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IL PROCESSO DECISIONALE - IL MODELLO DELLA RAZIONALITA' OBIETTIVA

economia aziendale



La decisione orienta e determina l'azione;questa esige un processo di controllo.

Il processo di controllo si fonda sul confronto tra decisione e azione,nonché sull'analisi degli scostamenti tra il previsto e il realizzato.Dal processo di controllo deriva il meccanismo di correzione o "feedback effector".Si tratta di una vera e propria azione correttiva con la quale si riesaminano le decisioni e le azioni in precedenza adottate,modificandole,in modo da ottenere risultati maggiormente in linea con gli obiettivi prefissati.


IL PROCESSO DECISIONALE

Secondo Dewey ,il processo decisionale si articola in diverse fasi:

1)individuazione del problema;

2)definizione del problema;considerando con particolare attenzione:

-le sue caratteristiche principali;

-eventuali vincoli;

-gli obiettivi;

3)sviluppo delle soluzioni alternative idonee a risolvere il problema;

a proposito ricordiamo che esse possono essere molteplici e



possono essere ostacolate essenzialmente da 2 fattori:

-il tempo;

-la disponibilità di informazioni e risorse;

4)individuazione degli scenari possibili associabili a ciascuna alternativa;

5)scelta dell'alternativa più conveniente in base ad un prefissato sistema

di criteri di scelta.

Le prime 4 fasi del processo decisionale richiedono generalmente l'interventi di tecnici. L 'ultima fase viene gestita direttamente dall'imprenditore o dal manager che si fa carico della responsabilità decisionale.

Per lo studio del processo decisionale si fa riferimento a 2 modelli fondamentali:


IL MODELLO DELLA RAZIONALITA' OBIETTIVA

Nel modello in parola,il protagonista dell'azione decisionale è l'uomo economico.

Tale soggetto è :

-onnisciente;

-obiettivamente razionale;

-in grado di scegliere l'alternativa ottima.

L'uomo economico individua tutti i problemi,li definisce in modo perfetto,individua tutte le alternative e le conseguenze associabili alla fine opta per l'alternativa ottima.

Si tratta quindi di un modello molto astratto,distante dalla realtà concreta.


IL MODELLO DELLA RAZIONALITA' LIMITATA

Secondo il modello della razionalità limitata,il protagonista dell'azione decisionale è l'uomo amministrativo che possiede i seguenti tratti:

-ha conoscenze limitate;

-è limitatamente razionale;

-sceglie la soluzione che maggiormente lo soddisfa.

Notevole importanza assumono nella scelta delle varie possibili alternative i risultati ottenuti in precedenza e il suo livello di ambizione.



IL SISTEMA DELLE PERSONE(L'ORGANIZZAZIONE AZIENDALE)

L'organizzazione aziendale è un complesso coordinato di persone.

Il coordinamento si realizza per mezzo del processo organizzativo che consta di 5 fasi:

1)determinazione degli obiettivi da conseguire;

2)determinazione delle funzioni da svolgere per realizzare gli obiettivi;

3)scomposizione e/o ricomposizione delle funzioni al fine di creare ruoli da assegnare

agli individui;

4)determinazione precisa dei compiti e delle responsabilità per ogni ruolo;

5)definizione delle linee d'influenza che possono essere:

-autoritarie:si fondano sul comando e l'obbedienza;

-non autoritarie:si fondano maggiormente sulla collaborazione.



IL SISTEMA DELLE OPERAZIONI(STUDIO DELLA GESTIONE)

Per "gestione" s'intende il sistema di operazioni aziendali,simultanee e successive,che vengono svolte dagli organi aziendali durante tutta la vita dell'azienda.

Lo studio della gestione passa per l'analisi delle funzioni aziendali.

Esse secondo Fayol possono essere suddivise:


a)FUNZIONI OPERATIVE:

-funzioni tecnologiche:si occupano delle trasformazione chimico-fisica dei beni;

-funzioni commerciali:riguardano l'approvvigionamento di beni e materie e la vendita

di prodotti finiti e merci;

-funzioni finanziarie:si interessano del reperimento delle fonti di finanziamento e del

relativo impiego;

-funzioni di contabilità:si occupano delle rilevazione dei fatti amministrativi,della

determinazione dei risultati e dell'interpretazione degli stessi

-funzioni di sicurezza:mirano a tutelare beni e persone;



b)FUNZIONI DIREZIONALI:

-funzioni di programmazione:si occupano delle decisioni da adottare nelle varie aree

funzionali operative;

-funzioni di controllo:verificano la coerenza tra decisione e azione,provvedono al

confronto tra risultati previsti e ottenuti e ne analizzano gli

scostamenti;

-funzioni di organizzazione:si interessano dei ruoli e delle linee di influenza;

-funzioni di leadership:riguardano la guida delle persone nei processi

decisionali,esecutivi e di controllo.





I BISOGNI UMANI E LA TEORIA DI MASLOW

Maslow, autore del celebre scritto "Motivation and Personality"(1943),ha affrontato la tematica dei bisogni umani. Lo studioso afferma che il comportamento umano può essere visto come un complesso di azioni poste in essere per il conseguimento di particolari obiettivi capace di soddisfare i bisogni umani.

Ne deriva che il bisogno motiva il comportamento umano finché esso non venga soddisfatto. Inoltre,ad un bisogno soddisfatto si sostituisce un bisogno successivo.

Secondo Maslow i bisogni possono essere suddivisi gerarchicamente in una piramide. Alla base troviamo i bisogni primari:i bisogni fisiologici,strettamente legati alla sopravvivenza dell'individuo e i bisogni di sicurezza,legati ad una speranza di vita duratura e stabile.

Salendo ci sono in ordine i bisogni sociali,i bisogni di stima e di autorealizzazione. Tutti questi bisogni si contraddistinguono per il fatto che emergono solo dopo che i bisogni primari siano stati adeguatamente leniti e perciò sono detti bisogni secondari. Essi riguardano le relazioni con gli altri individui,l'appartenenza ad un gruppo sociale,la fiducia in sé stessi,la capacità di sentirsi realizzati.

Maslow studia anche il problema della frustrazione affermando che questa deriva dall'impossibilità di realizzare i propri obiettivi,e quindi di soddisfare i propri bisogni.

La frustrazione può porsi all'origine di due tipi di reazione:una reazione razionale e una irrazionale.

La reazione razionale è quella propria del soggetto che,dopo aver acquistato consapevolezza dell'ostacolo,tenta di superarlo.

La reazione irrazionale è quella che si manifesta con un isolamento motivazionale,con l'aggressività o con la razionalizzazione.


CLASSIFICAZIONE DELLE AZIENDE


AZIENDE DI EROGAZIONE E L'AZIENDA DI PRODUZIONE(IMPRESA)

L'azienda di erogazione è un sistema socioeconomico che produce beni e servizi destinati a soddisfare i bisogni di:

-individui o enti che stanno all'interno dell'azienda medesima o che comunque fanno capo all'azienda stessa(AZIENDA DI CONSUMO..Es:conventi,circoli ricreativi,associazioni sportive,..);

-individui che sono all'esterno dell'azienda ovvero i beneficiari. Essi rappresentano le persone nell'interesse delle quali l'azienda è gestita(AZIENDA DI EROGAZIONE IN SENSO STRETTO..Es:ente pubblico d'assistenza,ente per la tutela degli indigenti,..)


P.S. :LE AZIENDE DI EROGAZIONE NON COLLOCANO I PRODOTTI/SERVIZI SUL MERCATO


L'impresa è un sistema socioeconomico che produce beni e servizi destinati al mercato;beni e servizi che vengono messi a disposizione di clienti e consumatori mediante lo scambio.

OBIETTIVI:PROFITTO,SOPRAVVIVENZA E SVILUPPO DIMENSIONALE.



SOGGETTO GIURIDICO

Si definisce soggetto giuridico la persona o il gruppo di persone o l'ente nel cui nome l'azienda è esercitata a e cui fanno capo i diritti e gli obblighi che derivano dalla costituzione e dal funzionamento dell'azienda.

Nel nostro ordinamento,soggetto giuridico può essere tanto una persona fisica quanto una persona giuridica.

La persona fisica diviene soggetto giuridico al raggiungimento della maggiore età.

Anche il minore può essere soggetto giuridico se assistito da un tutore oppure se il minore è emancipato.

La persona giuridica,ente astratto che nasce per forza di legge,si distingue in pubblica e privata. La persona giuridica pubblica diventa soggetto giuridico tramite leggi.

Le persone giuridiche pubbliche si classificano in:

-enti pubblici territoriali(regioni,province,comuni)

-enti pubblici economici(I.R.I.,E.N.I.,..)

-enti pubblici istituzionali(università,C.O.NI.,camera di Commercio,..)

Le persone giuridiche private sono le associazioni,le fondazioni e le società commerciali aventi personalità giuridica.


SOCIETA' COMMERCIALI:



-SOCIETA' IN NOME COLLETTIVO(snc)

-SOCIETA' IN ACCOMANDITA SEMPLICE(sas)


-SOCIETA' A RESPONSABILITA' LIMITATA(srl)

-SOCIETA' PER AZIONI(spa)

-SOCIETA' IN ACCOMANDITA PER AZIONI(sapa)

-SOCIETA' COOPERATIVA


Le prime due sono società di persone mentre le altre sono società di capitali.

Per il nostro ordinamento,le società commerciali che possono ottenere il riconoscimento della personalità giuridica sono solo le società di capitali.

Una distinzione tra società di persone e società di capitali è la cosiddetta responsabilità patrimoniale.

Nel caso di società do persone si parla di autonomia patrimoniale imperfetta,nel senso che non solo la società con il proprio patrimonio,ma anche il singolo socio con i beni personali risponde delle obbligazioni assunte dalla società.

Nel caso di società di capitali,l'autonomia patrimoniale diviene perfetta per cui delle obbligazioni della società ne risponde unicamente la società con il proprio patrimonio.

Dopo la stipulazione dell'atto costitutivo,redatto obbligatoriamente da un notaio,si provvede al deposito dello stesso entro trenta giorni presso l'ufficio del registro delle Imprese nella circoscrizione in cui è stabilita la sede sociale per il controllo di legittimità e di merito da parte dei pubblici poteri.

Il tribunale,dopo aver verificato l'adempimento delle condizioni stabilite dalla legge per la costituzione della società,ordina l'iscrizione della società nel Registro delle Imprese. Con l'iscrizione nel registro l'impresa acquisisce la personalità giuridica.




SOGGETTO ECONOMICO

Soggetto economico è la persona o il gruppo di persone che di fatto detiene il supremo potere volitivo in azienda e ne determina gli indirizzi di fondo della gestione.

Per essere stabilmente soggetto economico è necessario:

-avere la volontà di governare l'impresa;

-avere competenze professionali in materia di amministrazione dell'imprese;

-disporre della maggioranza dei voti per imporre la propria volontà in

assemblea(nel caso si tratta di azienda gestita sotto la forma societaria).


L'espressione "disporre della maggioranza dei voti in assemblea" non significa necessariamente detenere la maggioranza assoluta del capitale sociale.

Infatti,il controllo di una società può avvenire sia con il possesso di un'aliquota di capitale sociale inferiore al 50%,sia,persino,senza detenere alcuna quota di capitale.

Più precisamente,si possono verificare i seguenti casi:


A)controllo con possesso di aliquota di capitale sociale inferiore al 50%:

-in presenza di azioni privilegiate;

-in virtù delle disposizioni legislative dettate in materia di funzionamento delle

assemblee;

-in virtù della possibilità di acquisire le deleghe di voto;

-per integrazione della propria quota azionaria mediante l'acquisizione di ulteriori

azioni attraverso i contratti di pegno,usufrutto e riporto;


B)controllo senza investimento di capitale:

-senza investimento diretto mediante la costituzione di un gruppo;


C)senza detenere quote di capitale sociale neanche in maniera indiretta:

-caso dell'influenza dominante;

-caso dell'impresa pubblica;

-caso dell'impresa matura.



DELEGHE DI VOTO

Mediante l'acquisizione,a titolo gratuito o oneroso,delle deleghe di voto è possibile integrare la propria partecipazione azionaria e giungere al controllo della società.

La delega deve essere conferita per inscritto e i documenti relativi devono essere conservati dalla società.

Essa può essere conferita solo per singole assemblee,con effetto per le convocazioni successivi e non può essere conferita col nome del rappresentante in bianco.








GRUPPO

Si definisce gruppo il complesso di società aventi distinti soggetti giuridici,ma sottoposte al controllo di un solo soggetto economico.

Il controllo dei diversi soggetti giuridici da parte dell'unico soggetto economico viene raggiunto mediante possesso di partecipazioni azionarie di dimensioni tali da consentire il controllo della maggioranza dei voti in assemblea.

Risalendo alle varie posizioni di comando in queste società,si giunge all'identificazione di una società cosiddetta capogruppo o "holding",che è il soggetto economico del gruppo.

Il controllo delle società può essere diretto o indiretto:

-nel caso di controllo diretto la "holding" controlla direttamente le altre società;

-nel caso di controllo indiretto la "holding"controlla direttamente alcune società che,a loro volta,controllano altre società.

La società capogruppo può svolgere o meno un'attività industriale,oltre a quella finanziaria di investimento di capitale di altre società.

Nel caso di svolgimento di sola attività finanziaria,la "holding" viene definita pura.

Nel caso in cui la "holding" svolga un'attività industriale,essa viene definita mista.


STRATEGIE DI SVILUPPO

Le strategie di sviluppo possono essere cosi compendiate:

a)strategia di sviluppo integrato verticale;

b)strategia di sviluppo integrato orizzontale;

c)strategia di sviluppo diversificato;

d)strategia di sviluppo internazionale.


a)Le strategie di sviluppo integrato verticale riguardano i processi di acquisizione di    imprese già esistenti che operano nei mercati di approvvigionamento e di sblocco. Con questo tipo di strategie,l'azienda si sviluppa a monte o a valle,continua a restare nello stesso settore,ma controlla le fonti di approvvigionamento e il mercato delle vendite.La strategia di crescita con integrazione verticale,poiché tende a mantenere l'impresa vicino all'ambito delle sue conoscenze,viene considerata una strategia "conservatrice".


b) Le strategie di sviluppo integrato orizzontale riguardano i processi o di acquisizione di imprese già esistenti o costituzione di imprese che realizzano le stesse produzioni dell'azienda considerata.In questo caso l'azienda,oltre a restare nello stesso settore,rimane anche nella stessa produzione,arrivando alla differenziazione dei prodotti sul mercato.In tal modo si cerca di attenuare la concorrenza,di tendere verso posizioni monopolistiche,coprendo il più ampio numero di segmenti di mercato.






c)Mediante un processo di crescita con diversificazione,l'impresa entra in nuovi mercati e/o settori,consentendo la diversificazione dei rischi di tipo merceologico.

Lo sviluppo diversificato si distingue in:

-sviluppo conglomerale,caratterizzato dal fatto che tra l'azienda originaria e quella acquisita non esistono connessioni o affinità tecnologiche,né connessioni di marketing;

-sviluppo laterale o concentrico,in cui esistono connessioni/affinità tecnologiche o di marketing


d)L'impresa che attua una strategia di sviluppo internazionale persegue la finalità principale di ripartire geograficamente i rischi economici derivanti dalla propria attività.

Le fasi dello sviluppo internazionale possono essere così schematizzate:

-l'impresa attua i processi produttivi nel proprio paese e colloca i suoi prodotti sia nell'ambito nazionale sia quello internazionale(impresa a mercato internazionale);

-l'impresa realizza all'estero i propri prodotti in maniera indiretta concedendo in licenza i propri brevetti(impresa internazionale);

-l'impresa crea all'estero proprie strutture distributive(impresa internazionale);

-l'insedia all'estero sia impianti di produzione che strutture distributive(impresa multinazionale).




INFLUENZA DOMINANTE

Si ha influenza dominante per particolari vincoli contrattuali:contratta di agenzia,di commissione,di concessione che pongono la società agente o commissionaria o concessionaria in una condizione di dipendenza economica e ne fanno una società satellite della società preponente o concedente.

E' il caso della grande impresa che fornisce la tecnologia,la consulenza contabile e fiscale alle proprie imprese satelliti e ne pianifica gli approvvigionamenti e la produzione;in seguito provvede ad acquistare tutta(o quasi tutta)la produzione.


IMPRESA PUBBLICA

Si ricorda che viene definita pubblica l'impresa il cui soggetto economico fa capo ad un ente pubblico.

Il soggetto economico dell'impresa pubblica risulta composto da un coalizione di persone nominate dai poteri pubblici.

Queste persone sono:

-manager professionisti,interni all'impresa;

-uomini politici che detengono il potere di nominare i manager professionisti.

I manager dovrebbero essere reclutati,promossi e rimossi in base alle loro competenze. Nella realtà si assiste invece alla permanenza degli stessi dirigenti professionisti fintantoché il gruppo politico che li supporta riesce a conservare il potere e i manager osservano fedeltà a questi gruppi.

Le ragioni fondamentali a sostegno dell'impresa pubblica sono che essa contrasterebbe l'elevato potere di cui dispongono le grandi imprese private e che agevolerebbe un'equa allocazione di quei beni del settore definito "del monopolio naturale" come l'acqua e l'energia elettriche generale tutte le risorse energetiche naturali.

L'IMPRESA MATURA O PUBLIC COMPANY

In questa tipo di impresa non esiste alcun soggetto economico che disponga di una quota del capitale dell'impresa che gli attribuisce il controllo dell'impresa stessa.

Titolare dell'impresa è il gruppo manageriale ossia l'insieme di manager delegato in questa funzione dall'insieme dei proprietari del capitale.

Tuttavia i manager,pur essendo titolari,non percepiscono come remunerazione il profitto,anche se talvolta partecipano alla ripartizione di una quota dello stesso.

Nell'impresa manageriale vi è separazione tra titolarità e proprietà del capitale.

In definitiva ,soggetto economico è il gruppo manageriale.

Le cause che hanno portato alla rivoluzione manageriale sono riconducibili principalmente ai seguenti fenomeni:

-polverizzazione del capitale azionario e conseguente polverizzazione della proprietà;

-assenteismo degli azionisti nelle assemblee;

-mancanza di volontà di governo da part degli azionisti;

-diffusione dell'istituto della società per azioni;

-evoluzione dei mercati;

-mutamento del quadro tecnologico e istituzionale;


L'ECONOMICITA'

L'economicità è il criterio che ispira le scelte aziendali e in particolare determina la convenienza ad intraprendere,continuare,modificare o estinguere una certa iniziativa economica.

Un' impresa risponde ad economicità se realizza:

-l'equilibrio economico d'esercizio

-un'adeguata potenza finanziaria


L'impresa realizza il suo equilibrio economico se con il flusso dei ricavi derivanti dalla gestione riesce a coprire il costo dei fattori produttivi posti in posizione contrattuale e a remunerare "congruamente" i fattori produttivi posti in posizione residuale.


La misura della congrua remunerazione viene solitamente espressa in termini percentuali. Si parla,allora,di tasso di congrua remunerazione(rc).Esso si articola in un compenso per il puro investimento di capitale(i1),in un compenso per il rischio specifico derivante dall'attività dell'impresa(i2) e,infine,in un compenso per il lavoro imprenditoriale eventualmente svolto(i3). rc=i1+i2+i3


Per la determinazione di i1 si fa riferimento al rendimento dei Titoli di Stato con scadenza a medio o lungo termine. Esso può essere considerato al netto o al lordo dell'inflazione;nel primo caso si parlerà di tasso reale di rendimento;nella seconda ipotesi di tasso di rendimento lordo di inflazione.

Per la determinazione di i2 possiamo ricorrere a vari metodi empirici:uno di questi è il cosiddetto Procedimento di Stoccarda.Esso considera una percentuale variabile di rischio a seconda dell'intensità di rischio dell'impresa. Tale percentuale oscilla tra il 30% e il 10%. Per cui,fissata la percentuale di rischio,si procede al calcolo di i2:

i2=i1*@/(1-@).



ECONOMICITA' AZIENDALE REALIZZABILE SOLO NEL GRUPPO

Le risultanze positive sono dovute all'effetto sinergico che si realizza nel gruppo,che può interessare in misura minore o maggiore tutte le funzioni d'impresa.

I vantaggi possono riguardare l'organizzazione,il marketing(pubblicità di gruppo,marchio di gruppo),la finanza(possibilità di ottenere finanziamenti dal capogruppo).


ECONOMICITA' SUPER-AZIENDALE DI GRUPPO

L'economicità super-aziendale di gruppo viene definita economicità in funzione del gruppo. In tale circostanza l'azienda Z non solo non risponde da sola al requisito di economicità aziendale ma neppure al requisito di economicità aziendale conseguibile solo nel gruppo;ciò nonostante il gruppo reputa conveniente mantenere l'azienda Z in quanto il suo abbandono recherebbe danno all'economia complessiva del gruppo.

Questo poiché l'utile del gruppo col mantenimento di Z è maggiore dell'utile del gruppo in assenza di Z.

Le cause che possono giustificare questa situazione sono diverse:

-Z cede beni e servizi alle altre aziende del gruppo a prezzi tendenzialmente di

mercato;ma questi beni/servizi sono di qualità superiore a quelli acquisibili

dall'esterno;hanno un costo prevedibile e le forniture sono puntuali;

-Z cede beni e servizi a prezzi ridotti rispetto alla concorrenza esterna o addirittura

gratis:in quanto Z svolge attività di ricerca.

-Z integra la potenza produttiva del gruppo contribuendo alla risoluzione dei suoi

problemi produttivi;

-Z consente di ridurre o razionalizzare il carico tributario nell'ambito nel gruppo.


ECONOMICITA' SUPER-AZIENDALE COLLETTIVA O MACROECONOMICITA'

In questo caso l'azienda Z viene considerata nel quadro dell'economia collettiva di una certa area territoriale . L'azienda in esame viene ugualmente mantenuta in vita se i vantaggi della conservazione risultino superiori agli svantaggi,rispondendo così a un giudizio di economicità collettiva. Può risultare infatti che una determinata area geografica possa beneficiare delle utilità originate da un'azienda pur deficitaria,in quanto queste utilità possono risultare compensative dei risultati negativi dell'azienda e tali da comportare la convenienza economica a sopportare le perdite come un costo sociale per il paese.

Un esempio sono le grandi imprese che,sebbene deficitarie continuano ad esistere con la finalità di conservare i livelli occupazionali raggiunti oppure di agevolare lo sviluppo economico di aree arretrate.


POTENZA FINANZIARIA

La potenza finanziaria può essere definita come la capacità dell'impresa di coprire continuamente il fabbisogno finanziario di gestione,derivante dall'eccedenza delle uscite finanziarie e per operazioni di esercizio sulle entrate del medesimo tipo





EFFICIENZA AZIENDALE

Il concetto di efficienza consente di esprimere il grado di economicità,di misurarne l'andamento nel tempo,di migliorarlo. Si dice che l'efficienza qualifica l'economicità.

L'efficienza è l'attitudine manifestata dall'impresa a realizzare i propri obiettivi in condizioni di alti rendimenti e bassi costi.Si può affermare che quanto maggiori sono i rendimenti e quanto minoro sono i costi,tanti più elevato è il grado di efficienza economica.


CICLO DI VITA DEL PRODOTTO

La prima fase,quella dell'introduzione del prodotto sul mercato,è caratterizzata da una crescita lenta della domanda.Il fattore strategico è rappresentato dalla qualità del prodotto che viene portata a conoscenza del cliente tramite per esempio i testimonial.Sul versante dei costi,si riscontra una forte incidenza dei costi fissi.

Nella seconda fase,denominata sviluppo,il mercato si allarga,le vendite crescono a tassi molto elevati e l'incidenza dei costi fissi diminuisce.In questa fase il fattore strategico è rappresentato dalla pubblicità e dalla propaganda.

Nella fase di maturazione,nuovi produttori introducono nel mercato prodotti competitivi.Il mercato diviene più concorrenziale,le vendite continuano a crescere ma a tassi di sviluppo via via minori.I costi fissi continuano ad incidere in maniera decrescente o tutt'al più costante.In questa fase i fattori strategici sono rappresentati dai prezzi e i premi ai distributori.

Nella fase di saturazione,il tasso di crescita delle vendite diminuisce fino ad azzerarsi.Le vendite sono stabili.Il profitto del'impresa raggiunge il suo massimo.in questa fase l'impresa avverte che è arrivato il momento di cedere il suo know-how,dedicandosi a nuove produzioni.

Nella fase di declino i clienti a poco a poco abbandonano i prodotti offerti dall'azienda.La concorrenza fa scendere i profitti e l'azienda viene messa in una posizione marginale nel mercato.In questa fase si ricorre a politiche di "mantenimento" tese a ritardare l'uscita del prodotto,oppure politiche di demarketing rivolte ad accelerare l'uscita dl prodotto dal mercato.


BREAK EVEN POINT

Il break even point è il punto d'incontro tra la retta dei ricavi totali con la retta dei costi totali.In tal punto i ricavi totali eguagliano i costi totali per cui l'utile sarà nullo.

Esso non rappresenta un punto di equilibrio economico perché nel break even point

manca la remunerazione dei fattori produttivi posti in posizione residuale.




Il break even point può essere espresso:

-in termini di quantità: -in termini di fatturato:

q=CF/(pv-Cvu) q*pv=CF/(pv-Cvu)/pv








COSTI

I costi vengono classificati sulla base:

1)del comportamento dei costi al variare del volume d'attività:

2)delle modalità d'imputazione dei costi ai vari centri/oggetti di costo.

Secondo il criterio 1) si è soliti distinguere tra costi fissi e costi variabili.

I costi fissi sono quei costi aziendali che rimangono costante nel tempo(almeno nel breve periodo) prescindere dal volume dell'attività o della quantità prodotta(es: i costi legati all'uso del capitale,all'organizzazione,alle spese di ricerca e pubblicità).

I costi variabili sono quei costi aziendali che variano al variare del volume dell'attività o al mutare della quantità prodotta(es: i costi legati all'acquisto di materie prime,prodotti energetici,manodopera)

Secondo il criterio 2) si è soliti distinguere tra costi diretti o speciali e costi comuni o indiretti.

I costi diretti o speciali sono suscettibili di imputazione diretta ad un oggetto di costo mediante la misurazione della quantità utilizzata dei fattori produttivi.

I costi comuni o indiretti si riferiscono a fattori produttivi per i quali non è possibile conoscere la quantità di essi realmente riferibile ad un oggetto di costo.


IL CONTROLLO DEI COSTI

Il controllo dei costi può essere effettuato:

-a livello di sistema aziendale utilizzando un conto economico a forma scalare;

-a livello di sub-sistemi mediante le tecniche del direct costing;

-a livello di oggetti più specifici,tramite le configurazioni di costo.

Il conto economico a forma scalare consente di analizzare il processo di formazione del risultato netto dell'esercizio.

Ricavi netti(ricavi al netto di sconti e ribassi passivi, premi ai clienti,resi su vendite,.)

-costo del (giacenze iniziali+acquisti esercizi+costo personale impiegato x

venduto produzione, +ammortamento industriale - giacenze finali)


Risultato lordo industriale

-costi di ricerca e sviluppo

-costi amministrativi

-costi di vendita


Risultato operativo

+/- proventi/oneri patrimoniali (gestioni definite accessorie)

+/- proventi/oneri finanziari    (ricavi/costi connessi ad operazioni finanziarie di

impiego delle risorse monetarie d'azienda)


Risultato di gestione

+/- proventi/oneri straordinari(no gestione tipica,né extra-tipica,no programmabili)


Risultato ante imposte

-imposte sul reddito


Risultato netto

DIRECT COSTING

Il direct costing è una tecnica di controllo dei costi con la quale si imputano ai prodotti solo i costi variabili legati alla quantità venduta e prodotta Il costo variabile di prodotto viene confrontato con il relativo ricavo, ottenendo così il margine di contribuzione.
Esso rappresenta la capacità dell'impresa di coprire i costi fissi e di contribuire alla formazione del risultato economico d'azienda. Infatti, sommando i margini di contribuzione dei diversi prodotti e togliendo da questo totale i costi fissi si ottiene il risultato netto d'impresa. I costi fissi diventano costi di periodo.
Una variazione al direct costing è quella di imputare al prodotto anche i costi fissi specifici. In tale caso si otterrà il margine di contribuzione di secondo livello (o netto).
La tecnica del direct costing deriva dalla logica "marginale" o "differenziale".

La contabilità a costi variabili viene particolarmente usata dal management aziendale quando si devono fare scelte strategiche di breve periodo, come ad esempio scegliere il prodotto più redditizio del quale incrementare la produzione senza però porre in discussione la struttura organizzativa dell'azienda.
La scelta del prodotto del quale si vuole incrementare la produzione senza modificare la struttura tecnico-organizzativa è un tipico problema di convenienza economica, di scelta comparativa tra diversi prodotti


CONFIGURAZIONI DI COSTO

Le principali configurazioni di costo utilizzate sono:

-il costo primo(si calcola sommando materie prime,manodopera diretta,spese

accessorie;controllo dei rendimenti delle materie e del lavoro);

-il costo di produzione(costo primo+una quota dei costi indiretti industriali;controllo

efficienza e andamento produzione;valutazione prodotti finiti);

-costo complessivo(costo di produzione+costi distributivi,ricerca sviluppo,oneri

finanziari e tributari;redditività prodotti)

-costo economico-tecnico(costo complessivo+oneri legati alla remunerazione del

fattore produttivo posto in posizione residuale).




ASPETTI DELLA GESTIONE AZIENDALE

La gestione monetaria risulta dal sistema delle entrate e delle uscite monetarie. Le entrate si ricollegano alla riscossione di ricavi e di crediti di finanziamento concessi,mentre le uscite si riferiscono ai pagamenti dei fattori produttivi posti in posizione contrattuale e residuale,nonché all'erogazione di crediti di finanziamento.

La gestione finanziaria si riferisce al sistema delle entrate e delle uscite per raccolta di capitale di credito o di rischio,nonché per le correlate necessità di rimborso.

La gestione economica rappresenta il sistema dei costi e dei ricavi misurati dalle variazioni finanziarie.






LA SCELTA DELLA STRUTTURA DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO

La scelta deve ispirarsi a cinque criteri:

-si deve coprire il proprio fabbisogno finanziario ricorrendo alle fonti di

finanziamento meno onerose;

-nel formulare le richieste di finanziamento occorre tener conto dei vincoli cui

soggiacciono i finanziatori e delle loro esigenze;

-occorre rispettare due esigenze del soggetto economico:
conservare il controllo della società e mantenere il leverage ad un livello di sicurezza;

-la struttura delle fonti deve essere adattata alle caratteristiche del fabbisogno:

la fascia costante di fabbisogno e la fascia di fabbisogno variabile crescente devono essere finanziate ricorrendo a nuovo capitale a rischio pieno,ossia mezzi propri o forme di prestiti a garanzia di stabilità,tali da permanere durevolmente all'interno;

la fascia variabile di fabbisogno fluttuante viene finanziata con finanziamenti elastici,modificabili a seconda delle varie esigenze aziendali;

-la convenienza del costo del denaro deve essere valutata in rapporto alla redditività

complessiva dell'azienda(R.O.I>i conviene indebitarsi tenendo sotto controllo il

leverage),


INDICI

R.O.I.= risultato operativo   il R.O.I. è il rendimento del capitale complessivo investito

C.P.+C.C. nell'azienda,rapportato al risultato della gestione tipica


R.O.E.=risultato netto  il R.O.E. è il rendimento del capitale proprio investito

C.P.


R.O.S= risultato operativo il R.O.S. è il ritorno sulle vendite e esprime l'incidenza dei

Fatturato costi fissi sul risultato operativo


Capital Turn Over= fatturato    è il tasso di rotazione del capitale investito

C.P.+C.C






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