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I MOVIMENTI MIGRATORI

geografia







1-LA MOBILITA' TERRITORIALE pagina 201


Le cause del migrare

Se quella economica fu e rimane l'unica causa prima del migrare altre sono le cause di ordine.



& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Politico

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Etnico

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Religioso

Le migrazioni assumono un carattere quasi coatto.


& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Le guerre di religione

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    La pulizia etnica ( Hutu e Tutsi nel Ruanda e nel Burundi; Germania nazista; Italia fascista; Medio oriente)


La mobilità territoriale nel mondo globale

Sono la globalizzazione e i suoi effetti, che spostano un numero crescente di individui per ragioni di studio e di lavoro. Questo fenomeno abbastanza recente coinvolge singoli individui seppure in numero rilevante.

Sono decine di migliaia gli Italiani che lavorano all'estero per periodi più o meno lunghi occupando magari posizioni di prestigio in Paesi ricchi come in Paesi del Terzo Mondo, così come si stima che in Italia risiedano per ragioni di studio e di lavoro almeno 250.000 statunitensi, tedeschi, inglesi, francesi, greci.


2-LE MIGRAZIONI pagina 205


Tipologia


1-TEMPO

(durata dei movimenti)

definitivi

di medio - lungo periodo

stagionali

2-SPAZIO

(geografia dei movimenti)

INTERNI

(nazionali)


spopolamento montano

abbandono delle campagne

infraregionali


ESTERNI

(internazionali)

continentali

transoceanici


3-CAUSE

demografico - ambientali

religiose

politiche (esempio: guerre profughi)

economiche (povertà, carestie, epidemie)

etniche

schiavitù

4-COMPOSIZIONE SOCIALE

(soggetti)

gruppi o popoli

famiglie

singoli



maschi

femmine

5-QUALIFICA PROFESSIONALE

lavoratori non qualificati

lavoratori specializzati

emigrazione intellettuale

6-NATURA

migrazioni volontarie




regolari

clandestine

migrazioni coatte

(schiavitù)


I profughi

Masse di popolazione che non vengono trascinate altrove con la forza ma che sono ugualmente costrette a lasciare le proprie terre a causa di sconvolgimenti politici o di conflitti etnico-religiosi che rendono impossibile la permanenza in patria.

Sono 10.000 queste persone.


3-LE CONSEGUENZE DELLE MIGRAZIONI pagina 211


Bisogna prendere in considerazione il rapporto numerico, percentuale, tra il flusso di popolazione in arrivo e la dimensione della popolazione autoctona, residente nel medesimo Paese.

Riusciamo a delineare 2 situazioni estreme:

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Il numero degli immigrati supera quello degli abitanti originari

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Gli immigrati costituiscono una minoranza all'interno della popolazione autoctona.

Nel primo caso l'America del Nord anglosassone, la Russia siberiana, sono gli esempi più evidenti di un originaria bassa densità demografica, con conseguente scarsa antropizzazione delle regioni che diventano meta del flusso migratorio.

Poco alla volta i pionieri presero il sopravvento e le nuove nazioni nate dall'incontro tra abitanti originari ed emigranti sono l'espressione di società multietniche, soggette a un cambiamento sociale più rapido e spesso continuo, assai diverse da quella precedente originaria, frutto di un originale melting pot.


Nel secondo caso l'immigrato si inserisce in un contesto demograficamente forte, socialmente strutturato, all'interno del quale resta minoranza. Il sistema economico-sociale e la cultura autoctoni hanno i sopravvento e restano dominanti, anche se col tempo si determina inevitabilmente un certo scambio culturale tra i due elementi, tanto più profondo quanto maggiore è il peso numerico del flusso di immigranti.


Né ve dimenticato che la forza dello scambio interculturale dipende anche dalla tipologia delle culture a confronto, dal loro essere più o meno permeabili alle contaminazioni culturali.

Si inizia a pensare al  pericolo che il rapporto numerico tra la popolazione autoctona e gli immigrati, evolva a favore dei secondi.


Integrazione o emarginazione

Di fronte ad ogni fenomeno migratorio ci sono due tipi di prese di posizione radicali:

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Il rifiuto dell'ospite

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    L'apertura incondizionata


L'espansione biologica dell'Europa

Tra le conseguenze delle migrazioni troviamo la diffusione di prodotti, merci, animali, piante, stili di vita, e malattie.


4-I FLUSSI MIGRATORI pagina 214


& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    A popolare il mondo non è più l'Europa che da continente emigratorio è diventato terra di approdo. Ora si abbandonano le regioni in via di sviluppo per raggiungere quelle a economia avanzata tipo il terziario.

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Alle tradizionali cause del migrare se ne aggiunge una nuova: la globalizzazione. I processi di integrazione e di interdipendenza sono basati su una mobilità spaziale delle materie prime, delle merci e dei prodotti finiti, dei capitali, delle informazioni che coinvolgono anche il lavoro.

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Diversa è la composizione di flussi e la consapevolezza dell'emigrante che conosce la realtà cui va incontro.

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Maggiore è la possibilità, almeno teorica, della reversibilità della scelta l'emigrante può mantenere contatti con la famiglia e il paese d'origine che un tempo erano impensabili. Ciò facilita la possibilità del ritorno.

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    La rivoluzione delle aspettative crescenti. Così i sociologi definiscono l'atteggiamento dei giovani emigranti che aspirano ad una vita migliore.

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    La geografia dei flussi migratori si complica. Esistono differenze tra le rispettive condizioni economiche e sociali.


Dal Sud verso il Nord della Terra

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    La crescita demografica si concentra nel sud mentre la ricchezza aumenta nel nord. Nel terzo mondo la popolazione cresce più velocemente della ricchezza nazionale e persino della produzione agricola, per cui il tenore medio di vita peggiora e si dilata il distacco dai Paesi opulenti.

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    La crescita demografica nei Paesi del terzo mondo dipende anche dalla tecnologia dei Paesi sviluppati: progressi della medicina.

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Il sud del mondo dipende dal nord anche in campo alimentare: importa generi di prima necessità ed esporta prodotti voluttuari con ragioni di scambio che rendono impari il commercio.

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Una modernizzazione tecnologica ed economica del sud della terra è impensabile nel breve periodo.

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Senza capitali capaci di innescare un intenso sviluppo economico, la popolazione in età di lavoro non può essere occupata; crescono la disoccupazione e la spinta all'emigrazione.

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    La diffusione dei mezzi di comunicazione di massa crea aspettative crescenti nei Paesi emergenti, rendendo più avvertibile il divario tra ricchezze, condizioni di vita, status sociale.

& 848b17i nbsp;   & 848b17i nbsp;    Le risposte all'inevitabile pressione migratoria non possono risolversi in soluzioni nazionali, particolari.


Verso società multietniche?

Hitler aveva diffuso l'ideologia di un unico gruppo etnico puro (la razza ariana), che eliminava ogni minoranza: ebrei, zingari, comunisti e omosessuali.

La storia chiama religione della nazione questa esasperata ricerca di un'identità nazionale pura; in geografia essa coincide con la mistica dello spazio: sognare un territorio in cui viva un unico gruppo etnico che parli la stessa lingua, e possibilmente pratichi la medesima religione.









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