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CRISE AL CAMPO ACHEO

filosofia



CRISE AL CAMPO ACHEO

Crise Chiede La Figlia In Riscatto

Quale tra gli dei fece iniziare questa contesa? Il figlio di Zeus e di Latona, arrabbiato con il re, fece nascere nel campo una terribile pestilenza facendo morire la gente, perchè Agamennone trattò male Crise, il sacerdote; egli andò alle navi degli Achei per liberare la figlia con un grande riscatto, portando tra le mani le bende di Apollo che scaglia le sue frecce da lo 131d34b ntano, e pregò tutti gli achei ma soprattutto Agamennone e Menelao: "Atridi e voi tutti Achei dagli schinieri robusti, gli dei vi facciano distruggere Troia e vi facciano tornare sani e salvi in patria; e voi liberate mia figlia, accettate il riscatto, venerando il figlio di Zeus, Apollo, che scaglia le sue frecce da lo 131d34b ntano".

Allora tutti gli Achei lo acclamarono insieme perché fosse onorato quel sacerdote e accolto quel ricco riscatto.



Il Violento Rifiuto Di Agamennone

Ma il figlio di Atreo, Agamennone, non era d'accordo e cacciò il sacerdote in malo modo, aggiungendo un comando brutale: "Fa' che io non debba più trovarti presso le navi ricurve, non indugiare, non tornare in futuro, perché non ti servirebbero più lo scettro e le bende del dio! Io non la libererò: dovrà invecchiare nella mia casa ad Argo, lontano dalla patria, mentre lavora al telaio e viene al mio letto. Vattene, non mi irritare, se te ne vuoi andare sano e salvo".

Crise Invoca Apollo

Il vecchio tremando obbedì al comando e si avviò in silenzio lungo la riva del mare in tempesta; ma poi, il venerabile vecchio, in disparte, pregò il sire Apollo, nato da Latona, dalla bella chioma: "Apollo, dall'arco d'argento, ascoltami, tu che proteggi le divine Crisa e Cilla, e regni sovrano su Tenedo, Sminteo, se mai qualche volta ti ho eretto un tempio gradito e se mai ti ho donato grosse cosce di toro o di capra, esaudisci questa mia preghiera: gli Achei paghino i miei dolori con i tuoi frecce".

L'ira Di Apollo

Disse così pregando e Febo Apollo lo udì, scese dall'Olimpo arrabbiato con l'arco e la faretra chiusa in spalla: le frecce suonavano sulle spalle dell'irato al suo muoversi; egli scendeva come la notte. Si fermò lontano dalle navi, lanciò una freccia, e fu pauroso il ronzio dell'arco d'argento. In principio colpì i cani veloci, poi, mirando sugli uomini, lanciò la freccia acuta; di continuo bruciavano i cadaveri. Da nove giorni le frecce del dio andavano per il campo; al decimo giorno Achille chiamò l'esercito in adunata, perché glielo aveva consigliato Era braccio bianco: era addolorata per gli Achei nel vederli morire.

Dunque dopo che si riunirono e si misero d'accordo, Achille piede rapido alzandosi disse: "Atride, ora noi, pespinti, ritorneremo indietro, purché sfuggiamo alla morte, se la guerra e la este abbattono gli Achei. Ma chiediamo a un profeta, un sacerdote o un indovino dei sogni, anche Zeus sogna, che possa dirci perché si arrabbio così Apollo, se ci rinfaccia un voto, un massacro, se forse è saziato di agnelli e di capre, vorrà togliere il tormento da noi"




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