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SCIENZA DELL' AMMINISTRAZIONE - Il potere sociale e la sua forma politica

politica



SCIENZA DELL' AMMINISTRAZIONE


Si occupa degli apparati amministrativi


Capitolo 1 Poggi "Il potere sociale e la sua forma politica"


Definizioni di potere


POTERE: Capacità di produrre effetti. Può essere riferito ad oggetti, fenomeni naturali (potere termico), gruppi, al singolo.


POTERE SOCIALE: Capacità di modificare, determinare il comportamento, produrre effetti nella sfera di, soggetti - siano essi singoli o gruppi -.

La definizione classica (ora non più accettata) parla di "Possesso di mezzi per raggiungere determinati obiettivi"

In essa quindi potere viene concepito come un possesso ( come un qualcosa che si ha: il denaro si possiede e produce potere). In realtà il potere è un rapporto intersoggettivo che sussiste quando:



ci siano i presupposti per esercitarlo

ci siano dei destinatari su cui esercitarlo


NORBERTO BOBBIO: POTERE SOCIALE

Il potere, nella definizione relazionale di potere sociale è un "Rapporto fra due soggetti di cui uno impone all' altro la popria volontà, e ne determina suo malgrado il comportamento"

Soggetto attivo Soggetto Passivo

Vi è un rapporto di potere dell' uomo sull' uomo (es. famiglia, servo-padrone...)


Le 3 forme di POTERE SOCIALE (N. Bobbio)



Tipi di Potere

Risorse Controllate

Esempi


ECONOMICO

beni scarsi

Imprenditori e mezzi di produzione


IDEOLOGICO (Bobbio)

NORMATIVO (Poggi)

idee, sapere, conoscenza

Intellettuali, scienziati, mass media


POLITICO

forza fisica

Stato


Le operazioni di tutte le tre forme di potere hanno lo stesso oggetto: controllare l'impiego e la crescita della risorsa più importante, cioè l'attività degli individui che costituiscono una determinata popolazione ( rivalità tra le forme del potere sociale)


POTERE ECONOMICO

Si ha quando, in una situazione di scarsità, si possiedono beni necessari (o ritenuti tali). Chiunque possieda beni in abbondanza è in grado di esercitare pressioni e potere su chi ne ha meno.


POTERE IDEOLOGICO (NORMATIVO)

Si fonda sulla influenza che le idee espresse da persone aventi una particolare autorità e/o con una determinata procedura hanno sul comportamento dei consociati. Socializzazione: il sapere conduce al potere.


POTERE POLITICO

E' un potere che fa capo alla violenza, alla coercizione: si fonda sul possesso degli strumenti attraverso i quali si esercita la forza fisica (COERCIZIONE). E' il mezzo più efficace per controllare il comportamento altrui, su cui ha effetto immediato. La violenza infatti esiste indipendentemente dall'educazione dei singoli. Quando lo stato ha il controllo dei mezzi per esercitarla, può semplicemente minacciare il ricorso alla violenza fisica. I singoli allora rinunceranno alla violenza arrecata di persona per coartare una persona (od un gruppo) e si rivolgeranno allo stato per ottenere soddisfazione con la sua autorità.

Il potere politico ha una sorta di precedenza funzionale sulle altre due forme di potere sociale in quanto solo quando esso svolge i suoi compiti la vita degli individui è ordinata ed è loro consentito di esercitare il potere sociale che possiedono (INTRINSECA SUPREMAZIA, vedi infra).

Weber distingue tra potere politico legittimo ed illegittimo

A sua volta, per Weber, il potere politico legittimo può poi suddividersi in carismatico/tradizionale/legale-razionale.

(vedi infra)


ASPETTI SPECIFICI DEL POTERE POLITICO


Il Potere politico è quindi il monopolio del possesso e dell'uso dei mezzi con cui si esercita la violenza.


DEFINIVITA'

La definitività dipende dal tipo di risorse controllate dal potere politico: la violenza fisica.

In base ad essa il potere politico può essere immediato e diretto, può produrre effetti al di fuori delle circostanze. Formulazione di Peter Berger, sociologo americano.


ESCLUSIVITA'

Dovere/facoltà esclusiva di coloro che detengono il potere di garantire l'ordine e la sicurezza interni, di contrastare la formazione di gruppi armati sovversivi che provengono dall' esterno, di tutelare l'integrità dell'apparato da attacchi esterni.


UNIVERSALITA' (ILLIMITATEZZA)

Capacità che hanno i detentori del potere politico di prendere decisioni sulla collettività nel suo complesso, sulla produzione e sulla distribuzione delle risorse: chi ha potere può intervenire in qualsiasi ambito della sfera collettiva. Il potere politico è virtualmente illimitato: gli unici limiti che ha se li pone lui stesso.


SUPREMAZIA INTRINSECA (PARAMOUNTCY)

La detiene il potere politico rispetto alle altre forme di potere sociale. Tra queste vi è rivalità nel controllare le risorse sociali. Il potere politico è però in vantaggio rispetto a tutte queste in forza dei suoi compiti speciali (garantire l'ordine e la sicurezza interni, tutelare l'integrità dell'apparato da attacchi esterni) che sono considerati preminenti.


COMANDO

Il potere politico può usufruire della minaccia di sanzioni, supportate dalla clausola "se... altrimenti...", per imporre i suoi comandi, ed eventualmente concretizzarle per farli rispettare.


COMPITI MINIMI DEL POTERE POLITICO

a)   SICUREZZA ESTERNA: regolare i rapporti tra la società ed il suo ambiente (garanzia dei confini esercito permanente costi)

b)  ORDINE INTERNO: regolare i rapporti tra i membri della società (compiti di polizia, ecc.)

c)   RISCOSSIONE TRIBUTI: acquisizione delle risorse necessarie per svolgere i punti sub a) e b). Il fisco diventa la macchina fondamentale per il funzionamento dell stato che permette la formazione dell'esercito, dei corpi di pubblica sicurezza...


LEGITTIMITA'

Serve al potere politico per ridurre il margine di incertezza sulla obbedienza ai comandi che egli impone.

Il rapporto COMANDO OBBEDIENZA dipende infatti da uno specifico fondamento di legittimità.

AUTORITA' (potere esercitato in modo legittimo) = POTERE + LEGITTIMITA'

FONDAMENTO DI LEGITTIMITÀ: i motivi per cui riteniamo di dover obbedire. Sono relativi: variano nel tempo e nello spazio. Per WEBER variando i motivi di obbedienza variano anche i tipi di potere. E variando i tipi di potere variano anche gli apparati. (Weber: le varietà dell'esperienza politica, pag. 16 Poggi)


TIPI PURI DI POTERE LEGITTIMO


(Weber: Poggi pag. 16, Ham-Hill pag.67)

Come abbiamo appena sopra detto, per WEBER variando i motivi di obbedienza variano anche i tipi di potere. E variando i tipi di potere variano anche gli apparati.

Egli identifica quindi 3 tipi base del potere politico:

CARISMATICO

TRADIZIONALE

LEGALE-RAZIONALE


CARISMATICO

Il CARISMA è il potere della grazia.

La fonte di legittimazione del potere carismatico sta nella dedizione straordinaria al carattere sacro, alla forza eroica, od al valore esemplare di una persona e degli ordinamenti da lei creati (o rivelati).

Il potere carismatico poggia quindi sulla credenza delle virtù del capo (per Weber gli esempi tipici sono: profeta / condottiero / duce).Queste figure carismatiche emergono nei periodi di crisi ed incertezza, quando è più grande il desiderio di una persona salvifica.

L'apparato amministrativo è composto da: discepoli (profeta) / seguito (condottiero) / uomini di fiducia (duce).

La successione dei leader carismatici avviene per:

a) designazione del successore da parte di precedente leader carismatico

b)    acclamazione della comunità (carisma aristocratico)

c) consolidamento del carisma in linea ereditaria (leader ereditario)


TRADIZIONALE

La fonte di legittimazione del potere tradizionale sta nella sacralità che è attribuita alle tradizioni, ritenute immutabili e sempre valide, e nella legittimità di coloro che sono chiamati a rivestire una autorità.

Essendo scelto in base a regole tradizionali, il detentore del potere tradizionale è meno irrazionale del detentore del potere carismatico. Egli viene prescelto principalmente in base a:

a) gerontocrazia (cioè in base ad un potere conferito agli anziani)

b)    patriarcalismo (cioè in base a regole dinastiche, in forma ereditaria)

L'apparato amministrativo può essere:

a) patrimoniale. La concezione proprietaria è anche alla base dell'apparato amministrativo: vi sono legami interpersonali di riverenza tra i chiamati all' amministrazione (componenti gruppo familiare, schiavi, coloni...).

b)    extra-patrimoniale. I funzionari non necessariamente fanno parte della cerchia domestica, ma sono piuttosto legati da vincoli di fiducia, rapporti contrattuali, rapporti personali.


LEGALE-RAZIONALE

La legittimazione del potere razionale sta nella ritenuta legalità dei diritti statuiti e dal diritto di comando di coloro che sono chiamati ad esercitare il potere in base ad essi.

Fonte di legittimazione è quindi la legge, generalmente scritta o codificata, che rende l'esercizio del potere relativamente certo e prevedibile. Chi detiene il potere infatti, oltre a dettarle, è lui stesso sottoposto alle regole che determinano le sue competenze, i suoi compiti ed i limiti al suo operato (sia come quantum di potere esercitabile che come risorse coercitive imponibili ai sottoposti).

Il potere legale-razionale è quindi:

legale: sottoposto alle regole

razionale: orientato a certi fini

impersonale: si obbedisce alla carica, non al soggetto che la ricopre.

L'apparato amministrativo è chiamato burocrazia ed è composto dai burocrati.


Capitolo 3 HAM HILL "Burocrazia e Stato" - BUOCRAZIA


L'insieme delle sue caratteristiche, che differenziano varie tipologie di burocrati, la rendono lo strumento più razionale per l'esercizio del potere.

Weber la distingue in base a CARATTERI TIPICO-IDEALI (IDEALTIPI, cioè in base a tratti caratteristici che sono utilizzati come parametro per osservare la realtà):

FUNZIONARI SINGOLI (MONOCRAZIA) - in forza di una sfiducia per la collegialità, si attribuiscono i compiti al singolo per una migliore identificazione delle responsabilità

FUNZIONARI COLLEGIALI

FUNZIONARI PERSONALMENTE LIBERI, CHE OBBEDISCONO DIRETTAMENTE AI DOVERI D'UFFICIO. Vi è qui anche una netta separazione travita pubblica e quella privata: una volta che si è finito di lavorare si è liberi.

FUNZIONARI INQUADRATI IN UNA PRECISA GERARCHIA DI UFFICIO, CON COMPETENZE ESATTAMENTE STABILITE: Il lavoro è diviso in base ad una piramide costituita da più livelli di competenze. L'instaurarsi dei rapporti d'ufficio in base ad una scala gerarchica consente un controllo costante.

FUNZIONARI ASSUNTI MEDIANTE LIBERA SELEZIONE. Il rapporto di assunzione non è basato su preferenze, ma è affidato a strumenti selettivi regolati da proprie norme. Vi è democratizzazione, i funzionari non fanno più parte di una élite.

FUNZIONARI ASSUNTI SULLA BASE DI CONOSCENZE SPECIALIZZATE. Si adotta un criterio di selezione per una eventuale assunzione basato sul PRINCIPIO MERITOCRATICO.

FUNZIONARI ONORIFICI

FUNZIONARI RICOMPENSATI CON STIPENDI IN DENARO. Se considerano l'ufficio come unica (o principale) carriera sono spinti dalla selettività e dall'accertamento della qualità del lavoro per arrivare al vertice (o a livelli superiori) della piramide amministrativa.

SEPARAZIONE DEI MEZZI PRIVATI DA QUELLI DI UFFICIO

FUNZIONARI SOTTOPOSTI A DISCIPLINA E CONTROLLO.


TEORIE SUI LIMITI DEL POTERE POLITICO


FINI DELLA POLITICA: LIMITI SOSTANZIALI (DI MERITO)


Cosa lo stato dovrebbe fare o non fare. Analizzabile sotto vari profili:

a) COMPITI MINIMI: studio delle finalità intrinseche della politica e dei suoi compiti minimi .

b)    PREROGATIVE INNATE DEGLI INDIVIDUI: tutela di diritti fondamentali di libertà dell'individuo come singolo e nelle forme associate (libertà stampa, parola, pensiero...)

c) BENI COLLETTIVI: nell' ottica di una economia del benessere la politica deve occuparsi dei:

c.1) beni che, pur di utilità, a causa degli alti costi non sono oggetto di domanda del privato in quanto singolo (sicurezza nazionale, ferrovie...)

c.2) beni indivisibili, che non possono essere lasciati alla sola dinamica delle forze di mercato (parchi, qualità dell' aria...)


MEZZI DELLA POLITICA: LIMITI PROCEDURALI


Come lo stato dovrebbe fare le sue cose.

Violenza non arbitraria. L'uso della coazione dovrebbe essere sottoposto a regole generali che ne regolino:

a) quantum (l'intensità)

b)    quando  (il momento)

c) quo modo (le modalità)

In questo modo la coazione è limitata, controllata, regolata e quindi utilizzata solo se indispensabile.


ISTITUZIONALIZZAZIONE DEL POTERE POLITICO

(H.Popitz-Poggi)


ASPETTI FONDAMENTALI


Lo stato costituisce soltanto la modalità di un fenomeno più vasto: la istituzionalizzazione del potere politico.

Questa istituzionalizzazione secondo Popitz si articola in 3 aspetti fondamentali:

a) Spersonalizzazione del potere: obbedienza dovuta alla funzione ricoperta, non a chi la ricopre (si passa dal potere carismatico a quello legale razionale).

b)    Formalizzazione: l'esercizio del potere viene sottoposto a regole per ridurne l'arbitrio. Dominio del diritto.

c) Integrazione: i rapporti di potere si inseriscono nella società nel suo complesso. Potere che si ramifica.


Capitolo 2 Poggi - "La natura dello stato moderno"


LINEAMENTI ORIGINARI DELLO STATO


DEFINIZIONE DI STATO secondo CHARLES TILLY: "Un'organizzazione che controlli la popolazione occupante un determinato territorio costituisce uno stato se ed in quanto: 1) si differenzia dalle altre organizzazioni operanti sullo stesso territorio; 2) è autonoma; 3) è centralizzata; e 4) le sue parti componenti sono formalmente coordinate le une con le altre".

Sono quindi suoi elementi:

a) ORGANIZZAZIONE: lo stato è una organizzazione, un insieme di regole, risorse, strutture, che prendono forma seguendo un disegno intenzionale atto a formare un nucleo organizzato di carattere politico.

b)    DIFFERENZIAZIONE: i compiti politici sono separati da quelli sociali e sono affidati nelle mani dello stato. La "separazione tra stato e società civile" costituisce un' ulteriore maniera di concepire la differenziazione organizzativa dello stato occidentale che ne accompagna lo sviluppo nel '700 e nell' '800. Secondo tale concezione lo stato riconosce che gli individui soggetti al proprio potere hanno capacità ed interessi di natura non politica che possono sviluppare e perseguire autonomamente, e si impegna a disciplinare e controllare soltanto in maniera generale ed astratta le attività private che ne derivano da parte degli individui stessi. Questo vale in particolare per le loro attività economiche: produzione e distribuzione della ricchezza sono relegate nella sfera delle istituzioni della proprietà privata.

c) CONTROLLO COATTIVO: lo stato assume in via esclusiva e continuativo il controllo ultimo del potere di coazione;

d)    SOVRANITA': l'autonomia dello stato non può essere revocata da norme giuridiche, ma solo essere sfidata facendo ricorso ai suoi stessi mezzi (conflitto armato);

e) TERRITORIO: la potestà dello stato non si esercita in astratto, ma su di un territorio identificato ed identificabile. Perciò:

e.1) Il territorio deve avere confini fissi: difendibili, continui e ben definiti. (componente materiale - aspetti hard)

e.2) Nel tempo il territorio viene ad essere identificato con la patria. Vi fanno eccezione le enclaves, come nel caso di Berlino Ovest. (componente spirituale - aspetti soft)

f)  CENTRALIZZAZIONE: unità di comando nel rispetto della divisione dei poteri; entro il territorio vari enti pubblici possono esercitare facoltà politiche, ma la fonte ultima di queste deve essere lo stato.Fanno eccezione gli stati federali che sistematicamente dividono i potere di governo non solo tra organi diversi dello stato centrale ma anche tra questo considerato nel suo insieme e altri enti politici territoriali;

g)    COORDINAMENTO FORMALE DELLE ISTITUZIONI: lo stato diventa un sistema. Le sue componenti non si configurano come centri di potere indipendenti, ma come organi che articolano e congiuntamente aumentano il potere dello stato nel suo insieme, permettendogli di operare in maniera più efficace.

h)    SISTEMA DEGLI STATI: Non esiste un sistema che da vita agli stati, ma uno stato che da vita ad un sistema. La sovranità sul territorio comporta che tutti gli stati sono, in misura astrattamente uguale, enti primari ed autosufficienti che impongono la propria esistenza per proprio conto e forza propria. I rapporti tra gli stati non sono strutturati, controllati e sanzionati da un potere superiore perché non esiste un potere superiore al loro: lo stato costituisce il livello più alto di potere nell' universo politico. Tali rapporti risultano invece dal continuo perseguimento da parte di ciascuno stato, in concorrenza con gli altri, del m 212i83c aggior quantum possibile di sicurezza e di realizzazione dei propri interessi in base alle proprie risorse.


LINEAMENTI RECENTI DELLO STATO


a.   NAZIONALITA': identità collettiva che nasce da vincoli di svariata natura (religiosi, etnici, linguistici...) e che facilita il consolidamento dello stato. Un'identità nazionale matura e sentita facilita le comunicazioni permettendo a coloro che ne partecipano di entrare in rapporto gli uni con gli altri in base ad assunti e intendimenti implicitamente condivisi. Questo senso di appartenenza condivisa funge sia da causa che da effetto della nazionalità: le strutture portanti delle principali attività politiche appaiono come il prodotto storico di due processi che spesso si accompagnano l'un l'altro ma che rimangono sempre divisi concettualmente: la costituzione dello stato e la costituzione della nazione. Rissumendo:

a.1)   La comune appartenenza facilita la comunicazione ed i rapporti tra i connazionali.

a.2)   Vi è una proporzione tra l'identità collettiva e fiducia nelle istituzioni dello stato moderno. Senza fiducia i rapporti tra i connazionali e lo stato sono più difficili e meccanici.

b.   LEGITTIMITA' DEMORATICA: lo stato prende la propria legittimazione dai principi dell'ordinamento. DEMOCRAZIA (definizione CLASSICA) = Coinvolgimento attivo e diretto dei cittadini. DEMOCRAZIA (definizione MODERNA) = decisioni prese da politici che si basano su delle procedure.

b.1)   La collettività viene assunta come base costituente: è lei, non lo stato, la depositaria ultima della sovranità.

b.2)   Lo stato si mette al servizio della collettività in nome e per conto del popolo.

c.   CITTADINANZA: Le nozioni di nazionalità e legittimità democratica trovano espressione istituzionale in un particolare rapporto tra gli individui che costituiscono la popolazione e lo stato: la cittadinanza. Essa è infatti la relazione tra i singoli e le istituzioni politiche che si concretizza in un insieme di diritti e doveri in capo al singolo nel momento in cui questo si rapporti con le istituzioni politiche. Marshall (1963): la cittadinanza è una forma di eguaglianza umana sostanziale che si traduce nella piena appartenenza ad una comunità e che non contrasta con la diseguaglianza economica presente nella società. La cittadinanza è di tre tipi:

c.1)   Civile -> diritti civili

c.2)   Politica -> diritti e potestà politiche

c.3)   Sociale -> diritti sociali, gli ultimi contemplati (welfare state)

d.   DIRITTO: Assume, a cavallo tra il '700 e l'800, un ruolo fondamentale nello stato moderno.

d.1)   Il diritto CIVILE assicura il controllo sui beni economicamente rilevanti

d.2)   Il diritto PENALE permette di reprimere i comportamenti anti-sociali

d.3)   Il diritto amministrativo compare nell'800 come strumento per programmare e disciplinare il potere politico. Ma da quel momento il diritto perde la sua autonomia e diventa un mezzo per prendere decisioni politiche: i due mondi, prima separati, del diritto e della politica cominciano ad unirsi e sovrapporsi. Si parla di giurisdizionalizzazione della politica e di politicizzazione del diritto. Max Weber vide concretizzarsi nello stato moderno quello che chiamò il "dominio razionale-legale": "lo stato possiede un ordinamento amministrativo e giuridico che può essere cambiato tramite legislazione e a cui si orientano le attività organizzate dell'apparato amministrativo, a loro volta controllate dalla legislazione".

e.   BUROCRAZIA: Anche se tutte le attività dello stato appaiono dirette da un singolo centro di potere, di fatto esse variano per forma, contenuto, circostanze di applicazione. Ne consegue che gli organi ed uffici che compongono lo stato differiscono grandemente; ciascuno di essi, poi, tende ad accrescere l'entità delle risorse statali a propria disposizione. La burocrazia è un insieme di assetti organizzativi (organizzati in forma piramidale e gerarchizzati) che consentono di controllare - anche se solo relativamente, essendo ineliminabili - dette tendenze all'accaparramento di risorse.


Capitoli 3 - 4 Poggi "Lo sviluppo dello stato moderno"


ISTITUZIONI POLITICHE ED APPARATI DI RIFERIMENTO NELLA STORIA


1- STATO FEUDALE


FEUDALESIMO (IX - tardo XII sec)


Contesto socio economico:

Collasso impero romano di occidente

declino importanza del bacino del mediterraneo

analfabetizzazione e declino utilizzo del latino

precarietà condizioni igenico-sanitarie

consistente calo demografico


Feudalesimo = Rapporto signore vassallo. Il vassallo ha il controllo del fondo e si impegna ad aiutare militarmente il signore. Caratteri rapporto feudale:

a) contrattuale

b)    gerarchico

c) ad alto contenuto emotivo


Origine delle istituzioni politiche feudali (a+b):

a.   ISTITUTI GERMANICI del periodo precedente alle invasioni germaniche che rispondevano alle esigenze di comando. GEVOLKSHAFT: è il rapporto tra il re (nominato per acclamazione) ed il suo seguito (composto dai Vassi, ovvero dai guerrieri migliori che rappresentano la élite).

a.1)   Il re ed il vassus hanno l'obbligo vicendevole di prestarsi aiuto e consiglio: tra di loro c'è un rapporto fiduciario

a.2)   Il rapporto si basa sulla condivisione dei frutti bellici.

a.3)   Il potere del re è carismatico.

a.4)   Questo rapporto non garantisce la continuità del dominio.

b.   ISTITUTI POLITICI EREDITATI DALLA CULTURA TARDO ROMANA

b.1)   BENEFICIUM: concessione ad un individuo (od ad una familia) dello sfruttamento di un fondo.

b.2)   COMMENDATIO: rapporto diseguale in cui una parte libera (ma socialmente inferiore) si impegna verso un'altra più potente alla fedeltà (sottomissione personale) ed all'ausilio militare.

b.3)   IMMUNITAS: comunità o singoli esonerati da certi oneri (fiscali, militari...)


SVILUPPO DEL FEUDALESIMO (metà IX - metà XI sec.)


L'originario rapporto signore-vassallo viene frazionato e replicato verso il basso

Il fulcro del dominio si sposta verso il basso

si crea una struttura piramidale di potestà ed oneri feudali


ENTROPIA DEL SISTEMA FEUDALE


ENTROPIA = passaggio da uno stato di equilibrio ad uno di disordine, di squilibrio.

Gli assetti feudali non erano idonei ad offrire una coerente base istituzionale ad uno stabile sistema di governo di grandi dimensioni.


Frammentazione del sistema in unità territoriali sempre più piccole ed autonome

conseguente dispersione del potere: ogni vassallo aveva forti incentivi a conservare la propria posizione di vantaggio (economico, politico e sociale) anche a costo di contravvenire alle condizioni alle quali aveva originariamente conseguito quella posizione.

delega (o cessione) del potere da parte del signore principale dovuta a:

a) carenze nel sistema di comunicazione tra il vertice e la base, ulteriormente aggravate da difficoltà nelle comunicazioni e dall' analfabetismo;

b)    gestione del feudo da parte del vassallo come di un patrimonio personale;

c) la capacità militare dei vassalli può essere uno strumento di intimidazione (o ricatto) del signore;

d)    impossibilità per il signore di possedere terre non concesse: è obbligato ad instaurare rapporti di vassallaggio in tutti i suoi feudi.


La gerarchia feudale si viene ad articolare in:

strutture verticali: conti, missi dominici...

strutture orizzontali: abbazie, episcopati...


In nessuna parte dell' eurpa occidentale l'ordinamento politico sociale poggiava solo su basi feudali ed era quindi del tutto alla mercé della sua entropia. Le strutture orizzontali, in primis la chiesa, ed altri fattori quali memoria mitizzata dell'impero romano fecero si che l'entropia fosse sfidata e che lentamente la lotta per il potere riducesse il numero dei centri di potere instauratisi nel periodi feudale, permettendo soltanto ad alcuni di essi di estendere la propria portata a territori sempre più vasti.



STANDERSTAAT - STATO DEI CETI (fine XII - inizio XIV)


In numerosi territori di grande estensione, principi particolarmente intraprendenti e fortunati stabiliscono rap-porti politici di nuovo genere con varie forze sociali, e in-sieme con queste impostano in maniera diversa la pratica del governo.

Contesto socio economico del «sistema di governo basato sui ceti»:

ascesa delle città (un fenomeno che ha origine nel X sec.): le città si presentano come centri di azione collettiva politicamente autonomi, gestiti da soggetti che uti singoli non avrebbero alcun potere;

crescente alfabetizzazione;

progressi tecnologici;

miglioramento delle vie di comunicazione.


SISTEMA DI GOVERNO DUALE

Ne sono gli attori:

a) PRINCIPE: è il signore che ha dei possedimenti la cui rendita economica gli permette di mantenere il potere

b)    CETI: associazioni di mestiere, assemblee locali, corporazioni ecclesiastiche.


I ceti riconoscono il principe come loro superiore. I principi si presentano non come signori feudali, ma come titolari di prerogative più alte, di natura pubblica e d'origine pre-feudale o non- feudale, e si circondano dell'alone di una maestà più elevata, spesso impartita a essi da cerimonie sacre.

Il principe potrà governare legittimamente a patto di convocare (o consultare) regolarmente le assemblee cetuali;

Formalizzazione dei rapporti: le relazioni principe - ceti sono regolate da regole e consuetudini;

Il principe offre sicurezza in cambio di moneta (contribuzione fiscale);


APPARATO AMMINISTRATIVO DUALE

a) PRINCIPE: la cerchia di DOMESTICI NON RENUMERATI si allarga ai funzionari e diventa una struttura amministrativa simile alla monarchia assoluta. I FUNZIONARI possono essere:

ECCLESIASTICI: portatori di un sapere qualificato (diritto canonico)

ESPERTI (LEGISTI) DI FORMAZIONE UNIVERSITARIA

NOBILI: Esponenti della borghesia cittadina. Collaborano con il principe per rafforzare la loro posizione sociale che va diminuendo

Tutti questi funzionari collaborano con il principe, svolgendo funzioni di amministrazione, in cambio di fondi. Si qualificano come suoi dipendenti.

b)CETI: Chi fa da controparte al principe è generalmente non un individuo o una serie di individui, ma alcuni corpi costituiti di vario genere: assemblee locali di nobili, città, corporazioni ecclesiastiche, associazioni di me-stiere. Ciascuno per proprio conto, i «ceti» rappresentano un ente collettivo. Presi nel loro insieme, quei corpi affermano spesso di rappresentare un'entità più ampia, più astratta, di carattere territoriale (terra, paese.) che, essi asseriscono, può essere debitamente governata solo da chi ne conosca e rispetti i costumi e ne protegga gli interessi.


Lo stato dei ceti si differenzia da quello feudale per:

potere maggiormente istituzionalizzato

riferimento più esplicito al territorio.




2 - STATO ASSOLUTO


ASSOLUTISMO (XV-XVIII sec.)


E' la prima incarnazione storica dello stato moderno. E' il culmine di un processo di erosione progressiva del dualismo tipico del sistema cetuale e di centralizzazione del potere che ora è conferito solamente ad un sovrano, unico centro di comando.

Si assiste quindi ad un declino della importanza politica dei ceti, causato dalla loro debolezza interna e dalla capacità del principe di contrastarli, sulla base di due moventi:

a)   MOVENTE ECONOMICO: I ceti volevano un ordinamento sufficientemente stabile per il perseguimento di affari;

b)   MOVENTE POLITICO: I ceti volevano ottenere un riconoscimento formale quali gruppi corporativi privilegiati.


ESIGENZE MILITARI E FISCALI DELLA POLITICA EUROPE DI POTENZA - Le maggiori minacce alle nuove prospettive di accumulazione del capitale provengono ora dalla politica egemonica dei principi, che per attuare una politica di potenza ed affermare la loro sovranità hanno esigenze militari e fiscali.


CONCETTO DI SOVRANITA' - Il concetto di sovranità operava su due versanti: 1) si opponeva alla pretesa, avanzata sia dal papato che dall'impero, di costituire ciascuno il vertice di una comunità politica universale, a cui spettava sia autorizzare che limitare e controllare le attività di tutti i principi cristiani; 2) si opponeva alla dispersione delle prerogative politiche che il sistema cetuale di governo aveva ereditato da quello feudale. La pretesa del principe alla sovranità, dunque, non significava più, come in precedenza, il rifiuto di ammettere di avere dei superiori, ma piuttosto quello di ammettere di avere dei pari - se non, naturalmente, al di là dei limiti territoriali del suo potere, m quanto ogni ente sovrano esiste nello spazio accanto ad altri enti sovrani. L'argomento fondamentale a favore della sovranità così intesa era che il mantenimento dell'ordine e la tutela del diritto sono possibili in un determinato territorio soltanto se un unico potere vi possiede una prerogativa del tutto particolare - la facoltà di «fare e disfare le leggi» (Bodin) o il controllo esclusivo sul potere di coazione (Hobbes). Secondo questo argomento, è essenziale che la sovranità risieda in un centro di potere qualitativamente diverso da tutte le altre forze sociali, e impegnato a perseguire interessi a sé specifici, di natura espressamente politica.


TEORIA MACCHIAVELLI (Natura assoluta del potere del monarca): La politica è una sfera diversa dagli altri poteri sociali perché non deve sostenere la morale del diritto e della logica, ma deve sottostare ad una logica tutta sua. Il diritto non può vincolare la politica (mentre è vero il contrario).



IMPERIUM (sfera politica)

POTERE



DOMINIUM (sfera economica)


La nozione stessa della natura «assoluta» del monarca comporta la sua pretesa di costituire la fonte stessa dei diritto - quod principi placuit legis habent vigorem - e per ciò stesso di non esserne vincolato. Eppure, quanto meno inizialmente, il diritto in questione è esclusivamente diritto pubblico, vale a dire un insieme di regole espressamente statuite e promulgate relative all'esercizio di facoltà politiche, e in quanto tali soggette ad essere trascese o ignorate da chi le pone in essere ogniqualvolta la loro osservanza metterebbe a repentaglio gli interessi supremi dell'ordine e della sicurezza. In linea di principio, tale diritto non incide sulle pretese giuridiche concernenti gli interessi privati di individui e collettività, e che danno una configurazione complessa e variegata alla società dell'Europa occidentale.

In altre parole, la concentrazione dell'imperium nelle mani del monarca presuppone e integra la dispersione del dominium, cioè delle facoltà relative alla proprietà e al possesso dei beni, tra i soggetti del monarca. Anzi, si dà per scontato che chi possiede l'imperium si impegni anche a conservare le diseguaglianze di potere economico e di rango sociale che risultano dal dominium. (Dopo tutto, il monarca stesso ha interessi e capacità di natura privata, che risultano dal suo essere, normalmente, un proprietario terriero particolarmente facoltoso e d'estrazione nobiliare particolarmente elevata). Tuttavia, quando i diritti e i privilegi in cui quelle diseguaglianze si esprimono danno luogo a contese, il compito di dirimere le relative controversie giuridiche spetta sempre di più a corpi giudiziari di natura pubblica, che danno efficace espressione ai poteri del principe, anche se alcuni di quei corpi giudiziari (si pensi ai Parlements francesi) erano originariamente parte integrante del sistema cetuale, e talora rivendicavano la propria derivazione da quelle origini per opporsi ai disegni centralizzatori del monarca. Questi sono i termini essenziali del nuovo equilibrio di potere che caratterizza lo stato assoluto.


ISTITUZIONI POLITICHE DEL SISTEMA ASSOLUTISTICO:

a) SOVRANO: ha intorno a se un dispendioso e vasto apparato utilizzato soprattutto come cautela contro le insidie al proprio potere

b)    CORTE:

vertice dell' odinamento politico

neutralizza le resistenze dei nobili e dei ceti

funzione simbolica (rappresenta ed impersonifica la funzione pubblica)


APPARATI AMMINISTRATIVI DEL SISTEMA ASSOLUTISTICO:

Si possono analizzare guardando agli sviluppi in due diversi paesi:

a) FRANCIA (patrimonialismo) - La corte ha un ruolo importante ed è affiancata dai consigli.

b)    PRUSSIA (burocrazia rudimentale) - gli apparati amministrativi e militari svolgono la funzione della corte.


a) FRANCIA (patrimonialismo amministrativo)


Da un lato il monarca e la corte si posero come solo centro di formazione delle politiche, dall'altro venne messo a punto un nuovo sistema amministrativo per stabilire un nuovo rapporto diretto (e meno mediato dal sistema cetuale) tra quel centro ed il paese. Al vertice dell'intero contesto vi è il Re che personifica non solo la propria dinastia, ma anche lo stato francese.

CONSIGLI: Sono organismi collegiali con funzione decisionale ed esecutiva, che danno consiglio ed aiuto al principe. Il principe vuole circondarsi di persone per non delegare troppo potere in un unica persona. Sono giustapposti e parzialmente sovrapposti alla corte, al servizio diretto del re.


Quello francese non può tuttavia essere considerato un modello:

a) Le cariche pubbliche sono concesse dietro il pagamento di una somma e sono trasmissibili ereditariamente

b)    sono anche trasferibili a terzi

c) per il solo status di nobiltà si avevano privilegi e si potevano esercitare funzioni giudiziarie.


b) PRUSSIA (burocrazia rudimentale) / ASSOLUTISMO ILLUMINATO


La CORTE ha una minore importanza rispetto agli apparati amministrativi e militari

Emergono REGOLE DI DIRITTO PUBBLICO che incidono sull' apparato amministrativo e sul rapporto tra sovrani e funzionari.

I FUNZIONARI

a)   sono guidati da regole e non dal solo sovrano (si ha una spersonalizzazione ed una istituzionalizzazione del potere)

b)   sono specializzati e selezionati (weber) attraverso esami pubblici che ne verificano la preparazione e le competenze.

c)   sono renumerati in base alle mansioni svolte

Il sistema è di BUROCRAZIA RUDIMENTALE:

a)   parziale sovrapposizione tra servizi amministrativi, civili e militari.

b)   preferenza accordata a un personale di estradizione aristocratica locale (JUNKER) nell'assegnazione delle cariche

c)   diffuse unità operative ("collegi"): preferenza accordata agli organi collegiali rispetto ai monocratici


Dal punto di vista del modello burocratico, nella forma più evoluta e sistematica che assume nell'Ottocento, queste caratteristiche (sovrapposizione, personale aristocratico, unità operative) rendevano alquanto arcaico il sistema amministrativo prussiano settecentesco. Eppure questo, a chi lo consideri invece dal punto di vista delle forme amministrative che lo avevano preceduto, rende la Prussia un esempio maiuscolo di quella forma avanzata di assolutismo politico che in seguito gli storici designarono a lungo come "assolutismo illuminato"

Questa fase della vicenda assolutista venne concepita e caldeggiata dai suoi teorici, in Prussia e in alcuni altri paesi, come il passaggio ad una nuova forma statale, in cui l'accento veniva posto su attività amministrativa non espressamente di natura militare, e che veniva denominata Polizeystaat - "stato di polizia".


STATO DI POLIZIA (POLYZEISTAAT)


POLIZIA =  insieme di istituzioni volute dal principe per assicurare il benessere alla popolazione (assicurando uno standard di condizioni igeniche, di cultura) ed esercitare l'ordine (esercizio del potere politico legittimo).


POLIZYESTAAT =  il principe si faceva carico di promuovere lo sviluppo delle risorse del paese e di accrescere il benessere della popola-zione. A tal fine, lo stato si incaricava di avviare, dirigere, e regolare molte attività sociali che a suo tempo competevano, semmai, a individui privati e ai gruppi che questi for-mavano. Per fare questo, lo stato si serviva precipuamente di un insieme costantemente accresciuto e modificato, di Ordnungen, ordinanze, ciascuna espressamente pensata in vista dei fini suddetti, e tutte promulgate e fatte valere da un corpo di funzionari.


OBIETTIVI DEL SOVRANO nel realizzare lo "Stato di Polizia":

prosperità economica prelievo fiscale politica di potenza


3 - STATO LIBERALE


Una conseguenza significativa del passaggio dal sistema governo basato sui ceti all'assolutismo, e delle vicende di questo, era stata l'emergere della società civile intesa come complesso di fenomeni relativamente autonomi generati dalle attività private degli individui, e concernenti in primo luogo la produzione della ricchezza e la sua distribuzione tra i principali gruppi sociali. Fino all'assolutismo stato e società civile erano separati. Ma nell'impostazione dell'assolutismo illuminato il sovrano comincia ad incidere nel dominius dei suoi sudditi con politiche che condizionano il mercato. Questo ledeva soprattutto gli interessi della borghesia, che avanza richieste nel senso di un potere politico più certo ed assoggettato al dominio della legge.


COSTITUZIONALISMO


"L'assolutismo in tutte le sue forme richiede la concentrazione del potere; il costituzionalismo, al contrario, la ripartizione del potere"


ASSOLUTISMO

COSTITUZIONALISMO

concentrazione del potere

divisione del potere

potere sciolto da vincoli (ab-solutus)

potere sottoposto a vincoli

SOCIETÀ = oggetto di dominio, strumento per realizzare gli interessi dello stato

STATO = strumento dello sviluppo autonomo della società


Nel costituzionalismo vi è quindi un capovolgimento del rapporto stato / società.

Le condizioni rivelatisi necessarie per la affermazione di questa nuova forma di stato sono:

a)   crescita economica e culturale: la ricchezza libera energia che può essere rivolta al soddisfacimento di beni secondari;

b)   Borghesia non più interessata a concorrere con l'aristocrazia

c)   fallimento del progetto assolutista


PRINCIPI FONDAMENTALI DEL COSTITUZIONALISMO


a)   SEPARZIONE DEI POTERI - Il potere, anche se assoluto, non può risiedere in un unico centro, ma deve essere suddiviso in più centri che si bilanciano vicendevolmente.

b)   TUTELA DEI DIRITTI - Anche il potere è limitato dal diritto.



INGHILTERRA


Istituzionalizzazione del sistema costituzionalista favorito da:

posizione geografica (isola: è più facile tutelare i confini)

modernizzazione economica: primi passi della rivoluzione industriale

emergere della società civile:

la politica diventa oggetto di discussione

istituzionalizzazione del parlamento

progressivo allargamento base elettorale




Grazie a queste circostanze, sin dalla fine del Seicento era possibile vedere istituzionalizzati, in Inghilterra i due principi fondamentali dell'ideologia costituzionalista. Come dice la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789): «Una società che non assicura la tutela dei diritti e dove non sia istituita la separazione dei poteri manca di costituzione». Come risulta appunto dal caso inglese, questi due principi sono strettamente connessi: la sicurezza dei diritti (che secondo Montesquieu defluisce la libertà) richiede che la legge sia indipendente dal governo e al di sopra di esso; ma questi due requisiti possono essere garantiti solo da un potere giudiziario indipendente dal governo: i poteri statuali devono agire come pesi e contrappesi per evitare di far convergere tutto il potere solo su di uno di essi.


Parlamento: frutto di un processo di centralizzazione del potere, nasce come assemblea cetuale. E plenipotenziario, i temi del giorno sono frutto di autodeterminazione. Tra tante caratteristiche due sono però molto importanti, in quanto rappresentano i cardini del costituzionalismo:

a)   l'opposizione è legittimata

b)   a partire dal '700 è già un organo rappresentativo


CARATTERI DELLO STATO LIBERALE OTTOCENTESCO


a) - ISTITUZIONI POLITICHE


si ha un processo di democratizzazione delle istituzioni politiche:

anche gli organi assembleari che rappresentano la colletività sono regolati e limitati con norme;

Le elezioni sono il metodo ordinario per scegliere la colletivita. I canditati da eleggere sono scelti in base a titolo di studio e/o censo.


b) - APPARATI AMMINISTRATIVI


il diritto definisce l'ambito di competenza degli apparati

il diritto regola l'assunzione di decisioni all'interno degli apparati


c) - CARATTERISTICHE DEL PERSONALE AMMINISTRATIVO


limitate funzioni della pubblica amministrazione

le nuove figure personali in seno all'amministrazione sono regolate dal diritto

il personale viene selezionato con metodi selettivi e meritocratici


Questi aspetti nuovi della composizione e delle pratiche operative degli organi statali non devono farci dimenticare che lo stato liberale, costituzionale, rappresentativo dell'Ottocento continuava ad avere a che fare con l'esercizio del dominio, per diverse che ne fossero le forme rispetto al precedente stato assolutista.

Max Weber indica questo chiaramente nella sua disamina della forma moderna di rappresentanza politica; la caratterizza come «libera» perché non è concesso agli elettori di vincolare i rappresentanti tramite un mandato (come era possibile fare in certi sistemi cetuali); ma ciò che ne risulta, scrive, è che rispetto all'elettore il rappresentante tipico si configura non come un «servitore» (Diener) ma come un «signore» (Herr).


STATO LIBERALE DEMOCRATICO


Democratizzazione dello stato liberale quale frutto dell' incontro di due correnti di pensiero:

a)   corrente liberale-costituzionale, b) corrente democratica.

La costituzionalizzazione del processo politico, originariamente richiesta prevalentemente dalle classi medie, cominciò in seguito a produrre effeti positivi anche per altri gruppi sociali.


Il processo di democratizzazione è supportato da:

identificazione di un diritto alla libertà

modernizzazione economica

progressiva universalizzazione del suffragio che ampliò l'elettorato a tal punto da incidere profondamente sulla natura stessa del processo politico.


Possiamo discutere schematicamente tre tipi di mutamenti che caratterizzano la natura e la portata del passaggio dalla fase liberale alla fase democratica nello sviluppo dello stato: a) i mutamenti che concernono principalmente sulla composizione del personale politico; b) quelli che incidono sul modo di funzionare delle istituzioni politiche, a cominciare dai corpi legislativi; e c) quelli che concernono la tematica di quelle istituzioni, il contenuto delle loro attività. Vediamo brevemente questi mutamenti nell'ordine indicato.

a) NUOVI ATTORI POLITICI: I PARTITI DI MASSA. L'ingresso nella politica di masse popolari sempre più vaste poteva venire promosso e gestito solo da nuovi enti politici - i partiti organizzati, di massa. Questi vennero creati e diretti in buona parte da un personale politico di nuovo tipo che nello svolgere quei compiti ebbe come obiettivo la possibilità di accedere a importanti istituzioni statali (a cominciare dai corpi legislativi) o quanto meno di esercitare influenza sulle loro decisioni. Questo personale era diverso dai «notabili», cioè da chi doveva il proprio ruolo nel processo politico e in particolare legislativo all'appartenenza al ceto dei possidenti o (meno spesso) a qualifiche di carattere professionale e culturale. In particolare, i componenti del nuovo personale politico, che vivessero o meno per la politica, erano per lo più costretti dalla propria posizione economico-sociale a vivere di politica A causa di ciò, il processo di democratizzazione accelerò e rese più diffusa quella presuntuosa, impaziente e avida caccia al successo e quell'arrembaggio a posizioni di potere (per quanto infime) che la fine dell'ancien régime aveva scatenato in Francia. Questa caccia al successo aveva come obbiettivo non soltanto le posizioni ufficiali precedentemente riservate ai ceti privilegiati, ma anche posizioni di tipo dirigenziale o burocratico entro organizzazioni politiche o para-politiche di tipo nuovo.

b). NUOVE MODALITA' DI FUNZIONAMENTO DELLE ISTITUZIONI POLITICHE In ogni caso l'ingresso dei partiti di massa negli organi elettivi, centrali nella costituzione liberale per via delle loro responsabilità legislative, modificava il loro funzionamento. In particolare, ne divideva i componenti assegnando a ciascuno un gruppo parlamentare generalmente più stabile. Con la democratizzazione dei sistemi liberali diventano protagonisti del processo di formazione delle politiche gli stessi partiti organizzati, ciascuno caratterizzato da una particolare ideologia o programma.

c) NUOVI CONTENUTI DEL PROCESSO POLITICO. Infine cambiarono non solo le modalità ma anche i contenuti dei processi decisionali del processo legislativo, che vennero a comprendere obiettivi nuovi dell' azione statale: l'intento politico dei gruppi che in precedenza monopolizzavano la rappresentanza era stato soprattutto di limitare l'azione statale, al fine di accrescere la portata dei fenomeni di mercato. Ora, però, con l'estendersi del suffragio cominciano ad acquisire una qualche capacità d'incidenza politica dei gruppi a cui non importa particolarmente rispettare l'autonomia del mercato gruppi piccolo-borghesi che cercano di conservare uno spazio economico per lo più marginale rispetto al mercato, o gruppi di provenienza operaia, che devono la loro esistenza al mercato, ma che, mancando di capitale, trovano quell'esistenza dura e talora intollerabile.


Date le dimensioni e la rilevanza qualitativa di questi mutamenti che più o meno chiaramente si accompagnano alla democratizzazione dei sistemi politici occidentali, perché insistere a designarli come liberai-democratici? Per via di due importanti elementi di continuità tra il nuovo ambiente politico e quello precedente, specificamente liberale:

a) i partiti che organizzarono l'ingresso nella politica delle masse sostanzialmente, salvo qualche eccezione, rispettarono alcuni importanti legati della politica liberale: trovarono già in esistenza le istituzioni della sfera pubblica (principio della rappresentanza, principio della divisione dei poteri tra gli organi statali, modello burocratico), se ne servirono, ma anche si impegnarono a mantenerle;

b) tutte le forze sociali significative a cui la democratizzazione dette «voce in capitolo», compresa la classe operaia, accettarono fondamentalmente il ruolo del capitale privato nello sviluppo dell'economia di tipo industriale e la divisione di classe che ne risultava.


Cap. 5 Poggi


VALUTAZIONI CRITICHE DELLO STATO MODERNO E DEL SUO RUOLO


valutazione positiva di Poggi

critica (valutazione dissenziente) conservatrice

critica (valutazione dissenziente) marxista


1. VALUTAZIONE POSITIVA DI POGGI


STATO MODERNO: modo superiore di generare ed accumulare potere politico, sorvegliandone e controllandone l'impiego.


Le istituzioni politiche sono insiemi di aspettative normative (leggi che la comunità si aspetta siano promulgate) che non sempre coincidono con gli obiettivi delle istituzioni pubbliche.


In linea di principio il progetto strutturale dello stato ed il modo in cui esso imposta le proprie operazioni realizzano in misura considerevole i seguenti obbiettivi istituzionali:

a) Intensificazione ed addomesticamento del potere coercitivo organizzato. Ciascuno stato rappresenta in primo luogo - e deve rappresentare, se vuol continuare a esistere e a funzionare come stato - un formidabile accumulo di potenza militare organizzata, in grado di assicurargli lo status di ente sovrano nel contesto internazionale. Deve essere in grado inoltre di fornire di effettive sanzioni i propri comandi interni, e di impedire a altri soggetti di farsi violenza l'un l'altro nei loro rapporti privati.

Gli apparati militare e difensivo sono strutture gerarchiche al cui vertice si trovano le autorità politiche. Il potere coercitivo così addomesticato può creare attriti: varie sono le esigenze, e la tutela dei diritti umani può rendere insufficiente l'azione del potere coercitivo atta ad incanalare la violenza.

b) Ampliamento del raggio d'azione dello stato e riduzione del suo arbitrio.

Sono oggi oggetto di azione statale moltissimi aspetti dell'esistenza sociale (dalla salute all'istruzione, dalla ricerca scientifica allo sport, dall'assistenza agli indigenti alla promozione delle attività artistiche), per tutta questa raggiera di attività statali vale uno stesso principio istituzionale, una stessa concezione del modo appropriato, plausibile, di intraprendere attività così diverse. E il principio è che tali attività vengono eseguite da persone non in quanto persone, ma in quanto titolari di uffici: tali persone agiscono alla luce e al servizio di interessi non loro propri, ma di natura pubblica, che quegli uffici devono custodire e perseguire.

Stato Burocrazia spersonalizzazione dell'esercizio del potere e sua sottoposizione a regole procedurali responsabilità dei burocrati superiorità del modello burocratico.

c) concentrazione del potere ed ampliamento della partecipazione sociale

La costruzione dello stato progressivamente soppiantò il tipo precedente di processo politico, nell'ambito del quale un ristretto numero di soggetti esercitavano e cercavano di conservare e accrescere facoltà di governo relativamente indipendenti, e generalmente diverse da soggetto a soggetto. Il governo divenne sempre più competenza esclusiva di un soggetto politico unificato, centrale, supremo. Questo, peraltro, finì col divenire il punto di riferimento di un processo politico di nuovo tipo, che aveva per tema il contenuto e la forma di iniziative facenti capo sempre più esclusivamente al centro politico; e in questo processo politico intervengono attori sempre più numerosi, che avanzano (con successo variabile) istanze sempre più diverse: il processo di accentramento indusse le varie forze sociali a rivendicare una loro partecipazione nella gestione della cosa pubblica.


2. CRITICA CONSERVATRICE


Lo stato moderno sarebbe qualitativamente inferiore ai modelli pre-moderni in cui stato e diritto sono separati a causa della sua:

a)   artificialità

b)   impersonalità

c)   imposta uniformità

d)   illimitatezza


Robert Nisbet, ne "Lo stato come rivoluzione" sintetizza molti argomenti contro lo stato formulati da pensatori europei di stampo conservatore. Questi argomenti concernono per lo più due aspetti strettamente correlati del ritratto concettuale dello stato: 1) lo stato in quanto organizzazione, vale a dire come ente sociale espressamente progettato e congegnato, e 2) il modello burocratico che presiede alla sua struttura e alle sue operazioni. In vista di queste caratteristiche, lo stato si presterebbe a molteplici critiche:

a) ARTIFICIALITÀ. La costruzione degli stati fu opera di principi che cercavano di accrescere la portata e la discrezionalità dei poteri che la tradizione riconosceva loro. Molto spesso le innovazioni istituzionali che misero in atto erano estranee o ostili ai costumi e alle usanze delle popolazioni a cui vennero imposte. In seguito, alcuni stati dovettero la loro esistenza e la loro configurazione a deliberazioni fittizie (teorie del contratto sociale) o effettive (ad esempio, le assemblee costituenti americana e francese) che nuovamente sovrapponevano assetti nuovi, artefatti, a consuetudini e pratiche di governo esistenti da secoli. Molti pensatori conservatori attribuirono ciò ad una biasimevole preferenza per tutto quello che viene artatamente progettato e congegnato nei confronti di intendimenti culturali e assetti sociali spontanei e «organici»; e attribuirono tale preferenza a una pericolosa concezione della vita sociale come qualcosa che sia lecito sistemare, scomporre, risistemare, a proprio piacimento.

b) IMPERSONALITÀ. Nei sistemi politici europei premoderni, l'attività di governo in buona misura trovava la sua struttura portante in rapporti interpersonali, sia tra individui dello stesso rango che di rango diverso, che di solito generavano (e esprimevano) sentimenti di lealtà personale, di comunanza emotiva, di responsabilità reciproca. In contrasto con questo il processo politico viene spersonalizzato nella misura in cui facoltà e risorse di governo vengono assegnate a uffici, e gestite e piegate da determinati individui solo in quanto funzionari. Dal punto di vista della tradizione liberale tutto ciò può sembrare una conquista - ma dal punto di vista conservatore suscita invece il timore che nell'ambito dei nuovi assetti vengano meno le motivazioni più spontanee del rapporto politico: da un lato, per i potenti, il senso della propria responsabilità, dall'altro, per i seguaci, la sensazione della doverosità morale della propria obbedienza.

c) UNIFORMITÀ IMPOSTA. La tradizione conservatrice lamenta la tendenza dello stato a sopprimere differenze storicamente fondate nei modi in cui determinati rapporti vengono impostati in parti diverse del territorio statale, o da settori diversi della popolazione, e a standardizzare quei rapporti impartendo ad essi la stessa impostazione generale, uniforme.

d) ILLIMITATEZZA. Le preoccupazioni risultanti dal fatto che - in linea di principio - il potere politico può incidere su qualsiasi aspetto dell'esistenza, si fanno più acute, specialmente (ma non esclusivamente) nella mente di pensatori conservatori, quando la forma statuale del potere politico costituisce la materia del contendere; perché lo stato è costituito in marniera tale da potere acquisire, immagazzinare, e gestire una quantità indefinita di potere, assegnandogli obiettivi contingenti, e quindi aperti, potenzialmente sempre nuovi.


3. CRITICA RADICALE (MARXISTA)


Si articola in due tesi principali:

In primo luogo, viene respinta la pretesa che lo stato avanza di aver sottratto il potere politico ai settori della società in possesso di altre forme di potere sociale, e in particolare di quello economico, concentrandolo in se stesso. Al contrario lo stato tende a rafforzare quella divisione e ad aiutare la classe economicamente dominante a sfruttare le altre: la costruzione dello stato serve a razionalizzare (e quindi a rendere marginalmente meno scoperto e più prevedibile) l'appoggio che inevitabilmente il potere politico offre ad altre forme di oppressione e di dominio.

In secondo luogo il fatto che il potere politico venga completamente trasferito a un insieme differenziato di istituzioni lo sottrae alla collettività, lo aliena cioè dalla fonte da cui ogni potere emana e i cui interessi ogni potere dovrebbe servire: la costruzione dello stato priva le comunità della capacità di autoregolarsi e autogovernarsi, impedisce alla gente di risolvere i propri contrasti e di determinare spontaneamente e autonomamente come intende vivere.


Cap. 6 Poggi - "Alla ricerca di una spiegazione"


TEORIE SULLA ORIGINE DELLO STATO MODERNO


1. EVOLUZIONISTA


Secondo questa teoria elaborata da SPENCER vi sarebbe una continuità tra la evoluzione biologica e quella storico-sociale. Quest'ultima ha infatti dei meccanismi di sviluppo e gestione interna che sono simili a quelli che regolano la vita degli esseri viventi. La generalizzazione è la seguente: lo sviluppo di nuove specie comporta che, a forme di vita in cui numerosi requisiti funzionali della sopravvivenza dell'organismo vengono affrontati da quell'organismo come tutto indifferenziato - o da un piccolo numero di parti a malapena distinte - facciano seguito (possibilmente soppiantandole) forme di vita nuove caratterizzate da molteplici organi, cioè da strutture anatomicamente differenziate, ciascuna specializzata nell'espletamento di un determinato compito funzionale. Trasposta all'ambito storico, questa concezione pone in luce il vantaggio che una determinata società, nei suo i rapporti con l'ambiente naturale o con altre società, trae dal divenire sempre più complessa, dal sapersi dare assetti sempre più differenziati, ciascuno specializzato nei riguardi di un aspetto diverso dell'esistenza sociale.

Nello stato moderno si assisterebbe quindi a:

a)   una crescente differenziazione strutturale

b)   una crescente specializzazione funzionale (divisione del lavoro)


La evoluzione dello stato (MODERNIZZAZIONE) coinvolge vari campi:

a)   sfera economica

b)   sfera sociale

c)   sfera politica: costruzione dello stato differenziazione e specializzazione delle istituzioni


Per DURKHEIM, Spencer non si era accorto che un processo di differenziazione protratto troppo a lungo può causare lo sfaldamento del sistema.

Tra differenziazione ed integrazione vi deve quindi essere un rapporto vicendevole:


differenziazione integrazione ( coordinamento)


perché si realizzi l'integrazione occorre:

a)   interdipendenza reciproca differenziazione/integrazione

b)   consenso morale

c)   funzione aggregativa dello stato, che svolge una azione volta a tenere insieme le varie istituzioni


2. MARXISTA


La visione marxista considera il sorgere dello stato come aspetto non d'un processo generico d'evoluzione sociale, ma piuttosto di un fenomeno identificabile in termini più precisi: il sorgere e l'affermarsi del modo di produzione capitalistico. Da questa impostazione di base ne consegue che gli interessi settoriali che sospingono, direttamente o indirettamente, la costruzione dello stato sono quelli del protagonista collettivo della genesi e dello sviluppo di quel modo di produzione, la borghesia - anche se per sua natura questa classe non reclama per sé esplicitamente e esclusivamente la leadership politica.

Tutte le istituzioni politiche - non soltanto quelle statuali - sono rese necessarie da una caratteristica basilare di tutte le società storiche: l'esistenza di una divisione fondamentale tra una minoranza che gode del controllo privilegiato sui mezzi di produzione materiale, e una maggioranza che, essendo esclusa da tale privilegio, può accedere a quei mezzi soltanto in base alle condizioni che la minoranza le impone, e può farne uso soltanto sotto il controllo di questa e principalmente a vantaggio della medesima.

Essendo sfruttata ed oppressa, la maggioranza ha interessi intrinsecamente opposti a quelli della minoranza, e può perseguirli soltanto modificando e eventualmente sovvertendo gli assetti produttivi esistenti e il dominio minoritario che ne risulta. La maggioranza, dunque, può promuovere i propri interessi soltanto impegnandosi in un conflitto con la minoranza.

Da questo punto di vista, le istituzioni politiche appaiono essenzialmente come strumenti grazie ai quali la minoranza, forte del suo controllo sui processi fondamentali di produzione e riproduzione dell'esistenza materiale, cerca di sopprimere, contenere o moderare il conflitto in questione, rinsaldando la propria posizione di vantaggio rispetto alla maggioranza.



CRITICA ALLE TEORIE EVOLUZIONISTICA E MARXISTA


Due sono per Poggi i limiti comuni ai due approcci funzionalista (o evoluzionistico) e marxista:

a)   STATO: VARIABILE DIPENDENTE, frutto dell'economia e della società

b)   DETERMINISMO: spiegazioni date alla configurazione attuale dello stato moderno come frutto di determinati fattori, analizzati in un rapporto causa effetto


3. CONCEZIONE STATO CENTRICA: APPROCCIO ALTERNATIVO DI POGGI


a)   STATO come VARIABILE INDIPENDENTE. Non significa trascurare nella analisi le varie forze in campo, ma riconoscere che lo stesso stato ha interessi suoi propri (autotutela, necessità di reperire risorse che gli garantiscano il funzionamento.)

b)   CONTINGENZA: Ciò che è potrebbe anche non essere. Non esiste necessariamente una logica interna al modello, come invece si afferma con il determinismo. Questo lo si ricava analizzando la presenza all'interno di ogni sistema di modelli organizzativi riprodotti od importati da altri paesi, in una sorta di bricolage istituzionale che non risponde certo ad esigenze di coerenza interna del sistema.


RIASSUNTO: NECESSITÀ E CONTINGENZA NELLA GENESI DELLA LIBERAL-DEMOCRAZIA

La dinamica della genesi e dello sviluppo dello stato moderno è in buona misura il risultato degli sforzi fatti dai principi, tramite il proprio apparato di dominio, per ampliare e rinsaldare le basi del proprio potere e per rendere sempre più efficiente e sempre più discrezionale il loro intervento nella gestione e mobilizzazione delle risorse della società. Il fatto che tali sforzi, per essere pari alla posta in gioco, dovessero essere seri e persistenti, spiega come chi consideri nel suo insieme la vicenda dello stato normalmente vi percepisce una possente tendenza al continuo accrescimento del potere politico. Questa tendenza si riflette nell'agire di numerosi soggetti autonomi e in competizione l'uno con l'altro. I principi territoriali devono competere con magnati e con corpi cetuali, e anche quando ne sconfiggono la resistenza il modo in cui lo fanno incide sull'ulteriore accrescimento del loro potere. Inoltre, tutti gli enti politici territorialmente (più o meno) unitari devono impegnarsi nella politica di potenza che caratterizza il sistema degli stati. Infine, a loro volta istituzioni e gruppi la cui identità e i cui interessi si fondano sul controllo di risorse non politiche si battono per rafforzare la propria base di potere, e quindi per conservare la loro autonomia rispetto al centro di potere politico, e/o per modificarne le strutture e le politiche.

Gli esiti di queste lotte di potere diverse ma che interagiscono reciprocamente sono per loro natura contingenti e imprevedibili. Eppure, di tanto in tanto, in un dato luogo quelle lotte producono un esito particolarmente decisivo, che prende corpo in assetti particolari per fisionomia e efficacia. Questi, una volta saldamente instaurati, subiscono ulteriori elaborazioni istituzionali - che fan sembrare il processo continuo e irreversibile - e possono esercitare effetti laterali sulla progettazione e riforma di istituzioni in luoghi diversi.


Cap. 7 Poggi - "Lo stato liberal democratico nel secolo XX"


ATTIVITA' DELLO STATO


Per quanto concerne la crescente differenziazione interna dello stato, e la crescente diversità delle sue attività secondo Renate Mayntz (sociologa tedesca) le attività statali ricadono entro cinque categorie:

a)   regolare i rapporti tra una determinata società nazionale e le altre (garanzia e difesa dei confini, tutela dalle aggressioni esterne.);

b)   regolare i rapporti tra soggetti individuali o collettivi entro la società (ordine interno tra i membri dello stesso sistema, compiti di polizia, ministero di grazia e giustizia, ministero dell'interno.);

c)   mettere risorse a disposizione del sistema politico-amministrativo (riscossione dei tributi: ministero finanze, ministero tesoro.);

d)   fornire servizi intesi a soddisfare bisogni collettivi diversi da quelli a cui si riferiscono le prime due categorie (Prestazione di servizi e di assistenza alla collettività: sanità, pubblica istruzione.);

e)   orientare lo sviluppo sociale verso determinati obiettivi, quali ad esempio accresciuta integrazione nazionale, eguaglianza sociale, crescita dell'economia, migliore sanità pubblica, o migliore istruzione (programmazione economica, supporto alle imprese, promozione uguaglianza sociale.).


I punti a) b) c) sono i BISOGNI PRIMARI, che defi­niscono lo stato stesso e che trovano nei primi ministeri «storici» dello stato europeo le sedi tipiche in cui vengono programmate e condotte;

I punti d) e) sono il WELFARE STATE (STATO DEL BENESSERE): la crescita del personale e della spesa statali che caratterizza la seconda metà dell'Ottocento e tutto il nostro secolo, e quasi tutti gli sviluppi organizzativi dovuti alla formazione di nuovi ministeri e altri enti, si devono al fatto che lo stato si coinvolge sempre più in attività delle ultime due categorie di compiti.


CAUSE DELLA CRESCITA DELLO STATO


GUERRA TOTALE - la guerra costituisce un aspetto costante dell'esistenza dello stato (è una esperienza continuamente possibile anche se non continuamente vissuta); la guerra varia enormemente nella sua configurazione storica; e spesso innovazioni cospicue nei modi di combatterla e nella struttura delle forze armate, hanno provocato mutamenti altrettanto significativi negli assetti politici. L'avvento della guerra totale (o la grande depressione, per fare un altro esempio) sostanzialmente non fa che intensificare e accelerare gli effetti di cause ancora più vaste e persistenti, inerenti alla struttura della società occidentale e in particolare alle sue istituzioni politiche.

LATO DELLA DOMANDA - i vari gruppi che compongono la società hanno interesse a che lo stato sistematicamente accerti, controlli, e si faccia carico di aspetti della propria esistenza precedentemente determinati esclusivamente da altri aspetti, non politici, del processo sociale. Cercano quindi, con maggiore o minore successo, di indurre le autorità pubbliche a intraprendere nuove politiche che incidano su quegli aspetti.

LATO DELLA OFFERTA - le iniziative corrispondono all'interesse che le autorità medesime hanno ad accrescere le risorse sociali di cui fanno uso e che distribuiscono, e ad accrescere la discrezionalità del proprio operare. Per essere in grado di affrontare tali nuovi compiti, risulta loro spesso necessario assegnare nuove risorse e nuove facoltà a determinate componenti dell'apparato statale, aumentarne il personale, o costituire nuove unità.


1. GUERRA TOTALE

«guerra totale»: un conflitto militare che una società nazionale può intraprendere e portare avanti con qualche speranza di successo soltanto se vi impegna, esponendola ai rischi di usura e distruzione caratteristici della guerra, una quota assai alta delle sue risorse materiali e umane.

Tra le cause di questo fenomeno vanno segnalati due mutamenti, strettamente connessi relativi all'aspetto propriamente militare della guerra: la sua «massificazione», il fatto cioè che coinvolge strati sempre più ampi della popolazione; e il ricorso, nella condotta della guerra, a processi industriali e tecnici che rendono possibile a un paese belligerante attaccare a distanza, con l'artiglieria e l'aviazione, non soltanto le truppe del paese nemico ma anche i suoi centri demografici e produttivi.

Lo stato si situa tra questi due gruppi di variabili. Durante l'intero corso della sua vicenda storica è sempre stato il protagonista del fenomeno della guerra; ma nel nostro secolo la guerra totale lo ha costretto a incaricarsi molto più direttamente e intensamente di prima della produzione e del prelievo delle risorse necessarie per affrontare lo sforzo bellico, e a cercare di gestire l'incidenza di quei processi (e delle attività del nemico) sulla propria popolazione. A guerra finita gli assetti sperimentati durante la guerra vennero solo parzialmente smobilitati; e in ogni caso rimasero nella memoria collettiva del paese, a indicare quali fossero la portata e l'efficacia potenziali di quegli e altri modi di coinvolgere lo stato nella gestione degli affari della società. Quanto alle relative spese pubbliche, queste si ridussero notevolmente alla fine di entrambi i conflitti ma non ritornarono ai livelli da cui erano partite.

Erano state cause della lievitazione della spesa pubblica:

a) EFFETTO DISLOCAZIONE (WAGNER): le crisi periodiche di uno stato vengono sfruttate per aumentare la soglia di tolleranza alla pressione fiscale;

b)    Modifica dei PROCESSI DECISIONALI. Mentre nella prima guerra mondiale erano trilateri (stato/forze imprenditoriali/classi lavoratrici), nella seconda vengono accentrati nello stato;


2. LATO DELLA DOMANDA


Il lato della domanda ha attori collettivi, diversi da quelli direttamente impegnati nella formazione delle politiche e nell'amministrazione pubblica, che nel corso del secolo hanno avuto interesse a promuovere un più ampio coinvolgimento delle istituzioni statali nella gestione degli affari sociali, e a mettere a punto e condizionare le politiche che ne risultavano. Questi attori sono:

a) Gruppi economici subalterni

b)    Gruppi economici dominanti

c) Gruppi di interessi non economici

d)    partiti politici


a) Gruppi economici subalterni

Vari gruppi in posizione di mercato svantaggiosa - principalmente, lavoratori dipendenti - videro un modo per moderare la propria posizione di svantaggio nell'ampliamento del suffragio e nei processi di rappresentanza e di legislazione connessi con quello. Per comprendere questo fenomeno bisogna riferirsi alla allocazione del potere sociale che si aveva: il potere economico apparteneva alla borghesia, e alcune parti di questa condividevano il potere normativo con i residui di precedenti gruppi dominanti. Di conseguenza, chi si trovava in condizione d'inferiorità economica veniva indotto a servirsi dell'unica forma di potere sociale di cui disponesse, il potere politico messo a sua disposizione dalla partecipazione elettorale, per accrescere la portata dell'azione statale e renderla più significativa e penetrante, al fine di limitare l'incidenza di quella inferiorità economica sulla propria situazione sociale complessiva.

Anche se i partiti socialisti e laburisti forniscono esempi salienti di questa strategia, ci sono tre ragioni per non considerare la classe operaia nel suo insieme come la sola beneficiaria di essa: 1) quella classe non era sempre unitariamente rappresentata, politicamente o sindacalmente;  2) le strategie rivolte a mobilitare l'azione statale a difesa di interessi economicamente deboli vennero spesso adottate, quanto meno con lo stesso successo della classe operaia, anche da ceti medi e medio-bassi, piccolo-borghesi, intenti a proteggere l'alveo economico ai margini del mercato in cui si arroccavano; 3) quei miglioramenti erano dovuti anche ad altri fattori, che vanno dal drastico accrescimento della produttività industriale causato dal progresso tecnologico al ricorso sempre più frequente a pratiche contraccettive da parte degli strati popolari.

Nel passaggio dallo stato liberale a quello liberal democratico i gruppi economici subalterni hanno quindi influito: 1 - nella trasformazione del personale politico; 2 - nella trasformazione dei temi e dei contenuti delle modalità di azione degli interventi dello stato.


b) Gruppi economici dominanti

Per potersi instaurare e per funzionare, il mercato ha avuto sempre bisogno di veder soddisfatti dallo stato specifici requisiti, che vanno dalla fornitura di servizi giudiziari e di polizia, al controllo della valuta, al contenimento e (se necessario) alla repressione delle sfide più minacciose provenienti dalla classe operaia. Le borghesie nazionali non hanno mai esitato a richiedere allo stato politiche commerciali e coloniali che le assicurassero, per quanto possibile, mercati interni ed esterni in cui comprare a prezzi bassi e vendere a prezzi alti.

Le loro pressioni influenzano quindi il mercato, soprattutto verso una politica di tipo protezionista. Intrattengono rapporti con particolari settori istituzionali tramite canali preferenziali; sono coinvolti nelle decisioni e nella realizzazione delle politiche. A volte agiscono in modo illegittimo, fuori dagli schemi della legge.


c)    Gruppi di interessi non economici

d) Partiti politici


inutile trattarli


3. LATO DELLA OFFERTA


Se dal lato della domanda lo stato accresce e diversifica la propria azione per far fronte a un vuoto di regolamentazione sociale e per porre rimedio alla scarsità o cattiva distribuzione di risorse dovuta alla natura spontanea, non-programmata, di molti cambiamenti economico-sociali e al ritardo con cui si formano nuove norme spontanee, tanto da poter essere definito uno «stato servizievole», in quanto coscienziosamente intento a rispondere a crescenti richieste sociali (chi invece interpreti gli stessi fenomeni come dovuti alle pressioni esercitate sullo stato da forze economiche dominanti che lo stato aiuta ad esercitare il dominio, propone l'espressione «stato partigiano»), dal lato dell' offerta si può parlare di  «stato invadente».

L'ampliamento e la diversificazione dell'attività dello stato sono da ricondurre non solo a (per così dire) l'attrazione (pull) esercitata sullo stato da interessi propri di questa o quella «parte sociale», ma anche alla spinta (push) di interessi che fanno capo allo stato stesso, o quanto meno a specifiche parti di esso. Questi interessi tendono sostanzialmente ad aumentare la portata e il quantum di discrezionalità di cui godono gli assetti politici e amministrativi, e a far crescere la quota delle risorse sociali che quegli assetti controllano e gestiscono.

Fattori di queste tendenze sono:

a) Auto-referenzialità

b)    Partiti politici

c) Nuove competenze del personale ai vertici dell'amministrazione: al vertice

d)    Nuovo personale attivo alla base dell'amministrazione: alla base


a) Auto-referenzialità


DIFFERENZIAZIONE ISTITUZIONALE: divisione del lavoro e specializzazione del singolo


AUTOREFERENZIALITÀ: ogni parte difende la sua logica


COMPETIZIONE: tentativo di accaparrarsi maggiori quote possibili delle risorse disponibili.


Nel caso vi siano risorse disponibili si profilano due possibilità:

- CONFLITTO A SOMMA ZERO: Si ha quando le risorse disponibili sono limitate e definite. Il conflitto si risolve nella perdita di una parte qualora un'altra ottenga la maggioranza delle risorse

- CONFLITTO A SOMMA MAGGIORE DI ZERO: esiste un surplus di risorse disponibili che fa sì che nessuno resti 'a mani vuote'.


b) Partiti Politici

I partiti di governo possono orientare l'azione dello stato. Mentre tradizionalmente si riteneva che il rapporto tra politica ed amministrazione fosse il rapporto tra le due separate sfere dei funzionari decisionali e dei funzionari di esecuzione, ci si è accorti come di fatto i partiti possono avere (ma non necessariamente hanno) una presa sulla pubblica amministrazione (che tuttavia a volte resta autonoma e non influenzata dai partiti).


c) Nuove competenze del personale ai vertici dell'amministrazione: al vertice

Innanzitutto lo stato, nei paesi liberal-democratici, mobilita sempre più (e fino a un certo senso ne viene mobilitato) nuove forme di sapere e expertise elaborate da discipline e praticate da professioni precedentemente inesistenti o escluse. A partire dalla metà del secolo poi, la composizione del personale insediato in settori e livelli strategicamente significativi dell'apparato statale e le modalità del linguaggio e del modo di agire di quel personale cominciano a riflettere l'aspirazione a un modo consapevolmente nuovo di formare le decisioni politiche, in cui la scelta stessa degli obiettivi, non soltanto la maniera di raggiungerli, si presenta come dettata da ragionamenti assai raffinati, scientificamente controllati, sicuri delle proprie premesse empiriche e teoriche (TECNOCRAZIA). A partire da questo momento, l'espansione e la differenziazione dello stato vengono sospinte anche dal proposito dichiarato di mettere a profitto cospicue risorse intellettuali di recente formazione, in grado (si dice) di orientare e controllare dall'alto i processi sociali. Queste risorse si basano sui saperi professionali propri degli specialisti. Questo nuovo personale che si viene inserendo ai livelli più alti delle sedi di formazione delle politiche e di programmazione della loro esecuzione è portato a proporre nuove attività statali o a sperimentare modi nuovi di eseguire le attività tradizionali.

Riassumendo:

Necessità che il personale ai vertici dell'amministrazione abbia conoscenza degli sviluppi del settore in cui sono chiamati a svolgere il loro operato sviluppo di nuove competenze richiesta nuove risorse.


d) Nuovo personale attivo alla base dell'amministrazione: alla base

Quanto affermato prima per i vertici della Pubblica Amministrazione può essere riproposto per i livelli più bassi di quella macchina, e particolarmente dei settori di essa in cui si è espresso il welfare state ( specialmente a livello locale). Ciascuno di quei settori diviene la «nicchia» di una professione talora (più o meno) nuova, ma comunque in notevole crescita, ai cui componenti naturalmente interessa che la professione nel suo insieme goda di sicurezza d'impiego, di condizioni di lavoro sempre migliori, e di prospettive di carriera soddisfacenti.

Riassumendo:

Sviluppo di nuove competenze, crescita dello stato sociale richiesta di nuovo personale attivo alla base dell'amministrazione richiesta nuove risorse.



Cap. 8 Poggi - "Lo stato liberal democratico nel secolo XX"


ENTROPIA DELLO STATO MODERNO


In pieno contrasto con i principi della rappresentanza dei sistemi democratici, il potere politico si sposta dalle istituzioni rappresentative a quelle  amministrative.

Ciò avviene in diversi modi e per diversi fattori:

a) espansione del settore amministrativo

b)    indebolimento del legame politica-amministrazione

c) politica burocratica

d)    governo invisibile (poggi: poteri occulti)

e) diminuzione incidenza dei partiti


a) Espansione del settore amministrativo

L'amministrazione ha un vantaggio strutturale rispetto alle istituzioni politiche:

Amministrazione: lavora sulle aspettative conoscitive. Segue simultaneamente più problematiche ed opera in modo consequenziale per garantire la partecipazione al dibattito e la trasparenza nelle decisioni

Istituzioni Politiche: sono specializzate e si basano su aspettative normative. Non si possono espandere come le amministrazioni.


b) Indebolimento del legame politica-amministrazione

Causa principale è il crescente ruolo dell'alta dirigenza amministrativa. Gruppo professionale molto selettivo di dimensione modeste che opera come intercapedine e giuntura tra il vertice politico e la restante amministrazione (che potremo dire di base). L'alta amministrazione svolge un ruolo autonomo e non controbilanciato estraneo all'asse amministrazione (quale raccoglitrice ed elaboratrice delle informazioni e conoscenze necessarie per il funzionamento delle istituzioni politiche) - politica (che controlla la pubblica amministrazione attraverso vari strumenti, tra cui il bilancio).


c) Politica burocratica

Per essere efficace la amministrazione non solo deve operare decisioni politiche, ma deve essere in grado di scegliere i gruppi di pressione, detentori del potere reale, con cui intrattenere dei rapporti onde arrivare al risultato sperato.


d) Poteri occulti:

consulenti ed esperti che collaborano con i politici in un rapporto di affinità ideologica, lealtà;

personale di raccordo tra organi politici ed organi amministrativi (lottizzazione);

servizi segreti;

infiltrazioni criminalità organizzata


e) Diminuzione incidenza dei partiti

I partiti sono depotenziati, perdono incisività a causa della economicizzazione della politica e della crisi di fiducia nei loro confronti.



Cap. 10 Poggi - "Lo stato sfidato"


CRISI DELLO STATO CONTEMPORANEO


RAPPORTO STATO - GUERRA (interdizione nucleare)

mostra come sia necessario che gli stati si attrezzino per comunicare maggiormente


CRISI SUPREMAZIA SUL TERRITORIO

terrorismo internazionale

questione ecologica

globalizzazione dei mercati (si possono aggirare gli ordinamenti dei singoli stati)

multinazionali (mobilitando ingenti capitali sono capaci di influenzare le politiche economice)


CRISI UNITARIETA' DELLO STATO

Crisi della visione dello stato come centro di potere autonomo, supremo ed unitario.


RAZIONALITA'

Lo stato si dota di strumenti decisionali razionali e democratici.

Tardo assolutismo (fine XVIII - XIX): criteri di razionalità sono il diritto e la conoscenza delle leggi

Dopo la II Guerra Mondiale si parla di TECNOCRAZIA: la razionalità delle decisioni è oggettiva e può essere affidata ad esperti non necessariamente politici.

Oggi la politica non si occupa più di risolvere i problemi, quanto di trovare il consenso per supportare le decisioni che devono essere prese dalla classe politica.



Cap 1 Ham-Hill "Politche Pubbliche ed analisi delle Politche Pubbliche "


POLITICS: Processo politico come descritto in Poggi, lotta per giungere ad esercitare il potere;


POLICIES (singolare: POLICY)=Politiche Pubbliche. Processo politico in Ham-Hill: comando, potere, decisioni politiche.


Politiche Pubbliche


Le policies sono un "insieme articolato di azioni e decisioni, inazioni e non decisioni, cui partecipa una pluralità di attori e che si sviluppa in un arco di tempo generalmente lungo, realizzando un processo dinamico" Wildavsky: "La policy è sia un processo che un prodotto. Questo termine è usato in riferimento sia al processo decisionale che al prodotto di tale processo".


Come si sviluppa una policy?

Si individua un problema

Si inserisce il problema nella agenda decisionale dell' autorità competente

Si studia il problema e si approfondiscono le soluzioni alternative possibili per la sua risoluzione

Si decide scegliendo la soluzione ritenuta ottimale

Si realizzano le soluzioni scelte

Si estingue la policy

Le politiche implicano una serie di azioni, o un insieme di decisioni, e non una decisione unica: innanzitutto, le azioni possono implicare una rete decisionale, spesso di notevole complessità; tale rete può essere costituita anche da un insieme di decisioni che vengono prese in un periodo di tempo più o meno lungo e che si protrae ben oltre il processo politico iniziale. Secondariamente, anche nella fase decisionale la policy difficilmente è costituita da una singola decisione, ma tende ad essere definita da una serie di decisioni che, prese insieme, denotano quella che è più o meno comunemente indicata come policy. Infine, le politiche, invariabilmente, mutano nel corso del tempo.

L'attuazione di una decisione può avere effetti di feed-back sul processo decisionale, provocando cambiamenti nell'allocazione dei valori. Tutto ciò non significa che le politiche cambino sempre, ma semplicemente che il processo di policy è un processo dinamico e non un processo statico e che si deve essere consapevoli del fatto che la definizione delle questioni può cambiare. Corollario a quest'ultimo punto è la necessità di riconoscere che uno degli oggetti principali dell'analisi delle politiche è lo studio delle non-decisioni.


Comportamentismo

Per Dye, il maggior fautore di questa corrente di pensiero che nasce come un movimento di protesta, «L'analisi delle politiche pubbliche cerca di scoprire cosa fa il governo, perché lo fa e con che risultati» A suo parere, tutte le definizioni di analisi delle politiche «si riducono alla stessa cosa: la descrizione e la spiegazione delle cause e delle conseguenze delle azioni di governo»

Per studiare i fenomeni politici bisogna quindi fare attenzione ai comportamenti degli attori politici e non alle istituzioni od alle strutture.

Questa posizione non è condivisa da Ham-Hill che ritengono si debba distinguere fra analisi delle politiche e analisi per le politiche.  Questa distinzione è importante perché separa l'analisi delle politiche come attività accademica, interessata in primo luogo all'aumento della conoscenza, dall'analisi delle politiche come attività applicata, volta principalmente alla risoluzione dei problemi sociali.


Approccio Sistemico (DAVID EASTON)


Easton afferma che l'attività politica può essere analizzata come un sistema che contiene un certo numero di processi che devono bilanciarsi fra loro al fine di mantenere in vita il sistema stesso. Il paradigma utilizzato è quello del sistema biologico in cui le funzioni vitali interagiscono fra loro e con l'ambiente esterno per produrre un mutevole, e tuttavia stabile, stato corporeo.

La funzione principale del sistema politico è l'allocazione imposta dei valori, cioè l'assegnazione in modo vincolante tra i membri della società degli scarsi valori a disposizione. L'autoritarietà della imposizione fa sì che non sorgano conflitti nella assegnazione dei valori.



a) INPUTS    b) BLACK BOX c) OUTPUTS, OUTCOMES



d) FEEDBACK

e) AMBIENTE


a) INPUT

Uno dei processi chiave del sistema politico è l'input, che assume la forma di domande e di appoggi:

le DOMANDE implicano azioni individuali o di gruppo che chiedono la distribuzione autoritativa dei valori;

il SOSTEGNO può essere DIFFUSO (voto, obbedienza alle leggi, pagamento delle tasse: azioni che indicano una fiducia nel sistema politico da parte della collettività) oppure SPECIFICO (tesseramento, sostegno ad un'associazione).

b) CONVERSIONE

Questo processo alimenta, all'interno della «scatola nera», conosciuta anche come «processo di conversione», la produzione di outputs (e cioè le decisioni e le politiche delle autorità) e di withimputs (domande del sistema politico, domande autogenerate dal processo di conversione).

c) OUTPUTS e OUTCOMES

E' necessario distinguere gli outputs (le decisioni e le politiche delle autorità) dagli outcomes (o risultati: gli effetti che le politiche hanno sui cittadini. Possono essere quelli voluti e programmati od imprevisti ed accidentali).

d) FEEDBACK

La struttura sistemica ha poi un effetto di feed-back grazie al quale gli outputs del sistema influenzano gli inputs futuri.

e) AMBIENTE

Uno dei meriti del modello sistemico è quello di fare attenzione alle relazioni esistenti fra il sistema politico e gli altri sistemi. Uno degli oggetti principali delle analisi sull'output è l'ambiente e le influenze che esso esercita sulle politiche. Le analisi di output sono un utile richiamo al fatto che le politiche non possono essere considerare isolate dalla economia e dalla società.


Critiche all' approccio sistemico

Il merito principale della teoria sistemica è quello di fornire un modo per concettualizzare quelli che sono, spesso, fenomeni politici complessi. Mettendo in rilievo i processi invece che le istituzioni o le strutture, Questo approccio permette anche di disaggregare il processo politico nelle sue varie fasi, ognuna delle quali diventa suscettibile di analisi più dettagliate.

Sono state però anche mosse critiche che a questo modello.


a) Innanzitutto, sarebbe sbagliato accettare la concettualizzazione del sistema politico proposta da Easton come la descrizione accurata di come i sistemi funzionano in pratica. L'identificazione dei processi è sicuramente valida, ma raramente, nella pratica, l'ordine chiaro e logico di questo processo, in termini di domande iniziali e trasformazione in outputs, avviene così semplicemente.  Vi sono anche gli withinputs: è necessario considerare il modo in cui i leader politici influenzano il comportamento individuale o dei gruppi.

L'approccio sistemico trascura poi la presenza nell' ambiente di GRUPPI DI INTERESSE O DI PRESSIONE (LOBBIES) che sono ben diversi dai partiti politici per modalità di funzionamento, dimensioni, raggio di azione.

b) Una seconda critica alla struttura sistemica è che questo modello, pur mettendo in luce l'importanza centrale del proces­so di conversione, la «scatola nera» del processo decisionale, vi presta poi relativamente poca attenzione. Ad un primo livello, entrare all'interno della «scatola nera» implica analizzare il ruolo degli impiegati pubblici (cap 8 Ham-Hill), Ad un altro livello, significa puntare l'attenzione su come vengono prese le decisioni. Al riguardo Allison ha individuato tre modelli.


Modelli decisionali di ALLISON

a) Il primo è il modello di SCELTA RAZIONALE nella quale l'azione è compiuta da attori determinati, che hanno scopi e obiettivi precisi. Questi attori possono scegliere fra diverse azio­ni alternative per raggiungere i loro obiettivi: ogni alternativa implica una serie di conseguenze e la scelta razionale consiste nel selezionare quelle alternative le cui conseguenze massimizza­no i risultati.

b) Il secondo modello è quello ORGANIZZATIVO, che vede le azioni non come conseguenza di scelte razionali, ma come l'output del comportamento organizzativo. Questo com­portamento è largamente determinato da routine prestabilite in cui la fissazione degli obiettivi precede, pur essendone separata, la determinazione delle procedure operative.

c) Il modello POLITICO-BUROCRATICO, infine, considera le azioni né come scelta né come output, quanto piuttosto come il risultato della contrattazione fra gruppi e individui nel sistema politico.




Cap 2 Ham-Hill "Il ruolo dello Stato"


Che cosa è lo stato?


Le attività politiche dello stato sono indissolubil­mente legate allo sviluppo economico della società. In prospet­tiva storica, si può affermare che i principali processi di cresci­ta dell'intervento statale si possono spiegare in base ai mutamenti nell'economia. In quest' ottica si può analizzare l'influenza relativa dello stato e dei fattori sociali sullo sviluppo delle politiche pubbliche. Nordlinger afferma che le quattro principali teorie che hanno trattato questo problema hanno dato risposte «centrate sulla società». Così, la teoria pluralista pone accento siti vin­coli imposti allo stato dai gruppi di pressione e sostiene che le politiche sono, in larga misura, il riflesso delle preferenze di tali gruppi; il neo-pluralismo, o teoria delle élites, mette in evidenza il potere esercitato da pochi gruppi di interesse ben organizzati e sottolinea l'abilità che questi gruppi dimostrano di possedere nel perseguire i propri obiettivi; il marxismo mette in luce l'influenza degli interessi economici sull'attività politica e considera lo stato come un importante strumento per il dominio di classi sociali particolari; anche le teorie cor­porativiste evidenziano il profondo impatto dei mutamenti economici nelle società industriali sul ruolo dello stato e sulle sue interazioni con i gruppi esterni. Nordlinger sostiene che però nessuna di queste teorie dà sufficiente rilievo alle spiegazioni delle politiche pubbliche «centrate sullo stato». Ham ed Hill contestano questa conclusione, facendo notare che il corporativismo, in particolare, riconosce l'importanza dell'azione dello stato.


La teoria pluralista


ROBERT DAHL

Negli Stati Uniti, la teoria pluralista della democrazia consi­dera molto importante l'attività dei gruppi di pressione. Robert Dahl - che ha condotto una ricerca empirica sulla distribuzione del potere a New Haven e che è il principale esponente di tale teoria, da lui definita poliarchia - sostiene che il potere nelle società industrializzate occidentali è largamente distribuito fra gruppi differenti. Ogni gruppo è in grado di influenzare il processo decisionale, nessu­no è dominante e tutti sono in grado di garantire che le pro­prie preferenze e i propri desideri vengano realizzati, a patto che siano sufficientemente articolati. Definizione operativa di potere: A ha potere su B quando fa fare a B qualcosa che altrimenti B non farebbe.


NELSON POLSBY

Nelson Polsby (colla­boratore di Dahl) ha sviluppato la teoria conosciuta come pluralismo. Secondo tale teoria, il pote­re non è equamente distribuito e le fonti del potere, pur essen­do largamente distribuite fra gli individui e i gruppi all'interno della società, non sono uguali. Il grado di influenza dei gruppi e degli individui è diverso, ma anche i meno potenti sono in grado di far udire la propria voce nel processo decisionale. Nessun individuo o gruppo è, quindi, completamente privo di potere e la spiegazione fornita dalla teoria pluralista si basa sul fatto che le fonti del potere - denaro informazioni, esperienza - non sono cumulabili e nessuna di  esse è dominante. In un sistema politico pluralista, quindi, il potere è frammentato e diffuso e il quadro dipinto dalla teoria pluralista è un «mercato politico» in cui ciò che i gruppi riescono ad ottenere dipende dalle risorse che hanno a disposizione e dalla capacità di farsi ascoltare. L'idea della politica come mercato in cui i leader sono in competizione fra loro per raccogliere voti è portata avanti nel lavoro di Downs, che usa le teorie economi­che per analizzare il comportamento politico.


Pluralismo e ruolo dello stato

I teorici del pluralismo vedono in modo diverso il ruolo delle agenzie amministrative.

LATHAM: STATO = ATTORE NEUTRALE. Il governo è neutrale e funge da arbitro nelle lotte fra i diversi gruppi, le agenzie amministrative sono soggetti passivi che forniscono risposte a fronte di domande; queste agenzie corrono il rischio di essere colonizzate da certi gruppi di pressione

DAHL: STATO BROOKER (MEDIATORE). le agenzie costituiscono un insieme di gruppi di pressione fra tanti; le politiche pubbliche sono il risultato di un processo di mediazione che lo stato opera tra le domande che riceve tanto dall' esterno quanto dagli stessi apparati amministrativi.


La teoria delle «élites»


Elitismo classico

Rispetto alla teoria pluralista la teoria delle élites ha una visione diversa della distribuzione del potere: in qualunque sistema politico è sempre una minoranza a prendere le decisioni fondamentali riguardanti l'intera società.

Pareto e Mosca sostengono che l'esistenza di una élite politica è caratteristica necessaria e ine­vitabile di tutte le società.



Le tesi dell'elitismo classico sostengono che le élites politi­che diventano tali in diversi modi: attraverso le rivoluzioni, le conquiste militari, il controllo di risorse economiche.


Elitismo moderno

Nello sta­to moderno, le posizioni di élite sono correlate allo sviluppo di organizzazioni di grandi dimensioni che si occupano dei vari aspetti dell'esistenza, con il risultato che esistono diversi tipi di élite, e non solo quelle che detengono il potere politico.


a) C.W. MILLS

Analizzando l'America degli anni Cinquanta, Mills pone l'accento sul potere che deriva dalle posizio­ni istituzionali e sostiene che il sistema politico americano è dominato dalle élites che occupano posizioni chiave nell'ammi­nistrazione, nelle grandi industrie e nelle sfere militari. Le so­vrapposizioni e le connessioni fra i leaders di queste istituzioni, contribuiscono alla creazione di una potente élite, relativamen­te coerente.


b) FLOYD HUNTER

Le conclusioni di Mills sono affiancate e confermate dagli studi di Floyd Hunter sulle politiche locali americane degli anni Cinquanta (cittadina di Atlanta), basati sull'analisi reputazione, che individuarono un'élite composta principalmente da uomini d'affari, banchieri e industriali. Per analisi reputazionale si intende l'accertamento della reputazione di potere o influenza di cui gode una serie di prominenti personaggi della comunità effetuato con interviste a testimoni preivilegiati o ad una cerchia stimata. Il potere, nell' analisi empirica di Floyd non era diffuso ma concentrato.


c) BOTTO­MORE

Botto­more distingue fra élite politica (che è costituita da «quegli in­dividui che esercitano effettivamente il potere politico in una società in un determinato momento») e classe politica (che comprende, oltre agli individui che effettivamente sviluppano il potere, anche coloro che ambiscono ad ottenere il potere). Definita in questo modo, la élite politica è com­posta dalle élites burocratiche, militari, aristocratiche ed econo­miche, mentre la classe politica è costituita dalla élite politica e da altre aree della vita sociale (leader dei partiti di opposizione, i leader sindacali, gli uomini d'affari e gli intellettuali politicamente impegnati)


Elitismo democratico


Schumpeter (sul libro è nel pluralismo)

Gli sviluppi della tradizione liberale hanno sminuito l'importanza della partecipazione e hanno messo in rilievo il ruolo delle elezioni competitive regolari negli ordinamenti democratici. Schumpeter esemplifica questo filone di pensiero definendo il metodo democratico come «lo strumento istituzionale per giungere a decisioni politiche, in base al quale singoli individui ottengono il potere di decidere attraverso una competizione che ha per oggetto il voto popolare». Egli pone poi l'accento su un'altra caratteristica fondamentale della democrazia, e cioè sulla rappresentanza delle opinioni attraverso i gruppi di pressione che si sono sviluppati al fianco delle istituzioni formali di governo e che hanno un ruolo sempre più importante nella rappresentanza di interessi particolari

Riassumendo:

Compatibilità fra democrazia ed elistismo: Competizione elettorale fra 2 (o più) elites concorrenti circolazione e sostituzione delle elites


La teoria marxista


MILIBAND (Strumentalismo)

Il punto di partenza dell'analisi condotta da Miliband in lo stato nella società capitalistica non è il processo politico in sé, ma la forma di organizzazione economica: cioè il sistema di produzione. Le società industriali avanzate sono dominate dal sistema capitalistico di produzione che da vita alle due classi principali, la borghesia e il proletariato. La distribuzione della ricchezza è stata ininterrottamente a vantaggio di una piccola parte della popolazione. Sulla base di questi assunti Miliband analizza le relazioni fra potere economico e potere politico.

Secondo Miliband, nelle società capitaliste lo stato è uno strumento di dominio della borghesia per tre motivi fondamentali: a) perché la borghesia e i membri delle elites statali hanno origini sociali simili; b) perché la borghesia, come gruppo di pressione, è in grado di esercitare il potere attraverso contatti personali, reti di relazioni e attraverso le associazioni del mondo economico; c) perché il potere oggettivo del capitale pone dei vincoli allo stato.

In altre parole, la libertà di azione dei funzionari statali è limitata, anche se non eliminata, dalla necessità di aiutare il processo di accumulazione del capitale, necessità che a sua volta, deriva dall'esigenza di una base economica vitale per garantirsi la permanenza al potere: lo stato agisce come uno strumento per servire gli interessi di lungo periodo dell'intera borghesia. Il suo approccio, pertanto, viene definito strumentalismo.


O'CONNOR

In termini generali, la teoria marxista afferma quindi che la principale funzione dello stato capitalista è quella di assistere il processo di accumulazione del capitale. Questo processo di accumulazione è favorito dall'erogazione di servizi ai lavoratori, la cui principale funzione è quella di ridurre il costo della forza lavoro e mantenerla in buona salute.

O'Connor ha classificato queste diverse forme di spese statali in:

INVESTIMENTI SOCIALI: aumentano la produttività del la­voro;

CONSUMO SOCIALE: riduce i costi della ri­produzione della forza lavoro attraverso l'erogazione di assi­stenza sociale;

SPESE SOCIALI: servono a mantenere l'armonia sociale.


POULANTZAS (Strutturalismo)

Poulantzas afferma che Miliband accetta troppo prontamente i concetti e la struttura delle tesi pluraliste. Poulantzas cerca di dimostrare che il background degli impiegati pubblici non è importante, facendo riferimento ai vincoli strutturali posti allo stato dal potere oggettivo del capitale. Per Poulantzas lo stato non è un insieme di istituzioni e di funzioni ma un insieme di relazioni fra le classi sociali. Non è importante solo il potere oggettivo del capitale, ma anche le congiunture strutturali tra capitale stato.


MILIBAND 2

In un opera successiva, "Marxismo e democrazia borghese" Mili­band accetta in parte le critiche di Poulantzas, ponendo maggior enfasi sui vincoli strutturali. Ciò nonostante, egli critica a sua volta Poulantzas accusandolo di determinismo. In contrasto con l'ap­proccio strutturalista Miliband sostiene che, sebbene lo stato nelle società capitalistiche sia uno stato classista, conserva una certa autonomia dalla borghesia che gli permette di spiegare perché lo stato possa attuare riforme nel­l'interesse del proletariato.


Il corporativismo


Va inquadrato in uno scenario di crisi del capitalismo (crisi ricorrenti che impediscono l'accumulazione di capitale, intrusione del potere statale nell' economia ora non più solo supportata ma regolamentata) e di declino della democrazia pluralista (il maggior intervento statale causa una espansione dell'apparato amministrativo a discapito dell'apparato politico).

La tesi corporativista sostiene che lo stato non si limita più ad appoggiare il processo di accumulazione del capi­tale, ma ne assume la direzione ed il controllo.

Nell'effet­tuare questo mutamento, si sono sviluppati nuovi modelli di relazione fra lo stato e i principali gruppi di interesse economi­ci, e lo stato, sebbene sia limitato da questi interessi, conserva una autonomia che gli deriva dal controllo sulle risorse legali e organizzative o su altri tipi di risorse. E' questa autonomia che rende lo stato in grado di agire nell'interesse del capitale, del lavoro e degli altri interessi. Gli investimenti sociali operano princi­palmente per appoggiare il capitale, mentre il consumo sociale agisce nell'interesse di altre frazioni della popolazione.


WINKLER

Jack Winkler, afferma che lo stato, nelle società capitaliste, sta assumendo un ruolo maggiormente direttivo e interventista, in seguito al rallentamento del processo di accumulazione del capitale Lo stato non è controllato da gruppi o classi particolari, ma gioca un ruolo indipendente e dominante nelle relazioni con il proletariato e con i capitalisti.


MIDDLEMAS

Middlemas sostiene che il corporativismo iniziò con la politica inglese del periodo compreso fra il 1916 e il 1926, quando i sindacati e le associazioni imprenditoriali ebbero, per la prima volta, stretti rapporti con lo stato. Questi gruppi iniziarono a condividere il potere statale e, da semplici gruppi di interes­se, divennero parti dello stato allargato incorporate nel sistema di governo. Incorporazione è l'inclusione dei maggiori gruppi di interesse nel processo di governo ma non la loro subordinazione: l'effetto è quello di mantenere l'armonia ed evitare i conflitti, permettendo a questi gruppi di condividere il potere.


SCHMIT­TER

Schmit­ter analizza il corporativismo come un sistema di rappre­sentanza degli interessi, ed individua due forme di corporativi­smo: quello statale e quello sociale Lo stato corporativo è au­toritario e antiliberale ed esprime sistemi politici come il nazismo. La società corporativa, al contrario, è originata dal declino del pluralismo nei sistemi po­litici dell'Europa occidentale e nell'America del Nord. La società corporativa emergente sta sostituendo il plurali­smo come forma predominante di rappresentanza degli interes­si.




CAWSON - SAUNDERS

Secondo Cawson e Saunders le relazioni corporative tendono a caratterizzare le politiche di produzio­ne, mentre la competizione domina le politiche del consumo. Sono contrari a una singola teoria dello stato e suggeriscono che le diverse agenzie dello stato capitalista sono soggette ad influenze diverse, mettendo in lu­ce il fatto che lo stato può non essere un insieme unificato di istituzioni. L'analisi di Cawson e Saunders pone particolare attenzione al dibattito sul governo locale.


NORDLINGER

(Vedi introduzione "che cosa è lo stato?")

Nordlinger sostiene che lo stato democratico non solo è autonomo in quanto agisce rego­larmente sulla base delle proprie preferenze, ma lo è anche quando le sue preferenze divergono dalle domande dei gruppi più potenti della società civile. Egli identifica tre tipi di au­tonomia statale. a) lo stato agisce sul­la base delle proprie preferenze quando esse divergono da quelle della società; b) quando le preferenze dello stato e quelle della società divergono e gli attori pubblici agiscono per cambiare le preferenze della società; c) le preferenze statali e quelle sociali non divergono ed è plausibile affermare che le preferenze dello stato influenzano quelle della società per pro­durre convergenze e viceversa.



Riassunto Conclusivo


La forza dell'analisi marxista sta nel porre l'accento sul contesto economico dell'attività politica; ri­cordandoci che lo stato nelle società industrializzate occidentali agisce all'interno di economie capitalistiche, in cui l'obiettivo fondamentale è l'accumulazione del capitale. Le debolezze della teoria marxista stanno nel fatto che essa non fornisce un'adeguata spiegazione dell'indipenden­za delle azioni dello stato e non presta sufficiente attenzione al fatto che il potere politico può derivare da altre fonti che non siano il potere economico.


Teorie corporativi­ste e alla teoria delle élites. Il corporativismo è particolarmente valido per la spiegazione del ruolo dello stato e delle forme di intermediazione degli interessi in relazione ai problemi econo­mici e produttivi, mentre la teoria delle élites ha il suo punto di forza nell'affermare che il potere politico può avere varie origini e che in tutti i sistemi politici è probabile che tale pote­re sia esercitato da una minoranza della popolazione. Il ruolo centrale assunto dalle élites è evidente non solo nell'area attinente al processo politico-economico, ma anche in relazione ai servizi sociali e alle politiche del consu­mo. Sulle questioni del consumo uno schema più pluralista di attività politica prevede che i leader dei gruppi di interesse negozino le politiche con le élites burocratiche, in un sistema che può essere definito come élitismo democratico o pluralistico vincolato.


Cap 3 Ham-Hill "Burocrazia e Stato"


MAX WEBER

Richiamo alle tre forme potere espresse nel Cap 1 Poggi.

Secondo Weber, lo sviluppo di un'amministrazione burocratica è strettamente associato all'evoluzione delle moderne società industrializzate. La burocratizzazione è vista sia come la conseguenza dello sviluppo di un sistema politico ed economico complesso, sia come il fenomeno che ha reso possibile tale sviluppo. L'amministrazione ha una struttura che rafforza il carattere strumentale dell'organizzazione, cioè quello di esigere decisioni politiche.


Risposta pluralista alla crescita della burocrazia


MICHELS

Nella sua analisi dei partisti socialisti europei, Michels mostra come il potere dei partiti democratici di massa si concentri in poche mani. Un punto centrale della sua argomentazione è il fatto che, nei partiti socialisti e nei sindacati, i funzionari a tempo pieno sono in una posizione molto forte, essendo dei «professionisti» di fronte ai «dilettanti» che possono minacciarli dalle file dei sostenitori. L'estensione logica di questa argomentazione è che gli impiegati pubblici sono in una analoga posizione di forza rispetto ai politici.


MOSCA

Afferma che lo stato socialista centralizzerà, inevitabilmente, il potere e che le istituzioni democratiche di massa non sono in grado di controllare coloro che stanno al centro del sistema politico. Egli sostiene che i burocrati godranno di una posizione di maggior forza rispetto ai politici, i quali diventeranno, in effetti, dei burocrati piuttosto che servitori del popolo. Anche se la struttura istituzionale può mutare, a lungo andare i burocrati e i politici non si potranno più distinguere e, dal punto di vista della democrazia, importa poco se c'è stata una «burocratizzazione dei politici» o una «politicizzazione dei burocrati».

Mosca è uno dei primi teorici a sostenere che, per proteggere la democrazia dalla burocrazia, è necessario sviluppare il pluralismo.


La burocrazia nella teoria marxista del ventesimo secolo


I teorici marxisti tardarono a prendere in considerazione le implicazioni della crescita della burocrazia. Sebbene la principale preoccupazione di Lenin fosse quella di difendere le posizioni marxiste dai teorici gradualisti socialdemocratici, piuttosto che occuparsi delle opinioni di autori come Weber e Mosca, egli introdusse un significativo ampliamento della dottrina che prevede l'estinzione dello stato dopo il rovesciamento del capitalismo. L'estinzione dello stato, quindi, accompagna il compimento dell'opera di trasformazione sociale. Ma la sua persistenza è necessaria per l'avviamento dell'economia socialista.


Doppia gerarchia:


Amministrazione Partito


Locale Locale

Regionale Regionale

Nazionale Nazionale








Governo



Ad ogni cellula del partito corrisponde una struttura territoriale. Si sviluppa una nuova classe dirigente di cui fanno parte funzionari del partito.


La burocrazia nelle teorie delle èlites e del corporativismo


MILLS

attira l'attenzione sul fatto che, nei sistemi burocratizzati di governo, vengono prese decisioni centralizzate e vi sono, pertanto, punti chiave nelle decisioni che possono essere influenzati. Ciò porta a concludere che, prima di giungere ad affrettate conclusioni macro-sociologiche sul ruolo e sulla direzione della burocrazia nella società moderna, è necessario studiare con precisione come vengono prese le decisioni, da parte di chi, chi è in grado di influenzarle e chi ne beneficia. Per bilanciare il potere politico bisogna centralizzare le strutture burocratiche.


BOTTOMORE

L'estradizione socio-economica del burocrate ci fornisce elementi indispensabili per valutarne il comportamento e determinarne la lealtà e l'identità di tipo politico.


KINGSLEY

Ritiene che lo stato democratico, per operare efficacemente, ha bisogno di una «burocrazia rappresentativa»: il potere della pubblica amministrazione è tale e i controlli formali sulle attività sono insufficienti. Kingsley considera il reclutamento degli impiegati pubblici da tutti i settori della popolazione come uno dei mezzi per garantire una «burocrazia responsabile».


LIPSET

Lipset integra le argomentazioni di Kingsley sul background sociale degli impiegati pubblici facendo notare che esperienze al servizio di governi più conservatori possono influenzare il comportamento degli impiegati pubblici chiamati ad attuare politiche radicalmente differenti.

Due possono essere le strategie di opposizione: a) addurre problemi tecnici nella applicazione di nuove strategie b) interpretare le norme in modo difforme dai fini che la legge voleva raggiungere.



Cap 4 Ham-Hill "Potere e processo decisionale"


Lo studio dei processi decisionali si articola nell'analisi:

a)   del potere

b)   della razionalità


1° Dimensione del Potere: L'approccio decisionale


Conflitti evidenti

Interessi soggettivi

Processo decisionale


DEFINIZIONE DI POTERE: "A ha potere su B se fa fare a B qualche cosa che B altrimenti non farebbe" Tale definizione mette in rilievo il fatto che il potere implica delle relazioni fra attori politici; il potere all'interno di un sistema politico viene esercitato dagli attori le cui preferenze prevalgono nei conflitti sulle questioni fondamentali: i ricercatori, pertanto, devono analizzare quelle decisioni concrete su cui gli attori avevano espresso preferenze diverse. I ricercatori che si occupano della struttura del potere non dovrebbero esaminare né l'influenza né la posizione organizzativa, ma concentrarsi sulle decisioni reali e analizzare se, fra le preferenze espresse dai vari gruppi, vengono scelte quelle dell'ipotetico gruppo dominante. Solo in questo modo è possibile verificare l'esistenza di una élite dominante.


2° Dimensione del Potere: il processo non decisionale


Conflitti potenziali

Dissensi o motivi di malcontento che non entrano nell'agenda dei decisori

Processo non decisionale


Dahl è stato criticato da Bachrach e Baratz che sostengono che il potere non implica solo l'analisi delle decisioni chiave e del comportamento reale. Essi affermano che «vi è esercizio del potere anche quando A si impegna nel creare o rafforzare valori sociali o politici, e pratiche istituzionali, che limitano il campo del processo politico alla considerazione di questioni per A relativamente non pericolose» Essi definiscono ciò come la «mobilitazione di determinate preferenze», un processo che relega il processo decisionale a questioni sicure.

Questo suggerisce l'esistenza di due facce del potere:

a) una che opera, come indica Dahl, a livello dei conflitti evidenti sulle questioni chiave;

b) un'altra che opera, attraverso quello che Bachrach e Baratz definiscono processo non decisionale, per sopprimere i conflitti e per evitare che entrino nel processo politico.

Si può riscontrare l'esistenza di un PROCESSO NON DECISIONALE «quando i valori dominanti, le regole del gioco accettate, i rapporti di potere fra i gruppi, gli strumenti di forza, impediscono effettivamente a certi motivi di malcontento di svilupparsi in questioni ben articolate che richiedono decisioni» Bachrach e Baratz distinguono, inoltre, il processo non decisionale dagli aspetti negativi del processo decisionale, come la decisione di non agire e la decisione di non decidere: nel processo non decisionale i problemi non diventano mai oggetto di decisione e rimangono latenti.


3° Dimensione del potere: conflitto latente


Conflitti latenti

Divaricazione tra interessi soggettivi ed interessi reali

Falso consenso


Lukes sostiene che il potere deve essere analizzato su tre dimensioni:

a)   L'esercizio del potere nei conflitti evidenti e osservabili fra gli attori sulle questioni chiave: l'approccio dei pluralisti.

b)   L'esercizio del potere nei conflitti osservabili, evidenti o dissimulati, fra gli attori su questioni reali o potenziali: il metodo di Bachrach e Baratz.

c)   (aggiunta da Lukes) l'esercizio del potere da forma alle preferenze degli individui in modo che non esistano conflitti evidenti né conflitti dissimulati.

Quando agisce la terza dimensione del potere si ha un CONFLITTO LATENTE. Il conflitto latente si avrebbe qualora nascesse un conflitto di esigenze o di preferenze fra coloro che esercitano il potere e coloro che sono soggetti ad esso, se questi ultimi divenissero consapevoli dei propri interessi. In questo contesto, Lukes definisce il potere nel modo seguente: "A esercita potere su B quando A influenza B in una maniera contrarrai agli interessi di B".

FALSO CONSENSO: il fatto di non avere consenso non significa che non sia stato esercitato del potere; si fa credere a B di avere interessi diversi da quelli che egli ha realmente. I conflitto da latente diviene attuale quando B capisce quali sono i suoi veri interessi.


Cap 5 Ham-Hill "Razionalità e processo decisionale"


RAZIONALITA' GLOBALE O SINOTTICA (SIMON)


Ne "il comportamento amministrativo" del 1945 Simon sostiene che centro focale delle teorie organizzative deve essere il processo decisionale. Anziché cercare il modo per garantire l'efficacia delle azioni delle organizzazioni egli esamina dettagliatamente il processo che, gradatamente, conduce alle azioni. Dal suo punto di vista, quindi, una teoria dell'amministrazione deve occuparsi del «procedimento della decisione e [di] quello dell'azione» cercando di specificare esattamente tutto quello che un processo decisionale implica. Tutte le organizzazioni possono essere viste come delle macchine che servono a produrre delle decisioni.

PROCESSO DECISIONALE:

a) definire valori ed obiettivi (comportamento razionale è solo quello guidato da valori ed obiettivi)


b) fare elenco delle strategie alternative


c) individuare le conseguenze delle strategie alternative


d) valutare le conseguenze in modo comparato (occorre utilizzare un metodo di valutazione omogeneo e stabile nel tempo)


e) DECISIONE RAZIONALE (è quindi presa in base ad un'analisi globale (simultanea e sinottica) delle alternative suscettibili di realizzare gli obiettivi precedentemente fissati).

Il processo decisionale implica la selezione dell'alternativa che massimizzerà i valori del decisore, operando la selezione sulla base di un'analisi globale delle alternative e delle loro conseguenze

Questo modello presenta alcune difficoltà.

a) E' puramente formale ( descrittivo)

b) le organizzazioni non sono entità omogenee e i valori dell'organizzazione nel suo complesso possono essere diversi da quelli degli individui che stanno all'interno dell'organizzazione stessa. Simon risolve questo problema affermando che «una decisione è razionale dal punto di vista dell'organizzazione se essa è orientata verso i fini dell'organizzazione; è "personalmente" razionale se essa è orientata verso i fini dell'individuo»

c) il processo decisionale raramente procede in modo così logico, globale e intenzionale. Ciò avviene per vari motivi: spesso è impossibile considerare tutte le alternative durante il processo di decisione, la conoscenza delle conseguenze delle alternative è necessariamente incompleta e la valutazione ditali conseguenze implica notevoli incertezze

d) questo modello non tiene conto di alcuni vincoli politici

e) presuppone una distinzione netta tra mezzi e fini

f) presuppone una distinzione netta tra fatti e valori. Ma le nostre decisioni presentano sempre due componenti, spesso non distinguibili: 1) etica 2) materiale. I fatti che analizziamo non sono mai tali perché sono sempre filtrati dai valori

g) Il modello razionale ideale postula la preventiva specificazione dei fini e l'identificazione dei mezzi per raggiungere tali fini, ma Simon mette in rilievo i notevoli problemi che sorgono quando si utilizza questo schema:

mezzi fatti

fini valori


RAZIONALITA' LIMITATA (Simon)


Lo stesso Simon riconosce e mette in luce i vari modi in cui il comportamento reale si distacca da quello teorico del suo modello. Nella seconda edizione americana de Il comportamento amministrativo, egli elabora l'idea della «razionalità limitata» per descrivere come avviene, in pratica, il processo decisionale.

La RAZIONALITÀ LIMITATA implica che il decisore che sceglie una determinata alternativa non intende massimizzare i propri valori, ma, semplicemente, essere soddisfatto; la razionalità limitata permette all'amministratore che si trovi dinanzi a una decisione di semplificarsi la vita evitando di esaminare tutte le alternative e adottando norme di decisione «a spanna» che permettono di ignorare scelte e conseguenze importanti. In questo modello rimane l'individuazione dell' obiettivo, ma il decisore si ferma nella ricerca delle alternative non appena ne trova una che soddisfi i suoi valori, e non ne cerca altre.


INCREMENTALISMO (Lindblom)


Anche Charles Lindblom critica il modello di decisione razionale e propone di sostituirlo con un approccio denominato "comparazioni limitate successive". Egli definisce l'approccio razionale globale come un «metodo radice» che parte dalle questioni di base e procede verso l'alto, e l'approccio delle comparazioni limitate successive come un «metodo a rami» che parte dalle situazioni esistenti e muta in modo incrementale: le politiche che si creano si aggiungono a quelle già esistenti.

Il processo decisionale procede, in pratica, attraverso comparazioni limitate successive che implicano l'analisi simultanea difatti e valori, dei mezzi e dei fini: anziché specificare gli obiettivi e valutare quale politica potrebbe soddisfare tali obiettivi, il decisore prende le decisioni comparando le specifiche politiche e la misura in cui tali politiche si concluderanno nel raggiungimento degli obiettivi. Per Lindblom, una buona politica non è quella che massimizza i valori del decisore, come postula il modello razionale, ma quella che garantisce l'accordo fra gli interessi coinvolti.

Lindblom sostiene che l'incrementalismo è sia una buona descrizione del modo in cui vengono realmente attuate le politiche, sia un modello di come dovrebbero essere prese le decisioni: l'«arrangiarsi» (muddling through) permette di evitare gravi errori se vengono attuati solo cambiamenti incrementali. Saggiando il terreno, il decisore può valutare la saggezza delle mosse che sta intraprendendo e decidere se andare avanti o cambiare direzione.

Lindblom sviluppa nelle sue opere successive altri tipi di incrementalismo:

L'incrementalismo sconnesso - implica l'esame delle politiche che si differenziano le une dalle altre in modo marginale e si differenziano in modo incrementale dallo status quo.

Reciproco aggiustamento partigiano (partisan mutual adjustment): modo con cui è possibile raggiungere il coordinamento in una situazione simile. Processo attraverso cui decisori indipendenti coordinano il loro comportamento, attraverso aggiustamenti adattivi «in cui il decisore si adatta semplicemente alle decisioni che lo circondano» e aggiustamenti manipolati «in cui egli cerca di ottenere una risposta desiderata dall'altro decisore».


METODI OTTIMALI (Dror)


Drorostiene che la strategia preferita da Lindblom, e cioè quella dell'«arrangiarsi» più abilmente, agisce «come rafforzamento ideologico delle forze conservatrici e anti-innovative». Questa strategia è accettabile solo se le politiche sono, nel complesso, soddisfacenti e se c'è un alto grado di continuità sia nella natura dei problemi, sia nei mezzi disponibili per trattarli: tali requisiti possono essere soddisfatti solo in presenza di una grande stabilità sociale. Quello di Dror è un metodo decisionale a metà fra quello razionale e quello incrementale

Il suo modello dei metodi ottimali si articola in:

elementi extra-razionali (giudizi, invenzione creativa...)

elementi razionali che non implicano, come nel modello di Simon, un esame completo delle alternative e delle loro conseguenze e la completa chiarificazione dei valori e degli obiettivi, ma vengono limitati ad una rassegna selettiva delle scelte e alcune chiarificazioni degli obiettivi.

Metaprocesso decisionale: «processo decisionale su come decidere»


MIXED SCANNING (Etzioni)


Amitai Etzioni accetta il fatto che una successione di piccoli passi possa portare a importanti cambiamenti, ma aggiunge che «i passi possono essere circolari e condurre al punto di partenza, o dispersivi e condurre contemporaneamente in più direzioni, ma da nessuna parte in particolare».

Egli sostituisce l'incrementalismo con il mixed scanning, un modello di processo decisionale basato sulla distinzione fra decisioni fondamentali e decisioni incrementali o micro-decisioni:

DECISIONI FONDAMENTALI (es. una dichiarazione di guerra): pur essendo riconosciute dagli incrementalisti, non vengono sufficientemente messe in rilievo. Sono invece molto importanti, perché «fissano le direzioni di base» e costituiscono il contesto nel quale vengono prese le decisioni incrementali.

MICRO DECISIONI: decisioni in dettaglio, sono ramificazioni dello schema centrale razionale.


Cap 6 Ham-Hill "Messa in opera delle decisioni"


Coloro che utilizzano modelli INPUT/OUTPUT sottolineano la necessità di disaggregare il sistema decisionale affinché non sia più una «scatola nera». In genere, ciò significa operare una distinzione fra il processo di decisione e quello di attuazione. Pressman e Wildavsky affermano che "attuare" deve avere come oggetto policy. E in questo sono spesso evidenti i gap tra le aspirazioni (centrali) e la realtà (locale).


MODELLO TOP DOWN


Nasce come studio empirico sul fallimento di progetti sociali

Pressman e Wildavsky: programma EDA (disoccupazione in Oakland)


Oggetto di analisi:

a) tipo di policy

Cambiando il tipo di policy cambiano anche gli apparati e la messa in opera.


Individui

Gruppi

+ Coazione

Regolative

Redistributive

- Coazione

Distributive

Costitutive

b) relazioni inter ed intra organizzative

c) ambiente esterno su cui si vuole influire





Metodo di analisi:


TOP - (policy) decisioni delle autorità rappresentative




DOWN - messa in opera


PRESSMAN - WILDAVSKY

Una parte certamente importante del lavoro di Pressman e Wildavsky concerne il grado in cui il successo dell'attuazione di una policy dipende dai legami fra diverse organizzazioni e dipartimenti a livello locale (analizzano la realtà U.S.A.). Essi sostengono che, se l'azione dipende da un certo numero di passaggi all'interno di una catena di attuazione, allora le agenzie che devono collegarsi devono avere un grado di cooperazione molto vicino al 100%, altrimenti si rischia di creare un certo numero di piccoli deficit che, cumulati, possono portare al fallimento della policy. Essi introducono quindi il concetto di «deficit di attuazione» e suggeriscono un'analisi della messa in opera in termini mate-matici. Il concetto di deficit cumulativo, che si ha quando la cooperazione non è perfetta, presenta elementi di somiglianza con l'approccio di Hood applicato alla amministrazione inglese


GUNN

Gunn elabora una versione meno complessa, e più esplicitamente rivolta a fini pratici, dell'approccio Top-down e delinea dieci pre-condizioni necessarie al raggiungimento di una messa in opera perfetta:

1)le circostanze esterne all'agenzia che attua il programma non devono imporre vincoli paralizzanti;

2) il programma deve disporre di risorse adeguate e del tempo necessario;

3) non solo non devono esserci limiti in termini di risorse globali, ma deve essere realmente disponibile, ad ogni stadio del processo, la necessaria combinazione di risorse;

4) la policy che deve essere messa in opera deve essere basata su una valida teoria di causa-effetto;

5) la relazione fra causa ed effetto deve essere diretta e devono esservi poche, o nessuna variabile interveniente;

6) deve esservi una sola agenzia per l'attuazione del programma che non deve dipendere, per raggiungere il successo, da altre agenzie o, se sono coinvolte altre agenzie, le relazioni

di dipendenza devono essere minime, sia nel numero che nell'importanza;

7) deve esservi la piena comprensione dei, e l'accordo sugli, obiettivi da raggiungere e tali condizioni devono permanere durante tutto il processo di messa in opera;

8) muovendosi verso gli obiettivi convenuti deve essere possibile specificare, nei minimi dettagli e in perfetta sequenza, i compiti che ogni partecipante deve eseguire;

9) deve esserci una perfetta comunicazione fra, e un coordinamento dei, vari elementi coinvolti nel programma;

10) coloro che esercitano l'autorità possono domandare, e ottenere, obbedienza perfetta.

In questo elenco, Gunn riassume l'approccio top-down alla messa in opera e intende consigliare coloro che siedono ai vertici su come sia possibile minimizzare il deficit di attuazione.

A suo parere, i problemi da risolvere sono:

a) la natura della policy - controllare che non sia ambigua;

b) la struttura per l'attuazione - ridurre al minimo gli anelli della catena;

c) la prevenzione delle interferenze esterne;

d) il controllo sugli attori preposti all'implementation.


MODELLO BOTTOM - UP


UP




BOTTOM


Questo modello è fondato su di una diversa definizione di policy, che è vista come una "struttura complessa di interazione tra l'amministrazione e l'ambiente esterno".

La policy è un processo a ciclo continuo, destinato a modificarsi: non ha senso parlare di deficit d'attuazione perché la riformulazione della policy è costante.

La policy è quindi qualcosa che spesso continua durante la fase dell'attuazione. Ciò può implicare una flessibilità continua, la concretizzazione della policy in azioni, oppure un processo che si muove avanti e indietro fra la policy e l'azione. Barrett e Fudge hanno sottolineato la necessità «di considerare l'attuazione come un continuo policy/azione in cui, nel tempo, avviene un processo interattivo e negoziale fra coloro che cercano di attuare la policy e coloro da cui dipende l'azione» Ciò ha portato alcuni studiosi contemporanei ad assumere una posizione bottom-up piuttosto che top-down (ritenuta insufficiente) per lo studio della messa in opera. Elmore ha coniato il termine backward mapping : partendo dalle singole azioni, si possono considerare le azioni stesse come la risposta ai problemi o alle questioni, sotto forma di scelte alternative.

Secondo coloro che propongono questo approccio, esso, in confronto al modello top-down, è relativamente libero da assunti predeterminati ed è meno probabile che implichi ipotesi sulle relazioni di causa-effetto, sulle relazioni, gerarchiche o di qualsiasi altra natura, fra attori e agenzie o su quello che dovrebbe accadere fra essi.


HJERN

Hyern amplia questo approccio affermando la necessità di una metodologia in cui i ricercatori definiscano empiricamente le reti di relazioni (network) in cui gli attori a livello di base svolgono le loro attività, senza presumere di conoscere la struttura all'interno della quale ciò ha luogo.Questa modalità di analisi centrata all azione mette in evidenza che gli elementi difficilmente controllabili sono proprio quelli che, secondo Gunn, devono essere controllati: la responsabilità dei verici amministrativi in primis.


Cap 7 Ham-Hill "Messa in opera delle decisioni"


Il contributo di MAX WEBER


WEBER

Secondo Weber la forza della forma burocratica di amministrazione sta nella sua razionalità formale (un concetto che alcuni moderni studiosi delle organizzazioni hanno considerato equivalente a quello di efficienza). Lo scopo di Weber è quello di definire un tipo di organizzazione piuttosto diffuso e spiegare il perché della sua crescente importanza, proponendo perciò un'analisi sociologica piuttosto che una polemica politica.

Weber elenca una serie di caratteristiche che individuano una burocrazia:

1) Un'organizzazione stabile il cui funzionamento è vincolato da norme. La continuità e la coerenza all'interno dell'organizzazione sono assicurate dall'uso di decisioni, norme e documenti scritti.

2) il personale è organizzato secondo il principio gerarchico. E chiaramente definita l'estensione dell'autorità e sono specificati i diritti e i doveri degli impiegati di qualsiasi livello.

3) Il personale è separato dalla proprietà dei mezzi di amministrazione e di produzione. Esso è personalmente libero, «soggetto all'autorità solo in relazione agli obblighi di ufficio».

4) Il personale viene nominato, non eletto, sulla base di qualifiche impersonali ed è promosso in base al merito.

5) Il personale ha uno stipendio fisso e condizioni di lavoro stabili. La scala salariale è generalmente graduata sulla base della posizione nella gerarchia. L'impiego è permanente, vi è una certa sicurezza del posto e, normalmente, vi è il diritto alla pensione al ritiro dal lavoro


TAYLOR

F. W. Taylor cercò di sviluppare principi scientifici per la direzione industriale (industriai management) e fu considerato come il principale sostenitore di metodi di gestione delle risorse umane e di organizzazione formale basati sulla premessa che gli uomini sono unità di lavoro da usare in modo efficiente, senza nessun riguardo per le loro attitudini o emozioni. Taylor ritiene che l'incentivo economico sia la molla che induce i dipendenti al lavoro: il loro obiettivo finale è infatti un guadagno di tipo economico. Quattro sono gli aspetti fondamentali di questa teoria:

a) sviluppo di conoscenze su base scientifica

b) selezione scientifica della manodopera

c) formazione al lavoro, perfezionamento

d) collaborazione tra dirigenti e manodopera


MAYO e lo sviluppo degli studi sulla vita organizzativa

Durante gli anni Venti e Trenta, la teoria dell'organizzazione si spostò gradatamente dalle prescrizioni formali per la struttura organizzativa verso una miglior comprensione della vita organizzativa. Elton Mayo dirige una ricerca condotta tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni Trenta alle Officine Hawthorne, a Chicago.

Queste ricerche su Hawthorne rappresentano il contributo più importante alla comprensione del comportamento umano nel contesto lavorativo: esse spostarono l'attenzione della teoria organizzativa dalla scoperta dell'one best way per distribuire i carichi di lavoro, al riconoscimento dell'importanza delle relazioni umane per la performance organizzativa. Le ricerche su Hawthorne mostrano la necessità di analizzare le organizzazioni come strutture sociali viventi: considerare un'organizzazione soltanto come uno schema di ruoli formali rende

probabilmente impossibile comprendere appieno le cause determinanti del comportamento, anche di un comportamento formalmente stabilito, all'interno di tale organizzazione.


Quando le scienze sociali iniziarono ad avere maggiore importanza negli Stati Uniti, negli anni Quaranta e Cinquanta, i due filoni di teoria delle organizzazioni, uno stimolato dal lavoro di Max Weber, l'altro influenzato dai risultati più rilevanti di Mayo e dei suoi collaboratori, tesero ad integrarsi. I sociologi, utilizzando come punto di partenza il lavoro di Weber, mostrarono l'importanza degli schemi di relazione informale al fianco di quelli formali. Gli psicologi sociali, invece, cercarono di analizzare i conflitti fra i bisogni umani e le apparenti esigenze delle organizzazioni formali. Traendo spunto da quest'opera, i teorici della amministrazione cercarono di aggiornare i vecchi modelli prescrittivi formali con proposizioni più flessibili, basate su queste nuove conoscenze della vita organizzativa.


Sociologia dell'organizzazione


MERTON

Merton ha svolto uno studio sulla struttura e la personalità burocratica

Egli sostiene che:

1) Una burocrazia efficiente richiede un comportamento responsabile e una stretta aderenza ai regolamenti;

2) tale devozione ai regolamenti porta alla loro trasformazione in assoluti: essi non sono più concepiti come strumenti per la realizzazione di determinati scopi;

3) questo atteggiamento ostacola una pronta percezione e capacità di adattamento a situazioni particolari che non sono contemplate specificamente nei regolamenti generali;

4) in questo modo, proprio le condizioni che normalmente portano alla efficienza, in situazioni particolari e specifiche producono inefficienza.

Merton critica l'analisi di Weber perché in essa «si sono sottolineate le realizzazioni e le funzioni positivamente esplicate dall'organizzazione burocratica, mentre si sono quasi completamente trascurate le tensioni e gli squilibri interni di tali strutture» . Egli sostiene che i burocrati mostreranno particolare attaccamento a quelle regole che proteggono il sistema interno di relazioni sociali, rafforzano il loro status mettendoli in grado di assumere lo status dell'organizzazione e li proteggono dai conflitti con i clienti enfatizzando l'impersonalità. Dal momento che regole di questo tipo forniscono sicurezza, esse sono particolarmente adatte ad essere trasformate in regole assolute. In questo senso, gli obiettivi delle politiche vengono distorti e i mezzi vengono considerati come fini.


BURNS E STALKER

Burns e Stalker, due ricercatori inglesi, introducono una distinzione fra sistemi di gestione «meccanici» e «organici».

I sistemi di gestione «meccanici», basati sul modello weberiano (modello gerarchico di compiti e ruoli definiti), sono adatti a compiti stabili che non cambiano.

I sistemi di gestione «organici», al contrario, sono più adatti a situazioni instabili, cioè quando problemi ed azioni non si possono distribuire tra ruoli specialisti inseriti in una gerarchia definita a priori ma necessitano di una struttura flessibile e veloce nei suoi cambiamenti.


Cap 8 Ham-Hill "I burocrati nel processo politico amm.vo"


Fattori analizzati:

conflitto burocrazia-competenza;

motivazioni non economiche, fattore umano;

presenza di strutture informali all'interno dell'amministrazione. Il loro rapporto con l'ambiente modifica gli obiettivi conseguiti dall'amministrazione;

presenza di ideologie specifiche autoprodotte dagli apparati amministrativi.


SELZNICK

Svolge una ricerca sulla TVA, incaricata di risolvere i problemi di una zona depressa nella valle del Tenessee grazie a finanziamenti federali.

ORGANIZZAZIONI: sono organismi adattivi sensibili. Vengono create ed utilizzate per determinati fini, ma vengono influenzate da forze sociali che gli impediscono di raggiungere gli obiettivi prefissati.


SRUTTURA influenza SRUTTURA influenza

FORMALE INFORMALE AMBIENTE


Struttura Informale: è una struttura sociale che prende corpo all' inetrno dell'organizzazione, al di là delle regole.


CROZIER

Studia, nelle manifatture tabacchi francesi, il rapporto tra manutenzione e produzione.

Struttura formale: è non gerarchica

Struttura informale: sviluppa una gerarchia di fatto

Vi è un ruolo di dipendenza dalla manutenzione: essa è indispensabile, e i guasti meccanici non possono essere previsti a priori né regolati con norme né controllati:

Guasti meccanici Incertezza Potere

Il potere nasce dal controllo di fonti di incertezza.

I sistemi burocratici, in quanto basati su norme, vengono sviluppati per eliminare o regolamentare i rapporti di potere / dipendenza. Ma questi riemergono come struttura informale nelle pieghe dell' ordinamento .


La «street-level bureaucracy» (Lipsky)


La teoria della «burocrazia di base» è stata delineata da Lipsky. E' un modello bottom-up.

Lipsky afferma che le decisioni dei "burocrati di base", le routine che essi stabiliscono e i meccanismi che inventano per far fronte alle incertezze e alle pressioni del lavoro, diventano effettivamente la policy che essi realizzano: il processo di decisione attuato a questo livello non implica la realizzazione degli ideali che molti associano al servizio sociale, ma piuttosto lo sviluppo di meccanismi adattivi che permettono agli impiegati di far fronte alle pressioni ( conflitto tra aspirazioni ideali e situazioni organizzative). Essi modificano le proprie abitudini lavorative per rispecchiare sia le proprie aspettative minime (assicurare un servizio efficiente), sia quelle dei loro clienti (sviluppo risposte stereotipate per gestire i rapporti problematici con la clientela).

Questi impiegati considerano se stessi come ingranaggi del sistema, oppressi dalla burocrazia all'interno della quale lavorano. I ricercatori, e i loro clienti, invece, spesso ritengono che essi siano dotati dì un'ampia autonomia e libertà discrezionale ( conflitto di percezione). Questo è particolarmente vero per molti impiegati pubblici semi-professionisti, ad esempio per gli insegnanti e gli assistenti sociali a cui viene assicurata una parte di quell'autonomia che viene riconosciuta ai professionisti.

Nonostante questa loro percezione, di fatto i burocrati hanno un vasto margine di autonomia: nell'esplicare la loro attività lavorativa essi prendono delle miocro-decisioni che non possono essere regolate da norme astratte e sono difficilmente controllabili da istanze gerarchiche superiori.

Rapporto burocrate - cliente: i clienti dei servizi pubblici, soprattutto quando questi siano esercitati in monopolio, non sono mai tali per propria scelta, ma perché non hanno alternativa. Tra le loro potestà ci sono fiducia, protesta, ma non l'opzione-exit.


PETERS "La Pubblica Amministrazione"


Crescita dell'attività di governo


Attraverso la spesa pubblica si è avuta una crescita dell'intervento dello stato.

Per attuare le proprie politiche talvolta lo stato usa strumenti di intervento indiretto (come le agevolazioni fiscali) che pur incidendo sull'economia molte volte non espandono gli istituti pubblici né aumentano i costi.

Elementi che giocano un ruolo nella crescita dell'attività di governo:

1) CONCESSIONI: serie d'interventi e servizi tipici dello stato sociale (es. sanità pubblica) che conferiscono ai cittadini nuovi diritti sociali. Qualsiasi tentativi di ridurli diventa difficile perché una volta concessi vengono ritenuti alla stregua diritti della persona.

2) RAGIONI FISCALI

2.a) LEGGE DI WAGNER: La sua teoria spiega la crescita dell'azione di governo mediante il rapporto tasso di spesa / sviluppo economico. Questa teoria non diede grossi risultati.

2.b) EFFETTO DISLOCAZIONE: E' un rapporto di proporzionalità inversa: al crescere della spesa pubblica lo sviluppo economico non cresce, ma diminuisce.

2.c) SINDROME DI BEAUMOL: La spesa pubblica in presenza di tassi di inflazione elevati comporta una lievitazione della stessa spesa pubblica. Per far fronte all'aumento di spesa pubblica bisogna innalzare la pressione fiscale se la spesa > dei costi e ricorrere all'emissione di titoli del debito pubblico.

3) GRUPPI DI PRESSIONE: i benefici che ottengono dallo stato sono a spese di tutta la comunità. Il governo si trova in difficoltà a contrastare le pressioni di questi gruppi: preferisce accontentarli aumentando la spesa sociale.

4) DECLINO DEL CAPITALISMO: Nella visione marxista lo stato assume una funzione assistenziale ed interviene per tamponare le falle nei processi di produzione capitalistica.

5) BUROCRAZIA: si espande con ed è causa dell' aumentato intervento sociale. Stereotipo diffuso che trova tuttavia conferme. William Niskanen: la burocrazia è una macchina onnivora che costantemente espande i propri bilanci ed i propri organi. Responsabili di questa crescita sono i burocrati che la utilizzano per aumentare il loro potere personale. Questa crescita si articola in:

5.a) CRESCITA QUANTITATIVA delle materie di interesse pubblico

5.b) TRASFORMAZIONE QUANTITATIVA delle materie di interesse pubblico causata dal progresso tecnologico e dal mutare del profilo professionale delle burocrazie.

5.c) DEBOLEZZE ISITUZIONALI: il parlamento agisce sempre su informazioni conoscitive, l'esecutivo è in sproporzione numerica ed ha l'agenda controllata dalla burocrazia.


Influenza della burocrazia sul processo politico-amministrativo


La pubblica amministrazione è capace di influenzare il processo pubblico-amministrativo per:

controllo informazioni

possesso competenze

controllo agenda governo

ideologia interna

concorrenza tra i diversi apparati


Cultura

E' un insieme di credenze, valori, strutture cognitive che formano il patrimonio di una collettività e vengono diffuse grazie ad un processo di socializzazione.

Si può riferire a 3 livelli:

a)   Cultura Sociale

b)   Cultura Politica

c)   Cultura Amministrativa


a) Cultura Sociale

Sono degli orienti generali di valore che prendono forma nella società ed influenzano:

1) Il processo di formazione delle organizzazioni

accettabilità della burocrazia come strumento organizzativo

Società imprenditoriale (GB)

Società burocratica (D)

2) Il comportamento individuale nelle organizzazioni

accettabilità di norme impersonali ed universali.

2.1) Culture razionaliste o deduttive: si parte da una situazione generale per ricavarne una particolare (I, F, D). Gli obiettivi sono quelli di ridurre i margini di discrezionalità della decisione e di garantire ai cittadini l'uguaglianza di trattamento.

2.2) Culture pragmatiche o induttive (GB). Da un singolo caso particolare si arriva a formulare un principio generale.


b) Cultura Politica - 4 dimensioni di PYE

Ci consente di definire il rapporto tra lo stato e la società. I limiti del governo operante nella società sono dati dai valori che informano le relazioni tra istituzioni e società.

LUCIEN PYE classifica la Cultura Politica in quattro dimensioni:

1) gerarchia-parità

2) libertà-coercizione

3) lealismo-impegno

4) fiducia-sfiducia


1) gerarchia-parità

La struttura politica può essere gerarchica (integrazione verticale) o paritaria (integrazione orizzontale).

Scelta dei funzionari:

Modello meritocratico (consente la parità, è tipico delle società moderne). Riproduce le forme di diseguaglianza presenti nella società. Kingsley: anche con il sistema meritocratico i ceti medio-alti sono sovrarappresentati nella burocrazia.

Modello ascrittivo (la scelta del personale è effettuata in base a caratteristiche personali non modificabili nel tempo, è tipico delle società tradizionali)

Il declino dell'autorità gerarchica è dovuto alla ricerca di modelli alternativi.


2) libertà-coercizione

All'interno dei sistemi democratico-costituzionali, i mezzi della politica sono decisi da organi rappresentativi,  i limiti della coercizione da organi burocratici. E' importante che vi sia congruità tra i valori della burocrazia ed i valori della collettività.


3) lealismo-impegno

Lealismo (o lealtà): identificazione nei sottogruppi della società

Impegno: forma di identità riferita alla collettività

Queste diverse identità vanno a sopraffare l'identità collettiva: si creano delle sub-culture che sottraggono linfa all'impegno civico. I sistemi politici diventano frammentati ed instabili.

I sistemi politici possono essere:

a) maggioritari: (GB) potere concentrato nelle mani della maggioranza, l'opposizione vigila l'operato della maggioranza;

b) proporzionali, consensuali, consociativi: (Belgio, Olanda) vi è un potere diffuso. Il potere infatti non è concentrato nelle mani di una maggioranza ma è ripartito. Si cerca di tutelare le minoranze. Questa ripartizione ha però ripercussioni nel rapporto tra burocrazia e clienti: con il potere diffuso aumentano le possibilità di intervento burocratico e si possono avere problemi nella realizzazione delle policy causati dal comportamento come di una sub-cultura della burocrazia.


4) fiducia-sfiducia


NEGLI ALTRI: maggiore è la propensione a creare legami all'interno della società, più elevata sarà la fiducia, maggiore sarà la capacità della società di autoregolarsi, minore sarà il ruolo della burocrazia.

NELLE ISTITUZIONI POLITICHE: trend negativo per sfiducia nei partiti politci, difficoltà classe politico di coniugare sviluppo economico con esigenze dei più disparati settori.

FIDUCIA E POTERE AMMINISTRATIVO:


Potere Amministrativo




Fiducia nelle istituzioni






(a)

Potere amministrativo moderato, affectio positiva

(B, NL, CH)

(b)

Potere amministrativo minore

(GB)



(c)

Potere amministrativo maggiore

(F, I)

(d)

Potere amministrativo moderato, affectio negativa

(USA)


a) Bassa fiducia tra i sottogruppi presenti nell'assetto sociale, ma un'alta fiducia nella élite politica, capace di fornire prontamente adeguate risposte e attrice di buona stabilità politica. Affectio positiva: questa fiducia nelle istituzioni viene traslata sulla pubblica amministrazione.

b) Migliore esempio di assetto politico maggioritario, il potere è concentrato nelle mani del parlamento e dell'esecutivo che riescono a garantire una risposta alle domande della collettività, conferendo al sistema stabilità ed efficacia. Vi è elevata fiducia, un ruolo minore della burocrazia. Ci si avvicina al modello consensualistico;

c) In Francia ed Italia c'è più sfiducia verso le istituzioni che risultano di conseguenza più deboli nei confronti della burocrazia, il cui ruolo conseguentemente sale.

d) Modello proporzionalista di ripartizione del potere. Scarsa fiducia nelle istituzioni, bassa partecipazione elettorale.


c) Cultura Amministrativa




Valori che informano le modalità di gestione degli apparati amministrativi ed il rapporto tra i loro addetti.

1) Rapporti Gerarchici

Relazioni informali;

Dilemma di Thompson (conflitto tra gerarchia e competenza) inevitabile. Compromette la stabilità del modello burocratico;

Scontro tra assetti organizzativi e richiesta di partecipazione.

2) Tecniche Motivazionali

COERCIZIONE: Sanzioni/gratificazioni, materiali/psicologiche, per indurre a mantenere comportamenti  consoni. Possono incidere sullo status delle persone: trasferimenti;

DOTTRINE laiche o religiose, possono essere utilizzate per far adottare determinati comportamenti;

RICOMPENSA MONETARIA, può essere troppo costosa in momenti di crisi

COINVOLGIMENTO della clientela NELLE DECISIONI delle organizzazioni burocratiche: La clientela vuole interagire per essere agevolata e trarre direttamente i vantaggi. Può causare una distorsione degli obiettivi.


Reclutamento dei funzionari

Questa analisi ci permette di capire il rapporto politica/amministrazione e amministrazione/utenza( clientela), nonché la composizione e le competenze della burocrazia.


1) Reclutamento "neutral competence" (e Reclutamento meritocratico)

Viene utilizzato un sistema tecnico-professionale. Consente una maggiore uguaglianza di trattamento.

Vantaggi:

Basato sulla professionalità: permete di scegliere la persona giusta per il posto giusto;

Sottrae il reclutamento ai calcoli politici;

Consente di escludere persone sfaticate e/o tecnicamente incompetenti.

Svantaggi:

Il burocrate è politicamente neutrale ed inerte, con scarsi riscontri operativi.


2) Reclutamento politico (spoils' system)

La carica viene affidata a personale politico. I funzionari sono oggetto di direttive politche.


3) Reclutamento Ascrittivo (burocrazia rappresentativa)

Consente di aprire un canale di comunicazionetra i servizi e chi ne usufruisce


4) Reclutamento per quote

Mantiene la struttura della società, di cui è strumento di emancipazione e processo di democratizzazione. Ha come svantaggi però quello di proiettare le differenze esistenti nella piramide burocratica e di non dare sostegno alle burocrazie rappresentative. Le f orme di mobilità sociale, poi, hanno effetti apprezzabili sugli assetti di riferimento.


Formazione dei funzionari


1) Generalismo

Il presupposto organizzativo è la ONNICOMPETENZA FUNZIONALE: si ritiene sufficiente che il funzionario abbia una competenza base:

a) nelle discipline umanistiche (GB). Si ritiene che le discipline di tipo classico possano dare un'apertura mentale su basi logiche e conoscitive. Le competenze specifiche saranno poi acquisite dal funzionario direttamente sul posto di lavoro.

b) nelel discipline giuridiche (D, I). Vi è una rappresentazione giudiziaria (o para giud.) del burocrate. La burocrazia è una macchina retta dal diritto che richiede esperti che sappiano applicare delle norme.


2) Specializzazione

a) USA. Alta percentuale di funzionari in possesso di un diploma tecnico: posti specifici competenze specifiche.

b) FRANCIA. Il burocrate si forma in "grandi scuole" dove c'è seletività operata con prestigio. La più conosciuta è l'ENA, che raggruppa la crema della burocrazia francese. Questi istituti assicurano uniformità sotto il profilo tecnico, giuridico, etnico e morale,; in via indiretta permette la democratizzazione della burocrazia; si occupano di inserire il funzionario nel mondo del lavoro; mantengono un aggiornamento continuo per l'apparato amministrativo.


Reclutamento dei funzionari

Estrazione socio economica: grossa presenza femminile, prevalenza delle classi medie.

Conservazione: gli apparati tendono a reclutare personale con caratteristiche (estrazione e titolo di studio) simili a quelli già operanti.

Rappresentazione etnico-linguistica: i livelli bassi della organizzazione riflettono il tipo sociale del target della organizzazione


1) Centralizzato (USA, GB, I)

Generalmente associato al metodo meritocratico, prevede la istituzione di specifiche istituzioni che raccolgono personale in base al fabbisogno

2) Decentrato (pesi scandinavi, paesi in via di sviluppo)

E' generalmente associato al reclutamento per quote. Offre all' amministrazione un maggior spazio per il reclutamento con il rischio, però, che la p.a. sia permeabile a pressioni esterne.


Mobilità Professionale


1) Pubblico Privato (c.d. porta girevole)

Vi è un rapporto assiduo tra i due campi, la mobilità in genere è di tipo politico. E' positivo in quanto l'amministrazione riesce a colonizzare la società civile.

Issue Network: formazione di interessi intorno alle politiche pubbliche, gruppi di pressione che si attivano per occupare i posti vacanti.



2) Pubblico Privato

Trend negativo: fuga dall' ambito pubblico per quello privato. Il funzionario trova più gratificante e remunerativo spendere le proprie competenze.

USA: fuga dal ministero difesa verso il privato.


3) Amministrazione Politica

Vi sono paesi in cui l'alta burocrazia ritiene che sia possibile ricoprire sia cariche politiche che amministrative indipendentemente dal ruolo prima svolto.


Incentivi utilizzati dalla burocrazia per evitare la fuga del personale


Tutte le organizzazioni utilizzano in realtà un mix tra gli incentivi tipici sottoelencati.


1) Solidali o di appartenenza (Fr)

Il singolo ha la possibilità di entrare a fare parte di un gruppo di prestigio


2) Ideali o di scopo (UK)

Coinvolgimento dei funzionari nei processi decisionali, possibilità che con il loro lavoro possano gestire le decisioni della collettività.


3) Materiali (Ita)

Sono vantaggi economici, fringe benefits, bonus, rimborsi particolarmente elevati, Tfr.


Retribuzione del pubblico impiego


Nelle FASCE BASSE la retribuzione del pubblico impiego è più elevata di quella del settore privato. Tra le cause spiccano:

Maggiore capacità di pressione che nei settori pubblici di strumenti come lo sciopero;

Vicinanza a forze politiche, clientarismo.

Nelle FASCE ALTE, mano a mano che si sale nella scala gerarchica, questo scarto viene sovvertito: i livelli retributivi del settore pubblico sono inferiori.


I criteri per calcolare le retribuzioni nel pubblico impiego sono tre:

a)   Retribuzioni calcolate sulla variazione nelle retribuzioni private;

b)   Calcolo in base alla variazione dei prezzi al consumo;

c)   Contrattazione colletiva.



Capitolo 1 Poggi "Il potere sociale e la sua forma politica".......... ..... ...... .......... ..... ...... ......

Definizioni di potere.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .....

Le 3 forme di POTERE SOCIALE (N. Bobbio).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........................

POTERE ECONOMICO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....

POTERE IDEOLOGICO (NORMATIVO).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......

POTERE POLITICO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........

ASPETTI SPECIFICI DEL POTERE POLITICO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .

DEFINIVITA'.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......................

ESCLUSIVITA'.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...................

UNIVERSALITA' (ILLIMITATEZZA).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .............

SUPREMAZIA INTRINSECA (PARAMOUNTCY).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......................

COMANDO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .........................

COMPITI MINIMI DEL POTERE POLITICO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..............................

LEGITTIMITA'.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....................

TIPI PURI DI POTERE LEGITTIMO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....................

CARISMATICO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...................

TRADIZIONALE.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .................

LEGALE-RAZIONALE.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......

Capitolo 3 HAM HILL "Burocrazia e Stato" - BUOCRAZIA.......... ..... ...... .......... ..... ...... .....................

TEORIE SUI LIMITI DEL POTERE POLITICO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ......

FINI DELLA POLITICA: LIMITI SOSTANZIALI (DI MERITO).......... ..... ...... .......... ..... ...... .............................

MEZZI DELLA POLITICA: LIMITI PROCEDURALI.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ................

ISTITUZIONALIZZAZIONE DEL POTERE POLITICO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ................

ASPETTI FONDAMENTALI.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..........................

Capitolo 2 Poggi - "La natura dello stato moderno".......... ..... ...... .......... ..... ...... ......................

LINEAMENTI ORIGINARI DELLO STATO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ......

LINEAMENTI RECENTI DELLO STATO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....

Capitoli 3 - 4 Poggi "Lo sviluppo dello stato moderno".......... ..... ...... .......... ..... ...... ................

ISTITUZIONI POLITICHE ED APPARATI DI RIFERIMENTO NELLA STORIA.......... ..... ...... .......... ..... ...... ...

1- STATO FEUDALE.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ............

FEUDALESIMO (IX - tardo XII sec).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........

SVILUPPO DEL FEUDALESIMO (metà IX - metà XI sec.).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....

ENTROPIA DEL SISTEMA FEUDALE.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ........

STANDERSTAAT - STATO DEI CETI (fine XII - inizio XIV).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..

2 - STATO ASSOLUTO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......

ASSOLUTISMO (XV-XVIII sec.).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...................

a) FRANCIA (patrimonialismo amministrativo).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .....................

b) PRUSSIA (burocrazia rudimentale) / ASSOLUTISMO ILLUMINATO.......... ..... ...... .......... ..... ...... ..........

STATO DI POLIZIA (POLYZEISTAAT).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......

3 - STATO LIBERALE.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .........

COSTITUZIONALISMO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..

INGHILTERRA.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .................

CARATTERI DELLO STATO LIBERALE OTTOCENTESCO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..

STATO LIBERALE DEMOCRATICO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........

Cap. 5 Poggi.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..........................

VALUTAZIONI CRITICHE DELLO STATO MODERNO E DEL SUO RUOLO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......

1. VALUTAZIONE POSITIVA DI POGGI.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....

2. CRITICA CONSERVATRICE.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....................

3. CRITICA RADICALE (MARXISTA).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .........

Cap. 6 Poggi - "Alla ricerca di una spiegazione".......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....

TEORIE SULLA ORIGINE DELLO STATO MODERNO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...............

1. EVOLUZIONISTA.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ........

2. MARXISTA.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....................

CRITICA ALLE TEORIE EVOLUZIONISTICA E MARXISTA.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .

3. CONCEZIONE STATO CENTRICA: APPROCCIO ALTERNATIVO DI POGGI.......... ..... ...... ...........................

Cap. 7 Poggi - "Lo stato liberal democratico nel secolo XX".......... ..... ...... .......... ..... ...... ...

ATTIVITA' DELLO STATO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..............................

CAUSE DELLA CRESCITA DELLO STATO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...

1. GUERRA TOTALE.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......

2. LATO DELLA DOMANDA.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .........................

a) Gruppi economici subalterni.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......................

b) Gruppi economici dominanti.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .....................

c)  Gruppi di interessi non economici

d) Partiti politici.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..............

3. LATO DELLA OFFERTA.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........................

a) Auto-referenzialità.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......

b) Partiti Politici.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..............

c) Nuove competenze del personale ai vertici dell'amministrazione: al vertice.......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........

d) Nuovo personale attivo alla base dell'amministrazione: alla base.......... ..... ...... .......... ..... ...... ............................

Cap. 8 Poggi - "Lo stato liberal democratico nel secolo XX".......... ..... ...... .......... ..... ...... ...

ENTROPIA DELLO STATO MODERNO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .........

a) Espansione del settore amministrativo.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......

b) Indebolimento del legame politica-amministrazione.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .................

c) Politica burocratica.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......

d) Poteri occulti:.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..............

e) Diminuzione incidenza dei partiti.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..............

Cap. 10 Poggi - "Lo stato sfidato".......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .....

CRISI DELLO STATO CONTEMPORANEO.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...

Cap 1 Ham-Hill "Politche Pubbliche ed analisi delle Politche Pubbliche ".......... ..... ...... ......

Politiche Pubbliche.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .....

Come si sviluppa una policy?.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......................

Comportamentismo.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .........

Approccio Sistemico (DAVID EASTON).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....

a) INPUT.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ........................

b) CONVERSIONE.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ........

c) OUTPUTS e OUTCOMES.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......................

d) FEEDBACK.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...............

e) AMBIENTE.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...............

Critiche all' approccio sistemico.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ................

Modelli decisionali di ALLISON.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...................

Cap 2 Ham-Hill "Il ruolo dello Stato".......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..........................

Che cosa è lo stato?.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ........

La teoria pluralista.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .........

ROBERT DAHL.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ............

NELSON POLSBY.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .........

Pluralismo e ruolo dello stato.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .........................

La teoria delle «élites».......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..

Elitismo classico.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..............

Elitismo moderno.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ............

a) C.W. MILLS.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...............

b) FLOYD HUNTER.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .....

c) BOTTOMORE.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........

Elitismo democratico.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......

La teoria marxista.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........

MILIBAND (Strumentalismo).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......................

O'CONNOR.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...................

POULANTZAS (Strutturalismo).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..................

MILIBAND 2.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .................

Il corporativismo.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .............

WINKLER.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......................

MIDDLEMAS.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ................

SCHMITTER.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .................

CAWSON - SAUNDERS.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..............................

NORDLINGER.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..............

Riassunto Conclusivo.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .....

Cap 3 Ham-Hill "Burocrazia e Stato".......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .............................

MAX WEBER.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....................

Risposta pluralista alla crescita della burocrazia.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .................

MICHELS.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......................

MOSCA.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..........................

La burocrazia nella teoria marxista del ventesimo secolo.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...

La burocrazia nelle teorie delle èlites e del corporativismo.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ......

MILLS.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .............................

BOTTOMORE.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...............

KINGSLEY.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .....................

LIPSET.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ............................

Cap 4 Ham-Hill "Potere e processo decisionale".......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...

1° Dimensione del Potere: L'approccio decisionale.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ......

2° Dimensione del Potere: il processo non decisionale.......... ..... ...... .......... ..... ...... ......................

3° Dimensione del potere: conflitto latente.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ............

Cap 5 Ham-Hill "Razionalità e processo decisionale".......... ..... ...... .......... ..... ...... ......................

RAZIONALITA' GLOBALE O SINOTTICA (SIMON).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .................

RAZIONALITA' LIMITATA (Simon).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........

INCREMENTALISMO (Lindblom).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...............

METODI OTTIMALI (Dror).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ............................

MIXED SCANNING (Etzioni).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .........................

Cap 6 Ham-Hill "Messa in opera delle decisioni".......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .....

MODELLO TOP DOWN.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......

PRESSMAN - WILDAVSKY.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........................

GUNN.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .

MODELLO BOTTOM - UP.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .

HJERN.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ......

Cap 7 Ham-Hill "Messa in opera delle decisioni".......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .....

Il contributo di MAX WEBER.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .................

WEBER.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..............................

TAYLOR.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .............................

MAYO e lo sviluppo degli studi sulla vita organizzativa.......... ..... ...... .......... ..... ...... .............

Sociologia dell'organizzazione.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......

MERTON.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........................

BURNS E STALKER.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......

Cap 8 Ham-Hill "I burocrati nel processo politico amm.vo".......... ..... ...... .......... ..... ...... ....

SELZNICK.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......................

CROZIER.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ........................

La «street-level bureaucracy» (Lipsky).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....................

PETERS "La Pubblica Amministrazione".......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......................

Crescita dell'attività di governo.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .

Influenza della burocrazia sul processo politico-amministrativo.......... ..... ...... .................

Cultura.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ............................

a) Cultura Sociale.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ........

1) Il processo di formazione delle organizzazioni.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......................

2) Il comportamento individuale nelle organizzazioni.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .................

b) Cultura Politica - 4 dimensioni di PYE.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ............................

1) gerarchia-parità.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..........

2) libertà-coercizione.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .....

3) lealismo-impegno.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ......

4) fiducia-sfiducia.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..........

c) Cultura Amministrativa.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .........................

1) Rapporti Gerarchici.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..

2) Tecniche Motivazionali.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........................

Reclutamento dei funzionari.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..........

1) Reclutamento "neutral competence" (e Reclutamento meritocratico).......... ..... ...... .......... ..... ...... ......

2) Reclutamento politico (spoils' system).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..............................

3) Reclutamento Ascrittivo (burocrazia rappresentativa).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .

4) Reclutamento per quote.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .........................

Formazione dei funzionari.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .................

1) Generalismo.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..............

2) Specializzazione.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......

Reclutamento dei funzionari.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ..........

1) Centralizzato (USA, GB, I).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .....................

2) Decentrato (pesi scandinavi, paesi in via di sviluppo).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...........

Mobilità Professionale.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ........................

1) Pubblico Privato (c.d. porta girevole).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ............................

2) Pubblico Privato.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ...

3) Amministrazione Politica.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ....................

Incentivi utilizzati dalla burocrazia per evitare la fuga del personale.......... ..... ...... ....

1) Solidali o di appartenenza (Fr).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .................

2) Ideali o di scopo (UK).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .............................

3) Materiali (Ita).......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... ............

Retribuzione del pubblico impiego.......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .......... ..... ...... .









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