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LEGALITÀ - La scuola si dovrebbe attivare

diritto












Principio di  legalità:

per chiarire bene la legalità è giusto introdurre a tutti i livelli dell'Apparato Statale il principio di legalità per cui, se una legge non viene rispettata dalla maggioranza dei cittadini per un certo periodo, questa automaticamente decade. Possibilmente con una penalizzazione per l'ente che ha emesso la legge e non l' ha fatta rispettare.

Ciò spingerebbe i legislatori locali e nazionali a:

scrivere leggi che per i cittadini sia praticamente possibile rispettare,



impegnarsi a diffondere la conoscenza della legge, a spiegarne le motivazioni

ed infine (una volta guadagnatosi coi punti 1 e 2 il 757d33h diritto etico di farlo) a pretenderne il rispetto con i necessari controlli e sanzioni.

In pratica

Questo principio si applica in ogni campo, nelle piccole cose di tutti i giorni come nelle questioni di massimo interesse nazionale.


EDUCARE ALLA LEGALITÀ

È necessario per vivere nella legalità che in un paesi i cittadini siano educati a rispettare le regole e a convivere rispettando se stessi e gli altri.

Perché ciò avvenga è indispensabile iniziare dai i più giovani.

In questi giorni il problema legalità è stato più volte affrontato a causa di alcuni avvenimenti accaduti nelle scuole come lo spaccio di droga, professori in atteggiamenti equivoci, atti di bullismo, ma anche fatti positivi come convencions, iniziative che promuovono la legalità in tutti i campi comprendendo anche la mafia e la malavita in generale.

Una di queste iniziative chiamata "la nave della legalità" ha riunito oltre 1200 fra studenti e professori provenienti da 350 scuole italiane. Salpata il 22 maggio alle ora 20,30 è arrivata a

Palermo per commemorare il quindicesimo anniversario della strage di Capaci.



Un gruppo di ragazzi ha continuato il suo viaggio della legalità a Corleone per stendere le lenzuola della legalità realizzate dalle loro scuole; gli altri indossando la maglietta con una frase detta da Falcone  sono andati nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone dove si sono sostenuti dibattiti ai quali hanno preso parte il procuratore antimafia Grasso, il ministro dell'istruzione Fioroni, Giuliano Amato ed il presidente del senato Marini.

In questi dibattiti si è sottolineato come combattere la mafia significa affermare la legalità e si ha invitato i giovani ad amare le istituzioni e la Repubblica nonostante le imperfezioni,le contraddizioni,gli errori e spesso l'inadeguatezza degli uomini in cui esse prendono forme e realtà.

Il procuratore grasso ha inoltre ricordato cm Falcone e Borsellino hanno lasciato un patrimonio morale di coraggio e di umanità.



  FALCONE E BORSELLINO



LA NAVE DELLA LEGALITÀ


   



il ministro Fioroni con il procuratore capo antimafia (DIA)









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Invece al Palaraffini si è aperta la festa della legalità in Toscana,un appuntamento al quale hanno partecipato oltre 600 ragazzi. Una festa che offerto l'occasione per riflettere e discutere ma anche per stare insieme e divertirsi.

Questa Festa è nata da una scommessa fatta con Rita Borsellino a fine agosto, a conclusione dell'esperienza dei ragazzi che hanno deciso di lavorare come volontari nei terreni confiscati alle mafie.

L'impegno e la passione che ci hanno messo e che ci mettono tutti questi ragazzi, la loro forza, devono costituire la spinta maggiore per le istituzioni per proseguire nella lotta a tutte le forme di mafia. Gelli dichiara: "Vogliamo che proprio da qui, dalla Toscana, parta un messaggio forte che possa coinvolgere tutte le altre Regioni e tutte le istituzioni in questa lotta. Essere cittadini del futuro passa proprio dal rispetto delle regole e della legalità ed è per questo che i nostri ragazzi fin dalla scuola devono imparare questi principi fondamentali".

Hanno partecipato alla festa: Rita Borsellino, Pier Luigi Vigna, Vanna Van Straten, Tiziana Di Salvo , Filippo La Torre. Vigna ha detto che durante la sua attività nel corso degli interrogatori con i mafiosi si è trovato di fronte persone che attribuivano la colpa alla stato perché non gli aveva insegnato l'educazione civica.

La mafia vuole la non conoscenza e la non cultura ed è per questo che bisogna attivare un piano di educazione nelle scuole per eliminare l'illegalità dalla mentalità dei cittadini di un paese.




Uno dei problemi che maggiormente coinvolge la scuola è il consumo e lo spaccio di droga. Addaction ha indetto un sondaggio: "nella tua scuola gira droga?" a oggi hanno risposto si il 60% dei partecipanti, "no" il 4%, "penso di si" il 16% e il 26% "non so".

A quanto pare la linea proibizionista della legge Fini-Giovannardi è fallita, perciò bisogna educare i ragazzi a rifiutare tutte le sostanze pericolose e dannose. Intanto occorre lavorare sull'educazione per far sì  che chi fa uso di alcool, spinelli, nuove sostanze, cocaina, stupefacenti in generale non sia più considerato un criminale, ma una persona da aiutare e curare. Non serve proibire ai giovani, ma dissuadere e far capire che fa male attraverso l'educazione.

Livia Turco ha proposto al ministro Fioroni di attivare un'attività ispettiva dei Nas nelle scuole italiane di tutta Italia questa proposta è stata contestata da più organi e da Fioroni per primo che ha ammesso che solo in casi estremi è plausibile l'intervento delle forze dell'ordine. Altri invece ritengono che Livia Turco abbia estremizzato e che la prevenzione consiste prima nella relazione educativa tra insegnati e ragazzi Negli ultimi anni il consumo d droga nell'età giovanile è senza dubbio aumentato a dismisura, i ragazzi appena entrano nelle scuole superiori incominciano se non a provare il primo spinello almeno a sentire le voci in giro e farsi idee di cosa può portare fumarlo o no.

Uno dei principali consigli che si può dare è quello di far vedere le conseguenze che può portare la droga,magari mischiata all'alcool dopo una serata con filmati e racconti d famiglie distrutte da incidenti stradali accaduti a causa di sostenze stupefacenti.






EDUCARE ALLA LEGALITÀ

Per rendere possibile la formazione alla legalità bisognerebbe:

Coinvolgere in attività formative giovani che hanno lasciato la scuola e che non hanno punti di riferimento.

Rendere fattivo e costruttivo l'assolvimento dell'obbligo scolastico e guidare i giovani verso l'assolvimento dell'obbligo formativo.

Richiesta degli studenti di attività educative più pratiche e utilizzo maggiore dei laboratori,

Richiesta di metodologie innovative

Al fine di:

riduzione della dispersione scolastica, degli insuccessi formativi e delle manifestazioni di disagio giovanile, come il bullismo, il vandalismo, le occupazioni selvagge.;

contenimento e prevenzione della devianza sociale, favorendo la formazione di "anticorpi" nei confronti dei messaggi apparentemente accattivanti e rassicuranti della criminalità;

realizzazione di un rapporto interattivo con enti, istituzioni, associazioni, passando da una logica di sistemi chiusi, isolati, statici ad una di sistemi aperti, in equilibrio dinamico, suscettibili di mutamento e sviluppo.


Obiettivi

In questa logica educativa e formativa, gli obiettivi da raggiungere sono i seguenti:

condividere il concetto di legalità come accettazione di regole e di norme, in funzione di una reale reciprocità nelle esperienze di relazione e nei rapporti interpersonali;

diffondere conoscenze sulle regole della vita collettiva e sulle istituzioni pubbliche democratiche;

accrescere la partecipazione democratica dei ragazzi alle attività della comunità scolastica;

  1. far sperimentare nel concreto della vita scolastica i valori della democrazia, come valori che aiutano ciascuna persona a realizzare se stesso in comunità

E' necessario che la scuola debba instaurare un clima di collaborazione tra gli alunni e le diverse componenti scolastiche, promuovere azioni di tutoraggio da parte degli alunni più esperti a vantaggio di quelli che ne hanno bisogno,mettere a fuoco le dinamiche del gruppo classe,valorizzare le diversità.

EDUCAZIONE NON FORMALE

COME?

Allestire presso scuole o associazioni del territorio laboratori di legalità.

Puntare su attività accattivanti quali il teatro, lo sport, la scrittura creativa, la valorizzazione dei beni culturali del territorio, la musica, il ballo.


  • Realizzare percorsi formativi professionalizzanti rivolti ai giovani e agli adulti, tesi a creare cooperative di lavoro.

  • realizzare per i giovani percorsi linguistici , stage e  tirocini all'estero per consentire la circolazione delle idee, il confronto, la crescita culturale.


PER CONCLUDERE

La scuola nel suo insieme è legalità: essa va intesa non come "un momento", seppure importante della vita d' ognuno di noi, ma come il luogo in cui per  la prima volta  ci si confronta con altri, dove bisogna rispettare alcune norme ed avere una precisa condotta.  La scuola è la prima grande istituzione da rispettare e da rafforzare, è nella scuola che avviene il passaggio di consegne tra le generazioni e dove ci si trova a svolgere un ruolo attivo in una comunità.  Per queste ragioni pensiamo che "l'istituzione scuola"  possa  essere protagonista nella diffusione della cultura della legalità e della democrazia, per una migliore convivenza tra diversi, nel rispetto delle regole, e per una società più giusta. Ciò non significa fare un corso d' educazione civica, tutt'altro significa costruire un percorso articolato dove due sono i protagonisti: le regole e lo studente.

  • Le regole come strumenti condivisi da tutti ed indispensabili per una civile convivenza e per queste soggette a mutamenti, quest'ultimi garantiti da procedimenti trasparenti e democratici.
  • Lo studente non solo come destinatario passivo delle leggi, ma custode delle regole fondamentali della nostra Carta Costituzionale ed interprete della società nella quale le leggi sono applicate.

Solo così si capisce che diritti e doveri non sono due termini che si somigliano, ma rappresentano valori, battaglie, processi storici,  e spesso sono lo specchio di culture e di costumi della società. 









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