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INTERROGAZIONE DI DIRITTO LE GARANZIE COSTITUZIONALI - I DIRITTI E I DOVERI DEI CITTADINI

diritto



INTERROGAZIONE DI DIRITTO

LE GARANZIE COSTITUZIONALI


I DIRITTI E I DOVERI DEI CITTADINI

I DIRITTI INVIOLABILI DELL'UOMO E IL PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA

I primi 12 articoli della costituzione italiana enunciano i principi fondamentali, sui quali si basa l'intera costituzione. Nel ambito di tali principi il riconoscimento dei diritti inviolabili dell'uomo assume una importanza particolare e consente di comprendere meglio i diritti e i doveri dei cittadini, di 454b17e sciplinati negli articoli successivi della costituzione.

I diritti inviolabili dell'uomo sono diritti fondamentali o essenziali , che spettano a ogni persona in quanto tale.

I diritti della persona o di libertà ( come il diritto di vita, il diritto alla libertà personale, il diritto alla libera manifestazione del proprio pensiero ecc.) presentano due caratteristiche essenziali:



o       NATURALI: perché spettano a  ogni persona x il fatto stesso della sua esistenza in vita.

o     INELIMINABILI: in quanto non possono essere aboliti neppure ricorrendo alla procedura di revisione costituzionale.

I diritti di libertà sono riconosciuti a ogni uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali, di diversa natura ( la famiglia, i partiti politici, i sindacati, le confessioni religiose ecc.) alle quali una persona può partecipare insieme ad altre persone.

Un altro principio fondamentale che dobbiamo esaminare è il principio di uguaglianza.

La costituzione afferma l'uguaglianza dei cittadini in due significati diversi, ma tra loro complementari: UGUAGLIANZA IN SENSO FORMALE E L'UGUAGLIANZA IN SENSO SOSTANZIALE.

L'uguaglianza formale o giuridica significa riconoscere che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge.

Dal principio di uguaglianza in senso formale derivano due conseguenze importanti

o     LA SOGGEZIONE ALLA LEGGE: in quanto di regola la legge si applica a tutti, senza alcuna eccezione o esenzione

o     IL DIVIETO DI DISCRIMINAZIONI: perché la legge deve riconoscere a tutti i cittadini uguali diritti e uguali doveri ( come è scritto nelle aule dei tribunali "la legge è uguale per tutti".)

Il principio di uguaglianza davanti alla legge è contenuto in una norma di carattere percettivo e, in quanto tale, è immediatamente efficace e vincolante: se una legge ordinaria non rispetta questo principio, la corte costituzionale può dichiarare la legittimità costituzionale della legge ed eliminarla dall'ordinamento giuridico.

Dall'uguaglianza in senso formale si distingue quella in senso sostanziale o di fatto:

L'uguaglianza sostanziale consiste nel garantire pari opportunità o uguali condizioni di partenza a tutti i cittadina e, in particolare, a coloro che sono più svantaggiati sotto l'aspetto economico o sociale.

A differenza di quella formale, l'uguaglianza sostanziale è contenuta in una norma costituzionale di carattere programmatico, che non è immediatamente efficace ma impegna lo stato a svolgere una determinata attività; l'attuazione di tale principio dipenderà poi, in concreto, dal programma politico del governo e dalla capacità di realizzarlo ( si pensi per esempio alla politica in materia scolastica, assistenziale, sanitaria e così via).


LA LIBERTA' PERSONALE

Gli art. 13 e seguenti della costituzione riconoscono espressamente alcune libertà individuali, seguendo in sostanza lo stesso modello: L'affermazione astratta del principio di inviolabilità della libertà e la precisazione che sono ammesse alcune eccezioni a tale principio, ma soltanto nei casi stabiliti dalla legge e con un provvedimento motivato dell'autorità giudiziaria.

E' necessario che le eventuali limitazioni dei diritti di libertà siano previste, dalla legge e che sia autorizzata da un giudice, in questo modo l'ordinamento giuridico garantisce la massima libertà d'azione agli individui , l'uso della forza da parte della autorità pubblica per prevenire e reprimere i comportamenti illeciti. Qualsiasi restrizione dei diritti di libertà deve trovare il proprio fondamento in una legge che, oltre a essere generale e astratta  deve essere approvata dai rappresentanti del popolo e quindi, indirettamente, dagli stessi cittadini. L'intervento dell'autorità giudiziaria è autonoma e indipendente rispetto al potere esecutivo, impedisce che la limitazione della libertà di una persona possa dipendete da motivi politici o dagli interessi della maggioranza.

La Costituzione riconosce i diritti di libertà a tutti gli individui considerandoli diritti inviolabili dell'uomo, alcune libertà civili sono garantite ai cittadini e non sono estese agli stranieri o gli apolidi.

La libertà personale o individuale consiste nella libertà di un individuo da qualsiasi forma di costrizione o imposizione, fisica o psichica, ed inviolabile.

Anche la libertà personale però non è assoluta, perché una persona può essere sottoposta ad alcune misure restrittive per motivi d'interesse generale.



Per ridurre il rischio di abusi da parte del potere pubblico, le limitazioni della libertà di una persona sono ammesse solamente in seguito a una atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei casi previsti dalla legge in mancanza di questi presupposti sono illegittime.

Soltanto in casi eccezionali di necessità e di urgenza, nei quali bisogna intervenire senza perdere tempo, l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvisoriamente delle misure restrittive della libertà personale anche senza un ordine o mandato dell'autorità giudiziaria. La legge consente l'arresto in flagranza di una persona che venga sorpresa nell'atto stesso di compiere un reato grave (come rapina o violenza carnale).

La carcerazione preventiva, o custodia cautelare, può essere disposta nei confronti di una persona in attesa di giudizio, vale a dire di una persona che non è stata ancora condannata in un processo con una sentenza definitiva.

La custodia cautelare è una specie di "anticipazione" della pena, il tempo che ha già trascorso in carcere dovrà essere sottratto dalla pena detentiva alla quale è stato condannato.

La costituzione dispone che i termini massimi della custodia cautelare devono essere stabiliti dalla legge. Al riguardo il codice di procedura penale prevede che:

o   La carcerazione preventiva è ammessa soltanto per i reati, consumati o anche soltanto tentati, non lievi ( per i quali è prevista la pena  della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni.

o   La custodia cautelare non può durare, a seconda del tipo della gravità del reato, più di 2,4, o 6 anni ( se rispettivamente, una persona è imputata di avere commesso un reato per il quale la legge preveda come pena massima la reclusione fino a 6 anni, fino a 20 anni oppure l'ergastolo.

Una volta decorsi i termini massimi di custodia cautelare l'imputato in attesa di giudizio ha diritto di essere rimesso in libertà e di seguire il processo "a piede libero".


LA GIUSTIZIA COSTITUZIONALE

LA CORTE COSTITUZIONALE COMPOSIZIONE E FUNZIONI

Come sappiamo, la nostra Costituzione è rigida perché non può essere modificata con la procedura legislativa ordinaria ma soltanto ricorrendo a una procedura speciale.

La rigidità dall' costituzione nasce dall'esigenza di dare alla legge fondamentale dello stato che costituisce il risultato di un "patto" tra le diverse forze sociali, una efficacia maggiore rispetto a una semplice legge ordinaria del parlamento.

Quando una costituzione è rigida, le leggi ordinarie no possono essere in contrasto con le norme e principi costituzionali: è necessario quindi che vi sia un organo con il compito di giudicare se una legge ordinaria rispetta la costituzione e, in caso contrario, di eliminarla dall' ordinamento giuridico.

In Italia il giudizio sulla legittimità delle leggi e degli altri eventi forza di legge è stato attribuito alla corte costituzionale ( chiamata anche consulta dal nome del palazzo della consulta, a Roma, che è la sua sede). La corte è stata introdotta dalla costituzione del 1948, ma ha iniziato a operare soltanto verso la metà degli anni 50.

Nella sua composizione ordinata la corte è formata da 15giudici, che devono essere scelti tra persone con specifiche competenze giuridiche.

Nella formazione della corte costituzionale intervengono 3 diversi poteri della stato, ciascuno dei quali designa un terzo dei giudici costituzionali, allo scopo di assicurare alla corte una posizione neutrale o al disopra delle parti.

In Particolare:

o                                                                                       Cinque giudici sono nominati dal Presidente della Repubblica



o                                                                                       Cinque giudici sono eletti dal Parlamento in seduta comune a scrutinio segreto.

o                                                                                       Cinque giudici sono eletti dalle magistrature di grato più elevato

I giudici costituzionali rimangono in carica 9 anni e non sono rieleggibili al termine del loro mando. Prima della riforma realizzata nella seconda metà degli anni 60, l'incarico durava dodici anni e i giudici della corte non erano immediatamente rieleggibili, cioè potevano essere rieletti ma non subito dopo la scadenza del loro mandato.

La carica di giudice costituzionale inizia a decorrere dal momento del giuramento di osservare la costituzione e le leggi della Repubblica e termina automaticamente quando scadono i 9 anni; per i giudici costituzionali, quindi, non è consentita la continuazione temporanea delle funzioni fino alla nomina del loro successore.

I giudici costituzionali devono eleggere tra loro il presidente della corte costituzionale, che rappresenta la corte e ne coordina le attività. Il presidente rimane in carica 3 anni ed è reggibile come presidente, fino alla scadenza del suo mandato come giudice costituzionale.

Ai membri della corte costituzionale viene riconosciuto uno status giuridico particolare. A garanzia della loro indipendenza e imparzialità.

I giudici costituzionali non possono essere perseguiti, anche dopo la scadenza del loro mandato, per lo opinioni espresse e per i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni e fino a quando rimangono in carica, non possono essere arrestati o sottoposti ad altre misure restrittive della loro libertà personale senza l'autorizzazione della corte costituzionale.

I giudici costituzionali possono essere sospesi o rimossi dal loro ufficio soltanto per sopravvenuta incapacità o per gravi mancanze nell'esercizio delle loro funzioni e in seguito a una deliberazione della stessa corte costituzionale

In considerazione delle funzioni che è chiamato a svolgere, è prevista una incompatibilità della carica di giudice costituzionale con qualsiasi altra carica, pubblica o privata, nonché il divieto di svolgere attività.










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