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DEPOSITI E CONTI CORRENTI - DEPOSITI BANCARI: ORIGINI E CLASSIFICAZIONI

economia aziendale



DEPOSITI E CONTI CORRENTI


DEPOSITI BANCARI: ORIGINI E CLASSIFICAZIONI

La raccolta dei depositi costituisce la prima ed essenziale fase del processo di intermediazione nel credito posto in essere dalle banche.

I depositi bancari in denaro rappresentano la principale operazione di provvista fondi, la quale costituisce un’operazione passiva, in quanto le banche diventano debitrici nei confronti dei depositanti, e determinano il sorgere di costi d’esercizio sotto forma di interessi passivi e sconti passivi.

Art. 1834 del C.C.: “Nei depositi di una somma di denaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto o a richiesta del depositante, con l’osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi.”

Nel deposito bancario:

l’oggetto può essere solo il denaro;



il deposito deve essere presso una banca, la quale ne acquista la proprietà e deve restituirlo nella stessa specie monetaria;


CATEGORIE DI DEPOSITANTI 959e44j

Il volume globale dei depositi bancari dipende da:

livello del reddito nazionale e la sua distribuzione;

propensione del pubblico al risparmio;

politica monetaria e del credito svolta dalle autorità centrali;

forza di attrazione che l’investimento bancario riesce a esercitare rispetto ad altre forme di impiego.

Possiamo distinguere in tre categorie di depositanti:

soggetti che affidano alla banca somme piuttosto modeste, accantonate per fronteggiare eventuali imprevisti; rimangono depositati per periodi piuttosto lunghi questi depositi avranno una remunerazione + elevata;

soggetti che affidano temporaneamente alla banca delle somme in attesa di indirizzarle in investimenti + convenienti; rimangono per periodi di tempo piuttosto limitati questi depositi avranno una remunerazione inferiore;

soggetti che affidano alla banca quantità variabili di denaro in funzione dello svolgimento da parte della stessa di un servizio di tesoreria; questi depositi subiscono notevoli e frequenti movimentazioni questi depositi avranno una remunerazione pressoché simbolica;


CLASSIFICAZIONE DEI DEPOSITI

Secondo le modalità di svolgimento del rapporto:

depositi semplici: l’intera somma depositata deve essere prelevata in un’unica soluzione a scadenza normalmente prefissata;

depositi a risparmio: è ammessa una molteplicità di operazioni di versamento e prelevamento (in contanti);

conti correnti passivi: sono ammessi anche versamenti di crediti verso terzi e i prelevamenti avvengono di solito attraverso assegni e carte elettroniche.

Secondo la disponibilità delle somme utilizzate:

depositi rimborsabili a vista: le somme possono essere ritirate in qualunque momento o con brevissimo preavviso;

depositi rimborsabili con preavviso: i prelievi possono essere effettuati solo dopo che sia trascorso un certo periodo di tempo dal momento del preavviso;

depositi a scadenza fissa: le somme possono essere ritirate solo alla scadenza del vincolo;

depositi condizionati: la disponibilità delle somme è subordinata al verificarsi di determinati eventi.

Secondo la tipologia contrattuale:

depositi a risparmio liberi: rimborsabili a vista;

depositi a risparmio vincolati: possono essere a scadenza fissa o a scadenza indeterminata;

certificati di deposito: depositi semplici a scadenza prefissata;

conti correnti di corrispondenza passivi: permettono il regolamento in conto di ogni tipo di credito e di debito nei confronti della banca.

Secondo la diversa funzione che il depositante attribuisce al deposito:

depositi-tempo: accolgono quote di risparmio che il cliente è disposto a lasciare investite con una certa stabilità, allo scopo di ottenere un’adeguata remunerazione;

depositi-moneta: accolgono le disponibilità necessarie a far fronte alle esigenze correnti di liquidità derivanti dal regolamento di debiti o di scambi commerciali.


LA CONSISTENZA MEDIA

La consistenza media di un conto indica l’ammontare delle somme che sono risultate “mediamente” depositate presso la banca in un cero periodo di tempo.

Si determina come media aritmetica tra la somma dei numeri (ovvero i saldi per i giorni che intercorrono tra la valuta di quel saldo alla valuta successiva) e il totale dei giorni del periodo considerato.

La determinazione della consistenza media del singolo conto è particolarmente importante per calcolare i tassi d’interesse.


DEPOSITI A RISPARMIO LIBERI

I depositi a risparmio liberi costituiscono una delle possibili forme di primi impiego della ricchezza monetaria sottratta al consumo al fine di fronteggiare bisogni futuri o eventi imprevisti; sono caratterizzati dalla assoluta disponibilità delle somme depositate, anche se in questi ultimi anni sonno andate in disuso in quanto i risparmiatori sono più orientati verso forme di risparmio + creditizie.


ASPETTI GIURIDICI

I depositi a risparmio liberi sono comprovati da un libretto di deposito sul quale vengono annotate di volta in volta tutte le operazioni compiute; essi svolgono essenzialmente le seguenti funzioni:

documentazione del contratto di deposito;

documentazione degli atti attraverso i quali si svolge il rapporto che ne deriva.

I libretti di deposito possono essere:

nominativi: sono documenti di legittimazione aventi lo scopo di identificare il soggetto autorizzato a eseguire i prelevamenti delle somme depositate sul conto; il libretto viene intestato al nome del depositante, che è l’unico titolare del credito e il solo che può effettuare i prelevamenti; all’apertura l’intestatario deve esibire un documento e deve rilasciare alla banca su un apposito modulo (specimen firma) la propria firma autografa;

al portatore: sono titoli di credito, cioè documenti letterari e autonomi incorporati in un diritto di credito, suscettibili quindi di circolazione; il loro trasferimento avviene tramite consegna manuale; i prelevamenti possono essere effettuati da chiunque presenti il libretti, purché il pagamento sia avvenuto senza dolo o colpa grave.

Il libretto è costituito da un cartoncino rigido con striscia magnetica predisposto per l’inserimento nell’apposita feritoia del terminale di sportello.

Sulla facciata esterna sono riportati:

denominazione della banca e della dipendenza che lo ha emesso;

tipo di libretto;

categoria del deposito;

numeri di identificazione del deposito e del libretto;

generalità dell’intestatario per i libretti nominativi o nome, sigla o pseudonimo per quelli al portatore;

data di emissione.

Nella facciata interna, per ogni operazione vengono registrai:

la data di effettuazione;

la natura o causale dell’operazione;

l’importo dell’operazione;

il saldo aggiornato dopo ogni movimento.

In base alla normativa antiriciclaggio il saldo dei libretti di deposito a risparmio al portatore non può essere superiore a 12500 €. Inoltre, la banca deve:

acquisire i dati identificativi e gli estremi del documento esibito dal soggetto che apre il deposito per conto proprio o altrui;

registrare i dati anagrafici e il codice fiscale del soggetto che effettua prelevamenti o versamenti superiori a 12500 €.


DEPOSITI A RISPARMIO VINCOLATI

Sono quelli in cui il depositante si impegna a non effettuare prelevamenti fino a una certa data prefissata; possono essere a breve o a medio termine.

Sono comprovati anch’essi da libretti analoghi ai libretti di risparmio; ogni versamento effettuato viene considerato come rapporto vincolato a se stante; se le somme scadute non vengono ritirate entro 15 giorni il deposito viene rinnovato.



Le banche non consentono prelevamenti anticipati rispetto alla scadenza, ma possono concedere prestiti personali garantiti dall’esistenza del deposito.


CERTIFICATI DI DEPOSITO

Sono titoli di credito negoziabili rappresentativi del deposito di una somma di denaro vincolato per un determinato periodo di tempo. Non possono essere rimborsati anticipatamente e non possono garantire prestiti, tuttavia è possibile smobilizzare i certificati di deposito a breve termine attraverso un mercato secondario.

Il tasso d’interesse è commisurato alla durata dell’investimento: può essere fisso per i certificati a breve o indicizzato o con revisione periodica per i certificati a medio termine.

Possono essere corrisposti con periodicità annuale o infrannuale con lo stacco di apposite cedole allegate al titolo, oppure possono essere calcolati anticipatamente al momento dell’emissione; in ogni caso sono soggetti a ritenuta fiscale del 27%.

I certificati di deposito si distinguono in:

certificati di deposito a medio termine: hanno scadenza fra i 18 e i 60 mesi e possono essere nominativi o al portatore;

certificati di deposito a breve termine: sono titoli con scadenze non superiori a 18 mesi, generalmente al portatore e in tagli nominali prefissati;

certificati di deposito in valuta estera: sono strumenti finanziari a breve o a medio termine, espressi in valuta estera; il rendimento complessivo dell’investimento deriva non solo dal tasso d’interesse, ma anche dall’oscillazione del cambio della valuta in cui il certificato di deposito è espresso; pertanto, non può essere determinato in anticipo.


PRONTI CONTRO TERMINE

Con le operazioni pronti contro termine la banca vende a pronti alla clientela una certa quantità di titoli, con l’impegno di riacquistarli, a una scadenza prefissata, a un prezzo preventivamente concordato e superiore a quello praticato per la cessione a pronti.

I proventi subiscono il trattamento fiscale che segue:

se l’acquirente è un lordista il provento è riscosso per l’importo lordo e sarà tassato in dichiarazione dei redditi;

se l’acquirente è un nettista, il provento è soggetto a imposta sostitutiva del 12,50%.


I C/C DI CORRISPONDENZA

Il c/c di corrispondenza è un contratto con il quale la banca si obbliga a svolgere il servizio di cassa a favore del cliente e a effettuare per conto del medesimo una gamma assai vasta di atti e servizi, nonché ad assicurargli la disponibilità di una determinata somma di denaro.

I c/c hanno le seguenti caratteristiche:

mantengono al correntista la completa disponibilità delle somme depositate;

rappresentano uno strumento mediante il quale la banca presta al cliente un servizio di cassa;

offrono al correntista la possibilità di affidare alla banca tutta una serie di incarichi e di avvalersi di una vasta gamma di servizi;

permettono di compiere talune operazioni senza recarsi fisicamente presso gli sportelli bancari;

sono una fonte ricchissima di informazioni per la banca.

I correntisti sono informati dello stato del conto attraverso gli estratti conto prodotti dal Centro elaborazione dati.

I c/c si possono classificare in:

c/c di corrispondenza passivi: sono conti che presentano generalmente saldi creditori; possono verificarsi saldi debitori solo per il gioco delle valute o per occasionali scoperti di conto; configurano come un’operazione di raccolta fondi;

c/c di corrispondenza per elasticità di cassa: sono conti che presentano una frequente alternanza di saldi e presuppongono una vera e propria apertura di credito; si manifesta il non perfetto sincronismo tra entrate e uscite; rappresentano un’operazione sia di raccolta che di impiego;

c/c di corrispondenza attivi: sono conti che presentano saldi generalmente debitori; rappresentano un’operazione di impiego.


APERTURA DI UN CONTO CORRENTE

La banca concede l’apertura di un c/c a coloro che ne abbiano fatto richiesta e che ritiene meritevoli per qualità morali e di correttezza. L’apertura del c/c comporta le seguenti operazioni:

identificazione del titolare o dei titolari del conto;

la sottoscrizione del contratto contenente le condizioni da cui sarà regolato il rapporto e il consenso al trattamento dei dati personali;

il deposito della firma dell’intestatario mediante gli specimen di firma; se il conto è di + persone, l’indicazione se le firme devono essere disgiunte o congiunte;

il rilascio del libretto degli assegni

il rilascio di una serie di codici e password per le operazioni di remote banking


TENUTA DEI C/C DI CORRISPONDENZA

Le operazioni che vengono passare sui c/c sono documentate da:

ricevute per i versamenti effettuati allo sportello;

matrici per i prelevamenti mezzo assegno;

contabili di accreditamento/addebitamento inviate dalla banca per qualsiasi altra operazione.

La tenuta dei c/c richiede la conoscenza di:

regole di registrazione nel conto: il conto deve essere accreditato se l’operazione accresce le disponibilità a credito o diminuisce il saldo a debito, altrimenti viene addebitato;

valute delle operazioni: determinano il momento a partire dal quale le somme in esso iscritte producono interessi a favore del correntista o della banca;

metodologia contabile: per i saldi a credito e quelli a debito vengono usati due tassi differenti, e per la liquidazione degli interessi viene usato il metodo scalare-amburghese.


LE LIQUIDAZIONI PERIODICHE DEL CONTO

Secondo la deliberazione del 9 febbraio del 2000 nel c/c bancario l’accredito e l’addebito degli interessi avvengono in base ai tassi contrattualmente stabiliti e con la stessa periodicità (di solito trimestrale).

Commissione sul massimo scoperto: compenso accessorio che le banche richiedono nella misura minima dello 0,125% da commisurare al massimo saldo debitore risultante dallo scalare interessi secondo uno di questi criteri:

criterio assoluto: è calcolata sul massimo saldo debitore indipendentemente dalla durata dello stesso;

criterio relativo: è calcolata sul massimo saldo debitore che abbia avuto un periodo di scopertura superiore a 10 gg;

criterio misto: è calcolata sul massimo saldo debitore purché nel periodo considerato si abbia avuto un periodo di scopertura superiore a 10 gg.

Spese di conto: al correntista vengono addebitate:

spese di tenuta conto: somma fissa per ogni operazione annotata in c/c o importo globale a titolo di rimborso forfettario;

spese fisse di chiusura: addebitate in occasione di ogni liquidazione periodica;

imposta di bollo: imposta applicata su ogni estratto conto ed è di 13,94 per le persone e 6,39 per le società.

Estratto conto:documento che la banca invia periodicamente al correntista nel quale sono riportati tutti i movimenti registrati nel conto nell’arco di tempo considerato. Trascorsi 60gg dal ricevimento del documento senza che il cliente ne abbia fatto opposizione per iscritto, l’estratto conto si intende tacitamente approvato. L’estratto conto è corredato da:

scalare interessi: riporta i saldi formatisi ponendo le operazioni in ordine di valuta, l’indicazione dei giorni di durata di ogni saldo, l’indicazione dei numeri creditori e debitori;

prospetto delle competenze: chiarisce le informazioni riguardanti i tassi di interesse applicati nel corso del rapporto, la decorrenza delle valute, la capitalizzazione degli interessi e le relative ritenute operate, altre somme a qualsiasi titolo addebitate o accreditate al cliente.


LE PARTITE POSTERGATE

Sono operazioni la cui valuta scade posteriormente alla data di liquidazione del conto corrente;sono annotate nell’estratto conto ma vengono inserite nello scalare interessi del periodo successivo.

Il conto presenta così due saldi: il saldo contabile che risulta dall’estratto conto, e il saldo liquido che risulta dallo scalare interessi.






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