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Recensione Libraria

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Antonio Tabucchi “La testa perduta di Damasceno Monteiro

Casa editrice Feltrinelli (Universale Economica Feltrinelli) stampato nel gennaio 2006

239 pagine - € 7,00


Che il bene trionfi sempre sul male è so 616d33g lo una speranza che moltissimi hanno nel cuore; speranza che si affievolisce leggendo “la testa perduta di Damasceno Monteiro” di Antonio Tabucchi, la cui trama dimostra che la giustizia non è poi cosi equa e che i ricchi, i potenti, i forti riescono a cavarsela bene nonostante la presenza di prove schiaccianti.

E’ proprio questo che succede sia al “giovanotto benestante”, violentatore della prostituta difesa dall’avvocato Mello Sequeira, sia al sergente della Guarda Nacional Titanio Silva, detto il Grillo Verde, che nonostante abbia ucciso Damasceno riesce ad uscire dal processo con la fedina penale pulita.

Questo romanzo si può definire un “thriller”, infatti la narrazione e gli eventi ruotano tutti intorno all’omicidio di Damasceno Monteiro, ritrovato cadavere, senza testa, da un gitano di Oporto, la cittadina in cui è ambientata gran parte della vicenda.



Il personaggio protagonista del libro è Firmino, un giornalista di Lisbona che viene mandato ad Oporto come inviato speciale per documentarsi ed indagare sul delitto.

Firmino è un ragazzo giovane, che crede nella giustizia, che spera nella condanna degli assassini; <<Propongo un brindisi al buon esito del processo>> dice infatti all’avvocato Sequeira.

Inoltre è proprio lui che consiglia alla madre di Damasceno di presentarsi parte civile al processo.

Ad ogni modo quando l’avvocato Sequeira gli dice di aver bisogno di lui per intervistare Eleuterio Santos, travestito meglio conosciuto come Wanda, testimone oculare dell’omicidio, il giornalista dice che sarà inutile perché nessuno crederà alla testimonianza di un trans più volte ricoverato in un ospedale psichiatrico e schedato per prostituzione.

E’ questa la prova che la discriminazione è molto diffusa e solo l’avvocato riesce a non dimenticare che al di la dell’essere transessuale Wanda è una persona.

La diffidenza verso chi è considerato “diverso” è provata anche dalle condizioni in cui vivono i Gitani di Oporto, isolati vicino al parco comunale in condizioni molto povere.

Questo thriller diventa quindi un romanzo di denuncia verso l’ingiustizia giudiziaria, la discriminazione e anche verso lo “strapotere” dei più potenti verso i sottoposti.

Riusciamo facilmente ad immaginare cosa abbia fatto e detto il sergente Silva per obbligare gli altri agenti che erano di pattuglia con lui la sera dell’omicidio per accollarsi le accuse di occultamento di cadavere e omissione di atti d’ufficio.

A mio parere “la testa perduta di Damasceno Monteiro” è un libro molto bello.

Infatti la lettura è molto scorrevole e il ritmo è abbastanza incalzante: a mano a mano che si legge viene naturale andare avanti senza mai smettere perché aumenta sempre di più la curiosità di sapere come andrà a finire la storia.



Inoltre ho trovato questo libro interessante per gli spunti di riflessione su argomenti come la tortura e per la presenza di un personaggio come l’avvocato Mello Sequeira.

Viene descritto come l’avvocato dei disgraziati e la cosa che più mi ha colpito è che non ha pregiudizi per nessuno, probabilmente perché essendo molto grasso e brutto pensa di essere lui stesso un “diverso” e quindi accetta la presenza di altri considerati “diversi” come lui.

Inoltre è una persona di grandissima cultura e mi ha stupito molto il parallelismo tra il gioco del Milligan ed il vertice delle Nazioni Unite di Ginevra: in entrambi c’è una finta collaborazione tra i partecipanti, atta però a raggiungere i propri scopi.

E ho trovato interessante anche i discorsi sulla Grundnorm, la Norma Base, concetto teorico dalla quale deriva tutto il diritto, nonostante alcuni punti fossero abbastanza difficili da comprendere.

Per non parlare poi della figura enigmatica e molto simpatica di Dona Rosa, locandiera che sa sempre tutto di tutti e ha sempre qualche contatto utile per Firmino.

Dopo il processo l’avvocato chiama Firmino dicendo di avere un testimone oculare e di voler riaprire il processo; è questo, a mio parere, uno spiraglio di speranza per la vera giustizia che, forse, si compirà.










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