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LA STRATIFICAZIONE SOCIALE

sociologia



LA STRATIFICAZIONE SOCIALE


Tutte le società fanno delle distinzioni in base al colore della pelle, al livello di istruzione, all'età, al sesso. Il risultato di queste differenze è la disuguaglianza sociale. Parliamo di disuguaglianza sociale ogni qual volta l'accesso  alle ricompense sociali risulta determinato dalle caratteristiche di un individuo io di un gruppo. Questa disuguaglianza viene trasmessa da una generazione all'altra: potremmo dire che gli individui da sempre si raggruppano in "strati", cosicché la società si dice stratificata.

La stratificazione sociale è la disuguaglianza strutturata di intere categorie di individui che hanno un accesso differenziato alle ricompense sociali in conseguenza del loro status nella gerarchia sociale. Gli individui che sono in possesso di uno status superiore godono di privilegi migliori rispetto agli individui che possiedono uno status inferiore. Per cui durante tutto il corso della storia la stratificazione sociale è stata all'origine di tensioni, di rivoluzioni, di cambiamenti sociali.




  1. I sistemi di stratificazione

I sistemi di stratificazione variano fortemente da una società all'altra. Ogni sistema di stratificazione può essere chiuso o aperto. In un sistema chiuso i confini tra gli strati sono chiari e definiti e non è possibile a nessuno cambiare il proprio status. In un sistema aperto, invece, i confini tra gli status sono flessibili ed è quindi possibile agli individui cambiare il proprio status. Il sistema di tipo chiuso è detto sistema di casta: lo status sociale di una persona è determinato esclusivamente dalla nascita ed è quindi uguale a quello dei genitori. Una caratteristica del sistema di casta è l'endogamia, ossia agli individui di un gruppo è consentito sposarsi solo con gli individui dello stesso gruppo. Nel mondo moderno i sistemi di casta sono diventati una cosa rara.

Il sistema di tipo aperto è detto sistema di classe: in questo sistema non esistono restrizioni formali nei confronti dei matrimoni tra persone appartenenti a classi diverse. Quindi lo status è almeno in aparte acquisito. Troviamo generalmente due classi principali: una molto ricca costituita dai proprietari terrieri e una molto povera dei contadini. Nella società industriali invece ci sono di solito tre classi principali: una classe superiore di elite, una classe media di professionisti, e una classe molto numerosa di operai e lavoratori con scarsa qualificazione.

Importante nel parlare di stratificazione sociale è il concetto di mobilità sociale ossia il passaggio da uno status all'altro. In una società, quanto più alto è il grado di mobilità, tanto più aperto è il sistema di stratificazione. Abbiamo 4 tipi di mobilità:

MOBILITA' ORIZZONTALE: consiste nel passare da uno status ad un altro più o meno equivalente;

MOBILITA' VERTICALE: comporta il passaggio da uno status a un altro più alto o più basso;

MOBILITA' INTRAGENERALZIONALE: comporta che il cambiamento di status (orizzontale o verticale) si realizzi nell'ambito della carriera di un individuo;

MOBILITA' INTERGENERAZIONALE: il cambiamento (orizzontale o verticale) riguarda le persone di generazioni successive di una famiglia.

Abbiamo detto che in un sistema di classi i confini tra gli strati sono così incerti che probabilmente molti non hanno un'idea ben chiara circa la propria appartenenza di classe.

L'Analisi di MARX

Marx definì una classe come l'insieme di tutti gli individui che hanno gli stessi rapporti nei confronti dei mezzi di produzione. Coloro che possiedono e controllano i mezzi di produzione costituiscono la classe dominante. Coloro che lavorano al loro servizio costituiscono la classe subordinata. La definizione marxista di classe ha avuto una grande influenza. Tuttavia lascia numerosi dubbi se applicata alla società industriale moderna. Ad esempio: a quale classe sociale appartengono gli sbandati, i barboni? A quale classe appartiene un ricco chirurgo negro che subisce quotidianamente pregiudizi e discriminazioni?


L'analisi di WEBER

Weber cerca di affrontare questi problemi introducendo nel concetto di classe tre criteri distinti:

POTERE: capacità di un individuo o di un gruppo di imporre in una sfera della vita sociale la propria validità per conseguire degli scopi;

RICCHEZZA: consiste nel possedere molti beni oltre il necessario;

PRESTIGIO: valutazione positiva che la maggioranza delle persone ha nei confronti di una persona attribuendogli addirittura uno status più elevato.

Potere, ricchezza e prestigio possono essere indipendenti l'uno dall'altro, ma in pratica sono per lo più strettamente associati.


Esempi di società stratificate sono l'India (società di caste), la Gran Bretagna (società di classe) e l'Unione Sovietica (società caratterizzata dalla non esistenza né di caste né di classi).


  1. La conservazione delle disuguaglianze: il ruolo dell'ideologia

I sistemi di stratificazione continuano ad esistere. La ragione è molto semplice: la disuguaglianza viene data per scontata, tutti la considerano una cosa naturale. A volte capita che il sistema politico è legittimato da un'ideologia, cioè da un insieme di credenze che spiega e giustifica un dato sistema sociale. È stato Marx ad esplorare il ruolo delle ideologie. In ogni società l'ideologia dominante è sempre quella della classe dominante ed è sempre diretta a giustificarne gli interessi economici. Potremmo chiederci però perché i gruppi subordinati accettano l'ideologia dei gruppi dominanti? Il fenomeno per cui questi accettano il sistema è stato definito da Marx falsa coscienza: gli appartenenti alle classi sociali più basse attribuiscono il loro status al destino, alla fortuna, alla volontà di Dio o ad altri fattori che sfuggono al loro controllo. Soltanto se i membri della classe subordinata acquisiscono una coscienza di classe cominciano a mettere in dubbio la legittimità del sistema. Allora essi sviluppano un conflitto di classe.  

Teorie della stratificazione

Perché tutte le società sono stratificate?

APPROCCIO FUNZIONALISTA: i funzionalisti sostengono che la stratificazione, essendo 323j92d un fenomeno universale, deve avere una qualche funzione nel tenere insieme la società. In effetti alcuni ruoli sociali richiedono sia particolari talenti sia un lungo periodo di addestramento. Quindi una società per funzionare deve escogitare dei meccanismi per attrarre verso questi ruoli le persone che hanno il talento e l'abilità necessari per svolgerli. È necessario quindi che questi ruoli offrano come ricompensa ricchezza, potere e prestigio in modo da incentivare le persone ad assumerli. Questa distribuzione disuguale delle ricompense sociali è funzionale per la società perché fa si che i ruoli che richiedono talenti rari vengano svolti dagli individui più capaci.

APPROCCIO DEL CONFLITTO: i teorici che si rifanno a una prospettiva del conflitto respingono l'immagine funzionalista. Essi pensano invece che il conflitto di valori e di interessi sia insito in ogni società. La stratificazione esiste esclusivamente perché chi possiede la ricchezza e il potere è deciso a mantenere i suoi privilegi.

APPROCCIO EVOLUTIVO: la disuguaglianza sociale è funzionale nella società ed esiste da sempre perché esistono le lotte di classi. In ogni caso dobbiamo ricordare che la stratificazione è costruita socialmente ed è quindi socialmente modificabile.


CAP 11: CLASSI SOCIALI E DISUGUAGLIANZE


Uno dei fattori più importanti che determinano e rendono manifeste le disuguaglianze sociali esistenti nei paesi è quello delle classi sociali. Tali classi si distinguono in base alla diversa distribuzione di ricchezza, potere e prestigio. Ricordiamo che la ricchezza consiste nel possedere molti beni oltre il necessario; il potere è la capacità di un individuo o di un gruppo di imporre in una sfera della vita sociale la propria volontà per conseguire degli scopi; il prestigio è la valutazione che la maggior parte della popolazione ha nei confronti di un individuo o di un gruppo, attribuendogli una posizione superiore.

Ci sono vari modi per definire l'appartenenza ad una classe. Nella tradizione sociologica troviamo tre diversi metodi:

metodo reputazionale: ovvero il ricercatore si rivolge alle persone chiedendo a quali classi appartengono i vari gruppi di individui che risiedono nella loro stessa comunità;

metodo soggettivo: consiste nel chiedere a una moltitudine di individui a quale classe sociale essi ritengono di appartenere;

metodo oggettivo: è il ricercatore ad assegnare gli individui alle diverse classi che ha prima definito in base a dei criteri.


Le classi sociali in America

I principali gruppi di classi presenti in America sono:

- la classe superiore che dispone di almeno ¼ della ricchezza del paese; i suoi membri occupano le posizioni dei massimi livelli del potere politico ed economico. Essa è suddivisa in due strati: lo strato inferiore (la ricchezza dei suoi membri può essere uguale o superiore, ma essendo di recente acquisizione, manca del requisito di eccellenza necessario per avere accesso ai circoli sociali dell'elite); lo strato superiore (a cui appartiene la vecchia aristocrazia, le grandi dinastie dei ricchi di antica data).

- la classe media: i suoi valori si identificano con il nucleo dell'etica dominante del paese, i suoi atteggiamenti e i suoi gusti trovano un generale riconoscimento e sono ancora rafforzati dai politici, dai mass media, dalla pubblicità e dalla scuola. Anche in questa classe si distinguono due segmenti: la classe medio superiore (composta dai professionisti che godono di un reddito elevato), lo strato inferiore (condividono sostanzialmente gli stessi valori, ma non possiedono i mezzi economici e i requisiti di istruzione necessari per permettersi lo stesso stile di vita dei membri dello strato più alto. Si tratta di piccoli commercianti, insegnanti).

- la classe inferiore: è composta da individui che, per il tipo di lavoro svolto e per il livello di istruzione, non godono dello status e dello stile di vita americano tipico accreditato dai mass media. Anche qui si possono distinguere due strati: quello superiore composto dalla classe operaia, e quello inferiore che comprende i poveri senza dignità, i disoccupati cronici, gli alcolizzati.

Le classi sociali in Italia

Labini distingue tre grandi categorie nella distribuzione del reddito nazionale, ossia tre grandi classi sociali nel nostro paese: i proprietari fondiari (rendita fondiaria), i capitalisti agrari,industriali e commerciali (profitto) e i lavoratori dipendenti (salario). Egli individua anche la categoria dei redditi misti, quali quelli dei coltivatori diretti, degli artigiani e dei piccoli commercianti, definendoli la piccola borghesia relativamente autonoma.

I una società come quella italiana, la distribuzione del reddito oggi dipende congiuntamente, dalla proprietà privata dei mezzi di produzione, dal controllo politico e amministrativo del processo di accumulazione e dai diversi gradi di istruzione e di qualificazione di coloro che lavorano.


LA POVERTA

La povertà può essere definita i due modi: in termini di privazione assoluta, ossia come mancanza dei mezzi di sostentamento fondamentali, o in termini di privazione relativa, ossia come incapacità di mantenere il tenore di vita al livello comune nella società.

La privazione assoluta si riferisce alla situazione in cui una persona non riesce a far fronte ai bisogni fondamentali che riguardano le cure mediche, l'alimentazione, l'abitazione e il vestiario. La privazione relativa si riferisce alla situazione in cui una persona, pur riuscendo a procurarsi i mezzi di sostentamento essenziali, non è in grado di mantenere il tenore di vita al livello considerato normale nella società.



CAP 14: LA FAMIGLIA


La famiglia è la più importante e la più antica di tutte le istituzioni. Ma il costante aumento del tasso di divorzi, la crescita delle nascite illegittime, il cambiamento nel ruolo delle donne fanno pensare che questo sistema è destinato a scomparire. Ma cos'è esattamente una famiglia?

L'idea classica è quella composta da marito, dalla moglie e dai figli conviventi. Possiamo dunque affermare che la famiglia è un gruppo relativamente stabile di individui legati tra loro da un'ascendenza comune, dal matrimonio o dall'adozione, che convivono formando un'unità economica e i cui membri adulti assumono la responsabilità dei più piccoli.


Il matrimonio e la parentela

Quasi tutti trascorrono la maggior parte della loro esistenza in due famiglie: nella famiglia di orientamento, cioè in quella in cui sono nati, e nella famiglia di procreazione che essi stessi creano successivamente. In tutte le società ci si aspetta che la famiglia si formi attraverso il matrimonio. I figli di genitori sposati sono considerati tra loro legittimi, perché la società può assegnare i ruoli sociali di madre e di padre a persone precise. I bambini nati in una famiglia che non si è formata attraverso il matrimonio sono considerati illegittimi.

La famiglia si colloca all'interno di un tessuto sociale più ampio: la parentela, un insieme di individui legati da vincoli di ascendenza comune, di adozione e di matrimonio.

Abbiamo diverse prospettive che si interrogano sul ruolo della famiglia:

la prospettiva funzionalista: secondo la quale la famiglia svolge diverse funzioni fondamentali in tutte le società:

di regolamentazione del comportamento sessuale: il sistema familiare formatosi con il matrimonio indica con chi e a quali condizioni gli individui possono accoppiarsi;

di sostituzione dei membri:  i ruoli di madre e di padre assolvono importanti funzioni sociali che verranno ereditate dai figli;

di socializzazione: la famiglia è il primo contesto dove avviene la socializzazione;

di cura e protezione: la famiglia offre un'atmosfera intima e costituisce al tempo stesso un'unità economica che permette di soddisfare tutti i bisogni;

di collocazione sociale: la nascita legittima nell'ambito di una famiglia conferisce agli individui una posizione stabile nella società.

la prospettiva del conflitto: i teorici del conflitto affermano che la famiglia è la principale istituzione nella quale si manifesta il dominio dell'uomo sulla donna. Ma il fatto che le donne si siano trovate in una posizione subordinata in tutti i sistemi familiari del passato non significa necessariamente che l'idea stessa della famiglia sia di per sé ingiusta. In ogni caso possiamo affermare che la famiglia moderna è sottoposta a tensioni talmente forti che sempre più spesso è teatro di violenze.




I modelli familiari

Tutte le società considerano il proprio modello di matrimonio, di famiglia e di parentela come qualcosa che è ovviamente giusto, adeguato e, di solito, voluto e dato da Dio. Ogni nuovo modello di famiglia che si allontani dalla forma "tipica" viene spesso giudicato immorale e indesiderabile.

Un'analisi comparativa

I modelli di famiglia di altre culture mettono in discussione molte delle nostre idee sulla natura del matrimonio. Una cosa comune è che in tutte le società esiste un tabù dell'incesto che proibisce i rapporti sessuali nell'ambito di certi rapporti di parentela. Sembra che l'origine del tabù dell'incesto risieda in tre ragioni principali:

1) impedisce il sorgere di rivalità e di ostilità nell'ambito della famiglia;

il tabù impedisce la confusione dei ruoli all'interno della famiglia;

3) garantisce che la prole si sposi entro altre reti parentali.

Visto che esiste una gran varietà di modelli familiari i sociologi impongono un ordine concettuale facendo ricorso a sei dimensioni fondamentali:

Forme di matrimonio: può essere monogamico (un solo uomo e una sola donna) o poligamico (quando una persona si sposa simultaneamente con due io più persone dell'altro sesso). Si parla di poliginia se è l'uomo ad avere più mogli e di poliandria se è la donna ad avere più mariti.

Partner preferenziale: alcuni gruppi si attendono o esigono che i loro membri si sposino al di fuori del gruppo: questo modello prende il nome di esogamia che favorisce il formarsi di alleanze tra gruppi diversi.

Forme di famiglia: abbiamo la famiglia estesa, quando più di due generazioni vivono nella stessa casa o in abitazioni contigue; la famiglia nucleare, ossia il gruppo familiare si compone di genitori e della prole e vive in una residenza separata da quella degli altri coniugi; la famiglia semplice, formata da una sola unità coniugale;la famiglia dei solitari (una sola persona); la famiglia senza unità coniugale (formata da persone con altri rapporti di parentela- fratelli o sorelle- ma non sposati)

Modelli di residenza: si dice patrilocale se una coppia appena sposata va a vivere con la famiglia dello sposo o matrilocale se va a vivere con la famiglia della sposa. Si parla di modello neolocale se invece una nuova coppia va a vivere da sola.

Modelli di autorità: abbiamo un modello patriarcale, in cui l'ultima parola spetta sempre al marito, e matriarcale, molto raro, che da alle donne una posizione di autorità definitiva.

Discendenza ed eredità: abbiamo il sistema patrilineare, la discendenza e l'eredità seguono la linea maschile della famiglia; il sistema matrilineare, la proprietà si trasmette solo in linea femminile, e il sistema bilaterale, la discendenza e l'eredità seguono sia la linea maschile che quella femminile.


Matrimonio e famiglia nel mondo occidentale

Nei paesi dell'Occidente si dà immancabilmente per scontato che tutti si innamorino, si sposino, abbiano dei figli e vivano per tutta la vita felici e contenti con il partner che hanno scelto. Ma è probabile che un numero grande di persone finisca per constatare che la vita matrimoniale si colloca al di sotto delle aspettative. Per capire le motivazioni che portano la famiglia al divorzio i sociologi esaminano vari fenomeni che vanno dall'amore romantico alle cause delle crisi matrimoniali.

- L'amore romantico

La maggior parte degli occidentali pensa che l'amore romantico sia un ingrediente essenziale per un matrimonio che voglia avere successo. Il fenomeno dell'amore romantico si verifica OGNI QUAL VOLTA DUE GIOVANI SI INCONTRANO E PROVANO UNA RECIPROCA ATTRATTIVA AFFETTIVA E FISICA. L'AMORE ROMANTICO è UN NOBILE IDEALE, MA IL MATRIMONIO può fondarsi anche su delle considerazioni molto più pratiche. Si tratta di un fenomeno importante per tre ragioni:

1)aiuta i giovani partner ad allentare i loro vincoli con le rispettive famiglie di orientamento;

2)offre alla coppia un sostegno affettivo nelle difficoltà;

3)serve da esca per stimolare le persone a sposarsi.

- Il corteggiamento e il matrimonio

Un sistema di corteggiamento in sostanza non è altro che un mercato matrimoniale. Nel processo di selezione del partner i diversi sistemi di corteggiamento variano a seconda dello spazio concesso alla libertà di scelta dell'individuo. Nelle società preindustriali la pratica del corteggiamento se veniva fatta consisteva in piccoli sguardi. Nelle società nucleari invece si lascia ai partner più libertà.

Il divorzio

Il divorzio costituisce il riconoscimento ufficiale che il matrimonio è fallito ed è quindi un'esperienza traumatica per tutti coloro che si trovano coinvolti. Fino a pochi anni fa la grande maggioranza degli stati prevedeva il divorzio solo in caso di comprovata "colpa" di uno dei coniugi. Oggi quasi tutti gli stati prevedono l'ipotesi del divorzio senza colpa, accogliendo come fondamento l'incompatibilità pura e semplice. Il divorzio è particolarmente diffuso tra le coppie che vivono nei centri urbani, tra quelle che si sono sposate in giovane età, tra quelle che si sono sposate dopo un periodo di conoscenza breve, e tra quelle i cui parenti e amici hanno disapprovato il matrimonio. In linea di massima le persone che hanno maggiori probabilità di divorziare sono quelle che si pensa che dovrebbero aver avuto meno probabilità di sposarsi.

Le cause delle crisi matrimoniali

Le cause dei fallimenti matrimoniali sono numerose, ma le principali sono le seguenti:

le tensioni della famiglia nucleare nella famiglia nucleare i coniugi sono soggetti a una dipendenza reciproca. Il fatto che uno dei due non sia all'altezza delle aspettative dell'altro mette a repentaglio il matrimonio.

L'affievolirsi dell'amore romantico: nella convinzione che l'amore romantico è l'unico fondamento possibile del successo del matrimonio, molte persone non credono più nel proprio matrimonio e cominciano a cercare altrove altri idilli.

Il cambiamento del ruolo della donna: un tempo nelle società occidentali il ruolo della moglie era definito come quello di casalinga. Ma un numero crescente di donne respinge questo ruolo mettendo in crisi la struttura tradizionale della famiglia nucleare. La crescente indipendenza economica fa si che la donna possa richiedere più facilmente il divorzio.

La permissività sessuale: la famiglia nucleare è fondata sull'idea della fedeltà coniugale, ma una crescente permissività sessuale incoraggia molte persone a cercare soddisfazione sessuale al di fuori dell'ambito coniugale, oppure ad avere esperienze sessuali prima del matrimonio.


CAP 15: L'ISTRUZIONE


Nelle società preindustriali la scuola era riservata esclusivamente a coloro che si dedicavano a coltivare il proprio intelletto considerando questa attività come fine a se stessa. Ma con l'avvento dell'industrializzazione la scolarizzazione di massa è diventata una necessità. In tutte le società industriali l'istruzione è un'istituzione di importanza cruciale. Le società industriali moderne hanno isituito un'organizzazione che prevede l'obbligo scolastico per gli individui di una certa fascia d'età, dunque, l'istruzione è la trasmissione sistematica e formalizzata di conoscenze, abilità e valori. Le ragioni della grande importanza dell'istruzione sono molteplici. In primo luogo, la disponibilità di una grande massa di individui istruiti e alfabetizzati è essenziale per la sopravvivenza di ogni società industriale avanzata. In secondo luogo la laurea e il diploma sono diventati una valida risorsa nella competizione per ottenere buoni posti di lavoro. Infine, quasi tutti i popoli nutrobno una grande fiducia nelle virtù dell'istruzione di massa, anche se ciò significa portare milioni di persone a conseguire un titolo di studio molto più alto rispetto a quello richiesto dalla maggior parte delle occupazioni esistenti.

Secondo Thomas Jefferson le scuole sono necessarie per garantire il successo della democrazia. Esse possono servire al raggiungimento di numerose finalità pratiche.


La prospettiva funzionalista

Essa spiega le specifiche funzioni che si possono attribuire alla scuola:

trasmissione culturale: per poter sopravvivere una società deve trasmettere la propria cultura da una generazione all'altra. Le scuole servono ad offrire ai giovani le conoscenze, le abilità e i valori che in una società complessa sono considerati di particolare importanza.

L'integrazione sociale: spesso nelle società esistono molte subculture diverse: etniche, razziali, religiose. L'istruzione può contribuire ad integrare i giovani membri di queste minoranze nell'ambito di una cultura comune.

Lo sviluppo personale: gli studenti imparano molte cose che riguardano loro stessi e il mondo che li circonda. Una parte di questo apprendimento è importante dal punto di vista dei futuri ruoli occupazionali.

La selezione: è la scuola che vaglia e seleziona gli studenti in vista dei diversi tipi di lavoro. Il titolo che una persona consegue al termine degli studi influenza fortemente le possibilità della sua vita futura.

L'innovazione: le istituzioni educative non si limitano a trasmettere le conoscenze esistenti: esse aggiungono nuove conoscenze e nuove abilità all'eredità culturale del passato.

Le funzioni latenti: si tratta di funzioni che non sono ne riconosciute ne intenzionali. Le scuole, ad esempio, fungono da agenzie di baby sitting, liberano i genitori dagli obblighi connessi all'allevamento dei bambini permettendo loro di lavorare fuori casa. Le università fungono da mercato matrimoniale e promuovono la cultura giovanile.


La prospettiva del conflitto

Pone al centro dell'l'attenzione i modi in cui i diversi gruppi sociali si servono dell'istruzione come di uno strumento attraverso il quale acquisire o mantenere il potere, la ricchezza, e il prestigio.

La società delle credenziali

Gli Stati Uniti sono stati definiti come una "società delle credenziali", cioè come una società che assegna una importanza esagerata alle qualificazioni educative di ogni genere. Tant'è vero che le occupazioni più prestigiose sono generalmente quelle che oltre ad offrire i redditi più alti, richiedono anche un ciclo di studi più lungo. Negli ultimi anni le iscrizioni delle università hanno raggiunto dimensioni tali che oggi il mercato del lavoro è saturo di laureati. La competizione per le credenziali educative ha fatti sì che nella società vi siano ben più laureati che posti di lavoro di "livello universitario" disponibili. Di conseguenza, molti studenti universitari e laureati di oggi saranno costretti a lavorare a un livello qualitativo e retributivo più basso di quello che avevano previsto.


Il funzionamento interno della scuola

La caratteristica più evidente della scuola è quella di essere un'organizzazione formale, burocratica. Gli alunni sono raggruppati a seconda dell'età, della materia e, in molte scuole, anche a seconda delle loro capacità. Gli alunni sono obbligati a stare zitti, a mettersi in fila e a marciare a comando, ad essere puntuali e a chiedere il permesso per andare al gabinetto. La scuola è di regola autoritaria e comprende numerosi gruppi informali. I gruppi dei pari e le cricche di alunni, per esempio, rivestono una grande importanza nella cultura di una scuola o di una università.

Il sistema scolastico, come quello economico, privilegia la competizione. L'uso dei voti e delle altre forme di valutazione spinge gli studenti a competere gli uni con gli altri per il successo scolastico. Quando si insegna ai bambini a competere gli uni con gli altri per ottenere delle ricompense, non si fa altro che prepararli ai ruoli economici di una società capitalistica. Il risultato della competizione accademica entra a far parte di una registrazione ufficiale: gli individui vengono etichettati come intelligenti o ottusi e trattati di conseguenza. Il fatto di etichettare un alunno come "intelligente" o come "ottuso" può avere degli effetti importanti sulla sua carriera scolastica successiva. Il processo di etichettamento può tradursi in una profezia che si autoadempie.


Scuola e disuguaglianze sociali

I sostenitori della teoria del conflitto sostengono che le probabilità di successo degli individui sono fortemente influenzate dalla classe sociale della famiglia nella quale sono nati.

I ragazzi che hanno uno status superiore fruiscono in media di un periodo di scolarizzazione più lungo e conseguono risultati migliori dei coetanei che hanno uno status inferiore. Quindi, secondo questa prospettiva, l'intelligenza non è né il solo né il principale fattore determinante l'accesso all'università e il conseguimento di una laurea. Questo per svariate ragioni:  i costi dell'istruzione, le aspettative della famiglia, il contesto culturale, l'alimentazione, i problemi del linguaggio, gli atteggiamenti degli insegnanti, l'etichettamento, l'influenza del gruppo dei pari.

Anche il sesso, la razza e la classe sociale influenzano il successo nel corso degli studi.


CAP 20: LA DINAMICA DELLA POPOLAZIONE E LE CONDIZIONI IGIENICO SANITARIE


Circa  ¼ degli abitanti attuali del pianeta soffrono di sottonutrizione e muoiono per effetto dell'inedia. La crescita incontrollata della popolazione costituisce il problema più drammatico del mondo moderno. Chi vive nel mondo moderno, industrializzato è portato a dimenticarsi che gli esseri umani sono animali la cui salute e la cui sopravvivenza dipendono dall'ambiente.

La crescita demografica, la salute e l'ambiente sono quindi problemi strettamente interconnessi.


Lo studio della popolazione

La demografia

È la scienza che studia le dimensioni, la composizione, la distribuzione e i cambiamenti delle popolazioni umane. Le dinamiche demografiche sono influenzate fortemente da fattori sociali. Se una società impone delle restrizioni all'aborto o all'uso dei contraccettivi, ad esempio, il numero delle nascite continuerà a crescere. La demografia è dunque la scienza che deve tener conto di tutti i fattori sociali, culturali e ambientali che influenzano le tendenze della popolazione.



La crescita o il declino di una popolazione sono influenzati da 3 fattori:

il tasso di natalità: rappresentato dal numero di nascite per anno ogni mille abitanti. Il tasso di natalità è un indicatore della fertilità delle donne.

Il tasso di mortalità: è rappresentato generalmente dal numero di morti per anno ogni mille abitanti.

Il tasso di migrazione: è rappresentato dal numero di immigranti (individui che entrano a fare parte della popolazione) e di emigranti (individui che escono dalla popolazione) ogni anno per mille abitanti


Il problema della popolazione

Nelle società preindustriali i tassi di natalità si sono costantemente mantenuti a un livello alto. In queste società le famiglie numerose erano valutate in modo estremamente positivo. Ogni nuovo membro era una risorsa economica per i gruppi. Oggi accade il contrario.

In termini demografici i paesi di tutto il mondo si dividono in due categorie: quelli sviluppati, come gli Stati Uniti, contraddistinti da bassi tassi di natalità e di incremento della popolazione, e quelli in via di sviluppo, come la Nigeria, contraddistinti da alti tassi di natalità e di incremento demografico.

Le cause della crescita demografica

Perché la popolazione cresce sempre più nei paesi in via di sviluppo?

La ragione sta nel cambiamento del rapporto tra nascite e morti. In queste società il tasso di mortalità è stato drasticamente ridotto grazie all'introduzione di moderni criteri sanitari, nutritivi e medici, mentre il tasso di natalità è rimasto estremamente elevato. Inoltre in molte società tradizionali la virilità dell'uomo è commisurata al numero dei figli che ha e in quasi tutte si attribuisce importanza al ruolo domestico della moglie come madre dedita all'allevamento della prole. Per quanto riguarda i paesi sviluppati la diminuì<ione del tasso di natalità viene spiegato dalla teoria della transizione demografica, il tasso di incremento di una popolazione tende a stabilizzarsi una volta raggiunto un certo livello di sviluppo economico per la ragione principale che gli individui che vivono in una società urbana, industrializzata, preferiscono costituire famiglie di piccole dimensioni e limitano volontariamente il numero dei figli. Nelle società moderne i figli non sono affatto una risorsa: provvedere al loro sostentamento ed educarli rappresenta un carico considerevole che grava sui genitori e che non offre alcuna remunerazione in termini economici.


Che fare?

È evidente che la crescita demografica è un fenomeno negativo che se costante può portare a seri problemi. Le strategie fondamentali alle quali è possibile fare ricorso sono 4:

la pianificazione familiare: questa strategia comporta che la coppia usi la contraccezione per limitare il numero dei figli;

le incentivazioni: questa strategia comprende vari metodi rivolti ad incoraggiare la gente a limitare il numero dei figli. Diversi paesi ad esempio hanno sperimentato l'uso di donazioni o ricompense a favore delle persone che accettano di essere sterilizzate o di impiegare metodi contraccettivi;

le riforme economiche: l'incremento naturale della popolazione si riduce se si adottano misure politiche che incoraggiano la popolazione a ritardare il matrimonio e ad astenersi dai rapporti sociali prematrimoniali;

la coercizione: secondo alcuni basterebbe che lo stato fissasse il numero dei figli che una coppia può avere e che poi procedesse a far rispettare le sue direttive.


Salute e società

I fattori sociali influenzano profondamente le probabilità di ammalarsi, il tipo di malattie che potranno colpirci, il tipo e la qualità delle cure mediche che riceveremo e le probabilità di guarigione.

Nello stesso modo la reazione nei confronti di una persona ammalata varia a seconda della cultura di una determinata società.

I modelli di salute e di malattia non variano soltanto da una società all'altra, ma anche da un gruppo all'altro all'interno di una società. Quasi tutti i problemi della salute, dai disturbi psichici al cancro, sono più diffusi tra le classi sociali inferiori che tra quelle superiori. Sembra che le ragioni di questa tendenza siano parecchie: i soggetti che hanno uno status sociale superiore fruiscono di un'alimentazione migliore, sanno interpretare i loro sintomi e quindi ricorrono prima alle cure e hanno accesso a un servizio medico di qualità superiore.


La medicina come istituzione

In tutte le società esiste una qualche forma di ruolo di paziente cioè un modello di comportamento che ci si attende da una persona ammalata. In un certo senso la persona ammalata è socialmente deviante: non si conforma alle norme approvate del comportamento "sano" e pertanto non assolve più i consueti obblighi di ruolo. Ma, a differenza degli altri devianti, l'ammalato non viene né stigmatizzato né punito.

In ogni società esistono degli esperti nella diagnosi e nella cura delle malattie. Nelle società tradizionali c'erano i cosiddetti guaritori, che avevano uno status sociale molto alto perché si credeva che avevano accesso a conoscenze di importanza vitale che la gente comune non possedeva. Nelle società industriali moderne il loro posto è stato occupato dai medici che rappresentano una vera e propria istituzione nella struttura di tutti i paesi moderni.


Popolazione, salute e ambiente

La scienza dell'ecologia

L'ecologia è la scienza che studia i rapporti tra gli organismi viventi e il loro ambiente. I sociologi hanno mostrato un grande interesse verso l'ecologia umana, lo studio delle interrelazioni tra i gruppi umani e il loro ambiente naturale. In tempi più recenti la consapevolezza della crisi ecologica ha spinto gli studiosi di scienze sociali e di scienze naturali delle più diverse discipline a concentrare l'attenzione sulle complesse interrelazioni che esistono tra industrializzazione, salute umana, incremento demografico e ambiente complessivo. Il problema posto dall'industrializzazione è duplice. In primo luogo essa inquina l'ambiente naturale. In secondo luogo, essa esaurisce le risorse naturali.

Il problema che si pone è di vedere se l'ambiente riuscirà a sopportare una popolazione mondiale che tra 41 anni sarà doppia, e che quindi produrrà un numero doppio di individui che consumano e inquinano.

L'inquinamento

Un'altra preoccupante forma di inquinamento deriva dalla diffusione dell'uso di pesticidi e di erbicidi nell'agricoltura che si trasmettono e si concentrano attraverso la catena alimentare depositandosi nell'organismo umano. Poiché la grande maggioranza di queste sostanze non esiste in natura, l'organismo umano non ha sviluppato alcuna difesa naturale contro i loro possibili effetti nocivi.

Un'altra minaccia è costituita dalla presenza di impianti termonucleari.

L'impatto dell'inquinamento sui modelli meteorologici generali può produrre anch'esso dei gravi effetti sulla popolazione e sulla società del mondo intero. Agenti di inquinamento minacciano di modificare la temperatura della terra e dell'atmosfera.

L'esaurimento delle risorse

La mancanza delle risorse rappresenta anch'essa un problema sempre più grave per le società industriali. Probabilmente siamo tutti favorevoli alla conservazione delle risorse e alla protezione dell'ambiente, tuttavia siamo tutti responsabili di comportamenti che aggravano il problema.


CAP 21: L'URBANIZZAZIONE E LA VITA URBANA


La crescita delle grandi città nelle quali si concentra gran parte della popolazione di una società è un fenomeno recente, ma che si sta sviluppando in tutto il mondo a un ritmo sorprendente.

Intendiamo per città l'insieme stabile di un numero relativamente grande di individui che non produce il quantitativo di alimenti necessario per il proprio sostentamento.

La comunità è invece un gruppo sociale caratterizzato da una base territoriale comune, dalla convinzione di condividere interessi comuni e da un senso comune di appartenenza.


Il processo di urbanizzazione

Sicuramente uno dei problemi più gravi del processo di urbanizzazione è che la città è il luogo in cui si concentrano una grande quantità di individui che non producono ciò che è necessario per il loro sostentamento.

Alcuni sociologi hanno assunto una prospettiva cupa e pessimistica nei confronti della vita nelle città, sostenendo che essa sottopone i rapporti umani a delle gravi tensioni.

Tonnies è stato uno dei primi sociologi che si è dedicato all'analisi delle differenze tra le comunità urbane e le comunità rurali. Egli tracciò una distinzione tra due forme di raggruppamento sociale: la Gemeinschaft e la Gesellschaft. La Gemeinschaft è una piccola comunità nella quale quasi tutti gli individui si conoscono di persona. I rapporti interpersonali sono stretti e gli individui sono portati a curarsi degli interessi e delle attività dell'intero gruppo. Condividono gli stessi valori e la vita sociale è centrata sulla famiglia. La Gesellschaft invece è composta da un gran numero di persone, che nella maggior parte dei casi sono estranei gli uni agli altri. I rapporti sono impersonali e sono spesso basati più sul reciproco bisogno funzionale che su qualche forma di attaccamento affettivo. La parentela, inoltre, non è il fondamento più importante dell'organizzazione sociale.

Simmel, della Scuola di Chicago, aveva messo in evidenza che coloro che risiedono nelle città moderne sono sottoposti a un continuo blocco degli stimoli e delle idee. Nelle città, l'alta densità della popolazione obbliga la gente ad assumere un atteggiamento sbrigativo, pratico nei confronti del proprio ambiente e a trattare la maggior parte degli individui in modo impersonale. La vita cittadina comporta una maggiore impersonalità e probabilmente un maggior isolamento alla vita in una comunità rurale tradizionale, ma la vita contadina non è tutta rose e fiori: alla comunità tradizionale mancano i comfort e le attrattive della città. La popolazione delle grandi città può permettersi una vita culturale che per ricchezza e varietà non trova riscontro in una piccola comunità. Nella città è possibile conseguire una specializzazione professionale che offre maggiori opportunità dio realizzare i propri talenti.

L'ecologia urbana

L'ecologia è stata utilmente adattata allo studio dei modelli dello sviluppo urbano e dell'utilizzazione del territorio. le città sorgono e si sviluppano in seguito a una complessa interazione di fattori ambientali e sociali. Le grandi città, ad esempio, non si trovano di solito in zone inospitali come le giungle, i deserti, le regioni polari. Esse sono il risultato dello sviluppo di villaggi e cittadine cresciuti lungo le costiere, i fiumi navigabili ecc.

Anche i fattori sociali influenzano la comparsa e lo sviluppo delle città. Per esempi, una città può essere fondata o distrutta da una decisione politica.

Diversi teorici hanno proposto modelli che contribuiscono a dare una spiegazione della distribuzione della città. Le teorie principali sono tre:

teoria delle aree concentriche: secondo questa teoria la città moderna è composta da una serie di aree che a partire dal centro urbano si irradiano in modo circolare;

teoria dei settori: cioè le città si espandono dal centro ma lo sviluppo avviene per settori;

teoria dei nuclei multipli: la città è composta da una serie di nuclei ognuno dei quali è il centro di un'area specializzata.


CAP 22: COMPORTAMENTO COLLETTIVO E MOVIMENTI SOCIALI


Il termine comportamento collettivo si riferisce al comportamento di un gruppo che non è più guidato dalle consuete norme di condotta. Possiamo dire quindi che per comportamento collettivo si intende il modo relativamente spontaneo e non strutturato di pensare , di sentire e di agire da parte di un numero rilevante di individui. Si pensi a una folla colta nel panico o a un tumulto. Esiste poi un'altra forma di comportamento sociale che può turbare i modelli stabiliti dalla vita sociale. So tratta del comportamento delle persone che appartengono a dei movimenti sociali. Un movimento sociale è costituito da una moltitudine di persone che si uniscono per ottenere un cero cambiamento sociale o culturale oppure per opporsi ad esso.


La teoria di Smesler del comportamento collettivo

Smesler individua sei condizioni fondamentali che rappresentano delle ragioni necessarie e sufficienti per il manifestarsi del comportamento collettivo:

propensione strutturale: il termine si riferisce alle condizioni ambientali che rendono possibile una delle forme di comportamento collettivo (Grande depressione);

tensioni strutturali: sono quelle condizioni che opprimono la gente e che la spingono a sostenere uno sforzo collettivo per risolvere il problema (povertà, conflitti);

credenze generalizzate: è necessario che nella gente si sviluppi una definizione generalizzata della situazione che si esprime nell'identificare il problema, nel formarsi un'opinione su di esso e nel trovare delle risposte adeguate;

fattori precipitanti: se le condizioni sopra descritte sono presenti, un semplice incidente può bastare a mettere in moto il comportamento collettivo;

mobilitazione attiva: il comportamento collettivo non si manifesta se la gente non si organizza per agire,

meccanismi di controllo sociale: è il successo o l'insuccesso dei meccanismi di controllo sociale a determinare il realizzarsi di comportamenti collettivi.



A fare da protagoniste nei comportamenti collettivi sono le voci o le dicerie: sono informazioni trasmesse in modo informale da fonti anonime. Una voce può essere vera o falsa o un po' l'una e un po' l'altra cosa assieme. Generalmente è difficile controllarne l'origine. Le voci si diffondono con maggior rapidità quando alla gente mancano altre informazioni o quando la gente non crede alle informazioni ufficiali che vengono date.

Altre forme di comportamento collettivo sono mode e manie: per moda si intende uno stile generalmente accettato di comportarsi e di presentare il proprio aspetto. La moda implica un riconoscimento sociale che alla fine sarà sostituito da un nuovo stile. Una delle ragioni dell'importanza che nelle società moderne si attribuisce alla moda è che queste società sono orientate verso il futuro e non verso il passato, per cui ogni novità non è considerata una minaccia ma qualcosa di desiderabile. Un'altra ragione è che dei potenti interessi commerciali incoraggiano le mode per il profitto che ricavano dalla domanda di nuovi stili. Una terza ragione è che in una società competitiva ci si serve della moda per mostrare agli altri le proprie caratteristiche sociali, infatti società diverse utilizzano mode diverse per identificarsi.

La mania è un tipo di comportamento seguito con entusiasmo da un forte numero di persone. Le manie si distinguono dalle mode non solo per il fatto di essere di solito destinate a durare meno, ma anche perché di solito sono disdegnate dalla maggioranza della popolazione. Il panico è invece una forma di comportamento collettivo in cui un gruppo di persone, trovandosi di fronte a una minaccia immediata, reagisce in modo scoordinato e irrazionale. Il panico si sviluppa secondo una sequenza abbastanza tipica. Si verifica una crisi improvvisa, gli individui provano un'intensa paura, ognuno cerca disperatamente di scampare il pericolo, la cooperazione reciproca cessa e di conseguenza la situazione diventa ancora più pericolosa.

L'Isteria collettiva è invece un tipo di comportamento che comporta un'ansia diffusa e contagiosa generalmente fondata su credenze infondate. Nei casi estremi può sfociare nel panico, specialmente se la gente crede che la fonte dell'ansia sia abbastanza vicina o minacciosa.

Blumer ha individuato 4 tipi fondamentali di folla:

la folla casuale: è composta da un insieme di individui, come la folla che passa per la strada, che non ha alcun obiettivo comune;ù

la folla convenzionale: è organizzata intenzionalmente e il suo comportamento segue delle norme socialmente stabilite (pubblico in teatro);

la folla espressiva: è organizzata di solito in modo da permettere la gratificazione personale dei suoi membri nell'ambito di un'attività (una festa studentesca);

la folla attiva: è una folla scatenata, in rivolta o che comunque adotta tipi di comportamento estremi. La folla attiva è la meno comune, ma quella socialmente più importante. (rivoluzione).

Per spiegare il comportamento della folla sono state avanzate due teorie:

TEORIA DEL CONTAGIO:

Alcuni teorici hanno scorto nel comportamento della folla il prodotto di un contagio di gruppo, in forza del quale gli individui perdono gran parte della loro identità personale e della loro capacità di autocontrollo.

TEORIA DELLA NORMA EMERGENTE:

E' spesso sbagliato pensare che la folla sia una massa unanime. Anche in una rivolta, gli individui possono essere mossi da motivazioni e interessi diversi e comportarsi di conseguenza in modi assai diversi. Secondo Turner ciò che accade nella folla è la comparsa di nuove norme. Queste norme definiscono qual'è il comportamento adeguato nelle situazioni di affollamento e scaturiscono dalle azioni palesi di poche persone. Il comportamento della folla è dunque spiegabile negli stessi termini di altri tipi di comportamento sociale. L'unica differenza è che la folla stessa improvvisa le norme sul momento e poi comincia a farle rispettare ai suoi membri.

Un tipo importante di folla attiva è rappresentato dall'assembramento aggressivo: è una folla in stato di eccitazione emotiva decisa a compiere un'azione violenta. In generale ha un leader alla sua testa. I suoi obiettivi sono immediati e limitati. Un comportamento della folla attiva è rappresentato dal tumulto, cioè da uno scoppio distruttivo di violenza collettiva. Mentre l'assembramento aggressivo ha un bersaglio specifico, il tumulto implica un comportamento molto più generalizzato  con pochi obiettivi specifici oltre a quello di creare disordine.


Il pubblico e l'opinione pubblica

Quasi tutti i tipi di comportamenti collettivi comportano una certa misura di contatto diretto tra i partecipanti. Lo studio del pubblico e dell'opinione pubblica invece ha dimostrato che i partecipanti non interagiscono tra di loro.

Il pubblico è costituito da una molteplicità di persone che condividono l'interesse per qualche argomento sul quale hanno opinioni diverse. Le azioni del pubblico sono più razionali di quelle della folla. Nel pubblico una gran parte delle interazioni si svolge faccia a faccia, tra amici, soci, ma gran parte di essa si verifica in modo indiretto attraverso i mass media. L'opinione pubblica è l'insieme di ciò che pensano i componenti del pubblico su di un argomento particolare. Dato che le persone cambiano continuamente idea un sondaggio dell'opinione pubblica è valido solo nel tempo e nello spazio in cui è effettuato.


I movimenti sociali

Sono importanti perché intervengono sul corso della storia. I loro membri cercano di influenzare l'ordine sociale con la loro azione diretta.

Le teorie psicologiche

I primi studiosi che si sono dedicati a questo argomento hanno centrato l'attenzione sulle caratteristiche psicologiche di coloro che prendono parte ai movimenti sociali. A loro avviso, coloro che lottano contro lo status quo sono, quasi per definizione, degli squilibrati. I movimenti sociali  attraggono gli individui affetti da disturbi della personalità di vario genere e l'appartenenza ai movimenti soddisfa i loro bisogni psicologici facendoli sentire importanti o utili. Ovviamente, in tempi moderni questa teoria è stata messa da parte e considerata inutile.

Le teorie della tensione

Secondo questa impostazione il fattore principale al quale si deve la comparsa dei movimenti sociali va cercato in una forma di tensione sociale. L'origine dei movimenti sociali va cercata nei sentimenti di privazione degli individui. Questa privazione può essere assoluta (quando agli individui manca completamente qualsiasi ricompensa sociale) o relativa ( quando gli individui ottengono una quota minore di ricompense rispetto ad altri gruppi con i quali si confrontano).

La teoria della mobilitazione delle risorse

Questa teoria mette in primo piano il modo in cui un movimento sociale si organizza e impiega tutte le risorse a sua disposizione. Nella società può esserci insoddisfazione dovuta a una situazione di frustrazione, di tensione sociale, ma un movimento sociale non compare fino a che gli individui non si organizzano e agiscono valendosi delle risorse di cui dispongono ( fotocopiatrice, rapporti con i mass media).

I movimenti sociali si possono classificare in vari tipi:

- movimenti reazionari:  il cui scopo è quello di fare in modo che nella società non vengano fatti cambiamenti e che si mantenga lo stato attuale delle cose;

- movimenti riformisti: accettano l'ordine sociale esistente, ma pensano che siano necessarie alcune riforme in certi settori specifici della società;

- movimenti rivoluzionari: nutrono una profonda insoddisfazione nei confronti dell'ordine sociale esistente e agisco no per una riorganizzazione di tutta la società;

- movimenti utopistici: prospettano un mondo radicalmente diverso, da realizzare o su larga scala nel futuro, o in un ambito limitato nel presente.













CAP 23: CAMBIAMENTO SOCIALE E MODERNIZZAZIONE


Il problema di sapere come, perché e in quale modo cambiano le società resta uno dei problemi più avvincenti e difficili della nostra disciplina.

Per cambiamento sociale si intende ogni variazione nel tempo dei modelli culturali, della struttura e del comportamento sociale. L'ampiezza, la natura e la direzione del cambiamento differiscono fortemente da una società all'atra. Vi sono molti problemi legati allo studio del cambiamento sociale.

Anzitutto per comprendere il cambiamento sociale, o dinamica, è necessario comprendere prima la statica, cioè l'ordine e la stabilità sociale. In secondo luogo, il cambiamento sociale coinvolge molti fattori complessi e di diversa natura, di cui il sociologo non sempre tiene conto.


Le matrici del cambiamento sociale

I sociologi hanno individuato alcuni fattori specifici che possono determinare dei mutamenti in tutte le società:

- L'ambiente fisico: esercita una forte influenza sulla cultura e sulla struttura di ogni società. Per lo più l'influenza dell'ambiente si realizza mediante l'interazione tra forze ambientali e forza sociali. Le società che si sono stanziate nei crocevia geografici sono sempre state centri di vivace cambiamento sociale. Le società isolate dal punto di vista geografico hanno invece mostrato la tendenza a cambiare meno.

- La popolazione: un aumento o una diminuzione della dimensione demografica può influenzare o addirittura smembrare la vita sociale. Una crescita eccessiva della popolazione determina un'insostenibile domanda di risorse. La conseguenza può essere un'emigrazione di massa cui fa seguito un fenomeno di diffusione culturale e talvolta la guerra. Quando invece l'incremento demografico è quasi nullo essa allora rischia di estinguersi. La dimensione della popolazione esercita una forte influenza anche sui rapporti sociali. Quando la popolazione è piccola i rapporti sono di tipo primario (tutti si conoscono). Quando è numerosa, invece, i rapporti sono di tipo secondario (organizzazioni formali).

- Le idee: Karl Marx sosteneva che sono le condizioni sociali a determinare le ideologie e non viceversa. Non c'è alcun dubbio che le ideologie scaturiscono dalle condizioni sociali e che in generale gli individui tendono ad accettare i sistemi di convinzione che ai loro occhi paiono servire i propri interessi. Le idee, spesso espresse in forme di slogan, sono state una componente importante di molti cambiamenti sociali. Il motto "Libertè, egalitè, fraternitè" della rivoluzione francese, ad esempio, ha influenzato gli eventi politici di quei paesi e molti altri.

- Gli eventi: sono avvenimenti casuali, che non è possibile predire, che influenzano il processo di cambiamento sociale. Ma l'evento concreto non è sempre il fattore decisivo del cambiamento sociale. Il sistema nell'insieme può talora essere "maturo" per il mutamento e l'evento non fa che "innescarlo".

- L'innovazione culturale: anche i cambiamenti che avvengono nella cultura di una società tendono ad avere come conseguenza anche dei cambiamenti sociali. Esistono tre diverse fonti di innovazione culturale: la scoperta (è la percezione di un aspetto della realtà che già esiste); l'invenzione ( è la combinazione o l'applicazione innovativa di conoscenze esistenti dirette a produrre qualcosa che prima non esisteva); la diffusione (è il processo mediante il quale gli elementi di una cultura si propagano da una società all'altra).

- L'azione umana: è ovvio che l'azione umana è fonte di cambiamenti, siano essi intenzionali e previsti oppure no. Due tipi di azione umana rivestono una particolare importanza: le azioni dei leader, e i movimenti sociali.

- La tecnologia: rappresenta una delle principali fonti di cambiamento sociale. Quasi tutte le innovazioni tecnologiche si basano sulle conoscenze scientifiche e tecnologiche esistenti. E quanto più una società è avanzata da questo punto di vista, tanto più rapido è il ritmo del mutamento tecnologico.


Teorie del cambiamento sociale

Numerose sono le teorie del cambiamento sociale proposte non solo dai sociologi, ma anche dagli storici e dagli antropologi. Le varie teorie si possono utilmente raggruppare in 4 categorie principali:

TEORIE EVOLUZIONISTICHE

Poggiano sull'assunto che le società si sviluppano gradualmente da forme iniziali semplici a forme sempre più complesse. Dalle ricerche empiriche sappiamo che sono esistite ed esistono ancora molte società di piccole dimensioni, semplici. Dati storici indicano che molte piccole società semplici sono diventate sempre più grandi e che alcune di esse si sono trasformate nelle enormi società industriali del mondo moderno.

TEORIE CICLICHE

L'insensata carneficina della prima guerra mondiale e i segni di una crescente disorganizzazione economica e sociale fecero si che molti cominciassero a domandarsi se cambiamento sociale volesse dire veramente progresso. Le teorie cicliche del mutamento sociale appaiono interessanti perché si occupano di un fatto storico assodato: tutte le civiltà del passato sono nate, si sono evolute e si sono estinte. Ma ciò non significa che il mutamento sociale segua necessariamente un andamento ciclico.

TEORIE FUNZIONALISTE

Una società è formata da un insieme di parti interdipendenti, ognuna delle quali contribuisce a mantenere la stabilità dell'intero sistema. Sono i modelli culturali a tenere insieme la società. E poiché questi modelli sono conservatori, essi servono anche ad opporsi a qualsiasi cambiamento radicale. La società è infatti costantemente alla ricerca di equilibrio. Per cui, siccome anche le più piccole istituzioni sono fondamentali, al mutare di una, muteranno tutte le altre.

TEORIE DEL CONFLITTO

Secondo Marx i cambiamento è prodotto dalle tensioni tra interessi sociali in lotta gli uni con gli altri. La storia è storia del conflitto tra classi sfruttatrici e classi sfruttate. Questo conflitto si è sempre ripetuto e si ripeterà fino a che la classe operaia non rovescerà il capitalismo dando vita ad uno stato socialista. Il conflitto continuo fa si che la società sia costantemente dinamica e mutevole.


La modernizzazione

È il processo di cambiamento economico e sociale determinato dall'introduzione del modo di produzione industriale in una società preindustriale. La modernizzazione rappresenta uno dei più importanti cambiamenti della storia perché coinvolge quasi tutti i settori della vita sociale (cultura, valori personali, gruppi, economia, scienza, politica, ecologia, urbanizzazione, famiglia, istruzione, religione).

La rivoluzione industriale ha introdotto un tipo di società completamente nuovo che ha prodotto una ricchezza senza precedenti, ma che al tempo stesso ha scalzato o distrutto le forme tradizionali dell'organizzazione sociale. Nei paesi meno sviluppati, invece, il cambiamento è sopravvenuto molto più rapidamente producendo effetti dei disorganizzazione molto più marcati. Questi paesi sperano di raggiungere nello spazio di pochi anni i vantaggi materiali che le nazioni industriali di vecchia data hanno conseguito impiegando quasi due secoli.

La tendenza del mondo è quindi quella di dirigersi verso una società post-industriale, che dovrà poggiarsi su due fattori principali: i mutamento della struttura occupazionale delle società industriali avanzate, e lo sviluppo economico che rende obsoleti i metodi di lavoro tradizionali grazie ai progressi dell'ingegneria elettronica. Si potrà arrivare all'automazione un sistema in cui le macchine stesse, guidate da un computer, controlleranno l'andamento del processo produttivo.






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