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LO STATO - STATO E SOCIETA' CIVILE, LO STATO-APPARATO

diritto



LO STATO

Lo STATO è sorto in tempi relativamente recenti, dapprima in Europa e successivamente in tutto il mondo. Per distinguere lo stato attuale da organizzazioni politiche del passato, viene usata l'espressione stato moderno. Gli attuali stati sono molto diversi tra loro per vari aspetti, ma tutti posseggono alcune caratteristiche comuni. Ogni stato infatti è formato da:

un territorio delimitato da confini precisamente stabiliti;

un popolo;

un apparato/sovranità che esercita in modo stabile il potere politico.



Possiamo usare la p 727f58h arola "stato":

per designare l'insieme di questi tre elementi (stato-comunità);

per designare l'apparato politico come entità a sé stante rispetto al popolo e al territorio (stato-apparato).

Possiamo dunque definire lo stato come quell'apparato che esercita il potere politico su un determinato territorio e su un determinato popolo.


STATO E SOCIETA' CIVILE

La società civile è costituita dalle relazioni che i cittadini stabiliscono autonomamente tra loro seguendo i propri desideri, convincimenti, interessi. Lo stato è l'apparato stabile che esercita il potere politico sulla società civile, detta regole per il suo funzionamento, si occupa degli interessi che reputa comuni a tutti. La distinzione tra stato e società corrisponde alla distinzione tra sfera pubblica e sfera privata:

è pubblico ciò che appartiene allo stato e che lo riguarda;

è privato ciò che appartiene a singoli cittadini.


LO STATO-APPARATO

Lo stato è un'entità astratta impersonale, che non s'identifica con le persone che agiscono a suo nome, ma che sta al di sopra di esse. Lo stato è un ENTE o una PERSONA GIURIDICA. Esso pertanto ha:

la capacità giuridica lo stato può essere titolare di diritti e doveri verso i cittadini o verso gli altri stati;

la capacità di agire lo stato può compiere atti giuridici che hanno effetti giuridici nei confronti dei cittadini o di altri stati; può agire attraverso organi, formati da persone fisiche che agiscono a suo nome.

Lo stato agisce attraverso i propri organi.

Dal punto di vista della loro composizione, esistono:

v organi monocratici sono formati da una sola persona fisica, che può agire da sola in nome dello stato: il presidente della repubblica, il giudice di pace, il presidente del consiglio;

v organi collegiali sono formati da più persone fisiche che devono esprimere congiuntamente la volontà dell'organo: camera dei deputati, corte d'appello, corte costituzionale;

v organi complessi sono formati da più organi: il governo.

Dal punto di vista delle funzioni, esistono:

v organi legislativi

v organi giudiziari

v organi esecutivi o amministrativi

Dal punto di vista di come vengono scelte le persone fisiche che ricoprono gli incarichi, troviamo:

v organi politici hanno il compito di prendere le decisioni che riguardano l'intera collettività (parlamento, governo, presidente della repubblica);

v organi burocratici hanno il compito di mettere in prativa le decisioni prese dai primi (polizia, esercito, uffici finanziari, prefetti, scuole, ministeri).

Il potere politico non è esercitato solo dallo stato, ma anche da altre persone giuridiche pubbliche. Tali sono gli ENTI PUBBLICI TERRITORIALI, ossia in Italia le regioni, le province e i comuni. Ciascuno di essi riproduce in piccolo le caratteristiche dello stato (articolo 5 della Costituzione).

Vi sono anche ENTI PUBBLICI NON TERRITORIALI dotati di personalità giuridica distinta dallo stato ma che svolgono particolari funzioni: Banca d'Italia e l'Inps.


IL POTERE POLITICO

Lo stato esercita il POTERE POLITICO su un territorio e su una popolazione. Esistono altre forme di potere:

il potere economico è il potere esercitato da coloro che detengono le ricchezze come i banchieri e gli industriali;

il potere spirituale è il potere esercitato dalle chiese sui fedeli in materia di fede, di comportamenti morali, di pratiche di culto;

il potere ideologico è il potere degli intellettuali che possono influenzare la formulazione e la diffusione di certe idee.

Il potere politico è il potere di ricorrere alla forza per ottenere il rispetto dei propri comandi e può essere esercitato solo dallo stato. Lo stato quindi ha il monopolio della forza. È l'unico ente che può pretendere di usare legittimamente la forza. Per questo motivo la caratteristica di tutti gli stati è quella di avere alle proprie dipendenze uomini armati (esercito e polizia) e tale forza deve essere sufficientemente potente (in termini di uomini, di mezzi e di armamenti).


LA SOVRANITA' E L'INDIPENDENZA

Lo stato è un ENTE SOVRANO. Sovrano significa "che sta al di sopra", "che non riconosce alcun potere superiore al suo". La sovranità dello stato all'interno del proprio territorio consiste nel potere esclusivo di usare la forza nei confronti dei cittadini. La sovranità dello stato nei confronti degli altri stati ha un valore diverso perché tutti gli stati sono indipendenti e quindi si pongono su un piano di uguaglianza giuridica.

La sovranità dello stato è stata sottoposta a forti e crescenti limitazioni.

Sul piano internazionale l'aumento delle relazioni fra gli stati ha indotto gli stati stessi ad assumere vincoli e legami e quindi a limitare volontariamente la propria sovranità. Inoltre contano sempre di più le organizzazioni internazionali.

Sul piano interno la progressiva limitazione dei poteri dello stato ha costituito il filo conduttore dell'evoluzione dello stato moderno. Inoltre contano sempre di più le singole regioni o comunità.

L'affermazione della sovranità popolare ha posto lo stato sotto il controllo dei cittadini; infatti il potere legislativo è affidato a rappresentanti eletti dal popolo.

La sovranità dello stato è sottoposta a norme giuridiche (Costituzione e leggi).

All'interno dei confini dello stato operano altri enti territoriali.


IL TERRITORIO

Lo stato esercita la sovranità su un determinato TERRITORIO. Il territorio dello stato comprende tutta quella parte di terraferma che è delimitata dai confini. Essi sono stabiliti attraverso accordi bilaterali tra gli stati confinanti. Oltre alla terraferma, il territorio dello stato comprende anche:

il sottosuolo fino alla profondità raggiungibile dall'uomo;

lo spazio atmosferico che si trova al di sopra della terraferma;

le acque territoriali che includono un tratto di mare lungo le coste; quando ci si addentra nel mare aperto le norme sono del diritto internazionale;

le navi e gli aerei che sono soggetti alla sovranità dello stato di cui battono bandiera, anche quando si trovano al di fuori dei suoi confini.

All'interno del territorio di uno stato le sedi diplomatiche degli altri stati godono di una speciale immunità.


IL POPOLO

Il POPOLO di uno stato è formato da tutti coloro che sono riconosciuti come cittadini dello stato stesso. Il riconoscimento della cittadinanza può basarsi su due criteri opposti:

  1. il diritto di sangue (ius sanguinis): la cittadinanza è riconosciuta esclusivamente ai figli di cittadini, ovunque siano nati e ovunque risiedano e configura una cittadinanza di tipo etnico, sulla base della discendenza;
  2. il diritto del suolo (ius soli): sono cittadini italiani tutti coloro che nascono nel territorio dello stato, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori e configura una cittadinanza di tipo territoriale, sulla base della residenza.

La cittadinanza italiana può essere acquistata in tre modi:

è cittadino per nascita il figlio di padre o madre italiani, anche se nato all'estero;

diventa cittadino per matrimonio lo straniero o la straniera che sposa una cittadina o cittadino italiano, purché risieda in Italia da almeno 6 mesi dal momento del matrimonio;

può diventare cittadino per concessione lo straniero che presenta domanda al capo dello stato; in tal caso la cittadinanza è concessa con decreto del presidente della repubblica.

La cittadinanza italiana può essere persa quando il cittadino vi rinuncia oppure quando il cittadino accetta, presso un governo straniero, un impiego che comporta l'obbligo della fedeltà verso di esso.

Art. 22 Cost. : non perde la cittadinanza italiana il cittadino che acquista una cittadinanza straniera. Nessuno può essere privato della cittadinanza per motivi politici né essere costretto all'esilio.


CITTADINI E STRANIERI

Negli ultimi decenni ha cominciato a crescere il numero degli immigrati stranieri nel nostro paese. Il TEMA DELL'IMMIGRAZIONE è controllato da una legge, la quale si pone due obiettivi: impedire un ingresso indiscriminato degli stranieri in Italia e garantire a coloro che vivono e lavorano legalmente nel nostro paese tutti i diritti fondamentali e alcuni servizi essenziali. La legge italiana distingue due tipi di stranieri:

i cittadini dei paesi aderenti all'UE che godono della condizione di cittadini europei e pertanto possono soggiornare e circolare liberamente in qualsiasi stato dell'Unione (anche Norvegia, Islanda e Svizzera grazie al Trattato di Shenghen);

i cittadini extraeuropei, ossia gli stranieri provenienti da paesi esterni all'UE.

La Costituzione italiana, quando vuole indirizzare le sue disposizioni ai soli cittadini lo dice espressamente, mentre altrimenti usa l'espressione "tutti" includendo anche gli stranieri. Gli stranieri che si trovano in Italia godono, come i cittadini italiani, dei diritti fondamentali dell'uomo. I cittadini italiani hanno in più specifici diritti.

Esempio: i cittadini italiani possono soggiornare liberamente in Italia, gli stranieri no. Hanno bisogno di un visto d'ingresso nel territorio italiano ed è rilasciato solo a quei cittadini extracomunitari che dimostrano di avere un contratto di lavoro nel nostro paese.

Art. 10 Cost.: il DIRITTO DI ASILO è riconosciuto dallo stato italiano: lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha il diritto di essere accolto nel territorio della repubblica.


STATO E NAZIONE

Lo STATO è un'entità giuridica che definisce quel territorio e quella popolazione che sono governati da un unico apparato politico. La NAZIONE è un'entità storico-culturale che definisce quell'insieme di individui che sono legati tra loro da una comune appartenenza. La differenza esiste anche tra il concetto di cittadinanza (indica l'appartenenza di una persona a uno stato) e quello di nazionalità (indica l'appartenenza di una persona una più vasta collettività in cui si riconosce e si identifica).

Gli stati contemporanei si presentano come STATI NAZIONALI, nel senso che a ogni stato corrisponde un'unica nazione.

In alcuni casi lo stato è nato prima della nazione e ha contribuito a formarla. Così è avvenuto per le grandi monarchie europee (Francia, Gran Bretagna e Spagna). Questi stati si sono posti l'obiettivo di creare una coscienza nazionale, di diffondere una lingua comune e di sconfiggere i localismi.

In altri casi, il senso di comune appartenenza a una nazione è venuto prima dello stato. Lo stato italiano e lo stato tedesco sono il risultato di una lotta per l'indipendenza nazionale.

Nel corso del Novecento si è assistito allo smembramento dei grandi imperi multinazionali europei (impero austroungarico e impero ottomano). Le nazioni moderne riflettono legami etnici e linguistici che preesistono allo stato. Sono il prodotto degli sforzi compiuti dagli stati per unificare popoli con tradizioni diverse.

Differenze vi è anche tra il concetto di nazione e di etnia:

in alcuni stati si possono trovare popolazioni di più etnie ma ciò non impedisce loro di sentirsi della nazione. Un esempio è la Svizzera.

in alcuni stati le minoranze linguistiche o etniche non si riconoscono nei gruppi dominanti (come i baschi, i catalani, gli irlandesi, i corsi) però hanno ottenuto delle particolari condizioni di autonomia all'interno degli stati di appartenenza.

L'idea che ogni etnia costituisca una nazione e abbia quindi diritto a un proprio stato può portare a conseguenze devastanti come nella ex Jugoslavia, dove il nazionalismo su basi etniche provocò negli anni Novanta terribili conflitti.

La questione nazionale in Italia. Durante la lotta per l'indipendenza italiana, la coscienza di appartenere a un'unica nazione era sentita solo tra le classi colte. Massimo d'Azeglio infatti disse: l'Italia è fatta, ora occorre fare gli italiani. Il nuovo stato unitario si impegnò per creare una coscienza nazionale: fece ampio ricorso allo spirito patriottico e rese obbligatoria la scuola elementare. Durante il fascismo si arrivò a promuovere l'italianizzazione forzata delle minoranze presenti in Italia. Con l'avvento della repubblica, la Costituzione respinse l'uso dei militari proclamando il principio del ripudio della guerra (art. 11) e il principio della tutela delle minoranze linguistiche (art. 6).


LE FORME DI STATO

STATI DEMOCRATICI. In questi stati la sovranità appartiene al popolo e uno stato può essere considerato democratico nel momento in cui presenta tre caratteristiche:

  1. i governanti sono scelti dal popolo attraverso libere elezioni in cui tutti i cittadini adulti hanno diritto di voto (suffragio universale);
  2. i cittadini hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni politiche e di organizzarsi in partiti politici. In uno stato democratico la minoranza ha la possibilità di diventare maggioranza, e la maggioranza ha il dovere di rispettare i diritti delle minoranze;
  3. lo stato democratico è uno stato di diritto, ossia i governanti sono sottoposti alla legge, possono agire in base ai poteri che la legge conferisce loro e possono essere messi sotto processo. Le regole più importanti sono scritte nella costituzione.

Con la rivoluzione inglese, francese e americana, è stato abolito il potere assoluto del sovrano (stato assoluto). Durante l'ottocento però il suffragio rimase limitato esclusivamente per la classe borghese (stato liberale). Nel novecento i principali paesi europei adottarono il suffragio universale e di conseguenza anche le classi non possidenti ebbero la possibilità di mandare propri rappresentati al parlamento. Il cammino verso la democrazia su promosso dalle lotte operaie, fu combattuto dalle classi dominanti che volevano mantenere i loro privilegi. In Italia e in Germania la democratizzazione fu interrotta e nacque la dittatura. In altri paesi come la Russia, le classi popolari instaurarono regimi dittatoriali di tipo comunista.

Vi sono però anche stati non democratici:

v MONARCHIE ASSOLUTE. In Arabia Saudita e in Kuwait è ancora vigente la monarchia assoluta.

v STATI AUTORITARI. Gli stati autoritari si configurano come dittature militari, in cui il potere politico è direttamente nelle mani dell'esercito.

v STATI COMUNISTI. Sono stati comunisti Cina, Cuba, Vietnam e Corea del Nord. In questi stati la competizione politica non è ammessa, le opposizioni sono combattute e i partiti non sono liberi.

v STATI TEOCRATICI. Negli stati teocratici è ammessa una sola religione che diventa il fondamento dello stato e della legge, le autorità religiose hanno un ruolo diretto nella gestione del potere politico (Iran, Sudan Afghanistan).

Un'altra distinzione tra le forme di stato riguarda il carattere unitario (negli STATI UNITARI tutti i poteri spettano al governo centrale) o federale (negli STATI FEDERALI le singole regioni hanno poteri di autogoverno) dello stato.

Un ulteriore distinzione riguarda le MONARCHIE (il capo dello stato è un sovrano assoluto scelto per via dinastica) e le REPUBBLICHE (non esistono cariche ereditarie). La differenza però non è molto significativa perché in Europa vi sono monarchie in cui il re riveste un ruolo puramente formale e non svolge funzioni di governo.


LA COSTITUZIONE

La COSTITUZIONE è l'insieme dei principi fondamentali che stanno alla base dell'ordinamento giuridico di uno stato. La Costituzione è la legge fondamentale dello stato. Si presenta sotto la forma di un documento scritto (in Gran Bretagna si hanno le norme consuetudinarie non scritte) in modo solenne e sintetico (la Costituzione italiana contiene 139 articoli). Lo scopo delle costituzioni è quello di proclamare solennemente i diritti inviolabili dei cittadini e di porre un limite ai poteri dello stato. Nello stato costituzionale la sovranità del popolo è sottoposta ai principi fissati nella costituzione. Le norme di tutte le Costituzioni tendono a regolare due ordini di questioni: i rapporti tra lo stato e la società civile e l'organizzazione interna dello stato.

Le costituzioni possono essere:

  1. costituzioni flessibili: significa che le loro norme potevano essere modificate dal parlamento con la legge ordinaria
  2. costituzioni rigide: sono poste al di sopra di tutte le altre norme dell'ordinamento giuridico e le modificazioni al loro testo possono essere effettuate soltanto attraverso una particolare procedura. Inoltre le costituzioni rigide prevedono di conseguenza che le leggi siano sottoposte a un controllo di costituzionalità. La rigidità della costituzione serve pertanto a garantire che alcuni principi fondamentali retino inalterati.

Sul piano storico, possiamo distinguere due modalità con le quali le costituzioni sono venute alla luce:

le costituzioni concesse dall'alto: appartengono le costituzioni liberali dell'Ottocento come lo Statuto albertino.

le costituzioni concesse dal basso: appartengono ad esempio la costituzione americana e la costituzione francese. Anche la Costituzione italiana fu elaborata da un'Assemblea costituente, eletta nel 1946, e entrata in vigore il 1 gennaio 1948.

La Costituzione può essere considerata come un patto tra le forze politiche e sociali che danno vita a un nuovo regime. Le norme della costituzione saranno rispettate se quel patto iniziale verrà mantenuto.




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