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-L'ASSALTO CONTRO L'ASSOLUTISMO- I 'Due trattati sul governo' di Locke

politica



-L'ASSALTO CONTRO L'ASSOLUTISMO-


I "Due trattati sul governo" di Locke


John Locke (Wrighton, 1632 - Oates, 1704)


→ "Due trattati sul governo"


John Locke è un individualista liberale.

Prima fu pieno di entusiasmo per Cromwell ed i puritani, poi ne fu esasperato e salutò con sollievo la restaurazione di Carlo II Stwart nel 1660.




(Glorious revolution)

Conobbe il Conte di Shaftesbury e lo seguì nella sua lotta a favore del Parlamento e dei wighs (avversari dell'ampliamento delle prerogative reali), contro i tories.

Il conte perse e fu esiliato in Olanda dove lo seguì anche Locke.


Nel 1685 morì Carlo II e ascese al trono Giacomo II, dichiarato apertamente cattolico.

Locke si infiammò per questi tiranni che 353b17d pretendevano di avere un diritto divino.

Conobbe Guglielmo D'Orange che nel 1688 sbarcò in Inghilterra e si accordò con il Parlamento sulle sue condizioni.

Proclamò, da olandese protestante, la libertà per la religione protestante e per il Parlamento.


Nel '600 in Inghilterra, quindi, si ha una rivoluzione. Si sviluppano nuovi ceti sociali e la società inglese diventa molto dinamica.

La terra era un bene in cui investire per la gentry, una classe sociale che assunse notevole importanza anche alle elezioni parlamentari.

Nel "Secondo trattato sul governo civile" Locke espose la sua teoria sullo stato ricercando le basi dell'associazione politica, delimitandone la sfera, cogliendo le leggi della sua conservazione e dissoluzione.


Anche Locke parte dallo Stato di natura e dal contratto originario, ma per lui non è come per Hobbes, tra l'altro da lui contestato; all'inizio sarà configurato come uno stato di pace, successivamente sempre più come uno stato di guerra.


La libertà politica è fondata sulle stesse nozioni da cui Hobbes traeva una giustificazione per l'assolutismo.


L'esistenza dei diritti naturali nello stato di natura proteggerà l'individuo dagli abusi del potere in quella condizione. Questo perchè esso è regolato dalla ragione e perché sussistono i diritti di natura.

Questi diritti naturali sono:

Diritto alla vita

Diritto alla libertà  (limitata dalla legge naturale)

Diritto di proprietà

La legge di natura è la volontà di Dio applicata all'umanità.


Lo Stato di natura è di perfetta libertà e uguaglianza

Perché nessuno tenti di ledere i diritti altrui vi è un diritto naturale di punire con pene proporzionate all'errore in modo da riparare il danno e impedire che accada di nuovo.


Tra i diritti fondamentali troviamo anche quello di proprietà.

La proprietà è intesa in due sensi:

specifico (riguardante beni mobili e immobili)

ampio (riguardante i diritti degli altri individui, in specifico di vita, libertà e proprietà)

Dio ha dato agli uomini la terra in comune. Ciò esige dapprima un'appropriazione individuale dei frutti e poi della terra stessa basata sul lavoro dell'uomo e limitata dalla capacità di consumo. Quindi ci sono dei limiti al diritto di appropriazione privata e un divieto di spreco.

L'apparizione di oro e argento permetterà l'accumulazione capitalistica.

Si ha una visione statica della proprietà, cioè legata alla capacità di consumo e un aspetto dinamico della proprietà come frutto dell'azione e del lavoro dell'uomo.

Gli uomini decidono di uscire dallo Stato di natura perché vi erano degli inconvenienti che rischiavano di aggravarsi e perché, quindi, volevano stare meglio.


Ognuno nello Stato di natura è giudice della propria causa e può essere tentato di osservare poco scrupolosamente la giustizia, può voler punire per passione o vendetta.

Mancano, infatti, leggi stabilite e accettate di comune accordo; giudici riconosciuti e imparziali per porre fine alle controversie; un potere di costrizione che assicuri l'esecuzione delle sentenze emesse.


Il passaggio dallo stato di natura alla società civile non può avvenire se non per consenso.

Ciò che può dare vita ad un governo legittimo è il consenso di un certo numero di uomini liberi, uguali e indipendenti, in grado di essere rappresentati dal maggior numero di essi.


Per Locke il governo assoluto non può essere legittimo, perché il consenso degli uomini al governo assoluto è inconcepibile.






La distinzione dei poteri civili


L'uomo ha due tipi di poteri nello stato di natura, e se ne spoglia entrando nello stato civile.

La società ha il potere legislativo, che regola la maniera in cui devono essere usate le forze di uno stato per la conservazione della società e dei suoi membri.

Il secondo è il potere esecutivo, che assicura l'esecuzione delle leggi positive all'interno dello stato.

Poi c'è il potere confederativo che riguarda l'esterno ed è legato all'esecutivo.


I poteri legislativo ed esecutivo devono trovarsi in mani diverse perché:

Il potere legislativo non deve essere sempre in funzione, mentre l'esecutivo sì;

La tentazione di abusare del potere si impadronirebbe di coloro che avessero in mano entrambi i poteri.


Legislativo potere sacro e supremo.

Esecutivo ha 8una posizione subordinata, ma molte cose sono lasciate alla sua discrezionalità.


I diritti naturali rimangono anche dopo l'ingresso in società limitando il potere sociale e fondando la libertà.


Gli obblighi delle leggi di natura rimangono e si rafforzano nella società.


Il popolo accorda la sua fiducia al legislativo e all'esecutivo per la realizzazione del bene pubblico.

Il potere è un deposito affidato ai governanti a vantaggio del popolo che può anche ritirare la sua fiducia, in quanto conserva sempre una sovranità potenziale (detiene, infatti, realmente il potere sovrano).

Si ha un deposito, non un contratto di sottomissione.


E' il popolo che giudica, in quanto depositante, in merito al buono o cattivo uso fatto delle prerogative concesse.


Viene quindi giustificato il DIRITTO DI INSURREZIONE (diritto di appello al cielo) per due motivi:

L'inerzia naturale del popolo non lo porta ad insorgere che in casi estremi;

Se il posi dell'assolutismo è insopportabile non c'è più teoria dell'obbedienza.


Nelle Letters of toleration Locke afferma che tutto il potere del governo civile riguarda gli interessi civili, e che è circoscritto alle cose di questo mondo e non ha niente a che vedere con le cose a venire.

Non bisogna usare la forza in materia di fede. Nessuno può adattare la sua fede a quella dettatta da un altro e quindi nessuno può imporre una religione ai sudditi.

Il magistrato non può quindi incidere sulla fede dei sudditi perché lo fa con la forza (e ciò non contribuisce a portare più persone in paradiso, cisto che chi si adatta ad una fede perché gli è stata imposta non può considerarsi "fedele").

Locke vede la chiesa come una società volontaria e libera dove ci si riunisce per guadagnarsi la salvezza eterna.


Ci sono due eccezioni a questa tolleranza:

verso i cattolici perché hanno un capo spirituale che è anche sovrano temporale; il suddito è vincolato alle leggi del proprio paese e a quelle del proprio

verso gli atei: essi negano l'esistenza di una divinità disconoscendo qualsiasi cosa stabile nella società e qualsiasi legame.


Essay of human understanding (1690): opera filosofica che dichiara guerra alla metafisica.






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