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Angoscia e alienazione

politica



Angoscia e alienazione







L'angoscia, come si osserva negli studi di Fromm e di Neumann , è alla base della struttura psicologica del totalitarismo, non solo come fattore principale della diffusione e dell'attecchimento di ideologie tanto incoerenti quanto vanagloriose, quali quelle naziste, ma anche come mezzo per il mantenimento dell'ordine e della coesione sociale e come catalizzatore nel processo di identificazione fra leader e masse.  Essa ha avuto come veicolo preferenziale il fenomeno dell'alienazione, attraverso il quale si è sviluppata a tal punto da avere una presenza costante e opprimente nella psiche individuale.



Prima di tutto è opportuno identificare il concetto di angoscia, nell'utilizzo che ne fa Neumann, distinguendolo da quello di paura: quest'ultima è una reazione ad un evento esterno all'individuo (di solito un pericolo reale), mentre la prima ha origine all'interno della persona stessa, indipendentemente dal fatto che la causa sia un pericolo concreto o immaginario

Il carattere prettamente spirituale, che la differenzia dalla paura, rende l'angoscia quasi una reminiscenza atavica, che appartiene inconsciamente a tutti gli individui e rappresenta un ponte che attraversa l'evoluzione del genere umano e lega ogni uomo a chi lo ha preceduto e a chi lo seguirà.

Nella visione di Fromm, quello che si tramanda nel corso dei secoli è proprio l'angosciante peso dell'esistenza, del rendersi conto del valore insignificante di ogni singolo uomo rispetto a ciò che lo circonda, e l'effimera durata della sua presenza: nel momento stesso in cui si è consapevoli della propria vita lo si è anche della propria morte . L'uomo è l'unico animale che ha coscienza di sé, è l'unico animale che, nonostante appartenga alla natura, cerca di trascenderla, nasce dalla terra ma si rivolge al cielo; egli è in perenne fuga da un mondo in cui è prigioniero, che non gli appartiene più, ma da cui ancora dipende; è frustrato dalle contraddizioni insite in lui, come 'animale non completamente animale' e come 'uomo non completamente umano'; è illuso dalla libertà del suo pensiero e delle sue scelte, ma in realtà è schiavo nel suo stesso corpo

La genesi dell'angoscia individuale ha un suo parallelo nella genesi dell'angoscia a livello sociale. Nell'individuo la prima manifestazione dell'angoscia può essere fatta risalire al "trauma della nascita" , al quale si potrebbe ricondurre la reazione ad ogni situazione di pericolo successiva: il venire alla luce significa abbandonare 929c22j il mondo del ventre materno, protetto, caldo, ovattato e privo di sofferenza, ed essere trascinati in un mondo insicuro, freddo, ostile e doloroso; il pianto del bambino appena nato è forse la testimonianza dell'iniziazione al 'regno dell'angoscia'; il ricordo rimosso di quel momento affiora inconsciamente ogni volta che si presenta la minaccia della perdita dell'integrità fisica, di un dolore, di una rinuncia o semplicemente di un qualsiasi cambiamento

Secondo le teorie freudiane , per quanto riguarda l'umanità, l'inizio di questo malessere può essere individuato nella nascita della civiltà, cioé il momento in cui avviene la separazione e il progressivo allontanamento dell'uomo dalla natura; la pacifica convivenza in una comunità e l'istituzione di un'organizzazione sociale hanno come presupposto la limitazione o la totale soppressione degli istinti. Marcuse, nella sua rielaborazione del pensiero di Freud, usa il termine repressione addizionale, per le restrizioni effettuate dal potere sociale, distinta dalla repressione fondamentale che riguarda le modificazioni istintuali necessarie per la continuazione della razza umana

La repressione implica la scomparsa dei comportamenti animaleschi, ma anche la rinuncia al piacere dato dalla soddisfazione delle pulsioni. La sopravvivenza della collettività perciò, deve essere controbilanciata dal sacrificio del singolo, come mette in evidenza Marcuse, si assiste al passaggio dal principio del piacere al principio della realtà

Neumann riassume i caratteri dell'angoscia, considerata da un punto di vista psicologico, descrivendola come una compensazione per la mancata soddisfazione di istinti, che sono stati repressi dalla parte cosciente dell'individuo (Io) nel tentativo di evitare il conflitto fra struttura istintuale (Es) e struttura morale (Super-Io), causato dalla percezione di un pericolo. Il presentimento di una situazione pericolosa può essere enfatizzato o addirittura prodotto all'interno dell'Io stesso, si ha così un'angoscia nevrotica che al contrario di quella reale non ha bisogno dell'esistenza di una minaccia concreta

Gli effetti dell'angoscia sul comportamento possono variare da quello protettivo (dell'angoscia reale) che permette di anticipare un'azione contro il pericolo (l'effetto è benefico persino per il rafforzamento della personalità, quando l'ostacolo è superato e l'angoscia dominata), a quello distruttivo (dell'angoscia nevrotica), che si riversa all'interno, paralizzando l'individuo, o all'esterno contro il pericolo fittizio che si è creato


Per osservare da vicino la profonda relazione che unisce il regime totalitario e l'angoscia, è necessario mettere in evidenza l'elemento che funge da collettore del disagio e della frustrazione e li rende stabilmente presenti nell'uomo: l'alienazione.

L'alienazione è sicuramente uno dei fenomeni più rilevanti e deleteri che si sono sviluppati nella società moderna, tuttavia, come si evince dalle considerazioni di Marcuse , essa non è nata con la rivoluzione industriale, bensì precedentemente. La necessità del lavoro come mezzo per superare la penuria, causata dal costituirsi di una comunità, è probabilmente la prima forma di sofferenza imposta dal potere sociale: il lavoro costituisce un sacrificio, una repressione degli istinti, una rinuncia al piacere

Una struttura organizzativa che si occupa della vita degli individui, ha come funzione principale la distribuzione del lavoro e quella del piacere, che presuppongono il formarsi di una gerarchia; tutto questo è portato all'estremo nella società patriarcale, soprattutto per quanto riguarda il piacere sessuale, che viene monopolizzato dal capo (il padre) . Sorge quindi una ulteriore frustrazione all'interno dell'individuo, generato dalla restrizione quantitativa e qualitativa della sessualità, ma anche un antagonismo all'interno della società sempre più dominata da principi economici e utilitaristici

Secondo Marcuse il lavoro si trasforma da necessità per la sopravvivenza a sostituto di istinti non soddisfatti e perciò esso stesso fonte di piacere artificiale. Tuttavia il lavoro, al contrario dei piaceri naturali, non può essere controllato dall'individuo, ma è soggetto a un dominio superiore che lo amministra e che ne determina gli aspetti

Per Fromm la divisione gerarchica del lavoro, portata all'esasperazione con l'avvento dell'industrializzazione, ma anche la spinta alla competizione e l'utilizzo massiccio della tecnica, tutte caratteristiche dell'economia moderna, hanno determinato l'incremento dell'alienazione , fino a farla accettare come parte integrante del sistema e renderla utilzzabile come strumento di controllo sulle masse . Il dominio di una minoranza sulla maggioranza è reso possibile dall'"alterata percezione del reale" di quest'ultima, se l'individuo "non è consapevole delle forze che lo muovono non può scegliere se stesso e si aggrappa a un'immagine estraniata di sé e della situazione in cui vive"

L'uomo è sempre più isolato, è frammentato come i suoi compiti, è gestito come un automa per incrementare la produzione; deve solo svolgere micro-azioni ripetute all'infinito, in un processo di cui non vede né l'inizio né la fine. Egli perde il senso della realtà perché è separato dall'oggetto , rappresentato dallo scopo materiale della sua attività (il bene finale) e dal momento in cui ottiene soddisfazione (la retribuzione); l'intera sua vita è divisa in funzioni tra loro scollegate, scandite dal tempo e sincronizzate con le esigenze della comunità.

Come afferma Neumann , non esiste più l'uomo nella sua universalità, non esiste più l'uomo come uomo, ma come particella di un organismo superiore o come semplice operazione in un processo. Si gettano le basi per una nuova forma di dipendenza, un'involuzione dell'individuo, nella quale i rapporti interpersonali diventano standardizzati; è in atto una seconda socializzazione, che annulla l'individuazione avvenuta nell'infanzia, nella quale si è formato l'Io, e inverte la fase di scioglimento dei legami primari



Secondo Neumann nel meccanismo regressivo di massa, oltre all'alienazione psicologica, intervengono altri due tipi di alienazione: "quello sociale e quello politico" . Il primo dei due stadi di alienazione, che incrementa la separazione dell'individuo dalla realtà, è la sua distorta comprensione del processo storico; l'individuo non capisce qual'è la vera causa della crisi che investe il contesto sociale in cui vive, tende ad attribuire la colpa della perdita del suo status ad un gruppo concorrente ed a sentirsi perseguitato. A questo si aggiunge un altro fenomeno, che si mostra sotto due aspetti: la sfiducia verso le istituzioni e l'apatia politca, quest'ultima si può manifestare con un generale disinteresse nei confronti del mondo politico, ma anche con il rigetto completo del sistema, preludio e presupposto della formazione di movimenti cesaristici


Come si è potuto vedere, analizzando brevemente il contesto sociale della Germania dopo la Prima Guerra Mondiale, la pressoché generale diffusione di un senso di frustrazione, è stata determinante per l'ascesa al potere del regime nazista ; l'angoscia, tuttavia, non riveste solo la funzione di coadiuvante nell'azione di indottrinamento, ma si inserisce in ogni aspetto del totalitarismo, costituendone il background

Propaganda e terrore sono gli strumenti usati, congiuntamente e in modo complementare, per tessere le maglie di questa rete psicologica ("istituzionalizzazione dell'angoscia" ). Arendt distingue due fasi della loro azione: in un primo momento, cioé quando ancora il nazismo non aveva raggiunto il potere assoluto, la propaganda era aiutata, nel recupero dei consensi dei gruppi ancora indecisi, dall'intimidazione della violenza perpetrata dalle milizie del partito (quasi organizzazioni teppistiche) contro i dissidenti; in un secondo momento, cioé durante il regime, la propaganda, diventata ormai insegnamento delle nuove ideologie, aveva nuovamente bisogno della violenza (ancora più irrazionale ed efferata), questa volta, per realizzare gli assurdi obiettivi promessi e gli eventi profetizzati

L'impianto teorico della dottrina nazista, decisamente demagogico, ma a tratti letteralmente folle, aveva la struttura di una campagna pubblicitaria: individuava le esigenze della massa, trovava la soluzione e la dimostrava con scientificità; poco importava se il rimedio prospettato era utopistico o le affermazioni erano giustificate da prove false, l'efficacia sulla popolazione era assicurata: l'immaginazione prevaleva sulla realtà . Quasi sempre, più importante era la 'confezione' piuttosto che il contenuto, erano le capacità dialettiche e retoriche degli oratori piuttosto che le idee; le grandiose manifestazioni  coreografiche delle forze armate e i filmati documentari (vere e proprie opere d'arte) ideati appositamente, esaltavano, attraverso l'estetica, la potenza e la perfezione del nazismo . Il popolo, e ogni tedesco nel suo intimo, aveva bisogno proprio di questo: sentirsi importante, vincente e superiore.

Il maggiore successo propagandistico del nazismo si ebbe con l'invenzione della cospirazione ebraica mondiale, secondo la quale gli Ebrei si stavano preparando a conquistare il mondo, e la prova era il loro piano segreto contenuto nei Protocolli dei Savi di Sion (un documento risultato falso). Il fenomeno dell'antisemitismo non era certamente nuovo, e forse in Germania non era nemmeno così rilevante , eppure i nazisti seppero addossare al popolo ebraico tutta la colpa delle sofferenze che affliggevano i Tedeschi, tramutando la loro angoscia di carattere depressivo in angoscia nevrotica persecutoria aggressiva, secondo la terminologia usata da Neumann

La scelta di tale capro espiatorio faceva affidamento sull'immagine che esso aveva per l'opinione pubblica, come simbolo del successo, del potere economico, del parassitismo e dell'amoralità; in realtà esso era il più debole fra i bersagli che si potevano colpire. Dall'analisi di Arendt emerge che l'obiettivo fondamentale dell'accanimento contro la minoranza ebraica era quello di trovare uno spirito di coesione, di abnegazione e di orgoglio capace di unire la gente delle diverse classi sotto un unico vessillo; per fare ciò, la propaganda indirizzò la sua azione nella costruzione di un nemico malvagio da combattere, ma soprattutto nella creazione di uno stereotipo col quale identificarsi: la razza ariana

L'opera del totalitarismo, osservata attraverso l'ottica di Fromm , può essere definita come una decomposizione sociale alla quale fa seguito una ricomposizione sotto altra forma: lo stato angoscioso e la povertà psichica in cui si trova l'individuo favoriscono il processo di annullamento dei tradizionali punti di riferimento (la famiglia, l'amicizia, la religione, lo stato); il punto di partenza per la costruzione di una 'società totalitarizzata' è l'uomo completamente isolato, incapace di avere rapporti sociali, vuoto e spaventato; il compito successivo è quello di fornire un nuovo punto di riferimento (la massa), che ingloba quelli precedenti in un'unica entità, e nel quale si ritrova non solo una sensazione di protezione ma anche di potenza; la chiave per entrare a farne parte è accoglierne l'ideologia, non come "una questione oggettiva su cui si possono avere delle opinioni", ma, per Arendt, come "un elemento della propria vita quotidiana non meno reale e intoccabile delle regole aritmetiche" . La forza eccitante e insieme religiosa della riunione di massa rappresenta sicuramente una forma molto efficace di propaganda, nella quale il singolo è messo di fronte alla sua paura maggiore, quella di essere escluso e di perdere l'unica identità che gli è rimasta


In ogni sistema politico, a seconda del suo grado repressivo, l'angoscia ha un ruolo più o meno importante; anche in uno Stato di diritto come quello democratico, il timore dei cittadini verso le sanzioni applicate ad ogni trasgressione della legge, è fondamentale per il mantenimento della capacità coercitiva dello Stato, e quindi della governabilità . Però, nell'opinione di Neumann, quello che distingue l'utilizzo dell'angoscia da parte del regime totalitario, anche rispetto alle altre forme tiranniche di governo, non riguarda la quantità della violenza esercitata sugli individui, ma la funzione che essa svolge: si va oltre la semplice soppressione dell'opposizione politica e ideologica o l'intimidazione per la conservazione del potere, in questo caso è il terrore stesso che assume la veste di istituzione all'interno dell'organizzazione statale

Se nella fase di conquista del potere, il movimento nazista aveva bisogno del terrore per creare un'atmosfera di disordine, quasi da guerra civile, per cui l'individuo preferiva unirsi al movimento e sentirsi al sicuro, piuttosto che rimanere fuori ed essere considerato ostile; nella fase dell'amministrazione del potere, è un'esigenza vitale del regime totalitario il mantenimento di un clima di instabilità, per non lasciare svanire i fattori che avevano portato all'unione delle masse

Tutto il sistema era stato costruito su una base di irrealtà, di menzogne, di mancanza di argomenti concreti, e con una struttura organizzativa fantasma operante in una quasi completa assenza di regole. In una situazione in cui non esistevano motivi di coesione razionali ed era alta la probabilità di dissenso, era necessario non dare punti di riferimento, spostare in continuazione competenze e poteri (gli stessi organi dello stato, il cui potere detenuto per troppo tempo poteva rappresentare un pericolo, erano di volta in volta sostituiti), creare confusione, sospetto e naturalmente paura

Una caratteristica peculiare dell'organizzazione totalitaria, evidenziata da Arendt, era la possibilità di traslare l'autorità assoluta dalla vetta della scala gerarchica ai livelli inferiori, in modo da far sentire ogni cittadino di fronte alla volontà del capo e soggetto alla sua capacità punitiva; in questo senso, l'intuizione del regime è quella di avere creato un apparato di violenza funzionante, sia dall'esterno, con l'uso della forza, sia dentro ogni individuo, con l'azzeramento della distanza fra governati e governanti



Lo strumento principale di attuazione della politica terroristica interna era la polizia segreta, che aveva un raggio d'azione illimitato, e i cui metodi erano spietati e sanguinari: praticamente un esercito che combatteva dentro lo Stato. Il suo compito era la sistematica eliminazione dei nemici oggettivi: una definizione che non era legata ad una effettiva attività ai danni del regime, ma alla sola possibilità di essere portatori di ideologie contrarie a quella del sistema e di conseguenza, tale da poter essere gestita in modo molto elastico.

L'imprevedibilità e la sproporzione della sanzione connessa al comportamento vietato dal regime, ma anche la possibilità che si prendano come bersaglio indistintamente colpevoli e innocenti permette di diffondere il timore della punizione in modo capillare fra la popolazione, generando un clima di diffidenza reciproca che porta gli individui a controllarsi a vicenda, nonché ad isolarsi l'uno dall'altro

L'esistenza del terrore nel sistema totalitario prescinde, in ogni caso, dalla sua effettiva necessità o utilità, e assume quasi più una valenza ideologica che pratica. Nella filosofia nazista, il terrore è il mezzo attraverso il quale si spazza via il vecchio concetto di legalità e con esso quello di giustizia, per dare posto all'unica legge e giustizia esistente: quella del processo storico-naturale . Esso provvede all'esecuzione della condanna a morte di chi è inferiore o imperfetto , allo scopo di epurare l'umanità: il sacrificio dei singoli individui serve per la continuazione della specie e per accelerarne l'evoluzione. In questo inesorabile meccanismo, il movimento totalitario incarna la storia e la natura stessa, l'individuo potrà esserne indifferentemente esecutore oppure vittima, egli impara a sottostare alle sue regole, e l'angoscia che gli viene inculcata è una di esse.

Lo sterminio di milioni di persone attuato nei campi di concentramento è la trasformazione in realtà della dottrina totalitaria e la sua logica conclusione; costituisce la realizzazione massima del regno dell'angoscia e dell'alienazione e la sperimentazione del dominio assoluto. Da un lato viene messa alla prova l'efficacia dell'indottrinamento effettuato sugli esecutori della pulizia razziale, e dall'altro la capacità di rendere un uomo al pari di un oggetto, ed esercitare su di lui un potere che va addirittura oltre il dargli la morte: togliergli l'anima




Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit; E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit.

Cfr. F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit.

Cfr. Ibidem.

Cfr. E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit.

Cfr. E. Fromm The sane society, New York, 1955, trad. it. Psicoanalisi della società contemporanea, Milano, 1960; E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit.

Neumann si riferisce agli studi di Rank e di Freud; F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit., p. 119.

Cfr. F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit.

Cfr. S. Freud Il disagio della civiltà,cit.

Cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.

Cfr. Ibidem.

Cfr. F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit.

Cfr. Ibidem.

Cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.

Cfr. Ibidem.

La società patriarcale rappresenta antropologicamente la prima forma di repressione, che può essere associata a livello psicologico al complesso di Edipo; cfr. H. Marcuse Eros e civiltà, cit.

A proposito Marcuse usa l'espressione "principio di prestazione"; Ibidem, p. 87.

Cfr. Ibidem.

Cfr.  M. Schiavone Antropologia, sociologia e psicoanalisi in Erich Fromm, in Incontro con Erich Fromm. Atti del simposio internazionale su Erich Fromm, cit.

Cfr. E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit.

Questa concezione dell'alienazione è associabile allo stato psichico dell'individuo narcisista, in cui l'estraneazione deforma l'immagine del Sé, impedisce di stabilire un rapporto con gli altri e conferisce un carattere ostile al mondo esterno; R. Biancoli Situazione umana e libertà in Erich Fromm, in Saggi sull'opera di Erich Fromm, cit., p. 21.



L'assenza di un rapporto con l'oggetto è un elemento fondamentale del disturbo narcisistico; cfr. H. Kohut Potere, coraggio e narcisismo, cit.; H. Kohut Narcisismo e analisi del sé , cit.; E. Fromm Psicoanalisi dell'amore, cit.

Cfr. F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit., p. 138.

Cfr. F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit.

È difficile sostenere che il merito della successo nazista, sia solamente frutto delle intuizioni di Hitler e dei suoi ideologi e strateghi, e non di una serie di coincidenze fortunate, ciononostante è evidente che essi riuscirono a sfruttare 'saggiamente' le nuove opportunità offerte dal progresso nella conoscenza della psiche umana; cfr. W. Reich La rivoluzione sessuale, cit.

Cfr. H. Arendt Le origini del totalitarismo, cit.; E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.; F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit.

F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit., p. 142.

Cfr. H. Arendt Le origini del totalitarismo, cit.

Cfr. Ibidem.

Ritroviamo in questi atteggiamenti le manifestazioni esibizionistiche e di distorsione dell'immagine del Sé legate al disturbo narcisistico; cfr. H. Kohut Potere, coraggio e narcisismo, cit.

Cfr. F. Neumann, Behemoth, New York, 1942, trad. it. Behemoth. Struttura e pratica del nazionalsocialismo, Milano, 1977.

La teoria di Neumann è che al minore grado di realtà del pericolo che provoca l'angoscia, corrisponde un maggiore grado di regressione e viceversa; cfr. F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit.

Cfr. H. Arendt Le origini del totalitarismo, cit.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

H. Arendt Le origini del totalitarismo, cit., p. 500.

Cfr. E. Fromm Fuga dalla libertà, cit.

Cfr. F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit.

Cfr. Ibidem.

Cfr. F. Neumann Lo stato democratico e lo stato autoritario, cit.

Cfr. H. Arendt Le origini del totalitarismo, cit.

Secondo Arendt la criminalità del totalitarismo è originata in parte anche dalla rottura con la concezione classica di legalità, la quale viene sostituita da quella che vede  l'uomo come incarnazione del diritto, rappresentando contemporaneamente la legge e il giudice; cfr. Ibidem.

Cfr. H. Arendt Le origini del totalitarismo, cit.

Per giustificare la selezione naturale attuata dal nazismo, vengono utilizzate le teorie evoluzionistiche di Darwin e dell'andamento della storia di Marx; cfr. Ibidem.

Il progetto ideato da Hitler non riguardava soltanto l'eliminazione degli Ebrei, ma anche quella dei malati mentali e chiunque avesse malattie incurabili o malformazioni congenite; cfr. Ibidem.

Cfr. H. Arendt Le origini del totalitarismo, cit.






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