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Totemismo - Tabù - Freud

filosofia



Totemismo: Freud vedeva nel sacrificio totemico una delle forme collettive di liberazione dal complesso di Edipo, dal senso di colpa derivato dall'uccisione del padre e dalla sua consumazione cannibalica nell'orda primitiva.


Tabù: Freud pone un tipico parallelismo fra tabù etnici e tabù individuali nevrotici, presenti nelle nevrosi ossessive. La nevrosi ossessiva, come "delirio di toccare", dipende da un fatto fondamentale che si è manifestato nella prima infanzia, il "piacere di toccare", che è stato proibito. A Freud riesce difficile spiegare come siano sorte queste ossessioni per c 515d33f ui egli fa ricorso a ipotesi sulle "origini" che, in quanto tali, sono inverificabili.




Pulsione sessuale: la pulsione consiste in una "spinta" che ha la sua "fonte" in uno stato di tensione interno all'organismo e che raggiunge la sua "meta" sopprimendo questo stato di tensione, vuoi dell'"oggetto" vuoi mediante l'oggetto. Non essendo né una forza completamente somatica, né pura energia psichica, ma piuttosto processo dinamico al confine tra some e psiche, la pulsione freudiana di qualunque tipo essa sia nasce nell'ES, ma agisce anche nell'ambito delle altre due istanze psichiche Io e Super-Io. La pulsione è costruita nella prima fase dell'esistenza individuale. Nel primo periodo del suo pensiero egli individua una classe di "pulsioni sessuali" come antagonistica a quella delle "pulsioni dell'Io" o "pulsioni di autoconservazione". La pulsione sessuale, il cui materiale è costituito dalla libido è quella sulla cui base si esplica il processo fondamentale della rimozione nell'ambito del conflitto psichico; essa si manifesta oltre che nella condotta sessuale anche in rappresentazioni e condotte apparentemente lontanissime dalla sessualità: costituisce un risultato costruito al termine di una lunga evoluzione ontogenetica, nella quale il soddisfacimento genitale, corrispondente alla "pulsione sessuale unificata", precede i diversi soddisfacimenti locali (piacere d'organo), corrispondente alle pulsioni sessuali parziali (orale, anale, ecc.); queste ultime inizialmente rilevabili in quella che Freud chiama la "perversione polimorfa" del bambino non scompaiono mai del tutto nell'adulto; inoltre il concetto di pulsione parziale è applicabile a tutte le pulsioni e non solo a quelle sessuali. Quanto alle pulsioni di autoconservazione esse corrispondono alle grandi funzioni organiche (nutrizione, defecazione.): sono chiamate anche pulsioni dell'Io perché nel conflitto difensivo l'Io ricorre alla loro carica energetica. Nella seconda concettualizzazione freudiana vengono contrapposte pulsioni di vita a pulsioni di morte. Le prime comprendono tanto le pulsioni sessuali quanto le pulsioni di autoconservazione: indicate con il termine di "eros" esse sono finalizzate all'instaurazione e alla conservazione dell'unità del vivente. Più forti di queste tanto da prevalere sullo stesso principio di piacere sono le pulsioni morte identificabili nelle prime fasi della vita individuale con la tendenza all'autodistruzione, esse si rivolgono successivamente verso oggetti esterni, specificandosi come "pulsioni di aggressione" e "pulsioni di distruzione". Sono evidenziabili allo stato puro in quelle condizioni gravemente patologiche nelle quali sopravviene il silenzio delle pulsioni di vita, come nel caso della melanconia; ma soprattutto secondo Freud la presenza delle pulsioni di morte è deducibile dall'incoercibilità e irriducibilità della coazione a ripetere che sfugge alla logica del conflitto tra il principio del piacere e il principio di realtà e configura una ricerca attiva della sofferenza (e al limite della morte) finalizzata a se stessa.


Principio di realtà: principio che secondo la psicoanalisi precede al funzionamento dell'apparato psichico e che compare nel corso dello sviluppo psichico dopo il principio di piacere; mentre quest'ultimo impone la gratificazione per la via più breve quella fantasmatica il principio di realtà consente il rinvio della medesima in rapporto alle esigenze dettate dall'ambiente esterno. Il principio di piacere si evolve gradualmente e parzialmente in principio della realtà in seguito alla frustrazione del lattante che non riesce a conseguire il pieno soddisfacimento per via esclusivamente allucinatoria; e questa evoluzione è resa possibile solo dalla comparsa del pensiero cosciente e delle sue funzioni ausiliarie quali l'attenzione e la memoria. Nelle ultime opere freudiane tutto ciò viene riassunto nell'attribuzione del principio di realtà all'Io scaturito dall'impatto fra l'Es e la realtà esterna. Nel caso delle pulsioni di autoconservazione la realtà prende facilmente il posto dell'esperienza allucinatoria, mentre nel caso delle pulsioni sessuali il principio di piacere solo in parte, a fatica e non irreversibilmente si lascia trasformare in principio di realtà, soprattutto in seguito ai processi di identificazione caratteristici della fase edipica.


Principio di piacere: principio che secondo la psicoanalisi presiede al funzionamento dell'apparato psichico il quale tenderebbe automaticamente e in ogni momento a liberarsi delle tensioni spiacevoli. Un'altra caratteristica fondamentale della nozione di "piacere" consiste nel suo stretto nesso con processi e contenuti psichici dereali (come quelli onirici) cosicché il principio di piacere da un lato è lontano dalle tesi associazionistiche e si contrappone al principio di realtà. Nell'opera "Al di là del principio di piacere" (1920) Freud abbozza la tesi (utilizzando il termine "nirvana") della profonda affinità tra il piacere e l'annientamento (pulsione di morte).




Nirvana: condizione di salvezza suprema nelle tre grandi religioni indiane (buddismo, induismo e giainismo).


Coazione a ripetere: termine disegnante una forza interna che costringe il soggetto, sotto la minaccia di un aumento dell'angoscia, a compiere una determinata azione o serie concatenata di azioni o a porre in atto una determinata operazione difensiva o a coltivare ossessivamente un determinato pensiero. La coazione è un meccanismo caratteristico della nevrosi ossessiva. Al di fuori della nevrosi ossessiva e a partire da "Al di là del principio di piacere" Freud parla di coazione a ripetere per indicare la condizione in cui il soggetto si pone in situazioni dolorose, senza essere consapevole che esse riproducono esperienze dal lui precedentemente già vissute e quindi trovandosi nuovamente indifeso di fronte ad esse. Il concetto di coazione a ripetere va posta in relazione con la tendenza alla scarica assoluta implicita nel concetto di pulsione di morte.


Sublimazione: termine indicante il meccanismo responsabile di molte attività umane di tipo superiore (come la ricerca scientifica e la creazione artistica) le quali, sebbene siano in apparenza prive di qualsiasi riferimento alla sessualità derivano invece dalle pulsioni sessuali parziali (cioè dalle componenti perverse e non genitali della sessualità) e dalle pulsioni aggressive. Non è facile indicare le caratteristiche che differenziano la sublimazione dal meccanismo della rimozione.


Rimozione: termine che indica il processo inconscio mediante il quale il soggetto esclude dalla coscienza determinate rappresentazioni connesse con un pulsione (generalmente di natura sessuale) il cui soddisfacimento implicherebbe il non soddisfacimento di altre richieste provenienti dall'Io o dal Super-Io. La rimozione va quindi distinta dalla repressione (che si svolge a livello cosciente) e costituisce una componente di molti meccanismi di difesa patologici nonché della vita psichica normale. Nella rimozione si intrecciano reinvestimenti, disinvestimenti e controinvestimenti che si riferiscono non già alla pulsione in quanto tale né all'affetto, bensì ai rappresentanti della pulsione costituiti da idee o ricordi o immagini mentali. Ad un rimosso originario si aggregano tutte le successive rappresentazioni rimosse dell'esperienza individuale le quali tendono a riaffiorare  alla coscienza, approfittando di condizioni temporanee facilitanti come l'aumento della spinta o la diminuzione del livello di controinvestimento.

Conflitto psichico: contrapposizione tra forze interne incompatibili: fra pulsioni diverse, tra le diverse istanze psichiche (l'Io e l'Es). Il conflitto si presenta talora in forma manifesta e talora in forma latente (caratteristico della nevrosi) e quest'ultimo si esprime in una vasta gamma di sintomi patologici. Freud sottolinea il messo privilegiato tra conflitto e situazione edipica, individuando nel rapporto con l'attività sessuale il punto strutturalmente debole dell'Io.


Es: istanza corrispondente al polo pulsionale della personalità. L'Es, i cui contenuti sono inconsci costituisce il grande serbatoio della libido ed è la matrice originaria delle altre due istanze psichiche con le quali si trova in rapporto conflittuale




Io: da un lato l'Io freudiano controlla la percezione, il comportamento, il pensiero logico; dall'altro esso è in parte inconscio e in parte preconscio. La componente inconscia dell'Io è evidente soprattutto nei meccanismi di difesa che molto spesso sono inconsci in due sensi: il soggetto non ricorre ad essi coscientemente e il principio che li governa è primario esattamente come quello che vige all'interno dell'Es. L'Io ha una propria autonomia che di fatto è limitata poiché deve continuamente confrontarsi con le esigenze pulsionali dell'Es e con le più o meno severe imposizioni del Super-Io.


Super-Io: il Super-Io che nasce da una differenziazione dell'Io, parzialmente inconscio. Il Super-Io compare come istanza differenziata in concomitanza con il venir meno del complesso edipico, cioè dopo i cinque anni di vita, quando il bambino interiorizza il divieto sacrificando ad esso il desiderio incestuoso e in qualche modo compensandolo mediante l'identificazione con i genitori. Successivamente ai divieti provenienti dai genitori si aggiungono quelli provenienti dalle istituzioni sociali e religiose ed è da essi che il Super-Io trae un ulteriore rafforzamento.


Istinto di Morte o Thanatos vedi pulsione


Libido: indica l'energia corrispondente all'aspetto psichico della pulsione sessuale e pertanto distinta dall'eccitazione sessuale puramente somatica. La libido non esaurisce la dimensione pulsionale dell'individuo: difatti , in una prima fase del pensiero freudiano essa viene distinta dalle pulsioni di autoconservazione e in una seconda fase caduta la suddetta distinzione viene contrapposta alle pulsioni di morte. La libido può investire un oggetto esterno all'individuo ("libido oggettuale") o l'individuo stesso ("libido narcisistica" o dell'Io); quanto più aumenta la libido narcisistica tanto più diminuisce la libido oggettuale e viceversa. La libido è inizialmente narcisistica e solo successivamente si trasferisce su oggetti esterni; in molti stati psicotici la libido oggettuale si ripiega interamente sull'Io e in questo caso si parla di "narcisismo secondario".


Investimento: aderire di una determinata quantità di energia pulsionale a un determinato oggetto o rappresentazione o parte del corpo. Il termine viene usato spesso in connessione con la libido: l'investimento libidico è l'investimento che utilizza l'energia della pulsione sessuale.






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