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FREUD E LA SCOPERTA DELL'INCONSCIO

psicologia




FREUD E LA SCOPERTA DELL'INCONSCIO

 




800/900: Freud ruolo centrale; si dedicò alla psicopatologia, approfondendo dapprima il trattamento dell'isteria con il metodo dell'ipnosi e successivamente con la tecnica delle associazioni libere e con l'interpretazione del materiale onirico; psicoanalisi; 2 assunti principali:

sostanziale continuità tra normalità e patologia mentale; il funzionamento patologico insorge quando nei processi psichici si instaurano dei meccanismi di difesa, di rimozione e di censura che impediscono ai contenuti inconsci, disturbanti e dolorosi, di affiorare al livello della coscienza dando luogo alla sintomatologia patologica



ruolo centrale attribuito all'inconscio nel modellare le manifestazioni consce dell'attività psichica; l'inconscio è il luogo della psiche in cui sono riposti desideri, pulsioni ed emozioni che guidano e orientano il comportamento cosciente

i contenuti che si sono fissati nell'inconscio sono ricordi, associazioni e desideri infantili retti e guidati dal principio del piacere informato dalle pulsioni; questi materiali provvisti di significato sono dotati di energia pulsionale, la libido, e danno luogo ad un sistema del tutto atemporale e non-razionale, privo quindi di negazione, di contraddizione logica e di incertezza; i contenuti dell'inconscio possono avere accesso alla coscienza solo superando le resistenze opposte dalla censura che applica ad essi delle trasformazioni secondo il processo psichico primario: questo opera per spostamento (un'idea può essere rappresentata nella coscienza da un altro concetto connesso al primo in modo contingente) e per condensazione (quando un'idea viene integrata in un'altra dando luogo ad un simbolo composto); queste 2 trasformazioni si ritrovano nei sogni e, se vengono utilizzate dal pensiero conscio che segue il principio di realtà, danno luogo ai giochi di parole, all'umorismo e all'arguzia costituendo così un accesso all'inconscio; a mezza strada tra la dinamica dell'inconscio e quella del conscio vi è il preconscio, in cui vi sono quei materiali dell'inconscio che non sono completamente rimossi dalla coscienza e che quindi vi restano latenti e disponibili; teoria generale della personalità strutturata in 3 diversi sistemi strettamente interdipendenti:

Es caratterizzato dai contenuti inconsci

Io che regola le pulsioni dell'Es che possono essere portate sul piano della coscienza in base al principio di realtà

Super-io che trova origine nel sistema di premi e punizioni realizzato dai genitori nella valutazione dei comportamenti del bambino, rappresentando quindi il codice morale che si sovrappone all'Io

l'Io o il Super-io, di fronte a presunti pericoli, reagiscono con l'angoscia che il soggetto cerca di ridurre in vari modi per eliminare la tensione da essa prodotta; la fonte dell'energia psichica che anima la dinamica della personalità deriva da 2 pulsioni primarie:

pulsione di vita (energia lipidica; autoconservazione e sopravvivenza della specie)

pulsione di morte (aggressività o masochismo)


II.  Dall'ecletticismo alla psicologia: gli Stati Uniti.

anche negli Stati Uniti, come in Inghilterra e in Francia, fu dalla filosofia che ebbe origine la psicologia; James ne fu il promotore; psicologia sperimentale, originale rispetto a quella che contemporaneamente veniva elaborata in Europa; la prospettiva assunta per definire l'oggetto e il compito della psicologia non si inseriva né nella tradizione della ricerca fisiologica, né in quella della psicometria o della psicopatologia, e neppure in quello dello studio dell'intelletto e delle facoltà in senso filosofico; il punto di partenza della sua concezione fu la teoria dell'evoluzione e, in particolare, lo stretto rapporto tra l'individuo e l'ambiente; ha riconosciuto l'importanza della psicologia sociale e dello studio della personalità; l'indagine psicologica deve attenersi rigorosamente ai fatti, ai dati empirici, senza postulare processi che non possano essere osservati; il metodo di studio dev'essere l'introspezione (non quella prodotta artificialmente in laboratorio che pretende di cogliere aspetti dell'esperienza che non possono essere isolati); il limite di questo metodo, la soggettività, era ben compreso da James, tuttavia era convinto che tale limite potesse essere superato, o compensato, con l'impiego del metodo comparativo; la psicologia di James metteva in luce la ristrettezza problematica degli studi condotti a Lipsia, determinati troppo rigidamente dall'istanza sperimentale, e prefigurava nuove linee di sviluppo che condurranno ad una psicologia di stampo, da una parte, funzionalista, e dall'altra, comportamentista


III.    La matrice europea della prima psicologia statunitense.

il primo vero laboratorio di psicologia negli Stati Uniti fu quello fondato, nel 1883, da Hall; ontogenesi come ricapitolazione della filogenesi; Titchener, di origine inglese e allievo di Wundt a Lipsia, può essere considerato il più fedele continuatore della psicologia wundtiana nel nuovo continente; la psicologia doveva essere una ricerca di base pura, non una disciplina applicata; il suo oggetto doveva essere l'esperienza considerata dal punto di vista del soggetto che la vive; questa psicologia pura, imparziale e impersonale, come la fisica, aveva lo scopo di formulare leggi esplicative; il metodo non poteva che essere l'introspezione; psicologia di Wundt, definita da Titchener strutturalista; negli Stati Uniti, però, il clima culturale era ormai talmente mutato da far apparire rigido e dogmatico questo tipo di psicologia; alla sua morte non ebbe continuatori e l'ideale wundtiano di psicologia si esaurì nel nuovo clima culturale che aveva reso chiaro che cosa ormai la psicologia non poteva più essere


IV.  Funzionalismo e pragmatismo.

se i limiti del metodo introspettivo favorirono la ricerca di un nuovo metodo, quello comparativo o quello psicometrico, così anche l'oggetto della ricerca doveva mutare:

in un caso poteva essere il confronto tra il comportamento animale e quello umano

nell'altro le differenze che esistono tra gli individui rispetto ad abilità specifiche

per James, Hall e Cattell la coscienza, in quanto meccanismo autosufficiente da un punto di vista funzionale, non era più un oggetto da analizzare e scomporre nei suoi componenti; doveva, invece, essere approfondito lo studio dei meccanismi operativi della coscienza che consentono l'adattamento dell'individuo all'ambiente; la concezione funzionalista, sviluppata a livello filosofico particolarmente da James, assunse con Dewey (" Angell) caratteristiche peculiari: si sviluppò nella corrente filosofica del pragmatismo e la biologia evoluzionistica venne utilizzata per lo studio delle idee considerate come strumenti adattivi dell'organismo (riproponeva sul piano del mentale i concetti di lotta per la sopravvivenza e di sopravvivenza del più adatto) " scuola psicologica funzionalista di Chicago (1892), antitetica a quella strutturalista di Titchener; la psicologia dev'essere una disciplina sperimentale; Carr, successore di Angell; mutato l'oggetto d'indagine, che non era più la coscienza, anche il metodo, l'introspezione, venne riformulato: il nuovo metodo era ancora sperimentale e consisteva nell'osservazione, semplice o controllata, per determinare se il soggetto riesce, o meno, a raggiungere l'obiettivo prefissato e per analizzare le variabili che, di volta in volta, possono ostacolare o facilitare tale conseguimento; nuovo concetto di esperimento di laboratorio " nuovo oggetto di studio, cioè il comportamento nella sua globalità e sviluppo di ricerche nel campo della psicologia comparata (esigenza di ricerche oggettive); Thorndike: legge dell'effetto per cui gli atti che in una data situazione producono soddisfazione finiscono con l'essere associati a quella situazione cosicché, quando essa si ripresenta, vi sono maggiori probabilità che gli stessi atti vengano ripetuti rispetto al passato; la risposta appresa è quella che soddisfa uno stato di bisogno dell'animale relativo alla situazione specifica; questa forma di apprendimento non presuppone alcun tipo di attività superiore da parte dell'animale che si limita a reagire alla presenza nell'ambiente di uno stimolo che ha una funzione di rinforzo sulla sua risposta; concezione connessionista: i processi psichici sono costituiti dalle connessioni, innate o acquisite, fra la situazione e la risposta; mentre l'associazionismo tradizionale cercava di cogliere delle associazioni tra i contenuti della mente, il connessionismo analizzò le associazioni tra gli eventi ambientali e le risposte motorie prodotte; analizzato solo ciò che era direttamente osservabile " prefigurazione della metodologia comportamentista (Hull e Skinner): ciò che è rilevante è il rapporto tra lo stimolo che suscita la risposta e questa stessa risposta (la psicologia comparata mette in luce le leggi del comportamento animale, che per analogia consentivano una migliore comprensione di quello umano)




V.    La reazione alla crisi: il comportamentismo.

: stato di crisi della psicologia " determinata:

dagli apporti della psicologia animale

dal successo delle teorie psicoanalitiche

dalla diffusione delle ricerche applicate nello studio delle capacità

" 2 tentativi volti alla ricostruzione della nuova psicologia


Watson elabora il comportamentismo in Germania la Gestalt rilancia l'antico problema

(che trova nella psicologia animale   del significato psicologico dell'esperienza e,

e comparata un precursore)    in particolare, dei fenomeni percettivi


totale rifiuto di affrontare il problema della coscienza per l'impossibilità di definirla e descriverla E scelta dell'osservazione del comportamento manifesto; le risposte determinate dall'attività di adattamento all'ambiente costituiscono le funzioni psicologiche, ma i loro aspetti interni, di cui tuttavia si ammette l'esistenza, devono essere ignorati in quanto non sono analizzabili scientificamente, cioè in modo oggettivo; riduzionismo fisiologico (ricondurre quanto più è possibile i processi psichici a quelli fisiologici); gli stimoli erano di carattere fisico mentre le risposte erano di carattere fisiologico; comportamento manifesto dell'organismo; importanza della psicologia animale per lo studio di quella umana; la fortuna della psicologia comportamentista, che diverrà il modello di ricerca prevalente fino alla fine degli anni 50, non dipende solo

dagli assunti teorici o dal metodo la cui oggettività è costituita dalla possibilità della sua applicazione a tutti gli esseri viventi

dalla ripetibilità dei risultati sperimentali, dalla loro controllabilità e dal fatto che lo sperimentatore e il soggetto dell'esperimento appartengono a 2 sistemi distinti

ma piuttosto da una sostanziale affinità questa psicologia e il contesto culturale in cui si inseriva (forniva quelle conoscenze sul comportamento umano che potevano essere utilizzate nella e per la società)


VI.    La reazione alla crisi: la teoria della Gestalt.

in Germania si stavano delineando correnti psicologiche in netta opposizione all'orientamento wundtiano " in particolare alcuni studiosi rifiutavano la validità dell'associazionismo per lo studio della percezione; preferivano la prospettiva secondo cui la percezione non era considerata una semplice combinazione passiva di elementi sensoriali, bensì il frutto di un'attività organizzatrice della mente che agisce sugli elementi dell'esperienza; la forma non è una sensazione, ma è un elemento nuovo che interviene nella percezione; la mente, infatti, dà forma alle sensazioni elementari; utilizzando un metodo che non era l'introspezione, ma l'osservazione semplice, senza cercare di approfondire ciò che poteva essere celato dietro quanto è dato nell'immediato apparire, o manifestarsi, di certi fenomeni (orientamento fenomenologico che si risolveva in una descrizione dell'esperienza libera da ogni preconcetto) " teoria della forma, la cui formulazione compiuta avverrà solo tra il 1920-30, anche se può considerarsi già delineata nel saggio sul movimento stroboscopio (apparente) di Wertheimer (percezione del movimento di un punto luminoso in assenza di un suo reale spostamento fisico) " dimostra l'infondatezza della teoria associazionista della percezione dal momento che il movimento apparente non poteva essere spiegato come la semplice somma degli stimoli stazionari; la scuola di Berlino, costituita da Wertheimer, Köhler e Koffka, approfondì lo studio dei fenomeni percettivi nella nuova prospettiva della teoria della Gestalt (antiassocizionista, anticausalista e antimeccanicista, si basa sull'assunto che le leggi che governano la vita psichica sono leggi psicologiche non riconducibili a quelle fisiche); l'attività psichica è indipendente, entro certi limiti, dall'esperienza, per cui l'influenza del mondo esterno, cioè il ruolo degli stimoli, ha un carattere di occasione anziché di causa per i processi percettivi; il campo percettivo è organizzato secondo leggi per le quali le parti sottostanno al tutto da cui traggono il loro significato particolare; la percezione diviene un processo estremamente complesso; Köhler dimostrò che anche gli animali hanno un comportamento intelligente se con esso si intende l'insieme dei processi messi in atto per conseguire un fine mediante l'uso di strumenti; Wertheimer distinse il pensiero riproduttivo, basato su conoscenze già acquisite, dal pensiero produttivo che invece è creativo in quanto produce conoscenze nuove; diffusione della teoria della Gestalt negli Stati Uniti (ebbe un ruolo fondamentale nel mitigare il primato della psicologia comportamentista)


VII.  Il neo-comportamentismo.

accanto al modello di ricerca watsoniano, si delineò un'altra impostazione, sempre di tipo comportamentista, sotto l'influsso dell'operazionismo (definire i criteri con cui si determina rigorosamente l'applicabilità di un termine in un dato caso al fine di evitare di assumere come vere proprietà false o di postulare entità metafisiche) " neocomportamentismo (Guthrie, Tolman, Hull e Skinner); tuttavia l'adesione dogmatica a questo atteggiamento metodologico, di per sé corretto, comporta il rischio che i criteri della correttezza dell'analisi operazionale, vengano assunti anche come convalida dell'adeguatezza dell'interpretazione teorica del fenomeno studiato (il sistema psicologico formalizzato di Hull e la teoria dell'apprendimento di Skinner sono gli esempi più chiari di questa esasperazione che preclude ogni possibilità euristica (relativa alla ricerca); Guthrie elaborò una teoria dell'apprendimento basata sul presupposto che le connessioni tra stimolo e risposta avvengono o per condizionamento o per la formazione di abitudini (associazionista estremo); compito della psicologia è la formulazione di leggi, o generalizzazioni, che possono trovare esemplificazione nel singolo comportamento; senza affrontare il problema dell'azione che l'organismo esercita sull'ambiente; le teorie di Guthrie furono molto criticate, tuttavia, nel clima operazionista dell'epoca, riscosse molto successo; Tolman costituì una reazione positiva al comportamentismo di tipo tradizionale (importanza data alla finalità e all'intenzionalità del comportamento); tra le cause ultime del comportamento e il comportamento effettivamente prodotto si frappone un set di fattori che determinano il comportamento di fatto esibito (variabili intermedie); gli animali possiedono delle mappe cognitive delle situazioni (per formare tali mappe, gli animali apprendono delle relazioni tra segni e significati, cioè delle Gestalt); apprendimento latente: per cui i topi possono acquisire informazioni che utilizzeranno solo in un secondo momento comportamentismo intenzionale; Hull: metodo ipotetico-deduttivo che consiste nel definire induttivamente una serie di postulati o assiomi, tra loro logicamente connessi, da cui dedurre delle conclusioni da sottoporre a verifica empirica per confermare o rifiutare il sistema di leggi così costruito; l'organismo è soggetto ad un continuo processo di adattamento biologico all'ambiente, il comportamento che deriva da questa continua interazione è orientato alla riduzione di un bisogno relativo alle modificazioni dell'ambiente che possono turbare le condizioni di vita ideali dell'organismo che ricerca stimoli che provocano piacere rifuggendo da quelli che provocano dolore; compito della psicologia è connettere la fisica, che studia le leggi che regolano l'ambiente esterno, e la fisiologia, che studia quelle relative all'ambiente interno, per cogliere la relazione complessa che si instaura tra questi 2 tipi di ambiente durante il comportamento; la soddisfazione dei bisogni primari comporta la sopravvivenza, ma una volta che tali bisogni fondamentali siano appagati, si sviluppa una serie di bisogni secondari, non più volti alla sopravvivenza, che divengono, a loro volta, primari e richiedono di essere appagati; per Skinner ogni forma di generalizzazione è impossibile; non si possono avanzare ipotesi su quanto avviene nell'organismo; scopo della psicologia è stabilire relazioni funzionali tra lo stimolo e la risposta; i problemi metodologici sono relativi esclusivamente alla situazione sperimentale (dev'essere controllata al massimo, per isolare le variabili che, di volta in volta, possono intervenire nel determinare il comportamento); scoperta di un nuovo tipo di condizionamento, definito operante: si verifica quando, nel suo agire nell'ambiente, l'animale stesso rinforza un proprio comportamento spontaneo; il comportamento, pertanto, può essere rispondente, se viene evocato da stimoli noti, oppure attivo, se è prodotto da un condizionamento operante; Skinner può essere considerato l'ultimo esponente del neo-comportamentismo e delle cosiddette scuole psicologiche i limiti della concezione comportamentista, che riduceva l'apprendimento a meccanismi di condizionamento e di rinforzo, sono ormai evidenti " dalla fine degli anni 50 la psicologia subisce una profonda trasformazione " gli sviluppi in altre discipline (cibernetica, etologia, linguistica) insieme ad un'opportuna accentuazione delle istanze avanzate dalla psicoanalisi, dalla teoria della Gestalt e dalle ricerche degli psicologi che non si riconoscevano nel comportamentismo, faranno definitivamente tramontare l'obiettivo di costruire una teoria del comportamento secondo gli assunti del meccanicismo comportamentista " determinante per la realizzazione di tale trasformazione sarà l'adozione di un nuovo linguaggio, quello della teoria dell'informazione che fornirà lo strumento per unificare i fenomeni psicologici indipendentemente dalla loro complessità e consentirà quindi di parlare di quanto avviene nella mente, in quella che per i comportamentisti era una black box, il cui ruolo poteva essere ignorato nello studio del comportamento




VIII.Prospettive interdisciplinari.

verso gli anni 40 si iniziò a pensare alla possibilità di considerare il cervello come un computer molto potente " teoria dell'informazione (Shannon e Weaver) " teoria cibernetica della comunicazione (Wiener) per delineare uno studio della comunicazione umana e animale in analogia ai sistemi di comunicazione artificiali la cibernetica e la teoria dell'informazione offrono la possibilità di costruire dei modelli artificiali di trasmissione dell'informazione di cui è possibile conoscere lo stato in ogni parte del sistema e che ben si prestano ad avvalorare l'idea che, per analogia, anche altri fenomeni che comportano la trasmissione o la trasformazione di unità significative, come il comportamento umano, possono essere interpretati matematicamente " Intelligenza Artificiale (Miller)


IX.  La psicologia non comportamentista.

fin dalla metà degli anni 30 si afferma la psicologia della personalità " conferisce alla personalità una nuova dimensione facendo leva proprio su quei fattori che erano stati banditi a priori dall'analisi sperimentale del comportamento; le insufficienze teoriche del comportamentismo e queste nuove acquisizioni orientano l'interesse dei ricercatori verso tematiche precedentemente ignorate perché giudicate irrilevanti e metodologicamente fuorvianti:

il linguaggio

la motivazione

il pensiero

le emozioni

la percezione

la ripresa dello studio della percezione negli anni 40 mette in luce il ruolo che in essa ha la motivazione; la percezione e, più in generale, il comportamento, dipende da un'elaborazione centrale che opera una selezione degli stimoli percepiti; negli anni 50 e 60 anche la ricerca etologica (studio del comportamento animale nel contesto naturale) porta ad una riformulazione del problema dell'apprendimento: demolire la falsa contrapposizione tra istinto, ereditario e immutabile, e apprendimento, prodotto dal condizionamento, prospettando una visione articolata a dinamica del problema incentrata sul carattere flessibile del comportamento; Hebb sostenne che la problematica neurofisiologica e quella psicologia si sovrappongono senza che l'una possa ridursi all'altra: al fisiologo spetta il compito di ricavare i dati circa il funzionamento delle parti del sistema nervoso, allo psicologo quello di porre in relazione tali acquisizioni con i comportamenti nel tentativo di ricavare nuovi dati dalla divergenza tra il comportamento effettivamente osservato e quello prevedibile in base alle conoscenze già possedute; per rendere conto della plasticità del cervello, cioè della modificabilità dell'attività cerebrale attraverso l'esperienza, Hebb sostenne che tra i neuroni si formano nuove interconnessioni; affrontare il problema del comportamento non come di una singola attività considerata astrattamente, bensì di un insieme di segmenti di comportamento, correlati tra loro e con gli elementi esterni che ne sono all'origine (modello psicofisiologico); Miller, per quanto in una prospettiva comportamentista, presenta un'indagine sul linguaggio inteso come mezzo sociale di comunicazione che apre nuove e più adeguate prospettive allo studio del comportamento linguistico; l'ottica interdisciplinare con cui Miller tratta del linguaggio e del processo di comunicazione pone in rilievo l'esistenza di una stretta relazione tra i processi interni all'organismo e il linguaggio che ne è l'espressione



" riorientamento nello studio della psicologia


X.    La psicologia cognitivista.

come per la psicologia sperimentale è possibile indicarne l'inizio con la fondazione del laboratorio di Lipsia, anche per il cognitivismo si può indicare una data precisa: nel 1956 si tenne un convegno in cui furono presentate 3 relazioni che avrebbero cambiato il modo di concepire l'oggetto dell'indagine psicologica che non sarà più solo il comportamento, ma anche la mente da cui quest'ultimo trae la propria organizzazione:

Newell e Simon: primo passo verso lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale e della simulazione dei processi cognitivi " poiché sia i sistemi naturali che quelli artificiali possono imparare dallo loro passata esperienza migliorando le prestazioni, si può dire che i programmi dei calcolatori euristici forniscono il modello dei processi cognitivi simulati (l'esperienza viene intesa come un apprendimento definito dalle forme di apprendimento utilizzate per le esperienze precedenti); gli eventi passati insieme ai meccanismi strutturali, cioè i processi cognitivi da cui dipendono le trasformazioni dell'informazione, definiscono una nuova concezione di essere umano basata sulla sua capacità di elaborare forme sempre nuove e più complesse di adattamento all'ambiente e di riflessione intelligente

linguista Chomsky: ci dev'essere una predisposizione biologica allo sviluppo del linguaggio, una sorta di meccanismo che realizzi quel sistema innato di regole, la grammatica, che dà luogo alla produzione solo di frasi ben formate; la linguistica dev'essere considerata una branca della scienza cognitiva il cui compito è lo studio dei processi cognitivi che avvengono all'interno della mente

Miller, notando che i risultati convergenti di un buon numero di ricerche indicavano nel magico numero 7 più o meno 2 il limite di capacità della memoria immediata, affermava che l'essere umano è un elaboratore a capacità limitata

Broadbent offriva un modello di come può avvenire l'elaborazione di un'informazione: l'informazione in ingresso viene filtrata e trasmessa a successivi stadi di elaborazione che consentono il passaggio dall'input all'output; questo nuovo modo di considerare il comportamento veniva definito comportamentismo soggettivistico dal momento che tra gli stimoli (input) e le risposte (output) era necessario frapporre un sistema centrale, il soggetto, che organizza i rapporti tra gli stessi input e output; teoria dell'elaborazione umana dell'informazione: organizzazione caratterizzata dai diversi stadi di elaborazione cui l'informazione è sottoposta

prima nei registri sensoriali

poi nella memoria a breve termine

infine in quella a lungo termine

proprio il carattere sequenziale dell'elaborazione umana dell'informazione induceva a utilizzare i tempi di reazione nello studio dei processi cognitivi (a tempi di reazione più lunghi corrisponde un'elaborazione più complessa); negli anni 60 il panorama della ricerca psicologica era articolato in 3 diverse direzioni che avevano una rilevanza molto diversa:

se lo studio dei processi cognitivi secondo la teoria dell'elaborazione umana dell'informazione era la direzione di ricerca più seguita

lo studio della simulazione, per quanto molto promettente, era appena avviato

mentre erano pochi e oscurati dal successo della teoria prevalente gli studi degli psicologi che non si riconoscevano totalmente nella concezione dell'elaborazione umana dell'informazione

dalla metà degli anni 60 la teoria dello sviluppo cognitivo di Piaget cominciò a diffondersi ampiamente; da una prima fase in cui la ricerca privilegiava l'identificazione delle strutture nelle quali avviene l'elaborazione dell'informazione, si passa, all'inizio degli anni 70, ad una seconda fase in cui viene prestata maggior attenzione alla dimensione funzionale del sistema cognitivo " superamento del carattere sequenziale dell'elaborazione dell'informazione " teoria del ciclo percettivo (Neisser): necessità di studiare i processi cognitivi in contesti ecologicamente validi, intendendo con ciò le situazioni naturali e reali in cui hanno luogo i processi cognitivi per quanto venga mantenuto il nuovo linguaggio della teoria dell'informazione, si incominciò ad avvertire la ristrettezza delle soluzioni offerte dalla nuova metafora con cui la psicologia aveva riformulato il suo oggetto di studio e anche l'implicito riduzionismo del modello dei processi cognitivi che ne era scaturito


XI.  La scienza cognitiva.

sintomatico di questo disagio e della necessità di arricchire il quadro interpretativo dell'attività cognitiva fu il progetto della scienza cognitiva " studio interdisciplinare dell'attività cognitiva nel suo complesso (psicologia, filosofia, Intelligenza Artificiale, neuroscienze, linguistica, antropologia); fiducia nella simulabilità dei processi cognitivi analizzati al livello della rappresentazione mentale, ma fu proprio su questo aspetto che si accenderà un intenso dibattito, dal quale emergerà, anziché un consenso, una varietà di posizioni contrastanti su come si possa definire la rappresentazione; al contempo, nelle neuroscienze si affermò un nuovo modello di simulazione, basato sul funzionamento delle reti neurali, che portò allo sviluppo del connessionismo (l'elaborazione avviene in parallelo su tutti gli input e produce un output che è funzione sia delle interazioni tra tutti gli input sia del peso che ha ciascuno di essi), che si contrapponeva ai modelli della simulazione simbolica







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