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L'ONU, UN POSSIBILE GOVERNO DEL MONDO?

politica



L'ONU, UN POSSIBILE GOVERNO DEL MONDO?


L'evoluzione degli equilibri internaziona­li richiede che si affrontino in modo nuo­vo i contrasti nel mondo e le violazioni dei diritti umani.

Tipologia B: articolo

Ambito: politica internazionale Destinazione: pubblicazione su periodico di attualità


Oggi, mentre si parla sempre più di "villaggio globale" per la rapidità dell'in­formazione e per la "globalizzazione" del­l'economia, resta ancora aperto il problema di garantire l'esercizio dei diritti umani e ci­vili a tutti gli uomini e in ogni parte della Terra. Questo perché in molti Stati i diritti umani e civili vengono violati sistematica­mente, nonostante solenni impegni vengano ripetutamente assunti in sede internazionale da tutti i governi. A questo proposito, dob­biamo ricordare che la Dichiarazione uni­versale dei diritti dell'uomo, votata dal­l'ONU il 10 dicembre 1948, costituì un pre­ciso impegno in favoredell 'uguaglianza di tutti gli uomini e del progresso civile e so­ciale dell'umanità.



Il problema è che bisogna andare oltre il puro e semplice riconoscimento teorico dei diritti dell'uomo, affinché questi venga­no attuati e protetti, e l'organismo sovrana­zionale deputato a far questo è proprio l'ONU (Organizzazione delle Nazioni Uni­te), il più importante organismo sovranazio­naIe, che ha la possibilità di rimuovere quei gravi ostacoli di carattere sociale, politico ed economico che, in ogni parte della Terra, possono impedire il rispetto dei diritti.

L'ONU si è più volte rivelata utile ren­dendo di dominio pubblico atti d'ingiustizia e di violazione dei diritti umani. Questo ha un notevole valore per gli Stati meno forti nei rapporti internazionali e serve a modera­re l'eventuale comportamento arrogante delle grandi Potenze.

L'ONU può rappresentare il luogo in cui ogni Stato, con pari dignità, può perora­re la propria causa: essa è una Conferenza permanente di Stati dove si può cercare, in ogni momento, di trovare la soluzione paci­fica di qualsiasi vertenza.

Per fare questo, però, si rende indispen­sabile una riforma degli organismi dirigenti dell'ONU stessa, che, a tanti osservatori, non appaiono più al passo con i tempi. La stessa istituzione, importantissima, del Con­siglio di Sicurezza, dove cinque Paesi, Stati Uniti, Cina, Gran Bretagna, Francia e Rus­sia (che ha ereditato il seggio dell'ex Unio­ne Sovietica), hanno il privilegio di essere membri permanenti con diritto di veto, co­stituisce una contraddizione con l'afferma­zione che gli Stati membri partecipano su un piede di perfetta parità all'Organizzazione stessa. Pertanto si rende necessario allarga­re, se non proprio riformare completamente, il Consiglio di Sicurezza, aprendolo alla partecipazione di molti altri Paesi, magari a rotazione, ed in ogni modo abolendo l'ana­cronistico privilegio del diritto di veto riser­vato alle cinque Potenze. Nessun Paese, per quanto potente, è autonomo, né può disprez­zare la collaborazione degli Stati più piccoli e deboli.



Si spera così che l'ONU possa rappre­sentare, in un futuro non lontano, un vero

proprio strumento di governo mondiale, ma, per fare questo, è necessario che una parte della sovranità dei singoli Stati sia rimessa all'organismo internazionale. Bisogna, più che mai, adeguare la funzione dell'ONU alla nuova situazione mondiale, caratteriz­zata dalla presenza ormai di una sola super­potenza, gli Stati Uniti d'America i quali, come la guerra in Iraq ha dimostrato, tendo­no ad agire nello scacchiere internazionale secondo criteri egemonici e scavalcando gli organismi sovranazionali dell'ONU.

Inoltre rimangono ancora aperti gravi problemi, come il terrorismo internazionale, la minaccia all'ambiente, la grande crimina­lità organizzata, lo sviluppo demografico senza controllo, la fame che attanaglia tante aree povere del Sud del modo, i grandi flussi migratori, il moltiplicarsi dei conflitti a base etnica e regionale. È necessario che l'ONU, affinché diventi un organismo di governo e di ricomposizione dei contrasti locali, abbia essa stessa gli strumenti che ne rendano fa­cile ed agevole l'intervento nelle situazioni di rischio, innanzi tutto contando su una di­sponibilità finanziaria non più precaria e sul pronto risanamento dei debiti che con essa hanno gli USA e altri Stati.

È altrettanto indispensabile che l'ONU possa contare su una struttura diplomatica agile e composita, del tutto indipendente da­gli Stati membri, e su un'analoga struttura militare, anch' essa stabile e indipendente dagli Stati che ne forniscono i contingenti, allo scopo di rendere del tutto autonomi sia l'azione diplomatica sia l'eventuale inter­vento militare risolutivo a sostegno della







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