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BAHAMA - Storia

geografia economica



BAHAMA

Bahama Stato indipendente delle Indie Occidentali, membro del Commonwealth (denominazione ufficiale: Commonwealth of the Bahamas). Le Bahama comprendono un arcipelago di circa 700 isole e isolotti e quasi 2400 fra scogli e banchi di sabbia e corallo, che si estendono nel mar dei Caraibi per circa 1200 km da Palm Beach (Florida, Stati Uniti) alle propaggini orientali di Cuba. La superficie territoriale è di 13.939 km2. La capitale è Nassau (172.196 abitanti nel 1990) nell'isola di New Providence, mentre l'unico altro cent 929b16j ro di rilievo è Freeport, nell'isola di Grand Bahama.

Solo una quarantina di isole è abitata. Dal punto di vista economico, New Providence è la più importante e ospita più della metà della popolazione complessiva delle Bahama, composta per l'85% da neri. Le altre isole maggiori sono: Acklins, Andros, Cat, Crooked, Eleuthera, Grand Bahama, Great Abaco, Great Inagua, Harbour, Long, Mayaguana e San Salvador (Watling). La popolazione, nel 1992, era stimata a circa 264.000 abitanti; la lingua ufficiale è l'inglese.

Ogni anno circa tre milioni di turisti visitano le Bahama, attratti dal clima subtropicale e dalle splendide spiagge: il turismo copre infatti circa il 50% del prodotto interno lordo dello stato. Grazie a leggi fiscali particolarmente favorevoli, centinaia di banche hanno stabilito le loro sedi alle Bahama, mentre le attività industriali non sono molto sviluppate (raffinerie di petrolio, produzione di articoli farmaceutici, sale, rum e crostacei). Il prodotto interno lordo ammonta a 2913 milioni di dollari USA, con un reddito pro capite di circa 11.035 dollari (dati della Banca Mondiale). L'unità monetaria è il dollaro delle Bahama.



Storia

Il primo europeo a raggiungere le isole nel 1492 fu Cristoforo Colombo il quale, approdato probabilmente a Samana Cay, le battezzò San Salvador. I primi coloni permanenti non furono spagnoli bensì britannici, i quali fondarono Eleuthera e New Providence nel 1648 circa. Gli spagnoli attaccarono ripetutamente questi insediamenti, mentre le isole divennero poi roccheforti di pirati e bucanieri, in particolare del temutissimo Barbanera. Dal 1670 le Bahama furono sotto la reggenza del governatore della colonia britannica della Carolina (America del Nord); i britannici ne assunsero poi direttamente il controllo civile e militare a partire dal 1717.

Durante la guerra d'indipendenza americana, nel 1776 Nassau fu per un breve periodo base delle forze navali americane, mentre gli spagnoli si impadronirono delle isole nel 1782-1783 e i britannici ne fecero una propria colonia nel 1787. L'abolizione della schiavitù nel 1834 fece sì che le colture di piantagione non reggessero più la concorrenza di quelle nordamericane, dove lo schiavismo continuava a sussistere. La decadenza dell'agricoltura, dovuta in parte all'impoverimento dei suoli, comportò anche un calo demografico, ulteriormente aggravato da un'epidemia di colera scoppiata a metà del XIX secolo. Le isole rifiorirono temporaneamente durante la guerra di secessione, quando servirono per aggirare l'embargo, e nuovamente durante il periodo del proibizionismo negli Stati Uniti (1920-1933), utilizzate come base dai contrabbandieri di rum. Nel 1964 la Gran Bretagna concesse alle Bahama un parziale autogoverno. Si svilupparono poi tensioni razziali fra partiti a predominanza nera e bianca, fino a quando, nel 1967, il Partito liberale progressista (PLP), composto in maggioranza da neri, vinse le elezioni generali e il suo leader, Lynden O. Pindling, divenne primo ministro. La piena indipendenza fu raggiunta il 10 luglio 1973 e Pindling rimase al governo per tutti gli anni Settanta e Ottanta. Il gravissimo problema della disoccupazione e le accuse di corruzione mosse al governo finirono per minarne il consenso. Nell'agosto del 1992, il Movimento di libertà nazionale (FNM) vinse le elezioni politiche e Hubert Ingraham divenne il nuovo primo ministro.



Le elezioni del 1997 ridiedero a Ingraham la maggioranza dei seggi in parlamento.







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