Ragion Pratica

filosofia

Ragion Pratica

Si tratta di un indagine di 2 grado su una mente che deve agire e che deve compiere delle scelte.La ragione,oltre che del campo metafisico,si occupa del campo morale.La ragione decide liberamente in base a regole,a principi che trova in se stessa.Si afferma quindi come volontà e la volontà umana è in grado di rappresentarsi tali comandi di decidere se rispetterli o meno.La libertà è alla base di tutto infatti noi possiamo scegliere libe 717g61h ramente e quindi ci assumiamo le nostre responsabilità.Un ruolo importante è giocato dal nostro giudica interiore ovvero la coscienza e finisce per autonomizzare l'uomo.Le regole che attengono all'uso della libertà sono pero' oggettive,generali, e ciò è necessario poiché la natura umana è finita.L'operare umano è condizionato sia dagli impulsi,derivanti dalla sua natura animale,sia dalla ragione.Per questa dulice natura la legge dell'agire umane si configura come un dovere,come necessità di sottomettere alla legge della ragione la sensibilità.Le leggi morali hanno il carattere di una necessità incondizionata e si presentano sotto la forma di un comando,di un imperativo.Non si deve cmq perseguire il dovere in vista di un altro o per secondi fini ma per se stesso.Abbiamo due tipi di comandi:gli imperativi ipotetici che comandano qualcosa in quanto valida non in se stessa ma come mezzo per qualcos altro,creano degli equivoci e mancano di totalità e universalità;gli imperativi categorici che comandano un azione come necessaria per se stessa.Quest ultimo è quello moralmente significativo poiché un azione vieni compiuta come oggettivamente necessaria per se stessa ed è indipendente dal risultato che si può conseguire.La prima formula dell'imperativo categorico è la forma dell'universalità ovvero dev'essere uno stile comportamentale valido per tutti,impersonale.La seconda si basa sul rispetto della dignità umana ovvero non bisogna servirsi degli altri come mezzo per il tuo disegno ma devono essere il tuo fine.La terza afferma che noi non siamo solo sogetti alla legge morale ma ne siamo anche i creatori e a noi appartiene la piena autonomia della morale umana.Siamo noi che facciamo le nostre scelte e sono imputabili solo a noi stessi e n ad esterni.Kant riconosce anche delle leggi esterni che tuttavia non rispondono alle 3 regole precedenti e sono esterne alla coscienza dell essere umano.(felicità,piacer,educazione,perfezione,governo civile).Sono considerate eteronome in quanto assoggettano la legge morale a condizioni empiriche,a questo o a quel contenuto particolare,togliendo universalità.Il dovere fa riferimento a una regola e ad un autorità morale interiore non si identifica con uno specifico tipo di azioni e assume sempre il carattere dell'universalità.La virtù costituisce il bene supremo a cui l'uomo deve aspirare,tuttavia non costituisce il sommo bene ovvero l'unità di virtù e felicità.Si ha un dualismo tra virtù e felicità,fra un agire rispettoso delle leggi e la possibilità di essere felici.Per superare questo sono necessari dei postulati ovvero qualcosa o un proposizione indimostrabile ma necessaria a un sistema di dimostrazioni. Libertà,immortalità anima ed esistenza di Dio.La libertà deve essere postulata n quanto anche se non dimostrabile è fondamento della vita morale.L'immortabilità dell'anima è un postulato in quanto è una condizione per essere degni della felicità.Dio è qualcosa di più:è garanzia della speranza e della prospettiva del sommo bene,proprio perché lui da a tutti coloro che sono degni la felicità.Anche se negata sul piano conoscitivo la sua esistenza viene accertata nell'interiorità umana.Sono quindi indimostrabili sul piano teoretico ma indispensabili su quello pratico.