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L'ira di Achille

italiano



Parafrasi pagina 53 - 54

L'ira di Achille


O Calliope canta l'ira dell' impetuoso e valoroso guerriero Achille che agli Achei inflisse punizioni  infinite, le gloriose vite getto nel regno dei morti e ne fece il bottino d 525g66f ei cani e di tutti gli uccelli.

La decisione di Zeus si stava realizzando da cui si divisero scontrandosi il signore degli eroi Agamennone e il glorioso Achille

Chi degli Dei li fece entrare in conflitto?

Apollo, infuriato con il re, fece crescere sul campo una micidiale pestilenza, e la gente moriva perché Agamennone trattò malamente il sacerdote di Apollo.

Per liberare la figlia, Crise venne alle veloci navi degli Achei, avendo tra le mani bende e le saette d'oro per riscattare sua figlia, e pregava tutti gli Achei, ma soprattutto i due comandanti dell'esercito:



"Agamennone e Menelao, e voi tutti, Achei con armature robuste difendenti lo stinco, a voi diano gli dei che abitano il Monte Olimpo, il potere di abbattere la città di Priamo, tornando vivi in patria; e voi accettando il riscatto, liberate mia figlia venerando Apollo, figlio di Zeus. "

Allora tutti gli altri Achei manifestarono il loro consenso, onorando il sacerdote per il ricco riscatto.

Ma il sacerdote fu malamente cacciato, per volontà del figlio di Agamennone, Atreo, che non contento dell'offerta che gli era stata posta, rispose brutalmente:

mai ti incontrerò sulle tue navi a indugiare se tornare in futuro e spero che tu sia colto dalla morte.

Io non la libererò, diventerà vecchia lontano dalla patria, nella mia casa nell'Argòlide, lavorando al telaio e accorrendomi nel letto.

Ma vattene, non mi faccia infuriare, se vuole partire sano e salvo.

Il vecchio tremò e obbedì al comando, avviandosi in silenzio lungo la riva del mare;

ma poi in disparte, molto autorevolmente prego il sovrano Apollo, che partorì la bella chioma Latona:

"Ascoltami uccisore di Delfi e proteggi Crisa, località sacre al Dio, qualche volta ti ho fatto costruire un tempio e vi ho bruciato delle cosce grasse di capre e topi, ma compimi questo voto:

paghino gli Achei le mie lacrime con le tue frecce."

Pregando disse così: l'Apollo udì, e venne giù dalla cime del monte Olimpo, con il cuore pieno d'ira; egli scendeva come la notte.

Si collocò lontano dalle navi, e lanciò una freccia, creando un pauroso ronzio con il proprio arco d'argento.

Mirò prima sugli asini, poi sui cani più veloci, mirando e lanciando poi sugli uomini l'acuta freccia, e di continuo i roghi funebri ardevano fitti.





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