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LA TEOLOGIA NAZISTA - Adolf Hitler e l' ideologia nazista - Il Leader

politica



LA TEOLOGIA NAZISTA


Scheda della Tesina




Istituto: Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e Turistici

Indirizzo: Turistico




Materie Incluse:


Storia


Tecniche di Comunicazione




Storia dell'Arte e dei 454b16e Beni Culturali


Letteratura


Lingua Inglese



Indice
Adolf Hitler e l' ideologia nazista

Il Leader

Modelli di Comunicazione

La Scuola d'Arte del Bauhaus

Le Origini dell'Antisemitismo
"Se Questo è Un Uomo"
Giorno della Memoria
La Fine . . . di un Terribile Incubo

L'eterno conflitto in Medio Oriente

Pilgrimage






Adolf Hitler
e l' ideologia nazista


Alcuni elementi fondamentali dell'ideologia nazionalsocialista sono presenti nel programma del partito nazista, ma la vera e propria concezione del mondo e la filosofia politica, viene elaborata da Adolf Hitler nel libro autobiografico "LA MIA BATTAGLIA".  Nel testo, sono presenti un insieme d'invettive contro gli ebrei, i comunisti, i borghesi. Vengono teorizzati i principi che costitutiscono la forza di un popolo: il valore della razza, la potenza, la lotta, che Hitler riprende in modo rozzo dalla teoria Darwin diffusa nella cultura europea di fine ottocento.

"Il sangue", "la razza" sono i valori naturali, assoluti, che devono regolare i rapporti tra gli uomini, sia come individui sia come popoli. Dalle teorie razziste deriva l'idea della razza "pura", ariana, alla quale compete il compito del comando. Esiste, infatti, una gerarchia tra le razze che popolano la terra, fondata su caratteristiche psico-somatiche, che pone gli ariani al livello superiore.

 Lo stato tedesco deve porsi allora come compito principale quello di difendere il proprio sangue dalla contaminazione e corruzione delle altre razze. In questo modo si giustificò la legislazione antiebraica e poi il massacro degli ebrei.

 In nome del principio della purezza venne praticata la sterilizzazione forzata degli individui ammalati e deformi e degli asociali, tra i quali vi erano i nemici del regime, in modo particolare i comunisti. La legge "per la protezione del sangue e dell'onore tedesco" fu approvata all'unanime dal Parlamento tedesco il 15 settembre del 1935. Essa non crede affatto nell'uguaglianza delle razze ma riconosce nella loro differenza di razze superiori e inferiori, per cui si sente in dovere, di promuovere la vittoria del migliore, del più forte e di effettuare la sottomissione del peggiore e del più debole.

 «Su questa terra la cultura e la civiltà umana sono indissolubilmente legate alla presenza dell'uomo ariano, la sua morte o il suo tramonto stenderebbe nuovamente sul nostro pianeta i veli oscuri di un'epoca priva di civiltà. Far sì che il sangue venga mantenuto integro per assicurare la possibilità di uno sviluppo più nobile di questa esistenza, mediante la conservazione degli uomini migliori. Quindi, uno stato popolare dovrà in primo luogo strappare il matrimonio da un livello in cui esso è una perpetua contaminazione della razza per consacrarlo invece a quelli che sono i veri compiti dell'istituto matrimoniale, ossia la produzione d'immagini di Dio e non d'orribili incroci tra l'uomo e la scimmia. Inoltre il compito di uno stato popolare deve anche essere quello di far sì che, finalmente venga scritta una storia del mondo, nella quale il problema della razza assuma una posizione predominante».



Questo passo tratto dal libro "La mia battaglia" rivela l'ideologia folle nazista. Hitler prometteva la ripresa delle industrie interne e quindi il miglioramento dell'economia. L'atroce odio verso gli ebrei era anche sollevato dai numerosi debiti contratti dai tedeschi con gli ebrei, quindi il loro sterminio avrebbe eliminato il problema. Un'altra questione di malcontento generale era legata dalle pesati condizioni di pace imposte a Versaille dopo la 1° guerra mondiale: i territori persi a favore della Francia, i costi per la ricostruzione, la forte indegnità di guerra e il divieto di realizzare una politica di riarmo.

 Inizialmente la Germania viene aiutata economicamente dall'America ma con la crisi del '29 i sovenzionamenti dati dall'America cessarono. In questa situazione di disagio economico-sociale ha avuto facile gioco Hitler nel persuadere le masse, infatti, è riuscito abilmente a convincerle che era necessario creare una grande nazione Tedesca, questa ideologia rappresenta la realizzazione delle loro idee.


Il Leader


Il Leader è colui che ha la capacità di influenzare le persone spingendole ad impegnarsi volontariamente per obiettivi di gruppo.


Possiamo distinguere vari tipi di Leader di cui:


IL LEADER STRUMENTALE: è una persona che è in grado di orientare il gruppo, di esprimere opinioni e di proporre suggerimenti (lo specialista delle idee).


IL LEADER ESPRESSIVO: è una persona valutata positivamente dal gruppo perché provvede al benessere emotivo dei suoi membri (lo specialista della simpatia).


IL LEADER AUTORITARIO: è una persona che è capace di concentrare su di sé il potere decisionale e il controllo dell'interazione.


IL LEADER DEMOCRATICO: è un leader attento alle opinioni dei membri, cerca il loro consenso e ascolta le decisioni della maggioranza.


IL LEADER CARISMATICO: l'autorità carismatica è fondata sulla devozione e fedeltà, questa è una dote naturale. Un esempio è appunto DIO.


Modelli di Comunicazione

  A




  E    B  


   D C

Cerchio

Le frecce rappresentano dei canali di comunicazione a due sensi. Nel cerchio ciascun membro del gruppo invia messaggi a due colleghi uno per parte. Il gruppo comunica così in modo circolare (A comunica con B e con E, B con A e con C e così via).


In questo modello di comunicazione nessun membro del gruppo viene privilegiato, nemmeno il leader in quanto tale. In sostanza siamo di fronte a un gruppo sostanzialmente partecipativo e democratico. Lo schema a cerchio è adatto a persone fortemente motivate e capaci di lavorare in autonomia.






A   B


   C


   D    E


Stella

Schema a stella ciascun individuo comunica solo con il leader, solo C può comunicare con gli altri quattro membri del gruppo.E' un gruppo autoritario, concentrato sul leader. Questo schema a stella è adatto a persone non abituate a lavorare in autonomia e meno capaci di assumere decisioni e con la necessità di fare riferimento a un leader.


Il nazismo non fu una dittatura come oltre nella storia, ma un regime che per imporsi oltre a servirsi del terrore poliziesco, si sforzo di coinvolgere e persuadere pienamente le masse nella sua opera. Al centro di questa mobilitazione popolare vi era il «culto» del Führer, fondato su un'identificazione tra le masse e il loro capo. Il Führer fornisce al popolo un modello di valori in cui credere, certezze rassicuranti; il popolo gli tributa obbedienza e dedizione in virtù della sua forza.

Si tratta di un tipo di potere "carismatico" in cui il rapporto con il capo indiscusso, è per ciascuno e per tutti diretto, personale e fortemente emotivo e non razionale.

L'obiettivo primario era di controllare ogni manifestazione della vita sociale e nazionale, di assoggettare gli individui ai propri principi, inscrivendoli nelle organizzazione di partito, a cominciare dai giovani.

La creazione di formazioni paramilitari era destinata ai bambini dagli otto ai diciotto anni, di cui si curava l'addestramento, che provvedeva ad un progressivo «indottrinamento» sull'ideologia nazista.

La scuola, le letture, gli svaghi erano finalizzati alla formazione di una propaganda "martellante". Per persuasione il popolo utilizzò abilmente moderni mezzi di comunicazione di massa (radio, cinema, stampa, murali, e fotografie), potenti strumenti capaci di raggiungere tutta la popolazione.

Le adunate e le parate militari avevano lo scopo di esaltare l'adesione delle masse, rendendole succubi alla «parola d'ordine» e alla volontà del Führer.



La Scuola d'Arte del

Bauhaus



La diffusione del nazismo portò alla chiusura delle associazioni, di giornali con idee politiche contro il nazismo. Anche in ambito artistico pose il suo potere, infatti, nel 1933 la grande scuola d'arte e mestiere, il Bauhaus fu soppresso dal governo nazista.

La scuola del Bauhaus fondata a Weimar (Germania) nel 1919 dall'architetto Walter Gropius, che fuse nel nuovo istituto l'Accademia d'arte e la Scuola di arti applicate. Secondo i principi del Bauhaus, in parte ispirati a quelli del Deustcher Werkbund (associazione di artisti, artigiani e architetti nata in alcune città europee tra il 1907 e il 1917), non dovrebbe esistere distinzione tra arte e artigianato, e tra artigianato e industria. L'arte e l'architettura moderne, inoltre, dovrebbero essere aperte alle molteplici esigenze (pratiche, estetiche e anche psicologiche) della moderna civiltà industriale, mettendo a frutto le innovazioni tecnologiche. Mentre, la principale differenza tra l'artigianato e l'industria è dovuta non tanto alla diversa natura degli attrezzi impiegati quanto alla suddivisione del lavoro nella prima, e al controllo unitario da parte di un solo lavoratore nel secondo. Pertanto nel Bauhaus, oltre alla pittura, alla scultura e all'architettura, era previsto lo studio di discipline come la tipografia, il design industriale, le tradizioni dell'artigianato. Le opere prodotte dal Bauhaus sono caratterizzate dall'assenza di aggiunte ornamentali, fatto che evidenzia le proprietà dei materiali utilizzati, e dalla ricerca di un equilibrio tra aspetti funzionali, tecnici e artistici.I pittori Paul Klee, svizzero, Vasilij Kandinskij, russo, Lyonel Feininger, statunitense, Josef Albers e Oskar Schlemmer, tedeschi, e l'ungherese Laszló Moholy-Nagy sono tra i principali docenti del Bauhaus. Gli studenti erano in maggioranza tedeschi e austriaci.   Il programma prevedeva:

Un corso preliminare di 6 mesi in cui lo studente acquista confidenza con i materiali e con alcuni semplici problemi formali.

Un insegnamento triennale in parte tecnico in parte formale, dopo i tre anni l'allievo può ottenere il diploma di artigiano.

Un corso di perfezionamento, di durata variabile nel quale al termine l'allievo può ottenere il diploma di maestro d'arte.


Nel Bauhaus scopriamo l'apporto di tendenza espressionistica e elemento di neo-plastica.

La lezione del Bauhaus incide su ciò che conta veramente nel lavoro di progettazione, sulla distribuzione delle energie umane anziché sugli strumenti tecnici o sui modelli formali.


Le conseguenze di questa svolta metodica furono:


La progettazione non è più concepita come un'azione semplice, ma come una serie continua di azioni regolate sul ritmo e l'estensione dei fenomeni reali.

Le esperienze di progettazione non sono più considerate indipendenti fra di loro, ma formano una continuità e stabiliscono una specie di collaborazione permanente fra tutti i progettisti.Ogni intervento deve proporsi di risolvere un problema particolare, ma nello stesso tempo deve essere trasmissibile e comunicabile ad altri e servire per altri interventi.

Il compito dell'architettura non riguarda solo le qualità, cioè l'ideazione delle forme, né solo le quantità, cioè i processi tecnici d'esecuzione e di moltiplicazione, ma la mediazione fra qualità e quantità.


 Il metodo didattico del Bauhaus portava a separare l'artista dalla comunità che lo circondava. Gli studenti erano avviati alla "professione" dell'architettura, della scultura, della pittura e delle arti grafiche senza una vera educazione e quindi le loro capacità erano limitate. L'accademia indirizzava una miriade di talenti minori alla progettazione architettonica o alla pittura che erano condannati ad una vita artisticamente sterile, mentre solo uno su mille era destinato a diventare un genuino architetto o un pittore. All'inizio del '23 l'inflazione opprime la vita economica della Germania e blocca l'attività edilizia, quindi molti progetti rimangono solo degli schizzi mai realizzati. Gia dal '24 la situazione economica migliora; il Bauhaus comincia a ricevere ordinazione dall'industria.




Gropius fa ogni sforzo per tenere il Bauhaus fuori dell'accanita lotta dei partiti, ma tutti i suoi tentativi furono invani, infatti, fu osteggiato dagli ambienti accademici e politici tedeschi, e nel 1925 il Bauhaus si trasferì a Dessau, in un complesso di edifici in vetro e cemento armato appositamente progettati da Gropius. L'insegnamento in questo periodo si completa e si approfondisce, profittando delle precedenti esperienze. Le novità più importanti vengono dal laboratorio dei metalli e da quello dei mobili. Nel primo Moholy-Nagy abbandona la tradizionale lavorazione dei metalli preziosi e si dedica soprattutto agli apparecchi d'illuminazione elettrica in ferro nichelato o cromato; nel secondo Breuer inventa e costruisce i primi mobili in tubo di acciaio. Nel 1928 la direzione passò allo svizzero Hannes Meyer e nel 1930 a Ludwig Mies van der Rohe. Nel 1932 la scuola fu costretta a chiudere; Mies van der Rohe tentò di ricostituirla come istituto privato a Berlino. Molti suoi membri decisero quindi di emigrare negli Stati Uniti. Un New Bauhaus fu fondato a Chicago da Moholy-Nagy nel 1937, sostituito l'anno seguente da una School of Design (poi Institute of Design) che ne ripropose fino al 1946 le teorie estetiche e le metodologie progettuali, innovandole e aggiornandole. I principi, l'attività di ricerca e le realizzazioni del Bauhaus esercitarono una notevole influenza sull'architettura e sulle arti grafiche e industriali del XX secolo.

Le Origini dell'Antisemitismo



La prima discriminazione ai danni degli ebrei avvenne nel 1secolo dopo Cristo, quando gli ebrei furono discriminati giuridicamente dagli altri cittadini romani e privati d'ogni diritto civile, avevano incontrato forme di disprezzo e ostilità soltanto tra le classi superiori ceti intellettuali.

 Con l'affermarsi del Cristianesimo come religione di stato, iniziò poi il periodo d'intolleranza confessionale e gli ebrei furono i primi ad esserne colpiti. L'antisemitismo, dal punto di vista ideologico, si è espresso come ostilità verso la religione ebraica, accusata di non riconoscere l'avvento del Messia e di "deicidio".

 Tuttavia fino al XII secolo, gli ebrei pur discriminati poterono mantenere i loro costumi e professare la propria religione. In realtà, le funzioni commerciali e finanziarie da loro esercitate erano ritenute indispensabili. Attività economiche esercitate dagli ebrei, come l'usura, non erano scelte liberamente,inoltre un antico divieto vietava agli ebrei di possedere immobili, di esercitare altre professioni, neppure quella del soldato. Inoltre la chiesa proibiva l'esercizio dell'usura ai cristiani, ma non agli ebrei, proprio perché "dannati".

 Con l'affermarsi della civiltà urbana medievale le condizioni degli ebrei subirono un progressivo peggioramento. In questo contesto avvennero i primi massacri e si scaricò sugli ebrei la responsabilità di avvenimenti anche catastrofici, come la diffusione della peste nera del '300.

 In Germania negli anni 1348-50 furono uccisi 200 mila ebrei con l'accusa che avvelenavano i pozzi per diffondere l'epidemia. La fine dell'epoca medievale rimane uno dei periodi peggiori della storia degli ebrei. Soltanto in Germania e nell'Italia settentrionale sopravvissero nuclei consistenti di comunità ebraiche. Gli ebrei rimasti furono segregati nei ghetti, quartieri isolati e costretti in uno spazio insufficiente dove tranne casi eccezionali, vissero in condizioni di estrema miseria fino a tutto il settecento.

Con il secolo XIX si aprì il periodo dell'antisemitismo moderno, esploso quando gli ebrei raggiunta la parità giuridica e la piena libertà civile, diventarono cittadini a pieno titolo. L'antisemitismo si diffuse soprattutto tra la piccola borghesia che, verso la fine dell'800 e nei primi anni del 900 venne a trovarsi in uno stato di costante insicurezza dall'Europa orientale (Russia e Polonia).

Questo sentimento fu alimentato e giustificato dall'ideologia nazionalista, nonché dalle teorie sulle razze.In questi stessi anni tra gli ebrei che si ponevano il problema della loro "assimilazione", vissuta da molti come un ricatto, si fece strada l'idea della costruzione di uno stato nazionale ebraico. Nacque così un movimento sionista che aspirava a creare uno stato Ebraico in Palestina,di cui si tenne il primo congresso nel 1897, e progressivamente si dette una organizzazione internazionale, sostenute e finanziata da capitali ebrei, suscitando in Europa un'ulteriore razione antisemita.


"Se Questo è Un Uomo"




Nella letteratura italiana, un grande autore che ha vissuto in prima persona l'esperienza nel campo di concentramento, è Primo Levi.

Un ebreo italiano internato nel lager di Auschwitz, che riuscì a scampare alla morte e a raccontare la sua esperienza in un libro intitolato "Se questo è un uomo". E un documento il più sincero possibile, e un racconto con già la misura del classico, è un'analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell'umiliazione, dell'offesa, della degradazione dell'uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio di massa. Il libro inizia così




" Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

Voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:


Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un si o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli, e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno.


Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.


O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi."



In questa breve ma significativa poesia possiamo riscontrare il dramma vissuto dall'autore. Sentimenti di odio si intrecciano nel ricordo delle drammatiche vicende vissute da un popolo segnato dal passato. Odio verso chi ha visto scene di inaudita ingiustizia e ha abbassato lo sguardo, per chi sapeva e ha taciuto.

Chi mai riporterà gioia in un cuore ormai segnato da un passato atroce pieno di indimenticabili momenti in cui l'unica salvezza da quelle catene invisibili era la morte.

Il ricordo dei tempi passati in cui la libertà era un diritto, diventava una lama tagliente, perché i tedeschi avevano privato gli uomini anche del loro ricordo.

Stanchi, avviliti, lavorano costantemente solo per un tozzo di pane. Non c'era più distinzione tra uomo e donna, tutti avevano i capelli rasati e una divisa opprimente contrassegnata da un numero d'identificazione con cui erano riconosciuti.

Si, la loro identità era ridotta ad un semplice numero.

Infine, Primo Levi raccomanda ai giovani di ricordare e di ascoltare, perché la testimonianza dei sopravvissuti diventa un obbligo morale, perché ciò che è avvenuto è successo contro ogni umana previsione. 

Eppure Adolf Hitler organizzò, in Germania e nei paesi dell'est europeo, una colossale rete di lager.

Nel campo di concentramento all'arrivo dei convogli, veniva effettuata una selezione dei deportati per scegliere gli ebrei più giovani e quindi abili nel lavoro. Coloro che erano stati scartati venivano portati subito nelle camere a gas. In questi casi per evitare scene di panico, un incaricato del campo informava le innocenti vittime che dovevano semplicemente lavarsi e sottoporsi alla disinfestazione.


Ignari i prigionieri appendevano i loro abiti ad attaccapanni numerati di cui gli si chiedeva di ricordare il numero; ricevevano del sapone e una volta entrati nelle camere a gas vedevano delle finte docce.

Alcuni addetti somministravano il gas attraverso aperture predisposte sui tetti dei fabbricati. La morte giungeva al massimo entro i dieci minuti. Trascorsa circa una mezz'ora, i membri dei corpi speciali entravano nelle camere per tagliare i capelli alle donne e togliere oggetti d'oro e infine li trasportavano nei forni crematori.

All'arrivo nei campi, i prigionieri erano privati d'identità, nessuno veniva chiamato per nome e nessuno poteva conservare oggetti personali, tutti erano obbligati a vestire con divise a strisce grigie e blu ed ad indossare sandali e a portare i capelli rasati.

Si distinguevano soltanto per un pezzo di stoffa cucito sugli abiti, di colore e di forma diversa secondo l'appartenenza ad un gruppo di prigionieri: ebrei, russi, detenuti politici, criminali comuni, zingari ecc.


La pena capitale era applicata per punire insubordinazioni gravi e tentativi di fuga. Molto spesso, gli ebrei erano vittime di violenze gratuite, la logica perversa dei nazisti rese i lager, non solo un luogo d'inaudita sofferenza fisica ma anche una degradazione morale e psicologica.

 Malati, denutriti e sfiniti i prigionieri lottavano per sopravvivere ed erano costretti a mettere da parte qualsiasi scrupolo morale e diventare insensibili al dolore che li circondava.

A partire dal 1939 e fino alla fine della guerra, i nazisti costringevano gli ebrei e gli altri prigionieri a svolgere lunghi trasferimenti a piedi.

Formalmente queste marce erano fondamentali per spostare i detenuti in nuovi campi di lavoro, ma in realtà era un altro piano di sterminio.





Giorno della Memoria



Il Parlamento italiano il 20 luglio 2000 ha istituito due articoli per ricordare lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

Essi sono:


Art. 1 La repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio,data dell'abbattimento dei cancelli di Auschiwitz, "Giorno della Memoria",al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.



Art. 2    In occasione del " Giorno della Memoria" di cui all'articolo uno, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia del nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possono mai più accadere.

Il significato del giorno della memoria va ricercato nella storia del genere umano, che ha conosciuto innumerevoli eccidi e stermini, ma quello attuato nei confronti degli ebrei differisce dagli altri per l'efferata crudeltà attuata dai nazisti.

Ricordarsi di quelle vittime serve a mantenere viva la memoria delle loro esistenze e del perché esse furono troncate. E la memoria del passato serve ad aiutarci a costruire il futuro. Molti stati hanno istituito un "giorno della memoria".

 L'Italia lo ha fissato il 27 gennaio: la data in cui nel 1945 fu liberata il campo di sterminio di Auschwitz. Anche se altri ebrei, d'Italia e d'Europa, vennero uccisi nelle seguenti settimane. Ma la data della Liberazione di quel campo è stata giudicata più adatta di altre a simboleggiare la Shoah e la sua fine.

Naturalmente questo giorno serve per ricordare anche altri gruppi di persone la cui memoria va mantenuta viva: coloro che a rischio della propria vita, combatterono il fascismo e il nazismo e coloro che in ogni modo contrastarono lo sterminio e salvarono delle vite.



La Fine . . .
di un Terribile Incubo


Le prime notizie sui campi di concentramento nazisti, si diffusero in Europa all'inizio della guerra, ma la realtà descritta era così terrificante che l'opinione pubblica si mostrò generalmente incredula.

Soltanto alla fine del conflitto quelle notizie trovarono un'agghiacciante conferma.

 I nazisti avevano cercato in tutti i modi di cancellare non solo le tracce materiali dei campi di concentramento, bruciando gli archivi, distruggendo le camere a gas e i forni crematori, ma anche di rendere impossibile qualsiasi testimonianza eliminando i sopravvissuti. Non riuscirono completamente, e ciò che rimase fu sufficiente per comprendere quali crimini fossero stati compiuti.

 Al processo di Norimberga, istituto dalle forze militari alleate nel novembre del 1946, testimonianze delle vittime e i resoconti dei militari fornirono un primo quadro terribile, ma ancora parziale di ciò che era accaduto.

 Gli storici attribuiscono la responsabilità del genocidio a buona parte del popolo tedesco: moltissimi cittadini comuni furono direttamente coinvolti e tutta la popolazione collaborò alla persecuzione degli ebrei con un grado più o meno alto d'adesione ideologica. Non sono da dimenticare, tuttavia, i molti cittadini tedeschi che non hanno condiviso l'ideologia di Hitler, e che hanno contribuito, a costo della loro stessa vita, a salvare gli ebrei.



L'eterno conflitto in Medio Oriente



Nel novembre 1947 considerata l'impossibilità di un accordo diretto fra Ebrei e Arabi, si ricorse alle Nazioni Unite. Queste si pronunciarono a favore della spartizione della Palestina in due Stati indipendenti, uno arabo e l'altro ebraico, e della costituzione della città di Gerusalemme in zona internazionale sotto il loro controllo. Tale risoluzione, respinta dagli Arabi, provocò la guerra civile. Gli Ebrei di Palestina decisero di costituire un comitato esecutivo di 13 membri sotto la presidenza di David Ben Gurion, che proclamò l'indipendenza dello Stato d'Israele il 14 maggio 1948. Riconosciuto dalle principali potenze mondiali, il piccolo Stato di 650.000 abitanti spezzò l'offensiva dei paesi arabi; ma la guerra, nonostante l'intervento dell'ONU si protrasse fino agli armistizi del 1949. In seguito a essi i confini d'Israele furono fissati in modo irrazionale (più di 1.000 km di frontiere) e la città di Gerusalemme fu divisa in due parti: i Luoghi santi attribuiti alla Giordania, e la città nuova al giovane Stato, che ne fece la sua capitale.


Nel 1949 Israele entrò a far parte dell'ONU. Nonostante i continui incidenti di frontiera e il blocco imposto dalla Lega araba, lo Stato d'Israele affrontò immediatamente i suoi molteplici compiti, a cominciare dal rafforzamento dell'esercito e dallo sviluppo dell'economia, fino alla formulazione, dapprima provvisoria, poi definitiva delle proprie strutture istituzionali. Tali istituzioni democratiche portarono al risveglio della vita politica del paese. In questi ultimi anni si è visto il riesplodere prepotente della questione palestinese e l'inizio della seconda Intifada. Da Israele ci giungono ogni giorno notizie di morti e feriti da entrambe le parti. Le cronache degli scontri e del braccio di ferro politico-diplomatico, che vede coinvolti Stati Uniti e Russia in prima fila, sono all'ordine del giorno. E' quindi, uno dei temi di attualità più importanti e scottanti del momento.
La questione palestinese può essere affrontata in vari modi e presenta molteplici sfaccettature: c'è l'aspetto puramente politico, naturalmente, ma anche quello economico e diplomatico (l'importanza di Israele per l'Occidente nel difficile scacchiere politco-economico del Medio Oriente).Dietro tutto questo c'è una base storico-culturale che nasce e si sviluppa con la storia di Israele e degli ebrei (Diaspora, Olocausto, II Guerra Mondiale, formazione dello Stato di Israele, Guerra dei Sei Giorni). Da non dimenticare anche le implicazioni religiose e quindi il fondamentalismo e l'intolleranza, con possibili collegamenti ad altri fatti di cronaca recente come l'Afghanistan e l'Algeria.


Pilgrimage



The opening lines of the Canterbury Tales state what has been an ancient custom in all of the world religions: making a journey at least once in a lifetime to some sacred place. Many Christians, for example, go to Rome or Jerusalem, Muslims have an obligation to visit. 

The word pilgrim originally meant a foreigner travelling in a strange land. During the Middle Ages in Europe the term took on a religious significance as people began to visit places associated with persons and events in Christian history. Going on pilgrimages, however, is a religious practice that in much older than Christianity. 

Today a pilgrim need not be a foreigner but simply one who travels for a specific purpose usually religious. 


JUDAISM: There were three annual festivals in ancient Israel during which Jews were expected to go to Jerusalem. These were Passover, Weeks; and Tabernacles. Passover is a spring festival celebrating the freeing of Hebrews from slavery in Egypt. 

The Feast of Weeks originated as a wheat harvest festival. It took place seven weeks after Passover and was also known as Pentecost. A tabernacle is an eight-day autumn harvest festival. In today's Judaism the festival's eighth day, called Simhat Torah. 


CHRISTIANITY: For the earliest Christians Jerusalem was the chief place of pilgrimage because of the city's association with events in the life of Jesus Christ. As early as the year 212 there is a record of the bishop of Cappadocia, Alexander, visiting Jerusalem. One of the main reasons for launching the Crusades in AD 1096 was to free Jerusalem and the rest of the Holy Land from Muslim control so that Christians could resume making pilgrimages.  

After Christianity spread throughout the Roman Empire and north ward into Europe, many more sites became the objects of pilgrimages. Rome gained an appeal early because the deaths of Sts. Peter and Paul were believed to have occurred there.  


Cities and towns associated with other saints also drew pilgrims. Apart from Rome and Jerusalem, Santiago de Compostela in Spain was the chief attraction. It was believed to have the remains of St. James the Greater, one of Jesus' original 12 disciples. Bruges, Belgium, gained fame for having a vial of Jesus' blood. Assisi, Italy, attracted many visitors after the death of its native son, St. Francis. Canterbury was the most renowned site in England because it had the tomb of Thomas a Becket. 

A number of other places have attracted pilgrims since the and of the Middle Ages. The Cathedral at Turin, Italy, has a shround reputedly bearing an imprint of the body of Jesus. Lourdes, France, has an underground spring declared to have miraculous healing qualities. Each year the city draws thousands of sick and disabled persons seeking cures. Fatima, Portugal, gained fame as a place where in 1917 three children are side to have received a vision of the Virgin Mary. 


ISLAM: Every Muslim has five duties, the fifth of which is to make a pilgrimage to the holy city of Mecca at least once. Once in Mecca, the pilgrim wears a special gown. The ceremonies are quite elaborate and last several days. The main duty is to walk seven times around the Kaaba, the shrine located in the center of the Great Mosque. While walking around the Kaaba, The pilgrim stops to kiss the black stone embedded in one corner. This stone was supposedly given to Adam when he was expelled from the Garden of Eden.










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