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IL SISTEMA SOLARE - KEPLERO: COME SI MUOVONO; NEWTON: PERCHE' SI MUOVONO

geografia astronomica



IL SISTEMA SOLARE


KEPLERO: COME SI MUOVONO; NEWTON: PERCHE' SI MUOVONO

I pianeti visibili ad occhio nudo si distinguono dalle stelle perché cambiano sensibilmente e con regolare periodicità la loro posizione nella volta celeste. Il primo a riconoscere che i pianeti ruotano intorn 131e45b o al Sole fu Copernico, che, con il suo sistema eliocentrico, rivoluzionò profondamente e in modo definitivo la concezione di Tolomeo, che poneva la Terra al centro dell'Universo. Però il sistema copernicano, o eliocentrico, ricevette scarsa attenzione nell'ambiente scientifico e filosofico del tempo fino a quando non venne confermato dalle osservazioni compiute dall'astronomo italiano Galileo. Audace sostenitore della teoria copernicana, Galileo costruì un piccolo telescopio rifrattore per mezzo del quale scoprì quattro lune di Giove e osservò le fasi di Venere, mostrando che quest'ultimo pianeta orbitava attorno al Sole. Convinto che almeno alcuni corpi celesti non orbitassero attorno alla Terra, egli iniziò una lunga opera di diffusione della teoria copernicana, entrando in acceso contrasto con le autorità ecclesiastiche e con l'ambiente filosofico. Secondo Copernico però i pianeti seguivano orbite circolari: fu Keplero a stabilire che i pianeti percorrono invece orbite a forma di elisse. Questo movimento è regolato da tre leggi:



  1. I pianeti descrivono orbite ellittiche, quasi complanari, aventi tutte un fuoco comune in cui si trova il Sole.
  2. Il raggio che unisce il centro del Sole al centro di un pianeta (raggio vettore) descrive superfici con aree uguali in intervalli di tempo uguali.
  3. I quadrati dei tempi che i pianeti impiegano a percorrere le loro orbite (periodi di rivoluzione) sono proporzionali ai cubi delle loro distanza medie dal Sole.

Inseguito fu lo scienziato inglese Isaac Newton a intuire l'esistenza di una forza di attrazione tra i corpi e a descriverne gli effetti attraverso la legge della gravitazione universale, in base alla quale " due corpi si attraggono in modo direttamente proporzionale alla loro massa e in ragione inversa al quadrato della loro distanza" ( F = G x (Mxm/d2) ).




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