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La guerra dell'acqua - Crisi idrica e mercificazione dell'acqua potabile

geografia economica



La guerra dell'acqua
Crisi idrica e mercificazione dell'acqua potabile

Le guerre del prossimo secolo saranno per l'acqua. Noi siamo portati a credere che ci sia un'infinita quantità di acqua potabile sul pianeta. Ma questo assunto è tragicamente falso.

La percentuale di acqua potabile presente sulla Terra è meno della metà dell'1% di tutta l'acqua presente sul pianeta. Il restante 99% è acqua di mare o è congelata nei ghiacci polari.

L'acqua dolce è rinnovabile solo grazie alle piogge al ritmo di 40 - 50 mila km cubici per anno. Il consumo globale di acqua si raddoppia ogni 20 anni, più del doppio del tasso di crescita della popolazione umana. Secondo le stime delle Nazioni Unite, già oggi più di un miliardo di persone non ha accesso all'acqua potabile. Se il trend corrente persiste, nel 2025 è 131j99b probabile che la richiesta di acqua dolce sia superiore del 56% alla quantità di acqua oggi disponibile.

Più la crisi dell'acqua si intensifica, più i governi - sotto la pressione delle aziende multinazionali - stanno invocando soluzioni radicali: la mercificazione e il trasporto di grandi quantità d'acqua. Coloro che propongono la mercificazione e la conseguente privatizzazione dichiarano che questo sistema è l'unico modo per distribuire l'acqua nel mondo assetato. Ma, nei fatti, l'esperienza dimostra che vendere l'acqua nel libero mercato non risponde ai bisogni dei poveri, dei derelitti. Al contrario l'acqua privatizzata è riservata a quelli che possono pagare per averla, vale a dire le ricche metropoli, le persone ricche e le grandi aziende consumatrici intensive di acqua come l'agricoltura e le nuove tecnologie.

Come ha dichiarato un residente del profondo deserto del New Mexico, dopo che l'acqua della sua comunità era stata deviata per l'utilizzo da parte di un'industria dell'high tech: "L'acqua scorre verso il denaro".



La spinta ad aziendalizzare l'acqua arriva in un momento in cui gli impatti sociali, politici ed economici della scarsità di questa risorsa stanno rapidamente diventando una forza destabilizzante, con i conflitti legati all'utilizzo dell'acqua che spuntano sempre più rapidamente intorno al mondo.

Per esempio la Malesia, che rifornisce circa la metà dell'acqua di Singapore, ha tentato nel 1997 di tagliare i rifornimenti dopo che Singapore aveva criticato la linea del governo malesiano.

In Africa la relazioni tra il Botswana e la Namibia sono state messe seriamente in crisi dai progetti della Namibia di costruire un acquedotto che devii le acque del fiume Okavango, oggi in comune, verso le zone dell'est della Namibia.

Molto è stato scritto sul pericolo di una guerra per l'acqua nel Medio Oriente, dove le risorse idriche sono molto limitate. Re Hussein di Giordania prima di morire aveva dichiarato che l'unica cosa per cui lui avrebbe combattuto un'altra guerra contro Israele sarebbe stata l'acqua perché Israele controlla i rifornimenti d'acqua della Giordania. Intanto il futuro di una delle più vitali risorse della Terra è determinato da coloro che la utilizzano e ne abusano.

Al Congresso annuale per lo sviluppo economico mondiale che segue l'incontro annuale del F.M.I. e della Banca Mondiale le corporation e le istituzioni finanziarie si sono incontrate con le rappresentanze governative di più di 84 paesi per raggiungere accordi su temi quali "superamento degli ostacoli per gli impedimenti idrici" e "la trasparenza e le regole bancarie nei mercati di capitale emergenti".

Gli obiettivi erano chiari: l'acqua deve essere trattata come ogni altro bene commerciale ed il suo uso deve essere determinato dai principi di mercato. Nello stesso tempo, i governi stanno rinunciando al loro controllo sulle acque nazionali sottoscrivendo trattati come il NAFTA (trattato per il libero commercio del Nord America) e collaborando ad istituzioni come il W.T.O. (Organizzazione per il Commercio Mondiale).

Questi accordi danno effettivamente alle corporation transnazionali diritti sull'acqua dei paesi firmatari mai visti in passato. Ma già oggi, le grandi aziende hanno cominciato a fare pressioni sui governi per avere accesso alle fonti delle acque nazionali. Per esempio, Sun Belt, un'azienda della California sta facendo causa al governo del Canada utilizzando il NAFTA perché lo stato della British Columbia ha vietato le esportazioni d'acqua alcuni anni fa. L'azienda sostiene che le leggi della British Columbia stanno violando i diritti degli investitori, garantiti dal NAFTA e perciò sta richiedendo risarcimenti per mancati profitti per circa 220 milioni di dollari (450 miliardi circa).

Con la protezione di questi accordi commerciali internazionali, le aziende stanno puntando i loro occhi sul trasporto di grandi quantità di acqua tramite canalizzazione o super navi cisterna. Molte compagnie stanno sviluppando la tecnologia grazie alla quale grandi quantità di acqua dolce possano essere introdotte in giganteschi contenitori e portate attraverso gli oceani per essere vendute. La U.S. Global Water Corporation, un'azienda canadese, è una di queste e potrebbe essere uno dei più grossi giocatori di questa partita. Ha siglato un contratto con Sitka - Alaska, per esportare 18 miliardi di galloni all'anno di acqua ghiacciata in Cina dove sarà imbottigliata in una delle zone di "libero commercio" di questo paese per garantirsi i vantaggi dei bassi salari.

I depliant pubblicitari dell'azienda incitano gli investitori a "raccogliere le opportunità in accelerazione... prima che le tradizionali fonti di acqua nel mondo diventino improvvisamente scarse e degradate".



Vendere acqua ad alti prezzi renderà semplicemente più feroce il già difficile impatto della crisi mondiale dell'acqua.

INEGUAGLIANZA SOCIALE

In India, alcuni proprietari di case pagano il 25% del loro reddito per acquistare l'acqua.

I cittadini poveri di Lima, Perù, pagano a rivenditori privati circa 3 dollari (più di 6 mila lire) per un metro cubo di acqua spesso contaminata, mentre i più ricchi pagano un decimo della stessa cifra per utilizzare l'acqua dell'acquedotto municipale.

Nelle zone meno umide del Messico l'acqua è così scarsa che bimbi e ragazzi la sostituiscono con la Coca Cola o la Pepsi Cola.

MALATTIE

Più di 5 milioni di persone, molti dei quali bambini, muoiono ogni anno per malattie causate da acqua contaminata.

INSICUREZZA ALIMENTARE

La Cina sta affrontando una crisi alimentare dovuta alla penuria di grano causata del peggioramento della qualità dell'acqua e ad una diversa distribuzione tra agricoltura, industria e città dell'acqua, risorsa molto limitata.

La domanda cinese di grano causata da questa crisi potrebbe superare l'intera quantità mondiale esportabile di questa risorsa.

Durante una crisi idrica del nord del Messico nel 1995 il governo tagliò i rifornimenti d'acqua alle aziende e alle fattorie locali per assicurare i rifornimenti di emergenza alle industrie della regione controllate quasi esclusivamente da capitale straniero.

DISTRUZIONE AMBIENTALE

La risposta di molti paesi del mondo alla crescente richiesta di acqua è stata quella di costruire dighe ambientalmente distruttive e di deviare sempre più fiumi.

Il numero delle super dighe nel mondo è cresciuto dalle 5 mila del 1950 alle 38 mila di oggi.

Negli USA, solo il 2% dei fiumi e delle terre irrigue del paese rimane libero e non umanizzato: come risultato, il paese ha perso più della metà delle sue terre umide.

L'80% dei più grandi fiumi cinesi sono così degradati che non consentono la vita alla fauna ittica.

Negli USA, l'epicentro della diversità delle acque del mondo, il 37% dei pesci di acqua dolce sono a rischio di estinzione, il 50% dei gamberi di fiume ed il 40% degli anfibi sono in pericolo e il 67% di mitili di acque dolci sono estinti o prossimi all'estinzione. Nel sistema dei grandi Laghi, Nature Conservancy, ha identificato 100 specie e 31 comunità ecologiche a rischio.

Numerosi ricercatori ed organizzatori ambientali stanno suonando l'allarme da più di un decennio: se l'utilizzo dell'acqua continuerà a crescere ai ritmi attuali il risultato sarà devastante per la terra ed i suoi abitanti.

Migliaia di gruppi o comunità stanno combattendo contro la costruzione di nuove dighe, difendendo i fiumi danneggiati e le terre umide, opponendosi alle industrie sulla contaminazione dei sistemi idrici, proteggendo le balene e le altre specie acquatiche dalla caccia e dalla pesca intensiva. In molti paesi studiosi ed esperti stanno sottoponendo soluzioni nuove e creative a questi problemi. Questo lavoro è cruciale e questi sforzi hanno bisogno di essere coordinati e compresi per opporsi alla globalizzazione economica e al suo ruolo nel promuovere la privatizzazione e la mercificazione del sistema idrico.

Da un testo di Maude Barlow, trad. di Rosaria







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