idea di progresso

greco




























Il percorso







La storia come sviluppo dell'autocoscienza dello spirito


Nella filosofia dell'Ottocento l'alternativa tra un'idea "laica" della storia e una concezione "metafisica" di essa come "religione" dell'umanità non si presenta in modo così netto.

Già la filosofia hegeliana, infatti, salda fra loro i due assi portanti delle concezioni illuminista e romantica: la storia è intesa sia come processo continuo di civilizzazione, sia come presenza di un'idea razionale, immanente, che costituisce il suo "senso ultimo". 747j96h Essa è la realizzazione del concetto assoluto della ragione, è il campo dello Spirito, come soggetto e fine essenziale del mutamento.Lo Spirito è progresso in quanto affermazione graduale della libertà dal mondo greco-romano sino a quello cristiano-germanico in cui tutti gli uomini sono liberi. I drammi della storia-guerra, distruzione e morte- sono tappe necessarie attraverso cui lo Spirito scopre se stesso come libero, rinascendo a nuova vita dopo una morte apparente.



Il progresso come civilizzazione fra evoluzione e rivoluzione


Dopo Hegel, l'idea di progresso si afferma come principio direttivo della cultura occidentale per buona parte del XIX secolo.Con il Positivismo, si esprime l'ottimismo della borghesia in ascesa e la sua fiducia nel fatto che lo sviluppo tecnico-scientifico e l'avvento della società industriale possano gradualmente condurre ad un'epoca di benessere generalizzato.Con il Marxismo, invece, si manifesta la fiducia che i processi della storia (dominati dalla lotta delle classi) possano avere come sbocco rivoluzionario ultimo (guidato dal proletariato) l' avvento di una società senza classi, libera ed egualitaria.

Nel Positivismo di Comte, la lezione hegeliana è ripresa entro la teoria dei tre stadi del processo della conoscenza. I tre "stati teorici" segnano il passaggio da una visione ingenua ad una concezione scientifica della realtà.Il fine del progresso, a differenza di Hegel, diviene una forma di conoscenza razionale autonoma: la scienza.

In Spencer, la nozione del progresso si manifesta come passaggio dalla società militare, nella quale l'uomo è servo del potere, alla società industriale, basata sulla libertà e la competizione pacifica degli individui.La visione di Spencer, applicata in campo sociale, lo porterà a giustificare il predominio delle forme "superiori" di civiltà su quelle "inferiori".Con il cosiddetto Darwinismo sociale si affermerà l'idea dell'inevitabilità delle guerre e delle forme di sopraffazione dell'uomo sull'uomo come espressione di una "legge di natura".



Il progresso come realtà ignorata o come finzione umana


La nozione illuministica del progresso viene ridimensionata da Giacomo Leopardi.Quando egli giunge a riconoscerla, (come nei Pensieri), la problematizza e ne muta il significato.Altrove, essa viene apertamente messa in discussione: è il caso de La ginestra, nella quale Leopardi polemizza contro coloro che esaltavano "le magnifiche sorti e progressive" dell'umanità.Nei Pensieri afferma che quando vi è progresso, ciò accade senza che l'umanità se ne renda conto.Ogni età è profondamente conservatrice e non vuole mai "trovarsi in contraddizione con le sue opinioni passate", quindi emargina gli individui che le consentirebbero di progredire, rifiuta sempre le innovazioni nel momento in cui esse vengono realizzate.Ne La ginestra la riflessione si sviluppa e si articola ulteriormente, ponendo questioni di fondo sul destino dell'uomo.Lo stesso fiore, crescendo sull'"arida schiena" del Vesuvio, da un lato esprime l'assenza di significato ultimo che ha l'esistenza umana quando la si considera nel quadro della natura, dall'altro sottolinea la forza e il valore del vivere, quindi anche il valore di un'esistenza che si apra all'"umana compagnia" e a una solidarietà umana che "tutti abbraccia con vero amor".



La crisi dell'idea di progresso: la storia come eterno ritorno


La filosofia di Nietzsche attua la demolizione dell'ideologia del progresso e del concetto di "storia" Il "senso storico" implica lo sguardo sempre rivolto al passato così che ogni evento viene considerato non in sé ma in collegamento con gli altri.Gli individui quindi non sono protagonisti, ma spettatori di una storia che li sorpassa.Alla nocività della dominante cultura storicistica, contrappone l'idea dell'eterno ritorno per cui il superuomo deve volere ogni attimo come se esso ritornasse sempre e per l'eternità.





La vita e il tramonto della civiltà


Con Nietzsche si è manifestata la crisi dell'idea del progresso che verrà sostenuta da un'ampia area culturale del ' 900.Espressione di questa caduta di certezze è  l'opera di Spengler .Nel Tramonto dell'Occidente egli afferma che la civiltà occidentale, come ogni altra nella storia, sta per completare il suo ciclo.La concezione ha come fondamento la filosofia della vita che ha per presupposto l'idea che la vita contenga in sé il principio genetico che le dona forma e significato. Spengler considera come soggetto della sua concezione finalistica la civiltà che però ,come ogni altra forma vitale, conosce una nascita, decadenza e morte.



Il disagio della civiltà


Il pessimismo di Freud circa il destino dell'uomo nasce da premesse diverse.Egli guarda allo stato di disagio della civiltà che appare evidente nell'Europa "progredita" del XX secolo,prima e dopo lo svolgersi delle vicende della Prima Guerra mondiale.

La civiltà ha come compito necessario la repressione delle pulsioni e dei desideri degli esseri umani ,per costringerli alla disciplina della convivenza sociale.La condizione umana attuale è fondata sullo scambio  tra la rinuncia alla felicità e "un po' di sicurezza".Accanto all'amore, che garantisce la coesione sociale,è presente , negli uomini, una pulsione di morte,una serie di istinti aggressivi e distruttivi che sono connaturati alla stessa psiche.



Un'idea democratica di progresso


Un diverso segno hanno le considerazione che sull'idea di progresso si fanno nel Marxismo del '900.Da un lato il riformismo della II Internazionale si nutre della fiducia che lo svolgimento necessario della dialettica storica porterà all'affermazione piena del movimento operaio e delle sue aspirazioni.Dall'altro la via rivoluzionaria scelta da Lenin e dai partiti comunisti, sembra confermare la prospettiva storica di una società senza classi.Inoltre lo Stalinismo e la II Internazionale guardano alla prospettiva comunista come a un traguardo che verrà raggiunto grazie alla conquista storica della Rivoluzione d'Ottobre.Di altro tenore sono le considerazioni di altri esponenti del Marxismo occidentale.

Bloch respinge una visione "lineare" del progresso dell'umanità.La tensione utopica delle masse rivoluzionarie,che poggia sulla coscienza della possibilità di realizzare una società nuova,non garantisce affatto che l'umanità si muoverà effettivamente verso la propria liberazione .La storia umana è costituita da una molteplicità di tendenze e possibilità di sviluppo che si irradiano da una situazione data.Il tempo stesso è un multiversum .

Antonio Gramsci si colloca in una posizione diversa.Egli dà per implicito il sussistere di una tendenza progressiva nella storia della società ,data da una stretta connessione fra crescita delle capacità tecniche e produttive e tensione all'emancipazione umana.Ma anche per lui il progresso non è "garantito".Perché si manifesti è necessario che sussista un soggetto in grado di comprenderne e animarne la tendenza:il proletariato operaio.



Il tempo-ora della liberazione umana


Pur collocandosi vicino al Marxismo, Benjamin svolge una critica serrata allo Storicismo,abbandonando l'idea di progresso.La nozione di tempo storico viene sottoposta a un'opera di "decostruzione" che implica un radicale spostamento di prospettiva: pensare il tempo secondo una linea di sviluppo progressivo ,considerarlo cioè un continuum che conduce al disvelamento di un senso già implicito.Il tempo del progresso si riduce al "tempo omogeneo e vuoto" ,in cui è già implicita una nozione puramente formale dell'accadere storico.In esso la libertà viene ridotta all'esatto opposto, cioè a pura "necessità meccanica".Dalla critica dello Storicismo,idealistico e marxista,emerge l'alternativa del tempo-ora che contrappone alla nozione del "tempo omogeneo e vuoto",il primato della determinatezza e della differenza ,cioè la necessità di operare ogni volta delle scienze ben precise.





Contro ogni provvidenzialismo storico


In altri orizzonti concettuali si collocano le riflessioni operate sull'idea di progresso nell'ambito della filosofia della scienza o dello Strutturalismo,di cui sono espressione le opere di Popper e di Lévi-Strauss. Popper intende confutare i presupposti di fondo dello Storicismo e, più in generale, nega la presenza di un "senso" della storia,estendendo alle vicende umane quel metodo del falsificazionismo che rappresenta un luogo centrale del dibattito dell'epistemologia contemporanea delle scienze fisico-matematiche.Egli espunge dalla storia sia il determinismo che il provvidenzialismo",cioè l'idea che l'umanità si muova verso una prospettiva "ultima".Popper riconduce tale tesi all'istanza classica ,espressa da Hume,di una rigorosa delimitazione della sfera dei fatti rispetto ai valori.Un "senso" alla storia viene attribuito non dalla scienza ma dalla coscienza etica ,che in base ai propri valori le conferisce "dall'esterno" tale significato.

Per Lévi-Strauss l'idea di progresso è espressione di un "preconcetto",di un'ideologia capovolta della realtà,frutto di una prospettiva "etnocentrica".Lo storico occidentale contrappone un'immagine complessiva dell'Occidente come società in continuo progresso a quella dei cosiddetti "popoli primitivi",cui viene attribuita una storia immobile o regressiva.L'Antropologia strutturale considera invece tutte le civiltà come ugualmente degne,in quanto le studia considerando non tanto la loro potenza tecnologica,quanto le relazioni formali attraverso cui le società istituiscono la loro organizzazione sociale.

In tal modo,è l'immagine complessiva di progresso che viene ridiscussa.Non solo gli altri popoli hanno una storia.Essi sono anche portatori di civiltà ricche e molto significative.All'etnocentrismo e monoculturalismo che sorreggevano l'idea occidentale di progresso viene così contrapposta un'ottica policentrica e multiculturale.



Antologia




A. Comte Lo Stato Etico

H. Spencer: Il progresso come evoluzione

K. Marx, F. Engels: Aspetti della prospettiva comunista

F. W. Nietzsche: La storia e l'eterno ritorno

O. Spengler: L'idea democratica

S. Freud: Il progresso e l'infelicità umana

W. Benjamin: Angelus novus

K. Popper: Non esiste un senso nella storia

C. Lévi-Strauss: Le culture e i diversi modelli della storia
















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