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L'EGITTO - Ambiente naturale, Popolazione

geografia



L'EGITTO


Ambiente naturale

Il territorio è costituito per oltre il 95% da deserto, tagliato longitudinalmente dalla valle del Nilo, una fascia verdeggiante e fertilissima. Si riconoscono nel paese cinque regioni geografiche: la valle del Nilo, il Delta del grande fiume, il deserto orientale, quello occidentale e la penisola del Sinai. La valle del Nilo ha in Egitto una lunghezza di circa 1.500 km ed un'ampiezza dai 5 ai 20 km. Il suo corso è interrotto da numerosi sbarramenti e bacini naturali ed artificiali. Il principale è la gigantesca diga di Assuan. A nord del Cairo il Nilo si dirama in una serie di bracci collegati da canali, che costituiscono la zona del Delta, di circa 23.000 km² di 959f55j superficie. Il deserto orientale o arabico occupa un quinto del teritorio e consiste in una serie di tavolati che culminano a 2.187 m nel bordo costiero del mar Rosso e digradano verso la valle del Nilo. A ovest si estende il deserto occidentale o libico, un territorio piatto e sabbioso interrotto da alcuni rilievi al confine con Libia e Sudan, che arrivano fino ei 1892 m, e da depressioni a nord-ovest, la più alta delle quali è quella di Qaţţra, 134 m sotto il livello del mare. Le depressioni fruiscono di falde acquifere che consentono lo sviluppo della vegetazione e degli insediamenti. A nord il deserto libico si affaccia sul Mediterraneo con una costa bassa e sabbiosa orlata di lagune. La penisola del Sinai, posta in territorio asiatico tra il golfo di Suez e quello di Aqaba, ha una superficie di circa 59.000 km² ed un territorio accidentato costituito da massicci che raggiungono la massima altezza con il monte Katherina (2.633 m). Il clima è perlopiù sahariano continentale, con forti escursioni termiche giornaliere. Nell'interno tra marzo e giugno soffia un vento caldo ed arido proveniente dal Sahara, il Khamsin, che giunge fino alla costa accompagnato da viulente tempeste di sabbia. Nella zona costiera e nella valle del Nilo il clima è mitigato dal mare e dalla presenza del fiume e le escursioni termiche sono limitate. In queste zone la piovosità non è abbondante e si mantiene sempre al di sotto dei 200 mm annui. In altre regioni esse sono ancora minori: 42 mm a Il Cairo, 4 mm a Luxor e ad Assuan la pioggia può non cadere per molti anni consecutivi. La vegetazione, inesistente in gran parte del paese, è rigogliosa lungo il corso del grande fiume e in alcuni tratti della costa mediterranea. Piante tipiche sono il papiro ed il loto.




Popolazione

Con 67.986.000 abitanti stimati nel 2003, l'Egitto è il secondo paese più popoloso dell'Africa dopo la Nigeria. Gli abitanti sono concentrati nella valle del Nilo, dove si raggiunge una densità di 1000 ab. per km². L'urbanizzazione è molto aumentata tra il 1965 (20%) ed il 1975 (43,5%), e si è poi stabilizzata, costituendo nel 2001 il 42,1% della popolazione. La capitale, il Cairo, (6.800.992 ab. nel 1996) ha un agglomerato urbano di 10.345.000, un sesto dell'intera popolazione del paese. Molto popolata è anche Alessandria, 3.339.076, il principale del Mediterraneo. Circa 60.000 persone vivono nelle oasi, mentre nel deserto ci sono tribù nomadi di pastori. Una buona metà della popolazione vive in villaggi o in abitazioni isolate nelle campagne della valle del Nilo. Il tasso di crescita è sotto la media africana (2% tra il 1997 e il 2002), grazie ai progressi compiuti sul piano socio-sanitario (la mortalità infantile si è più che dimezzata tra il 1975 e il 1995 e la speranza di vita è passata da 54 a 67 anni), l'Egitto si colloca oggi tra i paesi a medio sviluppo umano (105° posto), nonostante un ancora elevato analfabetismo (43,1% nel 2001). La maggior parte della popolazione ha caratteristiche etniche comuni, derivanti dalla mescolanza dei caratteri degli indigeni camiti con gli arabi, esistono gruppi etnici diversi, come i nubiani, i bisharin del deserto orientale e i berberi. I musulmani sono l'89% della popolazione (l'università di el-Ahzer al Cairo è un importante punto di riferimento per il mondo islamico). Lingua ufficiale è l'arabo, ma sono abbastanza conosciuti il francese e l'inglese.


Economia

Fortemente dipendente dalla Gran Bretagna nel periodo della monarchia, durata fino al 1953, l'Egitto conobbe un limitato sviluppo economico con il potenziamento della coltivazione del cotone, l'impianto di un certo numero di industrie e lo sfruttamento del Canale di Suez, Con la successiva rivoluzione nasseriana si ebbe una drastica diminuzione dei rapporti con l'estero, ridotti all'area dei paesi arabi o socialisti e la nazionalizzazione delle imprese a capitale straniero, e fu varata una riforma agraria per la ridistribuzione di parte delle terre del latifondo alle masse contadine. Un radicale cambiamento di indirizzo economico, collegato ad una diversa politica estera, ha avuto luogo negli anni '60, con l'introduzione di un sistema più liberista e l'apertura agli investimenti economici stranieri. Il processo di sviluppo ha puntato innanzi tutto sul petrolio, sul turismo, sui pedaggi del canale di Suez e sull'edilizia. L'inserimento nel sistema a economia capitalista ha poi conosciuto una forte accelerazione all'inizio degli anni '90, con misure di privatizzazione e di liberalizzazione economica che hanno smantellato quanto rimaneva del sistema socialista nasseriano. Un quarto della popolazione vive tuttora al di sotto della soglia di povertà e rimangono forti divari tra i commercianti, la burocrazia cittadina, i fellahin delle campagne e la gran massa di disoccupati e sottoccupati (la disoccupazione è superiore al 10% e moltissimi sono gli egiziani che lavorano all'estero e contribuiscono con le loro rimesse alla bilancia dei pagamenti). La moneta è la lira egiziana.


Agricoltura

L'Egitto, definito da Erodoto "un dono del Nilo", è stato fin dall'antichità un paese agricolo che sfruttava le grandi ondate fangose di agosto e settembre per coltivare i cereali. Con la costruzione dei grandi sbarramenti di Assuan, Nag'Hammad e Aryut è stato possibile garantire l'irrigazione di nuovi terreni, raggiungendo la percentuale del 28% del territorio (di cui solo il 15% dipendente dalle acque del Nilo) e permettendone uno sfruttamento per varie colture in stagioni diverse. Infatti si praticano le colture invernali di cereali, leguminose e lino; quelle estive di cereali, cotone e canna da zucchero; quelle autunnali, che sfruttano la piena del Nilo per la produzione dei cereali. Sia per lo sfruttamento intensivo dei terreni, sia per la diminuzione del limo per la diga di Assuan (vedi .), si è resa necessaria l'introduzione dell'uso di concimi e fertilizzanti chimici. Sono inoltre in corso interventi per la valorizzazione del deserto con l'utilizzo delle acque del sottosuolo. La produzione resta tuttavia insufficiente e i cereali figurano al primo posto tra le importazioni. I principali prodotti agricoli sono il cotone, coltivato soprattutto nella zona del Delta; i cereali (frumento, riso, mais, orzo, miglio); la canna da zucchero, coltivata prevalentemente nell'Alto Egitto; inoltre limo, sesamo, arachidi, pomodori, cipolle, legumi, olivi e piante da frutta. L'allevamento è abbastanza sviluppato (bovini, ovini e cammelli), così come la pesca, praticata specialmente nelle zone del delta e nelle lagune; dal mar Rosso si ricavano coralli e madreperla.




Industria

Relativamente povero di risorse minerarie e dei capitali per la ricerca e lo sfruttamento delle fonti energetiche, prima fra tutte il petrolio, l'Egitto non ha raggiunto uno sviluppo industriale adeguato alle effettive possibilità. Su questa situazione ha pesato la situazione di belligeranza protrattasi per decenni, che ha sottratto ingenti capitali alla produzione. Si è manifestata una certa ripresa dopo la restituzione dei pozzi petrolifici del Sinai. Sono in funzione pozzi sul mar Rosso, lungo il golfo di Suez e nelle vicinanze di el-Alamein. La produzione complessiva di petrolio è passata dalle 21 milioni di t nel 1977 alle 40 del 1998, anche se i ricavi non sono aumentati in proporzione per il ribasso del prezzo del petrolio. un consistente sviluppo industriale si è verificato, grazie anche all'intervento di capitali stranieri, nei settori siderurgico, metallurgico, metalmeccanico, chimico (fertilizzanti, acido solforico e nitrico) e tessile (cotone, seta iuta, fibre sintetiche). Altri impianti molto attivi sono quelli alimentari (zuccherifici, pastifici, oleifici, fabbriche di conserve e di birra) e del tabacco, i calzaturifici e i cementifici.


Turismo

Il turismo ha un notevole rilievo, anche se negli anni '90 le tensioni interne ne hanno limitato lo sviluppo. Meta dei turisti sono soprattutto i resti della civiltà faraonica: le piramidi, le sfingi, i templi di Abu Simbel, la valle dei Re, Luxor, Assuan, Karnak, il museo egizio del Cairo. Anche i monumenti copti di Kharga e Baouit e islamici del Cairo sono molto visitati. Non mancano le attrattive naturali, dal Nilo al mar Rosso, dove si trovano i famosi centri turistico-balneari si Sharm el-Sheik e Hurgada, alle oasi del deserto libico.


Commercio e comunicazioni.

Il commercio, limitato prima del 1975 per la quasi totalità all' Unione Sovietica e ai paesi socialisti, si è poi allargato a Stati Uniti e Giappone. Principali fornitori sono gli Stati Uniti, la Germania e l'Italia, in particolare di cereali, beni di consumo, prodotti chimici e materiale di trasporto. Le principali esportazioni riguardano soprattutto il petrolio e i suoi derivati per il 40% e prodotti tessili e manufatturieri; i maggiori clienti son Stati Uniti e Italia.

La rete ferroviaria e quella stradale sono limitate quasi solo alla valle del Nilo e al Delta. Molto importanti sono i trasporti fluviali sul Nilo e quelli marittimi (il porto principale è quello di Alessandria, seguito da Suez e Porto Said). Il canale di Suez è attivissimo e il traffico annuo degli anni '90 è stato di 270-300 miloni di t di merci.




Assuan

Tra il 1959 e il 1965 venne costruita ad Assuan, nell'Alto Egitto, una grande diga, alta 110 metri e lunga oltre tre chilometri e mezzo. La grande piena viene così trattenuta in un immenso lago artificiale, il lago Nasser; da qui si diparte una rete di canali che distribuisce l'acqua con regolarità in una vasta area precedentemente desertica. Ma la costruzione della diga ha portato con sé numerosi inconvenienti. Innanzitutto ha pesato molto sulle casse dello stato già in crisi; inoltre i suoli non sono più fertili come un tempo per la riduzione del limo portato dalla piena e devono essere aiutati con un largo impiego di concimi chimici; anche la pesca ha subito notevoli danni, poiché il limo costituiva il nutrimento del plancton, che è diminuito, e con esso i pesci, la cui abbondanza costituiva una delle principali ricchezze dei paesi litoranei del Mediterraneo orientale. Il limo crea un altro problema, accumulandosi ai piedi della diga e riempiendo a poco a poco il lago. Infine le acque del lago hanno sommerso una grande quantità di monumenti egizi, quali il tempio di Abu Simbel e la valle dei Re; parte dei templi sono stati smontati e ricostruiti altrove. Negli ultimi anni la siccità che ha colpito gli altipiani dell'Africa orientale, dove nasce il Nilo, ne ha ridotto considerevolmente la portata, minacciando di rendere inutilizzabile la diga.


Storia

In seguito alla prima guerra mondiale, la crescita del movimento nazionalista sotto la guida di Sad Zaglug Pascià, il fondatore del partito Wafd, portò alla fine del protettorato inglese: nel 1922 la Gran Bretagna concesse l'indipendenza all'Egitto e il sultano Fu'ad assunse il titolo di re. Il panorama politico dell'Egitto indipendente fu caratterizzato dai contrasti tra il re ed il Wafd. Nel 1923 il sultano emanò una costituzione, ma l'opposizione dei nazionalisti non cessò. Il Wafd si astenne dalle elezioni del 1931, ma in quelle del 1936 conquistò la maggioranza, ponendo a capo del governo Nahhas Pascià, che concluse un trattato con la Gran Bretagna che stabiliva l'alleanza fra i due paesi e il loro condominio sul Sudan. Durante la seconda guerra mondiale,i cui il paese costituì uno dei principali teatri di guerra, l'Egitto ruppe le relazioni diplomatiche con l'Italia e e dichiarò guerra alla Germania. Con la fine della guerra venne siglato un accordo per l'evacuazione delle truppe inglesi dal territorio egiziano e per l'annessione del Sudan all'Egitto, ma il favoritismo della Gran Bretaga per la corrente separatista sudanese fece fallire i negoziati nel 1947. Nello stesso periodo venne in primo piano la questione israelo-palestinese anche per l'Egitto uno dei fondatori della lega Araba. Dopo il conflitto del 1948, che vide la vittoria di Israele sulle armate arabe (tra cui quelle egiziane), l'Egitto fu il primo paese a firmare l'armistizio (1949). Nel 1952 un colpo di stato militare portò al potere il generale Neghib. L'anno seguente fu proclamata la repubblica, presieduta dallo stesso Neghib. Mentre Neghib si adoperava per dar vita a un regime liberale, nel 1954 il colonnello Nasser lo eliminò dal potere; succedutogli, Nasser elaborò una forma di capitalismo di stato fortemente limitativa dell'iniziaiva privata. In politica estera Nasser mirò a liberarsi della tutela delle potenze occidentali e a questo scopo si servì degli aiuti dell'Unione Sovietica, pur mantenendo una posizione di neutralità fra i due blocchi. Nel 1956 le ultime truppe britanniche lasciarono l'Egitto e poco dopo fu proclamata la nazionalizzazione del canale di Suez, a cui seguì il divieto di transito attraverso il canale per le navi israeliane. Questa misura provocò un conflitto armato con Israele e con la Francia e la Gran Bretagna (1956). Mentre l'esercito egiziano veniva battuto, la reazione dell'URSS e degli Stati Uniti contro la spedizione franco-inglese indusse le Nazioni Unite a decidere lo sgombero delle truppe straniere dall'Egitto e l'invio di una forza internazionale. Così Nasser poté trasformare in un successo diplomatico la sconfitta militare. Nel 1958 la Siria e l'Egitto si unirono in forma federativa (RAU, Repubblica Araba Unita), ma questo ebbe ripercussioni negative sulla Siria, che nel 1961 sciolse l'Unione. Nel frattempo Nasser, dopo aver reso il paese una repubblica presidenziale nel 1956, allargò le basi interne del regime: i poteri del capo di stato passarono a un consiglio presieduto da Nasser e i poteri esecutivi a un gabinetto ministeriale presieduto da un civile; nel 1964 fu eletta un'assemblea nazionale formata dall'unica organizzazione politica riconosciuta, l'Unione socialista araba. Intanto si riacutizzò la tensione con Israele. Nasser proclamò la chiusura del golfo di Aqaba alle navi israeliane; ciò provocò il terzo conflitto con Israele detto la "guerra dei sei giorni", che ebbe esito disastroso per l'Egitto. Infatti gli israeliani conquistarono il Sinai giungendo fino alla sponda orientale del canale di Suez. Militarmente, economicamente e politicamente il paese era in ginocchio. Nasser, per favorire l'opera di ricostruzione, dovette incentivare l'iniziativa privata. Nel 1970 Nasser morì e fu sostituito da Anwar el-Sadat. Iniziò allora la cosiddetta denasserizzazione, che si basò sul sostegno della borghesia affaristica, sulla ricerca di capitali occidentali, sulla riduzione dell'influenza sovietica e sulla diminuzione delle spese militari. Per porre le basi di un accordo diplomatico con Israele, Sadat scatenò nel 1973 con la Siria il quarto conflitto con lo stato ebraico, che si concluse dopo venti giorni con una tregua imposta dal consiglio di sicurezza dell'ONU. La guerra convinse gli Stati Uniti ad intervenire diplomaticamente a fianco dell'Egitto; ciò portò ad una distensione che, tra il 1974 e il 1975, si concretò in due accordi di disimpegno con Israele. Conseguenze immediate furono la riapertura del canale di Suez, l'avvio di una politica finanziaria di apertura verso l'occidente e una crescente tensione con l'Unione Sovietica, sfociata nella denuncia unilaterale del trattato di amicizia e cooperazione del 1976. Nello stesso anno si tennero le elezioni generali, secondo un sistema che manteneva in vigore il partito unico, ma che consentiva la partecipazione di tre liste separate, delle quali vinse quella governativa. In realtà Sadat continuò a reprimere ogni manifestazione di dissenso. Nel 1979 si tennero le prime elezioni dal '52 con più partiti, ma l'opposizione fu costretta al silenzio e si affermò il Partito nazionale democratico di Sadat. Nel 1977, anno in cui l'Egitto dovette affrontare una grave crisi economica, Sadat si recò a Gerusalemme, aprendo la strada ad un accordo con Israele. Nel marzo 1979 venne firmato a Washington il trattato di pace di Camp David tra Egitto e Israele e iniziò il ritiro israeliano dal Sinai. La politica di apertura verso Israele incontrò manifestazioni di opposizione nel paese, non placate dalla parziale ripresa economica per il recupero dei pozzi petroliferi del Sinai. Sadat adottò allora una serie di provvedimenti repressivi contro le opposizioni e rafforzò i legami con gli USA. L'allontanarsi dell'Egitto dal tradizionale orientamento neutralistico causò la protesta di ampi strati della popolazione. Nel 1981 alcuni militari legati all'estremismo islamico effettuarono un mortale attentato contro Sadat. A questi successe il vice presidente della repubblica Mohammed Hosni Mubarak. Egli attuò un'azione distensiva verso la Libia e liberò i numerosi prigionieri politici. Nel settore economico vennero avviate iniziative di razionalizzazione e interventi a favore dei ceti più poveri. Con l'invasione israeliana del libano l'Egitto ritirò l'ambasciatore in Israele. Nel 1983 si ebbe la riconciliazione con l'OLP e l'anno successivo l'Egitto fu riammesso nell'Organizzazione della conferenza islamica da cui era stato sospeso nel 1979. Nel 1986 Mubarak e il primo ministro israeliano Shimon Peres delinearono una ripresa diplomatica per la pace nel Vicino Oriente. Rimanevano tuttavia in Egitto difficoltà interne, con moti studenteschi e di protesta promossi dagli integralisti islamici. Sempre nel 1986 la rivolta delle forze di polizia del Cairo fu repressa nel sangue. Nel 1987 si svolsero le elezioni politiche: il Partito nazionale democratico (PND) di Mubarak ottenne la maggioranza, ma fra l'opposizione vi fu una significativa presenza del movimento fondamentalista dei Fratelli musulmani. Poco dopo furono arrestati molti integralisti islamici in seguito a tre attentati falliti. Le elezioni politiche anticipate del '90, che assicurarono la vittoria al PND, furono segnate da sanguinosi incidenti. Mubarak rispose con una decisa politica di repressione contro i militanti integralisti. Lo stesso risultato ottennero le elezioni del 1995, sempre turbate da violenze, e quelle legislative del 1996 e del 2000 in cui si verificò tuttavia un progresso della lista dei Fratelli musulmani. Sul piano internazionale l'Egitto ha posto in atto una politica di distensione verso i paesi del Vicino Oriente, cercando al contempo di mantenere buone relazioni con gli Stati Uniti. Mubarak ha appoggiato sia le iniziative per la creazione di uno stato palestinese indipendente, sia le azioni statunitensi contro il terrorismo internazionale intraprese nell'autunno del 2000 e del marzo del 2003 in occasione dell'attacco anglo-americano all'Iraq, trovandosi a fronteggiare all'interno le pressioni delle numerose istanze integraliste presenti nel paese.










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