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IL SISTEMA ECONOMICO - I DIVERSI MODELLI DEI SISTEMI ECONOMICI

economia



IL SISTEMA ECONOMICO La condizione umana è caratterizzata della inadeguatezza delle risorse a disposizione degli uomini per soddisfare i loro molteplici bisogni. L'insufficienza dei mezzi si presenta a ogni livello: scarsi sui beni materiali, scarso il tempo disposizione degli uomini, limitato il denaro con cui procurarsi bene desiderati. La limitatezza dei beni dipende in gran parte del fatto che bisogni umani, sono risorgenti, cioè si presentano poco dopo averli soddisfatti. Le esigenze da soddisfare crescono con il progredire del benessere della società. L'uomo è quindi costantemente impegnato a procurarsi i mezzi per soddisfare i bisogni (attività economica). L'insufficienza dei mezzi rispetto ai bisogni rende questa attività penosa per l'uomo, per Cairo costringe a effettuare delle scelte e quindi a sopportare delle rinunce. Ma qual è la scelta migliore? Si potrebbe rispondere che quella che sfrutta al meglio le risorse a disposizione, soddisfacendo il maggior numero dei bisogni con il minimo impiego dei mezzi; ma non sempre tuttavia questo è vero. Nell'attività economica, tutti gli uomini sono variamente impegnati, in costante relazione gli con gli altri. L'attività economica non è quindi svolta isolatamente da ciascun individuo, ma si realizza all'interno dell'organizzazione sociale ed è influenzata da numerosi fattori, ambientali, tecnico scientifici, culturali, politici e giuridici. Il complesso delle conoscenze e fattori ambientali di cui dispone una comunità influenza il tipo di bisogno da soddisfare, il grado di precedenza nel loro soddisfacimento e il modo di soddisfarli. Ugualmente fattori culturali religiosi nella società e la sua stessa organizzazione giuridica politica condizionano le scelte economiche. Si definisce sistema economico l'insieme dei soggetti che, interagendo tra di loro, svolgono attività economica all'interno di un determinato contesto di regole e sotto l'influenza di fattori culturali religiosi ambientali politici tecnici scientifici. Il sistema economico non un'entità fisicamente individuabile, esso non si vede non si sente ma è sempr 121g63b e presente. I soggetti del sistema economico i soggetti che operano nel sistema economico (operatori economici) vengono raggruppati in quattro grandi categorie, in base alla principale funzione economica da essi svolta: la famiglia: è costituita dal insieme di persone singole, comunità, e veri propri nuclei familiari che svolgono principalmente attività di consumo. Esse inoltre forniscono fattori produttivi alle imprese (lavoro e capitali) ricevendo in cambio dei redditi (salario stipendi interessi) che nella parte non consumata, risparmiano; inoltre pagano le imposte e altri contributi allo stato per beneficiare dei servizi pubblici. impresa: è l'operatore composto da tutte le unità produttive del sistema, vale a dire le imprese individuali e le società che producono e vendono beni e servizi. La pubblica amministrazione: si intende l'insieme dei soggetti pubblici amministrativi che forniscono alla collettività servizi pubblici e che intervengono per garantire il benessere generale ed equità sociale tra i cittadini. Il resto del mondo: si intende ogni soggetto economico straniero che entri in contatto con operatori economici nazionali.




I DIVERSI MODELLI DEI SISTEMI ECONOMICI ogni sistema economico deve rispondere a tre questioni fondamentali: che cosa produrre? Decidere quali beni e servizi produrre e in quale quantità. Come produrre? In questo caso è necessario decidere con quali tecniche produttive realizzare beni e servizi desiderati. Per chi produrre?Come distribuire la ricchezza prodotta tra coloro che hanno contribuito a realizzarla. Si tratta di decidere quale compenso vada riconosciuto: ai lavoratori, che hanno prestato la propria attività manuale o intellettuale; ai proprietari dei mezzi di produzione che hanno concesso di utilizzare il loro bene; ha gli imprenditori che hanno organizzato i fattori produttivi.  Le risposte a tali quesiti variano secondo il tipo di organizzazione giuridica politica che il sistema si è dato. Possiamo affermare che esistono due modelli principali: il sistema liberista o economia di mercato e quello collettivista o economia pianificata. Si tratta di due modelli storici ormai non perseguiti nella loro integrità per inconvenienti che presentavano. Che si preferisce un modello intermedio che cerca di trarre soltanto gli aspetti positivi.Il sistema economico liberistaquesto sistema si fonda sul principio della libera iniziativa. Secondo questo principio ciascun soggetto economico è libero di determinare i suoi comportamenti e di dare risposta alle domande fondamentali dell'economia. L'imprenditore agisce senza condizionamenti, guidato soltanto dalla ricerca del massimo profitto, in continua concorrenza con gli altri imprenditori. Egli si avvale dei mezzi di produzione che appartengono ai privati; le scelte produttive sono stimolati dalle richieste che gli provengono dal mercato e sopporta sulla propria pelle il rischio di non essere competitivo. Lo Stato deve garantire esclusivamente l'ordine pubblico e il quadro a istituzionale per consentire al sistema economico di funzionare liberamente. Ogni intervento statale produce effetti perturbatori del sistema economico che raggiunge spontaneamente la sua posizione di equilibrio. Le forze e della domanda dell'offerta operanti sul mercato tendono a bilanciarsi: a un dato prezzo (prezzo di equilibrio) tutta la domanda dei consumatori è soddisfatta dalle imprese, tutta l'offerta delle imprese è assorbita dalla domanda dei consumatori. Per realizzare questa condizione i prezzi dei beni e dei fattori produttivi devono poter oscillare liberamente.

In questo sistema la risposta tra i quesiti fondamentali proviene dal mercato, quindi dal sistema nel suo complesso. Si tratta tuttavia più modello scarsamente radicati nella realtà nella sua integrità. La ricerca del massimo profitto porta trascurare le ragioni della solidarietà sociale della protezione dei soggetti deboli.La scuola classica tra liberismo e socialismoLa scuola classica presenta due atteggiamenti fondamentali: da un lato il pensiero liberista di Smith secondo cui lo Stato non deve interferire con l'opera della mano invisibile, cioè con quella forza che opera nascostamente nella storia e che trasforma l'interesse individuale nel benessere di tutti; dall'altro la tesi di Marx secondo cui si deve giungere all'espropriazione dei mezzi di produzione dei tenuti dai capitalisti, per instaurare un sistema di totale controllo statale sull'attività economica. Si pongono cioè le basi del dibattito fra capitalismo e socialismo: da una parte un mondo fondato sulla libertà di iniziative economica, sulla sacralità della proprietà privata, sul rifiuto dell'intervento statale; dall'altra una visione fondata sulla giustizia sociale, sul controllo collettivo dell'economia, su una statalizzazione della produzione che può spingersi addirittura al divieto dell'attività produttiva individuale.Il sistema economico collettivistaquesto modello parte dal principio che la proprietà privata dei mezzi di produzione è alla base dello sfruttamento della classe sociale, quella dei capitalisti, su quella dei lavoratori. il benessere della collettività non può essere conseguito lasciando liberi i soggetti di inseguire il personale tornaconto, perché questo genera ingiustizie sociali e la supremazia di pochi uomini su molti. gli interessi generali devono predominare su quelli individuali. Perciò le scelte economiche vanno affidate allo Stato e i mezzi di produzione devono diventare di proprietà pubblica. In questo sistema nessuno spazio è lasciato alla libera iniziativa privata. Le decisioni sui consumi, produzione, investimenti, prezzi sono verificate con anticipo dallo Stato imposte le famiglie alle imprese. Questo modo di agire sacrifica la libertà personale individuale e in ciò risiede il suo principale difetto.Il sistema economico mistoesso cerca di far convivere Stato e mercato. Gli interventi dello Stato sono diretti a limitare ed a porre rimedio ai difetti del mercato. Lo Stato non impone per ai privati le proprie decisioni, ma più spesse invoglia gli operatori a preferire certi comportamenti piuttosto che altri, mediante incentivi e disincentivi di vario genere.Laddove lo Stato non riesce ad arrivare la politica degli incentivi e dei disincentivi, provvede esso stesso fornendo direttamente beni e servizi (impresa pubblica). Impresa pubblica non è diretta al profitto ma persegue obiettivi di utilità generale. Oltre a controllare l'economia nel suo complesso, gli interventi dello Stato hanno finalità assistenziali, volendo proteggere i soggetti più deboli e garantire a tutti le migliori condizioni di vita possibile. Il sistema misto è opposto a varie critiche: la presenza dello Stato è sembrata eccessiva, dispersiva e dispendiosa rispetto ai modesti risultati raggiunti. Si sono offerte prestazioni anche coloro che non erano in condizioni di bisogno e senza controllare se vi erano i fondi per sostenerle. Impresa pubblica ha mostrato poi la sua inefficienza accumulando che gli anni ingenti debiti.Per migliorare le prestazioni dello Stato sociale e ridurre costi Italia sta ricorrendo al cosiddetto settore no profit. In sostanza lo stato attraverso una politica di incentivi fiscali e agevolazioni di vario genere favorisce la nascita delle associazioni private di volontari impegnati nei sociale; si tratta di associazioni ispirate a motivi non di lucro cioè non dirette ai guadagni personali dei partecipanti.La politica economicaper politica economica si intende insieme dei provvedimenti posti in essere dallo Stato e in generale dalle autorità pubbliche per il perseguimento di obiettivi prefissati.Si compone quindi di due momenti distinti ugualmente importanti: la definizione degli obiettivi e la determinazione delle strategie per realizzarli. La decisione su entrambi questi punti spetta all'autorità pubblica che può essere variamente concordata con altri soggetti; in quest'ultimo caso si parla di politica della concertazione. Gli obiettivi che lo Stato intende perseguire possono essere di vario genere: sviluppare i redditi, contrastare l'inflazione, combattere la disoccupazione, riequilibrare i conti con l'estero, eliminare gli squilibri tra settori economici o zone del paese. Il raggiungimento degli obiettivi viene di solito ottenuto agendo sulla leva fiscale e sulle variabili monetarie; si par nei due casi rispettivamente di politica fiscale e di politica monetaria.





I RAPPORTI ECONOMICI INTERNAZIONALINessun Paese è in grado di provvedere interamente a se stesso, cioè riesce produrre tutto ciò di cui a bisogno a consumare tutto quello che produce. Sistemi economici di oggi sono del tipo aperto cioè sono caratterizzati influenzati dalle relazioni commerciali così si stranieri.Il commercio internazionale può definirsi come complesso degli scambi di beni, servizi, capitali tra gli operatori economici di un dato paese e gli operatori stranieri ( resto del mondo).La proiezione verso l'esterno si spiega innanzitutto con il fatto che ciascun sistema si specializza nelle produzioni più rispondente alle proprie attitudini. I beni non prodotti devono quindi necessariamente essere importati in altri paesi verso i quali, magari, si indirizzeranno le esportazioni. La specializzazione produttiva dei sistemi è dettata anche da una ragione tecnica, quella di realizzare le cosiddette economie di scala. In determinati settori economici, i costi di produzione sono talmente elevati che l'impresa, per ammortizzarne il carico e conseguire degli utili deve raggiungere volume di produzione che un mercato nazionale difficilmente è in grado di assorbire. Ostacoli possono derivare ad esempio dall'antagonismo tre gruppi politici al governo dei paesi, dallo Stato di guerre o dall'imposizione di un embargo. L'embargo è una sanzione utilizzata da gruppi di stati o da organizzazioni internazionali che consiste nel vietare agli stati di intrattenere relazioni commerciali con un altro Stato, colpevole di aver violato il diritto internazionale.


Le teorie del commercio internazionaleLa più famosa di queste teorie si deve all'economista inglese Ricardo e prende il nome di teoria dei costi comparati. Questo teoria porta all'eccesso l'idea della specializzazione, giungendo ad affermare che può essere conveniente importare anche quei beni che all'estero si presentano a prezzi superiori a quelli realizzabili all'interno. Alla base di questa teoria c'è la convinzione che il valore di un bene sia dato dalle ore di lavoro necessario per produrlo e che costi di trasporto siano nulli. Occorre distinguere il concetto di costi comparati del concetto di ragione di scambio; il primo è il rapporto tra i costi di produzione di due diversi beni nello stesso paese; il secondo è il rapporto di scambio tra due diversi prodotti di due diversi paesi, deve essere contenuta nella fascia i cui estremi sono i costi comparati. Paradosso ricardiano: uno Stato preferirà dedicarsi alla produzione di un bene il cui costo è relativamente più basso e in portare un altro più costoso da un altro paese. La teoria ricardiano parte dalla situazione ipotetica della produzione di due soli beni il cui unico costo è dato dal lavoro necessario per realizzarli, trascurando quindi tutti gli oneri aggiuntivi come le spese di trasporto, spedizione, assicurazione, organizzazioni... inoltre non spiega come si determina il corso del prodotto, ne chiarisce perché prodotti di uguale livello tecnologico siano comunque scambiati. Egli trascura alcuni elementi importanti quali il gusto del consumatore, la produzioni in serie che consente forti riduzioni dei costi. In fine la teoria non affronta il problema dei cambi delle monete dei vari paesi.La teorie del commercio internazionale alternative a quella ricardiana gli economisti svedesi Hecksher e Ohlin si interessarono principalmente della determinazione del costo di produzione. La scelta produttiva di un paese è determinata dal costo dei fattori produttivi, poiché il prezzo del fattore è in relazione inversa alla sua disponibilità, si deduce che ciascun paese si specializzerà in quelle produzioni che utilizzano maggiormente il fattore produttivo relativamente più abbondante. Anche questa teoria ha suscitato delle obiezioni; Leontif dimostrò che gli Usa, paese ricco di capitali, esportavano beni richiedenti molto lavoro e importava beni richiedenti un impiego intensivo di capitali. Secondo la teoria del ciclo del prodotto elaborata negli stati uniti, il diverso livello di sviluppo tecnologico raggiunto da ogni paese influenza notevolmente il tipo e volume delle esportazioni. Fase iniziale ( prodotto nuovo): in questa fase costi di produzione sono normalmente alti e solo pochi grandi imprese potranno sostenere l'onere. La domanda è rigida, vale a dire fare misura meno che proporzionale al variare del prezzo. Questi prodotti saranno esportati dai paesi con più elevato sviluppo tecnologico e che sono in grado di investire molte risorse nella ricerca scientifica e tecnica. Fase di sviluppo ( standardizzazione del prodotto): il prodotto cessa di essere nuovo e ciò consente di elaborare tecniche produttive efficienti. Il conseguente abbattimento dei costi induce molte più riprese a dedicarsi alla fase di produzione. Fase della maturazione (il prodotto non è più modificabile): il prodotto non è più tecnologicamente passabile di ulteriori innovazioni e quindi differenziazioni se non marginalmente. Le tecniche produttive raggiunte consentono inoltre di produrre grandi quantitativi a prezzi bassi, con scarsa necessità di lavoro qualificato. In questa fase la domanda si dice elastica, piccole variazioni di prezzo provocano consistenti variazioni nella quantità richiestae variazioni di prezzo provocano cambiamenti notevoli della domanda ( beni a domande elastica); un aumento o una diminuzione del prezzo non incidono maniera rilevante sulla quantità della domanda ( beni a domanda rigida). Sono beni a domande elastica i beni voluttuari (profumi, auto...); sono invece beni a domanda rigida i beni di prima necessità.

L'offerta l'offerta dipende dai produttori, i LA LEGGE DELLA DOMANDA E DELL'OFFERTA La domanda Analizzare la domanda di un bene significa indagare sul comportamento di colui o di coloro che desidero acquistare quella determinata merce. La domanda corrisponde alla quantità di un bene che viene richiesta da un individuo (domanda individuale) o da una pluralità di persone ( domanda collettiva). La domanda individuale di un bene è la quantità del bene stesso che i compratori sono disposti ad acquistare a un certo prezzo, in un determinato momento. La domanda collettiva è l'insieme delle domande individuali. La domanda di un certo bene può essere influenzata da diversi fattori: il prezzo: l'andamento della domanda è influenzato soprattutto dal prezzo di un bene: se prezzo diminuisce la domanda aumenta, mentre se il prezzo aumenta la domanda diminuisce. Quindi: la domanda di un bene varia in modo inversamente proporzionale al variare del prezzo; tra la domanda e offerta esiste un rapporto tale per cui se uno cresce l'altro diminuisce e viceversa. Il reddito: la domanda di un bene è influenzata anche dal reddito dei consumatori e se il reddito aumenta anche la domanda aumenta e viceversa. Quindi: la domanda di un bene varia  in modo direttamente proporzionale al variare del reddito. Il prezzo dei beni complementari e succedanei:Il prezzo dei beni complementari e succedanei influiscono in vario modo sulla domanda del bene considerato. In particolare: la domanda di un bene succedaneo varia in modo direttamente proporzionale al variare del prezzo del bene principale; la domanda di un bene varia in modo inversamente proporzionale al variare del prezzo di un bene suo complementare. Le preferenze dei consumatori: anche le preferenze dei consumatori influenzano la domanda, ma questi fattori di natura psicologica e quindi soggettivi sono difficili da misurare. A decidere della preferenza di un bene rispetto un altro non è infatti semplicemente gusto personale: i consumatori sono condizionati da altri fattori come la moda, la pubblicità, lo spirito di emulazione..., che influenzano la domanda in maniera considerevole. Sotto la spinta di queste pressioni psicologiche, la domanda di un bene può diventare rapidamente molto elevata, ma con la stessa rapidità può diminuire. L'elasticità della domanda: l'andamento della domanda rispetto a prezzo non è uguale per tutti tipi di beni. In alcuni casi anche piccolquali sono disposti a cedere un bene soltanto un determinato prezzo che per loro rappresenta il ricavo e comprende costi sostenuti per produrre bene e il profitto. L'offerta è individuale quando corrisponde alla quantità immessa dal mercato da un solo produttore; e invece collettiva quando rappresenta l'offerta di un insieme di produttori o di un certo settore. L'offerta individuale di un bene è la quantità di esso che un venditore è disposto a offrire sul mercato in un determinato momento e a certo prezzo. L'offerta collettiva è il insieme delle offerte individuali.Anche l'offerta è individuato da diversi fattori: il prezzo del bene: l'andamento del prezzo ha un'influenza determinante sull'offerta. Se prezzo è levato i produttori sono invogliati a produrre e a vendere una maggior quantità del bene. Al contrario, di fronte a un prezzo basso non hanno convenienza a produrre e la quantità offerta sarà minore. Si può quindi che concludere che l'offerta di un bene varia in modo direttamente  proporzionale al variare del prezzo: aumenta quando il prezzo sale e diminuisce quando il prezzo scende. È questa la cosiddetta legge dell'offerta. Il costo di produzione: dall'aumento o dalla diminuzione del prezzo di uno dei fattori produttivi, dipende in maniera determinante la quantità di un certo bene che un produttore è disposto a offrire. Se prezzo di un fattore aumenta, cresce anche il corso di produzione; di conseguenza, se prezzo di vendita rimane costante, il profitto dell'imprenditore diminuisce. Se invece il corso di produzione diminuisce si genera l'effetto contrario. Il prezzo degli altri beni: se lo stesso produttore può produrre bene di diversa natura, anche il prezzo degli altri beni può influire sull'andamento dell'offerta del bene considerato: avendo infatti quest'opportunità, evidente che egli sarà indotto a incrementare la produzione di quei beni più prezzi sono più elevati, mentre diminuirà l'offerta del bene considerato.






L'equilibrio del mercato: la domanda e l'offerta di ciascun bene si incontrano sul mercato, si influenzano reciprocamente e influenzano i relativi prezzi.Se la domanda di un bene supera l'offerta, il bene diventa raro e, siccome determinati consumatori pur di ottenerlo sono disposti a pagare un prezzo più elevato, i produttori sono indotti ad aumentare il prezzo. La maggior parte degli acquirenti, di fronte a prezzi più alti diminuisce la sua domanda e gli offerenti sono spinti ad aumentare l'offerta.In tal modo lo squilibrio tra la quantità domandata e la quantità offerta tende a ridursi di raggiungere ha una posizione in cui la domanda eugualia l'offerta. È questa la condizione di equilibrio del mercato, a cui corrisponde il prezzo di equilibrio. Se invece sul mercato l'offerta di un bene è in eccesso rispetto alla domanda, il produttore pur di vendere abbasserà il prezzo; di conseguenza i consumatori domandano di più e i produttori offrono di meno, così si ripristina l'equilibrio.Limiti del libero mercato: se tutto fosse affidato all'automatismo del mercato, in economico potrebbe non risultare pienamente efficienti e le risorse potrebbero essere utilizzate al meglio.È necessario che l'attività dei privati venga indirizzata in modo da tenere nella dovuta considerazione gli interessi collettivi e i valori sociali. Nei sistemi a economia mista lo Stato introduce una legislazione adeguata che indirizza le scelte dei privati e influenza in vario modo i prezzi che non risultano esclusivamente delle libere leggi del mercato ma se ne allontanano più o meno sensibilmente.





















LE FORME DI MERCATO si distinguono:concorrenza perfetta:perché possa esistere un mercato di concorrenza perfetta sono indispensabili diversi presupposti, che difficilmente si trovano nella realtà: il mercato deve essere polverizzato: devono esserci numerosi produttori e numerosi consumatori in modo che nessun offerente e nessun richiedente da solo può influenzare la formazione del prezzo. Il prodotto deve essere omogeneo: tutte le imprese che operano in un certo settore devono produrre bene identici. Il mercato deve essere trasparente: i venditori e gli acquirenti devono poter conoscere la qualità e il prezzo del bene e disporre di tutte le informazioni utili per le loro scelte. il mercato deve assicurare la libertà di ingresso: i venditori e gli acquirenti devono essere liberi di entrare e di uscire dal mercato, di decidere se vendere, se acquistare e in quale quantità.  È praticamente impossibile che tutte queste condizioni ricorrano contemporaneamente, perciò la concorrenza perfetta viene considerata un mercato puro o ideale. La concorrenza perfetta è la forma di mercato caratterizzata dalla presenza di numerosi operatori, da prodotti omogenei e che hanno un unico prezzo.Il monopolio è la forma di mercato contrapposto alla concorrenza perfetta, in quanto l'offerta è concentrata in un solo offerente che offre un bene unico nel suo genere. in questo caso il monopolista non deve confrontarsi con alcun concorrente e cerca di trarre il massimo vantaggio da questa sua posizione di privilegio.in genere agisce sul prezzo e lo fissa al livello che gli è più conveniente. In ogni caso il monopolista mira ad assicurarsi il massimo  profitto.Il monopolio è la forma di mercato nella quale l'offerta è concentrata in un solo offerente che può stabilire il prezzo, mentre la domanda è rappresentata da molti acquirenti.Tipi di monopolio: naturale: il bene è unico per natura e non esistono beni succedanei che possano sostituirlo. legale: è la legge che stabilisce che un ceto bene sia offerto da un unico imprenditore. di fatto o assoluto: l'offerente ha eliminato tutti i concorrenti, e temporaneamente, è l'unico sul mercato.Il monopolio di fatto nella realtà è difficile da incontrare, perché è difficile incontrare un impresa che domini il mercato in qualità di monopolista, in quanto lo stato interviene opportunamente con la legge antitrust. inoltre il processo di globalizzazione e l'integrazione dei mercati a livello internazionale di fatto limitato situazioni di monopolio.il monopolio favorisce solo il produttore che gode di alti profitti, tende ad ammodernare gli impianti con scarsa


sollecitudine.gli squilibri che questa forma di mercato può provocare all'interno di un sistema economico sono causati dal prezzo elevato dei prodotti da un sottoutilizzo dei fattori produttivi la concorrenza imperfetta o monopolistica Una forma di mercato che trova riscontro nella realtà è la concorrenza monopolistica, una forma di mercato in cui si trovano elementi sia del monopolio sia della concorrenza perfetta.L'offerta è frazionata fra più imprese e la domanda è rappresentata da un notevole numero di acquirenti; quindi per la pluralità degli operatori questo mercato ricorda la concorrenza perfetta. Tuttavia il ben offerto da ogni produttore è diverso da quello degli altri. A un po' i prodotti non sono omogenei ma sostituibili tra loro. La mancanza di omogeneità dei beni offerti fa decadere uno dei presupposti della concorrenza perfetta e a prodotti apparentemente diversi corrispondono prezzi diversi.La concorrenza monopolistica è la forma di mercato in cui una pluralità di imprese offre a numerosi acquirenti beni differenziati a prezzi diversi.In questo tipo di mercato vengono meno la trasparenza e la sovranità del consumatore.l'oligopolioun'altra forma di mercato che si riscontra frequentemente nella realtà è l'oligopolio caratterizzato da pochi offerenti che dispongono di ingenti capitali e realizzano la produzione su vasta scala, tanto che sono in grado di agire sul costo di produzione e sul prezzo, escludendo dal mercato se le rivali meno competitive sia i potenziali imprenditori che potrebbero affacciarsi sul mercato.Oligopolio perfetto: nel caso di beni omogenei i singoli imprenditori si fanno concorrenza tra loro e spesso l'impresa leader decide la quantità da produrre e il produttive).rispettivo prezzo.Oligopolio imperfetto: se si tratta di beni differenziati tra loro sostituibili, ogni impresa dotta tutte le strategie possibili per accaparrarsi la più vasta area di mercato.Oligopolio è la forma di mercato caratterizzata dalla presenza di poche imprese che offrono beni omogenei o eterogenei a numerosi acquirenti, a prezzo stabilito dagli offerenti.Le concentrazioni di imprese: gli oligopolisti possono concludere accordi sottoforma di cartelli o di trust. Nel primo caso stabiliscono un modalità di produzione e di vendita; nel secondo caso costituiscono un gruppo che dà vita una concentrazione industriale di tipo orizzontale che (le imprese del gruppo operano nello stesso settore) o verticale (il gruppo controlla tutte le fasi






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