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I METODI DELLA PSICOLOGIA SCIENTIFICA

psicologia



I METODI DELLA PSICOLOGIA SCIENTIFICA.

I.    La conoscenza scientifica e le sue trasformazioni nel tempo.

antico pensiero greco: la conoscenza ottenuta attraverso l'esperienza veniva svalutata; la conoscenza vera era identificata con la conoscenza razionale

teologi cristiani medioevali: ritenevano che la forma di conoscenza certa e vera fosse quella fondata sulla verità rivelata e contenuta nelle Sacre Scritture

epoca moderna (500/600): primato della conoscenza fondata sull'esperienza; le conoscenze esclusivamente fondate su concetti e deduzioni da concetti possono essere logicamente corrette, ma non necessariamente predicono qualcosa che possa essere verificato con l'esperienza; tali errori si possono evitare se l'analisi dell'esperienza è condotta in modo rigoroso " sapere scientifico: insieme di affermazioni sul mondo che emergono dall'esperienza, ma che sono elaborate in forma razionale




II.  I criteri di scientificità secondo l'ideale moderno 414d31e di scienza.

secondo l'ideale moderno di scienza, un processo di conoscenza, per essere valido e certo, deve rispettare alcuni importanti criteri:

empiricità e oggettività

pubblicità (osservabili da tutti nello stesso modo) e misurabilità dei dati osservativi

è la fisica ad offrire uno schema di riferimento su cui si costruisce questo ideale di scienza che ne stabilisce le diverse fasi:

osservazione

formulazione delle ipotesi

verifica delle ipotesi attraverso la sperimentazione (importante è la caratteristica della ripetibilità dell'esperimento e cioè se qualsiasi ricercatore può ripeterlo nello stesso modo, ottenendo i medesimi risultati)

formulazione di principi o leggi (identificano la relazione causale che esiste tra un certo fenomeno e le sue condizioni) e teorie scientifiche (capaci di spiegare un ambito vasto e complesso di fenomeni e le loro relazioni) e cioè generalizzazione dei risultati

lo schema logico che regola la formulazione dei principi, delle leggi e delle teorie è un modello esplicativo, causale e deterministico e può essere riassunto dalla proposizione se A allora e sempre B; si propone di individuare le cause reali che necessariamente danno luogo ad un certo fenomeno; per questo le leggi scientifiche, una volta individuate, hanno un valore assoluto, universale e sovrastorico


III.  Come la pensiamo oggi.

l'ideale contemporaneo di scienza si è in parte modificato e ciò è avvenuto a partire dalla fine dell'800; fu la fisica stessa a metterne in crisi alcuni capisaldi:

empiricità dei fenomeni da indagare (fenomeni così piccoli da non essere percepibili; il confronto con l'esperienza non era più un punto di partenza, ma un punto di arrivo della ricerca); al metodo induttivo (generalizzazione di dati osservativi dopo che sono stati messi alla prova con procedure sperimentali) si affianca il metodo ipotetico-deduttivo (deduzione, o derivazione da una certa concezione teorica, non necessariamente fondata sull'osservazione, di una serie di conseguenze osservabili che possono essere messe alla prova dell'esperienza)

concetto di oggettività (teoria della relatività di Einstein: mette in dubbio l'utilizzabilità di categorie di riferimento assolute, affermando che esse vanno invece considerate dipendenti dal sistema di riferimento in cui è collocato un osservatore)

sicura fiducia nel carattere rigidamente deterministico delle leggi fisiche (alcuni fenomeni fisici hanno margini di libertà e quindi possono essere spiegati soltanto con leggi probabilistiche) " se A allora B, con un certo livello di probabilità (questo non implica che la scienza debba rinunciare alle leggi, poiché tale principio, anche se più debole del precedente, stabilisce comunque un livello soglia di probabilità al di sopra del quale la legge dev'essere accettata)


IV.    Scienza e psicologia.

è solo verso la fine dell'800 che alcuni psicologi si proposero di attuare una trasformazione radicale della loro disciplina per portarla nell'ambito della conoscenza scientifica (psicologia scientifica); per essere accettata nell'ambito della scienza, la psicologia doveva dunque fare i conti con dei criteri rigidi di scientificità


scienze della natura

scienze umane

scienze del generale, cioè capaci di scoprire leggi che regolano l'andamento di vasti ambiti di fenomeni

scienze del particolare, cioè più interessate alla conoscenza del caso singolo piuttosto che alla scoperta di leggi generali

scienze esplicative, capaci cioè di spiegare oggettivamente i fenomeni identificando le loro cause

scienze comprensive, cioè come modalità di conoscenza fondate su intuizioni soggettive, non riconducibili a catene causali oggettive


per molto tempo la psicologia, in quanto conoscenza della soggettività, venne considerata una scienza umana incapace di raggiungere i livelli di certezza e generalizzazione delle scienze della natura; il dibattito tra gli psicologi è stato aspro e le posizioni estreme che ha assunto sono state rappresentate negli anni:

sostenitori di un oggettivismo puro: riconoscevano come oggetto legittimo della psicologia scientifica soltanto fatti oggettivamente osservabili ed alcuni di essi li riconducevano a fatti neurofisiologici (la psicologia fisiologica russa); altri autori, in particolare quelli di orientamento comportamentistico, ritenevano che la psicologia dovesse studiare soltanto il comportamento osservabile

sostenitori di un soggettivismo puro (Wundt e gli strutturalisti): rivendicavano la necessità di studiare, seppure con il massimo rigore e controllo, l'esperienza soggettiva stessa per scoprire le leggi secondo le quali essa si organizza e si struttura


un tentativo di mettere in relazione mondo soggettivo e mondo oggettivo fu compiuto dai sostenitori della psicofisica (Weber e Fechner) che cercarono di scoprire le leggi che mettevano in relazione le variazioni del mondo fisico oggettivo e quelle del mondo psichico soggettivo, proponendo criteri indiretti di misura delle variabili psichiche attraverso le misure di variabili fisiche

una prospettiva che ha permesso di affrontare in modo più efficace il problema del rapporto tra soggettivismo e oggettivismo è stata quella dell'operazionismo psicologico (anche concetti soggettivi quali pensiero, emozione, sentimento, intelligenza, possono essere studiati oggettivamente se si descrivono le operazioni concrete attraverso le quali questi fenomeni possono essere osservati e misurati) " per studiare oggettivamente un fenomeno soggettivo si devono predisporre dei protocolli osservativi in grado di cogliere e misurare quelle che si possono ragionevolmente considerare le conseguenze, o le manifestazioni oggettive, di quel fenomeno soggettivo

il mondo soggettivo è stato tradizionalmente studiato anche in un modo più semplice, attraverso i resoconti verbali che le persone ne fanno; resta aperto il problema della fedeltà del resoconto, per cui esso non può essere considerato sicuramente equivalente al contenuto psichico a cui si riferisce (può però esser reso più affidabile con adeguate metodologie); inoltre, anche se i soggetti intervistati possono in parte mascherare quello che veramente pensano, una tendenza comune, se realmente esiste tra i soggetti, emergerà comunque al di là delle differenze individuali e delle diverse strategie di mascheramento

un altro modo utilizzato è il metodo simulativo (elaborato dalla scienza cognitiva): ambito di ricerca interdisciplinare applicato allo studio dei processi mentali (la mente umana può essere studiata paragonandola ad un calcolatore elettronico metodo costruttivo, vale a dire studio della mente attraverso la costruzione di modelli teorici che ne simulano il funzionamento e che possono essere trasformati in programmi per calcolatori)


principali tradizioni di ricerca:

la più antica è la ricerca in laboratorio (fine 800), interessata allo studio di fenomeni psichici ben delimitati analizzati con metodo sperimentale; furono studiate inizialmente funzioni psichiche quali la sensazione, la percezione e la memoria e, successivamente, funzioni più complesse

ricerca sul campo: studio del più vasto ambito sociale, utilizza principalmente metodologie di tipo osservativo o sondaggi di opinione

ricerca in ambito clinico: studio degli aspetti patologici del mentale, con l'utilizzo di metodologie diverse, da quella sperimentale a quella osservativa e di ricerca-intervento

in tempi più recenti si è aggiunta la ricerca della scienza cognitiva, diversa dalle precedenti perché strettamente legata all'uso del calcolatore elettronico


V.  La ricerca in laboratorio e il metodo sperimentale.

per molti anni, la psicologia scientifica si identificò con la psicologia sperimentale realizzata in laboratorio, poiché questo tipo di psicologia sembrava avere una maggiore dignità e offrire maggiori garanzie di scientificità:

PRO: il laboratorio è un ambiente artificiale e controllato, dove il ricercatore può sia osservare, sia provocare risposte motorie, verbali, psicofisiologiche, procedendo alla loro registrazione e misurazione con strumenti adeguati; le variabili in gioco possono essere isolate, controllate e riprodotte fuori dal contesto in cui naturalmente si manifestano; ciò permette di individuare quale effetto una variabile può avere su di un'altra

CONTRO: artificiosità delle situazioni sperimentali che vengono create in laboratorio e carattere parcellare e limitato dei fenomeni che vi si studiano


un esperimento è valido quando effettivamente mette alla prova le ipotesi di partenza e cioè realmente indaga il nesso tra certi effetti e le loro cause supposte; è necessario mettersi in guardia dalle possibili insidie che possono minare la validità di un esperimento (il verificarsi di effetti che non sono riconducibili direttamente e totalmente alle variabili che noi pensiamo di aver messo in gioco organizzando l'esperimento) " vanno dunque seguite alcune regole importanti:

isolamento e controllo delle variabili

scelta casuale del campione

assegnazione casuale dei soggetti ai gruppi sperimentali


variabili: possibili variazioni misurabili di un certo fenomeno sotto indagine: quantitative o qualitative

variabili indipendenti o fattori: variabili dalle quali si ritiene dipenda il fenomeno che si sta studiando " livelli delle variabili indipendenti: i diversi valori che le variabili indipendenti assumono nell'esperimento, a causa dell'intervento dello sperimentatore che le manipola

variabili dipendenti: costituiscono il fenomeno che si sta studiando e che si vuole spiegare e di cui si misurano le variazioni in funzione del valore dei livelli della o delle variabili indipendenti

condizioni o trattamenti: condizioni in cui i vari gruppi di soggetti sono posti nell'esperimento e che dipendono dai diversi livelli che assume la variabile indipendente

nei termini del modello esplicativo causale, le variabili indipendenti sono l'explanans (causa del fenomeno), quelle dipendenti l'explanandum (effetti di quella causa); gli esperimenti possono essere:

ad un fattore, quando è in gioco una sola variabile indipendente

a più fattori, quando sono in gioco 2 o più variabili indipendenti

in molti casi è utile introdurre un gruppo di controllo, cioè un gruppo a cui il trattamento, o i trattamenti, sono vengono somministrati; questo serve a verificare in modo sicuro se il o i trattamenti hanno effetti reali sui soggetti; è indispensabile quando abbiamo un'unica variabile indipendente ad un solo livello


in un esperimento ideale, i soggetti dovrebbero essere reperiti attraverso una scelta casuale dall'universo, cioè dall'intera popolazione a cui appartengono; implica che ogni soggetto abbia la stessa probabilità di essere scelto e non va confusa con la scelta a caso, che consiste nel prendere i primi soggetti che capitano a tiro senza alcun criterio; la scelta casuale e la numerosità dei soggetti garantiscono che si disponga di un campione rappresentativo della popolazione, o universo di riferimento; rappresentativo significa che il campione scelto riproduce fedelmente, seppure in forma ridotta, le caratteristiche della popolazione da cui è stato estratto e questo fatto, a sua volta, garantisce che le conclusioni dell'esperimento sono generalizzabili all'intera popolazione; per motivi pratici le cose non vanno quasi mai così, perché sia la scelta casuale, sia la grande numerosità del campione sono troppo dispendiose e in molti casi veramente impossibili da realizzare " nella campionatura si scelgono perciò criteri che conciliano la rappresentatività con l'economicità e che sono indicati spesso come criteri di scelta ragionata:

criterio di scelta di unità tipo: scegliamo un ristretto numero di soggetti tipici, cioè delle persone che posseggono in maniera media, o normale, certe importanti caratteristiche ritenute utili per eseguire il compito sperimentale; occorre naturalmente conoscere preliminarmente i valori medi

campionamento per quote: anche in questo caso occorre conoscere le caratteristiche generali di una popolazione, sapere cioè come essa è distribuita in relazione a certe variabili determinanti; note queste caratteristiche e le loro proporzioni nell'universo, si estraggono casualmente dalla popolazione gruppi ridotti di soggetti con la condizione che queste proporzioni si mantengano nel campione


si possono organizzare 2 tipi di disegni sperimentali:

disegno tra i soggetti " ciascun gruppo è sottoposto ad un solo trattamento; l'assegnazione dei soggetti ai gruppi avviene casualmente; non si deve confondere l'estrazione casuale del campione con l'assegnazione casuale dei soggetti del campione ai gruppi; si tratta di 2 fasi successive della ricerca; se ben strutturato, è quello che offre più garanzie

disegno entro i soggetti " tutti i soggetti vengono assegnati ad un solo gruppo e questo gruppo viene sottoposto a tutti i trattamenti; non è ovviamente possibile studiare l'effetto dei trattamenti in modo indipendente, poiché, essendo essi applicati a tutti i soggetti, non si può escludere che ognuno di essi influenzi l'altro, per un effetto cumulativo; per evitare comunque che il possibile reciproco effetto dei trattamenti crei degli errori sistematici, si ricorre ad alcune strategie, tra le quali le più utilizzate sono il cambiamento dell'ordine e della sequenza delle prove (ordine delle prove: si intende che una prova sia presentata per prima, seconda, terza, .. ; sequenza delle prove: si intende la posizione relativa di ciascuna prova rispetto alle altre e cioè da quale altra prova è preceduta o seguita ciascuna delle prove effettuate); nonostante le minori garanzie che può offrire, ha un notevole vantaggio, cioè quello di essere meno dispendioso e di più facile realizzazione


l'uso dell'uno o dell'altro disegno, oltre che da problemi di convenienza, dipende anche dagli obiettivi della ricerca


quasi esperimenti: esperimenti in cui il ricercatore non può variare a suo piacere, cioè controllare, la variabile indipendente, oppure, pur lavorando con più gruppi, non può assegnare i soggetti casualmente a questi gruppi (es: la variabile del genere M/F); questi limiti riducono la variabilità dell'esperimento e quindi la possibilità di poter considerare sicuri e generalizzabili i risultati


esperimenti su casi singoli: caso limite di esperimento entro i soggetti in cui la numerosità del gruppo è uguale a uno; anche in questo caso dobbiamo arrivare a disporre di misure ripetute; si calcola la linea base della variabile dipendente (le misure della linea di base hanno una funzione paragonabile a quella del gruppo di controllo)


VI.    La ricerca sul campo: le inchieste.

mentre la ricerca di laboratorio si applica in modo preferenziale allo studio delle singole funzioni psichiche considerate separatamente, la ricerca sul campo è più interessata all'individuo nella sua totalità, studiato nel contesto in cui egli vive; non è teoricamente impossibile progettare un esperimento sul campo, ma la sua realizzazione è sicuramente più difficile e comunque possibile solo in situazioni ben delimitate, in cui si può avere un relativo controllo delle variabili in gioco senza dover intervenire in modo manipolativo; quando ciò non è possibile è preferibile utilizzare altre modalità di indagine


inchieste condotte con questionario  ricerche osservative


il fine generale delle inchieste è quello di studiare e conoscere l'opinione o gli atteggiamenti di gruppi di persone in relazione a determinati argomenti o problemi; particolarmente utilizzate in psicologia sociale; lo strumento utilizzato più spesso è il questionario, un insieme organizzato di domande volte a far emergere l'opinione dei soggetti su determinati temi


la situazione sperimentale ideale permette di evidenziare rapporti causali; la controllabilità del contesto della ricerca, nel caso della ricerca sul campo e, in particolare, di un'inchiesta, è notevolmente minore rispetto all'esperimento di laboratorio; il contesto di un'inchiesta è il contesto sociale " per questi motivi, quello che le inchieste mettono in evidenza non sono rapporti causali, ma rapporti di connessione tra variabili (2 variabili sono connesse tra loro quando le variazioni dell'una e dell'altra sono legate da qualche tipo di relazione); le relazioni sono di diverso tipo a seconda che si applichino a variabili quantitative o qualitative e sono espresse da diverse misure statistiche, quali gli indici di concordanza, di correlazione, di regressione, di contingenza; la decisione su quale variabile, tra 2 che risultano essere connesse, sia la causa e quale invece sia l'effetto spetta all'interpretazione del ricercatore, il che non è sempre un compito facile; per evitare conclusioni errate ci si deve limitare a constatare che i 2 fenomeni sono notevolmente connessi tra loro; per saperne di più occorrerebbe approfondire ulteriormente l'indagine in una dimensione temporale, proprio per capire quale dei 2 fenomeni si è verificato prima


domande in forma aperta

in forma chiusa

prevedere una risposta libera

prevedere un numero definito di risposte alternative predisposte dal ricercatore

+ garantiscono maggiore validità al questionario, poiché raccolgono direttamente l'opinione dei soggetti intervistati

+ sono più facili da esaminare e non richiedono intereventi interpretativi



sono più difficili da analizzare in termini quantitativi poiché vanno interpretate e categorizzate dal ricercatore, che non riuscirà ad isolare completamente, in questo lavoro, la sua personale soggettività

sono meno valide, poiché costringono i soggetti a scegliere tra opinioni alternative indicate dal ricercatore

vanno utilizzate quando si ha una conoscenza molto scarsa di ciò che la gente pensa o fa in relazione ad un certo tema e dunque non si possono prevedere alternative realistiche di risposta

vanno utilizzate nella situazione contrarie e, a queste condizioni, garantiscono la validità del questionario

spesso si utilizzano in un'indagine pilota, o preliminare, su un piccolo gruppo

dall'analisi di ciò che i soggetti rispondono nell'indagine pilota, si ricavano poi le categorie di alternative possibili per delle domande a risposta chiusa, da utilizzare nell'indagine vera e propria


c'è in tutti un comune atteggiamento di protezione della propria sfera privata che induce spesso, se non a mentire, quanto meno a modificare parzialmente quello che si vorrebbe dire, ma non si ritiene prudente dire (desiderabilità sociale delle risposte, che fa sì che le persone che rispondono tendano a rappresentarsi come persone normali, non devianti, e cioè delle unità tipo che condividono con il loro contesto sociale abitudini, sistemi di credenze, valori, comportamenti e attitudini) " per controllare, per quanto possibile, la tendenza a mentire:

occorre dare alla persona che risponde la certezza che il questionario che compila è, e resterà, rigorosamente anonimo

dovrebbe essere evitata la compilazione in presenza dell'intervistatore, o anche la consegna del questionario, compilato privatamente, nelle mani del ricercatore

l'invio del questionario per posta è quello che garantisce al meglio l'anonimato, anche se c'è il grande problema dei ritorni

il modo più semplice per risolvere il problema è quello di scegliere un gruppo di soggetti rappresentativi di una certa popolazione, convocarlo e procedere ad una somministrazione anonima e collettiva del questionario, poi raccolto in busta chiusa da più persone contemporaneamente

le modalità di somministrazione e di raccolta vanno spiegate prima della compilazione per creare un'atmosfera di fiducia


VII.    La ricerca sul campo: i metodi osservativi.

la ricerca osservativa è, più delle inchieste, lontana dal metodo sperimentale, perché non implica nessuna manipolazione di variabili e nessuna assegnazione di soggetti a gruppi; si fonda sulla semplice osservazione di determinati comportamenti di singoli o di gruppi nel contesto in cui si svolge la loro vita quotidiana; questo metodo si ispira al cosiddetto metodo etologico con cui si studia il comportamento animale; è stato applicato anche al comportamento umano, ma non senza grossi problemi, primo fra tutti il rispetto della sfera privata delle persone;


le ricerche osservative possono essere distinte in base a più parametri, dai quali deriva il loro livello di oggettività e precisione; i principali sono:

delimitazione chiara di ciò che si vuole osservare

grado di coinvolgimento del ricercatore nel contesto osservativo

strumentazione utilizzata per registrare i comportamenti

preparazione di una buona griglia di osservazione

il livello di oggettività e di precisione più alto di un'osservazione si ottiene quando il ricercatore non è per nulla coinvolto nel contesto (strumenti adeguati per la registrazione del comportamento possono essere la videocamera, la cinepresa, il magnetofono); il livello è minore quando il ricercatore è coinvolto nel contesto osservativo e registra il comportamento per iscritto, durante o dopo la fase osservativi (precisione e oggettività diminuiscono ancora se il ricercatore non ha preliminarmente definito in modo chiaro ciò che vuole osservare e non dispone di una buona griglia di osservazione)


si va piuttosto alla ricerca di certe regolarità nei comportamenti umani, in determinati contesti, alle quali attribuire un senso; un altro obiettivo è di studiare le relazioni tra le unità comportamentali che emergono dall'osservazione; ipotesi definite nascono dall'osservazione e riguardano sia il senso che ipoteticamente si attribuisce a certe sequenze comportamentali, sia le relazioni che le legano: il prosieguo dell'osservazione permetterà di confermarle o di disconfermarle


ambiti umani in cui questo metodo è stato frequentemente utilizzato:

osservazione dei bambini molto piccoli

osservazione dell'interazione precoce madre-bambino


se si vuole osservare un fenomeno piuttosto limitato, l'osservazione può essere continua e riferirsi a tutta la durata del fenomeno

se siamo interessati ad osservare l'interazione madre-bambino, la cosa è più complessa: sono necessarie osservazioni campionarie rappresentative, nel loro insieme, dell'intero periodo preso in esame

se siamo interessati a studiare l'evoluzione di un certo fenomeno, o comportamento, nel tempo, si hanno 2 scelte:


osservazione longitudinale

osservazione trasversale

restando all'esempio dell'osservazione della coppia madre-bambino, possiamo scegliere di osservare un medesimo gruppo di coppie in momenti successivi: quando i bambini hanno una settimana, un mese, 2 mesi di vita

possiamo condurre l'osservazione contemporaneamente su gruppi diversi di coppie: uno in cui i bambini hanno un settimana, uno in cui hanno un mese, uno in cui ne hanno 2

nei 2 casi si mantengono costanti i periodi osservati

si mantengono costanti anche i soggetti osservati

i soggetti osservati variano

avremo un disegno di ricerca entro i soggetti, poiché le osservazioni e le misure vengono ripetute sulle stesse persone

avremo un disegno tra i soggetti, poiché ogni osservazione e ogni misura sono applicate ad un solo gruppo di soggetti


la scelta dell'uno o dell'altro disegno dipenderà dalle specifiche esigenze della ricerca o dalle risorse di soggetti disponibili


VIII.  La ricerca in ambito clinico.

la psicologia generale studia le principali funzioni psichiche e ha come oggetto un'unità tipo, cioè l'uomo medio (interessata agli aspetti più generali del funzionamento psichico) D psicologia clinica: si interessa alla sofferenza e al disagio, che costituiscono elementi di deviazione dalla norma e sono più che mai connessi alla singolarità degli individui; secondo Quételet e Galton, le caratteristiche umane (fisiche e psicologiche) si distribuiscono secondo una curva indicata dal matematico Gauss come normale, cioè intorno ai loro valori medi media

G = campo d'interesse dello psicologo generalista

C = campo d'interesse dello psicologo clinico




C - G " - C"

cercare regolarità in ciò che appare come estremamente differenziato e variegato (la sofferenza e il disagio)

attraverso questa individuazione di regolarità, formulare ipotesi e teorie per la comprensione di uno stato di disagio

usare queste stesse teorie come strumento per promuovere un cambiamento positivo della persona che prova sofferenza e a lui si rivolge in cerca di aiuto

sono i compiti fondamentali dello psicologo clinico


anche in psicologia clinica si possono effettuare ricerche utilizzando metodi sperimentali, quasi sperimentali, inchieste ed osservazioni


spesso allo psicologo clinico è richiesta una diagnosi, o dell'intera personalità, o di alcuni aspetti e abilità di un soggetto:

la richiesta è frequente per lo psicologo che lavora in un ospedale generale

può essere il magistrato a richiedere la diagnosi di un imputato di un grave reato

su richiesta stessa dell'utente o, nel caso di minori, dei suoi genitori

anche per la diagnosi si può seguire una procedura di ricerca induttiva:

in una prima fase osservativa si raccolgono alcuni elementi che, alla luce di una particolare teoria psicologica della personalità o del funzionamento psichico, sembrano particolarmente significativi

a partire da questi, si formulano delle ipotesi diagnostiche che poi si confermano o disconfermano con l'utilizzo di strumenti appropriati (es: colloquio approfondito e mirato)

in tutti i casi, nella procedura diagnostica un soggetto singolo viene analizzato sulla base di una qualche teoria e confrontato con dei gruppi di riferimento che sono quelli su cui è stata fatta la taratura dei test, utilizzati per arrivare alla diagnosi; anche nel caso in cui l'unico strumento sia il colloquio avviene un confronto: lo psicologo, infatti, confronta il suo paziente anche con tutti i pazienti che ha conosciuto in precedenza; la diagnosi è una procedura di ricerca, ma certo non è una ricerca sperimentale; la validità di una diagnosi dipende dal suo grado di oggettività e questa dipende dall'affidabilità degli strumenti utilizzati, ma anche, in grande misura, dall'abilità, dalla preparazione e dall'esperienza dello psicologo clinico


la psicoterapia è una forma di cura della sofferenza e del disagio di natura psicologica che non si avvale dell'uso di farmaci e che viene realizzata attraverso la relazione e l'interazione tra un paziente e un terapeuta (nel caso in cui i pazienti siano molti si parla di psicoterapia di gruppo); l'obiettivo ultimo è un processo di cambiamento; questo, però, non si può realizzare se non attraverso un preliminare processo di conoscenza della personalità del paziente, delle sue modalità relazionali e delle possibili cause del suo disagio


la psicoterapia rappresenta un caso limite dei disegni di ricerca sui casi singoli: il terapeuta è il ricercatore che osserva, il paziente è l'oggetto dell'osservazione; ci sono però differenze notevoli tra la psicoterapia e la ricerca sui casi singoli:

scopo: la ricerca ha soltanto l'obiettivo di conoscere il caso e non di intervenire su di esso; la psicoterapia si propone di conoscere per cambiare

modalità osservative: l'osservazione sul caso singolo può essere pubblica, può servirsi di misure oggettive e non richiede che si instauri una particolare relazione affettiva tra osservatore e osservato; la relazione paziente-terapeuta è invece privata, è inoltre di natura empatica, cioè effettiva (questo, ovviamente, va a scapito di un'osservazione oggettiva)

quello che invece può accomunare la psicoterapia e la ricerca su casi singoli è il fatto che anche lo psicoterapeuta formula delle ipotesi e cerca di verificarle o falsificarle attraverso l'osservazione del paziente e l'interazione con lui; le ipotesi sono formulate generalmente a partire da una teoria e quest'ultima, a sua volta, deriva dalla formalizzazione dell'esperienza di uno o più autori


la psicoterapia non è pubblica e si fonda sull'osservazione, o sull'intuizione, del singolo terapeuta negli scorsi decenni, la scientificità della pratica psicoterapeutica è stata spesso messa in dubbio e l'efficacia dei suoi risultati negata o considerata indimostrabile " sviluppo di molte ricerche volte a darle maggiore fondatezza e rigore metodologico attraverso l'uso di procedure che potessero intervenire a più livelli, e che quindi:

dessero maggiore concretezza empirica a costrutti teorici a volte troppo astratti e indeterminati, attraverso proposte condivise di operalizzazione dei loro aspetti fondamentali (es: serie di operazioni e comportamenti osservabili nel paziente)

rendessero più oggettiva l'osservazione di quanto avviene nella relazione terapeutica, per dare un carattere più pubblico ai dati di questa osservazione

introducessero criteri condivisi per la valutazione del cambiamento terapeutico

curassero la formazione dei terapeuti ai metodi osservativi


IX.    L'ambito e il metodo di ricerca della scienza cognitiva.

molto diverso dalla ricerca di laboratorio, sia per la definizione dei suoi oggetti che per i metodi utilizzati, è l'ambito di ricerca della scienza cognitiva (filone di ricerca interdisciplinare, sviluppatosi negli ultimi decenni grazie agli apporti della psicologia dei processi cognitivi, delle neuroscienze, dell'informatica, della cibernetica, degli studi sull'Intelligenza Artificiale); il presupposto centrale è l'idea che la mente umana possa essere descritta e studiata come se fosse un calcolatore elettronico, e i processi psicologici che producono conoscenza come processi di elaborazione delle informazioni paragonabili a quelli compiuti da un calcolatore


il metodo utilizzato è di tipo ipotetico-deduttivo perché la ricerca inizia con la costruzione di teorie della mente che si ispirano al calcolatore elettronico " da queste teorie vengono dedotti modelli più specifici relativi ad un qualche processo mentale limitato " questi modelli vengono sottoposti a verifica con il metodo simulativo (costruzione di modelli simulativi dei processi mentali stessi); quello che distingue l'approccio della scienza cognitiva dall'approccio operazionista, accettato dalla gran parte delle scuole psicologiche, può essere riassunto in 2 punti fondamentali:

l'operazionismo ritiene che il mentale possa essere studiato attraverso i suoi esiti comportamentali sottoponibili ad operazioni di osservazione e misura

la scienza cognitiva ritiene che il mentale vada studiato in quanto tale e non solo attraverso i suoi esiti comportamentali

la verifica della validità dei modelli simulativi avviene in 2 momenti:

trasformazione del modello di un certo processo mentale in un programma di calcolo implementabile su un calcolatore elettronico

verificare quanto quello che il calcolatore fa in base a quel programma sia simile a quello che fa un uomo quando attiva quel determinato processo mentale simulato dal calcolatore


differenze interne tra le varie correnti della scienza cognitiva:

Intelligenza Artificiale dura: la verifica di un modello simulativo va fatta solo sui suoi esiti e questi vanno considerati validi se sono non solo simili, ma addirittura migliori di quelli a cui giungerebbe un uomo

rsaivettiva dell'ale "fine, Intelligenza Artificiale morbida: è importante che un modello simuli fedelmente non solo gli esiti di un processo mentale, ma anche le procedure intermedie; gli esiti devono essere non migliori, ma veramente simili a quelli umani

connessionismo (filone di ricerca più recente): rappresenta la mente come l'attività organizzata di un insieme complesso di innumerevoli connessioni tra neuroni e ritiene che questa struttura sia simulabile in altrettanto complessi programmi per calcolatori (reti neurali); non si tratta solo di simulare il funzionamento del cervello, ma anche la sua struttura, perché si ritiene che un certo funzionamento dipenda strettamente da una certa struttura, che impone facilitazioni e vincoli

in realtà, oggi non è ancora possibile costruire modelli così realistici e così simili al cervello, poiché i calcolatori di cui disponiamo sono ancora molto lontani dal riprodurre la complessità del cervello umano (che è in grado di elaborare in parallelo molte informazioni; mentre i calcolatori lavorano serialmente)


vantaggi del metodo simulativo

svantaggi

ha il merito di offrire nuovi strumenti teorici e applicativi che hanno lo scopo di penetrare nel buio della "black box", cioè all'interno dei meccanismi mentali inosservabili, ed è in grado al contempo di offrire garanzie di scientificità in questo arduo studio degli aspetti interni della mente

prendendo come modello esplicativo della mente umana il calcolatore elettronico, questo metodo rischia di appiattire la mente stessa sul calcolatore e cioè di descriverla non tenendo conto delle sue proprie caratteristiche, legate al funzionamento del cervello, ma di descriverla tenendo conto delle caratteristiche di funzionamento di un calcolatore

è stato applicato alla modellizzazione di vari, seppure limitati, processi cognitivi, quali il riconoscimento di forme, i processi di astrazione e la formazione dei concetti, la soluzione dei problemi, l'apprendimento dei giochi

vengono trascurati sia gli aspetti "caldi" della mente, come le emozioni e i sentimenti, sia gli aspetti più intrinsecamente soggettivi, come la consapevolezza e l'intenzionalità, perché non è possibile simularli su calcolatore

sono stati costruiti anche modelli simulativi forniti di una competenza specifica, limitata ma molto approfondita. Si tratta dei cosiddetti sistemi esperti, cioè sistemi capaci di compiere attività molto specialistiche in ambiti ristretti, spesso utilizzati in medicina e in biologia. Questi sistemi sono utilissimi strumenti che si affiancano alle competenze umane, naturalmente più vaste



un modo sicuro che la scienza cognitiva ha a disposizione per evitare degli eccessi è quello di evitare di porsi come prospettiva unica sul mentale, cioè come unico metodo in grado di studiarlo e come unica teoria in grado di spiegarlo, rimanendo sempre aperta a tutto ciò che proviene dalle altre prospettive e dagli altri approcci metodologici





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