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La famiglia - Famiglia ed educazione sociale

pedagogia



La famiglia

Nelle società tradizionali,la famiglia è stata nella seconda metà del XX secolo al centro di mutamenti profondi.Negli anni Sessanta e Settanta,essa è stata dichiarata morta da alcuni settori della cultura. I due decenni successivi ne hanno invece messo in luce i mutamenti,con i problemi riguardanti sia l'evoluzione della famiglia,quanto nel cambiamento dei ruoli e della dimensione genitoriale.

Famiglia ed educazione sociale

Considerata fra le prime agenzie di socializzazione la famiglia è intesa come

-primo ambiente sociale in cui il singolo individuo è inserito e permane per tutta la vita e fornisce buona parte degli strumenti per l'integrazione in una comunità più vasta;

-e fa si che essa condizioni il rapporto con le altre agenzie educative e di socializzazione.

Oggi si può definire la famiglia com 232d37c e una realtà in transizione,caratterizzato da una molteplicità di progetti intersecati fra loro.

Un educazione per tutta la vita

Attualmente molti studiosi ritengono che il ruolo educativo dei genitori nei confronti dei figli riguarda tutto l'arco di vita che va dalla formazione della coppia fino alla morte dei suoi membri (ciclo di vita familiare).

Un pedagogista definisce queste tappe fondamentali del ciclo di vita familiare come eventi critici,perchè a ogni tappa della vita familiare è seguita da una crisi che definisce per i suoi membri dei compiti di sviluppo.



Dimensione affettiva e genitoriale

Il progetto educativo familiare richiede un'armonia dei rapporti fra i vari membri della famiglia e una crescita equilibrata delle loro personalità.

Alcuni studiosi hanno diversificato le famiglie in famiglie aperte e famiglie chiuse.

Le prime sono famiglie capaci di interagire con i mutamenti interni ed esterni in maniere flessibile. Le seconde invece sono famiglie la cui rigidità impedisce gli adattamenti e una proficua apertura verso l'esterno.

La coppia

La coppia può essere considerata come sistema relazionale fondato su un'autoeducazione e un'educazione reciproca fra i membri.

Nell'antichità l'educazione alla relazione della coppia veniva insegnato prima dalla famiglia e poi dal marito.

Oggi invece la parità di sessi comporta una coeducazione realizzata assieme ai membri della nuova coppia.

Molti studiosi affermano l'importanza dell'intimità affettiva in cui ciascuno dei due membri è in grado di sviluppare empatia verso i sentimenti dell'altro senza per questo fondersi con esso. Ma accanto all'intimità è importante anche la presenza di un progetto comune. L'armonia di coppia viene inteso come il risultato di una ricerca in cui gli individui puntano ad amarsi allo stesso modo e ad amare le stesse cose.

Il rapporto genitori-figli

Quando una coppia decide di avere un figlio ha inizio un processo di ristrutturazione profonda della famiglia.La speranza di essere buoni genitori hanno prodotto genitori sempre più incerti e impreparati rispetto al proprio ruolo. Oggi l'intensità del legame affettivo fa si che la relazione che si genera tra genitori e figli richieda un'elaborata gestione di emozioni e sentimenti.

Ci sono vari modi con cui la famiglia educa i propri figli:

-stile autoritario:basato su un sistema rigido di regole stabilite dai genitori;

-stile autorevole:in cui i valori stabiliti dall'adulto si accompagnano a norme flessibili;

-stile incoerente :in cui si oscilla fra autoritarismo e permissività a seconda delle condizioni emotive dell'adulto.

Il genitore quasi perfetto è colui che è in grado di amare il proprio figlio e dialogare con esso.

Evoluzione familiare e il problema dei ruoli educativi

L'educazione familiare ha prodotto vistose conseguenze educative,fra cui la difficoltà dei genitori ad assicurare una presenza familiare estesa e regolare.

Oggi è frequente il lavoro di entrambi i genitori con la necessità di individuare istituzioni,come il nido o figure come nonni o le baby sitter. Questo ha suscitato dei problemi sulla crescita psicologica dei figli,specie per quanto concerne il rapporto tra bambino e madre.

Anche la figura paterna è stata messa in discussione. Oggi infatti è compito della figura paterna assicurare attenzione e dialogo ai figli.

Quando i genitori si separano

Un caso particolare riguarda la separazione dei genitori. Ecco che appare importante da parte dei genitori mantenere una linea di dialogo che consente di spiegare chiaramente quanto sta accadendo e a rassicurare che la separazione non comporterà la perdita affettiva dei familiari.

La società fraterna

La presenza di fratelli all'interno di un nucleo familiare producono diversi effetti. Con i fratelli ci può essere un legame da competizione o da attaccamento.

La presenza di un fratello maggiore per il bambino ne fa un compagno di giochi o spesso un modello da emulare;allo stesso tempo la nascita di un fratello può provocare gelosia e invidia verso il nuovo arrivato. I genitori devono quindi fornire al primogenito regole di condotta verso il fratellino e il minore avrà di fronte a se oltre che un modello,anche un consigliere per le progressive conquiste di autonomia.

Tra famiglia nucleare e famiglia estesa

Uno dei motivi di tensione consiste nella necessità sempre più frequente del lavoro dei coniugi. Occorre quindi l'inserimento precoce in istituzioni o affidarli a baby sitter. Oltre a queste figure è frequente il ricorso a parenti adulti,come zie,nonni, nipoti,costituendo così una forma di famiglia estesa.

Le nuove famiglie:adozione e affidamento

Di fronte ai molteplici problemi della società, la famiglia deve essere aiutata a mantenere il proprio ruolo educativo. Sono stati istituiti appunto una serie di servizi che hanno l'obiettivo di sostenerla nelle necessità e difficoltà. Quando le condizioni di un positivo sviluppo cominciano a mancare,molte iniziative cercano di colmare i vuoti e le difficoltà presenti.

L'obiettivo di queste iniziative è quello di ricostruire l'ambiente e le relazioni domestiche con figure genitoriali integrative.

Affidamento

La presenza di minori in comunità assume spesso la forma di affidamento a tempo pieno o parziale.

L'affidamento differisce dall'adozione per il suo carattere di temporaneità:vi si ricorre quando i bambini vengono staccati per un periodo dalle loro famiglie naturali.

La famiglia affidataria è quindi concepita come fonte di distacco rispetto a quella naturale .Infatti si tratta di una fortissima responsabilità pedagogica  da parte dei genitori affidatari,che devono essere in grado di dare affetto e attenzione con la consapevolezza dei limiti temporali del legame.

L'adozione

Può accadere però che per molteplici ragioni,la famiglia d'origine di un bambino non riesca a ritornare ad essere un ambiente adatto. In questo caso la legge italiana prevede l'istituto dell'adozione. Questo diventa così la soluzione per i bambini orfani o quando la famiglia naturale venga giudicata incapace di mantenere ,educare e istruire i propri figli. L'adozione rappresenta per tutti un importante crisi. I genitori adottivi devono saper dimostrare disponibilità,affetto e fermezza verso un bambino che si aspetta di trovare in essi la sicurezza necessaria per superare il trauma dell'abbandono.




Famiglia e vita sociale

La famiglia è un'istituzione che si assume compiti educativi inerenti la trasmissione dei valori sociali e l'integrazione dei suoi membri nella società.

Con Platone esiste un conflitto tra famiglia e società che rendeva la famiglia ostacolo per la crescita politica dell'individuo;

Con Aristotele invece la famiglia è integrabile con la società.

Ogni famiglia colloca le proprie scelte educative fra gli estremi di una perfetta adesione a un progetto sociale esterno e di un completo familismo.

Il familismo può anche implicare che il successo del compito educativo della famiglia viene identificato con il raggiungimento di determinati obiettivi.

Secondo Marcello Bernardi la famiglia è intesa come nucleo affettivo,il cui compito principale è di dare amore e stabilità ai suoi membri e producendo un'apertura della famiglia all'interno di forme di aggregazione sociale più ampia.

La scuola

La scuola è un sistema complesso basato su un'organizzazione funzionale dei servizi educativi che interagisce con la realtà educativa extrascolastica. La scuola è anche oggi un'istituzione in crisi per i molteplici cambiamenti che l'hanno attraversata e per la sua difficoltà a rispondere alle diverse domande di educazione che la società le pone.

Caratteri della scuola

La scuola integra al proprio interno tre dimensioni:la dimensione comunitaria,per cui la scuola è una forma di organizzazione sociale dove l'individuo può essere inserito in un sistema di regole e di rapporti;la dimensione culturale per cui il compito della scuola è trasmettere e produrre cultura;la dimensione curriculare che indica nella programmazione la modalità di lavoro peculiare della scuola.

Da un lato si vorrebbe affidare alla scuola responsabilità e compiti sempre nuovi,dall'altro di mostra sfiducia nelle sue capacità di rispondere alle esigenze e alle attese. La scuola si trova di fronte a :

-un insieme di scopi e richieste istituzionalmente riconosciuti

-un insieme di scopi e richieste non istituzionalizzato ma percepito e riconosciuto;

-un insieme costituito da scopi e richieste individuali.

Fanno parte del primo insieme le funzioni generali che la società attribuisce alla scuola. Fanno invece parte del secondo insieme il mercato del lavoro,la famiglia e la Chiesa. Vengono infine gli scopi e le richieste dei soggetti singoli presenti nella realtà scolastica.

Crisi della scuola

Oggi assistiamo al fallimento del modello sociale scuolacentrico.Il dilatarsi dei problemi hanno prodotto la necessità di una costante capacità di autoformazione che la scuola oggi può infatti contenere.

La scuola da una parte soffre di discontinuità interna e dall'altro offre conoscenze inadeguate e improduttive.Sono cosi cadute sia le concezioni che attribuivano alla scuola un'efficacia immediata per lo sviluppo economico e sociale,sia le teorie che vedevano nella scuola la sede privilegiata per la formazione del consenso.

Dalla scuola d'elitè alla scuola di tutti e di ciascuno

La storia della scolarizzazione di massa dovrebbe essere ricostruita sulla base di uno schema conflittuale in cui si osserva in che modo l'accesso scolastico verso le classi socialmente inferiori sia stato collegato a strategie con cui le classi superiori hanno cercato di mantenere la propria posizione elitaria.Nella prima fase veniva concesso a un ristretto numero di appartenenti alle classi inferiori di accedere alla scolarizzazione.Nella fase successiva l'allargamento ulteriore viene limitato mediante barriere economiche.Nella terza e ultima fase l'accesso alla formazione scolastica viene generalizzato nel nome del diritto di uguaglianza.L'obiettivo di un passaggio dalla scuola d'elitè alla scuola di tutti si è tradotto in un forte investimento nella creazione di una scuola di massa,capace di dotare tutti degli strumenti di base per poter scegliere liberamente il proprio futuro.

Ben presto tuttavia ci si è resi conto che la scolarizzazione di massa presentava dei gravi limiti:la produttività della scuola è effettivamente spesso risultata scarsa;i costi sono stati giudicati eccessivi.Inoltre la scuola ha assistito a un dilatarsi dei suoi compiti diventando per gli studenti allo stesso tempo una gabbia e un rifugio rispetto alla realtà sociale più vasta.

L'erba voglio nel paese sbagliato:la crisi politica e pedagogica della scuola

All'inizio degli anni Settanta venivano pubblicati in Italia alcuni libri in cui lo spirito di contestazione si riverberava nell'analisi critica della scuola.Gli autori dell'Erba voglio esaminavano il ruolo di autorità e potere nella scuola come problema connesso all'intero funzionamento del sistema sociale,in un momento in cui l'ingresso massiccio di membri delle classi popolari richiedeva una democratizzazione dell'istituzione.

Denunce come quella di don Lorenzo Dilani contro la selezione classista venivano usate come spunto per il tentativo di cominciare a trasformare i tempi,gli spazi,le didattiche.Si svilupparono cosi scuole autogestite rivolte contro il sistema di valutazione.Questi tentativi esprimevano il bisogno di costruire una scuola diversa.Altri testi dello stesso periodo ribadivano ulteriormente la frattura tra vecchia e nuova scuola,sottolineando come gli insegnamenti dovessero farsi coscienti e responsabili del proprio ruolo politico.

La consapevolezza della crisi è stata poi ulteriormente rafforzata dalla coscienza del sostanziale ritardo con cui la scuola si è mossa rispetto alle trasformazioni sociali e culturali.Cosi si è dovuto riconoscere che la scuola non riesce più a fornire una cultura tecnologica coerente con le esigenze esterne e neppure una cultura umanistica in grado di dialogare con le realtà giovanili.

La situazione attuale:verso la comunità,il territorio e la specializzazione

Di fronte alla crisi della scuola,le alternative poste sono state quelle di una descolarizzazione,per cui la scuola sparisce lasciando che i suoi compiti vengano assolti dalle agenzie formative diffuse nella società e in quel mercato della formazione che è stato variamente auspicato o temuto,oppure di una superscolarizzazione in cui la scuola assorbe al suo interno le più diverse istanze formative.

Per il raggiungimento di questo obiettivo la scuola sembra essersi avvicinata alla prospettiva dell'apertura del territorio e al senso della comunità,all'inserimento nel sistema formativo integrato dove cerca di realizzare il passaggio dalla scuola di elitè a quella di tutti e di ciascuno.A parere di alcuni la piena realizzazione di questo passaggio sarà possibile solo con la realizzazione di una scuola aperta e di una scuola sperimentale,e che laboratori,aule specializzate e atelier sostituiscano la lezione verbalistica dell'insegnante.Esistono quindi notevoli sforzi per giungere ad un'autentica democratizzazione della scuola,per far si che in essa abbiano posto i valori in cui si riconosce la comunità intera.Si cerca cosi di approdare a una gestione sociale della scuola,incentrata sul pieno coinvolgimento di tutte le componenti della comunità.Per rispondere a questi scopi,la scuola deve favorire la propria dimensione partecipativa,capace di raccordarla con le altre agenzie formative.Questa dimensione si esprime in primo luogo nei confront della famiglia.Pertanto le attuali tendenze scolastiche si propongono di superare il livello della semplice fiducia e della reciproca influenza tra famiglie e istituzione scolastica,per giungere invece a una vera e propria corresponsabilità educativa e gestionale.La gestione sociale con il territorio e le comunità non significa comunque un appiattimento della scuola rispetto alle altre realtà educative:la scuola deve mantenersi consapevole della propria peculiarità sia sul piano dell'intenzionalità sia sul piano della sistematicità.

Il recupero della specificità della scuola passa attraverso il raggiungimento di una quarta fase ulteriore rispetto alle altre tre.Gli aspetti caratterizzanti di questa fase dovrebbero servire a reagire alla tendenza della scuola a rifugiarsi nelle educazioni come compito prioritario.Il recupero dovrebbe invece realizzarsi attraverso una decisa scientificizzazione degli approcci e specializzazione didattica rispetto alle altre agenzie formative collegato a un deciso rifiuto di assumersi un ruolo vicario di fronte alle adempienze di altri settori della società civile.


































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