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Il classicismo viennese: Joseph Haydn e Wolfang Amadeus Mozart

musica



Il classicismo viennese: Joseph Haydn e Wolfang Amadeus Mozart


Haydn (1732-1809): si stabilì nella capitale solo in tarda età negli anni Novanta dopo aver passato tutta la prima parte della sua vita in provincia. Negli ultimi anni 50 troviamo H. al servizio di famiglie nobili. Le composizioni di questo periodo riflettono abbastanza fedelmente le tendenze di quegli anni nei due settori della musica sacra e della musica strumentale.

Al servizio di Miklos Antal Esterhazy per vent'anni in un castello esagerato. La sessantina di sinfonie che egli compose in questi vent'anni per il servizio principesco rappresenta il documento forse più significativo delle facoltà inventive del compositore. Opere che diventano famose: Merkur, 545i85f La passione, Sinfonia degli adii, Maria Theresia, Il Maestro di scuola, Laudon...Anche nel campo del quartetto. Fino ai sei quartetti opera 20 del 1772 Haydn non adotta il termine moderno ma la più arcaica dizione di divertimento.

Dà un'attenzione particolare al pianoforte: sonate opera 13 e 14 in cui la tecnica pianistica comincia ad acquistare un propria individualità. Opere sacre: Grosse Orgelmesse e la Cacilienmesse. Liberalità nel concedere spazio a un gusto moderno impregnato di vena melodrammatica. In Italia queste due tendenze contrapposte erano rappresentate dalla scuola bolognese e da quella napoletana.



Una messa di questo tipo viene definita come messa-cantata. Il coro interveniva in forme omoritmiche o anche in forme fugate e questo era il punto di legame con l'antico stile severo.

Fra le molte opere da lui composte (quasi tutte opere comiche) "La cantarina", "Lo speziale" "L'infedeltà delusa", "Il mondo della luna" sono altrettanti esempi di questa versione nobile della tradizione buffa italiana.

Lucrose commissioni.

Quando nel 1790 muore il suo grande mecenate egli si trova libero di se stesso e si trasferisce a Vienna. Compone per la società concertistica di Salomon le sue ultime 12 sinfonie. Agli anni Novanta risalgono anche le ultime 4 Sonate per pianoforte con cui si conclude un'avventura stilistica durata mezzo secolo.

Compone degli oratori: Die Schopfung (la Creazione, 1798) e Die Jahrzeiten (Le stagioni, 1801).


Mozart (1756-1791): sfruttato molto dal padre per grande talento. Lunghi viaggi che sicuramente influirono sulla salute cagionevole. Dal 1769 al 1771 rimane con il padre in Italia: due esecuzioni milanesi del Mitridate nel 1770 e dell'Ascanio in Alba. Morte dell'arcivescovo di Salisburgo gli toglie molti favori e il nuovo vescovo Colloredo non è così permissivo. Padre e figlio nel 1773 possono anche allontanarsi da Salisburgo (tra il 1773-1774 piena maturità artistica). Le opere del 1773 portano numeri di catalogo che si aggirano tra il k160 e il k 180 (K sta per Kochel come editore).

Fra autunno 1773 e primavera 1774 compone a Salisburgo cinque sinfonie, poi tra il 1774 e il 1775 altre cinque sonate. Uso del pianoforte non è più intercambiabile con quello del clavicembalo.

Tre concerti per pianoforte e orchestra composti tra il 1776 e il 1777 modello di dialogo tra il pianoforte e l'orchestra.

Nel 1777 incidente serio con Colloredo e Mozart si licenzia e con la madre parte per un viaggio che muore a Parigi. Ritorna a Salisburgo accettando un altro incarico di Colloredo nel 1779. Si allontana definitivamente nel 1781 ma quel periodo è molto creativo. Composizione dell'Idomeneo in scena nel 1781. Ciò che colpisce è densità di linguaggio e la capacità di sbalzare con precisione il profilo psicologico dei personaggi. Si reca a Vienna con Colloredo dopo la morte di Maria Teresa nel 1781. Dal 1781 è libero e produzione riflette cambiamento di status: diminuiscono produzioni di musica sacra. Incontra Haydn, Lorenzo da Ponte. Nel 1785 entra nella Massoneria. Amicizie favorite anche dal successo del Ratto del Serraglio che avvenne nel 1782: storia di Belmonte e Costanza rapita dal Pascià ha un fondo autobiografico (Mozart rapisce Costanze Weber per sposarla).

Quattro anni dopo (1786) furono rappresentate Le nozze di Figaro su libretto di Da Ponte tratto dalla commedia di Beaumarchais. Non accettata perché gusto medio era più per l'opera buffa all'italiana. Successo a Praga.

Don Giovanni: sempre con collaborazione di Da Ponte (eseguita a Venezia nel 1787).

Negli ultimi 5 anni della sua vita Mozart vide gradualmente declinare gli entusiasmi.

Le ultime tre sinfonie tutte scritte nel 1788 ebbero fortuna così duratura da non uscire mai dal repertorio neppure nel secolo successivo: Sinfonia in do maggiore k 551...

Viaggi ancora e intanto compone per il teatro di corte "Così fan tutte", "Il flauto magico" per il popolare teatro viennese Auf den Wieden e "La clemenza di Tito" per Praga. I tre ultimi lavori teatrali appartengono a tre generi diversi: il primo è un'opera comica, il secondo è un'opera seria, il terzo è un Singspiel.

FLAUTO MAGICO: favola che poteva soddisfare gusti popolari e intellettuali. Vicenda ambientata in una fantastico antico Egitto narra le vicende del principe Tamino che dopo aver superato una serie di prove di eroismo e di virtù diventa degno di essere ammesso insieme all'amata Pamina nel regno di Sarastro. Nelle sue prove è accompagnato dall'uccellatore Papageno che riesce anch'egli a guadagnarsi la possibilità di ottenere in moglie la bella Papagena.





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