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Tommaso d'Aquino - Premessa: filosofia e "scholae" - Vita e opere

filosofia



Tommaso d'Aquino



Premessa: filosofia e "scholae"


Scolastica = filosofia cristiana del medioevo.


grammatica

trivio   logica o dialettica

Scholasticus = insegnante delle 7 arti liberali = retorica




geometria

quadrivio aritmetica

astronomia

musica



lectio = lettura dei testi sacri e del commento dei padri della chiesa

forme dell'insegnamento:

disputatio = esaminare un problema valutando tutti i pro e i contro



ogni filosofia è determinata dal problema che costituisce il centro della sua ricerca, il problema della scolastica = portare l'uomo alla comprensione della verità rivelata.

Il nome deriva dalla coincidenza del problema speculativo ed educativo di questa filosofia.

Ma, al contrario della tradizione greca, questa ricerca non è individuale, infatti l'individuo è sorretto dalle sacre scritture, dai dogmi della chiesa e dei padri della chiesa; insomma dalla tradizione ecclesiastica.

Questa filosofia non cerca la verità, perché essa gli è già stata rivelata, ma usa gli strumenti della filosofia tradizionale per capire la realtà, la verità.


Vita e opere


Nasce nel 1225, ebbe la sua prima educazione presso montecassino,  nel 1243 entra nell'ordine dei domenicani a Napoli, e fu mandato a Parigi, dove divenne discepolo di Alberto.

Ebbe dei casini con Guglielmo che era contrario agli ordini mendicanti, ma li vinse e fu nominato a Parigi nel 1257.

Ando a Roma e poi di nuovo a Parigi, intanto scriveva le somme, trattati che dicono tutto quello a cui può arrivare la rione riguardo ad un argomento.

Muore nel 1274 presso il chiostro cistercense di fossanova.

Per il suo carattere chiuso a Parigi lo chiamavano il bue muto.


Ragione e fede


Per Tommaso hanno molta importanza sia la ragione che la fe 919e44j de, ma il suo obbiettivo è quello di capire il mistero, ma esso non è capibile dalla ragione, c'è bisogno che sia rivelato.

Ma questo non implica uno svalutamento della ragione, infatti essa serve per:

  1. per dimostrare le verità della fede, per es. che Dio esiste.
  2. per esplicitare le verità della fede mediante similitudini
  3. per combattere le eresie

cmq la ragione è sottomessa alla fede, quando arriva a risultati diversi da essa è in torto!

Ente, essenza ed esistenza


La filosofia di tommy è una filosofia dell'essere; il fulcro di questa filosofia si trova espresso dell'opuscolo "l'ente e l'essenza".

In questo libro tommy si propone di spiegare alcuni termini in voga nel suo tempo, es. ente e essenza.


Ente:

  • reale = ciò che è presente nella realtà (sostanza + categorie)
  • logico = ciò che viene espresso in una proposizione affermativa (non per forza reale)

essenza di una cosa è tutto ciò che è espresso nella definizione della cosa ( sia la forma che la materia).

Esistenza: l'atto grazie a cui le essenze, che hanno l'essere solo in potenza, di fatto esistono.

Questo termine non può essere applicato a Dio in quanto Dio è non esiste (nel senso di venire fuori da qualcosa)

Noi possiamo comprendere una cosa senza che essa esista in natura

→ l'essenza e l'esistenza non coincidono!

Esistenza = l'atto dell'essenza

Esseri finiti e contingenti = ha l'essere ma non è l'essere → ha ricevuto l'essere da qualcos'altro = qualcuno che non ha ricevuto l'essere ma è l'essere = Dio.

Dio (il necessario) è colui il quale ci fa passare dalla potenza dell'essenza all'atto dell'esistenza

→ creazione = aggiunta dell'esistenza all'essenza.

Necessario = ontologico = ciò che si da da se,che non ha bisogno di nessuno

Logico = ciò del cui concetto non ha bisogno di un altro concetto per essere capito

Dio ha creato tutto dal nulla per amore

Il contingente chiede il necessario, il necessario spiega il contingente


Tommaso, Aristotele e gli arabi


Per Aristotele l'esistenza era solo la forma (non la materia), praticamente l'idea, perciò era eterna

→ come Dio

→ non esisteva la creazione

→ Tommaso invece con la storiella della distinzione tra essenza ed esistenza rende necessaria la creazione.

(facoltativo) Questa idea però deriva dalla filosofia araba, ma ci sn delle differenze, in particolare con Avicenna:

  • l'esistenza non è un caso ma una perfezione dell'ente insieme con l'essenza
  • questa distinzione serve per motivare metafisicamente la creazione, non per implicare un rapporto di necessità Dio - mondo.

Partecipazione e analogia


Gli esseri sn stati creati = esistono per partecipazione (atto con cui le creature prendono parte all'essere grazie a Dio).

In virtù della differenza tra essenza ed esistenza, che c'è nelle creature e che non c'è in Dio, distingue l'essere delle creature e l'essere di Dio, che non è diverso ne uguale, è analogo, cioè simile ma di proporzioni diverse.

Solo Dio ha l'essere per essenza, le creature lo hanno per partecipazione.


L'essere come perfezione e i trascendentali


Pria di esistere l'essenza è inutile.

Esistendo anche la cosa più umile trionfa sul nulla, l'esistenza è la perfezione massima.

l'essere è l'attualità di tutti gli atti → la perfezione di tutte le perfezioni.



Trascendentali = sono degli attributi dei sinodi che sn dentro le cose ma più grandi delle categorie.

= quei predicati che appartengono in modo universale ad ogni ente e che perciò trascendono le categorie

Delle cinque proprietà che enumera Tommy noi ne studiamo tre:


ogni ente è uno = ogni ente è indiviso in se e diverso dagli altri, per questo esiste, è uno sia nel

corpo che nell'anima.

Ogni ente è vero = corrisponde ad una verità divina → a un motivo per esistere

Ogni ente è buono = corrisponde ad una volontà divina → costituisce una perfezione desiderabile

Anche dall'uomo.

L'essere viene necessariamente prima del vero e del bene, ciò non toglie tuttavia che il vero e il bene siano inseparabili dall'essere, in quanto non c'è nulla nell'essere che non sia vero e bene.

Il vero e il bene in più dell'essere hanno il collegamento con l'intelletto e la volontà.


Le cinque vie


Per poter dimostrare l'esistenza di Dio bisogna partire da ciò che è prima per noi, cioè dagli efetti sensibili.

  1. ex motu: desunta dalla fisica e metafisica di Aristotele, ogni cosa che si muove è mossa da altro, ma risalendo a questo altro si deve arrivare per forza ad un motore immobile, Dio.
  2. ex causa: Dio inteso come la causa prima.
  3. ex possibili et necessario: le cose possibili esistono grazie alle necessarie, che ricavano la propria necessità da se stesse o da altro, risalendo si arriva a qualcosa che deriva la sua necessità da se stessa, cioè Dio.
  4. gradi: esistendo cose più o meno vere, più o meno buone, esisterà il grado massimo di tali perfezioni, cioè Dio.
  5. governo delle cose: le cose naturali. Seppur senza intelligenza, sono dirette a un fine → c'è qualcuno che le governa, cioè Dio.

Gli attributi di Dio e il metodo analogico


Grazie alle 5 vie si arriva a dare degli attributi a Dio (motore immobile, causa prima, ecc.) → la ragione può dare anche altri attributi, per 2 vie:

  • negativa = negare a Dio tutte le imperfezioni
  • positiva = conoscere Dio tramite le perfezioni che egli comunica alle creature.
    • Via causalitatis = derivi dal mondo qualcosa su chi l'ha prodotto
    • Via eminentiae = liberarlo l'attributo in questione dai limiti che esso possiede nelle creature e pensarlo al superlativo.

Tra gli attributi delle creature e quelli di Dio esiste una parziale somiglianza e una parziale dissomiglianza.

Alla fine la teoria di Tommy fa capire che si sa qualcosa di Dio altrimenti non se ne parlerebbe, ma il nostro sapere su di lui è un non sapere.

Morendo Tommy ha fatto capire il mistero ultimo di Dio.






Teoria della conoscenza


Seppur avendo come punto di partenza la teoria aristotelica, ha di originale la teoria dell'astrazione (considerare la forma separata dalla materia).

L'intelletto è una potenza recettiva di tutte di tutte le forme intelligibili, mentre il senso è una potenza ricettiva di tutte le forme sensibili.

L'oggetto conosciuto è nel soggetto conoscente in conformità della natura del soggetto conoscente.

i sensi conoscono la forma unita della materia, i sensi angelici quella separata, l'intelletto umano conosce le forme delle cose solo in quanto sn unite ai corpi, ma deve astrarle, tirare fuori l'universale dal particolare, senza però considerare la separazione dalla forma della materia individuale.

2 tipi di materia: materia comune = carne e ossa

Materia signata = queste carni e queste ossa

L'intelletto astrae dalla materia sensibile signata.

→ principium individuationis = un uomo è diverso da un altro non perché unito ad un corpo, ma perché unito ad un determinato corpo.

→ l'universale esiste solo nelle cose singole, non fuori, ed è:

In re (forma delle cose)

Post rem (nell'intelletto)

Ante rem (in Dio come principio delle cose create)

Adaequatio tra intelletto e cosa = la verità è l'adeguazione tra l'intelletto e la cosa (che si adegua all'idea divina), perché l'essenza ultima delle cose la conosce sl Dio.

→ differenza tra l'intelletto divino e quello umano:

L'intelletto divino afferra in un solo atto tutta l'essenza della cosa;

L'intelletto umano la comprende grazie ad atti successivi di composizione o divisione, affermazioni o negazioni, che si esprimono mediante proposizioni; questo è il ragionamento,; e la scienza che si costituisce mediante successivi atti di affermazione o negazione è la scienza discorsiva.

La conoscenza umana è dunque razionale, e la scienza discorsiva; questo non vale per Dio.


Antropologia: l'anima


Nasce dalla domanda: si può pensare come forma sostanziale del corpo (aristotelicamente) l'anima di cui parla il vangelo?

L'uomo, oltre ad intendere, sente → la natura dell'uomo è composta sì da anima, ma anche da corpo

L'anima è la forma del corpo, ma possiede un suo essere proprio che gli viene da Dio.

La natura incorporea ed autonoma dell'anima è dimostrata dalla sua capacità:

Di conoscere tutti i corpi (se fosse un corpo non potrebbe farlo)



Attingere ai concetti universali

Configurarsi come autocoscienza

In quanto sostanza per se sussistente → è immortale, perché:

la materia si corrompe quando perde la sua forma per prenderne un'altra, l'anima invece è forma pura;

il desiderio che di per se l'anima ha di esistere è signum di immortalità

l'intelletto che conosce l'infinito, desidera essere sempre → un desiderio naturale non può essere vano





etica


l'agire e l'essere


l'agire segue l'essere = ci deve essere una correlazione necessaria fra la natura ed il modo di agire

→ l'uomo è un essere di Dio → non potrà che tendere al creatore


Provvidenza, prescienza e libertà


Secondo Tommaso ogni cosa è soggetta alla provvidenza e al governo divino, alla beatitudine che consiste nella visione di Dio l'uomo non può giungere con le sue sole forze e deve essere quindi indirizzato da Dio stesso.

Ma con ciò Dio non necessita l'uomo, perché fa parte della predestinazione che l'uomo attinga liberamente la beatitudine alla quale Dio lo ha liberamente scelto.

La prescienza divina è certa e infallibile; egli vede, ma col vedere non toglie a noi la libertà, come non la toglie chi vi assiste nel momento in cui la compiono.

L'uomo ha di propria natura il libero arbitrio, quindi il movimento verso la giustizia non è prodotto da Dio indipendentemente dal libero arbitrio.

Al libero arbitrio dell'uomo è dovuta la presenza del male nel mondo; Tommy ammette la dottrina platonico-agostiniana del male = mancanza di bene.

L'uomo è dotato della capacità di scorgere il bene e di tendere al bene, c'è la disposizione (habitus) naturale ad intendere i principi pratici dai quali derivano tutte le azioni buone.

Questo habitus naturale pratico è la sinderesi, che ci dirige al bene e ci distrae dal male.


Le virtù


Le facoltà naturali sono determinate ad agire in un unico modo, le potenze razionali, invece, possono agire in più sensi a seconda della loro libera scelta.

La scelta che fanno produce una disposizione costante che è l'habitus; in tal senso le virtù sn habitus: disposizioni pratiche a vivere rettamente e a rifuggire dal male.

Virtù:

morali = le principali o cardinali sn: giustizia, temperanza, prudenza e fortezza

queste virtù servono per raggiungere la felicità terrena

teologiche = direttamente infuse da Dio: fede, speranza e carità

per conseguire la beatitudine eterna


diritto e politica


c'è una legge eterna, cioè una ragione che governa l'universo, di questa legge la legge di natura che c'è negli uomini ne è sl un riflesso, o partecipazione.

Oltre questa legge eterna, che è per l'uomo legge di natura, ci sn altre 2 specie di leggi:

quella umana = inventata dall'uomo

quella divina = necessaria per indirizzare l'uomo al suo fine naturale

la legge ha come suo fine primo il dirigere al bene comune; ora ordinare qualcosa in vista del bene comune è proprio dell'intera collettività.

Tommaso esplicita l'origine popolare delle leggi, ma tra le forme di governo di Aristotele egli preferisce la monarchia, in quanto quella che meglio garantisce l'ordine dello stato e la più simile al governo divino.

Ma se il governo ti può indirizzare alle virtù, non può indirizzarti a Dio, per questo deve essere subordinato al governo religioso, che è proprio di Cristo e da esso è stato affidato al papa.


Estetica


Di ispirazione neo-platonica.

Il bello è un aspetto del bene perchè il bene si desidera, il bello si desidera!

Ma del bello si desidera la visione o conoscenza. Nella bellezza ciò che piace non è l'oggetto ma l'apprensione dell'oggetto.

3 caratteri fondamentali del bello

integrità o perfezione

proporzione o congruenza delle parti

chiarezza

questi caratteri valgono anche per le cose spirituali

un'immagine è bella se rappresenta perfettamente il suo oggetto → il verbo di Dio è perfetto perché rappresenta l'immagine perfetta del padre.







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