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L'AREA DELL'OCEANO PACIFICO - La terraferma

geografia



L'AREA DELL'OCEANO PACIFICO



L'oceano Pacifico è il più grande del mondo e occupa circa un terzo della superficie terrestre.

È delimitato a nord dallo stretto di Bering nell'artico, a sud dal Mare di Ross nell'Antartide, a est dall'America e a ovest dall'Asia.

L'esploratore portoghese Ferdinando Magellano chiamò questo oceano, Pacifico, a causa del mare molto calmo che trovò durante la sua traversata dallo stretto di Magellano fino alle Filippine. Ma l'oceano non è sempre fedele al suo nome. Molti tifoni e isole tormentano le isole del Pacifico e le terre che lo circondano sono piene di vulcani e spesso da scosse di terremoti.

Le terre che oggi fanno parte dell'area del Pacifico si dividono principalmente in due:

AREA FORTE: ne fanno parte il Giappone, la Cina e alcune regioni in rapida crescita come la Corea del Sud, Taiwan, la Malaysia, Singapore, anche chiamate le "tigri asiatiche" per la loro aggressività economica. Ad esse si aggiungono l'Australia, la Nuova Zelanda e la California.



AREA DEBOLE: ne fanno parte la Siberia, l'America Latina, il Vietnam, l'Indonesia e le Filippine.


La terraferma


L'estensione di 323i85d terra più grande all'interno dell'Oceano Pacifico è il continente australiano.

Vi è poi il grande triangolo della Polinesia, che unisce le Hawaii, l'isola di Pasqua e la Nuova Zelanda; a nord dell'equatore si trovano le numerose e piccole isole della Micronesia, incluse le Kiribati, le isole Caroline, le isole Marshalle le isole Marianne. Nell'angolo sud-ovest del Pacifico si trovano le isole Bismark, le Figi, la nuova Caledonia, le isole Salomone e Vanuatu.

Le isole del Pacifico sono di 4 tipi fondamentali: isole continentali, isole alte, barriere coralline e piattaforme coralline rialzate. Le isole continentali includono la Nuova Guinea, le isole della Nuova Zelanda e le Filippine. Le isole alte sono di origine vulcanica e possono contenere dei vulcani attivi tra queste si possono trovare come esempio le Hawaii e le isole Solomon.

Gli altri due tipi di isole sono il risultato del lavoro dei coralli. Le barriere coralline sono state costruite dai coralli sopra la lava basaltica sotto la superficie dell'oceano. Una delle più grandi è la Grande Barriera Corallina al largo dell'Australia nordorientale. Un secondo tipo è quello di una piattaforma corallina rialzata, che è in genere un po' più grande. Ne sono esempi Banana e Makatea nella Polinesia Francese.



IL TERRITORIO


Il Giappone (Nippon: "origine del sole") è costituito da quattro grandi isole (Hokkaido, Honshu, Shikoku e Kyushu), dalle isole Ryukyu e da un migliaio di isole minori adiacenti. Il territorio, molto irregolare, è caratterizzato dal succedersi di alte montagne e vallate profonde con pianure alluvionali poste sui fondovalle e presso gli sbocchi costieri dei fiumi.


La Cina (letteralmente "Paese di Mezzo") è il terzo paese per estensione, infatti è vasta quasi come l'intera Europa. La parte più popolata ed economicamente viva si affaccia all'Oceano Pacifico, alle spalle si estende un immenso retroterra continentale morfologicamente molto vario.

A est, lungo le coste del Mar Giallo e del Mar Cinese Orientale, si estendono varie pianure alluvionali molto densamente popolate; le coste del Mar Cinese occidentale sono più montagnose e la Cina Meridionale è dominata da catene montuose di scarsa altitudine.

L'ovest è dominato da importanti catene montuose, in particolare l'Himalaya con la sua vetta più alta, il monte Everest, la divide dal subcontinente indiano. Inoltre vi sono anche deserti freddi come il Gobi, che la separa dalla Mongolia e dalla Russia, o quello del Taklimankan.

Il sud, invece, è costituito da un grande altipiano, il Tibet, dalle colline subtropicali e da ampie pianure alluvionali solcate da grandi fiumi come il Fiume Giallo e il Fiume Azzurro.


Il territorio australiano, prevalentemente arido e pianeggiante, può essere suddiviso in tre grandi regioni. La vasta regione interna, chiamata Outback, è costituita da pianure, bassi altipiani e depressioni. Le maggiori catene montuose sono concentrate nella parte orientale del paese. A ovest sono presenti rilievi più dolci, che non superano i 1000 m, inframmezzati da vaste aree desertiche. Invece la fascia a settentrione è a clima tropicale ed è molto ricca di piogge e boscosa. Le coste sono per lo più basse e pianeggianti; le pianure costiere a est e a sud sono le zone più densamente popolate del continente.


La Nuova Zelanda è un arcipelago formato da due grandi isole (North Island, South Island) divise dallo Stretto di Cook, e da molte altre isole minori.

L'isola del Nord ha un'economia più fiorente rispetto all'isola del Sud e ospita gran parte della popolazione della Nuova Zelanda. Al centro dell'isola si innalza un altopiano, che emerge ripido dalle sponde meridionali del lago Taupo; qui abbondano i geyser, le fumarole e le fonti termali. Si tratta di una zona di intensa attività vulcanica infatti sono presenti tre vulcani attivi. All'estremità orientale e meridionale dell'altopiano si estendono alcuni rilievi. A ovest dell'altopiano vulcanico i rilievi cedono il posto a un'estensione arabile, la zona del monte Taranaki  un vulcano.

L'isola del Sud è attraversata dalle Alpi neozelandesi, un sistema montuoso che si estende da sud-ovest a nord-est e che, oltre al monte Cook, annovera molte vette di altitudine superiore ai 3000 m. Il territorio delle Alpi è ricoperto da foreste nella parte occidentale e caratterizzato da un clima prevalentemente umido, mentre nelle regioni orientali i rilievi hanno altitudini inferiori e il clima è più secco.


Il territorio della Corea del Sud è costituito in prevalenza da montagne. Le pianure occupano un quarto della superficie del paese e si concentrano soprattutto lungo la costa occidentale; a eccezione della costa orientale, il litorale sudcoreano è molto frastagliato, caratterizzato da numerosi promontori e insenature.

Taiwan è un'isola del Mar Cinese ed è caratterizzata dalla presenza di un'elevata catena montuosa che la percorre in tutta la sua lunghezza.

Il territorio di Singapore è prevalentemente pianeggiante. La costa, bassa e sabbiosa, è caratterizzata in alcuni tratti dalla presenza di barriere coralline.

La fitta foresta pluviale che caratterizzava un tempo l'isola è stata a poco a poco disboscata per lasciare il posto agli insediamenti. Oggi la giungla si estende soltanto in una limitata area collinare nel centro del paese, mentre lungo la costa crescono alcune varietà di mangrovie.

La Malaysia Peninsulare è per la maggior parte occupata da rilievi montuosi che si estendono dalla regione settentrionale fino a quella centrale della penisola. Pianure densamente popolate si trovano a ovest dei rilievi, mentre a est si incontrano strette fasce costiere dove cresce una fitta vegetazione. La regione meridionale della penisola è quasi interamente pianeggiante.


La California è uno stato situato nell'ovest degli Stati Uniti d'America e che si affaccia sull'Oceano Pacifico. Stato più popoloso e terzo più esteso degli USA, la California è sia fisicamente che demograficamente variegata. Il soprannome ufficiale dello stato è "The Golden State" (Lo stato d'oro) e può essere suddivisa in quattro regioni fisiche: la Central Valley, una profonda e fertile

vallata di origine alluvionale; la zona sudoccidentale, comprendente catene montuose che si differenziano dalla Sierra Nevada per la loro minore elevazione e l'assenza di ghiacciai; la regione sudorientale, comprendente numerose zone desertiche e aridi bacini, come la Death Valley (valle della Morte); infine la fascia costiera, geologicamente instabile e caratterizzata da molte fratture, tra cui la temibile faglia di Sant' Andrea, una linea di rottura che tende a separare la California dal resto del continente.


L'idrografia


La Cina possiede all'incirca 5000 fiumi ma i quattro maggiori fiumi della Cina, considerati tali per l'ampiezza del loro bacino di drenaggio, sono il Fiume Giallo (Huang He), il Fiume Azzurro (Chang Jiang), lo Xi Jiang e l'Amur.

Culla della civiltà cinese, lo Huang He (Fiume Giallo) è il fiume più importante della Cina. Nel corso della storia del paese le frequenti inondazioni dello Huang He, dalle conseguenze spesso disastrose, hanno determinato numerose deviazioni del corso fluviale.

Invece, il Fiume Azzurro è il primo fiume asiatico e il terzo del mondo per lunghezza; con i suoi affluenti, rappresenta la principale via di comunicazione fluviale della Cina.

Per quanto riguarda i laghi d'acqua dolce la Cina ne è ricchissima ma nell'altopiano del Tibet sono presenti anche numerosi laghi d'acqua salata.

Data la particolare conformazione stretta e allungata delle isole giapponesi non possono esistere grandi bacini idrografici e i fiumi sono generalmente brevi. Numerosi sono i laghi, alcuni formati da sbarramenti delle valli fluviali; in gran parte sono situati in montagna, dove spesso sono diventati luoghi di soggiorno estivi.

Il territorio australiano è costituito per i due terzi da ambienti desertici o semidesertici, soggetti a una forte evaporazione. Perciò soltanto il 10% dell'acqua piovana va ad alimentare i fiumi dell'Australia, che sono in gran parte a regime irregolare. La maggior parte dei fiumi permanenti sono infatti situati nella parte orientale del continente e in Tasmania, le zone più umide. Tutti i fiumi dell'Australia orientale hanno origine sulla Grande Catena Divisoria. Il principale fiume dell'Australia è il Murray.

I laghi naturali dell'interno, alimentati da corsi d'acqua di portata limitata o presenti soltanto nella stagione delle piogge, sono perlopiù ridotti dall'evaporazione a depositi salini o a laghi salati.

Mentre per quanto riguarda l'idrografia delle "Tigri Asiatiche" i corsi d'acqua sono rari e per lo più brevi a carattere torrentizio.

I fiumi principali della California sono il Sacramento e il San Joaquin. I due fiumi scorrono soprattutto attraverso la Central Valley. Tra i molti laghi presenti sul territorio, quasi tutti sono di modeste dimensioni.




Il clima


Solo le zone più interne delle masse terrestri dell'Australia, della Nuova Zelanda, della nuova Guinea evitano l'influenza climatica del Pacifico. Esistono cinque diverse regioni climatiche: la zona ovest, the trades, la regione dei monsoni, la regione dei tifoni e the doldrums.

La regione dei monsoni si trova nel Pacifico occidentale, tra il Giappone e l'Australia. Le caratteristiche di questa regione climatica sono venti che soffiano dall'interno del continente verso l'oceano in inverno, e in direzione opposta d'estate. Vengono chiamati monsoni e sono venti stagionali che determinano piogge torrenziali in estate e un clima secco e soleggiato d'inverno. Sono provocati dalle differenze di temperatura stagionali tra le masse d'aria continentali e quelle oceaniche.

Nella fascia tropicale si formano delle particolari perturbazioni atmosferiche costituite da estesi sistemi ciclonici che si muovono in senso rotatorio. Quelli che si creano sugli oceani Atlantico e Pacifico si chiamano uragani mentre quelli del Pacifico Occidentale vengono chiamati tifoni termine che deriva dal cinese "grande vento".

Gli uragani e i tifoni si formano nei mesi più caldi dell'anno, quando con le calde acque oceaniche evapora una notevole quantità di umidità. L'aria umida tende a salire rapidamente condensandosi e raffreddandosi in nubi temporalesche, mentre altre masse di aria umida vanno ad occupare lo spazio lasciato dall' aria che si è sollevata. Questo movimento delle masse d'aria comincia quindi ad essere sempre più veloce ruotando vorticosamente attorno ad un centro di bassa pressione, detto "occhio del ciclone".

Lungo le basse zone costiere i tifoni e gli uragani possono provocare ingenti danni, provocando mareggiate, lo straripamento dei fiumi e venti di eccezionale violenza.

I tifoni, nell'aria del Pacifico, si abbattono prevalentemente sull'Asia sudorientale , la Cina e il Giappone, l'Australia settentrionale, l'Indonesia e le isole del Pacifico sudorientale.

Anche se meno definite rispetto alle altre, due grandi aree di bonaccia si estendono nell'oceano, una al largo delle coste occidentali dell'America centrale e l'altra nelle acque equatoriali del Pacifico occidentale. Entrambe si distinguono per la loro alta umidità , una notevole copertura nuvolosa, deboli venti e frequenti bonacce.


La Grande barriera corallina


La barriera corallina è una particolare struttura di rocce calcaree che forma una cintura lungo le coste continentali e insulari dei mari tropicali.

Le barriere rendono difficile l'accesso e l'approdo alla Somalia, alla Nuova Caledonia e, soprattutto, all' Australia, come ebbe occasione di sperimentare nel 1770 James Cook nel suo primo sfortunato contatto con la Grande Barriera Corallina.

La Grande Barriera Corallina è la più grande struttura organica del pianeta: si estende per più di 2000 km lungo la costa nord-orientale dell' Australia. Non è una struttura continua, ma è costituita da un intrico di scogliere coralline, isolotti, canali attraverso i quali circolano forti correnti marine, banchi di sabbia e fondali bassi, che durante la bassa marea lasciano affiorare i coralli.

La grande barriera pulsa di un'infinità di forme di vita sono state censite 1500 specie di pesci e 3400 specie di coralli e di innumerevoli alghe, indispensabili per la formazione della scogliera, e le migliaia di uccelli marini, importanti anch'essi nell'ecosistema: tutto contribuisce a rendere i luoghi meravigliosi e incantati.

La scogliera di coralli più meridionale del mondo si trova nell'Oceano Pacifico nelle Isole di Lord Howe, di origine vulcanica, di fronte all' Australia, ad est della Nuova Galles del Sud.

L'arcipelago di Lord Howe rimane ancora un paradiso perduto nel Pacifico non solo per la straordinaria abbondanza e biodiversità della fauna e della flora nelle sue scogliere.

L'arrivo dell'uomo bianco, che vi ha praticato una incontrollata e spietata caccia e pesca, vi ha portato gravi danni, tanto da determinare la scomparsa di alcune specie endemiche; ultimamente perciò sono stati presi seri provvedimenti per mantenere per quanto possibile intatti gli ecosistemi tipici delle isole: sono state pianificate le strutture turistiche in modo tale da non danneggiare l'ambiente e gli abitanti stessi hanno diminuito i loro rifornimenti ittici nella barriera corallina.

Purtroppo a volte però è il mare stesso, o meglio l'intero pianeta con i suoi sconvolgi menti tellurici, a distruggere in poche ore ciò che si era formato lentamente nei millenni, come è avvenuto con il grande terremoto seguito dallo spaventoso tsunami della fine dell'anno 2004.


E' stato questo infatti, sollevando letteralmente il fondale marino, a causare la fuoruscita, per oltre un metro sul livello del mare, di almeno 100 km della barriera corallina, che si trovava prima un paio di metri sotto il pelo dell'acqua, cambiando in tal modo per sempre la morfologia della costa. Lo spettacolo è impressionante: tutti i coralli sono ormai morti e con essi la infinita e varia fauna che abitava le cavità della scogliera, e la desolata zona non ha più alcuna possibilità di recupero. Diversa è la situazione delle coste devastate dallo tsunami (che d'altra parte ha provocato incommensurabili e dolorosissime perdite di vite umane), sulle quali gli esperti indicano in cinque-dieci anni il tempo necessario per la ripresa.


LA POPOLAZIONE


I Cinesi hanno dato vita a una delle più antiche civiltà del mondo, sorta intorno al secondo millenniO prima di Cristo. Questo territorio si è mantenuto unito grazie ad alcuni elementi di coesione: la religione, la scrittura e il potere statale centralizzato. L'impero affermatosi In Cina è stato uno dei più duraturi della storia dell'umanità.

Gli imperatori detenevano tutti i poteri ed erano investiti di un'autorità assoluta considerata semidivina.

Il confucianesimo è stato per secoli la religione più professata dai cinesi. Confucio, pensatore vissuto tra il 576 e il 497 a.C., prescriveva la totale ubbidienza dei giovani ai vecchi, dei servi ai padroni, degli inferiori ai superiori, fornendo agli imperatore un ottimo strumento con cui conservare l'ordine sociale e il rispetto dell'autorità assoluta.

La scrittura, basata su ideogrammi, (simboli grafici che rappresentano un'idea), si è rivelata uno strumento indispensabile per garantire la coesione di un popolo abituato a utilizzare idiomi molto diversi tra loro. Ancora oggi i cinesi provenienti da regioni diverse si comprendono a fatica quando parlano, ma riescono a comunicare grazie alla lingua scritta.

Le aree più densamente abitate sono quelle della Cina orientale, chiamata anche Cina delle 18 province. Qui risiedevano i cinesi dell'etnia Han.

I cinesi sono sempre stati molto numerosi ma in particolare negli ultimi tempi la Cina è diventata il paese più popolato al mondo: gli abitanti, in maggioranza contadini, sono circa un miliardo e 280 milioni.

La crescita della popolazione è avvenuta soprattutto dopo il 1950. Questo incremento è riconducibile sia al numero delle nascite, che è sempre stato molto elevato, sia alla diminuzione delle morti.

L'aumento così rapido di una popolazione già molto numerosa rendeva difficoltosa la possibilità di assicurare a tutti adeguate condizioni di vita: per questo motivo, a partire dagli anni settanta del novecento, il governo cinese ha intrapreso una campagna per la limitazione delle nascite.

Sono state adottate misure legislative per ritardare l'età in cui è possibile unirsi in matrimonio, per limitare il numero dei figli (uno per coppia) e per aumentare la diffusione dei metodi anticoncezionali.


Il Giappone instaurò nei primi secoli della sua storia ( fra il I e il IV secolo d.C. ) importanti contatti con l'area cinese e coreana, testimoniati dalla diffusione del buddismo che affiancò lo scintoismo, religione originaria del luogo basata sul culto degli avi.

Oggi l'arcipelago è abitato quasi esclusivamente da giapponesi.

Il Giappone è uno dei paesi industrializzati con la più alta densità di popolazione (340 ab. per kmq).

Dato che l'interno è montuoso, i maggiori insediamenti sorgono lungo le coste. In generale il tasso di urbanizzazione è elevatissimo in tutto il paese, e sempre più scarso

è il numero delle persone che vive in campagna. Nell'isola di Honshu, attorno alla capitale

Tokyo, si è sviluppata un'immensa megalopoli.

Questa concentrazione di persone crea notevoli problemi di spazio: il prezzo dei terreni è elevatissimo e le famiglie giapponesi sono costrette a vivere in minuscoli appartamenti all'interno di grandi condomini prefabbricati costruiti secondo rigorosi criteri antisismici.

In un simile contesto sociale permangono molti elementi della cultura tradizionale soprattutto nei costumi e nelle abitudini della popolazione.

La religione di stato, lo scintoismo, si basa sul culto degli avi e della natura; molte festività sono dedicate agli elementi naturali e radicatissimo è il rispetto per la natura, che manifesta anche nella cura dei giardini e nell'arte dei bonsai (alberi in miniatura), Le arti marziali vengono ancora insegnate nelle scuole e durante le feste popolari vengono simulate le battaglie dei samurai, i guerrieri dell'antica età imperiale.



Nella cultura tradizionale giapponese, lo stile dell'acconciatura assume vari significati, non solo legati alle variazioni regionali: esso indica infatti anche l'età, la classe, lo stato civile, la professione e il ruolo sociale della donna che lo adotta.

Dopo la seconda guerra mondiale il Giappone si è trasformato da monarchia assoluta a monarchia costituzionale (1946). L'imperatore attuale, Akhito, ha rinunciato alle proprie prerogative divine e non ha più voluto essere considerato il tramite diretto della divinità in

Terra.


Le isole del Pacifico e l'Australia sono state le ultime regioni del mondo, se si escludono quelle polari, a essere colonizzate.

L'urbanizzazione è molto elevata in Australia e in Nuova Zelanda, oltre che in alcune isole a elevato richiamo turistico.

La composizione etnica è varia. Agli abitanti originari si sono aggiunti consistenti flussi di immigrati prima europei e poi asiatici.

Oggi le popolazioni di origine europea e statunitense costituiscono la grande maggioranza (due terzi del totale) soprattutto nelle isole più vaste. In Australia e in Nuova Zelanda sono presenti anche consistenti minoranze cinesi e indiane, mentre alle Hawaii vi sono folte colonie di giapponesi e filippini.


In Australia la maggioranza della popolazione è bianca: i primi esploratori del continente furono gli olandesi e i portoghesi. In seguito fu occupata dagli inglesi.

Il territorio era poco popolato: gruppi di polinesiani vivevano sulle coste; all'interno tribù indigene, gli aborigeni, vivevano in comunità assai ristrette. Oggi gli aborigeni, che

hanno rischiato l'estinzione a causa di un vero e proprio sterminio, costituiscono attualmente solo circa il 2% della popolazione e vivono ai margini delle città o in vere e proprie riserve, in condizioni di estrema miseria. Per ristabilire i diritti perduti negli ultimi anni il governo ha varato alcune leggi per tutelare questa minoranza etnica.


Lo squilibrio nella distribuzione della popolazione è tale che nelle regioni orientali si raggruppano i due terzi della popolazione.

Le altre città principali si trovano sulla costa, raggruppate nella regione meridionale dove le condizioni climatiche sono più favorevoli agli insediamenti.

Più dell'80% della popolazione è urbanizzata; pochi sono dunque gli abitanti dei villaggi agricoli. Tale situazione è accentuata anche dalle condizioni delle vie di comunicazione, sviluppate lungo le coste, ma precarie nell'entroterra.


ECONOMIA E POLITICA


Il Commonwealth dell'Australia è una monarchia costituzionale: la Regina d'Australia (ovvero la Regina del Regno Unito) è il capo di stato ufficiale ed è rappresentato da un Governatore Generale.

L'Australia ha una prospera economia mista di stampo occidentale, con un reddito pro capite a livello delle quattro economie dominanti dell'Europa occidentale.

L'agricoltura è abbastanza sviluppata anche se impiega soltanto una piccola percentuale della popolazione attiva. Le produzioni principali sono il grano e le piantagioni (cotone, tabacco, canna da zucchero).


L'agricoltura garantisce al paese l'autosufficienza alimentare, ma il settore più attivo è quello dell'allevamento: infatti l'Australia possiede il maggior patrimonio di ovini del mondo. Sviluppato è anche l'allevamento bovino, che consente l'esportazione di pellami, carne e formaggi.

Inoltre l'Australia è ricca di risorse minerarie, specialmente di oro e uranio.

In Australia troviamo industrie energetiche, le industrie di base ( siderurgica e chimica), le raffinerie e le industrie meccaniche.

Invece la maggior parte della popolazione è occupata nel settore del terziario.

Negli ultimi anni l'economia australiana ha fronteggiato la crisi globale con una crescita costante. La produzione crescente nell'economia domestica ha contrastato il calo globale, e la fiducia degli affari e dei consumatori è rimasta robusta.


Negli ultimi decenni il Giappone è stato segnato da una rapida crescita economica, è il paese con la più forte economia dell'area.

La produzione industriale si è andata orientando dall'industria leggera, principalmente quella tessile, all'industria pesante e di base, alla produzione automobilistica, componentistica ed elettrica.

Nonostante il declino nel numero di addetti nell'agricoltura negli ultimi anni, il settore non ha perso la propria importanza.

Il riso costituisce il principale alimento dei giapponesi.

L'industria giapponese, sviluppatasi a partire dalla fine dell'Ottocento, fu gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale. La ricostruzione portò il paese alla completa modernizzazione degli impianti industriali, dando rilievo alle industrie chimica e petrolchimica.

Il Giappone dispone inoltre di diverse risorse minerarie, ma in genere in quantità limitata, per cui è costretto a forti importazioni di materie prime.

Il commercio estero rappresenta un settore essenziale dell'economia giapponese. Esso è infatti il primo paese creditore del mondo.


In Cina l'agricoltura intensiva è la base dell'economia e dell'occupazione, anche se il settore industriale è in continua crescita. L'immenso retroterra cinese è ricco di risorse energetiche e di molti minerali che però non sono molto sfruttate.

I principali prodotti agricoli cinesi sono: cereali, riso, cotone, patate e tè.

Le principali attività industriali sono: siderurgica, tessile, abbigliamento, armamenti, materiali edili.

La Cina è una repubblica di tipo popolare. Organo supremo dello stato è il Congresso nazionale del popolo, il quale esercita il potere legislativo.


La California, malgrado l'eccessivo sfruttamento dei giacimenti di oro, petrolio e gas naturale, conserva ingenti riserve di minerali. L'agricoltura, attività particolarmente fiorente, poggia sulla coltivazione di viti, cotone, frutta e ortaggi. Rilevanti sono anche l'allevamento e i prodotti da esso derivati (latticini e carne).


La struttura economica del Singapore è quella di un paese altamente industrializzato; una delle cosiddette quattro "Tigri Asiatiche" (con Malaysia, Taiwan e Corea del Sud).

Il Singapore è governato in base a una Costituzione che risale al 1959. Fu emendata nel 1965 quando il paese ottenne la piena indipendenza e assunse una costituzione repubblicana.


La Corea del Sud ha avuto un processo di crescita economica e di integrazione nell'economia mondiale impressionante, tanto da essere una delle quattro Tigri Asiatiche. Il successo fu ottenuto grazie un sistema di stretti rapporti tra governo e imprese.


Come la Corea del Sud, anche Taiwan ha basato la propria economia sullo sviluppo del settore industriale, finanziato soprattutto da multinazionali straniere. Recentemente si sono sviluppate in modo particolare le produzioni tecnologicamente avanzate: elettromeccanica di precisione e elettrotecnica.


La Malaysia è un paese essenzialmente agricolo, anche se negli ultimi anni ha assunto un ruolo molto importante per l'economia per l'esportazione di petrolio, stagno e caucciù. Il rapido processo di industrializzazione avviato in questo paese, grazie agli investimenti stranieri, ha elevato la sua produttività.


TENSIONI E CONFLITTI


Nel bordo orientale dell'Asia vi sono numerosi arcipelaghi e fra questi vi sono compresi dei grandi mari semichiusi. Questi bacini sono sede di tensioni che rischiano di degenerare in conflitti aperti, le cui conseguenze coinvolgerebbero il resto del mondo.


Il Mare di Ohotsk è considerato dai russi come un mare interno, essendo quasi completamente circondato dai territori ora occupati da Mosca. Ma i Giapponesi non sono d'accordo, infatti rivendicano il possesso di alcune isole dell'arcipelago delle Curili. Storicamente esse appartengono al territorio nipponico, ma, durante gli ultimi giorni della seconda guerra mondiale, sono state occupate dalle armate sovietiche che dilagavano ovunque e non trovavano resistenza per l'imminente sconfitta dei giapponesi.



La mancata restituzione delle Curili meridionali è un ostacolo per ristabilire i rapporti fra Mosca e Tokio, inoltre, è un impedimento per gli investimenti possibili che i giapponesi potrebbero effettuare nella Siberia orientale. Infatti in questa terra le risorse naturali sono abbondanti, ma per ora sono poco sfruttate a causa dell'ambiente ostile e per la mancanza di capitali sufficienti da parte dello Stato russo.


Il Mare del Giappone è compreso tra l'arcipelago nipponico, la penisola coreana e la Cina settentrionale. Qui, le discordie più frequenti riguardano la Corea, la quale è divisa in due Stati indipendenti: la Corea del Nord, a regime comunista, e la Corea del Sud, a regime liberista ilo-occidentale. La tensione risale al1953, quando dopo tre anni di guerra, fra i due Paesi fu stabilito un confine di armistizio lungo il 38° parallelo. Ma non si ancora giunti ad un vero e proprio trattato di pace. Infatti il confine è presidiato, per entrambe le parti, da eserciti in assetto di guerra.


La situazione è resa ancora peggiore dalla crisi economica che sta affrontando la Corea del Nord, che destina la maggior parte delle sue risorse all'apparato militare, trascurando l'economia. La scarsità alimentare affligge da troppo la popolazione, ormai ridotta alla disperazione.

Permane la possibilità che, durante uno di questi momenti di tensione, la tregua si spezzi e la guerra ricominci. Il conflitto rischierebbe di allargarsi notevolmente, coinvolgendo gli Stati Uniti, che mantengono un contingente armato in Corea del Sud, e la Cina, antico alleato della Corea del Nord.


Il Mar Cinese orientale è invece compreso fra la costa cinese, la Corea, le isole Ryukyu e Taiwan.

Dopo aver sconfitto i giapponesi nella seconda guerra mondiale, la Cina fu afflitta da una guerra civile fra le forze nazionaliste e le forze comuniste. La lotta si concluse con l vittoria delle prime, le quali occuparono, dal 1949, tutto il territorio continentale. Invece i nazionalisti si rifugiarono nell'Isola di Taiwan o Formosa, dove crearono un vero e proprio Stato. Perfettamente integrata con il mondo Occidentale, Taiwan continua ad essere rivendicata dalla Repubblica Cinese. Anche in questo caso la tensione è soggetta ad alti e bassi,con periodi in cui viene minacciata la guerra e altri in cui si cerca di allacciare i rapporti. Però la guerra interna può trasformarsi in un conflitto più esteso, data la protezione militare accordata a Taiwan dagli Stati Uniti, antichi alleati delle forze nazionaliste cinesi.


Nel Mar Cinese Orientale, compreso fra le Filippine, la Cina Meridionale e il Vietnam, il conflitto riguarda due arcipelaghi: quello delle Isole Xisa che sono contese fra Vietnam e Repubblica Cinese; invece l'altro è costituito dalle Isole Nasha, le quali coinvolgono in una lite cinque Paesi (Cina, Taiwan, Brunei,  Filippine e Malaysia).

Il primo caso suscita maggiore tensione. I fondali marini paiono ricchi di giacimenti petroliferi, i quali creano interesse nei due continenti. Vietnam e Cina sono storicamente nemici, date le mire espansionistiche che l'Impero Cinese ha verso sud fin dal II sec a.C. La rivalità venne dimenticata nei brevi anni della guerra fra Viet Nam e Stati Uniti, che terminò nel 1975 con il ritiro delle truppe americane dalla Penisola Indocinese. Da allora è riesplosa, fino a culminare in una  vera e propria invasione da parte dell'esercito cinese.


LE MEGALOPOLI


Nel Pacifico le principali megalopoli si situano in Giappone e sulla costa occidentale degli Stati Uniti.

In Giappone la megalopoli del Tokkaido è la più importante e in essa abita la maggior parte della popolazione nipponica. Questa megalopoli è costituita da: Tokio, Yokohama, Nagoya, Kyoto, Osaka e Kobe; si estende su una striscia che corre lungo la frastagliata costa pacifica di Honshu, la principale isola dell'arcipelago e prosegue nella parte più settentrionale nell'isola di Kyu."hu.

I centri delle principali città come Tokio sono irti di grattacieli, sono sede di università, di centri di ricerca molto sofisticati. Grandiosa è l'attività culturale, ricchissima di arte.

La megalopoli del Tokkaido ha anche un'importanza dominante nel turismo, infatti e all'interno delle città che si trovano: monumenti, opere d'arte, musei, negozi prestigiosi. Si concentrano, inoltre grandiosi complessi industriali d'avanguardia e una miriade di unità produttive minori, invece nelle zone interne si pratica l'agricoltura.

Invece per quanto riguarda la costa orientale del Pacifico, si trovano altre grandi concentrazioni urbane in California: Los Angeles, San Diego e San Francisco.

Los Angeles è il secondo agglomerato urbano degli Stati Uniti. La sua area metropolitana è molto estesa poiché la frequenza dei fenomeni sismici ha sconsigliato la costruzione di edifici troppo alti. Il rischio maggiore è a San Francisco che sorge in prossimità della faglia di Sant' Andrea.


LO TSUNAMI


In giapponese la parola "tsunami" significa onda di porto. Infatti queste onde si sono scagliate nelle acque di porto cioè dove le imbarcazioni dovrebbero essere protette.

Le onde dello tsunami sono anomale anche perché non danno preavviso quando arrivano sulla costa come le tempeste e gli uragani: il clima è mite e soleggiato, il mare è calmo e la terra è ferma. Poi arriva un gigantesco muro d'acqua che travolge ogni cosa e persona che incontra, diventando così solo una catastrofe per la vita terrestre.


La nascita dello Tsunami


Lo tsunami inizia con lo scontro di due enormi strati di crosta terrestre che scivolano l'uno sopra l'altro, di conseguenza si forma un terremoto marino che provoca un onda ancora impercettibile ma di potenza inaudita, essa si propaga per centinaia di km. Quando l'onda raggiunge la costa si alza di decine di metri e si trasforma in un muro d'acqua che rade al suolo in pochi secondi tutta la zona costiera.


Il nostro pianeta


La nostra terra è viva, infatti da 4 miliardi e mezzo di anni continua a rimodellarsi di continuo, spesso in tempi lunghissimi con bruschi e catastrofici eventi.

La struttura del nostro pianeta è a cipolla: ha una crosta esterna, suddivisa in oceanica e continentale, seguono un mantello intermedio ed infine un nucleo interno molto solido, protetto nel cuore da più di 6000 km di strati rocciosi.

La temperatura del nostro pianeta si aggira intorno ai 6000°c che fa fondere gli strati soprastanti innescando movimenti nelle placche continentali.

Le zone dove queste placche sono soggette a scontri frequenti sono dette zone sismiche. Una delle zone soggette a maggior rischio sismico è sicuramente l'Indonesia, questo perché le placche indiana e australiana convergono verso la placca eurasiatica. Il terremoto del 26 dicembre 2004 avvenuto allargo dell' isola di Sumatra ha avuto un magnitudo pari a 9, nell'ultimo secolo è stato uno fra i più disastrosi, il più potente fu quello che avvenne in Cile nel 1960 (magnitudo 9,5). L'attività sismica è registrata quando ampie porzioni di margini di placca rimangono bloccate da forti attriti subendo una progressiva deformazione e un enorme accumulo di sforzo elastico. Questo sforzo ad un certo punto supera la resistenza di attrito e i due margini di placca si scontrano: si scatena il terremoto che darà vita allo tsunami.


Le caratteristiche delle onde dello tsunami


Gli tsunami si propagano con una velocità diversa in rapporto alla profondità del mare in quel punto dove passa l'onda, più le onde sono veloci più diminuisce la velocità in mare aperto.

Nel 1960 uno tsunami generato dal terremoto in Cile attraversò l'intero Oceano Pacifico raggiungendo in 22 ore il Giappone, percorrendo 16.800 km, uccidendo 200 persone. L'onda più alta mai registrata raggiunse l'altezza di 520 metri, in Alaska. Queste onde tuttavia non portano sulla costa solo acqua marina ma anche sabbia, fango e detriti, travolgendo e seppellendo ogni cosa che incontrano.


Il mondo che cambia


L'energia dello tsunami verificatosi il 26 Dicembre 2004 è pari all'esplosione di 23.000 bombe atomiche come quella che distrusse Hiroshima e Nagasaki.

Questo tsunami ha provocato, oltre che a migliaia di morti, feriti e dispersi, lo spostamento di molti metri più a est dell'isola di Sumatra, ha scombussolato interamente la vita sottomarina, ha distrutto molte isolette che ora sono sotto il livello del mare e non possono più risalire, ha cambiato la posizione dell'asse di rotazione terrestre aumentandone la velocità, ha alterato il campo gravitazionale ed ha accorciato il giorno di tre milionesimi di secondo.

Però gli esperti rassicurano che sono variazioni che non hanno conseguenze per la vita di tutti i giorni, anche se i danni provocati non possono essere dimenticati e risolti.






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