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LIBIA - TERRITORIO , CLIMA, POPOLAZIONE

geografia






ufficialmente jamahiriya araba libica socialista popolare stato dell'africa settentrionale, comprendente, oltre alla regione del fezzan, le ex colonie italiane di tripolitania e cirenaica. è delimitato a nord dal mar mediterraneo, a nord-est dalla tunisia, a est dall' egitto, a sud-est dal sudan, a sud dal ciad e dalla nigeria e infine, a ovest, dall'algeria. con una superficie di 1.775.500 km2 la libia è uno dei paesi più estesi dell'africa; la capitale è tripoli (è in atto il trasferimento della capitale a el-giofra).



territorio

il territorio libico, situato nella regione centrale dell'africa settentrionale, presenta una linea costiera uniforme caratterizzata dall'ampia rientranza formata dal golfo della sirte; stretta e arida, la fascia costiera presenta due sole zone collinari, una a est (gebel nefusa), l'altra a ovest (gebel el achdar), in cui l'altitudine mitiga il clima tendenzialmente torrido. immediatamente a sud si apre la vasta regione del deserto libico, che occupa circa il 95% del territorio alternando alle distese sabbiose, tratti di deserto pietroso e, nell'area occidentale, formazioni rocciose che raggiungono in media i 600 m di altezza; lungo il confine con il ciad sorge infine l'elevato massiccio del tibesti.

clima

il clima, generalmente torrido nelle aree desertiche soggette a marcate escursioni termiche, non subisce variazioni sostanziali nemmeno lungo la costa. le precipitazioni, ovunque molto scarse, nelle regioni desertiche non raggiungono i 50 mm annui, mentre sulla costa si attestano sui 380 mm. a tripoli la media delle temperature è di 15 °c a gennaio e di 32 °c a luglio.

flora e fauna

gran parte della libia è pressoché priva di veget 747d38h azione. nelle oasi crescono palme da dattero, ulivi e aranci. ginepri e lentischi si trovano invece sulle alture. la fauna comprende alcuni roditori del deserto, oltre a iene, gazzelle e linci. sono inoltre comuni gli uccelli rapaci, tra cui aquile, falchi e avvoltoi.

popolazione

la popolazione, distribuita in modo assai irregolare e concentrata per due terzi nelle aree costiere, è di 4.899.000 abitanti (stima 1994), con una densità media di 3 unità per km2.

l'agglomerato urbano di tripoli, importante città portuale (1.500.000 abitanti nel 1994) rappresenta una delle zone più popolate del paese; altri centri di rilievo sono misurata e bengasi.

la popolazione libica è composta in prevalenza da arabi, mentre i berberi, che costituivano originariamente l'etnia dominante, rappresentano ormai un gruppo decisamente minoritario; infine genti nomadi e seminomadi (tuareg e toubous) sono stanziate nella regione desertica. a partire dal 1995 si è verificato un rapidissimo incremento dell'immigrazione: si calcola infatti che quasi la metà della forza lavoro presente in libia sia costituita da stranieri, in gran parte provenienti dai paesi arabi o asiatici.



lingua e religione

il 97% della popolazione è di religione musulmana sunnita, che è dottrina di stato; esistono inoltre alcune minoranze di religione cattolica. l'arabo è la lingua ufficiale e più diffusa, mentre gli idiomi berberi sono sempre meno utilizzati; l'inglese e l'italiano rappresentano invece le lingue commerciali.

istruzione e cultura

l'istruzione primaria è gratuita e obbligatoria, e circa il 75% della popolazione adulta è alfabetizzata. sul territorio nazionale sono inoltre presenti cinque atenei universitari.

la biblioteca statale e gli archivi nazionali si trovano a tripoli, mentre a bengasi, annessa all'università di garyounis, sorge la biblioteca principale. tra i musei, che contengono soprattutto reperti archeologici provenienti dalle antiche rovine, sono da menzionare il museo di leptis magna ad al-khums, nonché il museo archeologico, quello di storia naturale, quello di epigrafia, e quello preistorico ed etnografico, tutti con sede a tripoli.

economia

la libia, per quanto povera di aree coltivabili, fu a lungo un paese ad economia agricola fino a quando, nei tardi anni cinquanta, la scoperta di ingenti depositi di petrolio mutò radicalmente l'assetto economico del paese, che conobbe un periodo di crescente prosperità. solo alla fine degli anni ottanta, con la riduzione delle entrate garantite dal petrolio, il paese incontrò una fase di recessione che provocò il rallentamento dei programmi di sviluppo e ridusse del 25% il reddito pro capite attestato, nel 1994, intorno ai 6500 dollari usa.

agricoltura

la scoperta del petrolio ha in qualche modo bloccato lo sviluppo del settore agricolo, che occupa circa il 19% della forza lavoro, ma contribuisce solo per il 5,5% al reddito nazionale. la maggior parte dei pascoli e delle terre coltivabili si trovano nelle regioni di tripoli e bengasi. le principali colture sono costituite da frumento, orzo, olive, datteri, agrumi, pomodori e tabacco. una voce significativa è rappresentata anche dal tradizionale settore della pastorizia (nomade e semi-nomade) che si basa essenzialmente sull'allevamento di ovini, caprini e animali da cortile.

le coste, piuttosto pescose, offrono modeste quantità di tonni e sardine, mentre sui litorali della cirenaica è diffusa la pesca delle spugne.

industria

i comparti industriali più significativi sono quello petrolifero e petrolchimico, destinati a produrre lavorati e semilavorati del petrolio. esiste inoltre una piccola industria manifatturiera impegnata nel settore tessile, conciario e alimentare; tuttavia il fallimento del programma di diversificazione economica, e la conseguente dipendenza dall'economia petrolifera, ledono fortemente l'autonomia del paese, il quale deve ricorrere ampiamente alle importazioni di generi di largo consumo.

oltre alle grandi quantità di petrolio (estratto principalmente nella regione centrale del paese) che costituisce senza dubbio la principale fonte di reddito nazionale, la libia possiede riserve di gas naturale, sale, potassio e carbonato di sodio. il fabbisogno energetico viene soddisfatto da impianti termici, concentrati soprattutto nella regione della tripolitania.

flussi monetari e commercio

l'unità monetaria è il dinaro libico, suddiviso in 1000 dirhams, emesso dalla banca centrale di libia; gli investimenti stranieri sono gestiti dalla banca estera libico-araba.

il petrolio rappresenta l'unica voce di esportazione veramente significativa, anche se il ribasso dei prezzi della benzina, alla fine degli anni ottanta, ne ha quasi dimezzato i proventi. altre voci sono costituite da gas naturale, prodotti chimici, pellami e olii vegetali. per quanto riguarda le importazioni, la libia acquista prodotti manifatturieri e alimentari. l'italia, la germania, la spagna, la francia, il giappone e la gran bretagna sono i principali partner commerciali.

trasporti

il paese può contare su 19.300 km di strade, di cui circa il 56% è asfaltato. una rete litoranea collega tripoli sia a tunisi sia, passando per bengasi e tobruch, ad alessandria; un'arteria interna congiunge inoltre sebha, posta nel cuore del deserto, alla costa. le linee aeree libico arabe coprono traiettorie interne e internazionali. i porti principali hanno sede a tripoli, a bengasi, a tobruch e a misurata.


ordinamento dello stato

in base alla costituzione del 1977 la libia è una democrazia popolare diretta, denominata jamahiriya o governo delle masse. il popolo sceglie i suoi rappresentanti al congresso generale, l'organismo delegato a eleggere i rappresentanti degli organi esecutivi: il comitato generale del popolo e il segretariato generale; quest'ultimo è composto da sei membri tra i quali il segretario generale che svolge le funzioni di capo dello stato. la massima autorità libica è tuttavia il colonnello muammar al-gheddafi, leader militare e carismatico della rivoluzione che, pur non possedendo alcuna carica, detiene effettivamente il potere politico e militare.

lo stato è suddiviso in varie unità amministrative: 46 unità municipali e 186 congressi popolari di base. per quanto riguarda il potere giudiziario, il sistema prevede una corte suprema, unita a corti di prima istanza e corti d'appello.

storia

le coste della tripolitania furono in origine abitate dai fenici; passarono ai cartaginesi nel vi secolo a.c. e, in seguito, i greci stabilirono alcune colonie in cirenaica.

nel v secolo a.c. lo storico greco erodoto descrisse gli abitanti del fezzan, una regione interna dell'attuale libia, come un popolo di contadini sedentari che, in occasione bellica, si servivano di bighe da combattimento trainate da cavalli; testimonianza confermata, nel xx secolo, dal ritrovamento di antichi dipinti rinvenuti nelle grotte del jabal akakus, nel fezzan dell'ovest, e del jabal al-uwaynat, vicino al confine egiziano. divenuta possedimento romano, nel 455 la regione fu invasa dai vandali e annessa, un secolo dopo, all'impero bizantino; infine, nel 643, gli arabi si insediarono nella zona.



dominate dagli omayyadi e dai fatimidi, le regioni storiche della tripolitania e della cirenaica, prima di passare sotto il controllo degli almohadi, conobbero, nel 1146, un breve e parziale tentativo di invasione da parte dei normanni. nei secoli a venire la regione subì svariate dominazioni fino all'avvento dell'impero ottomano.

all'inizio del xx secolo l'italia, in base a un progetto di espansione coloniale, intraprese una guerra con l'impero turco per la conquista dell'area. nel 1912 la turchia, sconfitta, fu costretta a riconoscere la sovranità dell'italia e a ritirare le sue truppe dalla regione. l'insediamento italiano, tuttavia, dovette fare i conti con una forte resistenza locale culminata, nel 1923, nella rivolta dei senussi, una confraternita religiosa musulmana impegnata nell'opera di proselitismo verso i beduini delle aree desertiche della cirenaica.

durante la seconda guerra mondiale la libia fu teatro di alcuni violenti scontri tra le forze dell'asse e gli alleati. questi ultimi, nel 1943, liberarono il territorio e attribuirono alla francia e alla gran bretagna il controllo sulla regione fino a quando, nel 1949, l'assemblea generale delle nazioni unite approvò una risoluzione che garantiva l'indipendenza alla libia a partire dal 1951.


la costituzione del regno

nel 1950 l'assemblea nazionale, composta in uguale numero da delegati della cirenaica, della tripolitania e del fezzan, si riunì tripoli e designò l'emiro sayid idris el-senussi quale futuro sovrano di un regno federale. il 7 ottobre 1951 venne promulgata la prima costituzione libica, il 24 dicembre re idris i proclamò l'indipendenza del regno unito di libia, e infine, nel febbraio dell'anno seguente, si ebbero le prime elezioni. nel 1953 il paese aderì alla lega araba e nel 1955 divenne membro delle nazioni unite. una serie di emendamenti costituzionali, attuati nel 1963, riconobbero alle donne il diritto di voto e sostituirono un ordinamento unitario a quello federale.

negli anni cinquanta il paese avviò una serie di relazioni con i paesi occidentali; in primo luogo con la gran bretagna cui, in cambio di aiuti economici, venne permesso di mantenere alcune basi militari su territorio libico, e poi con gli stati uniti che stanziarono, vicino a tripoli, la grande base aerea di wheelus field, promettendo aiuti tecnici ed economici. la scoperta di vastissimi giacimenti petroliferi, pur procurando un'inaspettata fase di ricchezza, rafforzò anche l'ingerenza delle potenze occidentali negli affari economici del paese; in più il governo libico, accordando numerose concessioni a compagnie petrolifere straniere (soprattutto statunitensi), acuì il malcontento di coloro che desideravano l'emancipazione della libia dagli stati occidentali. nel corso degli anni sessanta il paese andò consolidando il proprio spirito di autonomia e nel 1964 dispose per il ritiro delle truppe inglesi e per la chiusura della base aerea americana. inoltre, in seguito alla guerra dei sei giorni (1967), la libia, che pur non aveva partecipato al conflitto, si avvicinò politicamente agli stati della lega araba che si opponevano a israele.

il rovesciamento della monarchia

il 10 settembre del 1969 un gruppo di ufficiali, attraverso un colpo di stato incruento, si insediò al potere proclamando la repubblica libica araba. il nuovo governo rivoluzionario, presieduto dal colonnello muammar al-gheddafi, siglò un patto di cooperazione politica e militare con l'egitto e il sudan e, sul piano della politica interna, procedette a un programma di progressiva nazionalizzazione delle risorse, salvo concedere alle compagnie straniere il diritto di sfruttamento del petrolio in cambio, però, di un cospicuo aumento della quota da versare allo stato. tuttavia nel 1973, in concomitanza con la guerra del kippur, che aveva coinvolto i suoi alleati contro israele, il governo libico nazionalizzò tutti i pozzi petroliferi e impose prezzi più elevati ai paesi consumatori di petrolio.

il regime di gheddafi

sotto la leadership di gheddafi la libia consolidò il proprio ruolo sia nella compagine del mondo arabo sia, in generale, sul piano internazionale, opponendosi, tra l'altro all'iniziativa di pace nei confronti di israele promossa nel 1979 dal presidente egiziano anwar al-sadat e avvicinandosi ulteriormente alla siria nella costituzione di un fronte antisraeliano. inoltre, il suo esplicito e attivo appoggio all'organizzazione per la liberazione della palestina (olp) rafforzò il sospetto di un'implicazione libica nel terrorismo internazionale.

agli inizi degli anni ottanta le relazioni diplomatiche con gli stati uniti andarono ulteriormente deteriorandosi. nel 1981, in seguito a un combattimento aereo sul golfo della sirte durante il quale due arei libici vennero abbattuti, la libia denunciò la violazione delle acque territoriali e minacciò una rappresaglia nei confronti delle basi nato. gli stati uniti risposero con un embargo delle importazioni di petrolio libico. nel 1986, a causa dei sospetti del presidente ronald reagan circa la presenza di centri terroristici a tripoli e bengasi, la forze militari statunitensi bombardarono le due città provocando, tra l'altro, anche la morte di alcuni congiunti del colonnello gheddafi; il governo libico, quindi, risentito dell'appoggio militare fornito dall'italia per il bombardamento, lanciò due missili verso l'isola italiana di lampedusa.

nel corso della guerra del golfo del 1991, la libia tenne un atteggiamento prudente opponendosi sia all'invasione del kuwait da parte dell'iraq, sia all'uso della forza contro il regime di saddam hussein. ciò non valse, tuttavia, a risanare i rapporti con gli usa che, nel 1992, accusarono il regime di gheddafi di produrre armamenti chimici; nell'aprile dello stesso anno il rifiuto delle autorità libiche a concedere l'estradizione dei due indiziati dell'attentato aereo al volo 103 della pan-am sopra lockerbie, portò le nazioni unite ad applicare un serie di sanzioni che furono rinnovate anche nel 1993, 1994 e 1995.


muammar gheddafi (sirte 1942- ), leader rivoluzionario e uomo politico libico. nel 1969 gheddafi, capitano dell'esercito libico, rovesciò re idris i con un colpo di stato incruento e proclamò la repubblica. quale presidente del consiglio rivoluzionario acquisì poteri dittatoriali, nazionalizzò la maggior parte delle proprietà petrolifere straniere, espulse la comunità italiana e chiuse le basi militari statunitensi e britanniche. utilizzò la ricchezza petrolifera libica per sostenere l'organizzazione per la liberazione della palestina (olp), (sorta nel 1964 allo scopo di promuovere la creazione di uno stato palestinese nel territorio di israele) e vari gruppi rivoluzionari. promosse, senza successo, diversi tentativi di creare una confederazione araba estesa dall'egitto al marocco. nel 1973 il suo governo fu coinvolto in una disputa territoriale nel ciad settentrionale; nonostante il cessate il fuoco fosse stato proclamato dall'organizzazione per l'unità africana nel 1987, le truppe libiche si ritirarono soltanto nel maggio del 1994. la politica interna di gheddafi fu caratterizzata da una rivoluzione culturale e sociale che fuse l'islam al nazionalismo arabo e ai principi dello stato sociale. miliardi di dollari furono spesi per migliorare la rete stradale, il sistema scolastico e le abitazioni. nel 1977 ebbe inizio il cosiddetto jamahiriyah (arabo, "stato delle masse"). nel 1979 gheddafi rinunciò a ogni carica politica, pur rimanendo l'indiscusso leader del paese.

a metà degli anni ottanta era considerato dall'occidente il principale finanziatore del terrorismo internazionale. nel 1986, in risposta al presunto coinvolgimento della libia in atti di terrorismo contro cittadini statunitensi, il presidente degli stati uniti ronald reagan autorizzò il bombardamento della caserma aziziyal di tripoli, in cui gheddafi rimase ferito e la figlia fu uccisa. all'inizio degli anni novanta gheddafi adottò una politica meno intransigente e rimase neutrale durante la crisi che portò alla guerra del golfo (1990). nell'ottobre del 1993 riuscì a sventare un colpo di stato militare. con l'italia, della quale la libia fu colonia dal 1912 agli anni della seconda guerra mondiale, gheddafi ha alternato momenti di conflitto ed episodi di ritorsione politica a iniziative di collaborazione economica e industriale.


guerra italo-turca

conflitto tra italia e turchia combattuto nel 1911-12 in africa, per il possesso della tripolitania e della cirenaica (libia, secondo il toponimo di origine romana allora entrato in uso), e nel mar egeo per l'occupazione italiana di rodi e delle isole del dodecaneso.

dopo anni di preparativi diplomatici, l'italia arrivò alla guerra in seguito alla seconda crisi marocchina che mise allo scoperto il progetto coloniale che la germania coltivava per il nord africa, osteggiata dall'azione congiunta di francia e gran bretagna. per l'italia divenne possibile agire al di fuori dei vincoli della triplice alleanza allo scopo di mettere a segno il secondo obiettivo coloniale della sua storia, dopo quello conseguito tra molte difficoltà in eritrea e in somalia. l'intervento militare fu preceduto da una campagna propagandistica che vide protagonisti gruppi economici e finanziari, soprattutto legati alla banca commerciale e al banco di roma, ed esponenti della corrente nazionalistica. contrari all'intervento erano i socialisti e diversi personaggi del movimento democratico.

la decisione di entrare in guerra contro la turchia fu adottata da giovanni giolitti, presidente del consiglio, e dal ministro degli esteri, antonio di san giuliano, nell'estate del 1911 e il 29 settembre fu inviata la dichiarazione di guerra alla turchia, senza l'approvazione del parlamento, come previsto dall'articolo 5 dello statuto.

il corpo di spedizione era composto inizialmente di 35.000 uomini, saliti poi a 100.000, ed era guidato dal generale carlo caneva. le operazioni iniziarono nell'ottobre 1911 con l'occupazione dei principali centri costieri della tripolitania e della cirenaica. il 5 novembre le due regioni libiche furono poste sotto la sovranità del regno d'italia, con un decreto di annessione che suscitò reazioni negative da parte delle potenze europee e del parlamento italiano.

nei primi mesi del 1912 iniziarono le operazioni navali italiane nel mar egeo, con il bombardamento dei forti turchi presso i dardanelli. in maggio truppe italiane, al comando del generale giovani ameglio, sbarcarono a rodi e in altre isole delle sporadi, per un totale di dodici (da qui il nome dodecaneso per indicare l'insieme delle isole conquistate). la turchia, nell'impossibilità di rispondere efficacemente sul piano militare e isolata sul piano diplomatico, accettò di aprire trattative di pace che si conclusero a losanna il 18 ottobre 1912. l'italia rinunciava alle isole dell'egeo in cambio del ritiro dei funzionari turchi dalla libia, che la turchia si rifiutò di cedere formalmente. poiché i turchi continuarono a mantenere presidi in cirenaica, l'italia non cedette rodi e il dodecaneso, occupandoli anche durante la prima guerra mondiale, per poi ottenerli ufficialmente con il trattato di losanna del 1923.







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