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Il significato del disegno infantile - LO SCARABOCCHIO

psicologia



Relazione su:



"Il significato del disegno infantile"



Di



Anna Oliverio Ferraris









Elenia Toccafondi


&


Vanessa Mangè

Capitolo 1

Prime fasi del grafismo infantile



A.  LO SCARABOCCHIO

Già a pochi mesi il bambino è capace di lasciare una traccia di sé e lo può fare attraverso due modi:

traccia sonora

traccia grafica

La prima avviene attraverso l'emissione di suoni, inizialmente rozzi e gutturali, che via via andranno maturando fino a diventare vere e proprie parole.

La seconda è invece quella che avviene quando il bambino inizia a tracciare dei segni. A differenza della prima questa non serve per comunicare con gli altri, ma è più una specie di dialogo del bambino con se stesso. Inizialmente il bambino si limita a eseguire scarabocchi che non hanno ancora nessun significato particolare. L'atto di scarabocchiare è solamente un evento cinetico che provoca piacere visivo e motorio.

Uno studio della Kellogg ha dimostrato che esistono degli schematismi fondamentali di valore universale che uniscono lo sviluppo degli scarabocchi in tutti i bambini. Lo sviluppo è suddiviso in cinque stadi:

tracciati

diagrammi

combinazioni

aggregati

immagini

Si può parlare di intenzionalità rappresentativa soltanto dai tre anni in poi, anche se il significato dei disegni diventa comprensibile agli adulti solo dai quattro anni in poi.

Sia i primati che i bambini sviluppano lo scarabocchio facendo uso di due atteggiamenti opposti e universali:

la ripetizione

la variazione


B.  SCRITTURA E DISEGNO

Dallo scarabocchio nascono poi due strade: quella del disegno e quella ella scrittura. Il bambino predilige quella del disegno, sia per la sua immediatezza, sia perché fino ad una certa età il bambino si sente libro di fare quello che è meglio per lui. Crescendo, infatti, il bambino comincerà a sentire maggiore responsabilità verso il mondo che lo circonda e quindi sentirà il bisogno di esprimersi in maniera più adeguata, vale a dire tramite la scrittura.

Il pieno raggiungimento delle capacità fisiche e mentali necessarie al bambino per poter scrivere si ha solo intorno ai cinque, sei anni. Il processo di raggiungimento di tale maturazione ha inizio dai due anni in poi, partendo dalla rappresentazione di segni verticali e orizzontali scoordinati tra loro fino alla rappresentazione delle lettere maiuscole, che inizialmente si limitano a essere quelle che compongono il nome del bambino.

La difficoltà maggiore che la scrittura comporta è quella di saper coordinare la rappresentazione visiva con i movimenti che braccio, polso e mano devono compiere. Vi sono anche altri fattori che possono influenzare negativamente l'apprendimento della scrittura e che sono qui elencati:

età mentale

ritardo nell'inizio della deambulazione

instabilità dell'attenzione

preferenze laterali

difetti del linguaggio





























Capitolo 2

Evoluzione della rappresentazione grafica



A.  INTRODUZIONE

La capacità rappresentativa si sviluppa di pari passo con quella percettiva. La percezione si sviluppa attraverso due processi fondamentali:

l'identificazione

la differenziazione

Il bambino fino ai cinque, sei anni non disegna le cose per come le vede, ma per quello che sa di loro (realismo intellettuale). Dopo quest'età invece il bambino comincia a rendersi conto delle incongruenze presenti tra la realtà e i suoi disegni, iniziando a tener conto delle proporzioni e del piano d'insieme degli oggetti (realismo visivo).


B.  EVOLUZIONE DELLA FIGURA UMANA

Tra i tre e i quattro anni il bambino rappresenta la figura umana in modo molto schematico e riassuntivo. Il bambino tiene conto soltanto degli elementi per lui più importanti, che sono: la testa, le braccia e le gambe. L'unico altro elemento presente nella rappresentazione della figura umana sono gli occhi, che fin dalle prime fasi della percezione affascinano il bambino.

A quattro anni e mezzo compare il tronco, spesso accompagnato dall'ombelico.

A cinque anni vengono aggiunti gli altri dettagli del volto e braccia e gambe sono collegate in modo corretto al tronco. Compaiono anche i primi accenni di vestiario.

A sei anni il bambino ha piena coscienza del suo corpo e quindi compaiono le mani, il collo e le proporzioni tra altezza e larghezza sono quattro a uno.

Dai sei anni in poi compare il profilo. Inizialmente a essere poste lateralmente sono soltanto le braccia, per poi essere seguite dalle gambe e dal tronco e per ultima la testa. L'idea del profilo può essere data dallo spostamento di alcuni elementi mentre altri rimangono al loro posto, o può anche essere rappresentato sottraendo esattamente metà corpo a una figura frontale.

In un unico disegno, vari oggetti possono essere rappresentati ognuno con una prospettiva diversa. Questo accade perché il bambino associa ad ogni oggetto una sua forma tipica, e l'oggetto verrà sempre rappresentato in quella posizione.

Lo sviluppo del ritratto non segue un filo logico da una forma meno complessa a una con più dettagli, bensì prosegue in base ai vari entri d'interesse che il bambino ha. I bambini con ritardi dello sviluppo mentale riescono a disegnare ritratti molto simili al modello anche se con un tratto moto pesante e con meno dettagli.


C.  EVOLUZIONE DELLA RAPPRESENTAZIONE DELLO SPAZIO

Al contarrio degli adulti che rappresentano il modno così com'è sottostando a varie regole logiche, il bambino invece rappresenta il mondo così com'è nella sua mente. Spesso, infatti, si presentano nei disegni vari aspetti che mostrano delle incongruenze con la realtà ma che secondo il bambino hanno una loro logica. Eccone alcuni:

la trasparenza (muri invisibili, vestiti, ecc.)

il ribaltamento (semplificare le tre dimensioni su due)

i rapporti di grandezze e collocazioni (cose più interessanti vengono rappresentate al centro e di dimensioni maggiori)


D. L'ASPETTO NARRATIVO DEL DISEGNO

I disegni possono essere principalmente divisi in due categorie:

disegni proiettivi

disegni artistici

disegni narrativi

Il fatto stesso di disegnare è un atto sociale. Il bambino, infatti, disegna perché le sue opere poi siano viste e nel caso le nascondesse è perché ritiene che non siano tecnicamente sufficienti.


E.  L'ASPETTO CONOSCITIVO DEL DISEGNO

L'attività grafica è per il bambino un mezzo di conoscenza e con i quale può interrogarsi e cercare di risolvere problemi.

I bambini sono molto attratti dagli stimoli nuovi e dedicano loro molta attenzione, purché essi siano non completamente nuovi ma abbia qualche somiglianza con conoscenze già acquisite in  passato. Solitamente, infatti, i bambini tendono a non dedicare attenzione alle cose del tutto nuove.

Nel disegno, come nel gioco, la ripetizione di alcuni schematismi permette al bambino di assimilare una nuova esperienza e di farla propria.


F.   LIVELLO GRAFICO E AMBIENTE SOCIO CULTURALE

Tutti i fattori dei quali abbiamo fino ado ora parlato possono essere falsati da altri ancora più importanti. Prima di poter tracciare un profilo psicologico di un bambino dai suoi disegni, bisogna conoscere due fattori fondamentali:

il grado di esercizio che il bambino ha nella tecnica grafica

l'ambiente socio culturale nel quale il bambino è cresciuto.

È chiaro che non si possono mettere a confronto i disegni di due bambini della stessa età, ma provenienti da due culture diverse. Se ad entrambi venisse chiesto di disegnare una casa quando uno di loro è ben abituato a disegnare, mentre per l'altro quella è la prima volta che disegna, otterremmo due risultati ben diversi e non paragonabili tra loro.

Quindi prima di poter fare qualsiasi supposizione bisogna tener conto di questi due importanti fattori in modo da poter fare un lavoro corretto e giusto.








Capitolo 3

Rappresentazione grafica e vita emotiva del bambino



A.  INTRODUZIONE

La personalità infantile si può studiare attraverso vari metodi; l'osservazione, il gioco, l'analisi del linguaggio, dei sogni, degli scritti e anche attraverso il disegno. Disegnando, infatti, i bambini rappresentano emozioni e stati d'animo che percepiscono, ma anche impulsi più profondi che non conoscono.

Vari studi sono stati fatti per riuscire a definire quali sono i tratti della personalità che vengono fuori attraverso il disegno e come individuarli. Alla fine si è giunti a individuare alcuni simboli attraverso i quali si possono capire varie cose della personalità di una persona.


B.  ASPETTI PROIETTIVI DELLA LINEA E DELLO SPAZIO

Linea

Ha una forte carica espressiva e immediata che può manifestare sia stai emotivi che mentali come: vitalità, rilassamento, aggressività, sensibilità, malessere.

Spazio

L'uso dello spazio esprime le relazioni tra il soggetto e l'ambiente.

La tendenza ad uscire dai bordi + tipica dei bambini che hanno carenza di affettività e poca fiducia in loro stessi.

La tendenza ad usare un'area ristretta del foglio è sintomo di mancanza di sicurezza.

La preferenza per la parte superiore del foglio evoca libertà a serenità.

La preferenza del basso indica mancanza di entusiasmo.

Lo spostamento del disegno a sinistra rivela malinconia e introversione.

Lo spostamento del disegno a destra indica buon umore e fiducia nel futuro.

Se un disegno è centrato significa che il bambino è centrato su se stesso e sui suoi sentimenti.


C.  L'USO DEL COLORE

Il colore può far capire la profondità e l'intensità della vita emotiva del soggetto. L'interpretazione psicologica basata sui colori si diversifica in base all'età. Da piccoli i bambini prediligono i colori caldi, mentre crescendo quelli freddi. I bambini non fanno uso dei colori in base a quelli che vedono della realtà, ma li usano in base al loro stato d'animo. Quando crescendo percepisce la correlazione che esiste tra oggetto e colore tende a estremizzarla poiché entusiasta della scoperta appena fatta. Così tutti i tetti saranno rossi, tutti i cieli blu, ecc.

Ad ogni colore sono associati stati d'animo differenti:

giallo, follia e superficialità

blu, nostalgia e purezza

verde, quiete e riflessione

rosso, energia e determinazione

arancione, vivacità e allegria

violetto, tristezza e solitudine

bianco, silenzio e giovinezza

nero, chiusura


D. TEMI DISEGNATI E PERSONALITA'

Le varie parti di una figura umana disegnata da un bambino ci forniscono altre informazioni sulle caratteristiche fisiche e psichiche dell'autore. Ecco alcuni dei maggiori simbolismi:

testa, potere intellettuale e centro della persona

bocca e denti, erotismo e aggressività

labbra, tensione

mento, virilità

occhi, partecipazione sociale

naso, problemi sessuali

mani e braccia, adattamento sociale

tronco, stima del proprio corpo

L'autoritratto ha lo stesso valore proiettivo dell' "omino", tranne per il fatto che l'autore è cosciente di disegnare se stesso. Questo porta  l'autore a rappresentare l'immagine ideale che ha di sé.

Quando un bambino disegna un gruppo di coetanei, attraverso il disegno si può capire la posizione sociale che il bambino ha all' interno del gruppo.

Vi sono altri elementi che possono essere rappresentati e che ci forniscono informazioni sulla psiche del bambino, tra i quali:

la casa

la strada

l'albero

il sole e la luna

il cielo e la terra

gli animali

l' automobile


E.  IL DISEGNO DELLA FAMIGLIA

Il disegno della famiglia è molto influenzato dai vari rapporti che vi sono all'interno di essa e soprattutto dal ruolo che il bambino ha all'interno di essa. Vi sono molti fattori che possono influenzare l rappresentazione della famiglia. Se un bambino è primogenito o secondogenito o ultimogenito. Il rapporto che ha con i fratelli e con i genitori. Tutti questi fattori si possono rispecchiare nel disegno in base ad alcuni dettagli, che sono:

rapporti spaziali tra i personaggi

personaggio valorizzato

personaggio svalorizzato

personaggio aggiunto



F.   IL DISEGNO DELLA FAMIGLIA E L'AMBIENTE

Il disegno della famiglia oltre a fornirci utili informazioni per lo studio di casi individuali, permette anche di ottenere informazioni sull'ambiente socio culturale ed economico nel quale la famiglia vive. Un bambino, infatti, nel rappresentare la sua famigli non può fare a meno di rappresentare anche il tipo di ambiente in cui essa vive e l'idea di famiglia che è presente in codesto ambiente.


G. DISEGNO E DISADATTAMENTO

I soggetti con disturbi psichici non riescono a rappresentare la realtà così com'è. I loro disegni, infatti, sono come disegni di un sogno, dove l'autore rappresenta le sue paure e le sue angosce, i suoi stati d'animo.

I bambini che soffrono di autismo vivono in un mondo tutto loro dove niente e nessuno può raggiungerli. Questo mondo emerge attraverso i loro disegni, spesso con una visione pessimistica e catastrofica del mondo.

L'ansia nasce dalla paura della morte ed è il centro della nevrosi e della psicosi. Il bambino ansioso inibito disegna figure umane molto piccole e simmetriche con ombre o leggere o nere. Il nero è il colore predominante, ma fa anche uso di pastelli. Il bambino ansioso eccitabile disegna scene aggressive e violente. Il tratto è pesante, i personaggi spinosi e le case protette da varie bordature protettive.

I bambini isterici rappresentano la figura umana al centro del foglio e molto grande. La testa occupa la maggior parte dello spazio ed è simbolo di immaturità. Le figure hanno vari aspetti narcisistici, le braccia e le gambe sono corte, il che simboleggia la difficoltà degli isterici a socializzare.

La colpevolizzazione è espressa nel disegno attraverso il tratto insicuro e i temi macabri e pessimistici. Quando il depresso rappresenta se stesso lo fa disegnandosi molto piccolo e gracile. Il senso di colpa spesso è connesso a desideri sessuali repressi e viene rappresentato chiaramente.  
















Capitolo 4

Creatività e stereotipia



A.    INTRODUZIONE

Si è sempre pensato che la creatività fosse un soggetto troppo complesso per essere studiato tramite il metodo sperimentale, per questo la branca che si occupa della creatività è la psicoanalisi.  La psicoanalisi vede nel processo creativo l'intervento dell'inconscio, con le sue immagini, ma anche la riorganizzazione dell'Io.

Vari studi e teorie hanno portato alla conclusione che la creatività è il frutto di due condizione principali:

l'apertura all'esperienza

la riorganizzazione dell'esperienza a livello mentale


C.  RIDUZIONE DELLA SPONTANEITA'

In psicologia è ormai normale parlare di pensiero convergente e di pensiero convergente. Queste due tipologie di pensiero non sono mai indipendenti tra loro, ma si susseguono continuamente nel processo di produzione creativa.

Nei bambini è sicuramente il pensiero divergente a prevalere. I bambini, infatti, sono sempre in esplorazione, alla ricerca di nuove scoperte e di nuove cose da apprendere. Questa tendenza alla divergenza viene purtroppo ben presto a scontrarsi con le realtà della scuola e della famiglia che tendono a spingere il bambino a pensare utilizzando metodi più graditi di altri.

Con la comparsa del pensiero logico e con il suo successivo sviluppo si assiste a una scomparsa graduale del pensiero creativo.



















Capitolo 5

Educazione artistica



A. INTRODUZIONE

La maggior parte degli adulti tende a voler rappresentare la realtà tanto più simile ad essa sia possibile. I bambini invece prestano più attenzione alle forme e ai colori. Uno stadio fatto ha dimostrato che i bambini fino ai sei anni preferiscono l'arte moderna e astratta, quelli dai sei ai nove anni i disegni primitivi, mentre i ragazzi, i dipinti naturalistici e realistici. Più un bambino cresce più il suo gusto si adegua inevitabilmente ai canoni estetici che ha intorno a sé.


B. L'ESPRESSIONE LIBERA E LA RAPPRESENTAZIONE OBBLIGATORIA

L'attività artistica serve ad arricchire emotivamente ed intellettualmente colui che la pratica e anche colui che vedrà l'opera. Per permettere ai soggetti di svilupparla al meglio si dovrebbe lasciarli liberi di esplorare e di esercitarsi sui temi che preferiscono.

Ormai però è in atto un'educazione al realismo, messa altamente in discussione, che predilige la tecnica della copia.

Anche dare un tema obbligatorio da svolgere è sbagliato. Il disegno, infatti, può risultare privo di entusiasmo e limitarsi a una semplice esecuzione senza alcun fine se non quello di eseguire l'ordine ricevuto.

Se da una parte la monopolizzazione della creatività di un bambino è sbagliata, d'altra parte è anche sbagliato non intervenire affatto. Il disinteressamento completo non porterebbe ad altro che agli stessi risultati negativi già sopraelencati.

Un comportamento corretto è quello di creare un ambiente ricco di esperienze e stimolazioni dove il soggetto si possa sentire a proprio agio. Un altro intervento positivo potrebbe essere quello di procurare al bambino i vari materiali necessari per disegnare.

Si possono anche favorire i lavori di gruppo dove i bambini possono sperimentare la discussione con i loro pari e il confronto di idee.




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