Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

LA SPAGNA - IL TERRITORIO, LA MORFOLOGIA, IL CLIMA E LA VEGETAZIONE

geografia



LA SPAGNA






1. IL TERRITORIO  

La Spagna fa parte della penisola iberica, della quale occupa circa i 5/6, con 498.507 km2 di superficie. Confina ad ovest con il Portogallo (il quale copre il sesto restante della penisola) e a nord con la Francia. È bagnata a nord e a sud-ovest dall’Oceano Atlantico e a est dal Mar Mediterraneo.

Il suo territorio presenta prevalentemente altopiani e montagne, mentre le uniche pianure sono concentrate in maggioranza nelle valli fluviali e nelle coste, ora basse e sabbiose (mediterranee), ora alte e rocciose (atlantiche). La maggior parte dei fiumi è caratterizzata da un regime irregolare. 222g61c




La morfologia Il territorio spagnolo ha una morfologia molto particolare: presenta diverse catene montuose separate tra loro non da vallate, ma da altopiani, detti  mesetas, che hanno un’altezza sul livello del mare compresa tra i 500 e i 1.000 m.

A nord si erigono due importanti catene montuose: i Pirenei e i Monti Cantabrici. I primi si snodano per 430 km da est a ovest, fanno da confine tra la penisola iberica e la Francia e hanno per ciò delle diversità climatiche fra i due versanti: nel settore orientale si hanno caratteri oceanici, con inverni miti, estati calde ma temperate dai venti atlantici e abbondanti piogge autunnali e invernali (1.500-1.800 mm annui); di tipo mediterraneo è il clima del settore occidentale, con estati caldissime, inverni miti e scarse precipitazioni autunnali (500-700 mm annui); nella parte più interna, infine, il clima è continentale, con inverni lunghi e rigidi. I principali fiumi che nascono dal versante meridionale sfociano nel Mediterraneo, mentre quelli dell’altro versante quasi tutti nell’Atlantico. Anche la vegetazione presenta caratteri diversi a seconda dell'altitudine e del clima: fino ai 2.000-2.500 m crescono faggi, querce, aghifoglie, cui succedono, ad altezze superiori, i pascoli. La fauna originaria (orsi, lupi, stambecchi), in via di estinzione, è protetta in numerosi parchi nazionali. La vetta più alta è quella del monte Pico de Aneto 3.404 m sul mare.

I secondi sono la continuazione dei primi, poiché il confine tra le due catene non è così netto; si estendono per 500 km da est a ovest parallelamente alla costa atlantica. La vetta più alta è quella della Peña Ubiña (2.417 m). Sono anche un importante spartiacque: nel versante meridionale “precipitano” brevi e ripidi torrenti dai quali si può ricavare elettricità, mentre dal fianco meridionale scendono alcuni tra i principali fiumi spagnoli, quali l'Ebro e numerosi tributari del Duero. Oltre che rappresentare un ostacolo alle vie di comunicazione, la catena costituisce una barriera per i venti atlantici: il versante settentrionale, investito dalle masse d'aria umide, è perciò coperto da un denso manto boschivo e in genere offre migliori condizioni d'insediamento; la parte meridionale è invece assai arida, con una rada vegetazione e una densità di popolazione nettamente inferiore (30-40 ab./km ) contro i 100 della fascia costiera; sono ricchi di miniere di ferro e carbone.

A sud dei Pirenei e dei Monti Cantatrici troviamo i Monti Iberici, che si estendono da nord-ovest a sud-est. La cima più alta è la Sierra de la Demanda (2.265 m). Da essi nascono anche importanti fiumi, come il Duero e il Tago. Il clima, rigido, con precipitazioni scarse e spesso nevose, ne fa una delle regioni meno popolate del Paese.  Proseguendo verso sud troviamo il Sistema Centrale e La Sierra Morena. Anche qui troviamo un clima continentale, con la conseguenza di scarsa vegetazione e bassa densità demografica.

Il complesso montuoso più meridionale della Spagna è la Cordigliera Betica, che si estende per 1.000 km da sud-ovest a nord-est dallo stretto di Gibilterra, costeggiando la costa Mediterranea. Qui si trova anche la cima più alta della Penisola Iberica, quella del monte Mulhacén, di 3.478 m.

Il sottosuolo spagnolo è il più ricco di risorse minerarie di tutta l’U.E. I maggiori guadagni vengono dall’estrazione di: zinco, argento, ferro, piombo, rame, mercurio e carbone.

L’idrografia    I più importanti fiumi spagnoli sono: il Duero, la Guadiana, il Tago, il Guadalquivir e l’Ebro.

Il Duero nasce a 2.080 m sul livello del mare dai Monti Iberici, snodandosi per 895 km da est a ovest, prevalentemente in Spagna. Arrivato poi in Portogallo, sfocia nell’Oceano Atlantico.

La Guadiana, nasce invece nella Sierra Morena; si allunga per 834 km fino a sfociare nell’Oceano Atlantico in Portogallo. Compie un tragitto che va da est a ovest, o almeno fino a che non arriva al confine con il Portogallo, quando scende improvvisamente verso sud.

Anche il Tago nasce dai Monti Iberici, e con 1.007 km è il fiume più lungo della Penisola Iberica. Va da est a ovest in maniera regolare fino al confine con il Portogallo, dove comincia a scendere verso sud, per poi attraversare Lisbona e sfociare nell’Atlantico. Non è molto usato per irrigare gli appezzamenti agricoli, ma lo è molto per produrre energia elettrica. Non è navigabile da grandi imbarcazioni.

Il Guadalquivir nasce dalla Cordigliera Betica, per poi sfociare nell’Atlantico dopo 657 km, con un percorso che va da nord-est a sud-ovest. È sfruttato per l’irrigazione dei campi, per l’energia elettrica ed è navigabile al suo estuario.

Infine, l’Ebro nasce dai Monti Cantabrici e dopo aver coperto la distanza di 910 km sfocia nel Mediterraneo andando da nord-ovest a sud-est. Anche le acque di questo fiume sono utilizzate a scopo irriguo e per ricavare energia elettrica.

Il clima e la vegetazione   Dal punto di vista climatico la Spagna, data la sua posizione tra Atlantico e Mediterraneo, dipende fondamentalmente dalla penetrazione delle masse d'aria umide d'origine atlantica e dallo stabilirsi, più o meno prolungato e tenace, delle masse d'aria anticicloniche mediterranee. Le prime investono con particolare frequenza la facciata settentrionale della penisola, che è di gran lunga la più piovosa; le masse d'aria anticicloniche predominano sulla parte centrale e mediterranea, specie durante l'estate, che è sempre siccitosa e molto calda: le precipitazioni su tutta la Spagna sono infatti prevalentemente invernali e primaverili. Tuttavia, benché il territorio sia quasi completamente circondato dal mare, per la disposizione dei rilievi, spesso direttamente allineati lungo le coste, e la forma tozza della penisola, le terre dell'interno restano al margine delle influenze marittime, per cui si può parlare di clima continentale per quasi tutto il Paese, in particolare per la Meseta, la depressione iberica e l'area più interna di quella andalusa. Nella fascia settentrionale del Paese, interessata dal frequente passaggio dei cicloni atlantici, cadono in media annualmente 1.000 mm di pioggia, distribuiti con una certa regolarità nell'arco annuale; sui versanti cantabrici e pirenaici esposti all'oceano le precipitazioni possono superare i 1.500 e talora i 2.000 mm annui. La Spagna centrale e la regione mediterranea sono sempre siccitose; in genere i valori di piovosità sono inferiori ai 500-600 mm annui, con minimi anche di 200-300 mm annui, concentrati nel periodo invernale, nelle depressioni più interne. Anche dal punto di vista termico vi sono differenze rilevanti passando dalle zone costiere atlantiche, dove le temperature sono mitigate per gli influssi atlantici sia d'inverno (8-10ºC) sia d'estate (18-20ºC), a quelle interne, caratterizzate dalle marcate escursioni termiche tipiche dei climi continentali: a Madrid dai 5ºC di gennaio si sale ai 24ºC di luglio, con pochi giorni di gelo. Nella costa mediterranea, soleggiata, si hanno estati calde ma non eccessive, grazie alla presenza del mare, e inverni addolciti dai venti mediterranei (a Valen ia 11ºC in gennaio, 24ºC in luglio); la depressione andalusa invece ha caratteristiche climatiche che già preannunciano la vicina Africa.

Il clima fresco e umido della fascia atlantica è all'origine della foresta a latifoglie e dei buoni pascoli che inverdiscono i paesaggi della Galizia; il bosco di latifoglie, ancora largamente diffuso, comprende tutte le specie diffuse nell'Europa nordatlantica, in particolare la quercia e il faggio. Sui rilievi, specie su quelli pirenaici, prosperano abeti e pini. Del tutto diverso appare il paesaggio vegetale nella Meseta, dove, accanto a specie arboree temperate, si ritrovano forme vegetali proprie dell'ambiente arido subtropicale come la macchia arbustiva (monte bajo), talora con associazioni tipicamente steppiche, fra le quali predominano l'alfa, lo sparto e l'artemisia: nella valle dell'Ebro non mancano accenni al subdeserto, ma ovunque l'aspetto estivo della Meseta è quello di una terra semiarida, steppica, con terreni rossigni per le alterazioni dei suoli calcarei, oasi di pioppi o di vegetazione riparia lungo i solchi fluviali. La regione mediterranea è dominata dalla macchia (rosmarino, timo, lavanda, ecc.) e da specie arboree come l'olivo, il carrubo e la quercia da sughero; sulle pianure costiere rigogliose oasi irrigue, le huertas avviate dagli Arabi, costituiscono una nota caratteristica della Spagna mediterranea. È da dire però che ovunque il territorio è stato profondamente alterato dall'opera dell'uomo; il paesaggio agrario si è soprattutto imposto su quello naturale nella cosiddetta “Spagna arida”.

2. L’ECONOMIA


Settore primario    Nel settore primario è occupato il 9% della popolazione attiva. Le regioni agrarie presentano due volti distinti, che coincidono con altrettante aree geografiche.

Lungo le coste e i fondovalle prevale l’agricoltura irrigua che sapienti sistemi di irrigazione, risalenti alla dominazione araba, hanno reso redditizia, nonostante le modeste dimensioni delle aziende. In questi minifondi chiamati huertas (orti dal suolo fertile che consentono più raccolti all’anno) si coltivano ortaggi, agrumi, ulivi, alberi da frutto, viti, tabacco, riso, foraggi per l’allevamento dei bovini da latte e da carne. Di agrumi, vino, olio, la Spagna è uno dei principali produttori europei e mondiali.

Le aride regioni interne, invece, sono il regno dei cereali, delle barbabietole da zucchero e dalle patate, cioè di colture che non hanno bisogno di molta acqua. Qui prevalgono i latifondi, cioè aziende di vaste dimensioni ma poco produttive. Per quanto riguarda l’allevamento, domina quello degli ovini, che non necessitano di pascoli erbosi; molto rinomate per la qualità della loro lana sono le pecore merino.

Un altro settore importante è la pesca, che alimenta una fiorente industria conserviera (pesce surgelato e inscatolato). La Spagna possiede una notevole flotta peschereccia, che fa capo soprattutto ai porti della costa atlantica.

Settore secondario    Nell’industria spagnola lavora il 30% della popolazione attiva e costituisce una struttura portante dell'economia, partecipando per circa il 38% alla formazione del prodotto nazionale. I principali distretti industriali continuano a essere quelli di più antico impianto, vale a dire il Nord del Paese, essenzialmente le Province Basche, dove operano numerosi complessi meccanici, avvantaggiati dalle risorse minerarie della zona cantabrica. La Catalogna presenta tradizionali attività tessili ma anche industrie chimiche e meccaniche, a Valencia è fiorentissimo il settore alimentare, infine l'area attorno alla capitale presenta importanti complessi chimici e meccanici. L'industria spagnola copre oggi pressoché tutti i settori produttivi anche se mostra un continuo incremento dell'industria manifatturiera rispetto a quella estrattiva, che fu all'origine di fondamentale importanza nell'economia del Paese. Buon livello europeo presenta la siderurgia (18 milioni annui di t fra acciaio, ghisa e ferroleghe): come ovunque in Europa, risulta però colpita, negli ultimi anni, da una profonda crisi con sensibili effetti occupazionali. I Principali prodotti dell'industria metallurgica, sono l'alluminio (355.000 t), il rame (119.000 t), il piombo (57.000 t), lo stagno (1.300 t), lo zinco (253.000 t); inoltre buona parte del carbone estratto viene trasformata in coke metallurgico (3 milioni di t). Quanto al settore petrolifero, vengono raffinati annualmente 62 milioni di t di greggio. Rilevante sviluppo ha avuto il settore meccanico, rivolto in primo luogo alla costruzione di mezzi di trasporto, ma anche di macchinario d'ogni genere e di utensili vari. Così locomotive e materiale ferroviario sono prodotti a Barcellona, Madrid, Valencia; il distretto siderurgico asturiano-basco fornisce laminati di acciaio, rotaie, ecc.; a Barcellona si producono anche macchinari di alta precisione. L'industria automobilistica è importante anche per la partecipazione delle società straniere, ed è situata in prevalenza nelle grandi città; produce annualmente oltre 1 milione di autovetture e 370.000 veicoli industriali. Ad essa è per lo più collegata la fiorente industria della gomma (24,3 milioni di pneumatici all'anno), con sede principale a Barcellona. L'industria navale, colpita dalla crisi generale, ha diminuito enormemente, rispetto al decennio passato, la produzione (275.000 t di stazza lorda). Straordinaria espansione ha registrato l'industria chimica; è concentrata in Catalogna, ma sono sorti vari impianti anche nell'area asturiana-basca, a Madrid, a Valladolid e a Saragozza. Ottima è la produzione di acido solforico (oltre 3,3 milioni di t annue), che si ricava dalle abbondanti piriti nazionali; un ruolo minore, ma non modesto nell'ambito europeo, rivestono anche le produzioni di fertilizzanti azotati (ca. 1 milione di t), di resine sintetiche e materie plastiche (1 milione di t), di acido nitrico (1.276.000 t) e cloridrico, di soda caustica, ecc. Particolare dinamismo hanno mostrato, nel più recente periodo, i comparti dell'elettronica e delle telecomunicazioni. La Spagna è oggi uno dei massimi produttori europei di cemento (circa 28 milioni di t annue). Conserva il suo ruolo l'industria tessile (si producono annualmente 236.000 t fra tessuti e filati). Importanza minore ha il lanificio (38.000 t fra tessuti e filati), cui si aggiungono buone produzioni di fibre tessili artificiali e sintetiche, di filati di lino, canapa, iuta, ecc. L'industria alimentare prevalente è quella saccarifera (10 milioni di q annui di zucchero), che opera per gran parte nelle aree di produzione della canna e della barbabietola da zucchero, con principali stabilimenti a Saragozza e in altri centri della valle dell'Ebro; di rilievo sono anche l'industria della birra (26 milioni di hl), gli oleifici, gli stabilimenti conservieri, quelli lattiero-caseari, ecc.; le manifatture di tabacco producono annualmente 78.500 milioni di sigarette e 607 milioni di sigari. L'industria della carta ha la sua massima estensione nelle Province Basche, in Catalogna e a Valen ia; fornisce circa 3,2 milioni annui di t di carta e oltre 1 milione di t di pasta di legno. Le lavorazioni del vetro, della ceramica, della concia delle pelli e del cuoio completano il quadro dell'industria spagnola.

Il turismo e le vie di comunicazione Un punto di forza dell’economia spagnola è rappresentato dal turismo. Oltre 50 milioni di stranieri provenienti da tutta Europa e da altri continenti visitano annualmente il Paese, richiamati dalle numerosissime città d’arte, ma anche dalle bellezze naturali e paesaggistiche sia della penisola sia delle isole (Baleari e Canarie). Ciò spiega il forte traffico di molti aeroporti, in particolare quello di Palma di Maiorca, sulle isole Baleari, che con 16 milioni di passeggeri all’anno è il secondo scalo del Paese, dopo quello di Madrid (22,5) e prima di Barcellona (13,8). Negli ultimi anni è stata ampliata la rete autostradale, che raggiunge i 6.500 km; quella ferroviaria è piuttosto vecchia: si sviluppa per 12.600 km, solo la metà dei quali elettrificati e a doppio binario. È, però, entrata in funzione la prima linea ad alta velocità: la Madrid-Ciudad Real-Cordoba-Siviglia. La carta ci consente di cogliere un’altra debolezza: le reti stradale e ferroviaria sono troppo accentrate su Madrid dove si irradia l’intera maglia. Ciò significa che non essendo tutte le principali città collegate direttamente tra di loro, per raggiungerle è necessario talvolta deviare sulla capitale. La Spagna dispone, viceversa, di numerosi porti affacciati su tutte le coste.

La Spagna è entrata nell’U.E. nel 1986 e, dal 1° gennaio del 2002 ha sostituito la sua vecchia moneta, la Peseta, con l’€uro.




GOVERNO


SUP. IN Km2


POPOLAZ.


DENSITÀ


CAPITALE


MONETA


LINGUA


RELIGIONE


monarchia cost.





76 ab./km2


Madrid


€uro


Spagnolo (80%)

Catalano (15%)

Basco (5%)

Cattolica








Privacy




Articolo informazione


Hits: 68802
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024