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L'ALEPH - Jorge Luis Borges -

generale



L'ALEPH -

Jorge Luis Borges -





(data prima pubblicazione: 1952)


L'Aleph è da considerarsi un romanzo fantastico di grande impatto. Composto da 17 racconti brevi, le sue ambientazioni variano dall'Argentina all'Egitto, 141h73b dalla Germania all'India; e anche la dimensione temporale (e di conseguenza il contesto storico) variano in modo eterogeneo. Appunto per questo non penso sia possibile riassumerli tutti; ritengo, invece, più utile delinearne le strutture e i temi.


Borges esprime il sentimento per i temi fondamentali dell'esistenza, quali sono il tempo, l'eternità, la morte, la personalità e il suo sdoppiamento, la pazzia, il dolore e il destino, attraverso un linguaggio curato, (che fa di lui, in un certo senso un umanista), ricco di simboli e metafore (che altro non sono che i suoi racconti). Proprio il fatto che Borges costruisca il suo linguaggio in funzione della comprensione del lettore, lo identifica come classico o umanista; umanesimo, questo, frutto maturo della cultura, che non può fare a meno di riferimenti e citazioni[i]. Questo simbolismo, invece, denota la faccia fantastica e paradossale della scrittura di Borges.. Temi universali, ma che appaino costantemente legati al sentimento dell'unicità irripetibile del individuo, e al contempo del sentimento tragico dell'incomunicabilità. In definitiva, l'opera di Borges, è tutta una costante ricerca, dalla quale esulano il metodo, il rigore, il sistema, ma dove l'intuizione trionfa e betta la luce su un universo sospeso tra la norma e l'assurdo, tra l'ordine e il caos; il cui riscatto, seppure parziale, dall'incomprensibile è unicamente confidato all'uomo.




Biografia - bibliografia :


Nato il 24 agosto 1899 a Buenos Aires, figlio di un insegnante, B. fu educato a Ginevra e visse brevemente in Spagna. Nel 1921 tornò in Argentina dove scrisse "il fervore di Buenos Aires" (1923, "la luna di fronte" (1925), "il quaderno di san martino" (1929).

Negli anni trenta B. divenne progressivamente cieco; ciò nonostante lavoro alla libreria nazionale dal 1938 - 47, e ne fu il direttore dal 1955 - 73. Durante questo periodo passò dalla poesia alle corte finzioni narrative per le quali ora è famoso. "le finzioni" (1945) è forse la più importante collezione di racconti brevi. Altri sono "racconti straordinari" (1955), "il libro delle esistenze immaginarie" (1967), " labirinti" (1962), "altre inquisizioni" (1952), "Antologia personale" (1961). Morì a Ginevra il 14 giugno 1986.





[i] Lui stesso definisce i sui romanzi come "l'irresponsabile giuoco di un timido che non si decise a scrivere racconti e che si distrasse nel falsificare e nel commentare (senza giustificazione estetica, allora) storie altrui."

da la pref.ne di - Historia universal de la infamia -]




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