Ci sono coloro che guardano le cose come sono, e si chiedono perché

Chiunque sia stato costui, di certo non fu Shiran Bishara Shiran, l'uomo che sparò a Kennedy.

Dietro allo scenario che ci presentarono i media, dietro la terribile visione di questo giordano-palestinese che si accanisce contro Bob, credo vi sia qualcosa di molto più grande e molto più temibile. I potenti, che non si potevano permettere d'avere a che fare con persone così "scomode" e non sopportavano probabilmente l'idea di vedersi sorpassati da "perdenti" coem loro, che non avevano paura di metter in gioco anche la propria vita, se necessario, pur di veder realizzati i loro sogni. "Sii il cambiamento che vorresti vedere avvenire nel mondo.", diceva Gandhi, al quale probabilmente questi due personaggi s'ispiravano. Ed è un po' strano (ma altrettanto confortante) notare come sia da una parte che dall'altra, sia dall'Occisdente che dall?Oriente si sentiva il medesimo bisogno ì, la necessità di pace e giustizia. Gandhi da un lato e dall'altro King, Bobby e moltissime altre persone che inseguivano lo stesso desiderio.

Durante i suoi discorsi Robert Kennedy poneva l'accento sul fatto che dovessero essere la compassione e l'amore a farci comprendere il mondo che non poteva esser assolutamente compreso in regimi dittatoriali, in situazioni di repressione, dominato da persone che inseguivano la corrente dei soldi e dell'ineguaglianza, e che così facendo contribuivano ad edificare il "muro" descritto da Kennedy, contro il quale avremmo dovuto scontrarci.

Al momento del suo discorso all'Università di Capetown la segregazione razziale era in pieno regime. L'apartheid in quegli anni era molto viva e, se da una parte gli anni '60 e '70 furono una liberazione, un'approvazione di diritti civili, dall'altra il segregazionismo prendeva piede sempre più. Mandela, che come Bobby appoggiò i pacifisti, fu arrestato nel 1962 e restò in carcere fino al 1990, anno che segna la fine dell'apartheid. Proprio perché in quegli anni l'apartheid era cowsì forte, Bobby fu davvero coraggioso a tenere un discorso così denso d'idee d'uguaglianza, speranza e libertà in una terra così violata, come quella africana.

Il discorso di Kennedy è più attuale che mai se pensiamo alle moltissime guerre dimenticate, alla fame nel mondo e alle tantissime malattie che ancora oggi sterminano popoli interi: AIDS, tubercolosi, ma pure la malattia dell'odio e del rancore che uccidono ogni giorno centinaia di persone, compresi ovviamente bambini.

Bisogna movimentarsi ora, tutti, senz'alcuna esitazione. Anche io, come Kennedy, credo che sia necessario che tutti apportino il loro contributo, grande o piccolo che sia, non importa. L'importante è combattere il muro d'ignoranza e d'odio che più passa il tempo e più diventa spesso, alto e più difficile da abbattere. Inutile accumulare odio ed altrettanto inutile è perseguire ideali d'onnipotenza e d'egemonia mondiale, molto più utile sarebbe contribuire in ogni modo alla giustizia ed equità sociale. Siete una nazione ricca? Benissimo, allora non investite i vostri dollaroni in armi ma spendeteli per aiutare gli altri, per regalare gioia e sorrisi. Cosa c'è di più bello se non un gesto che non chiede nulla in cambio, gratuito, generoso e spontaneo?

Vi sono molte associazioni ed organizzazioni che operano per la cooperazione in zone di conflitto e guerriglia come per esempio Emergency e Medici senza frontiere..associazioni che ci danno ancora un motivo per sperare in un mondo migliore. Basterebbe rendersi anche solo più disponibili al dialogo, all'ascolto e alla comprensione reciproca..una maggior tolleranza

"Dobbiamo imparare a vivere insieme come fratelli o periremo insieme come stolti."M.L.King

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformate in azioni."Gandhi