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Il diritto comunitario può incidere sul diritto penale interno di ogni Stato membro

giurisprudenza



Il diritto comunitario può incidere sul diritto penale interno di ogni Stato membro, su tutte quelle norme di parte generale e su quelle categorie di reato che tutelano beni giuridici aventi una regolamentazione nell'ordinamento comunitario.

La CE, infatti, ha competenza normativa limitata solo a determinate materie[LB1] , e in particolare ai rapporti economico-sociali e ad alcuni diritti fondamentali, riducendo di riflesso l'ambito dei beni giuridici tutelati da norme penali e le categorie di reato suscettibili di subirne l'incidenza.[LB2] 


Le norme comunitarie con efficacia diretta [LB3]  hanno una "incidenza settoriale" sul diritto penale interno, incidendo su quelle categorie di reato della parte speciale che riguardano beni giuridici disciplinati dall'ordinamento comunitario e su quelle norme della parte generale che per loro natura sono destinate a subirne l'influenza del diritto comunitario (come quelle inerenti all'uguaglianza e al riconoscimento della liceità del fatto).[LB4] 




La norma penale contrasta totalmente con il diritto comunitario, così come ogni altra norma dell'ordinamento giuridico dello Stato, subisce gli effetti della preminenza del diritto comunitario.[LB5]  Ne consegue che in caso di contrasto fra le due fonti, la norma penale interna va disapplicata.

Il contrasto con la normativa comunitaria può essere anche parziale, lasciando al giudice nazionale uno spazio valutativo e interpretativo, qualora accerti che la norma penale ha un ambito di efficacia e di applicazione tale che essa invade anche il settore comunitario, dovendo egli disapplicare tale norma nei limiti in cui essa si presenti incompatibile col diritto comunitario.

A tal proposito si possono configurare due distinte ipotesi di contrasto parziale.

(a)  Anzitutto siamo di fronte ad un contrasto parziale quando la norma comunitaria dichiari, in relazione a una situazione particolare, che solo alcune delle condotte astrattamente rientranti nella fattispecie legale, in concreto, non costituiscono reato essendo conformi "ratione materiae" all'ordinamento comunitario.[LB6] 

(b)  L'altra ipotesi di contrasto parziale si ha quando la condotta è conforme al diritto comunitario, nella misura in cui il fatto sia commesso all'interno della Comunità o riguardi beni o soggetti di provenienza comunitaria (incidenza del diritto comunitario ratione loci aut subiecti[LB7] 


Nei casi di incompatibilità parziale fra norme penali interne e diritto comunitario, un filone dottrinale ritiene [LB8] che in questi casi i fatti siano resi leciti da una causa di giustificazione che trova la sua fonte nella normativa comunitaria. Secondo un altro filone dottrinale [LB9] , si ritiene si tratti di accertare che si è al di fuori del fatto-reato, poiché una condotta conforme alla norma comunitaria prevalente è lecita e come tale non ha bisogno di essere considerata condotta tipica, sfuggendo alla configurazione delittuosa o contravvenzionale e quindi non necessita di alcuna giustificazione.[LB10]  Seguendo quest'ultima ipotesi ricostruttiva, non vi è alcuna esigenza di abrogare la norma penale o di dichiararla costituzionalmente illegittima; ricorre solamente l'obbligo del giudice ordinario di disapplicare la norma penale nei limiti in cui nel caso concreto sussista parziale incompatibilità con la normativa comunitaria[LB11] 



Introduzione definitoria e classificatoria delle d.a.r.


Il fatto giuridico della discriminazione alla rovescia viene generata dall'interazione dei sistemi giuridici nazionali con quello comunitario, ed è rinvenibile in tutti i casi in cui, ad una persona fisica o giuridica, venga imposto dal proprio Stato membro un trattamento diverso, e più pregiudizievole, rispetto a quello garantito invece ai cittadini o persone giuridiche di altri Stati membri della Comunità Europea.[LB12] 


La d.a.r si può configurare in tutti i casi in cui il trattamento più sfavorevole dei propri cittadini da parte di uno Stato membro derivi da:


Norma comunitaria secondaria direttamente efficace nel diritto interno degli Stati membri (regolamento o direttiva[LB13]  direttamente applicabile per la quale sia scaduto il termine di implementazione imposto allo Stato membri), nei casi in cui il cittadino che se ne avvale rientri nel campo di applicazione del diritto comunitario[LB14] ; [Knoors, Auer II, Singh, Angonese]

Disposizione del Trattato che, così come applicata dalla CGCE alla fattispecie concreta, dichiari il trattamento riservato dallo Stato membro ai propri cittadini, una violazione delle libertà di circolazione garantite dal TCE; [Pistre, Alpine Investment, Bosman]


Pronuncia della Corte nazionale che ritenga le norme interne contrarie al principio di eguaglianza quando stabilito dai singoli ordinamenti degli Stati membri [LB15] 




Connessioni fra le d.a.r. e la  giurisprudenza Cassis de Dijon.


Con riferimento alla libera circolazione delle merci garantita dal TCE, è da rilevare che la CGCE ha interpretato l'art.29 del Trattato nel senso che solo le disposizioni discriminatorie nazionali vengono vietate, perciò le misure di uno Stato membro che si applicano a tutte le merci, indipendentemente dalla loro destinazione, non infrangono l'art.29 anche se impediscono alle merci nazionali di penetrare altri mercati del territorio comunitario.

Perciò una norma indistintamente applicabile a merci nazionali e importate da altri Stati membri, che provochi delle restrizioni alla vendita delle seconde, può essere impugnata dall'importatore (per esempio, in quanto abbia l'effetto di ridurre il volume delle importazioni in violazione dell'art.28 a non possa essere giustificata né da "ragioni imperative"[1] né dall'art.30), lo stesso non potrebbe fare il produttore nazionale e potenziale esportatore, rendendo possibile una discriminazione da parte di uno Stato membro nei confronti dei propri cittadini.[LB16] 



Abbreviazioni:



Annali Univ. Ferrara Annali dell'Università di Ferrara

CahDE    Cahiers de droit européen

Cass.Pen.    Cassazione Penale

CGCE Corte di Giustizia delle Comunità europee

CMLRev Common Market Law Review

DcomSC  Diritto comunitario e degli scambi internazionali

Dir.Prat.Trib.   Diritto e pratica tributaria.

DirUE Il diritto dell'Unione Europea

ELR    European Law Review

ELRep European Law Reports

Foro it. Foro italiano

giust. civ. Giustizia civile

giur. cost. Giurisprudenza Costituzionale

ICLQ  Industrial and Comparative Law Quarterly

JDT Journal du droit international

Quad.cost.   Quaderni costituzionali

Rev. crim. pen. comp.  Revue de science criminelle et de droit penal comparé

Riv.dir.agr.   Rivista di diritto agrario

Riv.it.dir.pub.   Rivista italiana di diritto pubblico

RMC   Revue du Marché commun

RMUE    Revue du Marché Unique Européen

RTDEur  Revue trimestrelle de Droit européen

TCE    Trattato istitutivo della Comunità Europea (versione consolidata)

UE  Unione Europea

YELaw   Yearbook of European Law

Sommario



Parte I


Le discriminazioni alla rovescia: definizione e categorie.

Giudicabili e non giudicabili dalla CGCE

Giurisprudenza nazionale e comunitaria, Principi.



Parte II


Le discriminazioni alla rovescia nella giurisprudenza.

Teoria generale delle discriminazioni alla rovescia.

Discriminazioni alla rovescia: ammissibili, se e quando (esamina casi)

Legge di purezza della pasta.

Loi Lang.

Prezzo fisso di rivendita libri.

Professione forense in Italia.

Lettori di lingua straniera.



Parte III


Per una disciplina sanzionatoria delle discriminazioni alla rovescia razionalmente fondata.



Tali ragioni meritevoli di tutela al di fuori degli stretti limiti dell'art.30 sono: protezione dell'ambiente, salvaguardia dell'interesse dei lavoratori, protezione della creazione cinematografica, lealtà delle operazioni commerciali.


 [LB1] C.Cost., 183/1973

 [LB2] Riz Roland, 12

 [LB3] chiarisci il significato giuridico.

 [LB4] Riz Roland, 14, per la limitazione dell'incidenza alla sola parte speciale vedi sent. C.Cost., 183/1973

 [LB5] [Simmenthal]

 [LB6] (1) norma nazionale che vieta la produzione e la commercializzazione di un prodotto, fabbricato e venduto in altri Stati membri, mantenendo un divieto di produzione indistintamente applicabile a tutti i cittadini UE, che sia giustificato dall'art.30 TCE (già art.36); (2) norma nazionale con elementi descrittivi che vengono riprodotti in una normativa derivata CE, direttamente efficace, con parametri meno rigidi di quella nazionale.

 [LB7] Contrasto tra l'art.20 L.739/70 - divieto di utilizzo aceto di mele - e art.28 TCE (già art.30) , in virtù della sentenza CGCE causa 788/79 [Gilli e Andres]. Riz Roland, 15-17.

 [LB8] Pedrazzi C., Boscarelli M., (Riz Roland, 17)

 [LB9] Riz Roland

 [LB10] Nel complesso sistema sanzionatorio degli Stati membri rientra il diritto penale amministrativo, inteso come insieme di norme che prevedono quei fatti illeciti per i quali sono comminate sanzioni extrapenali aventi carattere punitivo, in tutti i casi in cui le norme nazionali comprendano elementi della fattispecie che facciano riferimento, ai fini della determinazione del loro contenuto, al diritto comunitario.

 [LB11] Riz Roland, 18

 [LB12] Cannizzaro Enzo, YELaw

 [LB13] Enuclea caratteri della direttiva direttamente applicabile.

 [LB14] Perché ha esercitato un diritto di libera circolazione garantito dal TCE ovvero perché la fattispecie concreta presenta un qualsiasi fattore di collegamento a una qualunque delle situazioni contemplate dal diritto comunitario.[C-123-93, Steen II]

 [LB15] problema delle basi della pronuncia, diritto comunitario o diritto interno?

 [LB16] Jarvis Malcolm, 153, ch.5




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