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Some American music forms

musica



Some American music forms


Folk music is the oldest music tradition in the world. The word "folk" means "people" and folk music is simply composed by ordinary people. American folk songs are about the life  of workers in the country or in towns, or they are simple religious songs that are sung in church.

Jazz was born at the end of the 19th century in the southern states. It is the music of black people who had once been slaves. It is a mixture of hymns, work songs and the African folk music of their ancestors.

New Orleans, Louisiana, was the first home of jazz, which is now popular all over the world.

Negro spirituals (or: gospel songs) were sung by slaves on the plantations. They usually tell biblical stories in very simple language and have repetiti 727j98h ve and easy tunes.

Rock'n' roll was born in the 1950s. It combined black and country music, but it was intended for dancing, so rythm was the main element. Elvis Presley was the singer who made rock'n' roll famous all over the world. Thousands of people visit his house in Memphis, Tennessee, every year.



One of the most exciting developments in American pop music in recent years is rap. Rap is a form of music where the singer speaks the words over rhythmic music. It is usually performed by black artists and the songs often protest against racism and police brutality. The singers generally have unusual names and the language they use in their songs is full of slang expressions that are popular in black communities in the US.


1962 - I FAVOLOSI BEATLES


Il lancio dei "Fab Four", i "favolosi quattro" giovanissimi di Liverpool, nel firmamento delle star della musica internazionale avvenne nel 1962 con l'uscita del singolo Please Please me. Il brano si piazzò subito ai vertici dell'hit parade britannica, conquistando gli ascoltatori per la sua freschezza e originalità. Il successo fu consolidato da I want to hold your hand, un pezzo accattivante che scalò rapidamente le classifiche internazionali. Se negli anni Cinquanta la colonna sonora della gioventù era stato il rock'n roll "fisico" di Elvis Presley, una vera bomba che sconvolse il conformismo imperante dell'epoca, negli anni '60 fu il sound dei Beatles a imprimere una svolta nei gusti del pubblico, stanco ormai anche della brillantina di Elvis. Ritmi  più grintosi, freschi e innovativi, look dalla presa immediata (celeberrima la pettinatura "a caschetto", quasi un marchio di fabbrica), ironia: questo il mix che conquistò alla band milioni di fan in tutto il mondo.

Non va infatti dimenticato che i Beatles (in inglese "scarafaggi") furono il primo gruppo britannico a riscuotere un clamoroso successo anche negli USA, aprendo la strada a quella che i media definivano "british invasion". La loro partecipazione nel 1964 al popolare programma televisivo Ed Sullivan Show ebbe effetti dirompenti: i loro dischi balzarono in vetta alle classifiche e i concerti dal vivo suscitarono un tale entusiasmo, al limite del parossismo, da mettere in ombra qualsiasi evento musicale precedente. L'isterismo delle fan, gli svenimenti, gli appostamenti di ore davanti agli alberghi dove alloggiava il mitico quartetto, che contrassegnarono la tournée americana della band, fecero parlare di una vera e propria Beatlesmania.

Nei 10 anni di attività comune lo stile dei Beatles subì delle profonde trasformazioni, in linea con il mutare dei tempi. Dai brani orecchiabili come Please Please Me, Love Me Do, si passò a opere decisamente più complesse come quelle contenute nel'album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band del 1967, dai testi raffinati e dalla struttura musicale caratterizzata dalla combinazione di tecniche e stili, dalla musica elettronica alle sezioni d'archi tipiche dei brani sinfonici.

Sperimentatori attenti all'evoluzione del gusto, i Beatles tentarono anche l'avventura del cinema, traducendo in immagini le suggestioni dei loro brani più famosi (come Yellow Submarine), dando vita a interessanti e vivaci contaminazioni di musica, immagini e cartoni animati. E poi furono anche la prima band della storia della musica pop a fondare una propria casa discografica, la Apple Records.

Dopo lo scioglimento del gruppo nel 1970, i quattro intrapresero carriere da solisti più o meno fortunate. Nel 1980, cinque colpi di pistola esplosi da uno squilibrato misero fine alla vita dell'amatissimo leader della band, John Lennon, ma non alle pressioni delle case discografiche e dei fan per la riunificazione dei Beatles.

I tre componenti superstiti della band hanno suonato per l'ultima volta insieme nel 1955, incidendo un brano inedito di Lennon, Free as a bird.


GLI HIPPY


Lo scontento e il disagio delle nuove generazioni, pur evidenti e in un certo senso drammatici, non erano però sostenuti da una forte consapevolezza ideologica. Il rifiuto del modello di vita dominante, non accompagnato da un progetto alternativo, finiva per consumarsi di solito in una sorta di sterile protesta o in una vana e confusa ricerca esistenziale. A cambiare almeno parzialmente la situazione fu, agli inizi degli anni '60, il movimento degli hippy (coloro che hanno mangiato la foglia), sorto non a caso in uno dei più opulenti stati americani, la California. I giovani che ne facevano parte si resero conto che la società dei consumi, pur avendo innalzato il benessere generale e favorito di conseguenza un apparente livellamento del tenore di vita dei cittadini, nascondeva dietro la facciata festosa e rassicurante un'anima autoritaria e sostanzialmente disumana. Infatti non solo l'uguaglianza era ben lontana dall'essere realizzata, ma anzi le nuove élite si servivano dei moderni mezzi di comunicazione di massa per accentrare sempre di più nelle loro mani ogni forma di potere. Attraverso una pubblicità martellante e ossessiva, quale mai era stato possibile attuare in precedenza, esse erano in grado di assicurarsi il consenso politico e di imporre consumi, per lo più superflui, ai cittadini, i quali, per poterli realizzare, si vedevano costretti a lavorare a ritmi frenetici e a produrre, di conseguenza, una crescente ricchezza destinata a finire nelle mani dei ceti dominanti. Quel modello sociale, quindi, minacciava in forme sotterranee e ambigue la libertà individuale e riduceva l'essere umano al ruolo di semplice produttore e consumatore di beni, soddisfacendone i beni materiali, ma annientando ogni esigenza dello spirito. Protagonista, spesso inconsapevole, di questo processo era un uomo ridotto "a una dimensione", come ebbe a dire il filosofo tedesco Herbert Marcuse, un uomo cioè privato della sua capacità critica e della sua coscienza, e legato unicamente ad interessi materiali, perciò facilmente influenzabile.



Consapevoli di questo stato di cose milioni di ragazzi americani, percercare di sfuggire al pericolo che sentivano incombere su di loro, misero in atto comportamenti ostentatamente anticonformisti, chiedendo a gran voce il diritto di realizzare un'esistenza libera dalla schiavitù del lavoro, dei consumi e del denaro. Gli hippy si lasciarono crescere i capelli in modo disordinato e vestirono abiti assolutamente inconsueti, spesso di foggia orientale (larghe tuniche dai colori sgargianti, papaline, sandali, ecc.). Riuniti in folti gruppi fuori dalle grandi città, presero a condurre un'esistenza nomade e promiscua, di tipo comunitario, predicando l'amore e il diritto dell'uomo a una vita libera dalla violenza della guerra e dalle istituzioni, negando la legittimità delle discriminazioni razziali, vantando l'uguaglianza dei sessi. "Fate l'amore, non la guerra" divenne lo slogan universalmente noto di questi giovani sempre in viaggio per l'America, capaci di vivere con risorse economiche limitatissime, immancabilmente accompagnati dalle loro strepitanti chitarre. La musica fu infatti uno degli aspetti più tipici e importanti dell'esperienza esistenziale degli hippy, che trasferirono nelle loro canzoni gli ideali pacifisti di cui erano sostenitori. Nell' agosto del 1969, a Woodstock, non lontano da New York, ebbe luogo il più grande raduno musicale della storia, al quale pareciparono oltre 450.000 ragazzi di tutto il mondo, che, arrivati in autostop, dormivano e facevano l'amore sotto la pioggia e in mezzo al fango, fumavano hashish e bevevano birra aspettando per ora ed ore in una calca asfissiante che i gruppi salissero sul palco per esibirsi.

Purtroppo la breve storia di questo movimento fu strettamente legata alla droga, in particolare all' LSD, come dimostrarono in modo impressionante le morti per overdose, avvenute all'inizio degli anni Sessanta, dei tre miti della musica hippy: Janis Joplin, Jini Hendrix e Jim Morrison.

Al di là dei loro aspetti più pittoreschi e magari discutibili (come, appunto, l'uso degli allucinogeni), bisogna riconoscere che i giovani contestatori americani seppero cogliere, pur in forme talora confuse, quanto di più negativo esprimeva il modello sociale americano. A loro merito va ascritta inoltre la decisa reazione al retorico patriottismo con cui il governo degli USA tentava di giustificare la sempre più cruenta guerra del Vietnam, che essi contestarono fermamente, anche se con metodi magari bizzarri.


1968 - PRAGA, LA  PRIMAVERA TRADITA


Le prime manifestazioni studentesche e le critiche delle associazioni di intellettuali verso la politica del Partito comunista determinarono nell'autunno del 1967 aspre discussioni all'interno del Partito stesso, che si risolsero, all'inizio del 1968, con la nomina a primo ministro di Alexander Dubcek. Insediandosi il 5 gennaio il governo Dubcek diede subito inizio al "nuovo corso" riabilitando, come primo atto, gli scrittori e tutte le vittime del dissenso dell'epoca stalinista. Accompagnati da grande partecipazione popolare cominciarono quei processi di trasformazione che andavano orientandosi verso il "socialismo dal volto umano". Dopo una serie di ammonimenti e pressioni politiche, nella notte tra il 20 e il 21 agosto, i carri armati del Patto di Varsavia varcarono i confini della Cecoslovacchia ed entrarono a Praga. L'accanita resistenza della popolazione non riuscì ad arrestare la repressione sovietica. Messo in atto un inesorabile processo di "normalizzazione", Dubcek venne arrestato e trasferito a Mosca, mentre a capo dello Stato e del Partito veniva insediato Gustav Husak, che agli inizi del 1969 dava corso a una sistematica opera di epurazione del Partito e di spietata repressione di ogni forma di dissenso. Dubcek, riabilitato dopo la "rivoluzione di velluto" del 1989, divenne il primo presidente liberamente eletto nel Paese.







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