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L'anoressia di solito inizia con una dieta al fine di migliorare la propria immagine

psicologia



L'anoressia di solito inizia con una dieta al fine di migliorare la propria immagine.
Comporta il drastico rifiuto del cibo allo scopo di perseguire un ideale di magrezza irraggiungibile: la persona anoressica non si sente mai magra abbastanza.
Il corpo, ridotto all'osso, si fa teatro di una soffere 636d35g nza interiore che le parole non riescono a dire. L'anoressia cela un profondo disagio che si tenta di mettere a tacere attraverso il controllo ossessivo delle calorie e del peso.
L'anoressia colpisce duramente il corpo, lo attacca nelle sue funzioni vitali e può condurre a gravissime conseguenze fisiche quali insufficienza renale, osteoporosi, alterazioni cardiovascolari, perdita dei denti e dei capelli. Di anoressia si può morire. L'anoressia è caratterizzata dal rifiuto di mantenere un peso normale, da un'intensa paura di aumentare il peso e di perdere il controllo, dal continuo pensiero alla forma del corpo e alla distribuzione del grasso e di conseguenza l'umore e l'autostima dipendono direttamente dal peso; inoltre vi è l'amenorrea, ovvero l'assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi dovuti al sottopeso. L'anoressica si pone come obbiettivo il dimagrimento, quindi mangia sempre meno, eliminando inizialmente solo alcuni alimenti e facendo molta attività fisica, poi saltando i pasti. Gli atteggiamenti del malato per combattere la fame sono sistematici, mangia il più lentamente possibile, consuma i pasti nello stesso orario, nello stesso posto e possibilmente da sola, solitamente anche la disposizione dei bicchieri e della posateria deve avere un preciso ordine, per evitare di perdere il controllo e di mangiare più di quanto stabilito in partenza. Per combattere la fame tra un pasto e l'altro assume bevande molto calde che calmano un po' la fame, sviluppa il desiderio di veder mangiare gli altri o di preparare da mangiare agli altri; ciò provoca piacere e sollievo. Nei momenti in cui la fame è più intensa immagina di mangiare grandi quantità di cibo, osservando per ore le vetrine di negozi alimentari. Per superare il senso di colpa per aver mangiato, conta minuziosamente le calorie ingerite o che avrebbe dovuto ingerire e dopo i pasti fa molta attività fisica con lo scopo di smaltire quanto ingerito. Per evitare di aumentare di peso attua un controllo sul proprio corpo e sulle proprie forme: si guarda spesso allo specchio, si prova vestiti della taglia desiderata, controlla continuamente il proprio peso sulla bilancia, si tocca il corpo per sentire le ossa. Per evitare le critiche e la disapprovazione dei familiari tende a nascondere il più possibile il proprio comportamento. Per evitare le critiche e la disapprovazione di amici e parenti evita il più possibile i contatti sociali, sia per non dover mangiare con loro, sia per eludere le considerazioni sul suo aspetto. La soddisfazione di ogni ragazza anoressica è mantenere il proprio peso o calare un po' ogni giorno. Se ottiene un successo o se riceve un complimento tutto viene attribuito al suo corpo magro; diventa triste e ipercritica e si considera un fallimento se aumenta di peso. La sua autostima e il valore come persona dipendono quindi esclusivamente dal suo corpo. L'umore pertanto è direttamente proporzionale al peso e al controllo sul corpo.
Gli effetti dei disordini alimentari sono molto pesanti, sia sotto il profilo fisico che quello psicologico. Il trattamento si inizia dopo una ricerca di informazioni da parte della famiglia del malato e del malato stesso. Successivamente bisogna ricercare un terapeuta e fissare un primo appuntamento. Il trattamento deve riguardare sia la sfera psicologica che quella alimentare, infatti solitamente le sedute sono seguite da un nutrizionista e da uno psicologo specializzato nei disturbi alimentari. Nella maggioranza dei casi non vi è una motivazione al cambiamento e la partecipazione è dettata dalle spinte dei genitori. A tal punto il paziente inizia realmente a lavorare sulla malattia sia psicologicamente che nutrizionalmente, poi vi è la fase di mantenimento.






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