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Modello di sviluppo conseguente alla rivoluzione industriale - Origine della divisione tra Nord e Sud

diritto



Modello di sviluppo conseguente alla rivoluzione industriale


Origine della divisione tra Nord e Sud


La divisione tra Nord e Sud ha avuto origine già nell'antichità. A partire da 8-9000 anni fa, si svilupparono le prime società a economia agricola, che si impiantarono soltanto in alcune zone favorevoli, per il clima, per il terreno, per la presenza di acqua.. Questa scelta fu derivata perciò dalla possibilità di sopravvivere. Le principali zone occupate furono: la fascia che si estendeva dal Nilo alla Mesopotamia e all'India Settentrionale (la Cina, la Grecia, le Coste mediterranee) Penisola del Messico e lo Yucatan. Da queste parti partivano conquiste, colture, innovazioni. Si può infatti dire che nelle regioni in cui è avvenuta una maggiore circolazione di conoscenze e innovazioni, le civiltà si sono evolute in forme più complesse, articolate e hanno trasformato il territorio in modo vistoso e duraturo. Dove invece particolari ostacoli climatico - ambientali (foreste dense, montagne, oceani, deserti) hanno rallentato o impedito le relazioni tra i popoli, lo sviluppo culturale è avvenuto in modo più frammentato e si è basato su un minor numero di conoscenze e una minore varietà di produzione, sia agricola sia materiale; pertanto l'adattamento all'ambiente ha prevalso sulla trasformazione.


Ma la vera causa della divisione del mondo di oggi fu la rivoluzione industriale, che coinvolse tutti i campi e tutto il mondo ma in maniera diversa. Le prime aree industriali moderne si formarono nel 1800 in Inghilterra, subito dopo negli Stati Europei e nell'America del nord.



Questo periodo fu caratterizzato da numerose innovazioni tecnologiche (telaio meccanico, industria tessile, macchina a vapore, che utilizza energia termica per produrre energia motrice e ferrovia), quindi tutto ciò che prima veniva fatto in una bottega di un artigiano con pochi mezzi e pochi lavoratori (garzoni o familiari) e molto lentamente, nel 1800 veniva fatto con le macchine molto più velocemente. Nasce così la figura dell'imprenditore (che sostituisce quella dell'artigiano - proprietario esperto), che è colui che compra le macchine con il proprio capitale, le mette a disposizione dell'attività industriale che vuole avviare e assume la manodopera, e riceve un profitto.

Ciò trasformò intensamente il modo di produrre, anche dal punto di vista dell'organizzazione e distribuzione della popolazione sul territorio; infatti il lavoro industriale trovò comodo molte persone in singoli stabilimenti. Inoltre la popolazione contadina, attirata dal salario fisso, che non era garantito lavorando la terra, si trasferì in città in prossimità delle fabbriche dove le condizioni di vita non erano affatto buone.

L'industria cominciò, poi, ad avere l'esigenza di vie di comunicazioni e mezzi di comunicazione, che furono in grado di accontentare con lo sviluppo del settore siderurgico e la costruzione della ferrovia.

La rivoluzione industriale contribuisce anche all'aumento della produzione agricola grazie ai macchinari che furono introdotti e ai prodotti chimici che furono fabbricati in seguito. Finisce così il problema della fame grazie alla possibilità di comunicazione e di commercio con gli altri popoli.

L'industria si forniva di materie prime dai paesi non industrializzati che rimasero, così, dei semplici fornitori, mercati di approvvigionamento a baso costo. Nel corso dell'800 i paesi europei industrializzati cercarono in tutti i modi di appropriarsi di questi territori (colonialismo).

Alla fine dell'800 si ha una seconda rivoluzione industriale, perché si ha di nuovo l'introduzione di una serie di innovazioni importanti, quali l'energia elettrica, che si può produrre in un posto e trasportare facilmente in un altro ed è inoltre utile per soddisfare più richieste e il motorio a scoppio.

Ora stiamo assistendo alla terza rivoluzione industriale, che è caratterizzata dallo sviluppo del settore informatico, che permette una comunicazione immediata di dati e informazioni.


Localizzazione industriale


La prima fase di crescita dell'industria dipese molto dalla presenza di giacimenti minerari di ferro e dalla vicinanza delle fonti di energia, in particolare il carbone. La maggior parte delle industrie si localizzò vicino ai giacimenti delle due materie prime, in quanto gli elevati costi di trasporto dei materiali grezzi rendevano conveniente la loro lavorazione nei pressi delle miniere.

A poco a poco queste prime aree industriali si ingrandirono e per molto tempo continuarono ad attirare molte altre attività industriali e investimenti perché in queste zone si trovava la manodopera, vie di comunicazione e quindi collegamenti con le altre industrie, importante perché un'industria isolata non può avere molta fortuna (ha bisogno di integrarsi). L'obbiettivo degli imprenditori che mettevano il loro capitale in queste aree erano la riduzione dei costi e la massimizzazione del profitto.

Così le aree industriali per tutto l'Ottocento restarono comunque concentrate quasi esclusivamente in alcune regioni europee: erano accentrate in Inghilterra, Centro Europa e poi negli Stati Uniti e nelle Regioni dei Laghi americane.

Queste aree diventarono ben presto delle vere e proprie agglomerazioni industriali (insieme di più industrie, servizi e popolazioni diverse), in cui gli imprenditori organizzarono delle economie di agglomerazione che sono:

  1. la presenza di servizi di buon livello, anche e soprattutto quelli più utili all'impresa industriale, come ad esempio le facoltà universitarie tecniche ed economiche e i centri di ricerca scientifica;
  2. la presenza di infrastrutture di trasporto moderno e di una rete elettrica capace di fornire elevate quantità di energia;
  3. la presenza di molte imprese industriali, che fornisce alla città una "reputazione" in uno o più campi dell'industria e invoglia il consumatore ad acquistare i beni e i prodotti del luogo;
  4. la presenza di una manodopera differenziata per qualifiche e specializzazioni.

Fino ad una buona metà del nostro secolo, prende piede la tendenza della diffusione dell'industria sul territorio, perché col tempo le agglomerazioni produssero solo più delle diseconomie, dovute a:

a.   sempre maggiori richieste da parte delle industrie che non si era più in grado di soddisfare;

b.  vie di comunicazione non solo più presenti vicino alle agglomerazioni ma infittite, quindi più possibilità di trasporto;

c.   la manodopera qualificata, costosa, organizzata e quindi più conflittuale nei confronti dell'imprenditore, mentre al di fuori delle agglomerazioni ha meno pretese;

d.  i terreni carissimi;

e.   il mercato, benché sicuro, saturo.

L'imprenditore a quel punto scelse altre aree per costruire nuovi impianti, magari al Sud, nelle zone depresse. Questo portò ad una maggiore divisione internazionale del lavoro, e ad una economia mondiale integrata , interdipendente e globalizzata: ogni paese aveva il proprio ruolo.


Possiamo distinguere tre gruppi di paesi:

  1. Paesi che sono in grado riprodurre delle innovazioni e di investire grandi risorse nel settore della ricerca. (Know How) (Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna e Francia)
  2. Paesi che sono in grado di assorbire facilmente le innovazioni che vengono prodotte. (Italia, Belgio, Olanda, Svezia, Canada, Australia.)
  3. Paesi che sono in grado di continuare a produrre beni già ampiamente sperimentati. (paesi del 3° mondo, Brasile, Messico, Argentina, Sud Est Asiatico)

Questa divisione del lavoro si può capire meglio facendo riferimento alla teoria del ciclo di vita di un prodotto cha ha tre fasi:

innovazione, lancio: occorrono ricerca e tecnologia, perché il prodotto deve esistere solo in pochi esemplari, destinati ad un mercato ristretto a causa dell'elevato prezzo di vendita (paesi del gruppo 1)

maturità: si tratta di continuare a produrre il bene, ma non c'è più bisogno di sperimentazione e si abbassano i prezzi, in modo da destinare il prodotto ad un numero maggiore di consumatori (paesi del gruppo 2)

standardizzazione: il prodotto si standardizza e si tratta solo più eseguire una produzione già ampiamente sperimentata, ma anche con un ulteriore abbassamento del prezzo per allargare ancora di più il mercato (paesi del gruppo 3).

Per esempio la produzione di automobile è cominciata negli USA (Ford), con pochi esemplari; nel secondo dopoguerra si diffonde enormemente la creazione di modelli più abbordabili e oggi il mercato è saturo perché tutte le famiglie ne possiedono una.

Si cerca quindi di aprirsi a nuovi paesi, come quelli dell'est o del 3° mondo (Cina e India per esempio). Per farlo bisogna fare in modo che questi popoli abbiano i soldi per comprarli e allora si aprono delle filiali là.


Si può ancora parlare di classificazione delle imprese, che può avvenire in base diversi criteri: produzione effettuata, numero di dipendenti.

PRODUZIONE EFFETTUATA

L' industria produttrice di beni intermedi e mezzi di produzione, da cui derivano prodotti industriali che servono a produrre altri beni. Fanno parte di questo raggruppamento principalmente le industrie di base, che trasforma la materia prima (produzione di acciaio, cemento .) le industrie produttrici di macchinari (presse, frese, macchine agricole) e le industrie di estrazione e raffinazione del petrolio.

L'industria produttrice dei beni di consumo (industria leggera), fa beni di consumo per la popolazione, per soddisfare determinate esigenze (meccanica leggera, automobilistica, elettrodomestici, mobilifici, alimentari, tessili e chimica fine: detersivi, farmaci, cosmetici.).

NUMERO DI DIPENDENTI

Questa classificazione fu proposta dall'OCDE (Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica) e accettata:

piccole, fino a 50 addetti; medie, da 50 a 500 addetti; grandi, oltre 500 addetti.

Attualmente si tende a creare aziende molto grandi (gigantismo delle imprese) e le piccole aziende vengono inglobate o lavorano per aziende grandi.


Questo è ben evidenziato dal proliferare delle multinazionali (azienda che ha interessi in molti paesi). C'è un impresa madre, che ha sede in un paese del nord (USA e Giappone per lo più), che via via apre stabilimenti in paesi del sud, in modo da ingrandire il mercato, usufruire di certe agevolazioni fiscali, sfruttare manodopera a basso costo, sfruttare materie prime a prezzi molto più bassi, salar minori, controlli su cose da noi non consentite e altrove si.

Le multinazionali operano per lo più nel settore manifatturiero (industria leggera), anche se molte volte si occupano di più settori produttivi, soprattutto per essere più flessibili. Hanno fatturati pazzeschi (alcuni superano il PIL di certi paesi), questo significa che controllano l'economia mondiale. Il processo di divisione internazionale del lavoro, viene in gran parte regolamentato dalle multinazionali, che spesso controllano tutte le fasi.





Le risorse


Dalla prima rivoluzione industriale in poi si è fatto un maggiore uso di risorse e quindi ci si e posti il problema di uno sfruttamento più adeguato.

Le risorse sono dei beni naturali, costituiti da materiali terreni che l'uomo utilizza secondo le sue necessità e capacità. Poi ci sono i beni economici sociali che sono costituiti da infrastrutture, edifici, fabbriche, strade che sono stati costruiti dall'uomo. Ogni generazione eredita questo patrimonio da quella che l'ha preceduta. Questa particolarità ha segnato la differenza tra il nord ed il sud del mondo.

Tra i beni naturali si può fare una prima distinzione tra le risorse rinnovabili (energia solare, eolica; acqua, legname, suolo fertile.) e risorse non rinnovabili (petrolio, carbone, gas, uranio, metalli.).

Le risorse rinnovabili, sebbene possono essere utilizzate senza il rischio d'esaurimento, danno anch'esse dei problemi. L'acqua è molto abbondante sulla Terra però il 97% di questa è salata, il rimanente è nei ghiacciai o distribuito male sulla superficie. E' una risorsa completamente rinnovabile, ma soltanto se si praticherà una gestione oculata, tutti potranno disporne di una quantità sufficiente. Se invece continueremo ad agire come adesso, tra una quindicina d'anni circa 30 nazioni potrebbero trovarsi in grosse difficoltà.. L'acqua salata deve essere dissalata, l'acqua sporca deve essere pulita e depurata a causa dell'inquinamento che coinvolge tutto il pianeta. E' una risorsa indispensabile ma il suo consumo non è omogeneo in tutto il mondo: è utilizzata nell'agricoltura, nelle industrie e nella vita domestica (negli Stati Uniti consumano in media pro capite 55 l al giorno, mentre il Madagascar 5 l; neanche sufficiente a garantire consumi domestici). Occorrerebbero almeno 80 l d'acqua al giorno per 626d33g garantire una vita migliore.

Anche per quanto riguarda l'energia queste risorse rinnovabili non sono molte sfruttate perché, è vero che producono molti vantaggi (sono pulite, non alterano l'ambiente e sono più diffuse delle altre apparentemente), ma presentano molti inconvenienti.

Per esempio l'energia solare non può essere sfruttata oltre i 45° di latitudine perché i raggi sono troppo obliqui, di notte o con il cielo coperto. Per questo il suo utilizzo è limitato al riscaldamento dell'acqua per uso domestico. Inoltre le centrali per la conversione dell'energia solare in energia elettrica sono costose e producono poca energia.

Per le risorse non rinnovabili, e quindi esauribili, il problema più grosso è il loro esaurimento. Il problema si è aggravato dalla seconda rivoluzione industriale in poi ma solo dopo la crisi del 70 se n'è preso atto.

L'esaurimento si avvicina tanto più velocemente quanto maggiore è il prelievo dalla Terra. Le risorse servono sempre di più perché:

la popolazione aumenta

miglioramento della vita

E inoltre non si possono diminuire i consumi, perciò bisogna agire sulle risorse.

  1. INTENSIFICARE LE RICERCHE PER TROVARE ALTRI GIACIMENTI: però spesso sono posti in zone sempre più difficili da raggiungere e il costo di queste ricerche è elevato. (es. il petrolio viene estratto fino a 6000 metri di profondità; sono stati trovati fino a 12000/13000 metri e quindi in futuro ci costerà di più estrarlo).
  2. SOSTITUIRE LE RISORSE CON ALTERNATIVE, trovare dei materiali sostituivi, nuove leghe. spostando il problema per lo meno più avanti nel tempo
  3. RICICLAGGIO di certi materiali anche se dal punto di vista strettamente economico non è conveniente e non si può fare per tutto.

Negli ultimi tempi:

  1. SVILUPPO SOSTENIBILE, propone uno sviluppo razionale, criteriato: sostenibile per l'ambiente, non troppo traumatico e uno sviluppo tale da non compromettere quello delle future generazioni utilizzando meglio le risorse che abbiamo, distribuendole meglio e riducendo gli sprechi.

Settore terziario


Con la rivoluzione industriale si espande anche il settore terziario che comprende le attività che producono servizi di vario genere. Le attività industriale richiedono molti servizi che possono essere di tipo tradizionale (trasporti, commercio, banche, assicurazioni...), di tipo innovativo (marketing, consulenze.) o di rango inferiore e banali (manutenzione impianti, pulizie, mensa.).

Quindi a mano a mano che si sviluppa l'industria migliorano e s'intensificano anche i servizi.

Poco per volta anche la popolazione migliora il proprio tenore di vita, richiedendo più servizi (trasporti, commercio, banche, assicurazioni, istruzione, sanità, sociali, sport, spettacolo, tempo libero.

Perciò, nei paesi del Nord del mondo il settore terziario ha avuto una grossa espansione, diventando il settore più importante, con il maggior numero d'addetti e produce la maggior parte del PIL.

L'economia del paesi del nord del mondo si definisce POST-INDUSTRIALE o TERZIALIZZATA

Post industrializzata non vuol dire che l'industria non sia più importante, perché lei rimane sempre il pilastro della società, ma non ha più bisogno di molta manodopera, che viene richiesta, invece, per organizzare e gestire le aziende stesse.


Trasporti


Parallelamente alla rivoluzione industriale si è sviluppato anche il sistema dei trasporti. Fino alla rivoluzione industriale i trasporti non si erano evoluti: nei paesi all'interno dei continenti per trasporto venivano utilizzati gli animali e sul mare le barche a vela. Dopo la rivoluzione industriale si assiste ad una svolta perché l'industria ha bisogno di comunicazione e ha anche la possibilità di costruire nuove vie e mezzi.

La via di commercio che si sviluppa per prima è la ferrovia che comincia ad essere costruita nei paesi industrializzati come mezzi di sviluppo e di conquista coloniale. (Negli S.U. i coloni nelle coste atlantiche entrano all'interno con la costruzione della ferrovia). Inoltre inizia la costruzione della nave a vapore.

Con la seconda rivoluzione industriale si assiste ad un incremento del trasporto su strada con gli autoveicoli e motori a scoppio. Più avanti anche l'aereo, che è quello che consente di superare grandi distanze in tempi brevi ma con limitata capacità di carico.

Questa rivoluzione dei trasporti ha mirato a costruire mezzi più veloci, per ridurre i tempi, aumentare la capacità e quindi ridurre i costi di trasporto che per molto tempo è stata vincolante per le imprese.

Adesso la riduzione del costo di trasporto ha permesso di diffondere l'industria anche nel Sud (DECENTRAMENTO DELLA PRODUZIONE).  


Commercio


Altro comparto del settore secondario è il commercio che si è intensificato a partire dalla Rivoluzione Industriale e ha avuto un fortissimo impulso dal 1950 in poi (fine II Guerra Mondiale). Negli ultimi 50 anni gli scambi si sono moltiplicati di 70 volte: il flusso commerciale coinvolge tutto il mondo. Il commercio si è intensificato grazie:

allo sviluppo d'industria;

alla rivoluzione dei trasporti (+ efficienti);

alla creazione di accordi internazionali che mirano a ridurre le barriere doganali ciò che comunque ostacolano il commercio (protezionismo, dazi).

Nel '44 fu stipulato un accordo, il GATT (General Agreement on Tariff and Trade) che comprendeva allora solo 23 paesi; oggi sono 117 e nel '95 l'accordo ha cambiato nome: WTO (Word Trade Organisation). Ci sono poi organizzazioni regionali che favoriscono gli scambi tra i paesi aderenti.

L'unione europea ha un ruolo molto importante negli scambi commerciali (detiene il 42%). Il NAETA è un'associazione per gli scambi che riguarda Canada, USA e Messico che ha progetti di ampliamento verso il centro e il sud America. L'APEC riguarda paesi del Pacifico: USA, Giappone, Cina, Canada e Australia.

Organizzazioni dei paesi avanzati sono l'ASEAN, attiva nel Sud- est- asiatico e il MERCOSUR, che riguarda l'America Latina (Argentina, Cile , Brasile) . Potrebbe sembrare una contraddizione tra accordi mondiali, che tendono alla globalizzazione  e accordi regionali, che tendono a favorire alcune zone, ma l'insieme di tutti questi accordi ha comunque favorito gli scambi.


La diffusione delle multinazionali


Incidevano sul commercio ampliando il volume di affari e per quanto riguarda i collegamenti tra un lato e l'altro del mondo. Le aree più coinvolte, sono l'Europa occidentale (UE), il Nord America e l'est asiatico con Giappone e NIC (4 Dragoni, nuovi paesi industrializzati che hanno portato l'esportazione a livelli altissimi). In generale gli scambi tra nord e sud si basano sullo SCAMBIO INEGUALE (sud vende merci che hanno valore minimo di quelle che compra dal nord sotto forma di prodotti finiti ottenuti attraverso un elevata tecnologia e quindi con prezzi elevati).

I paesi avanzati tra di loro si scambiano tecnologie e prodotti finiti dell'industria, attrezzature e apparecchiature.

























Introduzione

L'Europa è stata per lunghissimo tempo sede dei maggiori commerci e con ciò riusciva ad affermare di anno in anno la sua supremazia su tutti gli altri continenti.

Nel '900, però, a causa delle due guerre mondiali, ha perso questa supremazia. Dopo la prima guerra mondiale cadono tutti i quattro gli imperi europei (Austro-Ungarico, Zarista, Germanico, Turco) e nascono vari stati nazionali. Dopodiché gli anni successivi furono molto duri e in alcuni stati si instaura un potere dittatoriale. In Italia e in Germania, per esempio salgono al potere, rispettivamente, Mussolini (con la marcia su Roma) e Hitler (con le elezioni).

Nel 1942 scoppia la seconda Guerra Mondiale, a causa della quale l'Europa si divide in due.

Infatti, dalla guerra sono emerse due superpotenze che dominano la scena internazionale: gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica (bipolarismo: sistema fondato sulla contrapposizione di due potenze). Si formarono così delle alleanze ostili. Negli anni successivi alla guerra, nella Conferenza di Yalta, si decide la divisione del mondo: gli Stati Uniti con l'Europa occidentale e l'URSS con i paesi orientali, che essa ha aiutato a liberarsi dai nazisti (Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Germania orientale). Intorno ai due gruppi si costituiscono delle alleanze militari:

NATO ad Ovest: è un patto militare sorto tra i paesi occidentali nel 1949 che esiste ancora;

Patto di Varsavia ad Est: è il patto, sorto tra i paesi orientali nel 1955 e che si è sciolto nel 1991, con la caduta del comunismo;

e alleanze economiche:

CECA ad Ovest: Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, nata nel 1951 nell'Ovest, per far sviluppare la siderurgia. Ha avuto molto successo, per questo nascono in successione MEC, CEE, UE.

COMECOM ad Est: Consiglio di assistenza tecnica ed economica reciproca nato nel 1949 e destinato a scomparire alla caduta del comunismo.

EFTA: European Free Trade Association promossa dall'Inghilterra, che si trova marginalizzata dal successo nel MEC.

Nel 1947 fu proposto ai paesi occidentali il Piano Marshall, un piano di ricostruzione economica e politica che prevedeva degli aiuti da parte degli americani.  

La divisione dell'Europa, nonché della Germania e di Berlino, è sottolineata dalla discordia tra le due potenze, che animarono la scena con la guerra fredda (guerra che non si combatte con le armi, ma è piuttosto uno scontro ideologico e propagandistico tra le due superpotenze, che cercano di superarsi vicendevolmente in ogni campo).

Nel 1985, in Russia sale al potere Gorbaciov, che adotta una nuova linea politica: la perestroika (mirata ad interrompere le ostilità e, quindi la guerra fredda con l'America, cercando un accordo). La sua politica, volta al disarmo e alla distensione, permette di stabilire la pace con l'America. Un altro principio cardine della di Gorbaciov è quello di non ingerenza per dare la possibilità ad ogni paese di scegliere il proprio destino. Così nel 1991 l'Unione Sovietica lascia liberi i paesi dell'Est, l'URSS non esiste più e nascono la Russia e altri 14 Stati (CSI: Comunità degli Stati Indipendenti, nuova comunità economica nata in seguito alla caduta del comunismo tra i paesi dell'Ex-URSS). Cosicché rimane soltanto l'America come super-potenza.

L'aspetto dell'Europa è stato successivamente cambiato dalla divisione della Jugoslavia e della Cecoslavacchia.


CEE

La CEE (Comunità Economica Europea) è nata con il Trattato di Roma nel 1957. Fu innanzitutto un vasto mercato unico che prevedeva la progressiva abolizione delle barriere doganali, l'unificazione delle economie dei 6 stati fondatori (Francia, Italia, Germania Ovest, Belgio, Olanda e Lussemburgo) attraverso l'adozione di politiche comuni. Gli obbiettivi della CEE erano quindi:

favorire un omogeneo sviluppo economico dei paesi aderenti

favorire lo scambio di merci eliminando dazi e tariffe

portare aventi delle politiche comuni nel settore:

agricolo: FEOGA, (quello che ha avuto più successo). Concede dei finanziamenti; orienta le aziende ad un'agricoltura più avanzata , tutela certi prodotti agricoli.

monetario: SME, doveva fare in modo che le oscillazioni di questa moneta fosse omogeneo;

energetico, EURATOM, che portava avanti la ricerca per energia nucleare, che però non ha avuto molto successo.

La CEE non si costituì come un club chiuso: infatti i sei Stati fondatori accettarono 'adesione di nuovi membri, e precisamente:

Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca nel '72

Grecia nel '81

Spagna e Portogallo nel '86

Nel 1987 viene ratificato l'Atto Unico Europeo, che fissa l'ultima data utile per realizzare veramente il cosiddetto mercato unico, in cui non solo le merci circolino, ma anche persone, servizi e capitali.

Il più importante trattato è stato però l'ultimo, il trattato di Maastricht, nel 1991, che ha delineato le tappe del cammino della comunità per arrivare a una futura federazione europea. In questo accordo viene ripresa l'idea dell'unione monetaria, mai raggiunta. Sono stati fissati dei parametri comuni a tutti i paesi per arrivare all'unificazione monetaria. Ogni paese dovrà fare in modo di ridurre il deficit, ridurre l'inflazione e avere una moneta stabili nello SME per almeno due anni.

L'EURO è il nome della nuova moneta che, dal 1° gennaio 1999. Sostituirà le monete nazionali dei Paesi che fanno parte dell'Unione Monetaria Europea. L'EURO esisterà dal 1° Gennaio 1999, ma per tre anni la sua esistenza sarà un po' particolare. Sarà un'esistenza "virtuale", nel senso che non esisteranno monete o banconote in EURO. Tuttavia sarà possibile avere conti in banca espressi in EURO, i contratti potranno essere anch'essi espressi n EURO e tutti i titolo pubblici, di vecchia e di nuova emissione, saranno denominati in EURO. Bisognerà aspettare il 2002. Per tutto il 1999, tutto il 2000 e tutto il 2001, l'EURO sarà una moneta virtuale, e le banconote nazionali continueranno a essere usate per la vita di tutti i giorni. A partire dal 1° gennaio del 2002, ed entro il 30 giugno di quell'anno, le nuove banconote e monete in EURO, verranno a sostituire progressivamente le vecchie banconote e le vecchie monete. Il cambio con l'EURO sarà di 1936,27 lire per EURO.


Gli organismi della CEE

La Comunità funzione attraverso l'opera di alcune Istituzioni:

Parlamento europeo: organo eletto direttamente dai cittadini della CEE  a suffragio universale. Dura in carica 5 anni. Ha sede a Strasburgo. Non ha potere legislativi, ma emana delle raccomandazioni non vincolanti, si occupa di tutti i più grandi problemi europei e approva il bilancio della comunità.

Commissione europea: organo composto da 17 membri disegnati di comune accordo dai governi degli Stati membri. Dura in carica 4 anni. Ha sede a Bruxelles. Gode di un potere esecutivo, elabora e propone iniziative in tutti i campi d'intervento della CEE.

Consiglio dei Ministri: organo di decisione, composto dai Ministri di settore di ciascun Stato membro e pertanto i componenti cambiano secondo il settore e l'ordine del giorno. Ha sede ugualmente a Bruxelles. E' presieduto da uno dei ministri di settore, a rotazione, uno ogni 6 mesi. Emana delle disposizioni che di solito vengono votate ad unanimità, tranne che per alcune eccezioni e redige il bilancio della comunità.

Corte di giustizia: organo giurisdizionale, composto da 13 giudici. Ha sede a Lussemburgo. Ha il compito di vigilare sul rispetto delle norme; ma le sue deliberazioni non sono vincolanti per i vari Stati membri.

Corte dei Conti: organo di controllo, è composto da 12 membri. Ha il compito di controllare l'esecuzione del bilancio della Comunità nella regolarità e legalità delle entrate e delle uscite, oltre a verificare la gestione finanziaria.


Economia e società: cammini di sviluppo diversi

Sistemi politici ed economici

I sistemi politici che attualmente vigono in tutta l'Europa, sembrano simili. Attualmente, infatti tutti i paesi europei adottano un regime politico simile, il pluripartitismo democratico. I cittadini godono delle principali libertà civili e di molti diritti, tra cui quello al voto che permette loro di partecipare alla vita politica eleggendo dei rappresentanti al Parlamento.

Ma in realtà i sistemi dell'est e dell'ovest mantengono ancora molte diversità, dovute alla storia.

In Europa occidentale il sistema democratico è presente da alcuni decenni; mentre nei paesi orientali fino al 1989 il potere politico è stati gestito dal partito comunista (non c'erano elezioni libere). Solo con Gorbaciov al potere l'URSS conosce un segno di svolta, con l'introduzione delle elezioni libere e l'abolizione del monopartitismo, democratizzando la società attraverso una maggiore partecipazione della popolazione alla vita politica del paese. Tuttavia ancora in oggi in questi paesi non si vive particolarmente bene.


Anche in campo economico il quarantennio successivo alla guerra mondiale ha visto le due europee divise: in Occidente è stata adottata l'economia di mercato, in Oriente l'economia pianificata, che si è rilevata un fallimento.


Economia in Europa Occidentale

L'economia capitalistica è caratterizzata dall'iniziativa privata e quindi dalla presenze di imprese che devono essere concorrenziali in quanto a prezzo e qualità e che hanno come comune obbiettivo un profitto e che necessitano, comunque, di una quantità crescente di capitali. Queste attività economiche vengono regolate ed orientate dallo Stato, che interviene direttamente solamente, ad esempio, nei settori produttivi considerati strategici (armamenti, trasporti, energia.) creando aziende proprie o sostenendo imprese private. Lo Stato ha anche lo scopo di limitare gli squilibri economici regionale. Interviene infine nella costruzione delle infrastrutture.


Subito dopo la seconda guerra mondiale quasi tutti i paesi europei occidentali sono impegnati nello sviluppo dell'industria, che rallenta negli '70 a causa del problema energetico. Negli '80 si assiste ad una ripresa della produzione, all'automazione generale in tutti i settori e alla terziarizzazione, fenomeno che consiste in un grande sviluppo del settore terziario che finisce per assorbire il maggior numero di addetti e produrre la maggior parte del PIL.

Nonostante ci siano, comunque, degli squilibri interni, l'Europa occidentale è una delle tre aree economiche più sviluppate del mondo, insieme all'America settentrionale e al Giappone.


I paesi dell'Europa occidentale hanno una struttura sociale che vede una forte presenza del ceto medio (50% della popolazione); la cosiddetta alta borghesia rappresenta invece una parte minima della popolazione (1%); i ceti meno agiati arrivano a superare il 10% della popolazione attiva. In Europa occidentale esistono ancora forti diversità e di tenore di vita e circa il 15% della popolazione vive in situazione di povertà.

Economia in Europa Orientale

La caratteristica principale dell'economia comunista era la presenza dello Stato come unico imprenditore importante che pianificava e regolava. Le imprese statali erano raggruppate in associazioni tra aziende dette kombinat. Lo strumento che utilizza lo Stato per dirigere, coordinare e sviluppare l'economia era la pianificazione, che consisteva nella formulazione di obiettivi comuni e anche la decisione dei prezzi.


In Europa Orientale soltanto l'industria ha ottenuto dei buoni risultati, mentre l'agricoltura, il settore terziario (tranne i trasporti, l'apparato sociale e il settore pubblico dei servizi: sanità, scuola.) sono stati sacrificati.

Fu avvantaggiata l'industria di base e i beni di produzione (tutti quei beni che servono a produrne altri. Comprendono i prodotti di base come il cemento, acciaio. e beni strumentali, cioè i macchinari) per avere armi, attrezzature e materiali per la costruzione delle infrastrutture; a scapito di quella di consumo (sono beni di consumo sono quelli, invece, che sono indirizzati alle necessità della popolazione e quindi volti al consumo finale).

L'industrializzazione, inoltre, si è basata su criteri estensivi, cioè un utilizzo massiccio di risorse naturali e umane con bassa produttività (la produzione ottenuta non era proporzionata al numero di addetti impiegati) e a scapito dell'ammodernamento tecnologico.

La contropartita era data dall'indubbio vantaggio di non avere il problema della disoccupazione.

Dopo i primi decenni emersero i limiti di questo modello economico:

inefficienza

lentezza del miglioramento del sistema economico

sprechi di risorse

basso livello tecnologico

scarsa gamma di beni di consumo a disposizione della popolazione

Tutto ciò ha fatto sì che dagli anni Settanta il modello sovietico abbia vissuto una lunga crisi, sfociata recentemente nell'abbandono di questo modo di organizzare l'economia. Così anche nei paesi orientali si sono introdotti i meccanismi tipici dell'economia di mercato.

Questa transizione verso l'economia capitalistica è però lenta e difficile: sta avvenendo in modo disomogeneo e irregolare e con grandi difficoltà. Lo Stato, sebbene sia stata abbandonata la pianificazione, coordina l'attività economica, continua a fissare i prezzi di alcune produzioni, quelle più strategiche o socialmente rilevanti, ed è rimasto comunque il principale proprietario d'imprese. Si tratta quindi di un'economia mista, in cui il peso statale è ancora molto rilevante a causa della lentezza della trasformazione.

Questo ritardo è dovuto:

alla mancanza di uno spirito imprenditoriale e difficile privatizzazione, poiché la figura di imprenditore privato nei paesi dell'Est non è mai esistita. In questi Paesi, dove lo Stato ha da sempre avuto il controllo di tutta l'economia, risulta, infatti, difficile la nascita di uno spirito d'iniziativa da parte dei privati e le uniche aziende private sono di dimensioni piuttosto piccole. Si e diffuso così il fenomeno del parassitismo. La privatizzazione è più rapida in Polonia, Ungheria, nella repubblica Ceca e in Slovenia;

forte indebitamento, che non permette a nessun Stato di finanziare l'ammodernamento tecnologico e delle infrastrutture, che per ora sono in condizioni pessime.

l'instabilità politica, che complica l'investimento diretto dall'estero, cioè la costruzione o l'acquisto di imprese, diffuso in Russia (con l'Italia e la Germania), in Ungheria (con l'Austria e la Germania), in Polonia e nella repubblica Ceca (con la Germania). Inoltre molti finanziamenti sono indirizzati all'export e non soddisfano la domanda interna. Quest'ultima, oltretutto è ancora limitata vista la scarsa disponibilità di reddito;

disoccupazione che può essere causata dalla chiusura delle inefficienti kombinat.


Nei paesi orientali ci sono sempre state pochissime differenze sociali tra la popolazione, ma il tenore di vita, che era simile, era inferiore a quello occidentale. Gli unici vantaggi del sistema socialista era che si poteva avere a disposizione una serie di servizi a prezzi molto bassi o anche gratuitamente e non si aveva il problema della disoccupazione.

Ora, nel periodo di transizione, si stanno formando nuovi ceti sociali ricchi e benestanti, ma allo stesso sono comparsi i ceti poveri.


La situazione socio-economica della popolazione europea

Sebbene si riscontrino molte differenze tra i paesi europei ricchi e quelli poveri, queste sono comunque minori di quelle di altre aree. Infatti, la popolazione europea ha un livello di vita medio superiore a quello degli altri continenti.

La popolazione europea presenta poche differenze negli aspetti sociali basilari:

non vi sono gravi problemi di alimentazione, salvo che in alcune aree del Est dove ci sono state le guerre civili

l'analfabetismo è poco diffuso (non supera il 10% del totale della popolazione)

Si differenzia già di più per gli aspetti sociali caratteristici delle società evolute, come:

l'istruzione superiore

servizi sanitari

Le diversità tornano ad assottigliarsi per quel che riguarda la speranza di vita alla nascita: in tutti i paesi europei superano i 70 anni.

Molto superiori sono invece i divari che si riscontrano dagli indicatori economici: i paesi dove il PIL pro capite, il livello dei consumi e i salari sono maggiori si collocano tutti nell'Europa occidentale.

La struttura sociale interna, vale a dire la distribuzione della ricchezza e dei ceti sociali nei singoli paesi, si differenzia nettamente nell'Occidente e nell'Oriente (vedi paragrafi sopra).



Le attività economiche e la loro distribuzione geografica

La popolazione attiva

La percentuale della popolazione attiva, e la sua ripartizione nei tre settori dell'economia sono mutati nel tempo.

Dal 1950 a oggi la percentuale della popolazione europea attiva è arrivata fino al 40% della popolazione del continente. Con il modificarsi dell'economia, inoltre gli addetti nei vari settori sono aumentati o diminuiti: negli Cinquanta il maggior numero di lavoratori appartenevano al settore dell'agricoltura, negli anni Settanta all'industria e successivamente al terziario.

I paesi economicamente più arretrati hanno una percentuale molto alta degli addetti appartenente alla agricoltura, che di solito è poco meccanizzata e poco produttiva. Un'elevata percentuale di addetti al terziario è, invece sintomo di forte sviluppo. Mentre, il dato sulla percentuale di addetti all'industria non è un indicatore particolarmente significativo se viene utilizzato da solo.




L'agricoltura europea

L'agricoltura europea è molto differenziata per quanto riguarda l'organizzazione economico-sociale: l'adozione di due sistemi economici diversi continua tuttora a essere un fattore di netta divisione tra l'agricoltura dell'Europa occidentale ed orientale.


Occidente

maggior parte della produzione destinata alla vendita

utilizzo massiccio di macchinari

terre di proprietà privata

coltivazione estensiva

azienda a conduzione familiare

dimensione aziende: medio-piccole

rese di livello medio

produzioni prevalenti: cereali, piante industriali, prodotti mediterranei

allevamento bovino da carne e da latte

principale potenza agricola: Francia

Oriente

importanza del settore poca, a favore dell'industria

livello di meccanizzazione basso

terre di proprietà statale

alta percentuale di addetti al settore

cooperative e aziende dello Stato

non arriva all'autosufficienza

rese bassissime e qualità scarsa

produzioni prevalenti: cereali, piante industriali; prodotti mediterranei (coste croate, albanesi, rumene, coste del Mar nero)

allevamento bovino da carne



Le risorse minerarie ed energetiche

Negli ultimi decenni l'incidenza e il condizionamento della presenza o meno di risorse minerarie o energetiche si sono attenuati, soprattutto grazie al miglioramento dei trasporti.

Riguardo alle risorse minerarie quella più utilizzata dall'industria è il ferro, che si trova in Ucraina, negli Urali russi e in Svezia. Ma in generale, l'Europa non è per niente ricca di risorse minerarie. Per quanto riguarda, invece le fonti d'energia, la situazione è vantaggiosa per la Russia e l'Europa centro-settentrionale. L'intenso di sfruttamento del carbone in Europa ha ridotto di molto le riserve e i consumi del nostro continente. L'Europa non è neanche molto ricca di idrocarburi: il petrolio è presente soltanto nel Mare del Nord; mentre il gas naturale è più diffuso e si trova anche in Olanda, in Polonia e Ucraina. L'Europa più giovane, al sud, ha la sua principale risorsa energetica nelle acque alpine.

In conclusione l'Europa non è favorita dalla presenza di risorse energetiche e i singolo paesi si trovano sempre più in difficoltà in quanto a disponibilità e riserve nazionali, con l'eccezione di Gran Bretagna, Norvegia, Paesi Bassi, Albania, Azerbaigian e soprattutto Russia.Tutti gli altri paesi hanno un bilancio energetico fortemente passivo

La situazione è più grave in Europa Orientale, dove molti Stati, a parte la Russia, Azerbaigian e l'Albania, sono dovuti ricorrere a importazioni massicce di risorse dalla Russia. Le situazioni peggiori sono quelle della Bulgaria, Ungheria, Bielorussia e paesi baltici.


La localizzazione delle attività industriali

Fattori decisivi della diffusione dell'industria sono stati la sempre maggiore rapidità e i sempre minori costi dei trasporti e delle comunicazioni.Non dimenticando, però, l'abilità della manodopera, i nodi commerciali e la presenza di un vasto mercato di vendita; ma soprattutto, per le produzioni più avanzate, è oggi essenziale la presenza di centri di ricerca scientifica, di imprese produttrici di tecnologie evolute, di servizi per le imprese e di scuole specializzate per la formazione del personale. Le aree industriali di Londra, Parigi, Lione, Amsterdam, Francoforte, Stoccarda, Monaco, Milano, Torino e della Ruhr sono attualmente i poli principali dell'industria avanzata europea.

Un problema particolare è quello della crisi e della necessità di riconversione delle aree industriali dell'Europa Orientale.

Occidente

Una delle tre grandi aree industrializzate del mondo

Produzioni vendute e apprezzate in tutto il mondo

Numerose filiali in altri continenti

In ritardo nel campo delle produzioni ad alta tecnologia (medicina, trasporti, telecomunicazioni, informatica, automazione, semi-conduttori, nuovi materiali); predominio statunitense

Settori a media tecnologia:

Leader in chimica, meccanica pesante, produzioni elettrodomestici,

Difficoltà nelle produzioni automobili, moto, TV e HiFi (concorrenza giapponese); produzione di personal computer (concorrenza statunitense)

Settori a tecnologia matura:

Leader in lavorazione dei metalli, raffinazione petrolio, siderurgia, lavorazione del legno, tessile-abbigliamento, lavorazione del cuoio e calzature

Difficoltà prodotti alimentari e tabacco

Oriente

Produzioni industriali quantitativamente consistenti in Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Ucraina e Russia

Tecnologia avanzata in Russia (settori aerospaziali, armi strategiche, apparecchi medici, ottica di precisione)

Tecnologia media:

investimenti esteri massicci soprattutto nel settore automobilistico

quelle gia presenti in passato (meccanica pesante, armi leggere, elettrodomestici) in crisi; riduzione di domanda interna e scarsa competitività

Tecnologia matura:

Riescono ad essere competitive per il prezzo contenuto

Produzione di acciaio in crisi, per il calo della domanda


Il settore terziario

Occidente

Terziarizzazione dell'economia:

Servizi per le famiglie: commercio al minuto, servizi paracommerciali, per la cura della persona., turistici (costa mediterranea dalla Spagna all'Italia, area alpina, grandi capitali e città storiche)

servizi per la collettività: scuola, sanità, trasporti, telecomunicazioni

servizi per l'impresa (avanzato): servizi finanziari, marketing, pubblicità, ricerca, consulenza, trasporti, telecomunicazioni

Oriente

Il settore terziario è il settore in cui la privatizzazione è più rapida

servizi per le famiglie: si stanno diffondendo negozi, ristoranti e attività di svago gestiti da privati. Servizi turistici: (Mar Nero, lago Balaton, Ungheria e città storiche: Praga, Budapest, Mosca, San Pietroburgo)

servizi per la collettività statali e non più gratuiti

carenti servizi per le imprese

Reti e sistemi di trasporto

Occidente

Sistema dei trasporti cresciuto rapidamente:

infrastrutture di trasporto assorbono il 40% degli investimenti pubblici

traffico stradale e autostradale raddoppiato tra il 1970 e il 1990

traffico ferroviario è aumentato di un terzo

il futuro dei trasporti continentali si fonda soprattutto sull'alta velocità ferroviaria

trasporto fluviale basato sull'idrovia del Reno

principali direttrici di traffico:

asse renano che da Londra, attraverso il corridoio del Reno arriva a Milano e le sue diramazioni verso la Francia, l'Italia, Oriente, Scandinavi e verso il sistema portuale del mare del nord (Rotterdam e Anversa)

Barcellona - Marsiglia (porto di Marsiglia) - Italia settentrionale (porto di Genova)

Glasgow - London: asse che attraversa da nord a sud la Gran Bretagna

Lilla - Parigi - Lione - Marsiglia: asse che attraversa la Francia

Milano - Roma - Napoli - Palermo: in Italia

trasporto aereo importante solo su scala internazionale.

Oriente

Sistema dei trasporti poco sviluppati.

trasporto privato poco sviluppato

utilizzatissimo il trasporto pubblico e collettivo

poco diffuse le automobili

rete stradale poco fitta, anche se ultimamente si tende a migliorarla

il trasporto ferroviario è il più utilizzato, sia per le merci che per le persone, ma è una rete tecnicamente obsoleta con parecchi tratti a binario unico e molti altri idonei unicamente al traffico a velocità ridotta

discreta importanza ha il trasporto fluviale. In futuro potrebbe prendere importanza il Danubio che collega l'Oriente con l'Occidente

principali direttrici del traffico (poco importanti):

Vienna - Budapest

Berlino - Varsavia

Zagabria - Belgrado

principali porti: Odessa e Costanza sul Mar Nero

trasporto aereo: in Russia la compagnia Aeroflot, ha il maggior traffico merci e passeggeri del mondo. Gli scali principali sono quelli di Mosca, Parigi, Londra, Francoforte e Berlino.



Lo spazio economico europeo: una visione d'insieme


Il livello del reddito,la presenza o meno di organismi politici influenti, il livello e il tripodi sviluppo industriale ed economico, tipi di servizi, la presenza di attività scientifiche, culturali e finanziarie. determinano le differenze regionali, che delineano la funzione di un'area all'interno del continente europeo. L'Europa è stata così suddivisa in sei aree geoeconomiche.

In occidente posiamo trovare:

cuore economico: area ricca e centrale dal punto di vista della direzione della decisione. Area molto ricca e notevolmente sviluppata economicamente. Gli abitanti hanno mediamente un elevato tenore di vita. Comprende il Sud-est dell'Inghilterra (Londra), Olanda, Belgio, Francia orientale (Parigi, Lione, Strasburgo), Svizzera, Germania occidentale (Francoforte, Monaco), nord-ovest dell'Italia (Milano).

presenza di importanti centri decisionali economici e politici

punto di partenza e di arrivo di ingenti flussi di capitale (polo finanziario di Londra; borse e istituiti finanziari di Parigi, Zurigo, Francoforte, Amsterdam e Milano)

sede centrale di imprese multinazionali

importante polo commerciale (porto di Rotterdam, Anversa; assi di comunicazioni principali)

industrie avanzate

70% della popolazione attiva nel settore terziario

sede degli organi politici ed economici della CEE

periferia sviluppata: aree ricche, con uno sviluppo economico elevato ma inferiore a quello del cuore economico. Glia abitanti hanno mediamente un buon tenore di vita. Comprende quasi tutta l'Europa occidentale: il resto della Gran Bretagna, il resto della Francia, nord-est della Spagna (fino a Madrid), il resto della Germania, l'Austria, l'Italia centrale (fino a Roma), Danimarca, Svezia, Norvegia, Islanda e Finlandia.

aree di sviluppo di industriale intenso e avanzato ma con scarsa diversificazione produttiva e/o carenza di terziario avanzato e/o distanza dall'asse centrale dell'economia europea (Svezia meridionale, Inghilterra centrale, aree di Tolosa nel sud della Francia, Berlino, Amburgo, Barcellona, Madrid, nord-est dell'Italia).

zone industriali in declino (Scozia meridionale, area di Bilbao nel nord della Spagna, Genova e Trieste) o aree poco industrializzate che possono essere comprese in queste in questa categoria perché il tenore di vita della popolazione non è tanto diverso da quello delle aree industrializzate.

periferia a sviluppo tardivo: aree dominate e con minori possibilità di scelta del proprio sviluppo rispetto all'Europa forte. Comprende il Portogallo, buona parte della Spagna l'Italia meridionale, la Corsica, la Grecia e l'Irlanda.

fornitrice di manodopera a basso costo per l'Europa centro-settentrionale a causa dell'emigrazione

industrializzazione avviata da pochi decenni con capitali esterni

alta percentuale nell'agricoltura, che è poco produttiva

presenza di piccole imprese

forte attrazione turistico, ma n molti casi il turismo è organizzato da aziende esterne

in quest'area ci sono anche zone sviluppate con industrie, alcune funzioni terziarie relativamente avanzate e grande concentrazione di popolazione ma distanti e vicino a aree economicamente in ritardo (grandi città e aeree costiere: Atene, Salonicco, Napoli, Bari, Lisbona, Dublino).

In Europa Orientale troviamo:

corridoio industriale centro-orientale: aree che oggi hanno una posizione critica all'interno dell'economia europea ma che sembra abbiano più possibilità di integrarsi grazie alla maggiore rapidità nel passaggio all'economia capitalistica, all'infittirsi dei rapporti con l'Occidente,nel quale molti stanno emigrando. Comprende Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania.

aree marginali in via di sottosviluppo: l'area meno sviluppata e più instabile del continente. Comprende Albania, Romania, Bulgaria, Jugoslavia, Croazia, Moldavia, Macedonia, Bosnia.

scarsi rapporti economici con l'esterno

livello di industrializzazione molto basso

agricoltura tradizionale

sistema di trasporto poco efficiente

arretratezza tecnologica

problemi etnici, nazionalistici e contese di confini irrisolti

giganti economici potenziali: paesi che potenzialmente potrebbero essere delle grandi potenze economiche, grazie alla vastità del territorio, oltretutto ricco di risorse a loro disposizione, popolazione numerosa, livello tecnologico, scientifico alto, presenza di attività industriali ed economiche, ma che praticamente sono in situazione di dissesto economico a causa del lungo processo di trasformazione economica e di instabilità politica che stanno vivendo. Comprende la Russia e l'Ucraina.


La Francia

Basta osservare una carta geografica dell'Europa per rendersi conto dell'importanza della Francia: un'importanza non solo geografica, ma demografica, economica e politica.

Situata tra l'Atlantico e il Mediterraneo (posizione ismica) la Francia rappresenta un ponte di transito delle correnti commerciali che si svolgono tra l'Europa atlantica e quella mediterranea. Inoltre, estendendosi per circa 900 chilometri da sud a nord, cioè dalla Spagna al Belgio ed alla Germania costituisce anche una terra di collegamento tra l'Europa sud-occidentale ed i Paesi del settentrione europeo.  

La Francia è, quindi, uno dei paesi più ricchi e potenti del mondo, anche se la sua importanza internazionale negli ultimi decenni si è ridimensionata. Ciò è dovuto alla crescita politica ed economica degli USA, e più recentemente della Germania e del Giappone, sia alla perdita dell'impero coloniale.

Riveste un ruolo fondamentale all'interno dell'ONU, in quanto è uno dei paesi permanenti nel Consiglio di Sicurezza.


La configurazione

La favorevole posizione geografica e la stessa vastità del paese, che è per estensione il secondo d'Europa, dopo l'Unione Sovietica, porta la Francia a confinare con ben sei stati diversi: a sud la Spagna, ad est l'Italia e la Svizzera, a nord la Germania, il Lussemburgo ed il Belgio.


Infine, un altro elemento di eccezionale importanza per il progresso del Paese è costituito dalla configurazione del territorio francese privo di aspre montagne, tranne che ai margini dove si elevano i Pirenei e le Alpi, ricco di vaste pianure percorse da fiumi tra i più importanti d'Europa.

Tutto ciò contribuisce in modo singolare allo sviluppo delle comunicazioni interne: elemento essenziale per il benessere economico nazionale.


L'estremo ovest è occupato dal Massiccio Armoricano (non supera i 400 m di altitudine); a nord-est vi sono le Ardenne, un altopiano piatto (non supera i 500 m di altitudine). Tra questi due estremi si estende in vasto bacino parigino, piatto e basso.

Da sud-est si elevano invece i Pirenei, il Massiccio Centrale, le Alpi, il Giura e i Vosgi separati e intagliati da grandi valli, come quelli del Rodano e della Garonna, o da valli minori che permettono di penetrare agevolmente in mezzo a questi sistemi montuosi.

A sud.ovest si apre sull'Oceano atlantico il bacino dell'Aquitania. La disposizione del rilevo determina la direzione dei fiumi. Uno solo, il Rodano, si apre un varco tra le Alpi e il massiccio Centrale per sfociare nel Mediterraneo. Tutti gli altri fiumi (Loira, Senna, Garonna) sfociano nell'Atlantico.


Il paesaggio costiero è molto differenziato:

le coste atlantiche: basse, lineari nel tratto meridionale, articolazione maggiore a nord degli estuari della Loira e della Garonna, divengono molto frastagliate in corrispondenza della Bretagna.

le coste che si affacciano sulla Manica: molto articolate a ovest della penisola di Cotentin, dove si alzano falesie calcaree (100 m), sabbiose ad est fino a diventare un litorale piatto;

le coste mediterranee: sono suddivise dal delta del Rodano, alte, frastagliate a est, formano a ovest una linea uniforme orlata da ampie lagune.  


Esistono tre regioni climatiche: atlantica ad ovest, mediterranea a sud, e continentale del resto della Francia.


La popolazione

La Francia ha una densità di 100 abitanti per Km² sebbene sia molto estesa. La distribuzione della popolazione è, oltretutto abbastanza squilibrata: circa la metà del territorio francese è una zona a bassa densità (zone montuose dei Pirenei, delle Alpi, del Msassiccio Centrale, delle Cevenne, la foresta delle Lande); le più alte densità si trovano nella regione di Parigi, e in generale lungo i grandi assi di circolazione, dove si addensano gli agglomerati urbani, nelle regioni industriali, nelle zone costiere portuali e turistiche e in minor parte nelle zone di agricoltura specializzata (Bordeaux, valle della Loira. Lo squilibrio della popolazione è stato accentuato, col tempo, dalle migrazione interne: le popolazioni dell'Ovest e del Centro, si sono dirette verso la regione parigina, a nord ed a est, sovente per un lavoro nell'industria o nel terziario, un lavoro più redditizio, magari sempre nell'agricoltura ma in terre migliori.

La popolazione complessiva è di 57.000.000. La Francia ha raggiunto prestissimo la crescita zero. All'inizio del secolo XIX la Francia era per popolazione la seconda potenza d'Europa dopo la Russia. Da quel periodo iniziava per la Francia una stasi demografica, caratterizzata soprattutto dai bassi tassi di natalità. Occasionalmente era l'immigrazione (soprattutto di italiani, polacchi, portoghesi, nordafricani e francesi dopo la decolonizzazione dell'Algeria) a contribuire all'aumento del tasso di natalità, che rimane comunque più alto che in Italia e in Germania. La popolazione rimane, quindi, numericamente pressoché stabile, ma si modifica la sua composizione etnica.

Naturalmente il governo francese ha messo in atto dei piani per incentivare la natalità. La legge sulla famiglia con cui si è tentato il rilancio demografico del paese, propone alcune soluzioni che rimuovono le difficoltà più diffuse: aiuto economico per l'assistenza ai bambini e uno stipendio attualmente di circa mezzo milione di lire mensili, per i primi tre anni di vita del terzo figlio. Dopo quasi un decennio,il risultato raggiunto è stato quello di riuscire a mantenere stabile il livello di nascite.


Economia

L'economia di una nazione tanto favorita da condizioni geografiche e storiche era ed è rimasta assai forte. La Francia è infatti la quarta potenza economica mondiale, dopo USA, Giappone e Germania.

Il paese possiede un'economia complessa e relativamente nei vari settori, mentre persistono squilibri di sviluppo tra le varie aree geografiche del paese. Si possono individuare due o tre regioni trainanti in cui si concentrano varie attività molto sviluppate: Parigi, il nord-est perché collegato con paesi molto avanzati. Questa regione è ricca di risorse minerarie (ferro e carbone) che insieme a risorse analoghe di altri paesi ha determinato il sorgere di industrie pesante. Altra regione evoluta è quella del Rodano che comprende Marsiglia e Lione. Le zone meno sviluppate sono quelle del Sud e dell'Ovest. Per queste regioni lo Stato ha elaborato dei piani di equilibrio seguendo la teoria dei poli di sviluppo dell'Italia del Sud (cattedrali del deserto).


L'agricoltura

L'agricoltura francese si avvantaggio del fatto di poter disporre sia delle terre del versante atlantico, sia di quelle del versante mediterraneo: cosa che permette di coltivare una grandissima varietà di prodotti. Fornisce rese elevate, e, a differenza di quasi tutti i paesi europei, riesce ad attivare una buona esportazione.

Gli addetti al settore non sono molti (5%). I prodotti che vengono coltivazioni sono: cerelai al centro, vite nelle zone collinari (vino e Champagne).

La modernizzazione del settore ha permesso alla Francia di essere il primo paese agricolo europeo, e il secondo esportatore agricolo mondiale dopo gli USA. Influisce molto su questi eccellenti risultati agricoli, l'ottima fertilità di gran parte dei terreni francesi, segnatamente delle vaste pianure.

Le aziende agricole in Francia, tendono, ultimamente a ingrandirsi e ad accorpare i campi troppo piccoli e dispersi. Tendono, inoltre a specializzarsi nella produzione, cercando di migliorare il reddito, soprattutto attraverso la modernizzazione delle tecniche agricole, la razionalizzazione del lavoro e la cooperazione.

La bilancia agricola è nettamente attiva e svolge un ruolo positivo per l'insieme dei conti con l'estero, rappresentando la voce maggiormente attiva della bilancia commerciale.


Allevamento

L'agricoltura francese torva ampio sostegno nel fiorente allevamento del bestiame. Il più numeroso è il patrimonio bovino e di animali da cortile che rappresentano ben il 50% del reddito agricolo. Gli allevamenti bovini più moderni si trovano nella parte nord della Francia (Bretagna, Normandia, bacino parigino) ma l'attività è diffusa in tutta la Francia. Buona parte dei prodotti dell'allevamento serve ad alimentare l'eccezionale produzione francese di formaggi.


Pesca

La produzione della pesca è in calo e comunque non molto elevata. La pesca viene esercitata soprattutto sulle coste con piccole imbarcazioni, ma esistono anche delle novi-fattoria che pescano in alto mare, trasformano il pesce e lo preparano per la conservazione, utilizzandone gli scarti per produrre olio e farina. La pesca viene esercitata nelle acque del Mediterraneo, ma soprattutto in quelle atlantiche ove è praticata la grande pesca oceanica con partenza dai porti pescherecci della Normandia: Boulogne, Saint-Malo, Lorient e Concarneau.


L'energia

Fino agli anni Sessanta la Francia ha utilizzato le proprie risorse energetiche (carbone, energia idroelettrica, metano), ma i tre quarti del fabbisogno nazionale erano coperti dalle importazioni di petrolio. Per far fronte alla crisi petrolifera degli anni Settanta la Francia si è orientata verso energetica basata sulla produzione di energia nucleare, di cui oggi è il secondo produttore mondiale.

Le centrale si trovano lungo i fiumi Rodano e Loira perché gli impianti hanno bisogno di acqua per il raffreddamento: qui infatti ritrovano le quattro centrali di Bugey, che costituiscono il più grande complesso nucleare dell'Europa occidentale.

Il carbone si localizza il Francia nella Lorena, nel Nord e nella regione del Massiccio Centrale, ma la sua produzione è in calo a causa del suo esaurimento. La Francia importa piccole quantità di petrolio e gas naturale, mentre la produzione di energia elettrica è attiva in Bretagna, dove si sfruttano le marre (energia maremotrice)

L'ampia disponibilità di bauxite ha favorito l'estrazione da tale minerale dell'alluminio e l'utilizzazione di quest'ultimo, a sua volta, ha data impulso all'industria francese delle costruzioni aeronautiche che è divenuta una delle più forti del mondo.   


L'industria

Il settore industriale, sebbene in alcuni campi soffra di una certa crisi e non sia sorretto da una sufficiente produzione nazionale di materie prime e fonti di energia, è nel complesso differenziato e competitivo in molte produzioni tecnologicamente avanzate. L'attuale struttura industriale è stata nella maggior parte costruita popola seconda guerra mondiale e ha avuto una forte accelerazione negli anni Sessanta, anche a causa dell'abbandono della politica coloniale e al conseguente indirizzo degli investimenti statali verso l'ampliamento delle produzioni industriali nazionali.

L'industria, settore centrale, dell'economia francese occupa il 28% degli attivi e produce una quota analoga del PIL.

La Francia è particolarmente competitiva nel settore aeronautico, ferroviario, elettronucleare, alimentare, farmaceutico, delle telecomunicazioni, della moda, dell'editoria e in qualche altra produzione di beni di consumo. I settori in crisi della Francia sono, invece, quello automobilistico e latri rami del meccanico, parte dell'industria tessile, la petrolchimica, l'elettronica, la siderurgia, le costruzioni navali.

La politica industriale francese è orientata verso la modernizzazione tecnologica e le ristrutturazioni dei settori in crisi.

La distribuzione geografica in Francia è spesso ancora influenzata dalla presenza di materie prime, come il carbone e il ferro; infatti grandi concentrazioni industriali si trovano nel Nord e nella Lorena.

Tuttavia come l'industria del passato anche quella di oggi si localizza soprattutto nella parte orientale della Francia (la regione parigina che presenta tutte le attività di trasformazione più avanzate; in Nord e la Lorena, vecchie regioni industriali; il polo Marsiglia-Fos in cui si allineano le attività portuali e le industrie degli acciai speciali, della chimica e della petrolchimica; e Lione, dove si localizzano le città di industriali come Saint-Etienne e Grenoble) dove lavorano i tra quarti dei dipendenti dell'industria francese.

La Francia dell'Ovest, invece, è poco industrializzata e urbanizzata. L'industrializzazione è soprattutto costiera, concentrata intorno a Bordeaux, Nantes e Caen.


Terziario

Il settore terziario occupa più del 60% della popolazione attiva. Nell'ultimo ventennio. Infatti, si è assistito in Francia ad una fortissima terziarizzazione, incoraggiata dalla stato con iniziative che vanno dalla modernizzazione dei trasporti alla collaborazione scientifica tra università e imprese industriali perla creazione di progetti e conoscenze, allo sviluppo di rete telematiche.

Le attività più specializzate del terziario sono concentrate soprattutto nell'agglomerazione parigina, ma hanno anche una certa importanza le città di Orleans, Nantes, Lione e Strasburgo.

Il ramo del terziario maggiormente in crisi è invece quello del piccolo commercio al minuto, sorpassato dall'avvento di supermercati e ipermercati.

Ai servizi tradizionali va sempre aggiungendosi in Francia una rete di servizi legata ala comunicazione e all'informazione. I giornali, la radio e la televisione creano sempre nuovi posti di lavoro direttamente o nei settori collegati, come quello dello pubblicità. I progressi maggiori si ottengono oggi con la telematica.


Trasporti

La circolazione avviene prevalentemente su strada; la rete stradale molto buona, mentre quella autostradale è presente solo lungo gli assi di circolazione più frequentati. Molto moderna è invece la rete ferroviaria, e un particolare motivo di orgoglio delle ferrovie francesi è il TGV.

Le comunicazioni francesi presentano la caratteristica di diramarsi a raggiera da Parigi. Lo stesso disegno è ripetuto dalla struttura della rete aerea, che converge su Parigi.

Il trasporto internazionale delle merci avviene prevalentemente per via marittima e si accentra per i due terzi sui porti di Marsiglia-Fos, le Hauvre e Dunkerque.


Turismo

Il settore turistico è molto importante ed è concentrato su due grandi aree: Parigi e il Sud-Est. 


Le grandi aree regionali

Parigi e il bacino parigino. Oltre che la capitale, essa è il più importante centro scientifico, tecnico e artistico, la più importante regione industriale, il più potente centro finanziario. L'egemonia della città si manifesta anche nalla capacità di attrarre le persona, dal paese e dal mondo intero; essa è infatti una delle città più cosmopolite del mondo, con quasi un milione e mezzo di stranieri.

L'accentramento del potere politico e amministrativo e del potere economico-finanziario ha creato, altre alla centralizzazione eccessiva, una rivalità tra Parigi e il resto della Francia, per cui da trent'anni circa si tende a decentrare l'amministrazione, l'industria, il terziario e l'organizzazione del territorio, ripartendo al di fuori di Parigi la popolazione, il lavoro e una parte del potere decisionale. Nonostante ciò la forza di attrazione della capitale resta molto forte.

Il bacino parigino comprende le regioni amministrative dell'Ile de France, Altae Bassa Normandia, Piccardia, Champagne-Ardenne, Borgogna e Centro. Questa vasta macroregione è strettamente legata a Parigi, con la quale ha molte relazioni. Dipende dalla capitale per le attività di ricerca e del terziario superiore in genere, per lacune produzioni industriali avanzate. La vicinanza a Parigi ha limitato la crescita di attività strategiche, ha limitato la vitalità economica di molte aree, divenute subalterne al dinamismo parigino. Tra i vantaggi derivati dalla vicinanza di Parigi occorre annoverare la presenza in quasi tutto il bacino di un'agricoltura molto moderna e spesso specializzata, avvantaggiata dalla vicinanza del mercato parigino, dalla presenza di buoni suoli, di corsi d'acqua per l'irrigazione, di una morfologia pianeggiante o moderatamente ondulata, da una potente rete di comunicazione.

Il popolamento all'esterno dell'agglomerazione parigino è, invece, molto debole, proprio per la forza attrattiva della capitale.

Il Nord e il Nord-Est. Comprende le regioni amministrative del Nord-Passo di Calais, Lorena, Alsazia e Franca Contea. Si tratta di regioni che storicamente hanno avuto, molte relazioni con l'esterno e che tuttora sono legate al "cuore economico" dell'Europa.

La presenza di grandi bacini carboniferi e ferrosi ha infatti attirato dall'esterno capitali e iniziative che nell'Ottocento hanno contribuito a sviluppare una consistente industrializzazione, fondata sui settori tessile e metallurgico e agevolata da un'antica tradizione artigiana.

Sebbene dominata dall'industria, l'area  dotata di un importante settore agricolo, basato in particolare sull'allevamento bovino da latte, cha ha originato molte industrie casearie.

Il centro e il Massiccio Centrale. Costituita dalle regioni amministrative del Limosino e dell'Alvenia. Si tratta dell'area più povera e marginale del paese, perché:

presenza della vasta area montuosa del Massiccio centrale;

attività artigianale fiorente ma che non è riuscita a tradursi in un processo di industrializzazione;

agricoltura tradizionale che dispone di pochi suoli fertili;

rete urbana debole;

flussi di capitali troppo modesto per dare il via ad uno sviluppo turistico.

Sud-Ovest. Comprende il Mezzogiorno-Pirenei e Aquitania. E' un'area vasta ma debolmente popolata, con una rete urbana caratterizzata dalla presenza di due grandi centri Tolosa e Bordeaux, che attirano tutte le principali attività industriali e scientifiche.

Nord-Ovest. In questa area, che comprende la Bretagna, Loira, Poitou-Charentes, è inatto una rapida trasformazione in senso moderno dell'economia, in particolare in Bretagna. Il centro urbano principale del Nord-Ovest è Nantes, capoluogo della regione della Loira, principale porto atlantico del paese e sede di molte industrie che ne fanno il più grande polo industriale dell'Ovest.

Il Sud-Est e la Corsica. Comprende le regioni amministrative Rodano-Alpi, Provenza-Alpi-Costa Azzurra e Linguadoca-Rossiglione alle quali si associa la Corsicaper vicinanza geografica e similitudine climatica. Si tratta della macroregione che nell'insieme ha fatto registrare negli ultimi decenni la maggiore crescita economica, fondata principalmente sull'industria avanzata, sul turismo e sulla produzione di energia idroelettrica e nucleare.

Non mancano però gravi problemi, come il ritardo economico e lo spopolamenti delle aree interne delle regioni bagnate dal Mediterraneo, la crisi del porto e delle industrie marsigliesi e il ritardo economico della Corsica.

La città di Lione con i comuni circostanti, costituisce la seconda agglomerazione francese: è la sola città della Francia che riesce a contrastare il potere dominante di Parigi. In essa sono presenti tutti i settori dell'industria, attraverso i quali influenza una vasta area circostante.

Ai piedi delle Alpi si trova anche Grenoble, che è la più importante città della regione alpina.

Grande dinamismo e capacità di attrazione di persone e capitali fa registrare l'allineamento di città che da Nizza attraverso Marsiglia arriva fino a Montpellier. Marsiglia è la terza agglomerazione urbana del paese e fonda la propria economia sul porto e sulle attività ad esso collegate.

La Corsica, una delle pi grandi isole del Mediterraneo, differisce dal Sud-Est oltre che per i livelli di ricchezza e sviluppo, per il particolarismo della sua insularità,una delle cause delle rivendicazioni di autonomia che pervadono la regione.

Il principato di Monaco. E' uno dei più piccoli stati europei. Con la Francia intrattiene strettissime relazioni, utilizzandone anche la moneta.

L'attività economica prevalente è il turismo di lusso.

Vi sono alcune attività industriali nel campo farmaceutico, della meccanica di precisione e dell'abbigliamento, agevolate dalle facilitazioni fiscali.



Germania

In seguito alla sconfitta nella seconda guerra mondiale, la Germania è stata divisa in due stati, la repubblica federale Tedesca, capitalista e liberal-democratica, e la repubblica Democratica Tedesca, che ha adottato il regime socialista e l'economica pianificata.

Nel 1990 le due Germania si sono riunificate e il nuovo stato è divenuto il più popoloso dell'Europa Occidentale. La riunificazione ha provocato la modificazione dell'economia pianificata orientale in economia di mercato (privatizzazione delle imprese statali, costruzioni ad Oriente di infrastrutture di livello simile all'Occidente.)

La Germania è, ora, una repubblica federale, nella quale i poteri delle 16 regioni sono molti ampi. E' la prima potenza economica d'Europa e la terza al mondo, dopo Stati Uniti e Giappone.


La configurazione

Lo spazio fisico tedesco si può dividere in tre zone, morfologicamente molto diverse tra loro.

A nord: le pianure. Le pianure settentrionale fanno parte della grande pianura europea settentrionale, originata dalle glaciazioni quaternarie. Si tratta di una pianura poco fertile, sabbiosa e argillosa, ricca di acquitrini e torbiere. La parte meridionale di questa pianura è di origine loessica, con suoli molto utili per la coltivazione. Di recente anche la parte settentrionale costiera è stata resa produttiva, attraverso bonifiche (polders).

Al centro: massicci antichi. I rilievi centrali (massiccio Scistoso Renano, Harz, Eifel, Selva Nera, Selva Boema, Selva Turingia, monti Metalliferi, Giura di Francofonia) sono costituiti da una serie di colline ricoperte da boschi e sono intervallati da corridoi pianeggianti in cui scorrono molti corsi d'acqua.

A sud del Danubio: montagne giovani. Comprende l'altopiano bavarese (prealpino) e le Alpi bavaresi, che culminano nei 2963 m dello Zugspitze.


La Germania è terra dei grandi fiumi; essa viene, infatti, atraversata dal Reno, dal Danubio, dall'Elba e dal Weser. Il Reno nasce in territorio svizzero e si getta nel mare del Nord in territorio olandese, percorrendo al Germania per 865 km, interamente navigabili (la più importante via navigabile europea). Recentemente è stato collegato attraverso un canale costruito tra Bamberg e Ratisbona, al Danubio.


Il clima tedesco è prevalentemente continentale: estati brevi e calde, inverni lunghi e freddi con piogge intense nelle zone montuose e vicino alle coste.


In Germania l'ambiente ha subito un forte degrado, in particolare a causa dell'attività industriale e del traffico automobilistico.  


Popolazione

La Germania conta 80 milioni di abitanti e una densità che supera i 200 ab/Km². L'insediamento della popolazione è sempre più urbano. La distribuzione della popolazione è abbastanza regolare ed equilibrata, anche se un forte concentrazione la troviamo nella regione urbana Reno-Ruhr,che conta 11 milioni di abitanti.

L'insieme della Germania si trova oggi ad avere un tasso di crescita naturale molto vicino allo zero, con i tassi di natalità e mortalità intorno all'11%.

La crescita della popolazione è,però, continuata grazie ai flussi migratori provenuti soprattutto dall'Europa orientale e in particolare da Polonia, Ungheria, Romania, Russia e ex-Jugoslavia. Questa forte presenza di immigrati ha creato in Germania un forte problema di integrazione a causa di sentimenti xenofobi e razzisti. Un problema di integrazione esiste anche per i tedeschi della parte orientale: si tratta di un problema di integrazione nel sistema capitalisti dell'Ovest, dove esistono degli sconvenienti che nel sistema socialista non esistevano: incertezza di trovare un lavoro, redditi assai differenziati e competizione.

Comunque, gli attuali 80 milioni di abitanti della Germania formano uno stato ricco, con redditi molto alti, consumi privati elevati e misure di sicurezza avanzate. Sussistono anche qui delle differenze tra regioni occidentali e orientali, che però non superano quelle di paesi uniti da molto più tempo e che quindi si pensa possano sparire col tempo.


Economia

La Germania ha vissuto un rapido sviluppo nel dopoguerra che ha riguardato prima la repubblica federale tedesca e ora tutta la Germania. Lo sviluppo è avvenuto grazie a:

- aiuti da parte degli Stati Uniti (Piano Marschall), interessati ad avere un alleato come la Germania.

le risorse, soprattutto nella zona Ruhr e del Saar;

apparato industriale rimesso apposto dopo la guerra;

presenza di manodopera (emigrati dell'est).

L'Est invece ha avuto un discreto sviluppo nel COMECOM. Ma era uno sviluppo diverso (industria pesante) e inferiore rispetto all'Ovest.

Così dopo l'unificazione, si è cercato di rendere la parte dell'Est simile a quella dell'Ovest, riscontrando i problemi che riguardano il passaggio dall'economia pianificata a quella di mercato. 

La sua potenza economica è fondata su una solidissima industria, su un'efficiente rete di trasporti, su servizi di buon livello e sul fatto che la moneta, il marco tedesco, è una delle più fori del mondo. Punti deboli dell'economia sono, invece, l'agricoltura e la dipendenza energetica.


Agricoltura

L'agricoltura è il settore più debole dell'economia tedesca. Vi lavora il % della popolazione attiva, che produce il 3% del PIL. A occidente con gli incentivi governativi essa è divenuta molto meccanizzata e si è diffuso l'uso delle tecniche moderne, ma a causa della scarsa qualità dei terreni e delle dimensioni limitate delle aziende, la produttività non è elevata. A oriente, invece, le aziende sono più estese e sufficientemente meccanizzate.

L'insieme dell'agricoltura tedesca copre solo il 60% del fabbisogno nazionale e quindi è necessario ricorrere a massiccie importazioni.


Allevamento

L'allevamento è bene sviluppato: fornisce i due terzi dei redditi agricoli ed è praticato in tutto il paese, ma informe diverse. Domina l'allevamento bovino da latte, con produzioni di burro e formaggio, ma alcune aree, come Colonia, Francoforte, Hannover, Sassonia, sono specializzate in allevamento bovino da carne. L'allevamento di suini, diffuso in tutto il territorio, fornisce la materia prima per una delle più classiche produzioni tradizionali, il wurstel.


Legname

La parte centromeridionale della Germania è ricca di foreste e boschi che sono sfruttati perla produzione di legname da costruzione e cellulosa. Il patrimonio forestale è stato oggetto di azioni di tutela contro le piogge acide egli inquinamenti e che prevedono il ripristino dei boschi tagliati,la costituzione di vaste aree protette.


Energia

Essa è dipendente dall'estero per circa il 50% delle fonti di energia e ancor di più per i minerali. Le grandi miniere di carbone della Ruhr e della Saar hanno iniziato negli Settanta ad esaurirsi o a diventare antieconomiche perché troppo profonde.

La dipendenza energetica è sopravvenuta da circa, quindi, un ventennio, da quando cioè all'uso del carbone come fonte energetica principale si è sostituito l'impiego del petrolio, che la Germania importa e del gas naturale, che in parte estrae dal nord.

Questa situazione di relativa debolezza nel settore minerario ed energetico non ha tuttavia influenzato la crescita dell'industria.


Industria

Il settore secondario resta il centro propulsore di tutta l'economia ed è distribuito in modo abbastanza uniforme sul territorio. Il 38% della popolazione è impiegato nel settore secondario, che produce il 40% del PIL.

I settori chiavi dell'industri a tedesca sono oggi la meccanica (pesante e leggera), la chimica, l'industria pesante e i cosiddetti settori nuovi e avanzati (chimica fine, farmaceutica, biotecnologie, elettronica, telecomunicazioni, ottica di precisione, robotica) in cui ha cominciato a competere con le industrie giapponesi e statunitensi.


Terziario

I servizi tedeschi sono in genere di buon livello e contribuiscono all'evoluzione dell'economia e della società tedesca (servizi per l'impresa: finanziari, servizi tecnici, di progettazione, centri di ricerca). Anche i servizi come la scuola e la sanità sono di livello molto elevato e diffusi quasi capillarmente su tutto il territorio.


Trasporti

A Occidente la rete dei trasporti è molto moderna, diversificata ed efficiente. Esiste quindi, all'ovest una fitta rete di strade, vie navigabili, ferrovie, condotti, un discreto numero di aeroporti e una buona rete di telecomunicazioni.

A Oriente la rete di strade, ferrovie e condotti e ugualmente fitta, ma con un livello tecnologico, uno stato di manutenzione e un'efficacia molto inferiori.

Anche la presenza di autostrade è più densa nella parte occidentale.

L'obiettivo di uno sviluppo omogeneo del territorio tedesco ha quindi come condizione necessaria per essere attuato anche l'uniformazione delle reti di trasporto e comunicazione.


Le aree regionali

Pur essendovi anche nella Germania aree "forti" e "deboli", le differenziazioni non sono così nette come in molti altri paesi europei. Anche il divario socio-economico tra regioni occidentali e orientali, netto per alcuni aspetti, non lo è per altri. Il relativo equilibrio nella distribuzione regionale delle attività economiche non esclude però l'esistenza di alcune differenziazioni territoriali.

La Germania può essere inoltre suddivisa in quattro aree regionali:

La Germania renana. E' la regione del medio Reno e comprende i Lander di Assia, Renania Nord-Westfalia, Renania-Palatinato e Saar. E' l'area regionale dove vi è stato il più antico sviluppo industriale, fondato sul carbone della Ruhr e della Saar.

Gli altri due Lander di quest'area hanno nell'insieme uno sviluppo industriale più modesto e una maggiore specializzazione agricola.

La rete urbana si snoda lungo il corso del Reno e dei suoi principali affluenti (Meno, Mosella, Ruhr) e annovera numerose città con funzioni economiche di primaria importanza: Francoforte è il principale centro finanziario e terziario-superiore del paese, oltre a essere un nodo strategico delle comunicazioni; le città della conurbazione Reno-Ruhr hanno invece una marcata caratterizzazione industriale, mentre l'ex-capitale Bonn ha soprattutto funzioni terziarie.

Il Sud. Comprende i lander di Baviera e Baden-Wurttenberg, tra i più estesi del paese. E' l'area che negli ultimi vent'anni ha fatto registrata lo sviluppo industriale più dinamico e che attualmente ha i livelli di disoccupazione più bassi della Germania. Inoltre la Baviera è la prima regione agricola del paese.

Le città meridionali che svolgono il ruolo più rilevante nell'economia regionale e nazionale sono Monaco e Stoccarda, che insieme alla specializzazione industriale vantano anche attività terziarie superiori e in particolare scientifiche. Questa parte del paese è anche ricca di prestigiose città universitarie, come Heidenberg e Friburgo.

Il nord. Area pianeggiante che comprende i Lander di Bassa Sassonia, Schleswig-Holstein, Amburgo e Brema. Quest'area regionale è caratterizzata dall'attività portuale,che si svolge in primo luogo nelle città di Brema e Amburgo. Quest'ultima, situata alla sbocco, del fiume Elba, è il principale porto commerciale della Germania e ospita anche oltre attività industriali, tradizionali e avanzate e attività terziarie di buon livello,che ne fanno la capitale economica del nord.

Le regioni orientali. L'area è formata dal Land di Berlino e da quelli di Brandeburgo, Meclemburgo-Pomerania, Anteriore, Sassonia Sassonia-Anhalt e Turingia.

Lo sviluppo industriale è concentrato nel triangolo meridionale Magdeburgo-Chemnitz-Dresda. Quest'area industriale è anche la più inquinata di tutta la Germania.

Nonostante la trasformazione delle regioni orientali proceda abbastanza rapidamente, quest'area resta per ora la meno sviluppata di tutta la Germania.

Tra le città spiccano Berlino, Dresda, Halle ed Erfurt, che sono sedi industriali e di attività scientifiche, mentre Lipsia è anche uno dei principali centri commerciali europei.



Gran Bretagna

Fino all'inizio di questo secolo la Gran Bretagna era il più grande paese industriale del mondo che dominava un impero che si estendeva su un territorio 150 volte più grande di quello nazionale.

Oggi la gran Bretagna non detiene più il peso economico e il rilievo politico e internazionale del passato, anche se continua ad essere uno dei paesi più industrializzati del mondo


La configurazione

La Gran Bretagna è costituita dall'isola omonima, che è la più vasta d'Europa, dalla parte Nord-Ovest dell'isola d'Irlanda (Ulster) e da formazioni insulari minori, tra cui gli Arcipelaghi dello Shetland, delle Orcadi, delle Ebridi a nord; quelle delle Scilly, l'Isola di Wight e le isole anglo-normanne a sud; e l'Isola di Man nel centro del mare d'Irlanda.


A sua volta l'isola di Gran Bretagna è ripartita geograficamente ed etnicamente in Inghilterra, Scozia e Galles.


Attraversando il territorio di questo Paese, nella parte meridionale, verso sud-est, si può osservare un'alternanza di piccole pianure e di colline, mentre a settentrione si scorgono catene di monti non molto elevate.   

Il rilievo britannico è molto antico e di altitudine modesta: il Ben Nevis (m 1343) è la cima più elevata e si trova sui Grampiani in Scozia. Di notevole importanza sono i Monti Pennini e i Massicci del Galles, ricchi giacimenti di carbon fossile.


Il principale fiume inglese è il Tamigi, sulle cui rive sorge la capitale dello Stato, Londra. Esso nasce dai Costwold Hills e sfocia nel Mare del Nord, attraversando il territorio inglese per non molto di più di 300 Km. Altri fiumi importanti sono il Severn e il Trent. Tutti i fiumi inglesi, generalmente, sfociano ad estuario, e hanno favorito lo sviluppo dell'industria.


Le coste frastagliate sono generalmente alte e ricche di insenature.


Il mare influenza molto il clima dell'isola: deboli escursioni termiche; estati fresche e inverni miti, precipitazioni abbondanti distribuite lungo tutto l'arco dell'anno, umidità costante e pressione favorevole alla nebulosità e alla nebbiosità e un forte tasso di smog.


La morfologia e il clima consentono di suddividere la Gran Bretagna in:

Highlands (alte terre): nel Nord-ovest. Clima oceanico accentuato: precipitazioni e venti hanno eroso le montagne fino a formare i Monti Pennini e i Monti Cambrici coperti solo di erbe e di erica. Sono dominate da pascoli e ricevono anche 4000 mm di precipitazioni annue e forte innevamento. Le uniche zone pianeggianti in scozia sono quelle dove sono situate Edimburgo e Glasgow.

Lowlands (terre basse): nel Sud-Est. Clima oceanico moderato. Qui la terra è stata drenata e bonificata, i corsi dei fiumi deviati e intere regioni sono state sottratte dal mare tramite dighe e trasformate in terre fertilissime. Quindi il paesaggi delle lowlands porta impressi i segni di un lungo popolamento; infatti queste terre furono teatro di molte innovazioni agricole e oggi il paesaggio di queste regioni è completamente umanizzato. In alcune aree, persino la struttura di base del paesaggio è artificiale: qui la terra è stata drenata e bonificata, il corso dei fiumi deviato e intere regioni sono state sottratte al mare, protette da dighe e trasformate in terre fertilissime.


Popolazione

Con i suoi 57 milioni di abitanti la Gran Bretagna è uno dei paesi più densamente popolati d'Europa (238 ab/Km²) e ha una grandissima differenziazione interna nella distribuzione della popolazione: la Scozia è la regione meno densamente popolata, il Sud-Est (comprende la regione londinese) è la regione che è lo è di più. Il popolamento attuale è il risultato di un vistoso incremento demografico avvenuto due secoli fa.  L'esasperato ritmo di crescita di due secoli fa diminuì rapidamente nel secolo appena finito, dove divenne negativo e poi si stabilizzò attorni allo zero.

Ma l'evoluzione delle popolazione è anche dovuta alla dinamica dei movimenti migratori. Tra il 1815 e il 1914, decine di milioni di scozzesi e irlandesi emigrarono nei paesi extraeuropei; tuttavia questo periodo coincise con il periodo di massima crescita demografica britannica, e quindi comportò un semplice contenimento dell'aumento demografico che altrimenti sarebbe stato ancor più rilevante. Comunque dopo il 1920 l'emigrazione si contrasse.

La Gran Bretagna è peraltro sempre stata prevalentemente terra di immigrazione. La massima immigrazione si ebbe alla fine degli Cinquanta da parte dei cittadini dei paesi del Commonwealth, ai quali gli accordi internazionali non richiedevano permessi di lavoro. Il fenomeno più vistoso riguardo gli antillesi e i giamaicani di bassa condizione socioeconomica.

Terminati i flussi di immigrazione degli anni Cinquanta e Sessanta, cominciò a diminuire anche il tasso di incremento naturale. Proprio la diminuzione delle natalità ha provocato un invecchiamenti generale della popolazione.

Attualmente si sta verificando una redistribuzione interna della popolazione,che abbandona la città per trasferirsi in città minori o in aree rurali. Questa redistribuzione è una inevitabile conseguenza della variazione dell'assetto dell'economia britannica, che soffre le crisi maggiori proprio nei grandi centri urbano-industriali.


Economia

Nel corso dell'800 era la prima potenza mondiale in politica ed in economia. Ciò grazie all'imperialismo in Nord America, Australia, Sud Africa, molti stati africani, India e Hong Kong, con l'Inghilterra commerciava acquistando le materie prime. Queste colonie permisero il diffondersi dell'inglese e il prestigio della sterlina. Cosicché in Inghilterra sorsero le prime industrie favorite dalla presenza di grossi capitali, innovazioni (macchina a vapore), presenza di materie prime locali e coloniali. In questo periodo la gran Bretagna non aveva concorrenti.

Nel corso del '900, invece, questa situazione di primato viene poco per volta a mancare perché le colonie divennero indipendenti, e all'impero si sostituì il Common Wealth, cioè una comunità di 40 paesi, alcuni dei quali, come il Canada e l'Australia, pur essendo di fatto indipendenti, riconoscono ancora la sovranità britannica.

La Gran Bretagna incomincia a commerciare con ipaesi europei e nel 1960è tra i fondatori dell'EFTA, che si contrapponeva alla CEE, alla quale vi aderirà poi nel '73.


Agricoltura

Le possibilità di utilizzazione agricola del suolo sono condizionate fortemente dalla morfologia e dal clima e differiscono profondamente anche tra zone molte vicine. Da questo ne deriva che lo spazio agricolo britannico è insufficiente. Il regno Unito è quindi un grande importatore di derrate alimentari (il terzo dopo Germania e Giappone), nonostante l'agricoltura sia tecnicamente molto avanzata.


Allevamento

L'allevamento, soprattutto quello bovino, contribuisce alla formazione del reditto agricolo in misura molto forte e la produzione del latte copre l'intero fabbisogno nazionale.

La produzione agricola britannica è valorizzata da una efficiente industria agroalimentare, dove operano grandi aziende che lavorano anche i prodotti dell'importazione e che trova materia prima per la produzione anche in mare


Pesca

Questa attività, praticata prima nei mari del Nord , è ora in crisi a causa della competizione tropo intensa che sovrasta il mare del nord. L'Inghilterra, quindi,pesca ora nei mari più a Settentrione servendosi di una flotta costituita da grosse unità e sostenuta da grandi compagnie di armatori.


Energia

Altri problemi derivarono dall'esaurimento del carbone, che per quasi 200 anni aveva rese l'Inghilterra autosufficiente. Nel 1946 l'estrazione del carbone fu nazionalizzata e molte miniere furono chiuse, poiché i costi di tale operazione erano troppo elevati e non potevano più competere con il prezzo del petrolio. Così l'Inghilterra dovette importare il petrolio.

Un segnale positivo si ha dopo il '73, quando la gran Bretagna scopre ricchi giacimenti petroliferi nel Mare del Nord che la resero nuovamente autosufficiente.

Così la Gran Bretagna ha ritrovato la sua indipendenza grazie al carbone, al petrolio e al gas naturale estratti localmente e anzi esporta una parte delle prime due risorse.

Per garantirsi l'autonomia energetica anche nel futuro, la Gran Bretagna ha puntato sulla produzione di energia nucleare.


Industria

Il problema grosso delle industrie inglesi è il loro invecchiamento, in quanto sono nate nell'800 quando non c'era concorrenza, ma quando nel corso del '900 ne nacquero di nuove, erano sicuramente meglio attrezzate. L'innovazione in questo campo è vitale. E' necessario per l'industria effettuare un rinnovamento sia per la produzione sia perle strutture e attrezzature che attualmente si modificano molto in fretta per perdere competitività.

Nel '900 il governo inglese ha affrontato il problema in maniera diversa, perché i laburisti erano più favorevoli ad un intervento dello Stato nell'economia per sostenere aziende in crisi, aprire nuove imprese e per fornire più servizi.

Tutto ciò ha portato ad un eccessivo onere economico per lo Stato aggravando il debito pubblico e la situazione finanziaria.

Nel '79 sono arrivati i conservatori (TACHTER) cha cambiano il sistema, favorendo la privatizzazione per scrollarsi di dosso gli impegni. Favorito gli impegni stranieri soprattutto in quello automobilistico a scapito però delle classi sociali meno elevate tra le quali e aumentata la disoccupazione. Ora ci sono i laburisti di Blair.


Le grandi regioni

Il Sud-Est

Comprende la regione pianeggiante dell'East Anglia e il bacino di Londra.

L'East Anglia è la regione agricola più produttiva della Gran Bretagna; l'industria è recente e moderna, legata all'agricoltura o alla tradizione artigianale tessile. E' una delle regioni più equilibrate e prospere dell'Inghilterra. I tassi di disoccupazione sono tra i più bassi del paese e tendono ancora a diminuire.

Le città maggiori sono quelle di Norwich e Cambridge.

La regione londinese raggruppa la popolazione di Londra, Oxford e Southmpton.

Londra è la sesta metropoli del mondo in quanto a popolazione. E' la capitale della Gran Bretagna ed è una delle città più famose del mondo: si trova compresa fra i maggiori centri finanziari e commerciali mondiali e la sua influenza politica è molto consistente.

Il potere politico è localizzato a Westminster, dove si trovano il parlamento, le residenze reali e i ministeri; le sedi diplomatiche si situano invece nei vicini quartieri di Belgravia, Kensigton e Mayfair; il potere finanziario si identifica con la City, che racchiude le sedi più prestigiose delle banche e delle compagnie di assicurazione, la borsa merci e la borsa valori. Le attività portuali si sono trasferite a est verso l'estuario del Tamigi, dove si concentrano le industrie.




Russia

L'Unione Sovietica nasce nel '17 dalla disgregazione dell'Impero zarista. Stato molto singolare

per la politica e economia comunista

per l'aspetto geografico (stato più vasto del mondo con 22 milioni Km² che si estende in Europa e in Asia)

Questo territorio si era formato a partire del '500 per le conquiste del principato di Moskova (stato slavo nella parte europea, vicino a Mosca) che si era espanso nel mar nero, Urali e nella parte asiatica fino all'Oceano Pacifico.

Impero con una situazione economica e sociale molto arretrata: inizio '900 non c'è neanche l'ombra dello sviluppo dei paesi occidentali. Nel 1917 si devono gettare le basi per un'economia più sviluppata.


La configurazione

Territorio non del tutto favorevole

per la latitudine da 40 a 80 quindi per una buona parte si sviluppa in zone fredde.

continentalità che provoca molti sbalzi di temperatura: i mari hanno poco influenza (sono freddi) e le zone interne sono molto lontane dalla costa.

punte molto basse di temperature (Siberia -60)e punte molte alte (Lago d'Aral 40). Grandi pianure: Bassopiano Sarmatico, Bassopiano Siberiano (dopo gli Urali).

rilievi poco elevati e ricchissimi di risorse, aspetti negativi difficoltà nel costruire le vie di comunicazioni

Parte più abitata Mosca che aveva difficoltà a collegarsi alla parte asiatica tra fine '800 e inizio '900 costruiscono la Transiberiana che collega Mosca fino al Pacifico (11 ore di differenza)


Fiumi: molti fiumi, Europei si gettano nel Mare nero e nel Mar Caspio (Volga: Mar nero; Don: Mar Caspio) I fiumi asiatici vanno verso nord. Sono molto lunghi e sempre ghiacciati (Ob, Jeniset, Lena).


Dal punto di vista politico: 15 repubbliche e non era molto abitato 250 milioni. Popolazione distribuita irregolarmente, più densa in Europa, meno densa in Asia soprattutto lungo la linea transiberiana: sorgono nuove città lungo questa via


Popolazione

Si verificavano spostamenti interni (come una colonizzazione interna) da ovest a est. Lo Stato aveva incoraggiato questo spostamento perché le regioni dell'est erano ricche di risorse. Grande eterogeneità della popolazione: molti gruppi etnici (100) e l'elemtno prevalente era quello slavo-russo e il russo era la lingua ufficiale. Lo stato garantiva la tutela delle minoranze anche se erano oppresse. Durante il comunismo non era permesso professare alcuna religione e le libertà personali erano limitate. Regime autoritario, dittatoriale.


Economia

Erano stati applicati i principi del Comunismo. Lo stato controllava l'economia che pianificava con i piani quinquennali privilegiando le attività più utili allo sviluppo: industria pesante che aveva permesso di compiere un miglioramento recuperando il ritardo nei confronti dell'Europa Occidentale. Nelle altre attività i successi erano stati molto ridotti. L'agricoltura era molto scarsa e non soddisfava i bisogni del paese, così come l'industria leggera e il terziario. Alcuni settori funzionano bene (istruzione), mentre altri no.

Dopo la I fase di intenso sviluppo l'economia ha presentato molti problemi attribuiti all'eccessiva centralizzazione del potere e alla scarsa produttività dei lavoratori. Questa situazione di arretratezza economica appare particolarmente grave quando Gorbaciov sale al potere, che per risolvere questo i problemi decide di iniziare dalla politica estera: molti risultati mentre all'interno le cose sono più complesse perché Gorbaciov si propone di attuare delle riforme mantenendo però il comunismo. Inizia a fare delle aperture tipiche dell'economia di mercato che però vuol fare coincidere al Comunismo.

Si cerca anche di restaurare una maggiore democrazia.

Approfittando di questa atmosfera più democratica alcune popolazioni insorgono chiedendo l'indipendenza dall'URSS

Le zone più calde. Paesi baltici, zona caucasica. La Lituania diventa accanita per l'indipendenza creando problemi a Gorbaciov (concedere l'indipendenza voleva dire arrivare alla disgregazione dell'Urss, non concedere l'indipendenza guerra civile.

Un altro problema è l'ostilità nella sua linea politica che alcune correnti del partito avevano dimostrato: alcuni contestavano il fatto di aver iniziato riforme non concluse. Gorbaciov cercherà di salvare l'Unione Sovietica e anche se stesso, ma nel dicembre si dimette e l'URSS cessa di esistere. Nascono le 15 repubbliche indipendenti tra i quali il più grande e il più importante è la Russia. Nuovi rapporti tra Russia e nuovi Stati indipendenti che soprattutto su piano economico hanno cercato di collaborare ancora: tutto ciò ha dato vita alla CSI.



Stati Uniti

Fu tra la fine 1500 e l'inizio del 1600 che i coloni inglesi partirono per le nuove terre d'America scoperte da Colombo nel 1492. Essi cominciarono presto una colonizzazione di popolamento lungo le coste atlantiche e tra la metà del 1600 e l'inizio del 1700 gli inglesi fondarono le 13 colonie assorbendo i domini olandesi e svedesi. Queste colonie divennero più potenti e più popolate delle colonie fondate dai francesi e dagli spagnoli.

Le colonie godettero a lungo di una certa autonomia da parte dell'Inghilterra. Tuttavia, i coloni inglesi d'America mal sopportavano che l'Inghilterra traesse grandi profitti economici da queste ricche colonie americane. Per cui, prendendo lo spunto dall'imposizione da parte del governo inglese di nuove tasse ai coloni americani questi ultimi si ribellarono, dichiarando l'indipendenza.

E' proprio con la dichiarazione di indipendenza dal 4 luglio 1776 ad opera delle 13 colonie inglesi d'America (Virginia, Massachusetts, New York, Delaware, Rhode Island, Connecticut, Maine, New Hampshire, Carolina, Pennsylvania, Georgia e New Jersey) che ha inizio la storia degli Stati Uniti come nazione.

La difficoltà per l'Inghilterra di far giungere rinforzi attraverso l'Atlantico, l'abile guerriglia condotta da Gorge Washington che sorprese le truppe britanniche, una eccessiva sicurezza da parte dei comandi inglesi di poter domare la rivolta americana come e quando volevano, furono tutti elementi che finirono per rilevarsi a favore degli Americani, dando ad essi un'insperata clamorosa vittoria militare.

Dopo essersi data una nuova Costituzione, la nazione americana elesse a capitale dello Stato la città di Washington. Finita la guerra d'indipendenza, durata dal 1775 al 1783, venne eletto presidente della Repubblica Gorge Washington.

Da questo punto in poi gli Stati Uniti, iniziarono la loro ascesa conquistando nuove terre e ammetterle all'Unione di Stati, lottando con le popolazioni locali (Gli indiani, scheda a pag. 202) e contro gli interessi di altre potenze commerciali europee (Francia e Spagna).

Dalla fine del Settecento quindi, partendo dalla costa atlantica, i primi tredici stati federali cominciarono ad incoraggiare l'insediamento di nuovi abitanti all'interno. Dapprima si superarono le montagne degli Appalachi, che per lungo tempo erano state il confine tra le zone colonizzate e il territorio degli indiani. Nel corso dell'800 arrivarono al Pacifico

Quando il numero dei coloni in una regione interna era abbastanza elevato, si fondava un altro stato che si aggiungeva alla federazione. Per accelerare questo processo, nell'Ottocento si incoraggiò l'arrivo di nuovi immigrati dall'Europa che giunsero numerosi specie dall'Irlanda, dalla Germania, da paesi slavi e dall'Italia. Una spinta verso l'Ovest (o Far West) venne dalla costa all'oro del 1847 - 48. Molti infatti emigrarono in California attirati dal miraggio di arricchirsi in poco tempo con la ricerca delle pepite.

Ma nonostante  i continui successi della nazione in campo politico ed economico, rimaneva sempre più grave il problema della schiavitù dei neri. Si andava affermando negli Stati Uniti del Nord una forte corrente popolare a favore della libertà dei neri. Ma gli Stati del sud, che basavano sul lavoro forzato dei neri la loro prosperità economica, non intendevano cedere su questo punto . Se ineri, una volta liberati fossero emigrati in massa a nord nelle fabbriche abbandonando i campi di cotone e di tabacco, come avrebbero fatto i grandi proprietari terrieri del meridione? Così ragionavano al sud. E quando Abramo Lincoln, eletto Presidente degli Stati Uniti, dichiarò soppressa la schiavitù dei neri, gli Stati del sud si separano da quelli del nord, creando un'altra nazione indipendente: la Confederazione Americana (Virginia, Carolina del Nord, Carolina del Sud, Georgia, Florida, Alabama, Tenessee, Mississippi, Arkansas, Louisiana, Texas). Ebe così inizio la guerra civile tra sudisti e nordisti (1861-1865).

Alla fine dell'800 la grande crescita industriale degli Stati Uniti incentivò l'immigrazione e rafforzò l'espansione della maggiori aree urbane.

Vediamo poi in seguito, gli Stati Uniti impegnati più volte nelle guerre e che non faranno altro che accrescere il loro prestigio politico e successo economico. Con il crollo dell'unione Sovietica gli Stati Uniti sono attualmente l'unica super-potenza rimasta.


La posizione


Gli Stati Uniti confinano ad est con l'Oceano Atlantico, a ovest con l'Oceano Pacifico, a nord con il Canada, a sud con il Messico. Gli Stati Uniti comprendono anche l'estremità nord-occidentale costituita dalla penisola dell'Alaska e l'arcipelago delle Hawaii.


La configurazione

Geograficamente gli Stati Uniti possono essere suddivisi nelle seguenti regioni naturali:

fascia pianeggiante della costa atlantica, comprende i tredici stati che hanno formato gli Stati Uniti. Si tratta di una fascia pianeggiante assai fertile. Il profilo costiero di queste pianure risulta frastagliato.

E' una zona molto densamente popolata e comprende molte città importantissime; le città della costa del Nord-Est formano la megalopoli (insieme di grandi città che formano una grande conurbazione) che si estende da Bastono fino a Washington, formando la Nuova Inghilterra. Boston, nel Massachusetts, ne è il maggiore centro; al centro della megalopoli, lungo l'estuario del fiume Hudson, si situa New York; Filadelfia, il grande porto al servizio delle industrie della Pennsylvania, si congiunge a Baltimora, sede di industrie siderurgiche e chimiche. Alle estremità sud della megalopoli sorge la capitale degli Stati Uniti, Washington, nel Distretto Federale Columbia costruita appositamente per ospitare i ministri, la sede del Congresso, la Casa Bianca e il Pentagono.

terra dei Grandi Laghi, appena a ridosso degli Appalachi. Le maggiori città dei Grandi Laghi sono Chicago, Detroit (conurbazione industriali), Cleveland e Buffalo. La loro economia è prevalentemente legata alle attività industriali. Sono città che si sono sviluppate precocemente grazie alla disponibilità di risorse minerarie. 

grande zona centrale, pianura che va dal Canada al Golfo de Messico. E' una zona molto meno densamente popolata, dove le attività principali sono ancora l'agricoltura e l'allevamento. Accanto a queste attività primarie sono sorte in alcune zone alcune altre attività: per esempio nella zona del Texas, che negli anni '50 si è arricchita con lo sfruttamento del petrolio e poi l'industria spaziale.

zona delle Montagne Rocciose, si tratta di una fascio possente di catene aspre ed elevate, con pochi valichi. E' quindi una zona poco popolata, ma sicuramente ha un ricco patrimonio naturale ed è la zona dei parchi naturali, delle riserve, dell'allevamento allo stato brado e di alcuni giacimenti minerari molto importanti.

costa pacifica, piatta e stretta e più uniforme di quella atlantica. Tre soltanto le baie spaziose che vi si aprono: la baia di San Francisco, la Baia di Los Angeles e la baia di San Diego, che sono i luoghi dove sorgono le più grandi città di questa zona. A San Francisco, Los Angeles e San Diego si concentrano, infatti, grandi attività industriali che riguardano i settori più innovativi (industrie recenti e quindi moderne). Questa industrializzazione è stata agevolata anche dallo sviluppo di altri paesi del Pacifico: Giappone, Honk Kong, Taiwan, Corea del Sud.


Popolazione

La popolazione dell'America non è molta in confronto all'espansione; 270 milioni di abitanti con una densità media di 30 ab/Kmq.

Lo sviluppo demografico degli Stati Uniti tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento derivò in gran parte dall'afflusso di immigrati. La loro provenienza era molto varia: nei primi tre secoli di colonizzazione prevalevano i britannici, scozzesi e irlandesi; dopo si accentuarono gli arrivi da Italia, Germania, Grecia e paesi slavi.

La migrazione dall'Europa in America è stata soprattutto composta da alcuni discendenti dei primi colonizzatori anglosassoni, i più agiati (white anglosaxon protestant). Ma la migrazione più numerosa è quello dei neri degli schiavi deportati dall'Africa. Migrazioni importanti furono anche quella degli indiani d'America, gli spanici (abitanti delle colonie spagnoli nel centro e sud America), cinesi e vietnamiti.

La varietà di apporti culturali dei diversi gruppi ha portato ad una realtà sociale plurinazionale (melting pot).

Attualmente l'immigrazione negli Stati Uniti è regolata dal sistema delle quote. Cioè, per ogni Paese viene fissato un numero massimo di persone che possono venire ammesse annualmente negli Stati Uniti.


Gli Stati Uniti hanno un tasso di accrescimento vicino all'1% annuo che li differenzia dagli altri paesi più sviluppati dove si è raggiunta una stasi demografica. Nel complesso, comunque, anche negli Stati Uniti vi è stato un progressivo invecchiamento della popolazione e un innalzamento dell'età media.


Economia  

Indubbiamente,la posizione geografica degli Stati Uniti è straordinariamente favorevole.

Hanno il loro stessimo territorio (circa 9 milioni di Kmq) tutto situato in una fascia climatica particolarmente adatta alla vita umana. Si estendono tra i due più importanti mari della Terra: l'Oceano Atlantico e l'Oceano Pacifico, sui quali possiedono coste eccezionalmente provviste dello Stato è formata da estese pianure e le montagne non sono così impervie da ostacolare le comunicazioni. Per cui diventa facile lo sviluppo dei traffici da una zona all'altra del Paese. Inoltre, gli Stati Uniti, posti al centro dell'America Settentrionale, sono equidistanti dalle zone più importanti della Terra e possono, pertanto, agevolmente comunicare con il resto del mondo. Il territorio è ricco di corsi d'acqua anche navigabili che all'inizio sono stati molto importanti

A questi grandi vantaggi gli Stati Uniti hanno aggiunto la disponibilità, sul loro territorio, di tutti i minerali più essenziali perle industrie, nonché delle principali fonti di energia (petrolio, gas metano, carbone, lignite, uranio, energia idroelettrica). Ma sono stati importanti anche i fattori umani: gli Stati Uniti hanno sempre potuto contare su una manodopera a basso costo grazie ai movimenti migratori. 

Gli Stati Uniti hanno da sempre scelto il sistema economico capitalistica che ha valorizzato lo spirito d'iniziativa e ha quindi portato ad un grande sviluppo. Le basi dell'economia e della società americana sono essenzialmente la proprietà privata delle imprese e al ricerca del maggior profitto. Tuttavia la complessità del sistema fa sì che il ruolo dello stato sia ben più importante di quanto si creda: ha sempre cercato di sostenere i privati, aprire nuove relazioni con altri paesi per favorire il commercio; è intervenuto nei periodi di crisi a sostegno dell'occupazione, per creare infrastrutture e finanziare la ricerca.

Inoltre c'è da dire che negli Stati Uniti lo sviluppo industriale nell'800 e ogni attività viene organizzata da subito secondo schemi moderni e avanzati. Così tutti i settori sono molto sviluppati e modernamente organizzati.


Settore primario (3%)

Agricoltura

Gli Stati Uniti hanno buone risorse naturali per l'agricoltura e l'allevamento: ampie pianure fertili, climi temperati adatti a diverse colture, pascoli, abbondanza di acque e vie fluviali per il trasporto dei cereali e del legname.

Ha da sempre prevalso un'agricoltura di mercato rivolta a produrre sempre di più, a costi sempre più bassi.

La meccanizzazione  stata precoce e oggi è diffusa a tutti i livelli e interessa anche operazioni tradizionalmente manuali coma la raccolta dei pomodori o della frutta. Con la diffusione della meccanizzazione si è ridotto il numero degli addetti; la riduzione degli addetti è stata accompagnata da una crescita della produzione e gli Stati Uniti sono ai primi posti perla coltura del mais, frumento, soia, agrumi e per l'allevamento bovino.

La produzione è destinata all'ampio mercato interno, ma in molti settori, in particolare per i cereali e la soia, è  eccedente e viene quindi esportata.

Ha, quindi, pochi addetti ma ha raggiunto livelli di produttività molto elevati. Un agricoltore produce per circa oltre 60/70 persone.

I prodotti più importanti sono i cereali, i prodotti industriali, derivati dell'allevamento infine, frutta e ortaggi.

I base alla natura dei terreni, alla vicinanza dei mercati e al clima, sono stati sviluppati i prodotti più redditizi. Si è formata così una sorta di coltura specializzata zonale a grandi fasce (belt), disposte secondo la latitudine.

nelle pianure centrali, tra il Mississippi, il Missouri e le Montagne Rocciose, si estende il Corn Belt e il Weath Belt, la fascia in cui prevalgono il mais e il frumento. Qui dominano le grandi aziende con 500/600 ettari di terreno ciascuno.

intorno ai Grandi laghi, si ha la Dairy Belt, dove prevalgono i pascoli destinati all'allevamento dei bovini da latte.

l'area a clima caldo del cotone (Cotton belt), accoglie anche le piantagioni di tabacco, arachidi, l'allevamento del pollame e altre colture miste. Ancora più a Sud (le aree calde subtropicali) prosperano le piantagioni di canna da zucchero e frutta tropicale.

zone costiere, tutte e due con climi molto più miti perché c'è il mare e meno spazio perché molto più urbanizzate, caratterizzate da colture intensive soprattutto di ortaggi, frutta, vigneti in California. La produzione è destinata a rifornire le vicine città.

Esistono anche poi aziende biologiche, alternativa sperimentale.

Esportatore di cereali e di cotone in tutto il mondo

Allevamento

L'allevamento dei bovini è diffuso nel Texas e ai margini delle Montagne Rocciose. Gli Stati Uniti hanno anche, quindi, una buona produzione di prodotti di origine animale (latticini, carne)


Pesca

La pesca ha un buon rilievo lungo le coste dell'Atlantico, nel Golfo del Messico e in Alaska.


Settore secondario (27% di addetti)

L'energia

Nel campo delle ricchezze minerarie, gli Stati Uniti sono trai maggiori produttori mondiali di carbone. I maggiori giacimenti si trovano lungo il versante occidentale degli Appalachi. L'estrazione qui è molto conveniente grazie alle vicinanze del porto in Virginia.

Industria

Pilastro dell'economia statunitense, favorita dalla ricchezza di materie prime e fonti di energia, anche se ultimamente gli Stati Uniti preferiscono importare le risorse dal Canada e dal Messico per attuare un accumulo strategico (preservarle per il futuro), ma anche per il minor costo.

Importano dall'America Latina perché vicina e ricca e dal Canada perché è avanzato e ricco di risorse ma poco popolato, quindi non ha bisogno di grande quantità di materie prime per soddisfare il fabbisogno nazionale.

Mediante la standardizzazione dei prodotti (attuazione di produzione in serie e utilizzazione di sistemi di lavorazione uniformi; ciò permette di aumentare la produzione e di ammortizzare gli investimenti iniziali dell'impresa, realizzando economie di scale) e l'organizzazione razionale del lavoro si è raggiunta una produttività tra le più elevate. Le imprese si avvantaggiano particolarmente della qualità e dell'efficienza del management e dei servizi, tra cui si distinguono la ricerca scientifica e le reti bancarie.

Gli Stati Uniti sembrano prepararsi a un futuro di industrie ad automazione integrale, senza operai o quasi.

Negli ultimi tempi si è avuto un trasferimento di industrie in paesi in via di sviluppo ad opera delle multinazionali. Gli Stati Uniti sono il paese che ne ha di più sparse in tutto il mondo, seguito dal Giappone.

Si vendono tanto all'interno perché la società americana e consumistica, ma vendono anche all'estero cercando di estendere il loro modello di vita e di sviluppo.

La produzione avviene generalmente in grandissime industrie (gigantismo delle imprese), per cui le piccole vengono assorbite dalle grandi.

Molto sviluppati tutti i rami dell'industria; tra i settori industriali si nota l'emergere delle produzioni d'avanguardia rispetto a quelle tradizionali, di base e di consumo, che, comunque mantengono un ruolo importante nell'occupazione.

Particolare è la distribuzione di queste industrie. Con lo sviluppo delle importazioni di minerale dal Venezuela e dal Canda e il miglioramento dei sistemi di trasporto per il carbone, si è resa progressivamente più vantaggiosa la localizzazione dei centri siderurgici nella zona costiera (costa atlantica, lungo i Grandi Laghi, presso i porti del Messico ci sono, infatti, le industrie più tradizionali e vecchie). Le industrie di avanguardia (chimica fine, microbiologica industriale, farmaceutica.) sono principalmente nella zona della costa del Pacifico, nell'Ovest in California, nell'area della Silicon Valley (si tratta delle denominazione attribuita alla contea di Santa Clara da quando è divenuta una delle zone di maggiore concentrazione di laboratori dediti alla ricerca tecnologica d'avanguardia. Il nome deriva dell'invenzione del silicio, che oggi è utilizzato per fabbricare i circuiti integrati e i microprocessori).

Questa distribuzione è dovuta al fatto che le industrie atlantiche sono vecchie e tradizionali perché in contatto con l'Europa, le industrie pacifiche si sono sviluppate da quando si è sviluppato il Giappone e i paesi dell'Asia, che diventano nuovi partner commerciali, e la Cina che, anche se non è sviluppata ancora, attira molto gli interessi occidentali. Per esempio, nella Silicon Valley, si attuata spesso un'integrazione produttiva tra laboratori della Silicon valley e aziende giapponesi o del Sud-Est asiatico.


Settore terziario (70%)

Contribuisce maggiormente a formare il PIL

Sono presenti e sviluppate tutte le attività terziarie (gestioni dei servizi per le imprese, funzioni amministrative e finanziarie, impieghi pubblici, servizi qualificati.)

Commercio

Il commercio interno ha un ruolo importante.

Il commercio all'ingrosso è controllato da grandi imprese (soprattutto nelle città di Chicago, Saint Louis, Filadelfia, New York) che effettuano operazioni di raccolta, di trasporto, di confezionamento e distribuzione.

La distribuzione dei beni di largo di consumo si è concentrata in centri specializzati, gli shopping centres, aperti 24 ore su 24, sorti in prossimità di grandi nodi di traffico autostradale e dotati di posteggi, supermercati, ristoranti, sportelli bancari, di attività sportive e ricreative. Non esistono piccoli esercizi.

Il consumo da parte degli americani è elevatissimo (società consumistica).

Anche il commercio estero è sviluppatissimo. Il commercio delgi Sati Uniti si svolgw con tutto il mondo, ma prevalgono in particolare le relazioni con i paesi industrializzati con i quali si attua più della metà degli scambi. Un certo rilievo ha assunto i commercio con i paesi fornitori di materie prime, come Canada, Australia, Cile, Brasile. Pochissimi i rapporti con l'area ex-socialista.

L'america importa materie prime e esporta grandi quantità di prodotti finiti (beni di alta tecnologia, agroalimentari e carbone).

Gli Stati Uniti fanno parte del WTO, NATO, NAFTA che riunisce il Canada, Messico e Stati Uniti.

Trasporti

I trasporti sono efficientissimi.

I primi colonizzatori hanno cominciato subito a costruire vie di comunicazioni che si spingevano verso l'interno.  A mano a mano che procedeva la colonizzazione procedeva anche la costruzione di vie, soprattutto di ferrovie, che oggi più che altro sono utilizzate per le merci.

Il collegamento principale è quello che va da una costa all'altra.

Nelle zone più urbanizzate si sono costruite rete stradali estremamente fitte perché negli Stati Uniti è stato spinto al massimo il trasporto veicolare privato per favorire l'industria automobilistica.

Sulle lunghe distanze è utilizzato l'aereo che costa poco ed è molto efficiente e che si avvale del gran numero di aeroporti.

Per quanto riguarda le vie fluviali si avvale del San Lorenzo che collega i 5 laghi con il Mare e del Mississippi che attraversale grandi pianure centrali.

Per quanto riguarda il mare il problema era collegare le due coste, ma ciò è stato facilitato dall'apertura del canale di Panama (1914).


Giappone

Nonostante le difficoltà ambientali e le gravissime distruzioni durante le seconda guerra mondiale, il Giappone è diventato una delle massime potenze mondiali.


La configurazione

E' un paese molto piccolo (superficie di 370.000 Kmq). Si estende tra 30° e 45° di latitudine Nord. E' formato da circa tremila isole, ma in realtà 4 sono quelle importanti: Hokkaido, Honshu, Shikoku, Kyuschu. Tuute le isole sono montuose con versanti ripidi. C'è solo una pianura nell'isola di Honshu e alcune pianure costiere che sono state a volte polverizzate per guadagnare spazio.


Il territorio si trova nella zona di instabilità che circonda tutta l'Oceano Pacifico, zona sismica e vulcanica. I giapponesi hanno imparato a convivere con questi fenomeni e hanno costruito edifici antisismici che sono in grado si sopportare scosse di 6° e 7°. Anche la popolazione è addestrata a questi eventi.


Il clima è generalmente temperato con forti differenze tra nord e sud. Le acque molto fredde della corrente proveniente da nord, bagnano le coste occidentali giapponesi raffreddandone le temperature.Quindi nel nord, soggetto a venti siberiani che si uniscono all'umidità del mare si hanno forti precipitazioni in inverno.

Il centro è temperato influenzato dal mare. La corrente calda che arriva, invece, dall'area equatoriale giunge alle isole giapponesi, di cui bagna maggiormente le coste orientali, dove le temperature sono più elevate. Il Sud risente anche dei monsoni.

E' per questo che si parla di anomalie termiche, cioè le temperature sono diverse da quelle che si dovrebbero trovare a quella latitudine e altitudine.


Popolazione

La popolazione ha una vita media tra le più lunghe di tutto il mondo, un tasso di natalità limitato, una percentuale di mortalità infantile molto bassa, per cui l'incremento demografico ha un ritmo "occidentale" (crescita zero). La popolazione complessiva risulta di circa 130 milioni, con densità di 320 ab/Kmq. La densità di popolazione è tra le più alte del mondo ma il dato nasconde i fortissimi squilibri presenti tra le zone montuose,quasi disabitate, e le coste, dove si concentrano le maggiori città. L'agglomerazione più intensa è sulla costa orientale di Honshu (da Tokyo a Osaka con 500 ab/Kmq), su quella occidentale di Shokoku e nella porzione settentrionale di Kyushu.


Le città più popolata sono Kyoto, Hiroshima, Nagasaky. La popolazione vive in queste città di tipo occidentale (grovigli di strade, grattacieli), lavora in fabbriche e uffici efficienti e mantiene nel privato molte tradizioni e usanze, costumi del passato.


La religione del Giappone è lo scintoismo che prevede il culto dell'imperatore, rispetto della natura, delle gerarchie. Altre religioni sono il buddismo e il cristianesimo. Ognuno sceglie una religione a seconda. Lo scintoismo è per i vivi, il buddismo per i morti, il cristianesimo per i momenti particolari (Natale, matrimoni.)


Storia ed economia

Nell'800 il Giappone era un paese ancora contadino ma proprio la sua arretratezza economica lo rese interessante per i paesi in cui era già avvenuta la rivoluzione industriale e che vi vedevano un possibile ampio mercato per le loro eccedenze.

Verso la fine del '800 c'è un cambiamento sociale ed economico. Si da l'avvio ad una prima fase di industrializzazione avviata per iniziativa privata di famiglie ricche che si erano associati in gruppi Zaibatsu che controllavano vasti settori produttivi. L'industrializzazione si accompagnò a un'intensa urbanizzazione della costa orientale. Lo sviluppo fu particolarmente accentuato a Tokyo, Osaka, Nagoya, Yokohama, Kobe.

Nel complesso però la scarsità di risorse del sottosuolo fu un ostacolo al progresso industriale e quindi, fina dalla fine dell'800, il governo giapponese intraprese una politica di conquiste coloniali nell'Est asiatico (Manciuria, Indovina, Isole del Sud). Aveva conquistato per trovare materie prime e fonti di energia. In quel periodo era anche in contrasto con la Russia. Nel 1904 scoppiò, infatti,la guerra con la Russia per ottenere il controllo della Manciuria. Vincendo il Giappone raggiunse il suo scopo.

Al momento della seconda guerra mondiale, il Giappone si allea con la Germania e attaccherà gli Usa nel '41 (Pearl Harbour).

Ma alla fine della guerra i danni erano enormi: la distruzione di stabilimenti e infrastrutture a causa dei bombarmenti; la perdita di tutti i possedimenti coloniali; l'occupazione militare da parte degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti puntarono sulla distruzione economica del Giappone. Per piegare i giapponesi, oltre al lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, gli Stati Uniti impongono al Giappone, pesantissime condizioni di pace: abbandono delle colonie e occupazione del territorio da parte degli Stati Uniti, obbligo al pagamento dei danni di guerra, scioglimento degli esercizi, smantellamento degli Zaibatsu.

Ma nel giro di pochi anni gli USA cominciano a considerare il Giappone come un possibile alleato e cambiano politica nei confronti del Giappone; questo a causa della Guerra in Corea che viene divisa in due parti (una comunista, l'altra filoamericana). Cos' la guerra in Corea, in cui Russia e USA si fronteggiavano, rese evidente l'importanza strategica del Giappone, come alleato e come supporto per operazioni militari. Per questo nel 1951 fu firmata il Trattato di san Francisco che restituì al Giappone la sovranità sul suo territorio e ridiede agli Zaibatsu la possibilità di operare.

Da allora l'ascesa sarà rapida (Miracolo giapponese) non soltanto grazie agli Stati Uniti ma all'efficienza del Paese.

Essi infatti potevano contare sull'abbondanza di manodopera (all'inizio) a basso costo, esperta, disciplinata, determinata a lavorare, rispettosa de senso del dovere e con lo spirito di gruppo.

Lo Stato ha favorito i rapporti commerciali con gli altri paesi, con esportazioni di buona qualità a basso costo. Gran parte del bilancio fu destinato alla ricerca e istruzione che viene vista in funzione dell'attività lavorativa.

L'unica problema è la mancanza di materie prime che però non ostacola particolarmente. D'altra parte sono vicini al Sud-Est asiatico e Australia, esportatori di materie prime.


Economia

All'inizio del dopoguerra avviene la produzione di oggetti di precisione che all'inizio hanno conquistato i mercati per la qualità e il prezzo.

L'industria si evolve, poi, verso settori all'avanguardia (informatica, elettronica e automobilistica che è quella che ha superato la produzione degli USA). E' attualmente i giapponesi non sono molto competitivi per i prezzi ma puntano sulla qualità.

I paesi occidentali hanno cercato di arginare l'invadenza giapponese, innanzi tutto adottando misure protezionistiche e limitando le importazioni a difesa dei propri prodotti interni; tali misure sono state aggirate dalle multinazionali giapponesi effettuando investimenti in Europa e Nord-America o con contratti e accordi con le imprese locali e producendo in Europa i beni destinati al mercato europeo. C'è sempre e comunque concorrenza tra Giappone e paesi occidentali perché l'Europa teme l'enorme produttività del Giappone.


Settore primario

Agricoltura

L'agricoltura in Giappone è di tipo intensivo e commerciale, le produzioni più importanti sono ortaggi e frutta.

Il Giappone non è autosufficiente dal punto di vista alimentare. Le importazioni riguardano piante che richiedono troppa forza lavoro, come le colture invernali di grano e orzo, oppure piante che è troppo costoso coltivare in Giappone, come la soia, che viene acquistata dagli Stati Uniti. Quindi l'agricoltura anche se modernamente organizzata, non è sufficiente, tranne che per il riso. Questo è dovuto al fatto che la terra è poca e la gente tanta.

Allevamento

Ostacolato dalla scarsità di spazio ed è sviluppato prevalentemente in Hokkaido.

Pesca

Ha un notevole sviluppo e assicura al Giappone il primo posto in graduatoria mondiale.

La pesca è importante perché i mari intorno al Giappone sono ricchi, le attrezzature moderne. Il pesce è l'alimento fondamentale con il riso.


Settore secondario

Durante gli anni Cinquanta, come per l'Italia e la Germania Occidentale, anche per il Giappone si parla di miracolo economico, proprio perla velocità con cui si ricostruirono le strutture e le infrastrutture produttive e riprese la produzione di beni di consumo. Questo boom fu possibile grazie alla siderurgia e alla petrolchimica che si rilevarono trainanti per tute le altre attività economiche.

La consapevolezza dei danni ambientali, l'incremento dei prezzi petroliferi, la concorrenza nascente di alcuni paesi del Sud-Est imposero negli Settanta un riconversione produttiva, resa possibile dalla straordinaria capacità di autofinanziamento e l'altissimo livello tecnologico.

Da allora a oggi le produzioni si sono convertite dall'industria di base verso la produzione di macchine utensili tecnologicamente sempre più sofisticate.. Ed è soprattutto grazie allo sviluppo di queste produzioni nuove che il Giappone è considerato una potenza industriale mondiale.


Settore terziario

Il settore più importante dal punto di vista occupazionale e del reddito prodotto è il terziario e pertanto il Giappone viene definito un paese post-industriale.

I settori più importanti sono i servizi per le imprese, consentendo loro di aumentare la propria produttività. Un po' più carenti i servizi per la popolazione, a parte la scuola finalizzata al lavoro e molto centrata.

Trasporti

Vie di comunicazione efficientissime, infatti sono i primi in tutte le innovazioni dei trasporti (tunnel sott'acqua, treni ad alta velocità) e molto puntuali.


Cina

La Cina non è un paese avanzato. Date le sue caratteristiche però potrebbe diventare una superpotenza: estensione, numero di abitanti, rapido progresso, risorse.


La configurazione

La Cina occupa gran parte dell'Asia centro-meridionale e d è per grandezza (9 500 000 Kmq) il terzo stato nel mondo. Si estende fra i 50° e 20° di latitudine Nord.

Il territorio non è del tutto favorevole all'insediamento.

Si divide in due parti:

Cina esterna: parte più continentale ed è costituita da altopiani, catene montuose più elevate verso Sud (Himalaia e Altopiani del Tibet). Poi a nord sempre meno elevato e meno importanti. Clima continentale ed è pochissimo popolata (cartina pag. 276)

Cina propria: parte più orientale sull'Oceano Pacifico. E' costituito da vari ambienti più favorevole: Pianura della Manciuria e due valli fluviali (valle del fiume Giallo e Azzurro) La valle del fiume Giallo è fertilissima ed è dove è nata la civiltà cinese. Il fiume attraversa un altopiano erodendo e trasportando a valle il Loess (per questo è giallo) che deposita più a valle formando una valle loessica abitata.

Un po' più a Sud con un corso parallelo troviamo il Fiume Azzurro,che spesso straripa. Anche questa è una zona molto popolata. Clima temperato, mare.

Più a Sud c'è la Cina tropicale, una zona collinare terrazzata e coltivata. La popolazione sta tutta nella Cina Propria.


Storia

La Cina all'inizio di questo secolo era un impero millenario in cui si contrapponevano i grandi proprietari terrieri e masse contadine.

La Cina non era caduta sotto il dominio coloniale europeo anche se il governo aveva dovuto concedere dei territori costieri per far creare delle basi commerciali europee. Verso la fine dell'800 iniziò quindi un periodo detto coloniale, anche se l'imperatore cinese mantenne la sovranità su quasi tutto lo Stato. Nelle zone costiere (Honk Kong, Macao) gli europei organizzarono le Concessioni in cui aprirono proprie giurisdizioni consolari, uffici postali, banche, imprese commerciali, cantieri navali e successivamente anche stabilimenti industriali.

Per risolvere i problemi interni si crearono due movimenti: uno di destra che raggruppavano i grandi proprietari terrieri e l'altro di sinistra che raccoglieva le aspirazioni delle masse contadine. Volevano entrambe abbattere l'impero e combattere i giapponesi. Quando però questo obiettivo è raggiunto emergono i contrasti: guerra civile 1940 che finirà col vittoria dei comunisti guidati da Mao.

Nel '49 viene proclamata la repubblica Popolare Cinese che si ispirano ai principi del comunismo.

Invece i nazionalisti sconfitti si rifugiano a Taiwan e proclamano la Repubblica della Cina Nazionale.

Taiwan inizia uno sviluppo di tipo occidentale, stipula accordi con gli USA. I rapporti non sono buoni fino agli 50 solo Taiwan era riconosciuta dall'ONU e faceva anche parte del Consiglio di Sicurezza.

Cina Popolare che dal '49 inizia un percorso verso lo sviluppo in un primo tempo con l'aiuto dell'Unione Sovietica  fino agli '80, in una seconda fase puntando sole sulle proprie forze (60-66) e poi cerca di conciliare i principi del comunismo con aperture verso occidente ed economia di mercato (socialismo di mercato).

Nel '49, così, i problemi erano tantissimi, sia economici sia sociali. Dal punto di vista economico si decide di puntare tutte sull'agricoltura perché era innanzitutto l'attività che i cinesi avevano sempre svolto e poi perché la popolazione era gia di 600 milioni.

Innanzitutto lo Stato nazionalizza le terre, tramite confisca. Abolita la proprietà privata, quindi,vengono realizzate delle Comuni, che sono delle Comunità amministrative in cui viene suddiviso i territorio. All'interno si riorganizza l'agricoltura secondo principi collettivisti, squadre di lavoro che coltivano le terre dello Stato.

All'interni delle Comuni devono anche essere organizzato il servizio scolastico, sanitario in modo tale che tutta la popolazione possa usufruirne.

Contemporaneamente si cercò anche con l'appoggio dell'ex-URSS di sviluppare l'industria pesante. In parte perché il paese aveva bisogno di fare passi avanti con la costruzione delle infrastrutture necessarie e anche perché si cercava di seguirà il modello sovietico.

Qualche anno dopo si accorge che questo sforzo è troppo grosso; quindi inizia quel periodo di isolamento che era inevitabile, in quanto la Cina non aveva potuto collegarsi con nessun'altro per contrasti ideologici troppo pesanti.

Questo non ha giocato alla Cina perché si sono perse delle occasioni di sviluppo. In quegli anni si è tentato un altro sistema per l'industrializzazione del paese che puntano sull'industria leggera, che secondo i piani doveva svilupparsi in ogni comune in stretto collegamento con l'agricoltura per fornire attrezzature o assorbire i prodotti dell'agricoltura per la trasformazione. Le cose procedono in questo modo fino alla morte di Mao nel '66.

E si cambia di nuovi tutto: per esempio l'apertura e contatti con altri paesi (Stati Uniti, mondo occidentale In ragioni di interessi economici perché la Cina vuole rinnovarsi, progredire e recuperare il ritardo tecnologico e gli latro paesi dal conto loro vedono nella Cina un potenziale mercato con quasi unmiliardo di persone, manodopera a basso costo. Quindi la Cina chiama investimenti stranieri, imprese stranieri. Comincia a vendere cose di poco valore.

Anche all'interno le cose cambiano dopo Mao, si cerca di Migliorare il tenore di vita della popolazione. Viene abbandonata la struttura dei Comuni. La terra viene data in gestione alle famiglie contadine anche se non è stato abbandonato il regime comunista, possono fare ciò che vogliono.

No passi avanti per quanto riguarda le libertà personali, in quanto il partito ammesso è sempre e solo il Partito Comunista (monopartitismo), non ci si può spostare dal paese, solo all'interno.

Nel '89 l'Unione Sovietica, ha cercato di riaprire dialogo con la Cina, con Gorbaciov. Questa visita a Pechino sarà seguita da grandi manifestazioni soprattutto da studenti e cittadini che chiedevano al governo maggiore libertà e democrazia. (strage di Tienahmen) represse con la violenza e quindi questo episodio congelo di nuovo i rapporti con l'Ovest.


Popolazione

La popolazione cinese è la più numerosa del mondo (1.200.000.000 di abitanti). La Cina aveva già una popolazione numerosa nel '49, ma la cosa più preoccupante è il forte incremento demografico, adottando vari provvedimenti di politica demografica. Questo perché non si poteva pensare di arrivare allo sviluppo in queste condizioni.

si cerca di diffondere l'uso di anti-concezionali

si cerca di fare pubblicità massiccia sull'esigenza di adottare una pianificazione familiare

si innalza l'età del matrimonio

Tutti questi provvedimenti non si resero necessari per raggiungere la crescita 0 nel2000 (obiettivo a lungo termine).

Si arriva allora alla politica del figlio unico, se per caso una famiglia ne avesse di più è sottoposta a sanzioni fiscali. In più c'era anche l'idea che per la famiglia ci volessero figli maschi, quindi i primogeniti femmine potevano essere uccise o non denunciate (infanticidio). Questa situazione è stata denunciata in varie conferenze sulla popolazione e da allora il Governo Cinese ha permesso alle famiglie contadine di avere 2 figli. La popolazione in campagna è molta numerosa (60% della popolazione).

D'altra parte la vita in città risente meno del problema delle nascite,

Dopo tutti questi sforzi l'incidenza demografica è rallentato. Attualmente il tasso di crescita è sull'1,4 %. Popolazione molto squilibrata perché circa metà del territorio cinese ha una densità bassa (1,2 ab/Kmq) mentre le zone della Cina porpora raggiunge densità molto elevato.


Esistono grandi città nella Cina Porpia; Pekino, Shangai, Nankino, Canton, oltre alle concessioni Hong Kong e Macao che sono altamente urbanizzate e si trovano sulla costa meridionale.

Tutte le città presentano degli aspetti contrastanti: quartieri con grattacieli. Alberghi e magazzini in contrapposizione a quartieri poveri. Tutto questo indica grandi contrasti della Cina. Altri contrasto si possono trovare tra le campagne e le città, tra le coste e l'interno.

Le coste hanno subito una maggior sviluppo. Sovente sono state istituite delle zone economiche speciali dove si concentrano maggiormente gli investimenti stranieri e le industrie nate per iniziative mista (in parte con investimenti dello Stato Cinese e in parte con gli investimenti stranieri).




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